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1 L abbigliamento Junior nel Nota a cura di SMI SISTEMA MODA ITALIA Il bilancio preconsuntivo del 2012 Secondo le stime preliminari, nel 2012 la moda Junior (accezione questa che comprende l abbigliamento in maglia e tessuto per ragazzi/e di età tra 0-14 anni, intimo ed accessori inclusi) dovrebbe evidenziare un nuovo cambio di passo. Il fatturato totale dovrebbe infatti archiviare una dinamica negativa, pari al -1,1%, portandosi di poco al di sopra di quota 2,6 miliardi di euro. Su simili performance ha gravato, in particolare, la situazione del mercato interno a livello sia di sell-in sia di sell-out. Di contro, i pur soddisfacenti risultati sui mercati esteri, per un comparto che ha ancora un incedenza delle vendite oltreconfine sul giro d affari complessivo inferiore (anche se in progressivo aumento) rispetto alla filiera Tessile-Moda, non sono risultati ancora sufficienti a sostenere le performance settoriali. Nonostante i cedimenti evidenziati anche all estero dai capi per soli neonati (come più ampiamente dettagliato nel proseguo della Nota), per l export complessivo di comparto si prevede una crescita media annua del +4,9%, in grado di consolidare così i risultati del biennio Nel 2012 si affaccia una nuova inversione di tendenza per la moda Junior: il fatturato complessivo è stimato in calo del -1,1% L export dovrebbe crescere del +4,9% Tabella 1 L industria italiana dell abbigliamento Junior ( ) (1) (Milioni di Euro correnti) (*) Fatturato Var. % -0,5-6,9-0,3 5,4-1,1 Valore della produzione Var. % -2,4-8,3-6,5-10,6 6,7 Esportazioni Var. % -1,0-17,2 7,6 11,6 4,9 Importazioni Var. % 2,7-4,7 8,8 10,4-8,2 Saldo commerciale Consumi finali Var. % 0,7-1,9-1,0-2,5-3,6 Indicatori Strutturali (%) Esportazioni/Fatturato 31,0 30,8 27,4 29,6 31,3 33,2 Importazioni/Consumi alla prod. 46,2 47,2 45,8 50,3 57,0 54,4 (*) Abbigliamento ragazzo/a in maglia e tessuto 0-14 anni, intimo ed accessori inclusi Fonte: SMI su dati ISTAT, Sita Ricerca, Indagini interne

2 Con riferimento all import, anche per la moda Junior si rileva quanto sperimentato nel 2012 dal resto della filiera Tessile-Moda, ovvero una contrazione non marginale dei flussi di capi provenienti dall estero, nell ordine del -8,2%. A tal proposito, si sottolinea come sul dato incida non solo un fisiologico (e per certi versi atteso) assestamento dopo un biennio di forti aumenti (anche e soprattutto via incrementi dei valori medi unitari specie nel 2011), ma anche la debolezza del mercato interno, condizionato da un clima di consumo scarsamente recettivo. La dinamica prevista per i flussi commerciali di import/export conduce ad un significativo miglioramento del deficit commerciale settoriale, che dovrebbe così ritornare prossimo ai 700 milioni di euro. Nel 2012, complice la flessione che ha colpito l import, si prospetta un ritorno in area positiva per il valore della produzione (variabile che, si ricorda, tenta di stimare l attività produttiva svolta in Italia, proprio al netto della commercializzazione di prodotti importati).il rimbalzo dovrebbe raggiungere il +6,7%. Secondo le previsioni, i consumi nazionali (in tale accezione comprensivi dei consumi delle famiglie, dei consumi extra-familiari e delle scorte) dovrebbero archiviare il 2012 ancora in territorio negativo, facendo segnare un nuovo deterioramento (-3,6% con riferimento all anno solare). A differenza del passato, del resto, anche questo comparto non è stato risparmiato dall attuale crisi e le famiglie italiane hanno finito per tagliare anche questa voce di spesa: sia le vendite della Primavera/Estate sia quelle autunnali si sono infatti mosse in area negativa. Tornando alle performance sperimentate sui mercati esteri, è possibile circoscrivere l analisi al solo abbigliamento per neonati (per il quale si possono isolare le voci doganali di pertinenza e, quindi, i flussi commerciali con l estero per Nazione). Nei primi nove mesi del 2012, le vendite oltreconfine, dopo il rimbalzo dello scorso anno, tornano riflessive, facendo registrare un decremento del -12,6%. L import registra una flessione, che dovrebbe raggiungere il -8,2% Ci si attende un miglioramento del deficit commerciale settoriale Il valore della produzione dovrebbe sperimentare una dinamica positiva del +6,7% La domanda interna sperimenta un nuovo preoccupante indebolimento Nei primi 9 mesi del 2012 l export di moda bebè, dopo il rimbalzo dello scorso anno, cede il -12,6% Tra i mercati di sbocco della moda bebè si conferma al primo posto la Russia, che in controtendenza rispetto al risultato medio, prosegue nella crescita, archiviando nello specifico un aumento del +11%, corrispondente a poco più di 21,3 milioni di euro (pari al 18,2% del totale export di comparto); altro segnale positivo proviene dal Regno Unito, che mostra un incremento del +4,6%. Tra i primi 20 Paesi di export, fa capolino la Cina, mercato verso il quale l export italiano di moda bebè, da gennaio a settembre, ha superato di poco il milione di euro. Tutti gli altri maggiori mercati, sono risultati, invece, in calo nel periodo d interesse: al di là di Francia e Svizzera, le dinamiche più 2

