LA MODA MASCHILE ITALIANA NEL
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- Marilena Ruggeri
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1 LA MODA MASCHILE ITALIANA NEL Nota a cura del Centro Studi di Il bilancio preconsuntivo del 2017 Nell ambito di uno scenario non privo di complessità, la moda maschile italiana (in un accezione che comprende il vestiario e la maglieria esterna, la camiceria, le cravatte e l abbigliamento in pelle), secondo le stime elaborate da SMI sulla base delle indicazioni provenienti dalle indagini campionarie interne nonché sulla base dell andamento congiunturale del quadro macroeconomico di riferimento, dovrebbe archiviare il 2017 in crescita. Il fatturato, infatti, sperimenterebbe prudenzialmente una dinamica pari al +2,1%, portandosi, dunque, a quasi 9,2 miliardi di euro. La moda maschile concorre così al 17,0% del turnover complessivamente generato dalla filiera Tessile-Moda nazionale e al 27,3% della sola parte abbigliamento. Sul risultato settoriale contribuisce in via principale la performance che ha interessato le vendite oltreconfine, in grado ormai di incidere per quasi il 65% sul fatturato totale del comparto. Con riferimento ai singoli micro-comparti qui esaminati, nel 2017 sono attesi sperimentare un evoluzione positiva sia la confezione sia la maglieria. Di contro, tutti gli altri comparti qui considerati sono stimati in flessione, pur su ritmi di entità assai diversificata. Per la moda maschile italiana si stima una chiusura d anno in crescita (+2,1%) concorrendo al 27,3% del turnover dell abbigliamento italiano Tabella 1 L industria della Moda Maschile italiana ( *) (Milioni di Euro correnti) * Fatturato Var. % -0,6 3,0 1,4 1,2 2,1 Valore della produzione Var. % 1,0-2,7-3,5-0,3 1,4 Esportazioni Var. % 4,3 5,1 2,3 2,4 3,0 Importazioni Var. % -4,4 10,3 7,8 0,0-1,1 Saldo commerciale Consumi finali Var. % -9,3-3,6-3,4-2,2-2,2 Indicatori Strutturali (%) Esportazioni/Fatturato 58,9 61,8 63,1 63,6 64,4 64,9 Fonte: SMI su dati ISTAT, Sita Ricerca e Indagini Interne; * - Stime Gennaio
2 Nel corso del 2017 il valore della produzione (si ricorda che tale variabile si propone di stimare il valore dell attività produttiva svolta in Italia, al netto della commercializzazione di prodotti importati), assisterebbe ad un deciso recupero rispetto al 2016, arrivando a crescere del +1,4%. Nel corso dell anno è proseguito il trend espansivo delle vendite oltreconfine che ha caratterizzato il settore ininterrottamente dal Per l export si stima una nuova accelerazione, che porterebbe il ritmo di crescita a +3,0%, corrispondente ad un livello complessivo di quasi di 6 miliardi di euro. Nel caso dell import si prospetta, invece, una dinamica di segno negativo, che porta a prevedere una flessione, stimata al -1,1%; l ammontare totale scenderebbe così lievemente sotto quota 4 miliardi. A fronte del suddetto andamento degli scambi con l estero, per l attivo commerciale settoriale si prevede un irrobustimento; il surplus dovrebbe salire, infatti, sui 2 miliardi. Un quadro maggiormente dettagliato relativamente alle performance della moda uomo sui mercati internazionali si ottiene dall analisi dell interscambio con l estero nei primi nove mesi del In tale periodo, sulla base dei dati ISTAT ad oggi disponibili, import ed export confermano i trend registrati lo scorso anno; da un lato, le importazioni dall estero segnano un lievissimo calo, pari al -0,2%, dall altro, le vendite estere sperimentano una decisa accelerazione del ritmo di crescita, raggiungendo una dinamica pari al +3,7%. Nel periodo in esame il saldo commerciale sfiora 1,17 miliardi di euro e mostra un guadagno di quasi 182 milioni rispetto al dato dei primi nove mesi del Sotto il profilo geografico, la UE risulta interessata da dinamiche positive con riferimento all export (+3,8%), mentre l import sperimenta una flessione nell ordine del -4,6%. Di contro, le piazze extra-ue presentano una variazione positiva in entrambi i casi: l export verso le aree non-ue cresce del +3,6%, l import sale del +2,2%. Alla performance del Vecchio Continente - lato export - concorrono positivamente paesi quali la Germania, che cresce del +8,0%, la Francia, pur in aumento solo del +0,7%, il Regno Unito, in aumento del +4,7%, la Spagna, interessata da una variazione del +3,6%, oltre che, su livelli inferiori, l Austria (+13,4%). In ambito extra-comunitario, invece, gli Stati Uniti, terzo mercato in assoluto e primo non-ue, registrano una flessione pari al -4,3%. La Svizzera torna positiva, ma non va oltre al +0,7%. Con riferimento al Far East, Hong Kong e Cina crescono rispettivamente del +2,7% e del +17,1%; sommati, questi due mercati raggiungono praticamente il livello di export diretto in USA nel medesimo periodo. Di contro, il Giappone cede il -2,1%. Il valore della produzione torna positivo Su base annua si prevede un incremento dell export pari al +3,0% mentre l import dovrebbe calare del -1,1% Nel 2017 il saldo della moda maschile passerebbe a 2 miliardi Nei primi nove mesi del 2017 l export di moda maschile fa registrare un aumento del +3,7%, mentre l import frena al -0,2% Sia i mercati UE sia quelli extra-ue risultano in aumento su ritmi simili Favorevoli sono risultati i maggiori mercati UE L export verso gli USA arretra del -4,3% Vivace risulta, invece, il Far East, con Hong Kong a +2,7% e Cina a +17,1% Gennaio
3 Tabella 2 Moda Maschile italiana: il commercio estero (*) (Gennaio-settembre 2017) 1) Importazioni 2) Esportazioni Paesi di origine Mil. di Euro Var. % Quota % TOTALE ,24 100,0 di cui: Intra UE ,6 34,3 Extra UE ,2 65,7 I primi 15 fornitori Cina 750-1,0 20,5 Bangladesh ,7 15,5 Romania ,3 6,4 Tunisia 215-2,9 5,9 Francia 213-0,5 5,8 Germania ,1 4,1 Paesi Bassi 124 6,3 3,4 Turchia ,0 3,4 Belgio 120-5,9 3,3 Spagna 96 25,4 2,6 Albania 86 12,1 2,3 Vietnam 82 10,7 2,2 India 81-3,6 2,2 Cambogia 72 29,1 2,0 Bulgaria 71 5,3 1,9 Fonte: SMI su ISTAT Paesi di destinazione Mil. di Euro Var. % Quota % TOTALE ,7 100,0 di cui: Intra UE ,8 54,1 Extra UE ,6 45,9 I primi 15 clienti Germania 493 8,0 10,2 Francia 466 0,7 9,6 Regno Unito 455 4,7 9,4 Stati Uniti 416-4,3 8,6 Svizzera** 396 0,7 8,2 Spagna 336 3,6 7,0 Hong Kong 242 2,7 5,0 Giappone 206-2,1 4,3 Cina ,1 3,6 Paesi Bassi ,0 3,2 Russia ,3 2,7 Corea del Sud ,1 2,2 Austria ,4 2,1 Belgio 99 3,2 2,0 Grecia 67 2,9 1,4 (*) A differenza dei dati riportati in Tabella 1, questo aggregato comprende i prodotti Junior (**) Da ritenersi in primis piattaforma logistico-commerciale Proseguendo nello scorrere l elenco dei principali sbocchi, troviamo Russia e Corea del Sud entrambe caratterizzate da un aumento a doppia cifra, l una del +16,3%, l altra del +17,1%. Relativamente ai mercati di approvvigionamento, la Cina, nonostante si confermi il top supplier in grado di assicurare il 20,5% della moda uomo importata in Italia, resta in calo contenendo tuttavia la dinamica al -1,0%. Continua l avanzata del Bangladesh, in aumento del +10,7% e con uno share del 15,5%, sempre più vicino alla quota cinese. Circa gli altri top-supplier, la Romania cala del -18,3%, la Tunisia cede il -2,9% mentre la Francia frena al -0,5%. Crescono, inoltre, i Lato import la Cina, primo supplier, presenta un calo del -1,0% da gennaio a settembre 2017, mentre il Bangladesh cresce del +10,7% flussi provenienti da Germania (+10,1%) e Paesi Bassi (+6,3%) al contrario di quelli turchi o belgi, in flessione rispettivamente del -18,0%. Se si guarda alle performance per linea di prodotto, da gennaio a settembre 2017 emerge un quadro piuttosto disomogeneo. L export di confezione maschile segna un deciso +3,1%, anche se è la maglieria a confermarsi best performer crescendo del +8,5%. Al contrario, gli altri tre segmenti qui presi in esame accusano delle flessioni: l abbigliamento in pelle cede il -3,0%, la Con riferimento ai prodotti, best performer si conferma la maglieria il cui export cresce del +8,5% Gennaio
