Attività di valutazione in itinere del POR Marche FSE ob /2013. Rapporto di Valutazione 2015

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1 Attività di valutazione in itinere del POR Marche FSE ob /2013 Rapporto di Valutazione 2015 Maggio 2015

2 INDICE INDICE 1 1. Sintesi del rapporto, conclusioni e riflessioni 2. Premessa L approccio valutativo La valutazione operativa La descrizione dello stato di avanzamento del programma Le risorse impegnate Lo stato di attuazione dei progetti I destinatari avviati alle attività POR Un approfondimento delle caratteristiche della programmazione Prospettive con l attuale capacità di impegno Capacità di attuazione del programma al 2013 e previsione al Un approfondimento sui destinatari: chi riceve più di un servizio durante la programmazione? Le determinanti della numerosità dei servizi Alcune considerazioni conclusive La valutazione strategica Premessa L aggiornamento dell analisi di contesto e dell analisi SWOT Mercato del lavoro Istruzione e formazione Altre tendenze socio-economiche I destinatari degli interventi cofinanziati dal FSE La coerenza degli interventi avviati con i bisogni di intervento e i target di destinatari La copertura della popolazione regionale I destinatari avviati per Obiettivo Specifico Un approfondimento sulla situazione giovanile I giovani nel contesto socio-economico regionale I giovani destinatari degli interventi del FSE La valutazione di efficacia degli interventi a sostegno dell occupabilità Gli interventi formativi finanziati e le principali caratteristiche dei destinatari coinvolti nell indagine placement Le motivazioni della partecipazione e i canali di conoscenza delle attività formative La ricerca di lavoro dopo la conclusione dell attività formativa Esiti occupazionali degli interventi a 12 mesi dalla conclusione dell attività Gli indicatori relativi ai tassi di inserimento occupazionale lordo Le caratteristiche dell occupazione a 12 mesi dalla fine dell intervento La transizione nell occupazione: lo status professionale a 6 e 12 mesi dalla conclusione dell intervento e al momento dell intervista La valutazione di efficacia ed efficienza dei Servizi Pubblici per l'impiego 114 Allegato al Rapporto di Valutazione

3 1. Sintesi del rapporto, conclusioni e riflessioni La valutazione operativa ricostruisce la mappa ordinata della programmazione e della realizzazione degli interventi del POR FSE Marche , ponendo attenzione a tre aspetti in particolare: il rapporto tra quanto programmato e quanto realizzato; le differenze territoriali nella realizzazione del programma; le tipologie dei destinatari e dei bisogni intercettati. Il 2014 è stato un anno di difficoltà persistenti dell economia italiana e regionale, anche se meno accentuate rispetto al I segnali di ripresa in alcuni comparti del manifatturiero sono stati controbilanciati dalla presenza di crisi di aziende importanti e non si sono tradotti in una apprezzabile crescita degli investimenti e dei consumi tali da invertire la tendenza occupazionale e da consentire di assorbire quote importanti di disoccupazione. Nonostante la continuità della condizione critica del mercato del lavoro mantenga una pressione elevata di domanda sociale, il raggiungimento del 97% delle risorse impegnabili del POR FSE ha posto un tetto oggettivo alla quantità di investimenti mobilitabili, per cui in valore assoluto e relativo le risorse impegnate e spese nell anno 2014 sono state inferiore all anno precedente. In totale la Regione Marche è giunta ad impegnare 269,3 milioni euro (97%) e a spenderne 240 milioni (89,1%). L asse II Occupabilità ha registrato una capacità di impegno superiore al programmato per alle persistenti domande sociali dovute alla crisi economica. Anche l asse V (transnazionalità) e l asse I (Adattabilità) sono ormai al termine delle risorse impiegabili. Quindi, trattandosi del penultimo anno di programmazione e dell elevato livello raggiunto dalla capacità di impegno, la diminuzione del flusso di risorse POR FSE 2014 è del tutto fisiologica. Per quanto riguarda la tipologia di interventi finanziati, quasi l 80% delle risorse impegnate è stato assorbito tra tre tipologie: i progetti formativi (28%) soprattutto ad Ancona (44%) e Pesaro Urbino (57%); i progetti non formativi (36%) soprattutto per le attività gestite da Regione Marche (58%); le work experiences (15%), soprattutto ad Ascoli Piceno (44%). Lo stato di attuazione dei progetti vede il numero di quelli approvati attestarsi a ; quelli avviati a (il 98% degli approvati); il numero di quelli conclusi raggiungere i (il75% di quelli avviati). La capacità di selezione (progetti approvati su presentati) si attesta al 60%; la capacità principale (progetti avviati su approvati) sfiora il 100%; la capacità di concludere i progetti avviati, come detto, si attesta al 75% (tale percentuale è sensibilmente più bassa in provincia di Ancona). 2

4 Passiamo a considerare ora la performance in termini di destinatari avviati dalle azioni POR FSE. Nel 2014 essi raggiungono il numero di unità di servizio erogate, di cui il 50% erogate a donne. Si tratta di destinatari in più nel 2014, pari al + 6,3%. Il numero di coloro che hanno concluso le attività ha raggiunto le 88mila unità. I destinatari avviati sono quindi ordinati in base all obiettivo specifico del programma. Si apprezza così che il 24,3% è avviato dagli interventi dell Ob.Ic (Gestione del cambiamento); il 20,9% dall Ob.IIe (Politiche del lavoro attive) e il 18,5% dall Ob.Ia (Formazione Continua). Abbiamo accennato al fatto che il programma appare equilibrato nel coinvolgere uomini e donne, in media. A livello geografico, le donne sono più presenti nelle iniziative POR FSE a Macerata, Ascoli Piceno, Fermo e nelle iniziative gestite direttamente dalla Regione. Sono meno presenti ad Ancona e Pesaro Urbino. Ciò può dipendere dal fatto che nelle province a più elevata intensità industriale la proporzione di lavoratrici occupate è inferiore a quella dei lavoratori. Passiamo ora a considerare brevemente la condizione occupazionale di partenza degli avviati. Per il 55,7% si tratta di persone occupate, soprattutto a Fermo, Ancona e Pesaro Urbino; per il30,4% si tratta di disoccupati, soprattutto ad Ascoli Piceno e Macerata; infine, per il 13,9% si tratta di inattivi, soprattutto nelle iniziative gestite dalla Regione. Per quanto riguarda il titolo di studio, il 44,4% dei destinatari avviati ha un istruzione di base; il 36,3% una istruzione secondaria superiore e il 17,4% una istruzione terziaria. Da segnalare infine il dato relativo alla presenza di persone colpite da particolari forme di svantaggio. I destinatari avviati di questo tipo raggiungono le unità, circa il 15% di tutti i destinatari. Di questi il 21% sono persone che presentano svantaggi dovuti a disabilità. La Valutazione Operativa si è soffermata sul fatto che i destinatari non sono persone sempre diverse, ma che in molti casi la stessa persona può ricevere più unità di servizio. Se sono i destinatari avviati, le teste (ovvero le persone) sono in realtà 83mila; di queste circa ¾ ricevono un servizio, mentre ¼ ne riceve più di uno. Si è cercato allora di rispondere alla domanda: Quali sono le caratteristiche delle persone che hanno più probabilità di essere coinvolte nelle azioni POR FSE? Le determinanti sono forme accentuate di svantaggio o capacità di intercettare maggiormente i benefit? L analisi condotta con un modello di regressione logistica mostra che - a parità di ogni altra condizione - si tratta di probabilità legata a forme di svantaggio personale o strutturale. Il fatto che gli avviati siano in realtà unità di servizio erogate, e non persone, richiede di porre attenzione alla formazione degli indicatori di performance quali ad esempio i tassi di copertura. 3

5 La capacità di attuazione degli impegni finanziari, in definitiva, mostra che sono state impegnate il 97% delle risorse. Il che significa che rimangono circa 9 milioni da investire nell anno corrente 2015 (n + 2) per raggiungere gli obiettivi del programma POR FSE. Visto lo stato dei bisogni sociali da un lato e la capacità ed efficienza organizzativa dell AdG della Regione Marche dimostrata lungo l intero periodo di programmazione, pensiamo ciò non costituisca un problema dal punto di vista della operatività nella parte finale di attuazione del programma. Il modello logistico evidenza anche graficamente tale aspetto. La valutazione strategica esprime un giudizio sulla coerenza e significatività della programmazione/riprogrammazione rispetto all evoluzione del contesto socio-economico, ovvero rispetto ai bisogni sia rilevati ad inizio programmazione che emersi durante la programmazione in seguito alle mutate condizioni del contesto socio-economico. Partendo dai punti di forza e dalle criticità evidenziate dall analisi SWOT contenuta nel POR FSE , la valutazione strategica propone -- sulla base dei dati più recenti disponibili -- un aggiornamento dei principali indicatori di contesto socio-economico per: 1. verificare se i punti di forza rimangono tali e se le criticità sono state superate anche alla luce delle minacce sottolineate dalla stessa analisi SWOT; 2. analizzare se le priorità strategiche della programmazione sono ancora valide o se sono eventualmente necessari dei correttivi che tengano conto delle mutate condizioni di contesto. L aggiornamento dell analisi SWOT è seguito da una lettura dell attuazione, attraverso gli indicatori e i risultati della valutazione operativa, per verificare a quali target di destinatari sono stati indirizzati gli interventi ad oggi finanziati sui vari Assi e Obiettivi specifici del POR FSE Particolare attenzione viene dedicata a verificare se ed in quale misura le riprogrammazioni hanno soddisfatto bisogni e target considerati, in prima istanza, prioritari nel quadro socioeconomico regionale e nei diversi contesti locali. Inoltre, alla luce dell aggiornamento dell analisi SWOT, si verifica se le riprogrammazioni hanno tenuto conto di eventuali nuovi bisogni e nuovi target rilevanti per effetto di criticità e minacce emergenti, qualora il quadro socio economico regionale e i diversi contesti locali fossero mutati in maniera consistente. Infine, come nei Rapporti di Valutazione degli anni precedenti, viene proposto un approfondimento sui giovani, da un lato, per verificare se ed in che misura il contesto socio-economico della regione Marche è, nel confronto con le altre regioni italiane, favorevole ai giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni, e, dall altro, per analizzare (attraverso i dati SIFORM) le caratteristiche socio-anagrafiche dei giovani 4

6 15-29enni destinatari degli interventi cofinanziati col FSE, rispetto a quelle dell universo dei destinatari, e la tipologia degli interventi realizzati a loro favore. L analisi dei tassi di copertura relativi alla quota di popolazione residente nelle Marche raggiunta dagli interventi cofinanziati dal FSE mostra che, complessivamente, al 31/12/2014, gli interventi avviati all interno del POR FSE hanno raggiunto il 7,4% del totale della popolazione residente. In dettaglio, i tassi di copertura mostrano una moderata differenza a favore degli uomini (7,7% contro il 7,2% delle donne) e sono più elevati per i giovani tra i 25 e i 34 anni (il 20,2%), gli individui con un livello di istruzione post secondaria e universitaria (il 13%) e le persone in cerca di occupazione, sia inoccupati che disoccupati (il 49,9%). Nel caso degli immigrati e delle persone con disabilità, il tasso di copertura è pari rispettivamente al 7,7% e al 4,4%. I tassi di copertura sono in crescita rispetto al 31/12/2013 per tutti i target considerati. Particolarmente consistente è la crescita del tasso di copertura delle persone in cerca di prima occupazione (+4,4 punti percentuali rispetto all anno precedente). Particolarmente consistente è la crescita del tasso di copertura delle persone tra i 25 e i 54 anni (+ 8,3 punti percentuali). In sintesi, gli interventi del POR FSE si sono mossi nella direzione di garantire soprattutto: il rispetto delle pari opportunità: 1) le donne sono più della metà dei destinatari degli interventi avviati a valere sul POR FSE in tutti gli Assi ad eccezione dell Asse I - Adattabilità; 2) l integrazione nel mercato del lavoro dei migranti e delle persone con disabilità viene garantita in maniera adeguata con interventi abbastanza distribuiti su tutti gli Assi; il supporto ed il sostegno alle persone in cerca di (prima) occupazione, mediante interventi avviati su tutti gli Assi ed in particolare sull Asse II Occupabilità (sul quale si concentra il 48,1% di inoccupati/disoccupati) e sull Asse IV Capitale Umano (il 24%); la continuità del processo formativo dei lavoratori e l acquisizione di una adeguata qualificazione dei lavoratori attraverso la formazione sul lavoro, grazie all avvio di progetti di formazione continua per occupati e di formazione nell ambito dell apprendistato (postobbligo formativo) sull Asse I Adattabilità dove il 92,1% dei destinatari è, infatti, occupato; la competitività regionale nel medio lungo periodo, grazie al rafforzamento del sistema dell istruzione e della formazione e dell innovazione e del trasferimento tecnologico realizzato mediante le iniziative avviate sull Asse IV Capitale Umano, quali ad esempio i progetti di formazione permanente - aggiornamento professionale e tecnico, di alta formazione universitaria e post universitaria o di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore; 5

7 una buona copertura dei giovani presenti sul territorio regionale, infatti, il tasso di copertura dei giovani tra i 15 e i 29 anni è pari al 19,9% 18,4% (in crescita rispetto al 18,4% dell anno precedente); un adeguato sostegno all inclusione dei giovani a rischio di marginalità sociale: i giovani immigrati e i giovani con disabilità sono sovra rappresentati in questa fascia di età (rispettivamente l 11,6% e il 4,4%, contro il 9,7% e il 3,1% del totale dei partecipanti agli interventi FSE). A fronte di questo impegno e di questi risultati che risultano particolarmente coerenti con i bisogni evidenziati in sede di programmazione va, tuttavia, evidenziato come, a causa soprattutto del perdurare degli effetti negativi della crisi economica, persistano, nell ambito del mercato del lavoro e del contesto socio-economico marchigiano, alcune criticità e minacce che, rispetto all inizio della programmazione, si sono aggravate o sono emerse ex novo. Data anche la natura più strutturale della crisi, è importante che a tali criticità/minacce si presti la dovuta attenzione: Il permanere, nonostante i miglioramenti registrati rispetto all inizio della programmazione , di elevati differenziali di genere nei tassi di attività (14,2 punti percentuali), di occupazione (14,9 punti percentuali) e di disoccupazione (3,2 punti percentuali). il calo dei flussi in entrata nel mercato del lavoro (soprattutto quelli con contratti di lavoro permanente) e l incremento dell incidenza delle posizioni di lavoro temporaneo sul totale delle assunzioni, a conferma di una delle criticità individuate ad inizio programmazione, ovvero il crescente grado di precarietà della forza lavoro. L elevato numero di lavoratori coinvolti in crisi aziendali: nel 2014, i lavoratori in CIG equivalenti a zero ore sono pari a lavoratori e rappresentano il 2,9% dell occupazione dipendente nelle Marche. La quota di giovani (18-24 anni) che abbandonano prematuramente gli studi (13,9%) ancora superiore alla media europea (11,9%) e lontana da quel 10% previsto tra obiettivi della strategia di Europa La quota di giovani tra i 30 e i 34 anni in possesso di un titolo di studio universitario (22,7%) è ancora molto distante dalla media Europea (36,9%) e dal valore target del 40%. La quota di adulti tra i 25 e i 64 anni impegnati in attività di formazione permanente (7,1%) nelle Marche si attesta, nel 2013, al 7,1% contro il 6,2% dell Italia e il 10,4% della UE28, un dato quindi molto distante dal valore target del 15%, previsto dalla strategia di Europa 6

8 2020. I dati di monitoraggio del POR Marche mostrano invece che il 9,7% della popolazione residente di età compresa tra i 25 e i 64 anni ha partecipato ad attività di natura formativa finanziata dal FSE: un tasso di copertura, che seppur più rilevante del dato di fonte statistica ufficiale, è ancora distante dal target La nuova Programmazione regionale appare affrontare molte di queste criticità, grazie alle specifiche priorità di investimento attivate sul POR FSE e volte ad assicurare: L «accesso all'occupazione per le persone in cerca di lavoro e inattive [ ]» (Priorità 8.i). L «integrazione sostenibile nel mercato del lavoro dei giovani [ ]» (Priorità 8.ii). L «uguaglianza tra uomini e donne [ ]» (Priorità 8.iv). L «adattamento dei lavoratori, delle imprese e degli imprenditori ai cambiamenti»(priorità 8.v). La «riduzione e la prevenzione dell'abbandono scolastico precoce [ ]» (Priorità 10.i). Il «rafforzamento della parità di accesso alla formazione permanente [ ]» (Priorità 10.iii). Il «miglioramento dell'aderenza al mercato del lavoro dei sistemi d'insegnamento e di formazione [ ]» (Priorità 10.iv). Infine, l approfondimento sui giovani tra i 15 e i 29 anni conferma che le Marche si caratterizzano per un contesto socio-economico relativamente più favorevole ai giovani rispetto a quello di molte regioni del Centro e del Nord Italia, oltre che nel confronto con il livello nazionale. Ciononostante, il perdurare della crisi economica produce effetti negativi soprattutto sulla componente giovanile della forza lavoro, che devono essere contrastati in maniera adeguata per evitare eventuali rischi di depauperamento del capitale sociale e umano con l aumento, tra i giovani, della disoccupazione di lunga durata e dei NEET (né occupati né in istruzione e formazione) che, nel lungo periodo, potrebbe incidere sulle prospettive di crescita e competitività dell intero sistema economico, e aumentare la spesa per far fronte agli effetti sociali negativi dell esclusione. In questa direzione si muove il programma Garanzia giovani (Youth Guarantee) con la quale, a seguito dell emergenza della disoccupazione giovanile a livello europeo, il Consiglio dell Unione Europea ha invitato gli Stati membri a garantire ai giovani con meno di 25 anni un offerta qualitativamente valida di lavoro, di proseguimento degli studi, di apprendistato o di tirocinio o altra misura di formazione entro quattro mesi dall inizio della disoccupazione o dall uscita dal sistema di istruzione formale. Il POR-FSE della Regione Marche mostra comunque una buona capacità nel raggiungere i giovani presenti sul territorio regionale. Gli interventi avviati a valere sul POR FSE mostrano, infatti, tassi 7

