Politica fiscale, settore pubblico e debito pubblico
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- Eloisa Ferraro
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1 Politica economica (A-D) Sapienza Università di Rome Politica fiscale, settore pubblico e debito pubblico Giovanni Di Bartolomeo Sapienza Università di Roma
2 La politica fiscale Consiste nell uso del bilancio dello stato e di altri enti pubblici (entrate e uscite). Obiettivi sostanziali dell azione di politica fiscale (macro-funzioni obiettivo): (1) Servizi generali delle pubbliche amministrazioni; (2) Difesa; (3) Ordine pubblico e sicurezza; (4) Affari economici; (5) Protezione ambiente; (6) Abitazioni e assetto territoriale; (7) Sanità; (8) Attività ricreative, culturali, di culto; (9) Istruzione; (10) Protezione sociale. Nota: (1)-(3) Nozick (stato minimale)
3 Richard Musgrave Le funzioni del bilancio pubblico: Allocazione Redistribuzione Stabilizzazione del ciclo e crescita
4 I soggetti della politica fiscale Settore statale Amministrazioni Centrali dello Stato (ossia, gli organi costituzionali e di rilevanza costituzionale e i Ministeri) Amministrazioni locali Enti locali (Regioni, Provincie, Comuni), ASL, Università, Enti lirici, Enti portuali e Camere di Commercio Enti pubblici di previdenza Ex foreste demaniali Amministrazioni pubbliche Ex aziende autonome ed enti assimilati (Ferrovie, monopoli di stato, poste, Anas) Settore pubblico
5 Entrate di bilancio 1. Entrate tributarie imposte e tasse su consumi, redditi, ricchezze, affari; proventi monopoli stato; proventi lotto, lotterie e altri giochi 2. Entrate extra-tributarie proventi beni stato e servizi pubblici, utili da imprese partecipazione pubblica e aziende autonome 3. Alienazione beni patrimoniali e riscossione di crediti 4. Accensione di prestiti (1) e (2) entrate c/corrente, (3) e (4) entrate c/capitale Rapporto entrate (1)+(2)/ PIL indice di incidenza fiscale
6 Tipi di tassazione Somma fissa: ammontare fisso in valore assoluto T = ഥT Proporzionale: aliquota costante rispetto Y T =ty Progressiva: aliquota di imposta crescente con Y Aliquote diverse per diversi scaglioni di reddito Aliquota media t cresce al crescere del reddito (a parità di condizioni, percettori) T = t Y Y t Y >0
7 Equità e imposte L erosione: riduzione della base imponibile attraverso esenzioni, non sempre motivate da equità L elusione: azioni opportunistiche non illegali ma dirette a risparmiare imposte L evasione: comportamento illegale di occultamento di redditi e transazioni tassabili
8 Il finanziamento della spesa La spesa pubblica può essere finanziata: Con aumento delle entrate (in pareggio) In deficit (emettendo debito) La spesa in deficit può a sua volta essere finanziata con: Emissione di titoli del debito pubblico (indebitamento) Creazione di base monetaria (signoraggio)
9 Uscite di bilancio Le spese correnti, che comprendono (tra l altro): compensi per il lavoro del personale dipendente e incaricato; spese di consumo corrente; trasferimenti in c/corrente a famiglie e imprese; trasferimenti all UE e organismi internazionali; interessi passivi sul debito pregresso; Le spese in c/capitale (tra l altro): spese acquisto macchinari (investimenti fissi), proprietà edilizie e terreni, trasferimenti in c/capitale (cioè una tantum) a famiglie e imprese spese per acquisire attività finanziarie; Il rimborso di prestiti precedentemente ottenuti
10 La spesa pubblica in Italia Evoluzione della spesa in Italia dagli anni Anni 60 crescita e stabilizzazione Crescente incidenza della spesa per interessi da metà anni settanta (debito e andamento tassi interesse) fino a metà anni 90 Spesa corrente primaria (ossia al netto della spesa per gli interessi sul debito pubblico) invariata da metà anni 90, dopo forti aumenti
11 Identità fondamentale del bilancio T C g I g Tr c Int Tr k = B S G Tr T = entrate correnti (imposte, tasse, contributi sociali) C g = consumi pubblici, spese per personale I g = investimenti pubblici (netti) Tr c = trasferimenti correnti (famiglie, imprese, RDM) Int = interessi sul debito pubblico Tr k = trasferimenti in conto capitale (imprese) B S = saldo complessivo (deficit quando negativo)
