Mitigazione del cambiamento climatico come bene pubblico internazionale

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1 ECONOMIA (SANNA RANDACCIO) LEZIONE 30 Problemi ambientali globali e negoziati internazionali sul clima Mitigazione del cambiamento climatico come bene pubblico internazionale Esempio di un progetto di miglioramento ambientale caratterizzato da non rivalità e non escludibilità Negoziati internazionali sul clima per arrivare a regole internazionali -- Protocollo di Kyoto --Accordo di Parigi 2015

2 IL RISCALDAMENTO GLOBALE Il clima della Terra: i flussi in entrata delle radiazioni solari e in uscita delle radiazioni infrarosse. Il ruolo della composizione dell atmosfera I gas a effetto serra impediscono che l energia infrarossa si liberi nello spazio e quindi fanno salire la temperatura terrestre.

3 LE EMISSIONI DI GAS A EFFETTO SERRA Vi è consenso scientifico che: a) le temperature aumentano principalmente a causa dell attività umana (anche la frequenza di eventi estremi). b) la maggior parte del riscaldamento dalla metà del XX secolo è dovuta all aumento della concentrazione di gas a effetto serra a causa delle emissioni provenienti dalle attività umane. La combustione di carburanti fossili (carbone, petrolio e gas) nella produzione di energia, nel trasporto, nell'industria e nell'uso domestico contribuisce per circa l 80% del CO 2 emesso ogni anno.

4 Effetto soglia: 2 C Vi è consenso scientifico che un aumento superiore ai 2 C rispetto alle temperature preindustriali accresce il rischio di cambiamenti pericolosi per i sistemi umani e naturali globali. Rischio di superare soglie irreversibili. Nelcasodeigasaeffettoserrachegeneranoil riscaldamentoglobale il danno ha dimensione globale, quindi gli effetti esterni interessano gli individui che risiedono in tutti i paesi.

5 Wˆ I C Sˆ I P Sˆ I G Rˆ I 2 I ( D 2 ) D ( e Qˆ K ) con K=I, W Inquinamento locale: Tutte le fonti inquinanti e le vittime dell esternalità risiedono in uno stesso paese. Il danno si manifesta vicino alla fonte di emissione. Inquinamento atmosferico (ad esempio i particolati atmosferici). Inquinamento globale: Gli effetti esterni interessano gli individui che risiedono in tutti i paesi. Un esempio è quello dei gas ad effetto serra che generano il surriscaldamento del clima (climate change).

6 Miglioramento della qualità dell ambiente come bene pubblico internazionale Ci troviamo di fronte a esternalità ambientali internazionali di natura reciproca. Esempio di un progetto di miglioramento ambientale caratterizzato da: Non rivalità Non escludibilità Ambedue i paesi traggono beneficio in modo simultaneo e non esclusivo

7 Progetto di miglioramento ambientale Costo totale del progetto 4 Beneficio per ciascun paese 3 Risultati A Risultati B A da solo 1 3 B da solo A&B dividono e costi 1 1 Nessuno interviene Vedi Musu (2003) p. 214

8 B C NC A C NC 111 1, 1 1, 3 3, 1 0, 0 Coopera: investe nel progetto Non Coopera: non investe nel progetto Vedi Musu (2003) p.216

9 Non esiste un autorità sovranazionale (come il WTO nel campo del commercio internazionale) ma vi sono regole stabilite attraverso negoziati internazionali.

10 Negoziati internazionali sul clima 1988 Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) 1992 Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici (UN Framework Convention on Climate Change o UNFCCC) a Rio de Janeiro sito:

11 Protocollo di Kyoto Firmato nel Dicembre 1997 è un accordo internazionale legato alla UN Framework Convention on Climate Change fissa specifici obiettivi quantitativi di riduzione delle emissioni di gas-serra introduce nuovi strumenti. Entrato in vigore il 16 Febbraio 2005, viene ratificato da 184 paesi (non USA ) ma fissa impegni vincolanti per 37 paesi industrializzati e EU (paesi Annex 1). La prima fase terminata nel

12 Protocollo di Kyoto Obiettivi quantitativi: i paesi sviluppati si impegnavano a ridurre, per il periodo (committment period) il totale delle emissioni di gas serra almeno del 5% rispetto ai livelli del 1990 (baseline). Strumenti flessibili: flexibility mechanisms o Kyoto mechanisms, tra cui: Permessi di inquinare negoziabili internazionalmente (Emission Trading ET). Meccanismo di Sviluppo Verde (Clean Development Mechanism CDM). Progetti in un paese in via di sviluppo

13 Copenhagen Accord 2009 La COP 15 tenutasi a Copenhagen è insuccesso. Tuttavia l Accordo riconosce l importanza di contenere l aumento della temperatura terrestre al di sotto dei 2 0 C rispetto a quella preindustriale (obiettivo fissato dalla comunità scientifica). Inoltre viene creato un Fondo per finanziare iniziative di mitigazione nei paesi in via di sviluppo.