9 di copertura della popolazione giovanile residente nelle Marche pari al 17,8% nel caso dei giovani tra i 15 e i 19 anni, e simile nel caso dei giovani tra i 20 e i 24 anni (17,9%), mentre raggiunge il 23,5% tra giovani tra i 25 e i 29 anni, per un tasso di copertura medio dei giovani tra i 15 e i 29 anni pari al 19,9%. I giovani sono interessati in maniera mediamente superiore rispetto al totale dei partecipanti da tutti gli interventi cofinanziati dal FSE, ad eccezione di quelli avviati sugli Obiettivi specifici Ib, Ic e IIf. Gli interventi cofinanziati col FSE si muovono quindi nella direzione di contrastare eventuali fenomeni di disoccupazione giovanile altamente scolarizzata (incrementando l occupabilità dei giovani laureati che spesso incontrano difficoltà di inserimento anche a causa della mancanza di esperienze lavorative pregresse) e di favorire l inserimento nel tessuto produttivo locale di forza lavoro più scolarizzata (anche allo scopo di stimolare l introduzione di innovazioni nei processi produttivi o negli assetti organizzativi delle PMI locali). Inoltre, la quota di svantaggiati (in media) più elevata tra i giovani, piuttosto che tra tutti i destinatari del POR, sottolinea il ruolo importante del POR-FSE della Regione Marche nel sostenere l inclusione dei giovani a rischio di marginalità sociale. L indagine Placement è relativa ai formati negli interventi per l occupabilità cofinanziati dal FSE a valere sull Asse II conclusi nel 2013, rappresentati per il 60% circa da destinatari di incentivi alle persone per la formazione, per poco meno di un terzo del totale dai destinatari di borse di ricerca (soprattutto) e di lavoro e, per quote inferiori, dai partecipanti coinvolti in percorsi di formazione finalizzata al reinserimento lavorativo (il 6% del totale) e di formazione post obbligo formativo e post diploma (1,2%), con una significativa crescita, negli ultimi anni della programmazione , del peso dei voucher individuali per la fruizione di attività formative rispetto agli inizi del settennio, fortemente contraddistinti, invece, dal prevalente finanziamento di work experience, in primis borse per la realizzazione di esperienze di lavoro e di progetti di ricerca. L indagine ha messo in luce un tasso di inserimento occupazionale lordo complessivo a 12 mesi dalla conclusione degli interventi formativi pari al 39% e un tasso di successo (ovvero la somma dei soggetti occupati e di quelli rientrati in percorsi di istruzione e/o formazione) pari al 40,7%, senza differenze di particolare rilievo negli esiti occupazionali in funzione delle diverse tipologie formative, ad eccezione del migliore risultato di placement per i destinatari delle borse di ricerca, legato in parte alla natura stessa degli interventi (attività di ricerca di durata medio-lunga e a 8

10 contatto diretto con l azienda) e, in parte, alle caratteristiche forti dell utenza target, che in base ai vincoli posti dalle Linee guida regionali è rappresentata interamente da laureati. Tabella 1 - Tassi di inserimento a 12 mesi dalla conclusione dell attività formativa per tipologia formativa e Organismo Intermedio * Tasso di inserimento Tasso di (re)inserimento Tasso di Tasso di inserimento occupazionale in istruzione e successo occupazionale lordo (A) coerente (B) formazione (C) (D=A+C) Tipologia formativa Formazione finalizzata al reinserimento lavorativo* 37,9 31,0 3,4 41,3 Formazione post obbligo e post diploma* 33,3 33,3-33,3 Incentivi alle persone per la formazione 37,4 4,2 0,7 38,1 Borse di lavoro 36,5 21,2 5,8 42,3 Borse di ricerca 45,2 26,9 1,9 47,1 Organismo Intermedio AN 38,9 3,0 0,5 39,4 AP* 42,9 11,4-42,9 FM* 36,8 21,1 7,9 44,7 MC 27,6 6,9-27,6 PU* 42,9 33,3 4,8 47,7 Reg. 43,2 26,4 2,4 45,6 TOTALE 39,0 12,9 1,7 40,7 * Le voci contrassegnate da asterisco si contraddistinguono per un numero di formati troppo esiguo perche il risultato possa essere considerato statisticamente significativo. ** Indicatore percettivo che rapporta il numero dei destinatari di interventi formativi che a 12 mesi dalla chiusura dell attività formativa dichiarano di avere una occupazione coerente al totale dei destinatari formati nell attività (e non ai soli occupati). L indagine evidenzia, infatti, in generale, maggiori difficoltà di inserimento per chi possiede un basso livello di istruzione, per i cittadini stranieri e per i più maturi rispetto agli under 30, mentre non si rilevano significative differenze di genere. Il gap di genere, pari a 0,7 punti percentuali, risulta inferiore a quello rilevato attraverso le indagini Placement a inizio programmazione, coerentemente con l andamento complessivo del mercato del lavoro marchigiano che ha visto un forte peggioramento della condizione degli occupati uomini, in conseguenza della crisi congiunturale che ha colpito principalmente i settori a forte caratterizzazione maschile (industria manifatturiera, edilizia), ma tale gap si mantiene comunque stabilmente al di sotto del differenziale di genere registrato a livello regionale dalla Rilevazione Continua delle Forze di Lavoro dell Istat (pari, per il 2014, a 14,9 punti percentuali), ad indicare quindi una certa efficacia della formazione e delle politiche attive del lavoro a sostegno delle donne. Se si considera, peraltro, l evoluzione della condizione occupazionale dei destinatari dai 6 mesi dalla conclusione dell intervento formativo in poi, si osserva una crescita graduale del gap di genere e un progressivo peggioramento della situazione professionale della componente straniera, a testimoniare la capacità delle attività formative di colmare, almeno in parte, le iniziali condizioni tipicamente considerate di svantaggio nel mercato del lavoro, effetto formazione che poi si riduce man mano che ci si allontana nel tempo dall esperienza formativa. 9

11 Tabella 2 - Tassi di inserimento a 12 mesi dalla conclusione dell attività formativa per principali caratteristiche socio-anagrafiche dei formati* Tasso di inserimento Tasso di (re)inserimento Tasso di Tasso di inserimento occupazionale in istruzione e successo occupazionale lordo (A) coerente (B)** formazione (C) (D=A+C) Genere M 39,4 10,6 1,1 40,5 F 38,7 14,4 2,1 40,8 Cittadinanza Italiani 41,3 13,8 1,7 43,0 Stranieri 25,0 7,4 1,5 26,5 Età Fino a 29 anni 43,9 16,4 2,5 46, anni 31,0 8,3 0,6 31,6 45 anni e oltre* 37,5 6,3-37,5 Titolo di studio in ingresso Inferiore al diploma 28,8 2,7-28,8 Diploma 38,0 10,1 2,9 40,9 Istruzione terziaria 47,2 23,6 1,2 48,4 TOTALE 39,0 12,9 1,7 40,7 * Le voci contrassegnate da asterisco si contraddistinguono per un numero di formati troppo esiguo perche il risultato possa essere considerato statisticamente significativo. ** Indicatore percettivo che rapporta il numero dei destinatari di interventi formativi che a 12 mesi dalla chiusura dell attività formativa dichiarano di avere una occupazione coerente al totale dei destinatari formati nell attività (e non ai soli occupati). Rispetto alle indagini Placement condotte nelle annualità precedenti, la quota di chi, a distanza di un anno dalla conclusione del percorso di formazione o della politica attiva del lavoro fruita, ha trovato un occupazione risulta meno elevata, così come diminuisce nel tempo la quota dei soggetti rientrati in percorsi di istruzione e/o formazione, mentre cresce progressivamente la percentuale di persone in cerca di lavoro. Tabella 3 Condizione professionale e caratteristiche dell occupazione a 12 mesi rilevati dalle indagini Placement della Regione Marche per anno di conclusione dei percorsi Tasso di inserimento occupazionale lordo 52 57,3 46,7 43,5 39 Tasso di inserimento occupazionale coerente 29,1 27,9 27,4 13,8 12,9 Tasso di successo 60,4 62,5 51, ,7 % di contratti a tempo indeterminato sul totale degli occupati 25,2 19,9 19,8 25,6 17,1 Si tratta di un risultato occupazionale in parte legato alla maggiore o minore presenza, negli anni di indagine, di tipologie formative che, in generale, si sono contraddistinte per migliori esiti occupazionali (con particolare riferimento alle work experience, in primis le borse di ricerca) e che in parte riflette le perduranti difficoltà del mercato del lavoro regionale, a fronte di un target comunque motivato (circa 8 su 10 si iscrivono all attività con l esplicito scopo di trovare un impiego o reinserirsi nel mondo del lavoro dopo un periodo di inattività), che inizia la ricerca di un occupazione subito dopo la fine dell intervento e che, nel complesso, valuta in maniera positiva 10

12 la formazione svolta, sia per quanto concerne l utilità per acquisire competenze tecnicoprofessionali che per quel che riguarda la docenza/il tutoraggio, l organizzazione dei percorsi e, nel caso di formazione on the job, le interazioni in azienda. Le condizioni di contesto sembrano, peraltro, influenzare non soltanto le probabilità di inserimento al termine delle attività formative, ma anche la continuità del lavoro (la percentuale di formati che risultano occupati sia dopo 6 mesi, sia dopo 12 dalla fine dell attività che al momento della rilevazione è poco superiore al 20% del totale, a fronte del 47% circa che non risulta occupato/a in nessuno dei tre momenti temporali considerati) e la stessa qualità dell occupazione, sul piano della coerenza rispetto alla formazione fruita, della stabilità (ad avere un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato è il 17% circa del totale degli occupati), della forte presenza di part time involontario e delle retribuzioni, in media, piuttosto modeste. Per quanto riguarda i Servizi per l Impiego, la valutazione mette in luce che il 2014 ha visto incrementarsi ulteriormente il numero degli iscritti alle liste di disoccupazione. Infatti, stante la perdurante stagnazione economica, esse hanno raggiunto lo stock di 180mila iscritti. Ma in generale tutte le prestazioni dei Centri per l Impiego sono risultate sotto pressione nell anno Coloro che hanno dato immediata disponibilità al lavoro sono in crescita e sfiorano le 60mila unità, con una lieve diminuzione a Pesaro Urbino e un aumento ad Ancona e Macerata. I colloqui di orientamento sono in aumento soprattutto dove la lista dei disoccupati è più elevata e dove si sono verificati fenomeni di crisi e ristrutturazione industriale (Ancona e Macerata). Ciò vale anche per la stipula di patti di servizio. Dopo il colloquio di orientamento, l utente viene inviato di nuovo al servizio Domanda/Offerta nell 81% dei casi; tale percentuale si avvicina al 99% ad Ascoli Piceno. Il numero di richieste di figure professionali da parte delle imprese è in diminuzione rispetto all anno base 2007, ma mostra una ripresa nel 2014 rispetto all anno precedente, riportandosi a un livello di Diminuisce però il numero di segnalazioni andate a buon fine. Il collocamento mirato infine diminuisce fortemente attestandosi a unità (nel 2013 erano ). Aumenta però il numero di persone occupate di tale servizio in imprese private (2.089). Per concludere, i Servizi per l Impiego nel 2014, anno di perduranti difficoltà economiche, hanno aumentato ulteriormente l attività di servizio di ricerca attiva del lavoro, di orientamento, ecc. Spesso le figure professionali richieste dalle imprese non si abbinano alle caratteristiche delle persone presenti nelle liste di disoccupazione. 11

13 Conclusioni La programmazione POR FSE Marche si sta avviando al termine. Il risultato del 2014 (n + 1) si sta avvicinando al limite delle risorse programmate per il periodo e ciò induce a due considerazioni generali che sono argomentate nello svolgimento di questo Rapporto: da un lato si può apprezzare il successo operativo della programmazione, poiché ormai quasi tutte le risorse programmate sono state impegnate; dall altro la variazione relativa (sull anno precedente) denota una mobilizzare di risorse inferiori; si tratta un aspetto fisiologico man mano ci si avvicina al tetto delle risorse a disposizione. Questo comporta che la variazione relativa dell anno 2014 non sposti sensibilmente le medie ormai consolidate degli anni precedenti e il conseguente giudizio valutativo. Rispetto al 2013, l attività del 2014 è stata inferiore, nonostante i bisogni elevati dovuti ad una situazione economica di recessione. La gestione delle risorse appare comunque oculata - consentendo un flusso di interventi significativo sia pur ridotto - alla luce del ritardo nazionale con cui si sta avviando la programmazione La Valutazione Operativa mette in luce che la capacità di attuazione degli impegni finanziari ha impegnate il 97% delle risorse. Il che significa che rimangono circa 9 milioni da investire nell anno corrente 2015 (n + 2) per raggiungere gli obiettivi del programma POR FSE. Visto lo stato dei bisogni sociali da un lato e la capacità ed efficienza organizzativa dell AdG Regione Marche dimostrata lungo l intero periodo di programmazione, pensiamo ciò non costituisca un problema dal punto di vista della operatività nella parte finale di attuazione del programma. Il modello logistico evidenza anche graficamente tale aspetto. La Valutazione Operativa si è soffermata sul fatto che i destinatari non sono persone sempre diverse, ma che in molti casi la stessa persona può ricevere più unità di servizio. Se sono i destinatari avviati, le teste (ovvero le persone) sono in realtà 83mila; di queste circa ¾ ricevono un servizio, mentre ¼ ne riceve più di uno. Si è cercato allora di rispondere alla domanda: Quali sono le caratteristiche delle persone che hanno più probabilità di essere coinvolte nelle azioni POR FSE? Le determinanti dipendono da forme accentuate di svantaggio o da una miglior capacità di intercettare i benefit? L analisi condotta con un modello di regressione logistica mostra che - a parità di ogni altra condizione - si tratta di probabilità legata a forme di svantaggio personale o strutturale. Chi usufruisce di più servizi è l utenza più svantaggiata, o perché giovane e quindi 12

14 senza forti legami per un ingresso soddisfacente nel mondo del lavoro, o perché colpita da particolari forme di svantaggio. La forte concentrazione territoriale su Ancona e Pesaro Urbino può dipendere sia dalla maggior concentrazione industriale che comporta presenza di grosse imprese in ristrutturazione o crisi, quindi una forte domanda sia dalla maggior presenza di agenzia specializzate, capaci di intercettare la domanda (lato dell offerta). Se ipotizziamo ragionevolmente che chi utilizza più servizi sia l utenza più svantaggiata, possiamo concludere che il POR FSE non ha effettuato una redistribuzione cieca di interventi, ma che è riuscito a coinvolgere con diversi interventi un quarto di utenza particolarmente bisognosa di aiuto (domanda). Allo stesso tempo, non può essere sottovalutata l importanza della capacità di intercettare i bisogni sul territorio dal lato dell offerta, là dove essa si presenta tradizionalmente e strutturalmente più forte. La Valutazione Strategica ha messo in rilievo alcuni aspetti positivi, quali il fatto che i tassi di copertura sono in crescita rispetto al 31/12/2013 per tutti i target considerati. Si segnala la crescita del tasso di copertura delle persone in cerca di prima occupazione (+4,4 punti percentuali rispetto all anno precedente) e la crescita del tasso di copertura delle persone tra i 25 e i 54 anni (+ 8,3 punti percentuali). Gli interventi del POR FSE si sono mossi nella direzione di garantire soprattutto il rispetto delle pari opportunità e l integrazione nel mercato del lavoro dei migranti e delle persone con disabilità; il supporto ed il sostegno alle persone in cerca di (prima) occupazione; la continuità del processo formativo dei lavoratori e l acquisizione di una adeguata qualificazione dei lavoratori attraverso la formazione sul lavoro; il rafforzamento del sistema dell istruzione e della formazione e dell innovazione e del trasferimento tecnologico. Infine, tra gli aspetti positivi, si segnala che il tasso di occupazione degli over55 (52,3%) si colloca su un valore superiore a quello medio europeo (51,8% della UE28). Alcune criticità e minacce, rispetto all inizio della programmazione, si sono aggravate o sono emerse ex novo. Ci si riferisce anzitutto alla presenza di elevati differenziali di genere nei tassi di attività (14,2 punti percentuali), di occupazione (14,9 punti percentuali) e di disoccupazione (3,2 punti percentuali). Persiste il calo dei flussi in entrata nel mercato del lavoro (soprattutto quelli con contratti di lavoro permanente) e l incremento dell incidenza del lavoro temporaneo sul totale delle assunzioni a conferma il crescente grado di precarietà della forza lavoro. 13

15 Preoccupa l elevato numero di lavoratori coinvolti in crisi aziendali: nel 2014, i lavoratori in CIG equivalenti a zero ore sono pari a lavoratori e rappresentano il 2,9% dell occupazione dipendente nelle Marche. La quota di giovani (18-24 anni) che abbandonano prematuramente gli studi (13,9%) è ancora superiore alla media europea (11,9%) e lontana da quel 10% previsto tra obiettivi della strategia di Europa La quota di giovani tra i 30 e i 34 anni in possesso di un titolo di studio universitario (22,7%) è ancora distante dalla media Europea (36,9%) e dal valore target del 40%.Infine, la quota di adulti tra i 25 e i 64 anni impegnati in attività di formazione permanente nelle Marche è ancora distante dal valore target del 15% previsto dalla strategia di Europa Il POR-FSE della Regione Marche mostra comunque una buona capacità nel raggiungere i giovani presenti sul territorio regionale. I giovani sono interessati in maniera mediamente superiore rispetto al totale dei partecipanti da tutti gli interventi cofinanziati dal FSE, ad eccezione di quelli avviati sugli Obiettivi specifici Ib, Ic e IIf. Gli interventi cofinanziati col FSE si muovono quindi nella direzione di contrastare eventuali fenomeni di disoccupazione giovanile altamente scolarizzata e di favorire l inserimento nel tessuto produttivo locale di forza lavoro più scolarizzata. Inoltre, la quota di svantaggiati (in media) più elevata tra i giovani, sottolinea il ruolo importante del POR-FSE della Regione Marche nel sostenere l inclusione dei giovani a rischio di marginalità sociale. L indagine di Placement ha messo in luce un tasso di inserimento occupazionale lordo complessivo a 12 mesi dalla conclusione degli interventi formativi pari al 39% e un tasso di successo (ovvero la somma dei soggetti occupati e di quelli rientrati in percorsi di istruzione e/o formazione) pari al 40,7%, senza differenze di particolare rilievo negli esiti occupazionali in funzione delle diverse tipologie formative. L indagine evidenzia maggiori difficoltà di inserimento per chi possiede un basso livello di istruzione, per i cittadini stranieri e per i più maturi rispetto agli under 30, mentre non si rilevano significative differenze di genere. Rispetto alle indagini Placement condotte nelle annualità precedenti, la quota di chi, a distanza di un anno dalla conclusione del percorso di formazione o della politica attiva del lavoro fruita, ha trovato un occupazione risulta meno elevata, così come diminuisce nel tempo la quota dei soggetti rientrati in percorsi di istruzione e/o formazione, mentre cresce progressivamente la percentuale di persone in cerca di lavoro. 14

