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- Geronimo Valenti
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1 Risultati della Ricerca Titolo Selvicoltura delle pinete di pino nero per la produzione e la biodiversità micologica Descrizione estesa del risultato La ricerca rappresenta una delle prime organiche analisi in Italia sulle relazioni tra gli aspetti selvicolturali del bosco e la biologia micologica. I lavori sulla biodiversità degli ecosistemi forestali hanno sottovalutato in Italia la componente micologica dei boschi, soffermandosi soprattutto su quella floristica ed animale. La sperimentazione è stata effettutata volutamente in ecosistemi relativamente semplificati (pinete da rimboschimento), per poter poter avere un protocollo sperimentale sufficientemente omogeneo e oggetto di repliche. Ambito della sperimentazione è il territorio della Unione dei Comuni del Pratomagno (Arezzo). La sperimentazione ha previsto la valutazione della risposta in termini di biodiversità floristica e produzione di funghi commerciabili (o potenzialmente commerciabili) in seguito a tre tesi di trattamento: 1) trattamento tradizionale: diradamento dal basso 2) trattamento innovativo: diradamento selettivo 3) controllo: assenza di trattamento. Il diradamento selettivo non rappresenta una innovazione in termini assoluti, ma non ha mai visto applicazione effettiva nelle fustaie italiane. Nonostante sia stata dimostrata la sua efficacia sugli effetti incrementali e di stabilità dei popolamenti artificiali di pino nero, questa modalità d intervento non viene comunemente adottata nelle pinete appenniniche. Si dimostra che questa tecnica gestionale, modificando la diversità strutturale orizzontale e verticale del popolamento forestale ovvero la modalità di copertura delle chiome, determina un diverso regime di luce, acqua e temperatura a livello del suolo favorendo l accrescimento della biodiversità e la funzionalità complessiva dell ecosistema (con conseguente incremento del valore economico, turistico e di protezione idrogeologica). Col diradamento selettivo si è registrato un immediato incremento in termini di biodiversità floristica. La biodiversità micologica e la produzione di funghi commerciabili è incrementata dal trattamento, anche se la riposta necessita di un periodo di tempo successivo all intervento (5-6 anni). Questo è probabilmente dovuto all effetto di disturbo causato dall intervento selvicolturale e le relative fasi di esbosco. L indicatore adottato per la valutazione del disturbo è la ripartizione percentuale dei funghi del popolamento secondo i loro gruppi trofici, che rappresenta lo stato di salute dell ecosistema forestale. In particolare la percentuale di specie micorriziche sul totale dei macromiceti è ritenuto un buon indicatore del disturbo dell ecosistema per cause esterne. La lettura dei dati in termini di percentuali di specie micorriziche nei confronti del trattamento dimostra un maggior grado di disturbo nei popolamenti soggetti a trattamento (particolarmente per la modalità del diradamento selettivo). Il disturbo creato con l intervento tende però nel tempo a scomparire, e l indice a modificarsi nel tempo a favore delle tesi trattate con la modalità del diradamento selettivo. I risultati, pur se ancora di natura preliminare, dimostrano che la corretta gestione selvicolturale delle pinete garantisce, oltre che il miglioramento delle funzioni comunemente ricosciute al bosco 1/5
2 (produttiva, protettiva, turistico-ricreativa) anche un miglioramento della biodiversità e della produzione micologica. Per ulteriori informazioni circa questa scheda risultato, si faccia riferimento alla pubblicazione indicata o al referente, Dott. Paolo Cantiani. Responsabile del risultato PAOLO CANTIANI Viale Santa Margherita 80, AREZZO () Tel.: paolo.cantiani@crea.gov.it Anno 2015 Classificazione del risultato Comparto produttivo: Produzioni vegetali fresche e trasformate COMPARTO FUNGHI/TARTUFI Funghi/tartufi e prodotti derivati Particolari categorie di prodotti/comparti produttivi: Categorie di ambiti di ricerca: PARTICOLARI CATEGORIE DI PRODOTTI IN GENERALE Particolari categorie di prodotti/comparti produttivi in generale TEMI DI INTERESSE COLLETTIVO E POLITICHE DI SVILUPPO Ambiente e gestione risorse naturali (energie rinnovabili (energia), cambiamenti climatici (clima), biodiversità, risorse idriche, ecc.) ALBERI, ARBUSTI E FORESTE Alberi, arbusti e foreste Parole chiave rimboschimenti, selvicoltura, funghi Trasferibilità del risultato Si, trasferibilità immediata Natura del risultato Aree interessate Toscana Impatto dal punto di vista tecnico ottimizzazione delle tecniche selvicolturali aumento della risposta produttiva 2/5
3 Impatto dal punto di vista socioeconomico miglioramento qualità della vita nelle aree rurali valorizzazione prodotti tipici/tradizionali locali Impatto dal punto di vista ambientale tutela biodiversità Presupposti di contesto Soggetti istituzionali da coinvolgere Assessorati agricoltura, ambiente, ricerca Organizzazioni professionali Rete interregionale per la ricerca agraria, forestale, acquacoltura e pesca Comunità montane Enti di ricerca Potenziali utilizzatori Divulgatori Amministrazioni locali Enti di ricerca Università Modalità di diffusione Incontro con tecnici e divulgatori dei Servizi Sviluppo Agricolo regionali Partecipazione a bandi Misure PSR Partenariati ricerca e competitività Progetti comuni con i vari soggetti, istituzionali e non, interessati Pubblicazioni Cantiani, P.; Becagli, C.; Bertini, G.; Cazau, C.; Venturi, E. (2013): INFLUENZA DEL DIRADAMENTO IN PINETE DI PINO NERO SULLA BIODIVERSITÀ MICOLOGICA E FLORISTICA, Vol. p. Paper #c /5
