FISCO - ECONOMIA - FINANZA

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1 FISCO - ECONOMIA - FINANZA LA UIL-FPL DI FERRARA PER IL DIBATTITO NAZIONALE A cura di Riccardo Forni, dirigente Uil-Fpl, condiviso da Gruppo UIL Azienda Usl. Approvato da UIL-FPL Ferrara. Con il fondamentale contributo del Gruppo Economia Ferrara, Comunità Emmaus Ferrara e degli economisti Marco Cattaneo e Giovanni Zibordi. Introduzione LA TRAPPOLA DELLA LIQUIDITA La Trappola della Liquidità (Liquidity Trap) è quando i tassi d interesse nominali sono quasi nulli e le banche centrali non possono ridurli ulteriormente, e disegna una situazione economica in cui la politica monetaria, PM, non esercita più alcuna azione d inversione delle dinamiche che sono alla base di un economia: in questa situazione, la sola PM diventa inutile(j.m. Keynes, 1936). Keynes, individua la fiducia come il vero motore della riattivazione dei consumi e della ripresa del positivo ciclo produttivo - economico: se la fiducia viene a mancare, neppure i tassi d interesse bassissimi possono rilanciare l economia. Ragione principale della trappola della liquidità è, quindi, l incertezza sul presente e sul futuro che è alla base delle decisioni che prendono -nel breve e medio periodo- i consumatori e gli attori economici, sociali, produttivi. Questa paura tende a diffondersi nell economia reale: le persone accumulano liquidità, per affrontare l incertezza, anziché spendere. In questo modo, come una sorta di profezia che si auto avvera gli agenti economici rendono concrete le loro attese negative: senza domanda di beni, l economia non cresce, va in recessione, aumenta la disoccupazione, si riduce il reddito disponibile, con l effetto conseguente della spirale negativa con il calo di consumi e investimenti. POLITICA FISCALE E INFLAZIONE Keynes individua nella politica fiscale lo strumento più efficace per uscire dalla trappola della liquidità ; strumento utilizzato, con frequenza, da molti Paesi per reagire alla frenata dell economia reale dovuta a crisi finanziarie e al razionamento del credito. P. Krugman, Premio Nobel per l Economia 2008 per la sua analisi degli andamenti commerciali e del posizionamento dell'attività economica in materia di geografia economica, suggerisce anche l utilizzo di un altro strumento a disposizione della politica monetaria: l inflazione. Gli agenti economici prendono sempre decisioni che riguardano presente e futuro e la trappola della liquidità può verificarsi anche in presenza d attese negative di crescita di un economia. Krugman suggerisce, quindi, a Governi e autorità finanziarie ed economiche una politica monetaria energica, capace di attivare un idea generale d attesa d inflazione che stimoli le persone a risparmiare meno e a consumare di più.