14 Accordo di Parigi 2015 Vedi Carlo Carraro L accordo di Parigi: punti chiave e prospettive future. Approccio dal basso: ogni paese presenta il proprio contributo nazionale programmato (INDC) e vengano stabilite regole comuni per promuovere un processo trasparente. 188 paesi si impegnano a controllare le loro emissioni di gas serra. Obiettivi: ---aumento della temperatura al di sotto dei 2 0 C ---adattamento ---flussi finanziari dai paesi sviluppati a quelli in via di sviluppo Gli INDCs dovranno essere aggiornati ogni 5 anni

15 Parigi 2015: I contributi nazionali programmati (INDCs) USA, UE e Cina

16 I contributi nazionali programmati (INDCs): USA Obiettivo: taglio delle emissioni di gas-serra pari a circa 26-28% nel 2025 rispetto al livello Non sono previste norme specifiche sulle rinnovabili. Si fa riferimento ad una serie di leggi, regolamenti e misure (come Clean Energy Act (1970), Energy Policy Act (2005), Energy Independence (2007)). Nessuna di queste fonti normative prevede quote obbligatorie dei consumi di energia coperti da rinnovabili. Vi è stata una forte discontinuità della politica federale sulle rinnovabili. Segnali di un crescente interesse nei confronti delle rinnovabili non-idroelettriche. Possibili ripercussioni del Clean Power Plan (Agosto 2015) indirizzato a ridurre le emissioni del settore elettrico.

17 I contributi nazionali programmati (INDCs) : UE Obiettivo: il taglio di almeno il 40% delle emissioni interne di gas-serra entro il 2030 (rispetto al 1990) in linea con l obiettivo 2 0 C. Non sono previste norme specifiche sulle rinnovabili. Ma si richiama la politica climatica UE che comporta obblighi vincolanti sull uso di energia da fonti rinnovabili. Politiche : Piano Clima-Energia 2020 (Contenuto nella Direttiva 2009/29/CE): 20% del consumo energetico da fonti rinnovabili nel 2020 Quadro per il clima e l energia 2030: 27% del consumo energetico da fonti rinnovabili nel (I crediti di emissione da progetti internazionali, quali i CDM, non sono consentiti per raggiungere il 40% di abbattimento)

18 I contributi nazionali programmati (INDCs): Cina Obiettivi: 1) raggiungere il picco delle emissioni di CO 2 attorno al ) diminuire le emissioni di CO 2 per unità di PIL di circa il 60-65% entro il 2030 (rispetto al 2005) 3) portare a circa il 20% la quota del consumo di energia primaria soddisfatta da fonti non-fossili 4) massiccia campagna di afforestazione (un aumento di circa 4.5 mld di metri cubi rispetto al 2005).

19 2) i contributi nazionali programmati (INDCs): Cina Vari riferimenti alle fonti rinnovabili: obiettivi 2020 annunciati a Copenhagen (2009) e quanto già fatto nel 2014 come parte del 12simo Piano Quinquennale ( ). Si cita la China a Science and Technology Actions on Climate Change (2007) come elemento importante della strategia cinese nella lotta al cambiamento climatico. Il contributo programmato della Cina indica che: un ruolo di rilievo viene assegnato alle energie rinnovabili nella Rivoluzione Energetica annunciata nel Giugno 2014; il coordinamento tra politica climatica e politica della ricerca e innovazione elemento critico per affrontare il cambiamento climatico.

20 Politiche demand-pull e politiche technology-push: differenze tra Cina e UE - Cina In Cina: mix assai ben coordinato di politiche demand pull e technlogy push. Politiche formulate in modo da favorire lo sviluppo della produzione interna. Ampia letteratura sulla politica coordinata per le rinnovabili in Cina vedi Wu, 2009; Zhao et al. 2012; Lewis, 2013; Cao and Groba 2013, etc.. Inizio: la Renewable Energy Law (2006) è stata accompagnata dal China s Science and Technology Actions on Climate Change (2007). Oggi: la IEA (2015) parla di convergenza in Cina tra politica energetica e politica per la S&T.

21 Politiche demand-pull e politiche technology-push: differenze tra Cina e UE - Unione Europea Libro Bianco Si cerca di favorire lo sviluppo di fonti rinnovabile stimolando la domanda. Direttiva 2001/77/CE (promozione dell energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili). Direttiva 2009/28/CE (promozione dell uso dell energia da fonti rinnovabili): 20% del consumo energetico della Comunità da fonti rinnovabili entro il Quadro per il clima e l energia 2030: 27% del consumo energetico della Comunità da fonti rinnovabili nel SET-PLAN (Strategic Energy Technology Plan). Nel 2010 vengono lanciate nuove European Industrial Initiatives (EIIs) (tra cui solare e eolico).

22 EU Emissions Trading System (EU ETS) Vedete

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