16 Infine, per quanto riguarda i Servizi per l Impiego nel 2014, anno di perduranti difficoltà economiche, la Valutazione Operativa rileva che tali servizi hanno aumentato ulteriormente l attività di ricerca attiva del lavoro, di orientamento, ecc. Spesso però le figure professionali richieste dalle imprese non si abbinano alle caratteristiche delle persone presenti nelle liste di disoccupazione. Raccomandazioni Le raccomandazioni si concentrano su quattro elementi di particolare discontinuità che caratterizzeranno i prossimi periodi di programmazione e che richiedono uno sforzo aggiuntivo: le caratteristiche della disoccupazione; la modifica nazionale della struttura degli incentivi per l occupazione e la nuova Employment Protection Legislation; la ridefinizione delle competenze nazionali sulle politiche attive del lavoro; la gestione organizzativa dell infrastruttura dei centri e delle agenzie formative a seguito della riforma delle province. a) Il contesto in cui opererà la futura programmazione sarà quello di elevata disoccupazione strutturale anche qualora si inizino a consolidare i timidi segnali di ripresina di inizio Tale disoccupazione avrà tre caratteristiche: lento e ritardato assorbimento rispetto ai punti di ripresa (si ricorda che all incirca ogni punto di crescita del PIL comporta una riduzione di 0,4 punti di disoccupazione, con un lag temporale); riguarderà soprattutto i giovani, gli over 50, le donne; infine, si tradurrà in una trappola per molte figure non specializzate o anche specializzate, a causa della profonda ristrutturazione dei settori dell economia, con la relativa scomparsa di vecchie professioni e la crescita di altre. Questo comporta che l attuazione degli obiettivi programmatici del POR FSE sia sempre più mirato e selettivo. b) Sia il Jobs Act che la Legge di Stabilità hanno ridefinito la regolazione della protezione del lavoro, accentuato la flessibilità in uscita e incentivando fortemente sia il lavoro temporaneo (decreto Poletti) sia il contratto unico a tempo indeterminato. Questo comporterà la necessità di target molto precisi a livello regionale negli incentivi alle assunzioni per evitare sovrapposizioni con le politiche nazionali. c) Nella precedente programmazione FSE il modello delle politiche del lavoro assegnava al governo gli obiettivi generali, mentre la progettazione delle politiche attive del lavoro spettava alle regioni e la gestione dei servizi pubblici per l impiego era affidata alle province. La riforma dei servizi pubblici per l impiego e delle politiche attive del lavoro è in 15

17 una fase studio, di cui non si intravvedono le linee. Essa si incrocia con l abolizione delle Province, la ridefinizione delle deleghe tra Stato, Regioni ed Enti Locali, le modifiche alla legislazione di protezione dell occupazione e alla struttura degli incentivi alle assunzioni. Tale riforma dovrebbe ruotare attorno alla costituzione di una agenzia nazionale del lavoro, ma non è chiaro il suo raccordo con le strutture regionali (politiche attive)e con l istituto previdenziale nazionale(politiche passive), né con l infrastruttura dei servizi privati. Due nodi paiono emergere, uno a livello di programmazione e uno a livello di gestione. Chi dovrà programmare e attuare le politiche attive in futuro? Sarà una struttura centrale o decentrata? Da un lato i dati della programmazione POR Marche FSE mostrano la grande differenza geografica all interno dell economia regionale e la presenza di mercati del lavoro locali storicamente diversi e che esprimono bisogni difficilmente gestibili dal centro. Dall altro sarebbe ingenuo sottovalutare le difficoltà nella capacità gestionale delle regioni, specie ora che devono farsi carico della mancanza di organi decisionali provinciali. d) Chi dovrà gestire i CPI? Rimarranno con le caratteristiche attuali, in cui gestiscono l offerta di lavoro senza poter gestire la domanda e senza il raccordo con gli strumenti assistenziali? Si parla di sportello unico del lavoro, ma non è chiaro se si tratterebbe di una semplice interfaccia amministrativa o un vero e proprio centro di erogazione anche dei servizi specialistici. Il che comporterebbe non solo problemi di raccordo con INPS, ma un problema di risorse per la costruzione e la manutenzione di piattaforme informatiche generali. Cosa che finora si è rivelata inefficace a livello nazionale e che ha generato piattaforme regionali per l incontro tra domanda e offerta che non comunicano tra loro. Infine vi è il problema del raccordo tra il sistema delle agenzie pubbliche e delle agenzie private. Tutto ciò richiede un rinnovato sforzo di riprogettazione regionale dell infrastruttura che eroga le politiche attive all avvio della nuova programmazione. È del tutto evidente che non basta una buona programmazione dei bisogni da affrontare, se non si riordina e rafforza l infrastruttura che a tali bisogni sociali deve dare risposta e che rappresenta la catena di trasmissione degli obiettivi in azione capace di generare il cambiamento delle condizioni target con efficacia. Il che implica anche un rinnovato ruolo non solo dei Centri per l Impiego ma delle agenzie formative. 16

18 2. Premessa Il Rapporto 2015 di Valutazione Strategica e Operativa è il sesto rapporto annuale che l ATI, costituita dalla Fondazione Giacomo Brodolini e dall Istituto per la Ricerca Sociale, predispone nell ambito del servizio di valutazione in itinere del POR Marche FSE Ob /2013. Il Rapporto presenta i risultati dell attività valutativa e di analisi rispetto ai seguenti temi: la valutazione operativa (stato di attuazione del POR con evidenza di come stanno avanzando gli elementi chiave ); la valutazione strategica (rilevanza e adeguatezza del POR rispetto alle evoluzioni del contesto normativo, sociale ed economico); l indagine sugli esiti occupazionali dei destinatari effettivi e rendicontabili di tutti gli interventi rivolti all occupabilità cofinanziati dal FSE a valere sull Asse II Occupabilità nel corso della programmazione nella regione Marche conclusi nel 2013; l efficacia e l efficienza dei Servizi per l Impiego. Tali risultati saranno integrati da altri prodotti realizzati dall ATI nel corso del

19 3. L approccio valutativo Una buona programmazione rappresenta una condizione necessaria ma non sufficiente ad assicurare il raggiungimento di risultati significativi e di un impatto rilevante rispetto ai problemi di policy che si vogliono risolvere attraversi gli interventi del FSE. Infatti, spesso si è registrata una limitata corrispondenza tra gli sforzi profusi nella fase programmatoria e l implementazione e di attuazione del Programma, con un sostanziale indebolimento del significato stesso della programmazione. Tale considerazione risulta essere molto pertinente nel ciclo di programmazione FSE in cui la crisi economica e la necessità di contrastare gli effetti socio-economici della recessione mediante specifiche misure integrate di politiche attive e passive del lavoro hanno dato un impronta senz altro non prevista in sede di stesura del POR. La valutazione deve essere in grado di fornire elementi conoscitivi in grado di comprendere se la sostanza e lo spirito che hanno guidato la programmazione sono rimasti tali, a prescindere dal fatto che le risorse siano state indirizzate, in particolare, verso ben precise e delimitate tipologie di intervento e target di utenza. L approccio valutativo adottato si base su una serie di semplici assunti: Adozione di un punto di vista prioritario (persone, comunità e territori destinatari degli interventi) rispetto alla molteplicità di attori che sono coinvolti nella Programmazione. Ciò non significa che non sia data la giusta rilevanza al punto di vista (obiettivi e risultati attesi) dei diversi attori, ma che si riconosce una gerarchia rispetto al valore di questi risultati; Attenzione ai risultati specifici (connessi alla realizzazione del Programma e dei singoli interventi) e ai risultati complessivi (valore aggiunto della programmazione FSE). Ciò significa che la programmazione non viene assunta come un valore in sé, ma come uno strumento che deve consentire, a fronte di una complessità (procedurale, processuale, gestionale, negoziale, ecc.), precisi risultati a favore degli utenti finali (persone, comunità, territori); Concezione della valutazione come strumento di apprendimento finalizzato alla soluzione dei problemi che, pur nell espressione di un giudizio di merito e valutativo indipendente, ha come finalità quella di accompagnare il Committente nella ricerca dei buoni risultati. Dunque, la valutazione, pur senza confondersi con una impropria assistenza tecnica, per ogni eventuale elemento di criticità sollevato non potrà esimersi anche dal proporre soluzioni percorribili e coerenti con il contesto programmatorio oggetto di analisi. 18

20 Nel processo di valutazione dei risultati specifici e di quelli complessivi del Programma devono essere presi in esame anche la qualità della programmazione messa in campo e gli strumenti di governo e di presidio della programmazione stessa. In tal quadro, la valutazione deve svolgere un ruolo di rilievo a supporto del miglioramento della qualità, dell efficacia e della coerenza del POR, nonché della sua attuazione 1. Pertanto, le finalità che devono essere perseguite tramite le attività di valutazione possono essere così riassunte: conoscenza, nella misura in cui consente di acquisire dati ed informazioni sui risultati e gli effetti delle politiche; supporto alle decisioni, in quanto fornisce ai decisori elementi necessari per orientare le loro scelte; trasparenza, poiché consente di rendere conto di quanto ottenuto e appreso dalla fase di attuazione ai finanziatori a diverso livello, dalla Commissione Europea allo Stato italiano, fino ai partner istituzionali e sociali, agli altri portatori di interessi locali (stakeholder) e alla cittadinanza nel suo complesso. Le valutazioni in itinere (on going) devono esaminare i risultati (valutazione di output) degli interventi, la loro pertinenza rispetto ai bisogni rilevati in sede di programmazione e il grado di conseguimento degli obiettivi e degli indirizzi strategici, ponendo le basi per la valutazione ex-post (valutazione di impatto o di outcome). La valutazione operativa, più strettamente legata alla disponibilità dei dati di monitoraggio, ha l obiettivo di valutare il grado di conseguimento degli Obiettivi specifici del Programma e di eventuali scostamenti, nonché di effettuare approfondimenti specifici/tematici di particolare rilevanza per le strategie di policy espresse dal Programma stesso. Al contrario, la valutazione strategica ha come finalità, oltre alla verifica dei mutamenti intervenuti nel sistema socioeconomico, sia nazionale che comunitario, l analisi della rilevanza e consistenza della strategia del Programma, l analisi dell impatto e dell integrazione con altri programmi. Rispetto al primo tipo di valutazione, quindi, l accento non è posto tanto sulla conformità del 1 L art del Reg. (CE) 1083/2006 sottolinea, in proposito, come Le valutazioni sono volte a migliorare la qualità, l'efficacia e la coerenza dell'intervento dei Fondi nonché la strategia e l'attuazione dei programmi operativi con riguardo ai problemi strutturali specifici che caratterizzano gli Stati membri e le regioni interessate. 19

21 processo di attuazione del POR con quanto definito in sede programmatoria, quanto sul fatto che, alla luce dei mutamenti eventualmente intervenuti, le priorità e gli elementi distintivi individuati nel POR risultino ancora attuali e mantengano un elevata significatività. Di conseguenza, la valutazione del POR Marche FSE 2007/2013 sarà effettuata avendo come punto di riferimento il Programma Operativo, ma valutando anche il processo di attuazione in relazione al quadro più generale delle politiche regionali attuate, agli altri fondi comunitari e alle risorse proprie regionali (strategia generale unitaria). Tale approccio risulta altresì coerente con l impostazione prevista dal QSN, che punta a costruire una politica regionale unitaria incentrata sui risultati: in tale ottica, il QSN richiede di valutare gli effetti congiunti di diverse azioni, anche afferenti a diversi programmi, sullo stesso territorio e sugli effettivi servizi resi dall azione pubblica complessivamente considerata. La valutazione cercherà anche di comprendere l effettivo livello di integrazione tra le politiche e se queste politiche, anche in un eventuale quadro di modesta integrazione attuativa, siano capaci di creare un valore aggiunto e di innescare quelle sinergie desiderate in sede programmatoria. Altro elemento che contraddistingue questo approccio valutativo è il fatto di essere un approccio centrato sulla partecipazione, che garantisce i necessari collegamenti fra i diversi attori coinvolti nella valutazione che saranno chiamati, a vari livelli, a partecipare alla discussione sui risultati della valutazione e alle decisioni. La qualità delle valutazioni dipende, infatti, in maniera importante da come ciascuno dei numerosi attori coinvolti interpreta il senso della valutazione e svolge il proprio ruolo e contributo del partenariato sia istituzionale sia economico e sociale, nonché il confronto con gli altri portatori di interesse. 20

22 4. La valutazione operativa La valutazione operativa ricostruisce la mappa ordinata della programmazione e della realizzazione dei progetti del POR Marche FSE con l obiettivo di rendere conto dei volumi delle attività erogate. Il primo paragrafo considera i dati di attuazione del POR al al fine di indagare le eventuali differenze di composizione territoriale riferibili alla capacità organizzativa o ai bisogni sin qui intercettati. Per quanto riguarda il primo punto, si cerca di rispondere alla domanda: l attuazione del Programma è coerente con quanto previsto? Ci sono differenze nella capacità organizzativa di spesa a livello territoriale? In relazione al secondo punto, ci si chiede: gli interventi hanno raggiunto i destinatari previsti in fase di programmazione? Ci sono differenze tra le Province? A tal fine, sarà fornita una descrizione generale dello stato di avanzamento del Programma in termini di risorse, di operazioni progettuali e di destinatari. Tali aggregati saranno esaminati per le principali dimensioni operative della programmazione: Asse di intervento, Obiettivo specifico e Tema prioritario, Organismo intermedio, Categoria. Il secondo paragrafo contiene un approfondimento sullo stato di attuazione del POR in termini di capacità prospettica di raggiungere gli obiettivi finali del programma. 4.1 LA DESCRIZIONE DELLO STATO DI AVANZAMENTO DEL PROGRAMMA Le Tabelle 4.1 e riportano i dati finanziari essenziali della programmazione regionale che costituiscono i parametri di riferimento per procedere alla valutazione operativa, oltre che i termini riassuntivi dell accordo tra Regione Marche e Unione Europea per la riprogrammazione degli stanziamenti per Asse previsti dal POR, quale risposta alla crisi economica 3. In sostanza, a parità di risorse messe a disposizione del POR (che ammontano complessivamente a euro, di cui il 39,6%, pari a euro, come quota di cofinanziamento comunitario), è stato rafforzato l Asse II a fronte di una riduzione di risorse sull Asse III e l Asse IV; e ciò rispettando comunque la ripartizione annuale inizialmente prevista. 2 Vedi tavola finanziaria: 3 Tale riprogrammazione non dispone di un dettaglio anche per Organismo intermedio, ma unicamente di uno schema di nuova ripartizione annuale. 21

23 Tabella 4.1 Risorse finanziarie POR FSE Marche FSE (v.a. e %) Asse Quota FSE Quota nazionale Totale POR (*) % cofinanziamento Programma iniziale Asse I - Adattabilità Asse II - Occupabilità Asse III - Inclusione Sociale Asse IV - Capitale Umano Asse V - Transnazionalità Asse VI - Assistenza Tecnica Totale Fonte: dati POR-FSE Note: (*) Aggiornato con Decisione della Commissione del e solidarietà terremoto 2012 Tabella Piano finanziario per anno del POR Marche FSE (v.a.) Anno Totale Totale Fonte: dati POR-FSE Le risorse impegnate I dati al evidenziano come l azione degli Organismi intermedi si sia avvicinata nel suo insieme ad una piena capacità di attuazione, nonostante le mutate esigenze del mondo del lavoro e delle imprese abbiano comportato un sensibile cambiamento della domanda. Infatti, le risorse impegnate ammontano a 269,3 milioni di euro, con il relativo indice che si attesta al 96,6%; l'indice di capacità di spesa - corrispondente alle somme effettivamente pagate (240 milioni) - si colloca invece all 89,1%. Tabella 4.3 Capacità di impegno e di spesa per Asse al (v.a. e %) Asse programmato (*) impegnato pagato Capacità di impegno Capacità di spesa A B C B/A C/B I - Adattabilità ,0% 91,1% II - Occupabilità ,2% 90,9% III - Integrazione ,3% 85,5% IV - Capitale umano ,7% 81,9% V - Transnazionalità ,5% 99,1% VI- Assistenza tecnica ,7% 82,6% Total ,6% 89,1% Fonte: elaborazioni su dati Siform 22

24 Per quanto riguarda la capacità di impegno, va posta particolare attenzione all Asse II, che ha fatto registrare un tasso pari al 102,2%. L Amministrazione regionale, coerentemente con quanto disposto dai regolamenti, ha in questo caso impegnato una quota di risorse in overbooking, allo scopo di rispondere alle persistenti esigenze sopraggiunte con la crisi. Anche nel caso dell Asse V (con il 97,5%) e dell Asse I (con il 97%) si registra una capacità di impegno elevata, a cui è associata, inoltre, anche una buona performance in termini di capacità di spesa, con percentuali che si collocano tra l 80% e oltre il 90%. Particolare attenzione va data all'asse IV, che evidenzia la più bassa capacità di impegnare risorse (82,7%), così come accade per quella di spendere (81,9%). In definitiva, rispetto al 2013 (vedi graf.4.1), la capacità di impegno è salita di oltre 5 punti percentuali, mentre quella relativa alla spesa di oltre 2 punti. Se si considera il primo indicatore, una differenza più sostenuta di quella media si delinea per l'asse III con una variazione pari al 12%. Scostamenti meno marcati contraddistinguono tutti i restanti casi (per l'asse IV si ha un variazione percentuale pari a 5%, mentre per l'asse II del 4,5%); quello in assoluto più contenuto si registra per l'asse V. In generale, trattandosi del penultimo anno di programmazione del POR , è fisiologico un rallentamento che avviene fondamentalmente a causa dell'ormai elevata capacità di impegno rilevata alla fine del Per quanto riguarda la capacità di spesa, essa varia in media di ulteriori due punti rispetto al 2013, e le differenze tra assi sono contenute. Per l'asse III si osserva un marcato incremento di quasi 4 punti mentre per l Asse IV si evidenzia la variazione più bassa (poco più di un punto percentuale). Grafico Capacità di impegno e di spesa per Asse (differenza in punti percentuali fra il 2013 e il 2014) Fonte: elaborazioni su dati Siform 23