2 1. LA PRIMA PROPOSTA: I CCF CERTIFICATI DI CREDITO FISCALE COSTO DEL LAVORO E CERTIFICATI DI CREDITO FISCALE In Italia il costo del lavoro è pari a quasi miliardi anno. I lavoratori ne percepiscono circa 500, il restante 50% circa è costituito da tasse e contributi che vanno allo Stato. Come si può ridurre il costo del lavoro o meglio la tassazione sul costo del lavoro e nel contempo stimolare l economia e i consumi? Introducendo i Certificati di Credito Fiscale nella relazione fiscale-economica tra Stato, Lavoratore e Impresa: uno strumento che può consentire di risolvere problemi finanziari ed economici lavorando soprattutto sul versante psicologico della relazione di prospettiva futura tra Stato-Società civile con valori di reciproco rispetto e fiducia. IL MECCANISMO DEI CCF Immaginiamo di ridurre del 10% il costo lordo per l azienda (100 miliardi) e di aumentare del 10% il netto per il dipendente (50 miliardi): immaginiamo, quindi, un operazione da 150 miliardi. Come finanziare questi 150 miliardi? Con un nuovo strumento: i CCF Certificati di Credito Fiscale. Aziende e dipendenti continuano a versare gli stessi importi di prima, per tasse e contributi stabiliti dalle norme vigenti in materia, ma, ricevono, nello stesso tempo, dallo Stato Certificati di Credito Fiscale, d importo differenziato e utilizzabili solo a due anni dall accredito. Rispetto al contante l utilizzo dei CCF è differito di due anni. Il differimento serve perché al momento dell utilizzo i CCF ridurranno gli euro incassati dallo Stato. Questo potrà non essere un problema se, nel frattempo, l economia reale così incoraggiata stimolerà una crescita dei consumi interni/esterni con conseguenti maggiori introiti per lo Stato compensando, quindi, l utilizzo dei Certificati. Finanzio, quindi, un calo delle imposte emettendo una simil moneta utilizzabile SOLO nei confronti dello Stato italiano (non in tutta l area euro). I CCF proposti sono titoli pubblici che possono essere emessi dallo Stato Italiano, nazione che attualmente vive una in situazione difficoltà economica (bassa crescita del prodotto Interno Lordo) e domanda depressa, se non stagnante. LA FUNZIONE DEI CCF PER L ECONOMIA REALE Immaginiamo che il Tuo netto sia di all anno, mentre al lordo di tasse e contributi al tuo datore di lavoro ne costi Tu continui a percepire Però, in aggiunta, lo Stato ti assegna un Certificato per d importo: quel 10% obiettivo di riduzione del costo. 2

3 L azienda continua a pagare , ma lo Stato Italiano gli assegna un Certificato per Un meccanismo di parziale compensazione dei costi che introduce un valore utilizzabile nella relazione finanziaria sia con lo Stato sia con il mercato. COME DESTINARE I CCF Le assegnazioni di CCF possono essere riconducibili a 3 fattispecie principali. Gratuitamente ai lavoratori, sia dipendenti sia autonomi, sia del settore privato sia del settore pubblico, e costituiscono un integrazione al loro reddito e al loro potere d acquisto. Ai datori di lavoro del settore privato, sempre gratuitamente, in funzione dei costi complessivi sostenuti dal l azienda stessa per remunerare i propri dipendenti e collaboratori assimilabili. Assegnazioni Sociali, per sostenere particolari categorie sociali e sostenere la domanda. Il progetto CCF prevede, infatti, che lo Stato possa emettere e utilizzare un ulteriore quota di CCF per effettuare azioni di spesa e di sostegno della domanda. Per esempio: integrazioni di reddito a categorie disagiate o particolarmente colpite da crisi produttive e di settore; interventi di ricostruzione in aree colpite da calamità naturali; accelerazione dei pagamenti scaduti a fornitori della pubblica amministrazione, ecc... I VANTAGGI PER L AZIENDA. Le aziende possono ottenere una riduzione dei costi di lavoro sostenuti senza che si produca una penalizzazione del reddito percepito dal dipendente. I datori di lavoro continueranno a sostenere gli stessi costi in euro per retribuzioni, imposte (versate per conto del dipendente) e contributi sociali, come previsto dalla vigente legislazione. I datori di lavoro riceveranno pure loro assegnazioni di CCF che, sul piano finanziario costituiranno una compensazione, quindi, una riduzione, dei costi sostenuti. Tuttavia, i datori di lavoro riceveranno dirette assegnazioni di CCF che, sul piano sostanziale, costituiranno una compensazione, quindi una riduzione dei costi sostenuti. PER IL LAVORATORE E PERSONA DEBOLE Il reddito del dipendente o della persona in difficoltà migliora essendo beneficiario di CCF. I CERTIFICATI COME SCOMMESSA SULL ECONOMIA REALE I Certificati non sono un debito perché lo Stato non li rimborsa, ma li accetta per qualsiasi pagamento: è moneta emessa dallo Stato sovrano, non debito da restituire. Rispetto al contante l utilizzo dei CCF è diff erito di due anni. Il differimento serve perché al momento dell utilizzo i CCF ridurranno gli euro incassati dallo Stato. Questo potrà non essere un problema se, nel frattempo, l economia reale così 3

