LA MODA FEMMINILE ITALIANA NEL
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1 LA MODA FEMMINILE ITALIANA NEL Nota a cura di: Per: Sistema Moda Italia Centro Studi Pitti Immagine 1. Il bilancio settoriale del 2008 Se l industria italiana del Tessile-Moda ha archiviato il 2008 con una contrazione del fatturato pari al -1,6 da ricondurre, in primis, alle criticità dei comparti a monte, la moda femminile, dopo aver iniziato positivamente l anno grazie alle buone performance sui mercati esteri, ha assistito, sul finire del 2008, ad una frenata indotta dalla recessione che ha colpito l economia mondiale. I buoni livelli raggiunti nel 2007 sono stati comunque preservati, con un fatturato che chiude in sostanziale stabilità rispetto all anno precedente (+0,3), sugli oltre 13 miliardi di euro. Si conferma così anche per il 2008 il ruolo strategico della moda femminile per il Tessile-Moda italiano: il womenswear ha contribuito, infatti, al 40,7 del turnover generato dall industria del valle e al 24,6 del fatturato della filiera nel suo complesso. Tra i comparti best-performer si segnalano la camiceria e la maglieria femminile, cresciute rispettivamente del +4,5 e del +1,2. Nel corso del 2008 la moda femminile, pur accusando la recessione della domanda mondiale, consolida i buoni risultati dell anno precedente La moda donna ha concorso al 24,6 del turnover generato complessivamente dall industria del Tessile- Moda Tabella 1 L industria della Moda Femminile italiana ( ) (*) (Milioni di Euro correnti) Fatturato Var. -0,6 6,2 0,3 Valore della produzione Var. -2,6 6,6-0,5 Esportazioni Var. 0,7 10,3 2,5 Im portazioni Var. 8,3 4,8 3,8 Saldo com m erciale Consum i nazionali Var. -0,1 1,4-1,5 Indicatori Strutturali () Esportazioni/Fatturato 48,9 49,5 51,4 52,6 Importazioni/Consumi alla prod. 36,1 39,1 40,4 42,6 Fonte: Stime SMI su dati ISTAT e SitaRicerca (*) Abbigliamento esterno in tessuto, a maglia, in pelle e camicette. N.B. - Le serie differiscono da quelle pubblicate nelle precedenti edizioni a causa delle revisioni metodologiche che hanno interessato la banca dati dei consumi delle famiglie italiane fornita da SitaRicerca.
2 Figura 1 Il ruolo della Moda Femminile nella filiera Tessile-Moda italiana nel 2008 ( sul fatturato) Filiera Tessile- M o d a ( 75,4 ) M ag lieria est erna ( 2 8,8 ) M o d a D o nna ( 2 4,6 ) C amiceria ( 5,6 ) Pelle ( 2,6 ) V est iario est erno ( 6 3 ) Fonte: SMI Con riferimento all attività produttiva (stimata come valore dell output realizzato al netto dei proventi derivanti dalla commercializzazione di capi prodotti/importati dall estero), a seguito della fiammata sperimentata nel 2007, la dinamica risulta lievemente negativa (-0,5), dovendo ammortizzare anche le criticità legate alla gestione del ciclo scorte. Se nel 2008 diventava difficile ripetere sui mercati esteri i risultati conseguiti nel 2007, allorquando l export - cresciuto su tassi a due cifre (+10,3) - era risultato determinante per le performance raggiunte dal comparto, lo scorso anno la moda femminile ha saputo, in realtà, mettere a segno un ulteriore incremento, pur sperimentando, complice il crollo della domanda mondiale, una marcata decelerazione. Le vendite estere sono infatti cresciute su base annua del +2,5, sfiorando i 7 miliardi di euro. Alla crescita dell export di comparto hanno concorso, in particolare, le esportazioni di camicette (+11,1) e di maglieria esterna (+5,1), ma soprattutto il vestiario esterno donna: il sorpasso (+0,7) degli ottimi