3 negative hanno colpito Spagna, Germania e Ucraina, ma anche Emirati Arabi e Stati Uniti. Sempre con riferimento al solo abbigliamento bebè, l import arretra del -9,5% nei primi tre trimestri del 2012 rispetto al corrispondente periodo del Con riferimento ai top-supplier, la Cina, pur fornendo il 45% del valore dell import di comparto, registra una decrescita del -13,7%; contestualmente, cala del -7,5% l import dalla Francia, secondo fornitore (pur con un incidenza del 15% sul totale). Si mantiene, invece, dinamico il Bangladesh (terzo Paese fornitore, con una quota tuttavia del 7,4%), archiviando un +14,3%. Positivo, inoltre, risulta anche l import dalla Spagna (+5,8%), così come, pur su valori più contenuti, la Turchia. I principali risultati dell Autunno/Inverno 2011/2012 sul mercato italiano Sotto il profilo demografico, il mercato italiano dell abbigliamento Junior, al 1 gennaio 2011, si componeva di 8,513 milioni di individui di età compresa tra 0 e 14 anni. Da gennaio a giugno 2012, inoltre, sulla base delle (pur provvisorie) rilevazioni ISTAT ad oggi disponibili, le iscrizioni in anagrafe per nascita sono state pari a , con un decremento di unità rispetto agli stessi mesi del 2011 (-0,9%). In controtendenza rispetto alla media nazionale, il Centro ha sperimentato una crescita delle nascite nel periodo monitorato (+1,2%, corrispondente a 600 circa nuovi nati in più). Si confermano in calo, invece sia il Nord, con il Nord-Ovest in flessione del - 1,2% e il Nord-Est del -1,5%, e il Sud, che registra un decremento del -2%. Come già anticipato commentando il bilancio settoriale di previsione, il mercato di consumo italiano non mostra segnali di ripartenza. Secondo le rilevazioni effettuate da Sita Ricerca per conto di SMI, mentre la stagione Autunno/Inverno 2010/11 si era archiviata con una modesta contrazione del sell-out di abbigliamento Junior (-0,6%), l A/I 2011/12 segna un deciso deterioramento, chiudendosi con un calo senza precedenti pari al - 5,8%. La stessa spesa costante arretra su ritmi inconsueti per il settore (- 5,3%), con prezzi, quindi, ancora molto deboli (-0,5%). Se in passato il segmento bambina era risultato il più colpito dal basso tono dei consumi rispetto al bambino e al neonato, nell A/I 2011/2012 tutti e tre i segmenti accusano perdite importanti e di entità simile. La bambina cede il -5,9%, il bambino il -5,6%, mentre il neonato (di norma maggiormente al riparo dalla congiuntura) flette del -6%. Secondo le rilevazioni ISTAT, nel primo semestre del 2012 sono nati quasi 259 mila bambini, in flessione del -0,9% rispetto al medesimo periodo del 2011 Nell A/I 2011/12 la contrazione del sell-out di moda Junior ha mostrato un calo senza precedenti, pari al -5,8% Il cedimento ha colpito i segmenti bambino e bambina, senza risparmiare il neonato 3