4 Titolo del progetto Progetto / Ricerca di riferimento Selvicoltura micologica: rapporti tra trattamento e produzione di funghi commerciabili in rimboschimenti di pino nero - micoselv Coordinatore del progetto PAOLO CANTIANI Viale Santa Margherita 80, AREZZO () Tel.: paolo.cantiani@crea.gov.it Ente finanziatore Regione Toscana - ex ARSIA ( Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l'innovazione nel settore agricolo e forestale) Breve descrizione del progetto e dei suoi obiettivi Gestire il bosco per garantire la crescita armonica della moltitudine di funzioni presenta elementi che rappresentano voci di spesa per la collettività ma anche l opportunità di ottenere benefici tanto per l ecosistema quanto per la componente umana locale. Tra le nuove funzioni del bosco sta assumendo sempre più rilevanza la produzione non legnosa che in molte realtà rappresenta, dal punto di vista del bilancio economico, una voce positiva anche superiore a quella del legno, considerando il valore diretto del prodotto alternativo e le esternalità indirette (elemento di attrazione, fruizione turistica). Tra i prodotti non legnosi una notevole importanza possono rivestire i funghi commerciabili. In molte zone appenniniche la raccolta di funghi rappresenta un elemento culturale di forte valenza. In aree particolarmente vocate la produzione può altresì rappresentare a livello familiare una consistente entrata economica. La raccolta dei funghi ha però valore soprattutto dal punto di vista di attività ricreativa stagionale. In Italia la ricerca micologica e quella selvicolturale hanno proceduto di pari passo senza mai essere sinergiche. E mancata in particolare una linea di ricerca che mettesse in relazione i tipi forestali con la flora micologica e, soprattutto la relazione tra trattamento selvicolturale e funghi. Ricerche di questa natura sono state impostate recentemente in Spagna. In Italia l unico recente lavoro attinente indaga la relazione tra componente fungina e popolamenti forestali siciliani. Obiettivi della ricerca Impostare un protocollo sperimentale di medio-lungo periodo in popolamenti forestali costituito da aree di monitoraggio permanenti per la valutazione della produzione di flora fungina (in particolare di funghi commerciabili) in funzione dei diversi trattamenti selvicolturali. Il trattamento selvicolturale è infatti l elemento determinante la struttura verticale e orizzontale dei popolamenti forestali. L assetto strutturale del soprassuolo è direttamente correlato ai parametri ecofisiologici fondamentali per lo sviluppo fungino (illuminazione, temperature e umidità del suolo). Materiali e metodi La ricerca si incentra sull analisi delle relazioni bosco-funghi commerciabili relativamente a popolamenti artificiali di pino nero (Pinus nigra Arn). La scelta di limitare la sperimentazione esclusivamente sulle pinete di impianto ha diverse motivazioni: 1) l estrema complessità e variabilità stazionale degli ecosistemi forestali impone che le fasi 4/5
5 iniziali di una sperimentazione di lungo respiro si focalizzino su situazioni il più possibile semplificate. In questo senso le pinete di impianto rappresentano un test sperimentale ideale per la loro relativa semplicità strutturale e la loro storia selvicolturale di semplice decodifica. 2) Le pinete di pino nero appenniniche hanno una notevole valenza ecologica in quanto rappresentano il primo tassello della successione che ha inizio dai suoli nudi o fortemente degradati dallo sfruttamento antropico irrazionale ed eccessivo (eccesso di pascolo, gestione forestale irrazionale, estesi disboscamenti in situazioni storiche di emergenza come le guerre mondiali del secolo scorso). Gli obiettivi dichiarati delle pinete di pino nero appenniniche sono stati quelli di ricostituzione del manto boscato. La loro funzione doveva essere (ed è stata) quella di mutare i parametri ecologici con la copertura delle chiome e la graduale ricostituzione di un suolo forestale. La loro gestione prevedeva specifici trattamenti selvicolturali che spesso sono stati trascurati o mal eseguiti soprattutto per il costo elevato. La mancata selvicoltura delle pinete ha prodotto popolamenti di scarsa stabilità e funzionalità. Sono troppo spesso mancati gli opportuni diradamenti, oppure essi sono stati eseguiti con modalità inadeguate o grado troppo scarso, tanto da non portare effetti rilevanti sulla competizione naturale tra i singoli soggetti ed, in definitiva, sulla funzionalità complessiva del popolamento. La gestione delle pinete rappresenta sì una voce di costo diretto per la collettività, a fronte però di importanti benefici indiretti. La ricerca di un interesse economico alternativo alla produzione legnosa può quindi rappresentare un importante volano per una gestione delle pinete maggiormente accurata e mirata verso obiettivi certi. U.O. / Partner coinvolti nella realizzazione del risultato Non sono presenti Unità operative collegate al risultato Referenti istituzionali già coinvolti nella ricerca Non sono presenti Referenti già coinvolti per il risultato 5/5
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