livelli raggiunti nel 2007 (allorchè aveva sperimentato un +13,3) deve essere letto con particolare soddisfazione. Contestualmente è proseguita la crescita dell import (+3,8), pur su tassi più contenuti rispetto al più recente passato. L andamento del commercio con l estero va a beneficio dell attivo del saldo commerciale di comparto (che si consolida sui 3,3 miliardi di euro), assicurando al valle del sistema moda il 55,1 dell avanzo totale (corrispondente al 32,8 del saldo dell intera filiera Tessile-Moda). Il contributo proveniente dalla domanda interna, debole e sempre più attendista (oltre il 30 degli acquisti si concentra nel periodo dei saldi), non è risultato Nel 2008 l export, pur in frenata, è cresciuto del +2,5, raggiungendo quasi 7 miliardi di euro Per l import si registra un aumento del +3,8 su base annua
3 particolarmente favorevole alla moda donna. Pur meno grave rispetto all andamento dei consumi di menswear, anche la dinamica dei consumi delle famiglie italiane destinati ai capi femminili risulta negativa, registrando un -1,7 in termini di spesa corrente nel periodo comprendente la P/E 2008 e l A/I rispetto alle corrispondenti stagioni del 2007/ 08. Proprio il comparto preponderante - il vestiario esterno donna - ha, comunque, tenuto maggiormente, chiudendo in sostanziale stabilità (-0,3). Per la moda donna la domanda delle famiglie italiane flette del -1,7 Figura 2 La Moda Femminile: consumi e distribuzione sul mercato italiano (2008)* Figura 2.1 L andamento del sell-out: analisi per prodotto (Var. tendenziali dei consumi in valore per ciascun prodotto) Figura 2.2 La struttura del sell-out: analisi per prodotto ( sui consumi complessivi in valore) Totale 6,2 3,4 Conf ezioni in pelle - Camicer ia 30,3 60,1 Maglier ia ester na Vestiario esterno M aglieria esterna Vestiar io ester no Camiceria Confezioni in pelle Figura 2.3 L andamento del sell-out: analisi per canale distributivo (Var. tendenziali dei consumi in valore in ciascun canale) Figura 2.4 La struttura distributiva: analisi per canale ( sui consumi complessivi in valore) Totale Altr i canali 8,3 1,6 7,6 5,5 38,5 Ambulante Grandi Superf ici Food (Iper e Super ) 7,1 31,4 Gr andi Magazzini Catene/ Fr anchising Dettaglio indipendente Dettaglio indipendente Grandi Magazzini Grandi Superfici Altri canali Catene/Franchising Food (Iper e Super) Ambulante Fonte: SMI su dati Sita-Ricerca (*) Rispetto alla Tabella 1, qui i dati si riferiscono ai soli consumi delle famiglie italiane. Sotto il profilo temporale il dato copre la P/E 2008 e l A/I 2008/ 09.
4 Nel panorama distributivo italiano, che da qualche tempo sta sperimentando un processo di ridefinizione, le catene, con una quota di mercato del 31,4, si stanno sempre più avvicinando al dettaglio indipendente (la cui quota è scesa a 38,5). A livello di dinamica, unitamente agli altri canali (comprensivi di outlet), le catene, in controtendenza con il dato medio, hanno evidenziato una crescita di tutto rilievo del sell-out intermediato, pari al +4,9. Di contro, i canali tradizionali hanno assistito a perdite significative: il dettaglio indipendente ha ceduto il -6,9, gli ambulanti il -4,7. Nel 2008 l abbigliamento in tessuto ha visto i consumatori privilegiare gli acquisti di capi in misto-cotone, a scapito delle fibre pregiate. Nel caso della maglieria, invece, sono state premiate proprio le fibre pregiate unitamente al misto-cotone e al mistolana, mentre puro cotone e pura lana non hanno ancora ritrovato appealing sul