4 Figura 1 - Moda Junior: consumi e distribuzione sul mercato italiano(*) (Stagione Autunno/Inverno ) Figura 1.1 L andamento del sell-out nel settore abbigliamento Junior: analisi per area stilistica (Var. % dei consumi in valore in ciascun comparto) Figura 1.2 La struttura del sell-out nel settore abbigliamento Junior (% sui consumi complessivi in valore) Totale -5,8 14% 38% Neonato -6,0 Bambina -5,9 48% Bambino -5,6-7,0-6,0-5,0-4,0-3,0-2,0-1,0 0,0 1,0 Bambino Bambina Neonato Figura 1.3 L andamento del sell-out dei canali nel settore abbigliamento Junior (Var. % dei consumi in valore in ciascun canale) Figura 1.4 La struttura distributiva nel settore abbigliamento Junior (% sui consumi complessivi in valore) Totale Altri canali 4% 6% 7% 5% 25% Ambulante Grandi Superfici Food (Iper e Super) Grandi Magazzini Catene/Franchising 11% 42% Dettaglio Ind. (1) Catene/Franchising (2) Grandi Magazzini (3) Food (Iper e Super) (4) Grandi Superfici (5) Ambulante (6) Altri canali (7) Dettaglio Ind Fonte: SMI su dati Sita Ricerca (*) A differenza della Tabella 1, qui il dato si riferisce ai soli acquisti delle famiglie italiane, scorte e consumi extra-familiari esclusi Sul fronte retail, si trova riflesso del clima e dello stile di consumo che sta interessando il comparto. Se si analizzano i dati riferiti alla struttura distributiva (sell-out per canale), lo Junior vede confermata la leadership delle catene, che detengono il 42% del 4

5 mercato consumer nel periodo in esame, seguite dal dettaglio indipendente (a quota 25%). A livello di performance nella scorsa stagione invernale, i principali operatori del mercato si sono mossi comunque in area negativa: le catene flettono del -3,7%, perdendo in tutti e tre i segmenti; il dettaglio indipendente ha ceduto, invece, il -5,2%, con l eccezione tuttavia del segmento bambino che è rimasto positivo (+1,1%). Mentre cedono il passo non solo gli ambulanti, ma anche grandi superfici, grandi magazzini e food, hanno, invece, sperimentato un vero e proprio boom del sell-out intermediato gli altri canali, comprensivi di outlet ed e- commerce che fanno registrare un +48,2%, boom che accomuna tutti e tre i segmenti di comparto. Sulla base dell Indagine Congiunturale svolta da SMI presso un campione di imprese rappresentativo del comparto Junior di fascia alta, gli ordini in portafoglio (pur provvisori al momento della rilevazione chiusa lo scorso ottobre) prospettano anche per il 2013 una prosecuzione del trend sperimentato nel corso del 2012, caratterizzato da un andamento dicotomico tra i mercati esteri e nazionale. Secondo tali rilevazioni, infatti, in vista dell incipiente P/E 2013, gli ordini italiani, pur provvisori e parziali in sede di raccolta dati, risultavano ancora molto negativi (-10% circa), mentre per quelli esteri la crescita dovrebbe avvicinarsi al +9%. Nell A/I 2011/12 le catene, leader di mercato con una quota del 42%, hanno evidenziato un calo del -3,7%, il dettaglio indipendente del -5,2% Premiati dai consumatori italiani, invece, outlet e e- commerce, che registrano un boom del +48,2% Per la P/E 2013 gli ordini dall estero risultano ancora tonici e favorevoli Firenze, 17 gennaio Pubblicazione a cura di Tessile & Moda Service soc. Unipersonale La presente pubblicazione (in seguito Documento) è opera esclusiva ed originale di SMI-Sistema Moda Italia (Federazione Tessile e Moda, aderente a Confindustria) per conto di Tessile & Moda Service soc. Unipersonale. SMI-Sistema Moda Italia è impegnata in numerose attività aventi ad oggetto la tutela e la promozione degli interessi di categoria delle imprese tessili-moda. Il Documento è destinato ad essere distribuito via posta, elettronica o ordinaria, e non può essere ridistribuito, riprodotto, pubblicato o alterato in alcuna delle sue parti da soggetti non espressamente autorizzati. Tutti i diritti di autore sono riservati. Il Documento ha finalità puramente informative e non rappresenta né un offerta né una sollecitazione ad effettuare alcuna operazione. Le informazioni, le opinioni, le valutazioni e le previsioni contenute del Documento sono state ottenute o derivano da fonti che SMI-Sistema Moda Italia ritiene attendibili, ma che non costituiscono in alcun modo una forma di garanzia, sia implicita sia esplicita e di cui, pertanto, SMI-Sistema Moda Italia e Tessile & Moda Service soc. Unipersonale non si ritengono responsabili. 5

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