12 Saldi di bilancio pubblici Spesa pubblica primaria: G P = C g + I g + Tr c + Tr k Saldo primario B P = T (C g + Tr c + I g + Tr k ) Saldo primario corrente B PC = T (C g + Tr c ) Se B PC >0 risparmio pubblico
13 Debito pubblico Costituito dai deficit pubblici passati finanziati con emissione di titoli (non ancora rimborsati) Formalmente, si intende il valore nominale di tutte le passività (lorde) del settore amministrazioni pubbliche in essere alla fine dell'anno, ad eccezione di quelle passività cui corrispondono attività finanziarie detenute dal settore amministrazioni pubbliche (ovvero debito dello stato con lo stato stesso)
14 Debito pubblico sul PIL Pentapartito
15 ሶ Rapporto debito-pil Definiamo il rapporto debito-pil come: B/pY Dove B è il debito in termini nominali e Y il reddito reale (py quello nominale) In variazione il rapporto cresce quando B p ሶ Y ሶ >0 Nota B=DB/B ሶ (var. % debito), p=dp/p ሶ (inflazione %), Y=DY/Y ሶ (crescita %)
16 Debito Definiamo il deficit (primario più interessi): D S = B S = B P + Int = G P T + Int La variazione della base monetaria attraverso il canale tesoro è : DBM T Il debito B è uno stock, relazione flussi-stock: DB= G P T + Int DBM T B= ሶ G P T + Int DBM T B B B
17 Interessi e crescita del debito Assumiamo B P = DBM T = 0, in questo caso il debito pregresso fa aumentare il debito degli interessi (ib): DB = ib DB B = ib B B ሶ = i Da cui il debito/pil cresce se i p ሶ Y ሶ >0 i p ሶ > Yሶ Se tasso di interesse reale (ex post) maggiore crescita del PIL (snow-ball effect).
18 In generale Quindi Crescita del debito B= ሶ G P T B + i DBM T B i p ሶ + G P T > Y ሶ + DBM T B B Il rapporto cresce Se i pሶ è maggiore di Yሶ Con deficit primario maggiore crescita Se si ricorre a BM la crescita è minore
19 Il debito pubblico in Italia Tenendo conto di questa relazione G P T + i p ሶ > Y ሶ + DBM T B B si può spiegare meglio la crescita del rapporto debito/pil in Italia: Tassi di interesse reale elevati negli anni ottanta Riduzione del finanziamento monetario (divorzio Banca di Italia e Tesoro) Riduzione del tasso di crescita del PIL
20 Il debito pubblico in Italia Cause della crescita del debito negli anni 80 Elevati disavanzi primari (tra 3% e 5% del PIL) Spesa per interessi crescente (dal 5% all 8,5% del PIL) Aumento dei tassi di interesse internazionali per la politica monetaria (restrittiva americana) Aumento dei tassi di interesse interni verificatosi con la fine della politica monetaria accomodante in Italia (acquisizione di indipendenza della Banca di Italia) Debole crescita del reddito per gli effetti della politica monetaria restrittiva e per il mantenimento di un cambio forte della lira
21 Variazioni debito/pil (anni 90) Crisi eurozona Previsioni snow-ball effect
22 Variazioni debito/pil (crisi) Anno Debito PIL % sul PIL ,83% ,51% ,60% ,30% ,10% ,00% ,10% ,30% ,00% ,80% ,10% ,60% Milioni di euro
23 Problema del default In teoria il debito potrebbe crescere senza limiti sia in assoluto che in rapporto al PIL. Ma possono sorgere problemi di insolvenza. Questi sono colti meglio dal rapporto debito/ totale attività finanziarie, migliore misura della concentrazione dei debitori di debito/pil Rischio di default aumenta i costi del rifinanziamento del debito leggi spread! Mercato primario: domanda prezzo tassi Mercato secondario: valore prezzo tassi
24 Rientro del debito pubblico Politiche con l obiettivo della riduzione del rapporto debito /PIL: Ripudio del debito (default) Politiche di sviluppo del reddito [denominatore] Politiche del saldo primario [numeratore] Riduzione della spesa Aumento delle entrate Politiche del saggio di interesse (gestione scadenze, interventi amministrativi, mobilità capitali)
25 Consolidamento fiscale e debito/pil Il consolidamento fiscale (aumento di imposte più tagli della spesa del governo) è una politica proposta e sostenuta da molte istituzioni internazionali (oggi da molti disconosciuta) Effetto positivo sul numeratore Ma negativo sul denominatore Quindi può fare aumentare, anziché diminuire, il rapporto debito pubblico/pil (dipende dai moltiplicatori fiscali, ossia dall effetto della politica fiscale sul PIL)
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