mercato. Per gli acquisti di moda donna si scelgono catene (+4,9) e outlet (+12), mentre non si arresta il calo del dettaglio indipendente (-6,9) 2. Sui mercati esteri percorso ad ostacoli per la moda femminile Il contraccolpo di questa crisi globale senza precedenti ha interessato anche la moda donna, come indicano, in special modo, i dati relativi alle vendite sui mercati esteri nel corso dei primi 5 mesi del Se solo lo scorso anno i mercati extra-ue avevano assorbito oltre la metà del womenswear italiano, oggi la bilancia torna a pendere verso i mercati comunitari con un incidenza del 55,4 sull export totale. E non potrebbe essere altrimenti viste le contrazioni che fanno registrare i principali mercati extracomunitari. L export di moda femminile in Russia ha ceduto il -25,3, negli Stati Uniti il -26,8, in Svizzera il -12,1, in Giappone il -18. Gli stessi Emirati Arabi evidenziano un -6,1. Con riferimento ai mercati intra-comunitari, le perdite più rilevanti si sono riscontrate in Spagna (-16,7) e Regno Unito (-15). Risultano, invece, contenute le flessioni verso Francia (-3), Germania (-6,8) e Grecia (-7,1). Dopo anni di crescita su ritmi sostenuti, le importazioni, complessivamente, si sono arrestate (-0,8) in questi primi mesi del In realtà, guardando all origine delle merci, notiamo come la flessione abbia interessato i capi provenienti dagli altri Paesi intra-ue, mentre per le piazze extra-ue (che sono arrivate a coprire il 62,1 di tutta la moda donna d importazione) si assiste ad un ennesima crescita (+3), pur su tassi assolutamente più contenuti rispetto al più recente passato. Nonostante la congiuntura internazionale, la Cina rafforza il suo primato di fornitore di moda donna, evidenziando un tasso di crescita di tutto rilievo. Tra i fornitori extra-ue guadagna terreno anche il Bangladesh (+7,3). In calo, invece, risultano le importazioni da aree vicine, come Tunisia (-14,9), Romania (-21) e Turchia (-7,6). Da gennaio a maggio l export di moda donna ha ceduto il -15,2. mentre l import risulta sostanzialmente stabile
5 Contestualmente va pur notato come cresca, in uno scenario complessivamente negativo per la UE, anche l import dalla Francia (+1,5), a conferma della maggior tenuta di mercato per le produzioni di fascia medio-alta. Tabella 2 La Moda Femminile: le esportazioni italiane (*) (gennaio-maggio 2009) P a e s i di de s t ina zio ne M ilio ni di E uro V a r. Q uo t a C o m po s izio ne de lle im po rt a zio ni pe r t ipo lo gia di pro do t t o V e s t ia rio e s t e rno M a glie ria est erna C a m ic ie P e lle T o t a le ge ne ra le ,2 10 0,0 6 6,1 2 3,6 5,8 4,4 di cui: Intra UE ,9 55,4 55,7 31,8 8,2 4,3 Extra UE ,8 44,6 76,9 15,1 3,4 4,6 I prim i 10 c lie nt i FRA NCIA 283-3,0 12,2 51,8 34,7 8,7 4,8 RUSSIA ,3 9,7 80,6 14,1 2,1 3,2 GERM A NIA 218-6,8 9,3 54,9 32,3 8,4 4,3 SP A GNA ,7 6,9 57,0 28,8 10,2 4,0 STA TI UNITI ,8 6,0 76,3 13,4 3,8 6,6 SVIZZERA ,1 5,4 62,1 21,4 5,4 11,0 GIA P P ONE ,0 5,4 82,0 10,5 3,8 3,7 REGNO UNITO ,0 4,9 57,4 28,6 7,1 6,9 GRECIA 90-7,1 3,9 55,1 34,3 7,9 2,7 P A ESI B A SSI 73-13,8 3,1 65,6 24,4 7,1 3,0 Fo nte: SM I su dati ISTA T Tabella 3 La Moda Femminile: le importazioni italiane (*) (gennaio-maggio 2009) P a e s i di o rigine M ilio ni di E uro V a r. Q uo t a C o m po s izio ne de lle im po rt a zio ni pe r t ipo lo gia di pro do t t o V e s t ia rio e s t e rno M a glie ria est erna C a m ic ie P e lle T o t a le ge ne ra le ,8 10 0,0 5 2,1 3 8,2 7,6 2,2 di cui: Intra UE ,5 37,9 50,8 39,5 