4 camiceria il -4,2%, le cravatte il -7,5%. Nel caso dell import, crescono l abbigliamento in pelle (+3,2%) e la maglieria maschile (+3,9%), mentre sperimentano dinamiche negative la confezione (-2,8%), la camiceria (-3,4%) e le cravatte (-6,9%). Figura 1 Moda Maschile italiana: il commercio estero (*) (Gennaio-settembre 2017) 1) Importazioni 2) Esportazioni (Var. % tend.) (Var. % tend.) 6,0 10 4, ,0 4 0, ,0-2 -4,0-4 -6, ,0 Vestiario Maglieria Camiceria Cravatte Esterno Abb. in pelle -10 Vestiario Maglieria Camiceria Cravatte Abb. in Esterno pelle (*) A differenza dei dati riportati in Tabella 1, questo aggregato comprende i prodotti Junior (**) Da ritenersi in primis piattaforma logistico-commerciale Passando all analisi delle dinamiche che hanno caratterizzato il consumo sul mercato nazionale, si ricorda che per il Tessile-Abbigliamento nel suo complesso la stagione Autunno/Inverno è stata ancora caratterizzata da un trend negativo a valore (-1,8%), pur segnando una stabilità dei volumi venduti (+0,1%) secondo quanto rilevato da Sita Ricerca per conto di SMI. Focalizzandosi sulla moda maschile, come indicato in Fig. 2.1, nel complesso il comparto sperimenta un deterioramento, registrando un decremento pari al -2,8% rispetto alla precedente stagione Autunno/Inverno (chiusasi invece al -1,6%); tutti i segmenti qui considerati sono rimasti in territorio negativo, pur segnando tassi di decremento molto variabili. In particolare, le cravatte (pur confinate all 1,4% del sell-out italiano di moda maschile) registrano una flessione pari al -1,6%, mentre la camiceria, reduce da due stagioni non sfavorevoli, perde terreno e cede il -2,0%. La confezione (che copre oltre il 55% del sell-out settoriale) arretra, invece, del -2,6% performando, tuttavia, lievemente meglio del corrispondente segmento femminile (calato parallelamente del -2,9%). Di contro, la maglieria esterna maschile (a quota Nella scorsa A/I il sell-out di moda maschile archivia un calo pari al -2,8%, in peggioramento rispetto alla precedente A/I Gennaio
5 26,3% del mercato) sperimenta una contrazione peggiore, pari al -3,3%, rispetto a quella femminile (-2,2%). Ancora una volta le dinamiche più gravose interessano, infine, la confezione in pelle (-11,3%). Se si guarda alla spesa costante emerge invece un quadro di maggior stabilità, così come ricordato per il Tessile-Abbigliamento in generale; confezione e camiceria archiviano la stagione con una variazione del -0,1%, la maglieria, similmente, chiude a -0,2%. L abbigliamento in pelle contiene il calo al -3,7%, mentre solo le cravatte accusano un calo più incisivo in termini costanti (-2,7%) rispetto a quelli correnti. Figura 2 Moda Maschile: consumi e distribuzione sul mercato italiano (*) (Stagione Autunno/Inverno ) Fig. 2.1 L andamento del sell-out: analisi per prodotto (Var. % tend. dei consumi in valore in ciascun canale) Fig. 2.2 La struttura del sell-out: analisi per prodotto (% sui consumi complessivi in valore) 1,4% 1,4% 15,5% Confezioni in pelle Cravatte Camiceria Maglieria esterna 26,3% 55,3% Vestiario esterno Vestiario esterno Maglieria esterna Camiceria Cravatte Confezioni in pelle Fig. 2.3 L andamento del sell-out: analisi per canale distributivo (Var. % tend. dei consumi in valore in ciascun canale) Fig. 2.4 La struttura distributiva: analisi per canale (% sui consumi complessivi in valore) Altri canali 3,0 4,1 7,0 2,4 28,1 Sito Internet/On-line Shop Outlet/Negozio Stokkista Ambulante 20,7 GDO Catene/Franchising Dettaglio Dettaglio GDO Outlet/Negozio Stokkista Altri canali 34,6 Catene/Franchising Ambulante Sito Internet/On-line Shop Fonte: SMI su dati Sita Ricerca (*) A differenza della Tabella 1, qui i dati si riferiscono ai soli acquisti delle famiglie italiane, scorte e consumi extra-familiari esclusi Gennaio
