LA MODA MASCHILE ITALIANA NEL
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1 LA MODA MASCHILE ITALIANA NEL Nota a cura di: Per: Federazione Tessile e Moda Centro Studi Pitti Immagine Uomo Il bilancio preconsuntivo del 2011 Nonostante il deterioramento del quadro congiunturale (specie europeo) nella parte terminale del 2011, la moda maschile italiana (in un accezione che comprende l abbigliamento esterno in tessuto ed a maglia, la camiceria, le cravatte e l abbigliamento in pelle) grazie alle soddisfacenti performance messe a segno nel corso dell anno soprattutto all estero torna finalmente ad evidenziare un risultato positivo dopo un triennio di permanenza in area negativa. Secondo le prime stime elaborate da SMI e basate sia sulle indicazioni provenienti dalle indagini campionarie sia sull andamento congiunturale del quadro macroeconomico di riferimento, il 2011 dovrebbe archiviarsi con un incremento del giro d affari settoriale pari al +3,4, corrispondente a poco meno di 8,4 miliardi di euro. Con riferimento ai singoli micro-comparti qui esaminati, si rileva il ritorno in area positiva per il comparto preponderante ovvero il vestiario esterno, che dovrebbe chiudere l anno con un recupero del +4,7. Prosegue il trend positivo avviatosi già nel 2010 per la maglieria esterna e la pelle, mentre la camiceria risulterebbe stabile (+0,5). Di contro, il comparto delle cravatte continua a perdere terreno. Il bilancio preconsuntivo della moda maschile italiana evidenzia il ritorno alla crescita del comparto, in recupero del +3,4 Tutti i comparti registrano risultati positivi, con la sola eccezione delle cravatte Tabella 1 L industria della Moda Maschile italiana ( ) (Milioni di Euro correnti) (*) Fatturato Var. -0,3 5,4-1,4-11,2-0,5 3,4 Valore della produzione Var. -4,1 8,1-2,2-12,5-3,8-8,9 Esportazioni Var. 2,4 6,7 1,5-16,4 3,4 10,4 Importazioni Var. 10,5-1,2 0,7-8,0 7,7 10,2 Saldo commerciale Consumi finali (**) Var. 0,1 1,6-4,3-3,4-2,0-1,7 Indicatori Strutturali () Esportazioni/Fatturato 51,8 53,2 53,8 55,4 52,2 54,2 57,9 Importazioni/Consumi 31,5 34,7 33,8 35,5 33,8 37,2 41,7 Fonte: Stime SMI su dati ISTAT, Sita Ricerca e Indagini Interne (*) - Stime (**) - Scorte e consumi extra-familiari inclusi
2 La dinamica della produzione italiana (si ricorda che il valore della produzione tenta di stimare l attività produttiva svolta in Italia, al netto della commercializzazione di prodotti importati) sperimenta un gravoso deterioramento, che dovrebbe portare ad una flessione del -8,9 su base annua: le ragioni sono da ricercare anche nel deciso aumento dell import a valore (rispetto ad una ben più contenuta crescita delle quantità importate) causato dall incremento dei prezzi delle materie prime. Nel 2011 la maggior spinta all industria italiana della moda maschile è da ricondurre al mercato estero, che, dopo la bassa crescita evidenziata nel 2010, ha finalmente trovato vigore, crescendo su tassi a due cifre: in particolare, per i dodici mesi si stima una crescita del +10,4. Anche l import sperimenta un irrobustimento del tasso di recupero registrato nel 2010, che porta a prevedere un +10,2. Tali stime (a differenza dei dati consuntivi relativi ai primi nove mesi dell anno e poco oltre commentati) scontano, peraltro, il deterioramento che ha colpito l economia internazionale e più nello specifico, come ricordato in incipit, l area euro a partire dall estate Anche la moda maschile, dunque, rallenta; tuttavia, come rilevato in passato per il valle della filiera Tessile-Moda, questo settore tende a risentire meno (o in ritardo) rispetto ad altri comparti del mutamento della congiuntura. Per la produzione italiana (a valore) si stima un nuovo deterioramento Su base annua si stima un incremento nell intorno del +10 sia per l export sia per l import Per l attivo commerciale settoriale, a fronte del suddetto andamento degli scambi con l estero, si stima un lieve recupero che porterà il surplus di comparto a sfiorare il miliardo di euro. Un quadro maggiormente dettagliato relativo alle performance della moda uomo sui mercati internazionali si ottiene dall analisi del commercio con l estero nei primi nove mesi del 2011, prima quindi del nuovo ripiegamento macroeconomico causato dalla crisi dei debiti sovrani e dell euro. Secondo i dati di fonte ISTAT, il recupero avviatosi nel corso del 2010, si è rafforzato nel 2011, raggiungendo limitatamente ai primi nove mesi una crescita del +13,1. In particolare, le vendite estere di vestiario esterno (che risultavano ancora in calo nel settembre dello scorso anno) hanno evidenziato un incremento a due cifre, pari al +13,3. Ritmi sostenuti hanno interessato anche l export