4 spinta stimolerà una crescita dei consumi interni/esterni con conseguenti maggiori introiti per lo Stato compensando, quindi, l utilizzo dei Certificati. Finanzio, quindi, un calo delle imposte emettendo una simil moneta utilizzabile SOLO nei confronti dello Stato italiano (non in tutta l area euro). I CERTIFICATI DI CREDITO FISCALE E LA UE. La UE non ha motivo di contestare questo strumento. Qualsiasi paese dell Eurozona può fare questa scelta. L Italia non rimborserà i Certificati cash: s impegna solo ad accettarli in pagamento. E un fatto interno a uno Stato. E sui debiti da pagare cash, quelli che si contraggono con gli acquirenti privati internazionali di titoli di Stato, che i vincoli con la UE hanno senso perché legati alle garanzie che sono fornite. Con i Certificati non stiamo chiedendo nulla a nessuno, ci stiamo attrezzando per portare la nostra economia a regime. I Certificati possono produrre una forte ripresa: riduzione dei costi aziendali, quindi, più competitività, e insieme più potere d acquisto per i singoli. I Certificati sono la via innovativa per rendere stabile l'eurosistema, la cui sopravvivenza, nella forma attuale, appare, di giorno in giorno, sempre più problematica. UNA PROPOSTA DI LEGGE PER I CERTIFICATI DI CREDITO FISCALE Questa scelta rovescia gli effetti dell austerità e avvia una crescita di domanda di consumi sia interna sia estera. 150 miliardi sono quasi il 10% del PIL, pari alla differenza tra PIL effettivo e potenziale. Il gap si è formato prima per la crisi 2009, e, negli anni successivi, si è aggravato a causa dell austerità. Questo è il recupero potenzialmente ottenibile in due anni. E disponibile una bozza di proposta di legge per introdurre i Certificati di Credito Fiscale. 2. LA SECONDA PROPOSTA: DAI BOT AI BOT FISCALI-CCF. Il nostro debito pubblico in moneta sovrana. Il debito pubblico italiano è denominato in una moneta, l uro, di cui lo Stato non controlla l emissione vincolandosi a politiche monetarie che non governa direttamente. Uno Stato il cui debito pubblico è denominato nella moneta sovrana dello Stato medesimo può sempre governare -pur tra difficoltà e ostacoli- il rischio insolvenza aumentando l emissione di moneta, per disporre di quanto necessario a rifinanziare il suo debito pubblico. Se il debito pubblico italiano fosse stato denominato in moneta sovrana, gli attacchi speculativi verificatisi nel 2011 il come si sono manifestati e il come (non) sono stati governati sarebbero stati più difficili. Il debito pubblico dovrebbe, in altri termini, essere sostituito da altri strumenti finanziari -governabili dallo Stato sovrano -che riducano rischi di default. Una possibilità è quella di sostituire il debito pubblico in euro, via, via che arriva a scadenza, con emissioni di BOT FISCALI-CCF. Si offre al pubblico, in pratica, la possibilità di convertire BOT e BTP, o di utilizzare i proventi derivanti dal loro ri 4