25 Le risorse impegnate rappresentano indubbiamente il parametro più interessante per monitorare la capacità attuativa della programmazione e, pertanto, d'ora in avanti ci si concentrerà essenzialmente su tale aspetto. La Tabella che riporta la distribuzione degli impegni per Asse ed Organismo intermedio - evidenza innanzitutto come l attuazione della programmazione presenti significative differenze a livello territoriale 4. Nella provincia di Ascoli Piceno, la maggior parte delle risorse impegnate è riservata alla realizzazione di attività riferibili all Asse II con il 63,9% degli impegni di sua competenza. Si tratta, come già osservato, dell Asse più consistente in termini di risorse che, anche negli altri contesti territoriali, registra la percentuale più alta; il valore medio è intorno al 41,6%, il che per contrasto mette in risalto la percentuale specifica di Ascoli Piceno. All'Asse III quasi tutti gli Organismi Intermedi dedicano una quantità di risorse relativamente circoscritta: a fronte di una media di circa il 10%, valori più sostenuti si profilano per Ancona (15,3%) e Macerata (13,5%), mentre l'organismo Regione risulta essere meno specializzato nell utilizzare questo canale di finanziamento. Fra le attività di competenza della Regione assume una certa rilevanza - con il 34,9% degli impegni - l'asse II, mentre circa un quinto degli impegni riguarda l Asse IV (21,3%) e il 28,5% l Asse I. Tabella Risorse impegnate per Asse ed Organismo intermedio (v.a. e %) Asse AN AP FM MC PU RG Totale v.a. v.a. v.a. v.a. v.a. v.a. v.a. Asse I - Adattabilità Asse II - Occupabilità Asse III - Inclusione Sociale Asse IV - Capitale Umano Asse V - Transnazionalità Asse VI - Assistenza Tecnica Totale % % % % % % % Asse I - Adattabilità Asse II - Occupabilità Asse III - Inclusione Sociale Asse IV - Capitale Umano Asse V - Transnazionalità 35,7 16,1 35,8 36,3 32,7 28,5 30,2 39,4 63,9 40,4 38,4 43,1 34,9 41,6 15,3 12,1 13,4 13,5 13,0 3,6 10,1 7,4 5,1 6,3 9,5 8,9 21,3 12,4 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 5,2 1,8 4 È bene ricordare che la costituzione della Provincia di Fermo è avvenuta a programmazione iniziata; ciò comporta che parte delle attività oggi di sua competenza è classificata come appartenente ad Ascoli Piceno. 24

26 Asse VI - Assistenza Tecnica Totale Fonte: elaborazioni su dati Siform 2,3 2,7 4,1 2,2 2,2 6,5 3,9 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 La tabella successiva consente di approfondire meglio le priorità perseguite dai vari Organismi intermedi nel quadro della programmazione regionale. Per quanto riguarda l Asse I, l Obiettivo Ic (Sviluppare politiche e servizi per l anticipazione e gestione dei cambiamenti, promuovere la competitività e l imprenditorialità) vede un impegno maggiore (in media pari a 18,6%), particolarmente concentrato nella provincia di Fermo (29,4%), mentre l Obiettivo Ib (Favorire l innovazione e la produttività attraverso una migliore organizzazione e qualità del lavoro) assume una maggiore rilevanza a Macerata con un valore che è pari al 17,4%. Relativamente all Obiettivo Ia (Sviluppare sistemi di formazione continua e sostenere l adattabilità dei lavoratori), che complessivamente ha comportato l impegno in media più basso (4,8%), l'organismo intermedio che destina una proporzione più alta delle risorse impegnate è costituito dalle province di Ancona e di Pesaro Urbino. Per l Asse II, il più consistente, la quota più importante di risorse in assoluto è stata impegnata sull Obiettivo IIe (Attuare politiche del lavoro attive e preventive, con particolare attenzione all integrazione dei migranti nel mercato del lavoro, all invecchiamento attivo, al lavoro autonomo e all avvio di imprese) - in proporzione al totale - da Ascoli Piceno con il 40,1%, seguita da Pesaro Urbino (25,7%) e Macerata (24,5%). Se si considera l'obiettivo IId (Aumentare l efficienza, l efficacia, la qualità e l inclusività delle istituzioni del mercato del lavoro), gli investimenti più consistenti si delineano ancora una volta per Ascoli Piceno (circa 24%) e per Fermo (25,5%). Se ci si sposta ad analizzare l orientamento messo in atto dall'amministrazione regionale, si può notare che il 24,4% degli impegni riguardano l Obiettivo IIe, che anche in questo caso si conferma l Obiettivo con più elevata concentrazione di impegni, seguito dagli Obiettivi Ic (25,4%) e IVi (10,6%). 25

27 Tabella Risorse impegnate per Obiettivo specifico ed Organismo intermedio (v.a. e %) 5 Obiettivo specifico AN AP FM MC PU RG Totale % % % % % % % Ia - Formaz. continua 9,8 1,0 1,5 0,5 9,6 0,8 3,8 Ib - Innovaz. e produttività 7,3 11,3 4,9 17,4 8,8 2,4 7,6 Ic - Competitività e imprendit. 18,6 3,7 29,4 18,5 14,4 25,4 18,9 IId - Inclusività delle istituzioni del 14,8 23,6 25,5 11,0 15,0 3,2 12,0 IIe - Pol. attive lavoro 23,8 40,1 13,7 24,5 25,7 28,4 27,4 IIf - Genere 0,8 0,3 1,2 2,9 2,4 3,3 2,2 IIIg - Reinser. svantaggiati 15,3 12,1 13,4 13,5 13,0 3,6 10,1 Ivh - Riforme sistemi istr. form. e lav. 0,0 0,0 0,3 0,3 0,2 4,0 1,5 IVi - Long-life learnig 4,6 5,1 1,3 1,8 6,1 10,6 6,5 IVl - Reti innovazione 2,7 0,0 4,7 7,4 2,6 6,8 4,5 Vm - Reti reg./internaz. 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 5,2 1,8 VIn - Azioni e strumenti supporto 2,3 2,7 4,1 2,2 2,2 6,5 3,9 Total 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: elaborazioni su dati Siform 5 Legenda: Ia: Sviluppare sistemi di formazione continua e sostenere l adattabilità dei lavoratori; Ib: Favorire l innovazione e la produttività attraverso una migliore organizzazione e qualità del lavoro; Ic: Sviluppare politiche e servizi per l anticipazione e gestione dei cambiamenti, promuovere la competitività e l imprenditorialità; IId: Aumentare l efficienza, l efficacia, la qualità e l inclusività delle istituzioni del mdl; IIe: Attuare politiche del lavoro attive e preventive, con particolare attenzione all integrazione dei migranti nel mdl, all invecchiamento attivo, al lavoro autonomo e all avvio di imprese; IIf: Migliorare l accesso delle donne all Occupabilità e ridurre le disparità di genere; IIIg: Sviluppare percorsi d integrazione e migliorare il (re)inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati per combattere ogni forma di discriminazione nel mdl; IVh: Elaborazione e introduzione delle riforme del sistema di istruzione, formazione e lavoro per migliorarne l integrazione e sviluppare l occupabilità, con particolare attenzione all orientamento; IVi: Aumentare la partecipazione alle opportunità formative lungo tutto l arco della vita e innalzare i livelli di apprendimento e conoscenza; IVl: Creazione di reti tra università, centri tecnologici di ricerca, mondo produttivo e istituzionale con particolare attenzione alla promozione della ricerca e dell innovazione; Vm: Promuovere la realizzazione e lo sviluppo di iniziative e di reti su base interregionale e transnazionale, con particolare attenzione allo scambio delle buone pratiche; VIn: Migliorare l efficacia e l efficienza dei PO attraverso azioni e strumenti di supporto. 26

28 Analizziamo ora in che cosa consistono le attività erogate dalla Regione Marche (Tabella 4.6), in termini di categoria di progetto. È evidente che il maggiore assorbimento di risorse è generato dai progetti non formativi e da quelli formativi: il primo assorbe il 35,8% dell'impegnato, mentre il secondo una quota pari al 28,3%. Di rilievo le work experience a cui è stato dedicato il 15,1% del totale delle risorse. Assai differenziata la distribuzione a livello di Organismo intermedio: l'investimento in progetti formativi è prevalente ad Ancona (43,8%), a Fermo (31,3%) e soprattutto a Pesaro-Urbino, dove si arriva al 56,5% degli impegni. La provincia di Ascoli Piceno ha privilegiato l'investimento in attività di work experience dal momento che ha impegnato il 44% circa delle risorse; una propensione ad investire ingentemente in queste attività si evince anche per Macerata, sebbene in questo caso risulti una percentuale significativamente più bassa (27,9%). In relazione all'organismo Regionale le risorse messe a disposizione per progetti non formativi rappresentano più della metà del totale (58,5%), mentre risulta non trascurabile la quota dedicata ai progetti formativi (20%); inoltre, il 10,5% degli impegni ha riguardato gli aiuti alle assunzioni. Tabella Risorse impegnate per Categoria e Organismo intermedio (v.a. e %) Categoria AN AP FM MC PU RG Totale % % % % % % % Aiuti alle assunzioni 3,1 2,1 0,1 2,8 0,0 10,5 4,8 Aiuti alle aziende 1,3 0,0 0,0 12,2 1,6 5,5 4,0 Consulenza Imprese 2,9 8,6 4,2 4,6 6,2 0,0 3,5 Creazione di impresa 7,0 0,0 4,1 12,3 5,8 0,2 4,0 Progetto formativo 43,8 10,5 31,3 10,1 56,5 20,0 28,3 Progetto non formativo generico 20,2 29,9 36,4 17,3 22,8 58,5 35,8 Tirocini Formativi 0,3 0,0 0,5 0,7 0,2 0,0 0,2 Voucher 7,1 4,9 3,5 12,1 0,7 1,7 4,3 Work Experience 14,2 44,0 19,8 27,9 6,2 3,6 15,1 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: elaborazioni su dati Siform 27

29 La ripartizione per Tema prioritario (Tabella 4.7) è una chiave fondamentale per comprendere la capacità degli interventi di agire in modo mirato rispetto a quanto programmato. Al Tema prioritario 66 (Attuazione di misure attive e preventive sul mercato del lavoro) spetta globalmente il 26,2% delle risorse complessivamente impegnate, rendendolo di fatto quello su cui si è maggiormente investito. Questa prevalenza, peraltro, risulta trasversale a quasi tutti i diversi Organismi intermedi, sebbene con valori che oscillano in maniera sensibile, giacché si supera la soglia del 30% per Macerata e ci si attesta al 41,6% per Ascoli Piceno. Al secondo posto si colloca il Tema prioritario 64 (Sviluppo di servizi specifici per l'occupazione, la formazione e il sostegno in connessione con la ristrutturazione dei settori e delle imprese, sviluppo di sistemi di anticipazione dei cambiamenti economici e dei fabbisogni futuri in termini di occupazione e qualifiche) la cui quota - in termini di impegnato - è pari mediamente al 20,8%; la rilevanza di questo tema si conferma in tutte le provincie, in particolar luogo a Fermo e Ancona Tabella Risorse impegnate per Tema prioritario e Organismo intermedio (v.a. e %) 6 Tema prioritario AN AP FM MC PU RG Totale 62 12,6 1,6 0,8 10,0 13,4 0,9 6,2 63 0,1 0,0 2,8 0,1 0,1 0,3 0, ,4 10,8 29,2 16,5 19,4 25,6 20, ,8 23,6 25,5 11,1 14,2 3,2 11, ,2 41,6 17,7 31,5 24,5 20,1 26,2 68 4,2 1,9 4,0 2,9 2,9 8,5 5,0 69 2,1 0,3 1,3 12,7 2,4 5,2 4,3 70 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 71 4,0 6,9 1,6 3,0 3,4 1,0 2,9 6 Legenda: 62 - Sviluppo di sistemi e strategie di apprendimento permanente nelle imprese; formazione e servizi per i lavoratori per migliorare la loro adattabilità ai cambiamenti; promozione dell'imprenditorialità e dell'innovazione; 63 - Elaborazione e diffusione di modalità di organizzazione del lavoro più innovative e produttive; 64 - Sviluppo di servizi specifici per l'occupazione, la formazione e il sostegno in connessione con la ristrutturazione dei settori e delle imprese, sviluppo di sistemi di anticipazione dei cambiamenti economici e dei fabbisogni futuri in termini di occupazione e qualifiche; 65 - Ammodernamento e rafforzamento delle istituzioni del mdl; 66 - Attuazione di misure attive e preventive sul mdl; 68 - Sostegno al lavoro autonomo e all'avvio di imprese; 69 - Misure per migliorare l'accesso all'occupazione ed aumentare la partecipazione sostenibile delle donne all'occupazione per ridurre la segregazione di genere sul mdl e per riconciliare la vita lavorativa e privata, ad esempio facilitando l'accesso ai servizi di custodia dei bambini e all'assistenza delle persone non autosufficienti; 70 - Azioni specifiche per aumentare la partecipazione dei migranti al mondo del lavoro, rafforzando in tal modo la loro integrazione sociale; 71 - Percorsi di integrazione e reinserimento nel mondo del lavoro dei soggetti svantaggiati, lotta alla discriminazione nell'accesso al mdl e nell'avanzamento dello stesso e promozione dell'accettazione della diversità sul posto di lavoro; 72 - Elaborazione, introduzione e attuazione di riforme dei sistemi di istruzione e di formazione al fine di sviluppare l'occupabilità, rendendo l'istruzione e la formazione iniziale e professionale più pertinenti ai fini dell'inserimento nel mdl e aggiornando le competenze dei formatori, nell'obiettivo dell'innovazione e della realizzazione di un'economia basata sulla conoscenza; 73 - Misure per aumentare la partecipazione all'istruzione e alla formazione permanente, anche attraverso provvedimenti intesi a ridurre l'abbandono scolastico, la segregazione di genere rispetto alle materie ed aumentare l'accesso all'istruzione e alla formazione iniziale, professionale e universitaria, migliorandone la qualità; 74 - Sviluppo di potenziale umano nella ricerca e nell'innovazione, attraverso studi e formazione post-laurea dei ricercatori, ed attività di rete tra università, centri di ricerca e imprese; 85 - Preparazione, implementazione, monitoraggio e vigilanza; 86 - Valutazione e studi; informazione e comunicazione. 28

30 72 4,6 5,1 4,3 2,1 6,2 16,7 8,8 73 3,6 1,8 3,9 0,6 9,5 2,9 3,7 74 3,9 3,7 3,8 7,5 1,3 9,1 5,7 85 1,7 2,6 4,1 1,1 1,7 3,9 2,6 86 0,8 0,1 0,9 1,1 1,0 2,7 1,4 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: elaborazioni su dati Siform Un elemento aggiuntivo di interesse nella valutazione della capacità operativa della programmazione può essere fornito dall allocazione degli impegni per Obiettivi Specifici e i Temi prioritari, riportata nella Tabella 4.8. Da essa si può ottenere un indicazione della coerenza tra quanto programmato e quanto impegnato. In effetti, dai dati appare come le risorse impegnate, classificate in base al Tema prioritario, siano molto concentrate rispetto all Obiettivo specifico principale della programmazione, evidenziando un quadro complessivo di coerenza nel perseguimento degli obiettivi di programmazione. Tabella 4.8 Allocazione delle risorse impegnate per Tema prioritario e Obiettivo specifico (% sul totale impegnato) Tema prioritario Ia Ib Ic IId IIe IIf IIIg IVh IVi IVl Vm VIn Totale 62 3,6 0,4 2,2 6,2 63 0,3 0,3 64 1,0 4,7 15,0 0,1 20, ,9 11, ,0 3,2 26,2 68 4,4 0,6 5,0 69 2,1 2,2 4,3 70 0,0 71 2,9 2,9 72 1,5 5,8 1,4 0,1 8,8 73 3,3 0,1 0,2 0,1 3,7 74 0,8 0,5 2,9 1,5 5,7 85 2,6 2,6 86 1,2 1,4 Totale 4,6 7,6 18,1 11,9 27,4 2,2 10,1 1,5 6,5 4,5 1,8 3,8 100,0 Fonte: elaborazioni su dati Siform Lo stato di attuazione dei progetti Alla data del i progetti approvati risultano complessivamente , di cui avviati e conclusi (sul totale degli approvati contano, rispettivamente, per il 98,8% e per il 74,5%). Ciò significa che nel periodo di programmazione sono stati approvati e avviati ogni anno, in media, rispettivamente e progetti, e ne sono stati conclusi oltre

31 Benché il numero dei progetti presentati non sia rilevante ai fini della valutazione, non si può non notare come questi siano quasi il doppio di quelli approvati e ciò, pur rappresentando un costo non indifferente sia per chi li predispone sia per chi deve selezionarli, consente tuttavia di poter garantire una migliore qualità dell offerta. Il grafico sottostante riporta gli indici di capacità di selezione e di attuazione dei progetti (approvati/presentati; avviati/approvati; conclusi/avviati) per Organismo intermedio. L indice del rapporto tra avviati e approvati (indice di capacità principale) sfiora il 100% in quasi tutti i casi, a testimonianza di una generale efficienza e capacità nell'attuazione delle attività. L indice del rapporto tra i progetti conclusi e quelli avviati (capacità di selezione) si attesta globalmente al 75,5% 7 ; in questo caso - contrariamente a quanto visto in precedenza - si può notare una certa differenziazione a livello di disamina per Organismo intermedio, giacché la performance più elevata si consegue per Fermo con il 86,6% e per Pesaro Urbino con il 82,5% e per l'organismo regionale con un valore superiore alla media (75,2%); piuttosto distante, invece, il valore che si realizza per il territorio anconetano. Grafico Indici di capacità principale e selezione per Organismo Intermedio (%) Fonte: elaborazioni su dati Siform I destinatari avviati alle attività POR Passiamo ora ad esaminare quante e quali persone sono state avviate ad attività erogate attraverso il POR dall'inizio della programmazione al Si tratta, in totale, di Nel considerare l'indice conclusi/avviati occorre tener conto della sfasatura annuale, per cui molti progetti iniziati nel 2013 (specie quelli formativi) si chiuderanno nell anno successivo. 30

32 persone, di cui il 49,8% femmine. Rispetto alle precedenti persone avviate (per anno di avviamento), l anno di programmazione aggiuntivo ha comportato un aumento ulteriore dei destinatari coinvolti nelle attività del POR (+6,3%); ciò nonostante, la composizione per genere è mutata in modo marginale giacché il peso degli uomini aumenta di poco più di un punto percentuale. Coloro che invece hanno concluso l'attività entro la fine del 2014 rappresentano un aggregato che ammonta a unità (pari al 61,3% degli avviati) di cui il 48,8% donne. D'ora in avanti, per descrivere le principali caratteristiche delle persone che hanno partecipato ad attività promosse dal POR, si concentrerà l'attenzione sull'insieme degli avviati. La maggior parte è coinvolta in interventi riferibili all Obiettivo Ic (Sviluppare politiche e servizi per l anticipazione e gestione dei cambiamenti, promuovere la competitività e l imprenditorialità) con il 24,3% dei destinatari avviati totali. Segue l Obiettivo specifico IIe (Attuare politiche del lavoro attive e preventive, con particolare attenzione all integrazione dei migranti nel mercato del lavoro, all invecchiamento attivo, al lavoro autonomo e all avvio di imprese) con una percentuale del 20,9% di avviati e a poca distanza l Obiettivo Ia (Sviluppare sistemi di formazione continua e sostenere l adattabilità dei lavoratori) con il 18,5%. Al di sopra del 10% si collocano i soggetti che hanno frequentato iniziative inerenti gli Obiettivi IVi (Aumentare la partecipazione alle opportunità formative lungo tutto l arco della vita e innalzare i livelli di apprendimento e conoscenza) e IIIg (Sviluppare percorsi d integrazione e migliorare il (re)inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati per combattere ogni forma di discriminazione nel mercato del lavoro); per tutti gli altri Obiettivi si delineano percentuali più basse, alcune delle quali addirittura si situano al di sotto del 5%. 31