di maglieria maschile (+12,8) e di camiceria (+12,6). Se per le cravatte la crescita si arresta al +2,4 in linea con il basso recupero del 2010, la confezione in pelle presenta, invece, un rimbalzo del +24,3. Con riferimento agli sbocchi commerciali, se il mercato comunitario (che peraltro concorre al 56,8 dell export di comparto) ha evidenziato un aumento su base annua del +8, la maggior dinamicità ha riguardato le aree extra-ue, il cui tasso di crescita ha raggiunto il +20,5. Nei primi nove mesi del 2011 l export è cresciuto del +13,1 Le vendite intra-ue registrano un +8, mentre le piazze extra-europee sono cresciute del +20,5 La Francia, che si conferma primo mercato di sbocco con una quota del 13,4 dell export di comparto, archivia i primi nove mesi del 2011 con una crescita del +11,8; la Germania evidenzia, invece, un aumento del +11,1, mentre Spagna e Regno Unito segnano rispettivamente +7 e +15,5. Nel caso delle aree extra-ue, gli USA si mantengono in ripresa, evidenziando un +18,8 che riporta le vendite di moda uomo made in Italy a quota 315 milioni di euro. Analogamente, il Giappone si
3 Tabella 2 Moda Maschile italiana: il commercio estero (*) (Gennaio-settembre 2011) 1) Esportazioni 2) Importazioni Paesi di destinazione Mil. di Euro Var. Quota Paesi di origine Mil. di Euro Var. Quota TOTALE ,1 100,0 di cui: Intra UE ,0 56,8 Extra UE ,5 43,2 I primi 10 clienti Francia ,8 13,4 Germania ,1 9,2 Svizzera (**) ,2 9,1 Stati Uniti ,8 7,8 Spagna 302 7,0 7,5 Regno Unito ,5 7,3 Russia ,2 4,7 Paesi Bassi ,1 4,5 Hong Kong ,4 4,4 Giappone ,6 3,9 TOTALE ,7 100,0 di cui: Intra UE ,5 33,4 Extra UE ,3 66,6 I primi 10 fornitori Cina ,1 29,3 Romania ,1 8,0 Tunisia 275 1,6 7,6 Bangladesh ,5 7,4 Turchia ,1 5,5 Francia ,3 4,6 Belgio ,1 3,4 Paesi Bassi ,2 3,1 Germania 110 8,4 3,1 India 96 7,6 2,7 (*) A differenza dei dati riportati in Tabella 1, questo aggregato comprende i prodotti Junior (**) Da ritenersi in primis piattaforma logistico-commerciale mantiene dinamico e mette a segno un +23,6, che consente di riavvicinarsi ai livelli pre-crisi. La Russia, pur ancora lontana dai corrispondenti livelli del 2008, prosegue nel sentiero di recupero, mostrando una crescita del +18,2. Hong Kong risulta uno dei mercati maggiormente tonici, archiviando i primi nove mesi con un export in crescita del +42,4. Balzata al tredicesimo posto nel ranking dei mercati di sbocco della moda maschile italiana, la sola Cina, forte di un +72,6, ha superato gli 83 milioni di euro di vendite italiane di comparto. Da gennaio a settembre 2011 è proseguito il trend positivo per l import di menswear, in aumento complessivamente del +12,7. A quantità, tuttavia, non mancano prodotti in area negativa, come la confezione in pelle (-4,9) o lo stesso vestiario esterno (-1,2). Stabili rispetto ai primi nove mesi del 2010 risultano, invece, le importazioni di cravatte, mentre maglieria e camiceria arrestano la crescita rispettivamente a +5,5 e +1,3. Primo fornitore di moda uomo dell Italia, con una quota pari al 29,3 nei primi tre trimestri del 2011, la Cina ha messo a segno un nuovo incremento, pari al +8,1. Nel periodo in esame l import proveniente dal Bangladesh continua a mostrare un tasso di crescita molto sostenuto, pari al +36,5, corrispondente a 266 milioni di euro, per un incidenza del 7,4. Tornate positive nel 2010, si mantengono crescenti anche le importazioni da aree limitrofe e, in particolare, dalla Romania, secondo fornitore (pur con una quota dell 8, ampiamente staccato, quindi, dalla Cina) in aumento del +19,1, così come dalla Turchia (+19,1), o dalla Tunisia (+1,6). Da gennaio a settembre l import è cresciuto del +12,7 La Cina assicura il 29,3 della moda uomo d oltreconfine
4 Figura 1 - Moda Maschile: consumi e distribuzione sul mercato italiano (Stagione Autunno/Inverno ) Figura 1.1 L andamento del sell-out: analisi per prodotto (Var. tendenziali dei consumi in valore per ciascun prodotto) Figura 1.2 La struttura del sell-out: analisi per prodotto ( sui consumi complessivi in valore) Totale Confezioni in pelle Cravatte C ami cer ia Maglieria esterna Vestiario esterno Vestiario esterno Camiceria Confe zioni in p elle Maglieria esterna Crava tte Figura 2.1 L andamento del sell-out: analisi per canale distributivo (Var. tendenziali dei consumi in valore in ciascun canale) Figura 2.2 La struttura distributiva: analisi per canale ( sui consumi complessivi in valore) Totale Altri canali Am bu lan te Grandi Superfici 8 Food (Iper e Super) 24 Grandi Magazzini C aten e/fra nch isi ng Dettaglio indipendente Detta glio indipe ndente Grandi Magazzini Grandi Superfici Altri cana li Caten e/franch isin g Fo od (Iper e Super) Ambulante