6 Relativamente alla distribuzione, come illustrato nella Fig.2.3, non mancano indicazioni significative e ulteriori conferme circa l evoluzione dello stile di consumo in Italia. Nell A/I vengono registrate dinamiche di crescita con riferimento al canale digitale, sempre più protagonista del settore; rispetto alla precedente stagione, mostra un aumento del +52,9% raggiungendo uno share pari al 7,0% (rispetto al 4,4% dell A/I ). Tale quota risulta, dunque, superiore a quella del Tessile-Abbigliamento nel suo complesso, contabilizzata al 5,9%. Catene e grandi magazzini risultano, invece, interessati da contrazioni del sell-out di moda maschile intermediato, pur su tassi migliori della media di comparto: le prime cedono il -2,2%, i secondi il -1,6%. Nonostante ciò, le catene coprono il 34,6% del mercato, i grandi magazzini il 10,3%. D altro canto, perdite di una certa entità caratterizzano ancora il dettaglio tradizionale, che archivia un -7,7% portandosi ad un incidenza del 28,1%. In ambito retail cresce il favore dei consumatori verso l e-commerce (+52,9%) Le catene registrano, invece, un calo pari al -2,2%, mentre il dettaglio indipendente flette del -7,7% Circa le attese per il 2018, secondo gli analisti dell IMF il commercio internazionale di beni e servizi è stimato crescere del +4,0%; il Centro Studi Confindustria, similmente, prevede un +3,8%. Il ciclo favorevole dell economia mondiale, dunque, prosegue, anche se permangono, alcuni fattori strutturali che tengono la dinamica del commercio mondiale ben sotto ai ritmi pre-crisi (CSC - Scenari Economici, dicembre 2017). Al di là delle previsioni macro, con riferimento alle prospettive che si dischiudono per la moda uomo, sulla base delle rilevazioni campionarie condotte da SMI, la quota preponderante (85,7%) delle aziende del panel, interrogate sulle aspettative a breve, propende per una stabilità delle favorevoli condizioni congiunturali sperimentate nel corso del 2017, mentre il restante 14% confida in un miglioramento del mercato. Nulla, invece, la quota di chi teme un peggioramento. L 86% del panel-uomo SMI propende per una stabilità delle condizioni di mercato D altronde sarà soprattutto l occasione fieristica di Pitti Uomo a rivelarsi un termometro del mercato oltremodo fondamentale sullo status quo e sulle prospettive di breve-medio termine che si dischiudono per il comparto. Intercettando gli orientamenti dei maggiori player/buyer del settore, sarà dunque possibile formare al meglio le aspettative sull evoluzione del menswear italiano nel corso dell anno appena iniziato. Firenze, 9 gennaio 2018 Pubblicazione a cura di Tessile & Moda Service soc. Unipersonale La presente pubblicazione (in seguito Documento) è opera esclusiva ed originale di SMI - Sistema Moda Italia (Federazione tessile e moda, aderente a Confindustria) per conto di Tessile & Moda Service soc. Unipersonale. SMI - Sistema Moda Italia è impegnata in numerose attività aventi ad oggetto la tutela e la promozione degli interessi di categoria delle imprese tessili-moda. Il Documento è destinato ad essere distribuito via posta, elettronica o ordinaria, e non può essere ridistribuito, riprodotto, pubblicato o alterato in alcuna delle sue parti da soggetti non espressamente autorizzati. Tutti i diritti di autore sono riservati. Il Documento ha finalità puramente informative e non rappresenta né un offerta né una sollecitazione ad effettuare alcuna operazione. Le informazioni, le opinioni, le valutazioni e le previsioni contenute del Documento sono state ottenute o derivano da fonti che SMI - Sistema Moda Italia ritiene attendibili, ma che non costituiscono in alcun modo una forma di garanzia, sia implicita sia esplicita e di cui, pertanto, SMI - Sistema Moda Italia e Tessile & Moda Service soc. Unipersonale non si ritengono responsabili. Gennaio
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