33 Tabella Destinatari avviati, per Obiettivo specifico ed Organismo intermedio (v.a. e %) Obiettivo specifico AN AP FE MC PU RG Totale v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % Ia , , , , , , ,5 Ib , , , , ,7 0, ,7 Ic , , , , ,2 0, ,3 IIe , , , , , , ,9 IIf 0,0 47 0, , , ,7 0, ,5 IIIg , , , , , , ,5 IVh 0,0 0,0 22 0,3 0,0 82 0, , ,6 IVi , , , , , , ,5 IVl 148 0,5 0, , , , , ,7 Vm 0,0 0,0 0,0 0,0 0, , ,6 Totale , , , , , , ,0 Fonte: elaborazioni su dati Siform 32

34 Tabella Destinatari conclusi, per Obiettivo specifico ed Organismo intermedio (v.a. e %) Obiettivo specifico AN AP FE MC PU RG Totale v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % Ia , , , , , , ,7 Ib , , , , ,9 0, ,5 Ic , , , , ,6 0, ,6 IIe , , , , , , ,4 IIf 0,0 20 0, ,7 60 0, ,9 0, ,6 IIIg , , , , , , ,1 IVh 0,0 0,0 0,0 0,0 56 0, , ,7 IVi 934 4, , , , , , ,0 IVl 129 0,6 0,0 75 1, , , , ,5 Vm 0,0 0,0 0,0 0,0 0, , ,9 Totale , , , , , , ,0 Fonte: elaborazioni su dati Siform Tabella Destinatari avviati (Femmine), per Obiettivo specifico ed Organismo intermedio (v.a. e %) Obiettivo specifico AN AP FE MC PU RG Totale v.a. % sul tot. v.a. % sul tot. v.a. % sul tot. v.a. % sul tot. v.a. % sul tot. v.a. % sul tot. v.a. % sul tot. Ia , , , , , , ,3 Ib 466 3, ,0 83 2, , ,4 0, ,8 Ic , , , , ,1 0, ,6 IIe , , , , , , ,1 IIf 0,0 47 1, , , ,7 0, ,0 IIIg , , , , , , ,5 IVh 0,0 0,0 0,0 0,0 64 0, , ,7 IVi 817 5, ,2 50 1, , , , ,7 IVl 109 0,7 0,0 85 2, ,1 59 0, , ,9 Vm 0,0 0,0 0,0 0,0 0, , ,2 Totale , , , , , , ,0 Fonte: elaborazioni su dati Siform 33

35 Tabella Destinatari conclusi (Femmine), per Obiettivo specifico ed Organismo intermedio (v.a. e %) Obiettivo specifico AN AP FE MC PU RG Totale v.a. % sul tot. v.a. % sul tot. v.a. % sul tot. v.a. % sul tot. v.a. % sul tot. v.a. % sul tot. v.a. % sul tot. Ia , ,6 80 2, , , , ,7 Ib 393 3, ,4 78 2, , ,5 0, ,1 Ic , , , , ,3 0, ,9 IIe , , , , , , ,8 IIf 0,0 20 0, ,9 59 1, ,3 0, ,1 IIIg , , , , , , ,3 IVh 0,0 0,0 0,0 0,0 43 0, , ,9 IVi 633 5, ,4 39 1, , , , ,8 IVl 98 0,9 0,0 59 1, ,4 54 0, , ,7 Vm 0,0 0,0 0,0 0,0 0, , ,7 Totale , , , , , , ,0 Fonte: elaborazioni su dati Siform 34

36 Come anticipato, rispetto alla precedente annualità, il numero degli avviati è aumentato di unità, per un +6,3%. Analizzando nel dettaglio (Grafico 4.3), si vede come per un Obiettivi specifico in particolare il IVh il volume delle persone avviate è più che raddoppiato. Un tasso di crescita superiore alla media si è anche registrato per gli Obiettivi Ia e IVl, mentre nei restanti casi si hanno valori più bassi della media. Le attività IVh e IVl sono quelle in cui la Regione gioca un ruolo prevalente. Tutto ciò ha condotto ad una modifica, sebbene parziale, delle proporzioni tra le persone avviate alle diverse azioni, evidenziando in tal modo la capacità da parte degli Organismi intermedi di modificare gli obiettivi fondamentali del programma, a seconda delle necessità che il tessuto socio-economico viene ad esprimere. In particolare, diminuisce la quota di avviati attraverso l'obiettivo Ib a favore di un incremento di quella delle persone coinvolte dall'obiettivo IVh. Grafico Tasso di crescita dei destinatari avviati nel 2014 su totale 2013 per Obiettivo specifico. Fonte: elaborazioni su dati Siform Se si prende in considerazione il ruolo dell'organismo intermedio, si osserva come la quota più significativa dei destinatari delle province di Fermo (76,2%) e Ancona (40,6%) sia avviata attraverso azioni riferibili all Obiettivo Ic. A Macerata (33,4%) ed Ascoli Piceno (34,3%), invece, i destinatari sono avviati alle azioni formative prevalentemente attraverso le risorse dell Obiettivo IIe, mentre a Pesaro Urbino la percentuale è più bassa (22,6%). Le persone coinvolte dalla Regione 35

37 sono, in misura pressoché uguale, avviate principalmente attraverso le risorse degli Obiettivi IVi e IIIg (Tabella 4.10). L'analisi evidenzia, inoltre, come vi siano delle significative differenze di genere: a fronte di una presenza media del 49,8%, la componente femminile raggiunge valori intorno al 60% a Macerata; un discorso diverso si ravvisa a Pesaro Urbino dove sono gli uomini a costituire la componente prevalente. A livello di Obiettivo specifico, in alcuni casi sono le donne ad essere la maggioranza dei destinatari avviati con punte molto elevate nel caso dell Obiettivo IIf e IVh; nel caso dell Obiettivo Ib le donne sono state destinatarie delle azioni solo nel 28,4% dei casi. (Tabella 4.11). Per quanto riguarda la condizione sul mercato del lavoro al momento dell'iscrizione all'attività, si tratta di lavoratori occupati nel 55,7% dei casi, di disoccupati nel 30,4% e di inattivi nel 13,9%. Gli occupati rappresentano il gruppo prevalente a Fermo (74,7%), Pesaro-Urbino (67,2%) e Ancona (66,4%); i disoccupati ad Ascoli Piceno (49,5%) e Macerata (48,8%); gli inattivi nelle attività intraprese dalla Regione. Naturalmente la distribuzione dei destinatari per condizione è strettamente correlata al tipo di attività che gli Organismi intermedi hanno implementato. Ad esempio, la preponderante presenza di occupati (sopra la soglia del 60%) che si rileva nelle province più industrializzate è da imputare alla maggiore realizzazione di attività inerenti gli Obiettivi specifici Ia e Ib. Tabella Destinatari avviati per Organismo intermedio e condizione sul mercato del lavoro (v.a e %) Organismo intermedio Occupato Disoccupati Inattivo ND Totale v.a. v.a. v.a. v.a. v.a. AN AP FM MC PU RG Totale % % % % % AN 66,4 31,7 1,9 0,0 100,0 AP 48,5 49,5 2,0 0,0 100,0 FM 74,7 22,4 3,0 0,0 100,0 MC 49,0 48,8 2,2 0,0 100,0 36

38 PU 67,2 28,0 4,8 0,0 100,0 RG 14,9 15,8 68,9 0,4 100,0 Totale 55,7 30,4 13,9 0,1 100,0 Fonte: elaborazioni su dati Siform Poco più di un terzo degli occupati ha partecipato ad attività inerenti l'obiettivo Ia, quasi il 40% si concentra nell'obiettivo Ic; la restante parte - in prevalenza - si distribuisce abbastanza uniformemente fra gli obiettivi Ib e IIe. Circa un disoccupato su due è stato coinvolto in attività riferibili all'obiettivo IIe; rilevante comunque l'incidenza che si riscontra per l'obiettivo IVi (20,9%). Infine, gli inattivi sono particolarmente raggruppati con il 39,6% nell'obiettivo IIIg; un ulteriore 50% complessivamente ha partecipato ad attività degli Obiettivi IVi e Vm. Tabella Destinatari avviati per Obiettivo specifico e condizione sul mercato del lavoro (%) Obiettivo specifico Occupato Disoccupato Inattivo ND Totale Ia 31,8 2,9 0,0 0,0 18,6 Ib 11,8 0,4 0,0 0,0 6,7 Ic 38,4 9,7 0,0 0,0 24,3 IIe 10,8 47,2 4,2 0,0 20,9 IIf 0,4 0,9 0,0 0,0 0,5 IIIg 0,9 14,9 39,6 0,0 10,5 IVh 0,1 0,1 3,7 0,0 0,6 IVi 5,4 19,9 31,9 95,5 13,5 IVl 0,4 4,0 2,2 0,0 1,7 Vm 0,0 0,0 18,3 4,5 2,6 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: elaborazioni su dati Siform Si prende ora in considerazione l età: i gruppi più numerosi sono essenzialmente due, ovvero la classe e quella 25-29: la prima pesa per il 22%, mentre la seconda per il 16%. 37

39 Grafico Destinatari avviati per classe di età (%) Fonte: elaborazioni su dati Siform Sensibilmente meno coinvolti appaiono i destinatari con meno di 15 anni e coloro che hanno anni con quote relative al di sotto di un decimo dei casi. Nella tabella seguente 4.15 si riporta la distribuzione per Obiettivo specifico dei destinatari in base all'età, che in questo caso è stata raggruppata in quattro categorie: gli adolescenti con meno di 15 anni; i giovani anni; gli adulti anni; gli anziani con 55 e più anni. Gli adolescenti con meno di 15 anni sono concentrati nell Obiettivo IIIg (91%), mentre i giovani (15-29 anni) si concentrano negli Obiettivi Ia (20,9%) e IIe (23,2%); una quota significativa con valori superiori al 10% è presente tanto nell'obiettivo IIIg quanto - e soprattutto - in quellolc. Circa la metà degli adulti ha complessivamente partecipato ad attività inerenti gli Obiettivi Ic e IIe (rispettivamente, il 31,8% e 20,6%); seguono, infine, coloro che sono stati coinvolti in attività dell'obiettivo Ia con il 18,7%. Circa la metà degli over 55 si concentrano sull Obiettivo specifico Ic, mentre poco più del 13%ha partecipato all Obiettivo IIe e all Obiettivo lb. Tabella Destinatari avviati per Obiettivo specifico e classe d età (v.a. e %) Obiettivo specifico < >=55 Totale Ia 0,81 20,93 18,72 16,70 0,00 18,55 Ib 0,20 0,30 9,51 13,44 0,00 6,71 Ic 0,43 11,97 31,80 46,53 53,01 24,33 IIe 0,64 23,11 20,57 13,69 34,38 20,92 38

40 IIf 0,00 0,16 0,90 0,09 0,00 0,53 IIIg 90,95 11,80 5,35 4,53 12,61 10,53 IVh 0,06 1,38 0,13 0,14 0,00 0,61 IVi 6,51 1,83 11,71 4,77 0,00 13,54 IVl 0,06 0,28 1,29 0,11 0,00 1,73 Vm 0,35 6,55 0,02 0,00 0,00 2,56 Totale 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 Totale v.a Fonte: elaborazioni su dati Siform Complessivamente, i destinatari coinvolti dalle azioni POR FSE nel 44,4% dei casi hanno una formazione di base, il 36,3% una istruzione secondaria superiore e il 17,4% una istruzione terziaria, universitaria o superiore. L'analisi della distribuzione dei destinatari per titolo di studio e per Obiettivo specifico mette in luce come le persone avviate presentino un buon grado di coerenza con la tipologia formativa. Tabella Destinatari avviati per Obiettivo specifico e titolo di studio (v.a. e %) Obiettivo specifico Base Secondaria Terziaria ND Totale Ia 13,2 22,5 19,3 53,0 18,6 Ib 7,9 6,7 4,1 3,7 6,7 Ic 30,6 25,2 8,2 12,4 24,3 IIe 15,2 23,8 29,1 22,8 20,9 IIf 0,4 0,5 0,6 1,7 0,5 IIIg 15,4 7,1 6,7 0,8 10,5 IVh 1,1 0,1 0,4 0,0 0,6 IVi 9,9 12,7 25,6 5,5 13,5 IVl 0,5 1,3 6,0 0,1 1,7 Vm 5,7 0,1 0,0 0,1 2,6 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Totale v.a Fonte: elaborazioni su dati Siform Gli avviati con forti svantaggi sono di cui il 21% circa rappresentato da persone con disabilità. Il 23% del totale è coinvolto in azioni realizzate in provincia di Ancona; seguono al secondo posto Macerata con il 21,0% e poi Pesaro Urbino con il 19,8%. La maggior parte (attorno al 31% circa) ha partecipato ad attività inerenti l'obiettivo specifico IIIg, mentre più di un quinto (26,4%) alle azioni riferibili all'obiettivo IIe. 39

41 Grafico Destinatari avviati disabili e svantaggiati avviati per Organismo intermedio e Obiettivo specifico (v.a.) Fonte: elaborazioni su dati Siform 4.2. UN APPROFONDIMENTO DELLE CARATTERISTICHE DELLA PROGRAMMAZIONE Prospettive con l attuale capacità di impegno In questo paragrafo si riepiloga il quadro attuale delle risorse economiche che gli Organismi intermedi hanno impegnato nel periodo Come analizzato in precedenza, i volumi di investimento sono diversamente articolati per Asse nei territori, il che indica una capacità di adattamento del sistema a bisogni e domande differenti dovute a sistemi economici diversi. Quale potrebbe essere la prospettiva di realizzazione degli obiettivi del POR con l attuale dinamica di impegno delle risorse? Dopo otto anni di programmazione, si è impegnato il 92,2% del programmato. Ma tale attività non è distribuita in modo uniforme: l avvio è stato lento, dedicato al riassetto dei sistemi operativi e complicato dalla crisi; ma già dal terzo anno di programmazione è evidente il raggiungimento di una buona efficienza operativa nell attuazione. Può essere utile avere un indicazione di massima su cosa potrebbe succedere qualora si procedesse con la stessa dinamica media nei prossimi anni di programmazione. Non si tratta di una previsione, ma di un semplice esercizio di proiezione della tendenza per tenere sotto controllo eventuali potenziali rischi. Un primo modo di avere indicazioni è il confronto tra impegnato effettivo e programmato teorico, ottenuto dividendo il POR per Asse/quota annuale (tenendo conto che la Regione può 40

42 impegnare risorse anche negli anni immediatamente successivi si divide per nove annualità, invece che per sette) e moltiplicandolo per i sette anni di programmazione già trascorsi. Tabella Programmato POR, quota teorica nel periodo , impegni al e rapporto tra impegnato effettivo e teorico per Asse (v.a. e %) Impegnato POR 8/9 POR Impegni al Effettivo/Teorico I Adattabilità , ,1 II Occupabilità , ,9 III Inclusione sociale , ,2 IV Capitale umano , ,0 V Transnazionalità , ,7 VI Assistenza tecnica , ,4 Totale , ,7 Fonte: elaborazioni su dati Siform Come si può osservare ci si attesta a quasi il 110% di spesa rispetto a quanto previsto dal POR. Si tratta, cioè, di quel livello che si raggiungerebbe se ogni anno si impegnasse una stessa quota media annuale analoga a quella attuale. L andamento registrato nell Asse II riflette, in particolar modo, la riprogrammazione avvenuta anche a seguito della crisi economica. Naturalmente si tratta di un esercizio incompleto in quanto, come si è detto, la distribuzione delle attività non è stata omogenea nel corso della programmazione fin qui realizzata: il primo anno di programmazione è servito in gran parte a porre le basi e gli strumenti operativi della nuova programmazione; il terzo ha visto l accentuazione della recessione economica e ha costretto a cambiare l ordine delle priorità. Mentre a partire dal quarto anno in poi si è registrato un aumento della capacità di impegno e di spesa. Infine, nel periodo N+1 le risorse e l attività relativa si riducono per vincoli oggettivi man mano che si avvicinano al tetto del programmato Capacità di attuazione del programma al 2013 e previsione al 2015 La capacità di attuazione del programma è misurata dalle risorse impegnate cumulativamente a fine di ogni anno, in base alla data di approvazione dei progetti. A fine 2014, essa risulta essere pari al 97,6% delle risorse programmate per l intero periodo. Per stimare quanto questo andamento consenta di prevedere la capacità di attuazione del programma, si interpolano i dati con una funzione logistica che ha come limite l importo totale del programma, pari a 278,7 milioni, entro il periodo massimo del 2015 (criterio n+2). La funzione 41

43 logistica è maggiormente appropriata della funzione lineare per la stima della capacità di attuazione, in quanto all inizio essa parte lentamente e alla fine rallenta, intrecciandosi con la nuova programmazione 8. La curva logistica consente di effettuare una previsione maggiormente realistica per il restante anno di attuazione. La tabella sottostante riporta gli elementi per l effettuazione dei calcoli e la previsione che ne risulta. La colonna 3 "Impegnato" riporta le risorse impegnate per anno; la colonna 4 "Previsione" riporta le stime previste in base alla funzione logistica che minimizza l errore standard di stima (colonna7); la colonna 5 "% cumulata prevista" riporta la percentuale cumulata delle previsioni. Infine, quale parametro teorico di confronto, la colonna 6 "Obiettivo teorico medio" riporta la ripartizione lineare annua del programmato. Tabella Previsione sulla capacità di attuazione del POR FSE Periodo Anno Impegnato Previsione % cum. prevista Ob. teorico medio Fonte: elaborazioni su dati Siform La linea rossa rappresenta la capacità di impegno effettiva a tutto il 2014; la linea vede tratteggiata mostra la curva logistica e la previsione per l anno restante di programmazione, il Infine, la linea retta blu tratteggiata fornisce il raffronto con la ripartizione media annua lineare del programma (Grafico 4.6). 8 La curva logistica a fini previsionali è interpolata dalla funzione y = K / (1 + a * exp(-b t)), con K pari al vincolo massimo da raggiungere, e a e b parametri ricavati dalla trasformazione logaritmica, mentre t è il tempo. Nel caso specifico, K = 278,7 milioni. I valori stimati di a = e di b = , mentre t varia da 1 a 9. 42

44 Ne risulta che l attuale livello di attuazione si pone lievemente al di sopra di quello previsto dalla funzione logistica, come anche dalla media annuale lineare. Le due linee praticamente coincidono. Il grafico riporta con maggiore chiarezza la differenza tra la capacità effettiva di attuazione, quella stimata dalla curva logistica e quella lineare di confronto. Grafico Impegnato effettivo, impegnato teorico medio e previsione (v.a.) Fonte: elaborazioni su dati Siform Sarebbe comunque più che sufficiente mantenere nel 2015 la stessa capacità di attuazione del 2013 per raggiungere il 100% della attuazione del programma. 43