5 mborso, per sottoscrivere Certificati di Credito Fiscale che sono più ancorati all economia reale di persone (co nsumi-risparmi) e imprese (produzione). 3. TERZA PROPOSTA: NAZIONALIZZARE UNA BANCA. Come risparmiare 80 miliardi interessi/anno. Il deficit dello Stato è la misura della quantità di beni e servizi che l economia nazionale produce. Cioè, a parità di prezzi, se i beni e servizi aumentano deve aumentare la base monetaria per poterseli scambiare e, quindi, aumenta il deficit dello Stato rendendosi necessaria una giusta emissione monetaria. Se invece diminuiscono beni e servizi, occorre abbassare la base monetaria diminuendo il deficit. Oggi nell eurozona questo deficit è DEBITO cioè noi dobbiamo chiedere in prestito a privati la base monetaria pagandoci sopra interessi. RIDUZIONE DEFICIT PUBBLICO IN COSTO INTERESSI In attesa che gli europei si accorgano di questa anomalia, è comunque possibile risparmiare almeno l 80% di interessi rimanendo all interno dei trattati e dell eurozona. Siamo parlando di 80 miliardi/anno. Il bilancio dello Stato è gravato ogni anno da miliardi di euro di interessi. Solo due numeri: dal 1990 a oggi lo Stato Italiano ha pagato di interessi circa miliardi di euro. Il debito pubblico è miliardi. Lo Stato Italiano PUÒ risparmiare circa l 80% del costo degli interessi che attualmente paga sui propri titoli pubblici. Come? COME RISPARMIARE 80 MILIARDI/ANNO D INTERESSI IL TRATTATO SUL FUNZIONAMENTO DELL'UNIONE EUROPEA. Articolo 123 * 1. Sono vietati la concessione di scoperti di conto o qualsiasi altra forma di facilitazione creditizia, da parte della Banca centrale europea o da parte delle banche centrali degli Stati membri (in appresso denominate "banche centrali nazionali"), a istituzioni, organi od organismi dell'unione, alle amministrazioni stat ali, agli enti regionali, locali o altri enti pubblici, ad altri organismi di diritto pubblico o a imprese pubbliche degli Stati membri, così come l'acquisto diretto presso di essi di titoli di debito da parte della Banca centrale europea o delle banche centrali nazionali. 2. Le disposizioni del paragrafo 1 non si applicano agli enti creditizi di proprietà pubblica che, nel contesto dell'offerta di liquidità da parte delle banche centrali, devono ricevere dalle banche centrali nazionali e dalla Banca centrale europea lo stesso trattamento degli enti creditizi privati. * TRATTATO SUL FUNZIONAMENTO DELL'UNIONE EUROPEA. (ex articolo 101 del TCE) Versione consolidata. (Già Trattato che istituisce la Comunità Europea - ndr) come modificato dall articolo 2 del Trattato di Lisbona del 13 dicembre 2007 ratificato dalla legge 2 agosto 2008, n. 130, su G.U. n. 185 del Suppl. Ordinario n. 188) 5

6 COME USARE L ART. 123 PER RISPARMIARE INTERESSI L Art. 123 del Trattato di Lisbona dice che la BCE può solo prestare al sistema bancario che poi presta agli Stati. La BCE stampa denaro e lo vende alle Banche private allo 0,50% e queste lo prestano agli Stati al -ad esempio- 4,35%. L Italia spende appunto il 4,50 % circa su miliardi cioè 90 miliardi l anno in interessi. Il comma 2 del Trattato stesso ci dice che se ci fosse una Banca di proprietà statale, questa potrebbe accedere al noleggio di denaro allo stesso Tasso praticato dalla BCE alle banche private (es. lo 0,50%). Questa Banca dello Stato potrebbe noleggiare il denaro allo Stato che non può ricevere denaro direttamente dalla BCE, per esempio, allo 0.90%. COME RISPARMIARE 80 MILIARDI/ANNO D INTERESSI Lo 0,90 % di miliardi è pari a 18 miliardi = 72 miliardi in meno di interessi. Nazionalizziamo la Cassa Depositi e Prestiti e risolviamo il problema degli interessi. Per motivi di spazio non inseriamo qui tutto il materiale ufficiale ma vi diciamo che questi articoli, sono stati inseriti perché qualcuno li usasse (Articolo 123del Trattato sul funzionamento della UE ). CHI? PAESI UE CHE USANO IL COMMA 2 DELL ART. 123 La Germania -ma non solo- lo fa: KfWBankengruppe Ecco spiegato anche lo spread che ogni anno dobbiamo pagare a investitori privati per poter avere -in prestito- la nostra moneta pubblica : l uro. Ferrara, 26 Settembre Approvato all unanimità dal Direttivo Provinciale UIL-FPL Ferrara. SEGRETERIA PROVINCIALE FERRARA Via Oroboni, 42 Tel Fax mail: ferrara@uilfplemiliaromagna.it 6

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