8,4 1,3 Extra UE ,0 62,1 52,9 37,3 7,1 2,8 I prim i 10 f o rnit o ri CINA ,0 27,7 56,9 34,0 7,4 1,7 FRA NCIA 144 1,5 9,6 50,6 38,4 9,7 1,3 TUNISIA ,9 7,9 69,3 27,1 3,1 0,5 ROM A NIA ,0 7,9 51,8 38,1 9,3 0,7 TURCHIA 88-7,6 5,9 42,8 47,2 6,2 3,8 INDIA 73 0,6 4,9 42,2 27,2 18,0 12,6 GERM A NIA 53 1,2 3,5 47,3 43,9 6,4 2,4 B ELGIO 44 4,5 2,9 42,5 54,4 2,3 0,8 B A NGLA DESH 41 7,3 2,7 14,4 81,1 4,4 0,1 B ULGA RIA 38-3,1 2,6 61,4 21,9 16,7 0,0 Fo nte: SM I su dati ISTA T (*) A differenza dei dati riportati in Tabella 1, qui ci si riferisce anche ai prodotti Junior
6 Figura 3 La Moda Femminile: analisi del commercio italiano con l estero per macro-aree (*) (gennaio-maggio ) Le esportazioni (Var. tendenziali) Le importazioni (Var. tendenziali) 15,0 10,0 5,0 0,0-5,0-10,0-15,0-20,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0-2,0-4,0-6,0-25,0 gen-mag '07 gen-mag '08 gen-mag '09-8,0 gen-mag '07 gen-mag '08 gen-mag '09 UE 27 extra UE27 M ondo UE 27 extra UE27 M ondo Fonte: SMI su dati ISTAT (*) A differenza dei dati riportati in tabella 1, qui ci si riferisce anche ai prodotti Junior Pur con intensità minore rispetto a quanto registrato per il monte della filiera, anche il valle ha risentito della recessione economica mondiale. A conferma del dato di commercio estero di fonte ISTAT, la rilevazione effettuata presso un campione di aziende associate a SMI (comprensivo di produttori sia di moda donna sia di moda uomo) ha messo in evidenza come nel primo trimestre 2009 il fatturato nazionale abbia contenuto le perdite rispetto a quello realizzato all estero, penalizzato da un decremento a due cifre. Lo stesso dato relativo alla raccolta ordini indica una situazione più negativa per l estero, rispetto a quella nazionale. Legata a doppio filo ai mercati esteri, la moda femminile in corso d anno potrebbe avvertire più di altri comparti la debolezza della domanda mondiale. Tuttavia, il valore dei brand, la qualità intrinseca delle produzioni italiane, la vivace capacità innovativa presente nelle collezioni sono tutti plus competitivi che, non appena la domanda internazionale dovesse ripartire, consentiranno alla moda italiana di essere avvantaggiata rispetto ai competitors internazionali. Firenze, 27 settembre Pubblicazione a cura di Tessile & Moda Service soc. Unipersonale La presente pubblicazione (in seguito Documento) è opera esclusiva ed originale di SMI-Sistema Moda Italia (Federazione Tessile e Moda, aderente a Confindustria) per conto di Tessile & Moda Service soc. Unipersonale. SMI-Sistema Moda Italia è impegnata in numerose attività aventi ad oggetto la tutela e la promozione degli interessi di categoria delle imprese tessilimoda. Il Documento è destinato ad essere distribuito via posta, elettronica o ordinaria, e non può essere ridistribuito, riprodotto, pubblicato o alterato in alcuna delle sue parti da soggetti non espressamente autorizzati. Tutti i diritti di autore sono riservati. Il Documento ha finalità puramente informative e non rappresenta né un offerta né una sollecitazione ad effettuare alcuna operazione. Le informazioni, le opinioni, le valutazioni e le previsioni contenute del Documento sono state ottenute o derivano da fonti che SMI-Sistema Moda Italia ritiene attendibili, ma che non costituiscono in alcun modo una forma di garanzia, sia mplicita sia esplicita e di cui, pertanto, SMI-Sistema Moda Italia e Tessile & Moda Service soc. Unipersonale non si ritengono responsabili.
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