45 4.3 UN APPROFONDIMENTO SUI DESTINATARI: CHI RICEVE PIÙ DI UN SERVIZIO DURANTE LA PROGRAMMAZIONE? Un elemento di interesse, giunti a fine programmazione, può consistere nel fatto che la variabile destinatari non si riferisce a persone sempre diverse, ma in realtà a un numero di servizi (prestazioni) di cui usufruiscono più volte le stesse persone. Una persona può ricevere più servizi: pertanto, il numero dei destinatari non va intenso come riferito al numero di persone, ma alle unità di servizio erogato. Sarebbe più preciso usare il termine prestazioni invece che destinatari ; quest ultimo andrebbe invece riferito alle teste, anche se chiaramente ogni prestazione ha un destinatario. È ovvio che una persona possa ricevere più servizi cofinanziati dal FSE, specialmente se deve fronteggiate forme di svantaggio particolarmente gravose, quali la diversa abilità o periodi di disoccupazione particolarmente lunghi o l incappare in casi di riconversione tecnologica o di crisi aziendali che condizionano un intera economia locale. Osservare la non corrispondenza tra persone che ricevono un servizio (teste) e il numero di servizi può essere un punto di interesse per capire quante e quali sono le persone che ricevono più servizi, in quali aree geografiche, ecc.. Partiamo allora dal capire la dimensione del fenomeno, ovvero quanti sono i destinatari che hanno ricevuto una sola prestazione e quanti coloro che hanno ricevuto più servizi. La tabella seguente riporta i servizi per persona, il loro numero complessivo e il numero di persone per quantità di servizi ricevuta. Apprendiamo quindi che i servizi erogati sono , mentre le persone (teste) che hanno usufruito di uno o più servizi sono In termini di servizi con destinatario, vediamo che Considerando le persone, il 74,4% ha usufruito di un servizio; il 18% di due servizi; quasi il 5% di tre servizi e quasi il 2% di quattro servizi. Segue poi una coda di pochissime persone che hanno usufruito di un numero molto elevato di servizi. Tabella Numero di servizi per destinatario servizi per persona numero servizi perc.n.servizi n. persone (teste) perc.persone per servizio , , , , , ,8 9 Sono presenti 48 unità in meno rispetto al numero dei destinatari tabellato dal Siform. 44

46 Fonte: Siform , , , , , , ,6 97 0, ,3 47 0, ,2 31 0, ,1 13 0, ,1 9 0, ,1 10 0, ,1 6 0, ,0 1 0, ,0 1 0, ,0 2 0, ,0 1 0, ,0 1 0, ,0 1 0, ,0 1 0, , Come cercare di capire quali sono le caratteristiche delle persone che fruiscono di più prestazioni? L analisi bivariata 10 della correlazione tra numero di servizi per destinatario e caratteristiche del destinatario (genere, età, condizione occupazionale, ecc.) consente di individuare alcune prime relazioni presenti, anche se non grandi. Non vi sono forti variazioni dovute al genere; la correlazione con l età mostra un andamento ad U con giovani e anziani; lo svantaggio maggiormente correlato pare essere la disabilità. Tale analisi fornisce alcune tracce per l approfondimento ma non consente di capire le relazioni causali Le determinanti della numerosità dei servizi Si imposta allora un modello di regressione logistico per capire qual è la probabilità di ricevere più servizi nel periodo, e come questa probabilità varia al variare delle caratteristiche personali e degli strumenti di programmazione. Si costruisce anzitutto la variabile dipendente binaria numero di servizi per destinatario, che assume valore 1 quando i servizi sono più di uno e valore 0 quando si riceve servizio una sola volta. Si trasformano quindi le modalità delle variabili indipendenti in singole variabili (fattori) al fine di 10 Tabulazione incrociata tra n.servizi per destinatario e caratteristiche del destinatario, verificate una per volta col test ChiQuadro e test V di Cramer. 45

47 isolare con precisione il contributo di ciascun fattore a parità di ogni altro. Infine, lanciata la regressione logistica, il risultato espresso in logit e di difficile lettura viene trasformato nell effetto marginale percentuale (elasticità) di ogni singolo fattore alla probabilità generale. Tale effetto marginale è riportato nella tabella sottostante assieme al valore dell errore standard, il test di significatività z, la probabilità che la stima sia uguale a zero e l intervallo di confidenza. In breve, la probabilità media di un destinatario di ricevere più di un servizio nell arco della programmazione POR FSE Marche è del 48%.Tale probabilità cala lievemente se uomo rispetto alla donna (-2,8%). L incidenza della condizione occupazionale è misurata rispetto all inoccupato: se occupato si ha un 8% di probabilità in più, se disoccupato del 4,7% in più, se studente del 24% in più. La classe d età non incide significativamente, mentre l istruzione sì: chi è in possesso di un titolo di studio terziario ha una maggior probabilità di ricevere più servizi dell 8% più elevata rispetto a chi ha un istruzione di base. Anche la condizione di svantaggio incide: un disabile ha un 16% di probabilità di ricevere più servizi confronto alle altre forme di svantaggio (migrante, ex-carcerato, ecc.). Esaminiamo ora l incidenza della tipologia di progetto, tenendo come confronto i progetti formativi: gli aiuti alle assunzioni hanno una minore probabilità del 22%, contrariamente ai voucher che hanno il 9% di probabilità in più di essere coinvolti in più servizi. Importante è l incidenza geografica, a parità di ogni altra condizione. Rispetto ad Ancona, i destinatari di Ascoli Piceno hanno un 28% in meno di avere più servizi, quelli di Fermo il 37% in meno, quelli di Macerata il 7% in meno, quelli coinvolti dalla Regione come organismo gestore il 32% in meno; Pesaro Urbino non ha una probabilità diversa da Ancona. Infine, la programmazione per obiettivo specifico, la cui incidenza è misurata in confronto all obiettivo Ia (Formazione Continua). Gli obiettivi di Innovazione (Ib) e Genere (IIf) hanno una probabilità minore di coinvolgere con più servizi i destinatari (-17% e -37% rispettivamente); Competitività (Ic) e Politiche attive (IIe) una probabilità molto forte (+ 27% e + 22% rispettivamente); infine, Reinserimento (IIIg) e Riforma Istruzione (IVh) hanno una moderata probabilità positiva (7% e 14% nell ordine). 46

48 4.3.2 Alcune considerazioni conclusive In sintesi, questo paragrafo ha preso in considerazione che la variabile destinatari non corrisponde a persone sempre differenti, ma ad unità di servizio erogate. I destinatari che hanno ricevuto un solo servizio sono il 74% delle teste totali coinvolte (circa 83mila rispetto ai 115mila servizi erogati). Ogni destinatario, inteso come persona fisica, riceverà in media nel periodo di programmazione quasi due interventi (1,9). La distribuzione degli interventi però è molto sperequata: circa il 75% delle persone ne riceve uno solo, mentre nel restante 25% ne riceve due o più, mostrando che circa ¼ delle persone coinvolte si trova in condizioni di difficoltà strutturale, al punto da richiedere più interventi. Quali sono le caratteristiche di queste persone? Il modello di regressione logistica consente di misurare l apporto di ogni singola caratteristica personale o di programmazione alla probabilità media (47%) di ricevere più servizi. Esso indica che sono prevalentemente studenti di istruzione elevata; oppure svantaggiati per diversa abilità, con una lieve prevalenza di donne. Sono appartenenti ai territori di Ancona e Pesaro Urbano, le province con maggiore intensità industriale e con presenza di agenzie formative o di intermediazione. La tipologia coinvolta è il voucher, mentre la Competitività (Ic) e le Politiche Attive (IIe) sono gli obiettivi specifici che maggiormente intercettano questo tipo di utenza. Possiamo trarre un indicazione generale da questo approfondimento. Chi usufruisce di più servizi è ragionevolmente l utenza più svantaggiata, o perché giovane e quindi senza forti legami per un ingresso soddisfacente nel mondo del lavoro, o perché colpita da particolari forme di svantaggio. La forte concentrazione territoriale su Ancona e Pesaro Urbino può dipendere sia dalla maggiore concentrazione industriale che comporta presenza di grosse imprese in ristrutturazione o crisi, quindi una forte domanda sia dalla maggior presenza di agenzia specializzate, capaci di intercettare la domanda (lato dell offerta). Se ipotizziamo ragionevolmente che chi utilizza più servizi sia l utenza più svantaggiata, possiamo concludere che il POR FSE non ha effettuato una redistribuzione cieca di interventi, ma che è riuscito a coinvolgere con diversi interventi un quarto di utenza particolarmente bisognosa di aiuto (domanda). Allo stesso tempo, non può essere sottovalutata l importanza della capacità di 47

49 intercettare i bisogni sul territorio dal lato dell offerta, là dove essa si presenta tradizionalmente e strutturalmente più forte. Tabella 4.20 Risultati del modello di regressione logistica. Probabilità percentuali di ricevere più servizi in base alle caratteristiche individuali o strutturali dei destinatari Marginal effects after logistic y = Pr(d_nid) (predict) = variable dy/dx Std. Err. z P> z [ 95% C.I. ] X genere* _Icond~2* _Icond~3* _Icond~4* _Icond~5* _Iclet~2* _Iclet~3* _Iistr~2* _Iistr~3* _Iistr~4* _Isvan~2* _Isvan~3* _Itipp~5* _Itipp~7* _Itipp~8* _Itip~10* _Icode~2* _Icode~3* _Icode~4* _Icode~5* _Icode~6* _Iobis~2* _Iobis~3* _Iobis~5* _Iobis~6* _Iobis~7* _Iobis~8* _Iobis~9* _Iobi~10* _Iobi~11* (*) dy/dx is for discrete change of dummy variable from 0 to 1 48

50 5. La valutazione strategica 5.1 PREMESSA La crisi economica degli ultimi anni ha modificato in maniera significativa le condizioni di contesto in cui viene attuata la programmazione FSE. E, quindi, necessario verificare se e come i bisogni di intervento sono cambiati e se e come gli interventi realizzati col cofinanziamento del FSE hanno consentito di far fronte ai cambiamenti verificatisi. La valutazione strategica, partendo dai punti di forza e dalle criticità evidenziate dall analisi SWOT contenuta nel POR FSE , propone un aggiornamento (sulla base dei dati più recenti disponibili) dei principali indicatori di contesto socio-economico: in primo luogo, per verificare se i punti di forza rimangono tali e se le criticità sono state superate anche alla luce delle minacce sottolineate dalla stessa analisi SWOT; in secondo luogo, per analizzare se le priorità strategiche della programmazione sono ancora valide o se sono eventualmente necessari dei correttivi che tengano conto delle mutate condizioni di contesto. Come è ormai prassi, l aggiornamento dell analisi SWOT è seguito da una lettura dell attuazione, attraverso gli indicatori e i risultati della valutazione operativa, per verificare a quali target di destinatari sono stati indirizzati gli interventi ad oggi finanziati sui vari Assi e Obiettivi specifici del POR FSE Particolare attenzione viene dedicata a verificare se ed in quale misura le riprogrammazioni hanno soddisfatto bisogni e target considerati, in prima istanza, prioritari nel quadro socio-economico regionale e nei diversi contesti locali. Inoltre, alla luce dell aggiornamento dell analisi SWOT, si vuole verificare se le riprogrammazioni hanno tenuto conto di eventuali nuovi bisogni e nuovi target rilevanti per effetto di criticità e minacce emergenti, qualora il quadro socio economico regionale e i diversi contesti locali fossero mutati in maniera consistente. Anche quest anno, nell ambito della valutazione strategica, si propone altresì un aggiornamento dell analisi sui giovani, per verificare, da un lato, se ed in che misura il contesto socio-economico della regione Marche è, nel confronto con le altre regioni italiane, favorevole ai giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni, e per approfondire, dall altro, attraverso i dati SIFORM, le caratteristiche socio-anagrafiche dei giovani 15-29enni destinatari degli interventi cofinanziati col 49

51 FSE, rispetto a quelle dell universo dei destinatari, e la tipologia degli interventi realizzati a loro favore L AGGIORNAMENTO DELL ANALISI DI CONTESTO E DELL ANALISI SWOT La valutazione strategica è chiamata ad esprimere un giudizio in merito alla coerenza e alla significatività della programmazione/riprogrammazione rispetto all evoluzione del contesto socioeconomico, ovvero rispetto ai bisogni sia rilevati ad inizio programmazione che emersi durante la programmazione in seguito alle mutate condizioni del contesto socio-economico. L analisi di contesto, sviluppata in questa sezione, è pertanto finalizzata: ad evidenziare sia le tendenze socio-economiche in atto a livello regionale, sia la posizione relativa delle Marche rispetto all Italia e ai valori medi europei, a partire da quanto rilevato ad inizio programmazione (e riportato nell analisi di contesto proposta nel POR FSE Marche ); ad alimentare ed aggiornare l analisi SWOT, contenuta nel Programma Operativo Regionale Marche F.S.E , di cui la Tabella 5.1 anticipa ed evidenzia punti di forza, criticità, opportunità e minacce, ponendo l accento in particolare sui cambiamenti (totali / parziali) registrati rispetto ad inizio Programmazione. Tabella 5.1 Analisi SWOT aggiornata Criticità Confermate rispetto ad inizio programmazione Tasso di attività inferiore alla media UE. Elevate differenze di genere nei tassi di attività, di occupazione, di disoccupazione. Crescente grado di precarietà della forza lavoro. Infortuni sul lavoro superiori alla media nazionale. Quota di adulti coinvolti in percorsi di formazione permanente lontana dagli obiettivi comunitari. Emerse o cambiate rispetto ad inizio programmazione Calo del tasso di occupazione che si attesta su un valore inferiore a quello medio europeo. Punti di forza Confermati rispetto ad inizio programmazione Tassi di attività superiori a quelli medi italiani. Tassi di occupazione sia maschili che femminili più elevati di quelli medi italiani. Tassi di occupazione dei 55-64enni in crescita e superiore alla media europea (UE28). Tasso di disoccupazione inferiore a quello medio italiano. Tasso di disoccupazione maschile inferiore a quello medio europeo. Tasso di disoccupazione giovanile inferiore a quello nazionale. Livelli di scolarizzazione della popolazione giovanile superiori a quelli nazionali. Emersi o cambiati rispetto ad inizio programmazione Crescita della forza lavoro in possesso di un istruzione terziaria (post diploma). 50

52 Forte contrazione dei flussi in entrata nel mercato del lavoro. Aumento del tasso di disoccupazione femminile che si attesta su un valore superiore a quello medio europeo. Incremento della disoccupazione e dell inattività giovanile. Crescita del lavoro non utilizzato (scoraggiati, disoccupati e lavoratori equivalenti in CIG a zero ore a causa della crisi). Quota di giovani (18-24 anni) che abbandonano prematuramente gli studi superiori più elevata sia della media europea che del valore obiettivo di Europa Quota di giovani 30-34enni con un titolo di studio universitario più bassa delle media europea e lontana da obiettivo Europa Quota di adulti impegnati in attività di apprendimento permanente lontana dalla media UE e da obiettivo di Europa Minacce Confermate rispetto ad inizio programmazione Differenze territoriali nei tassi di disoccupazione. Elevata specializzazione produttiva dell industria manifatturiera in settori esposti alla concorrenza dei Paesi emergenti. Livelli di produttività nell industria inferiori alla media italiana. Bassa incidenza sul PIL della spesa pubblica e privata in R & S. Tassi di mortalità delle PMI elevati a causa delle problematiche connesse al ricambio generazionale. Emerse o cambiate rispetto ad inizio programmazione Effetti perduranti della crisi economica (negativi soprattutto per i giovani). Tassi di mortalità delle PMI aumentati in seguito agli effetti della crisi economica. Quota di giovani 30-34enni con un titolo di studio universitario in crescita e in linea con la media nazionale. Quota di laureati in materie tecnico-scientifiche in crescita e superiore alla media nazionale. Quota di adulti impegnati in attività di apprendimento permanente in crescita e superiore alla media nazionale. Opportunità Confermate rispetto ad inizio programmazione Elevato potenziale imprenditoriale. Forti potenzialità di crescita di settori alternativi all industria manifatturiera (turismo, energia, attività collegate alla tutela ambientale, attività terziarie). Emerse o cambiate rispetto ad inizio programmazione -- Fonte: Por Fse Regione Marche ed elaborazioni su risultati analisi di contesto socio-economico aggiornata Mercato del lavoro L analisi SWOT del POR FSE 2007/2013 evidenziava, tra i punti di forza del mercato del lavoro regionale, la presenza di tassi di occupazione e di attività superiori a quelli medi italiani e di livelli di disoccupazione inferiori sia ai valori medi nazionali che a quelli medi europei. L aggiornamento 51

53 dell analisi dei principali indicatori relativi al mercato del lavoro 11 permette di osservare, rispetto all analisi SWOT del POR , l emergere di nuove criticità e minacce, in gran parte determinati dalla crisi economica: Nuove criticità: Il calo del tasso di occupazione della popolazione in età lavorativa tale da collocarlo al di sotto della media europea. La contrazione della domanda di lavoro, testimoniata dal calo dei flussi in ingresso nel mercato del lavoro. L incremento del tasso di disoccupazione femminile che si attesta su un valore superiore a quello medio europeo. La forte espansione della disoccupazione e della inattività giovanile (15-24 anni). L aumento del lavoro inutilizzato ( scoraggiati e lavoratori equivalenti in CIG a zero ore e persone in cerca di occupazione), oltre al rischio crescente di difficoltà di riassorbimento dei lavoratori in CIG a causa del perdurare della crisi. Minacce: Il perdurare della crisi economica che ha assunto ormai carattere strutturale, con effetti negativi sul mercato del lavoro che colpiscono soprattutto i più i giovani. L analisi del mercato del lavoro marchigiano aggiornata al 2014 evidenzia quanto segue (Grafico 5.1). 11 Per l analisi a livello nazionale e regionale si utilizzano i dati medi della Rilevazione Continua sulle Forze di Lavoro (RCFL), relativi al 2014, pubblicati dall ISTAT in data 10 aprile Per il livello europeo (UE28), EUROSTAT ha recentemente reso disponibili i dati medi della LFS sempre riferiti al