Fonte: SMI su dati Sita Ricerca (*) A differenza della Tabella 1, qui i dati si riferiscono ai soli acquisti delle famiglie italiane, scorte e consumi extra-familiari esclusi Passando ora ad analizzare le dinamiche del mercato domestico, si deve sottolinerare ancora una volta il fatto che l attività settoriale del 2011 non abbia potuto godere di un contributo particolarmente favorevole della domanda interna: per il quarto anno consecutivo si stima, infatti, un decremento in termini nominali dei consumi (sia familiari sia extra-familiari, comprensivi di scorte), pari al -1,7. I dati più aggiornati relativi sell-out invernale si riferiscono alla stagione Autunno/Inverno , chiusa con un calo delle vendite a valore pari al -2,5 (in lieve peggioramento quindi rispetto all A/I archiviatasi con una contrazione del -2-2). Come indicato in Fig. 1, tutti i comparti qui esaminati si sono mossi in area negativa, pur evidenziando dinamiche più o meno marcate. Se la maglieria esterna ha contenuto le perdite al -0,8, contrazioni ben più accentuate hanno colpito il sell-out di camiceria, pelle e cravatte. Il vestiario esterno ha fatto Nel 2011 il mercato interno permane negativo Nella scorsa A/I 2010/2011 la domanda interna di moda maschile ha evidenziato un calo a valore del -2,5
5 registrare un -1,8, performando comunque meglio della media stagionale della moda uomo. Osservando le performance ottenute dai singoli format distributivi, nell A/I , dopo aver fatto segnare un discreto +0,8 nella scorsa A/I, il dettaglio indipendente ha evidenziato una brusca frenata, mettendo a segno un -10,9. Il canale più premiato dai consumatori torna ad essere quello delle catene che recupera quanto perso la scorsa stagione e si attesta intorno ad un buon +8,1. I grandi magazzini fanno segnare una sostanziale stabilità rispetto alla precedente stagione, mentre vedono aumentare il sell-out intermediato gli altri canali (outlet, e-commerce), sperimentando un +11. In ambito retail, tornano ad essere premiate le catene monomarca e franchising Nonostante il peggioramento del quadro congiunturale, specie dell area euro, che si è manifestato a partire dall estate, per il settore della moda maschile non mancano segnali di tenuta del trend affermatosi nel corso del Se da un lato il mercato domestico si manterrà atono, dall altro la domanda estera, specie extra-ue, non dovrebbe abbandonare il settore. Del resto, come già rilevato spesso in passato, il valle delle filiera tende a risentire meno e in ritardo rispetto ad altri comparti del mutamento della congiuntura. Sulla base delle rilevazioni campionarie condotte da SMI, la maggior parte (56) delle aziende operanti nel vestiario esterno maschile, interrogate sulle aspettative a breve, propende per una stabilità delle attuali condizioni congiunturali. Di contro la restante parte del campione si divide tra pessimisti ed ottimisti. Con riferimento agli ordini relativi alla prossima P/E 2012, pur parziali al momento della raccolta dati ultimata in ottobre (che nella rilevazione 2010 avevano tuttavia permesso di anticipare il cambio di passo che il comparto avrebbe compiuto nel corso di quest anno) si conferma il maggior dinamismo del mercato estero (+6,6 gli ordini esteri), con un mercato interno comunque favorevole (+3,3). Dall estero segnali ancora incoraggianti per il 2012, con la raccolta ordini in aumento del +6,6 Firenze, 10 gennaio Pubblicazione a cura di Tessile & Moda Service soc. Unipersonale La presente pubblicazione (in seguito Documento) è opera esclusiva ed originale di SMI - Sistema Moda Italia (Federazione tessile e moda, aderente a Confindustria) per conto di Tessile & Moda Service soc. Unipersonale. SMI - Sistema Moda Italia è impegnata in numerose attività aventi ad oggetto la tutela e la promozione degli interessi di categoria delle imprese tessilimoda. Il Documento è destinato ad essere distribuito via posta, elettronica o ordinaria, e non può essere ridistribuito, riprodotto, pubblicato o alterato in alcuna delle sue parti da soggetti non espressamente autorizzati. Tutti i diritti di autore sono riservati. Il Documento ha finalità puramente informative e non rappresenta né un offerta né una sollecitazione ad effettuare alcuna operazione. Le informazioni, le opinioni, le valutazioni e le previsioni contenute del Documento sono state ottenute o derivano da fonti che SMI - Sistema Moda Italia ritiene attendibili, ma che non costituiscono in alcun modo una forma di garanzia, sia implicita sia esplicita e di cui, pertanto, SMI - Sistema Moda Italia e Tessile & Moda Service soc. Unipersonale non si ritengono responsabili.
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