54 Grafico 5.1 Alcuni indicatori del mercato del lavoro, Marche e Italia ( ) Tasso di occupazione (15-64 anni) Tasso di disoccupazione 66,0 64,0 62,0 60,0 58,0 56,0 54,0 52,0 50,0 14,0 12,0 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0 Marche ITALIA Marche ITALIA 72,0 70,0 68,0 66,0 64,0 62,0 Tasso di attività (15-64 anni) 80,0 75,0 70,0 65,0 60,0 55,0 Tasso di occupazione (15-64 anni) per genere (Marche) 60,0 50,0 Marche Italia maschi femmine 14,0 12,0 10,0 8,0 6,0 4,0 2,0 0,0 Tasso di disoccupazione per genere (Marche) 80,0 75,0 70,0 65,0 60,0 55,0 50,0 Tasso di attività (15-64 anni) per genere (Marche) Maschi Femmine maschi femmine 53

55 Tasso di occupazione anni Quota di occupati nell'industria 55,0 50,0 45,0 40,0 35,0 30,0 43,0 41,0 39,0 37,0 35,0 33,0 31,0 29,0 27,0 25,0 Marche Italia Marche Italia Fonte: elaborazioni su dati RCFL ISTAT Nel 2014, nelle Marche, il tasso di occupazione della popolazione in età lavorativa (15-64 anni) si attesta al 62,4%, collocandosi, a causa dell andamento decrescente iniziato con la crisi del 2008 e sia pure in controtendenza rispetto al 2013 (61,1%), su livelli inferiori a quelli del 2005 (63,5%), e risultando superiore al dato medio nazionale (55,7%), ma inferiore rispetto a quello medio della UE28 (64,9%) 12. Il numero degli occupati nel 2014 si riduce dello 0,9% rispetto al 2005, attestandosi a 625mila unità, a sintesi di una consistente diminuzione dell occupazione oltre che in agricoltura (-32,7%) anche nel settore delle costruzioni (-21%) 13 e in quello dell industria in senso stretto (-6,7%) settori pro-ciclici su cui le ripercussioni della crisi continuano ad incidere profondamente e un aumento nel settore dei servizi (+6,9%). Nel complesso il numero degli occupati nell industria 14 nel 2014 è calato del 9,5% rispetto al 2005, mostrando comunque una contrazione leggermente inferiore a quella registrata a livello nazionale (-12,8%). Le Marche si confermano come la regione italiana in cui è più alta la quota di occupati nell industria (36%) contro un dato medio nazionale del 26,9%, nonostante il calo rispetto al 2005 (39,5%). Dunque, una delle minacce individuate dall analisi SWOT alla luce della crisi del manifatturiero, a seguito del perdurare dell attuale crisi economica, mostra le proprie ripercussioni sul mercato del lavoro marchigiano. 12 Dati sugli indicatori del mercato del lavoro per UE28 di fonte Eurostat, media Le costruzioni nel 2014 nel complesso occupano 38mila individui. 14 Industria in senso stretto più costruzioni. 54

56 In relazione al gap di genere, come a livello nazionale, la crisi congiunturale ha impattato in misura maggiore sull occupazione maschile 15. Il tasso di occupazione maschile si è ridotto di 3,6 punti percentuali rispetto al 2005, attestandosi al 69,9%, un dato leggermente inferiore a quello medio europeo (70,1%). Il tasso di occupazione femminile (55%) si conferma, invece, inferiore alla media europea (59,6%), pur registrando, rispetto al 2005, un incremento di 1,6 punti percentuali. Nonostante questi diversi andamenti, il differenziale fra il tasso di occupazione maschile e femminile rimane comunque elevato (14,9 punti percentuali), seppure inferiore rispetto a quello medio italiano (17,8 punti percentuali). La riduzione più significativa del tasso di occupazione si osserva tra i giovani: il tasso di occupazione giovanile (15-24 anni) si attesta, nel 2014, al 17%, in calo di 13 punti percentuali rispetto al 2005 (30,1%), risultando comunque superiore al valore medio nazionale (15,6%) e, tuttavia, ancora molto distante dal valore medio della UE28 (32,5%). Il tasso di occupazione degli over55 (52,3%) 16 cresce di ben 19,6 punti percentuali nel confronto col 2005, a conferma di un trend crescente nel periodo considerato, con le sole eccezioni del 2008, anno nel quale questo indicatore ha registrato un calo rilevante, e del 2011, anno in cui si è ridotto marginalmente. A seguito di questa forte crescita, il tasso di occupazione nella fascia di età anni non solo supera il valore medio nazionale (46,2%) ma si colloca anche al di sopra della media europea (51,8%). A conferma di quanto emerso nell analisi SWOT contenuta nel POR FSE 2007/2013, continua la precarizzazione della forza lavoro marchigiana. I dati amministrativi sui flussi di assunzione 17 mostrano, nel confronto tra il 2008 e il 2014, un calo pari all 8,2% delle assunzioni con contratti di lavoro subordinato. A contrarsi sono soprattutto i flussi in ingresso nell occupazione permanente: le assunzioni a tempo indeterminato calano del 46,4%, portando il loro peso percentuale sul totale delle assunzioni al 9,4%, rispetto al 17,1% registrato nel corso del Ad eccezione del lavoro in 15 Come visto in precedenza, tra il 2005 e il 2014, l occupazione è cresciuta nei servizi (in cui il tasso di femminilizzazione è più elevato) ed è diminuita nell industria in senso stretto e nelle costruzioni (in cui la componente maschile è significativamente prevalente). 16 In specifico, si tratta del tasso di occupazione anni. 17 Elab. Osservatorio Mercato del Lavoro - Regione Marche su dati SIL - Job Agency: per l anno 2014 si veda "I Quaderni dell'osservatorio" pubblicati trimestralmente: per il 2008 si veda il quaderno n.7 del IV trimestre

57 somministrazione (cresciuto del 43,1%), le altre forme contrattuali temporanee, caratterizzate da forte flessibilità, si riducono: i contratti a tempo determinato dell 1,1%, mentre quelli di apprendistato si sono quasi dimezzati. Nel confronto col 2008, aumenta, sia pure moderatamente, il peso percentuale del tempo determinato (dal 54,5% al 55%) e del lavoro somministrato (dal 10,4% al 15,2%). Si riduce invece quello dei contratti di apprendistato (dal 7,2% al 4%). Inoltre, calcolando un indicatore sintetico del grado di flessibilità dell occupazione, dato dal rapporto tra lavoratori a tempo determinato, lavoratori a tempo parziale e collaboratori sul totale degli occupati, per le Marche nel 2014 si rileva un valore pari al 24,1%, in crescita rispetto al 17,3% del 2005, e superiore al dato nazionale (23,5%) 18. Una larga quota di occupati è stata coinvolta in situazioni di crisi. Nel 2014, le ore di cassa integrazione autorizzate ammontano a 50 milioni circa, in crescita di 7,5 volte rispetto al I lavoratori in CIG equivalenti a zero ore 19 sono pari a lavoratori (di cui solo nelle attività manifatturiere), ovvero il 2,9% dell occupazione dipendente nelle Marche. Permane l incognita relativa all effettiva possibilità per i lavoratori in cassa integrazione, tecnicamente considerati occupati, di essere riassorbiti nel sistema produttivo, che dipenderà dalla durata della crisi e dalla capacità del sistema economico regionale di uscire dalla crisi con una buona capacità competitiva. Rispetto al 2013, le ore di cassa integrazione complessivamente autorizzate diminuiscono del 2,6% (-1,3 milioni di ore), un calo che avviene a sintesi di un aumento consistente del ricorso alla CIGS (+35,8%) e alla CIGD (+11,5%) più che compensato dal calo significativo delle ore di CIGO (- 51,3%). Nelle attività manifatturiere si concentra il 66,8% delle ore di cassa integrazione guadagni complessivamente autorizzate sul territorio marchigiano. In questo settore di attività economica, nel 2014, il ricorso alla cassa integrazione guadagni, si riduce del 9,2% rispetto all anno 18 Elaborazioni su micro-dati RCFL ISTAT (Media 2014). 19 La stima dei lavoratori in CIG equivalenti a 0 ore tiene conto dell effettivo tiraggio delle ore di cassa integrazione autorizzate fino a Gennaio In particolare, i lavoratori equivalenti a 0 ore sono stimati rapportando il monte ore utilizzato di CIG all orario di lavoro medio annuale di 1702 ore; le ore effettivamente utilizzate sono state calcolate considerando il tiraggio medio nazionale diffuso dall INPS pari al 49,02% delle ore autorizzate di CIGO, al 45,97% delle ore autorizzate di CIGS e al 46,65% di quelle autorizzate di CIGD; si ottiene così un numero (teorico) di lavoratori sospesi integralmente ( a 0 ore ). 56

58 precedente, rimanendo tuttavia circa 7 volte più elevato rispetto al 2005, per un totale di ore autorizzate pari a 33,4 milioni. Relativamente agli incidenti sul lavoro 20, nelle Marche, l indice di frequenza infortunistica 21 per il triennio è pari a 26,74 infortuni per mille addetti, in calo di circa 2 punti rispetto al triennio (28,73 infortuni per mille addetti), ma sempre più elevato rispetto al valore nazionale (23,96 infortuni per mille addetti). Il calo degli infortuni rispetto al triennio precedente deve essere letto contestualmente alla riduzione delle attività produttive nell industria manifatturiera e nelle costruzioni a seguito della crisi economica. L indice di gravità degli infortuni (2,68 giornate perse in calo rispetto alle 2,96 del triennio ) continua ad attestarsi, in regione, ad un livello più elevato di quello medio nazionale (2,30). La crisi ha portato altresì -- sempre nel periodo considerato -- ad un andamento crescente del tasso di disoccupazione marchigiano. Nel 2014, il tasso di disoccupazione regionale si attesta al 10,1% -- quindi sostanzialmente in linea con il dato medio UE28 (10,2%) e sempre al di sotto dei livelli nazionali (12,7%) -- dopo che nel 2013 aveva raggiunto il 10,9%, ovvero il livello più alto registrato dal L ulteriore crescita del tasso di disoccupazione registrata nel 2014 si accompagna ad un aumento della partecipazione al mercato del lavoro. Sembra ridursi dunque la presenza di eventuali effetti di scoraggiamento, motivo per cui probabilmente i livelli di disoccupazione sono più, che in passato, vicini a quelli della UE28: nelle Marche, infatti, nel 2014, il tasso di inattività della popolazione in età lavorativa scende al 30,4% rispetto al 33,3% del 2005, attestandosi al valore più basso nel periodo Livelli di disoccupazione inferiori alla media europea si registrano solo per gli uomini. D altra parte però i livelli di disoccupazione sono inferiori alla media nazionale sia per gli uomini che per le donne; il differenziale fra il tasso di disoccupazione maschile (8,7%) e femminile (11,9%) si riduce però in misura molto contenuta: 3,2 punti percentuale la differenza fra i tassi nel 2014 (1,9 punti percentuali in Italia) rispetto ai 3,4 punti percentuali del Come a livello nazionale, la crescente disoccupazione giovanile è annoverabile tra le maggiori criticità, con il tasso di disoccupazione dei giovani in età compresa fra i 15 e i 24 anni che raggiunge 20 Dati di fonte INAIL. 21 Determinato dal rapporto tra eventi lesivi indennizzati, esclusi gli infortuni in itinere, ed il numero degli addetti. 57

59 il 36,4%, superiore alla media europea (21,2%) ed in forte crescita rispetto al 15,2% del 2005 (e al 23,8% di tre anni prima), pur se inferiore a quello nazionale (42,7%). Tra il 2008 e il 2012, il numero medio dei beneficiari di indennità di mobilità è passato da a (ovvero è quasi raddoppiato) e, nel primo semestre 2013, ha raggiunto le unità 22. Tenendo conto che tra gli occupati vi sono anche persone momentaneamente escluse dal processo produttivo perché in Cassa integrazione guadagni (CIG) e che tra gli inattivi si nascondono i cosiddetti lavoratori scoraggiati 23, è possibile calcolare una misura del lavoro disponibile inutilizzato 24, che, nel 2014, raggiunge il 18,5% 25, in crescita rispetto al 9,7% del Il tasso di attività regionale della popolazione in età lavorativa mostra un andamento complessivamente crescente nel periodo In particolare, nel 2014, il tasso di attività anni nelle Marche (69,6%), riprende a crescere, dopo essere leggermente diminuito nell anno precedente (- 3 decimi di punto percentuale su base annua), e si mantiene al di sopra della media nazionale (63,9%). Tuttavia, la partecipazione al mercato del lavoro nelle Marche rimane inferiore a quella media europea (72,3%) sia per gli uomini (76,7% rispetto al 78,1% europeo) che, soprattutto, per le donne, per le quali è pari al 62,5% rispetto al 66,5%% medio europeo. Il differenziale fra i tassi di partecipazione maschili e femminili rimane quindi elevato (14,2 punti percentuali), seppure sempre inferiore rispetto a quello medio nazionale (19,2 punti percentuali), e in calo rispetto al 2005 (quando era pari a 18,9 punti percentuali). La partecipazione al mercato del lavoro è particolarmente bassa, se confrontata con la media europea, tra la popolazione giovanile: il tasso di attività regionale degli under 25 si attesta infatti al 26,8% rispetto al 38,9% della media europea.. La bassa partecipazione dei giovani al mercato del lavoro -- che precedentemente alla crisi economica poteva essere non annoverata tra le criticità in quanto era, almeno in parte, imputabile alla partecipazione dei giovani ai percorsi di istruzione e formazione professionale -- è ora imputabile all accresciuta diffusione di effetti scoraggiamento tra i giovani. 22 Fonte: INPS (2014), Il Rapporto sulla Coesione Sociale Coloro che cercano un lavoro e sono immediatamente disponibili a lavorare, ma che non hanno intrapreso azioni di ricerca in quanto ritengono che la situazione economica corrente renda per loro improbabile trovare un impiego. 24 Banca d Italia (2010), Le economia regionali L economia delle Marche, Banca d Italia, Ancona. 25 Dati sulle persone in cerca di occupazione, sulle forze di lavoro e sugli scoraggiati riferiti alla media 2014 della Rilevazione Continua sulle Forze di lavoro (RCFL). Lavoratori in CIG equivalenti a zero ore, calcolati secondo la metodologia precedentemente descritta. 58

60 Le differenze interne alla regione sono particolarmente rilevanti, con i tassi di occupazione che, nel 2014, vanno dal 58,2% della provincia di Ascoli Piceno al 64,2% di quella di Ancona (Tabella 5.2). Il tasso di disoccupazione è più elevato in provincia di Ascoli Piceno, dove si attesta all 11,9% nel 2014, mentre nelle altre province si attesta tra il 9,1% di Macerata e il 10,4% di Ancona. Nella provincia di Ascoli Piceno è più bassa anche la partecipazione al mercato del lavoro (66,4%), mentre è più alta nella provincia di Ancona (71,8%). Sintetizzando, possiamo distinguere, da un lato, la provincia di Ascoli Piceno come quella con le maggiori criticità e, dall altro, Ancona e Macerata con mercati del lavoro più solidi, con Pesaro-Urbino e Fermo che si collocano in una posizione intermedia con i principali indicatori del mercato del lavoro sostanzialmente in linea con la media regionale. Tabella 5.2 Principali indicatori del mercato del lavoro per province marchigiane (2014) Tasso di occupazione (15-64 anni) Tasso di disoccupazione Tasso di attività (15-64 anni) Maschi e Maschi e Maschi e Maschi Femmine Maschi Femmine Maschi Femmine femmine femmine femmine Pesaro-Urbino 71,3 51,8 61,5 7,5 12,2 9,5 77,2 59,0 68,1 Ancona 69,7 58,6 64,2 8,9 12,1 10,4 76,7 66,9 71,8 Macerata 71,4 56,1 63,8 7,1 11,6 9,1 77,1 63,6 70,3 Ascoli Piceno 64,9 51,7 58,2 13,0 10,5 11,9 75,3 57,8 66,4 Fermo 70,5 53,6 62,0 7,9 12,5 9,9 76,7 61,3 69,0 MARCHE 69,9 55,0 62,4 8,7 11,9 10,1 76,7 62,5 69,6 Fonte: elaborazioni su dati RCFL ISTAT Istruzione e formazione L analisi dei principali indicatori relativi all investimento in capitale umano consente di individuare alcuni importanti cambiamenti rispetto ad inizio Programmazione per quanto concerne la presenza di criticità e di punti di forza. Infatti, se, da un lato, si registra in particolare un miglioramento nel tempo di tutti gli indicatori considerati (quota di giovani che abbandonano prematuramente gli studi, quota di persone con un titolo di istruzione universitario, proporzione di laureati in materie tecnico-scientifiche, quota di forza lavoro con un titolo di studio superiore alla licenza secondaria superiore; quota di adulti impegnati in attività di apprendimento permanente) che assumono valori superiori -- o perlomeno in linea -- a quelli media nazionali, dall altro lato, si osserva che tali valori sono ancora lontani dalla media UE e/o dai valori target fissati nell ambito della Strategia Europa

61 L investimento in capitale umano rappresenta uno dei fattori cruciali per la capacità competitiva del territorio marchigiano (Grafico 5.2). Grafico 5.2 Alcuni indicatori sull investimento in capitale umano Tasso di partecipazione alla scuola secondaria superiore Tasso di abbandono alla fine del primo anno delle scuole secondarie 103,0 superiori di secondo grado 101,0 99,0 97,0 95,0 93,0 91,0 89,0 87,0 85,0 13,0 12,0 11,0 10,0 9,0 8,0 7,0 6,0 Marche Italia Marche Italia 24,0 22,0 20,0 18,0 16,0 14,0 Giovani che abbandonano prematuramente gli studi 27,0 25,0 23,0 21,0 19,0 Popolazione in età anni che ha conseguito un titolo di studio universitario 12,0 17,0 10, , Marche Italia Marche Italia 60

62 8,0 7,5 7,0 6,5 6,0 5,5 5,0 4,5 4,0 Popolazione in età anni che partecipa all'apprendimento permanente ,0 16,0 15,0 14,0 13,0 12,0 11,0 10,0 Laureati in scienza e tecnologia Marche Italia Marche Italia Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Banca dati per le politiche di sviluppo e Noi Italia In particolare, nelle Marche si osserva quanto segue: Nel 2013, il 98,4% della popolazione tra i 15 e i 19 anni è in possesso almeno della licenza media inferiore, un dato leggermente superiore a quello nazionale (98,2%), ma moderatamente inferiore a quello registrato nel 2005 (98,7%). Il tasso di scolarità per le scuole secondarie superiori 26 diminuisce dal 99% dell anno scolastico 2004/2005 al 98,2% del 2011/ , risultando comunque superiore al dato nazionale (88,8%). Il tasso di abbandono alla fine del primo anno delle scuole secondarie superiori di secondo grado è aumentato dal 6,7% nell anno scolastico 2004/2005 all 8,7% nell anno scolastico 2010/ restando, comunque, inferiore al dato nazionale (11,4% nell a.s. 2010/ ). La quota di giovani che interrompono la frequenza della scuola secondaria superiore al primo anno rappresenta un indicatore utile a monitorare l efficacia degli interventi di policy in materia di istruzione. Inoltre, nel 2013, la quota di giovani (18-24 anni) che ha interrotto precocemente gli studi è pari al 13,9%, un dato inferiore a quello medio nazionale (17%) ed in calo rispetto al 2005 (19,1%) ma che rimane, comunque, superiore alla media europea (12%). La riduzione al di 26 Il tasso e' calcolato rapportando il totale degli iscritti alle scuole secondarie di secondo grado alla popolazione residente nella classe d'età anni e assume valori superiori a 100 per la presenza di ripetenze o anticipi di frequenza. 27 Ultimo dato disponibile al momento della redazione di questo capitolo. 28 Ultimo dato disponibile al momento della redazione di questo capitolo. 29 Ultimo dato disponibile al momento della redazione di questo capitolo. 61

63 sotto del 10% della quota di giovani che lasciano la scuola senza essere in possesso di un adeguato titolo di studio è uno degli obiettivi della strategia di Europa Nel 2013, il 22,7% dei giovani 30-34enni ha conseguito un titolo di studio universitario (contro il 22,4% registrato a livello nazionale e il 36,9% della UE28), con un incremento, tra il 2005 e il 2013, di 3,2 punti percentuali. Il livello di istruzione della popolazione di anni è tra gli indicatori individuati dalla Commissione Europea nella strategia Europa Il target fissato, da raggiungere entro il prossimo decennio, è che almeno il 40% dei giovani tra i 30 e i 34 anni consegua un titolo di studio universitario o equivalente. Nel 2014, la quota di forza lavoro con un titolo di studio superiore alla licenza secondaria superiore è pari al 19,4%, in linea con quella rilevata a livello nazionale (il 19,3%) e superiore al valore registrato nel 2005 (il 15,3%), ma che rimane notevolmente inferiore alla media europea (31,2%). Nel 2012, la quota di laureati in materie tecnico-scientifiche si posiziona al 16,5%, in crescita di 4,2 punti percentuali rispetto al 2005, superiore al 13,2% del dato nazionale. Si tratta di un dato positivo che, seppur inferiore al 17,1% a livello europeo (UE28), evidenzia comunque un migliore posizionamento delle Marche rispetto ad una delle criticità individuate ad inizio programmazione. La quota di adulti impegnati in attività di apprendimento permanente nelle Marche è pari al 7,1% nel 2013, rispetto al 6,2% dell Italia e al 10,4% dell UE28. Nel 2013, tra le regioni italiane, la più virtuosa risulta essere il Trentino Alto Adige con una percentuale pari al 9,9%, mentre le quote più basse si fanno registrare Puglia (4,8%) e in Sicilia (4,4%). Il netto incremento nella quota di popolazione anni che frequenta un corso di studio o di formazione professionale rispetto all anno precedente, pone le Marche al di sopra del valore medio nazionale e su una percentuale di 1,7 punti percentuali superiore a quello registrato nel 2005 (5,4%). Uno degli obiettivi della Strategia di Lisbona nel campo dell istruzione e della formazione era quello di una quota di adulti impegnati in attività formative pari al 12,5% entro il Questo indicatore è stato ripreso da Europa 2020, ma il valore target è stato innalzato al 15%. Le Marche e l Italia sono, quindi, in ritardo rispetto agli obiettivi di Europa

64 Altre tendenze socio-economiche Le tendenze socio-economiche in atto confermano che nelle Marche continuano a sussistere le minacce individuate ad inizio programmazione: i) elevata specializzazione produttiva dell industria manifatturiera in settori esposti alla concorrenza dei Paesi emergenti; ii) livelli di produttività nell industria (in senso stretto) inferiori alla media italiana; iii) bassa incidenza sul PIL della spesa pubblica e privata in R&S; iv) tassi di mortalità delle PMI elevati a causa delle problematiche connesse al ricambio generazionale e alla recessione economica in corso. A completamento delle analisi precedenti, possono essere presi in considerazione altri indicatori in grado di evidenziare ulteriori tendenze socio-economiche in atto a livello regionale (Grafico 5.3). Grafico 5.3 Produttività del lavoro nell industria in senso stretto e Incidenza della spesa delle imprese pubbliche e private in Ricerca e Sviluppo (R&S) 60,00 55,00 50,00 45,00 40,00 Produttività del lavoro nell'industria in senso stretto 0,80 0,70 0,60 0,50 0,40 Incidenza della spesa delle imprese pubbliche e private in Ricerca e Sviluppo (R&S) 35,00 0,30 30, , Marche Italia Marche Italia Fonte: elaborazioni su dati ISTAT Coeweb e Banca dati per le politiche di sviluppo Dall analisi della composizione della struttura produttiva, che prende in considerazione la quota di addetti impegnati nelle diverse classi dimensionali dell industria e dei servizi, basandosi sui dati del Registro statistico delle imprese attive (ISTAT) relativi al 2012, trova nuovamente conferma che i settori di attività e dimensioni prevalenti delle imprese nelle Marche, rispetto alla media nazionale, sono quello dell industria e della piccola impresa (da 10 a 49 addetti). 63

65 Nonostante le ripercussioni negative della crisi, anche nel corso del 2014, continua la ripresa dell export manifatturiero, iniziata nel Il valore complessivo delle esportazioni del settore manifatturiero marchigiano, infatti, cresce ulteriormente (su base annua) del 7,5% arrivando a rappresentare il 3,2% del totale nazionale, ovvero un valore complessivo superiore a quello del 2005 (+ 1,6%). La produttività del lavoro nell industria in senso stretto, misurata come valore aggiunto per ULA 30, cresce dal 40,88 registrato nel 2005 al 42,41 del 2012 ma continua a collocarsi su livelli inferiori alla media italiana (55,90). Nel 2012, l incidenza sul PIL della spesa in R&S delle imprese pubbliche e private nelle Marche si attesta allo 0,41%, in crescita rispetto allo 0,24% del 2005, ma permanendo al di sotto dell incidenza registrata in Italia (0,71%), nel Centro (0,52%) e nel Nord (1,1%). Il tasso di mortalità delle imprese 31 ha raggiunto il 7,2% nel 2014, in crescita rispetto al 6,3% del 2005, ma inferiore al dato medio nazionale (il tasso di mortalità per le imprese italiane è, infatti, pari al 7,5%). Data l elevata presenza di piccole imprese nel tessuto produttivo marchigiano è ipotizzabile che la mortalità delle PMI abbia avuto un andamento simile a quello di tutte le imprese I DESTINATARI DEGLI INTERVENTI COFINANZIATI DAL FSE 32 Come precedentemente evidenziato dalla valutazione operativa, sulla base dei dati del sistema di monitoraggio SIFORM, gli interventi cofinanziati dal FSE, avviati al 31 dicembre 2014, hanno coinvolto complessivamente destinatari (partecipanti ad iniziative FSE) (+8,7% rispetto ai 30 Valori concatenati, anno di riferimento Calcolato - sulla base dei dati Movimprese-Infocamere - come rapporto percentuale tra il numero di imprese cessate nell anno t e la popolazione di imprese attive nell anno t. 32 I dati SIFORM utilizzati per la stesura di questo paragrafo del capitolo sulla valutazione strategica includono, tra i destinatari avviati, le persone per le quali esiste l impegno all assunzione. Si tratta dei destinatari di progetti per la creazione di impresa, che quindi sono stati compresi tra gli occupati, in quanto sono stati avviati i rispettivi progetti di Ob.spec. I c Competitività per persone, IIe-Politiche attive per 834persone, IIIg Reinserimento svant. per 306 persone). Tuttavia, per questi destinatari alcune caratteristiche individuali (quali il genere, l età o il titolo di studio) non sono conosciute (e quindi non sono disponibili) fino al momento della conclusione dei progetti e dunque non è possibile tenerne conto nell analisi disaggregata. Le distribuzioni percentuali per genere, classi di età, livello di istruzione e condizione lavorativa riportate in questo paragrafo sono calcolate sul numero totale dei destinatari (inclusi coloro per i quali le informazioni relative alle suddette variabili non sono eventualmente disponibili). 64

66 dell anno precedente), raggiungendo quindi il 7,4% di tutta la popolazione residente nelle Marche 33 (rispetto al 6,9% del 2013, al 5,2% del 2012, al 3,5% del 2011 e al 2,4% del 2010) La coerenza degli interventi avviati con i bisogni di intervento e i target di destinatari I risultati dell analisi condotta nel precedente paragrafo confermano che gli interventi del POR FSE sono coerenti rispetto ai bisogni di intervento e ai target di destinatari rilevati ad inizio programmazione nel mercato del lavoro marchigiano, con una crescita nel tempo del tasso di copertura della popolazione di riferimento. In modo particolare (Tabella 5.3), come è già stato evidenziato anche nei rapporti di valutazione degli anni precedenti: Le pari opportunità di genere sono state presidiate adeguatamente. Le donne rappresentano la maggioranza dei destinatari, non solo nell Obiettivo specifico IIf, ma anche in tutti gli altri Assi, con l unica eccezione dell Asse I che, confermando quanto già emerso negli anni precedenti, è l unico Asse nel quale le donne non prevalgono numericamente sugli uomini. Le iniziative avviate all interno degli Assi I e II, concentrandosi soprattutto sugli Obiettivi specifico Ia, Ic e IIe, garantiscono un adeguato sostegno all occupazione e alle transizioni nel mercato del lavoro. L integrazione nel mercato del lavoro dei migranti appare presidiata oltre che dagli interventi attivati nell ambito dell Asse III, anche da tutti gli altri Obiettivi specifici. Il presidio all inserimento lavorativo delle persone con disabilità viene assicurato soprattutto dagli interventi attivati sull Obiettivo specifico e) dell Asse II, oltre che dalle iniziative avviate sugli Assi III e IV (e V per alcune unità). L accesso dei destinatari alle opportunità formative lungo tutto l arco della vita appare essere garantito dalle iniziative avviate sull Asse IV - Obiettivo specifico IVi e sugli Assi I e II. Le azioni di sistema a sostegno del rafforzamento del sistema dell istruzione e della formazione e della innovazione e del trasferimento tecnologico, particolarmente rilevanti per la competitività regionale nel medio lungo periodo, sono presidiate in maniera adeguata dalle iniziative avviate negli Assi III e IV. 33 Al 1 gennaio

67 Box 5.1 Criticità preesistenti ed emergenti e nuova programmazione regionale Emerge, tuttavia, la presenza di alcune criticità preesistenti ed emergenti che la programmazione regionale deve tenere opportunamente in considerazione, ovvero: Il permanere, nonostante i miglioramenti registrati rispetto all inizio della programmazione , di elevati differenziali di genere nei tassi di attività, di occupazione e di disoccupazione. Il calo dei flussi in entrata nel mercato del lavoro (soprattutto quelli con contratti di lavoro permanente) e l incremento dell incidenza delle posizioni di lavoro temporaneo sul totale delle assunzioni; L elevato numero di lavoratori in Cassa Integrazione Guadagni ( lavoratori equivalenti in CIG a zero ore), che potrebbero non essere tutti riassorbiti dal sistema produttivo. La quota di giovani (18-24 anni) che abbandonano prematuramente gli studi, pur essendo diminuita, è ancora superiore alla media europea e a quel 10% previsto tra obiettivi della strategia di Europa La quota di giovani tra i 30 e i 34 anni in possesso di un titolo di studio universitario ancora molto distante dalla media Europea e dal valore target del 40% fissato tra gli obiettivi della strategia di Europa Tuttavia, il 17,4% dei destinatari delle iniziative cofinanziate dal FSE è però costituito da persone con un livello di istruzione universitaria (con un tasso di copertura sul totale della popolazione residente con istruzione terziaria pari all 11,2%) che sono destinatari di interventi attivati soprattutto sugli Obiettivi specifici Ia (19,3%), IIe (29,1%) e IVi (25,6%). La quota di adulti tra i 25 e i 64 anni impegnati in attività di apprendimento permanente, che pur essendo cresciuta, divenendo superiore alla media nazionale, è ancora inferiore alla media europea. Dai dati di monitoraggio del POR Marche si evince, tuttavia, che il 9,7% della popolazione residente di età compresa tra i 25 e i 64 anni ha partecipato ad attività di natura formativa finanziata dal FSE 34. Un tasso di copertura significativo, anche se ancora distante dal target 2020 (15%). La nuova Programmazione regionale appare affrontare molte di queste criticità, grazie alle specifiche priorità di investimento attivate sul POR FSE e volte ad assicurare: L «accesso all'occupazione per le persone in cerca di lavoro e inattive [ ]» (Priorità 8.i). L «integrazione sostenibile nel mercato del lavoro dei giovani [ ]» (Priorità 8.ii). L «uguaglianza tra uomini e donne [ ]» (Priorità 8.iv). L «adattamento dei lavoratori, delle imprese e degli imprenditori ai cambiamenti»(priorità 8.v). La «riduzione e la prevenzione dell'abbandono scolastico precoce [ ]» (Priorità 10.i). Il «rafforzamento della parità di accesso alla formazione permanente [ ]» (Priorità 10.iii). Il «miglioramento dell'aderenza al mercato del lavoro dei sistemi d'insegnamento e di formazione [ ]» (Priorità 10.iv). 34 Progetti formativi, Voucher, Voucher aziendale e individuali, Voucher di conciliazione, Work-experience, Tirocini formativi. 66

68 Naturalmente, l efficacia dell azione regionale dovrà essere considerata anche alla luce delle azioni che verranno realizzate nell ambito dei Programmi Operativi Nazionali (quali il PON Occupazione, il PON Istruzione, ecc.) e di eventuali iniziative europee a favore dell occupazione, dell istruzione e della formazione. Nel complesso, a fronte di una sostanziale equi-distribuzione tra uomini e donne, i target di destinatari a cui sono stati prevalentemente indirizzati gli interventi sono stati (Tabella 5.3): gli individui nella fascia di età anni (il 30,2%); le persone con un basso livello di istruzione (ISCED 0, 1 e 2) per il 44,1%; per più della metà (il 55,7%) gli occupati; gli immigrati, le persone con disabilità e gli altri svantaggiati rappresentano rispettivamente il 9,7%, il 3,1% e l 1,9% del totale dei destinatari. La quota più consistente di destinatari (il 49,6%) è stata raggiunta dagli interventi avviati sull Asse I Adattabilità. In particolare: per quanto riguarda sia le donne che gli uomini, gli individui tra i 15 ed i 54 anni, le persone in cerca di occupazione e i migranti, gli interventi ad essi indirizzati sono stati avviati su tutti gli Assi e gli Obiettivi specifici, sia pure con diversi gradi di coinvolgimento; per quanto concerne gli occupati, gli interventi attivati si distribuiscono sui primi 4 assi. Tabella 5.3 Destinatari dei progetti avviati per Asse e per caratteristiche socio-anagrafiche (valori assoluti e percentuali di colonna) Asse I Asse II Asse III Asse IV Asse V Totale v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % Genere Classi di età Titolo di studio Posizione nel mercato del lavoro Donne , , , , , ,9 Uomini , , , , , , anni 50 0,1 22 0, , ,3 12 0, , anni , , , , , , anni , , , ,9 11 0, , anni , , , ,5 8 0, , anni , , , ,5 1 0, , anni , , , ,5 0 0, ,5 65 anni ed oltre 284 0,5 25 0,1 1 0,0 13 0,1 0 0, ,3 ND , , ,5 0 0,0 0 0, ,1 Isced 0, 1 e , , , , , ,1 Isced , , , ,7 19 0, ,4 Isced , ,4 98 0, ,4 7 0, ,8 Isced 5 e , , , ,1 4 0, ,4 ND , ,7 21 0, ,8 2 0, ,4 Inoccupato , , , ,2 4 0, ,9 Occupato , , , ,6 0 0, ,7 Disoccupato , , , ,8 4 0, ,5 67

69 Gruppi svantaggiati Asse I Asse II Asse III Asse IV Asse V Totale v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % Studente 0 0, , , , , ,6 Inattivo (escluso studenti) 0 0, , , ,5 5 0, ,3 ND 0 0,0 0 0,0 0 0,0 64 0,3 3 0,1 67 0,1 Persone disabili 0 0, , , ,4 4 0, ,1 Migranti , , , , , ,7 Altre tipologie 854 1, , ,0 9 0,0 0 0, ,9 Totale , , , , , ,0 Fonte: elaborazioni su dati SIFORM La copertura della popolazione regionale I tassi di copertura, ovvero l incidenza percentuale di ciascun target di destinatari sul totale della popolazione di riferimento (in altri termini, la misura della quota di popolazione residente nelle Marche raggiunta dagli interventi cofinanziati dal FSE), raggiungono complessivamente il 7,4%, con una differenza moderata a favore degli uomini (7,7% contro il 7,2% delle donne), e sono più elevati per i giovani tra i 25 e i 34 anni (il 20,2%), gli individui con un livello di istruzione terziaria (Isced 4, 5 e 6) (il 13%) e le persone in cerca di (prima) occupazione (il 49,9%) (Tabella 5.4). Nel caso degli immigrati e delle persone con disabilità, il tasso di copertura è pari rispettivamente al 7,7% e al 4,7%. Nel confronto con il 2013 crescono i tassi di copertura di tutti i target considerati. Particolarmente consistente è la crescita del tasso di copertura delle persone in cerca di (prima) occupazione (+8,3 pp), delle persone tra i 15 e i 24 anni (+ 1,3 pp) e degli individui con un livello di istruzione terziaria (+1,1pp)(Grafico 5.4). Considerando i tassi di copertura per Asse, si osserva che: la maggior concentrazione dei destinatari sull Asse I implica tassi di copertura più elevati rispetto a quelli degli altri Assi per tutti i target di destinatari, tranne che per i ragazzi fino ai 15 anni, le persone in cerca di (prima) occupazione, gli inattivi (studenti compresi) e le persone con disabilità; gli interventi avviati sull Asse II hanno raggiunto in misura maggiore, rispetto agli altri Assi, le persone in cerca di (prima) occupazione e le persone con disabilità; 68

70 le azioni avviate sull Asse III, più di quelle realizzate sugli altri Assi, hanno interessato soprattutto i ragazzi fino ai 15 anni e gli inattivi (studenti compresi); Inoltre, emerge che: l Asse V registra il tasso di copertura più elevato in relazione ai giovani tra i 15 e i 24 anni; i giovani tra i 15 e i 24 anni, le persone con un livello di istruzione terziario, le persone in cerca di (prima) occupazione e gli inattivi (studenti inclusi) sono stati raggiunti in misura comunque rilevante dalle azioni avviate sull Asse IV; i migranti sono stati coinvolti in misura rilevante anche negli interventi avviati sugli Assi II e III; le persone con disabilità sono state coperte da interventi avviati, oltre che sull Asse II, anche su tutti gli altri Assi, ad eccezione dell Asse I. Tabella 5.4 Destinatari coinvolti negli interventi avviati e tassi di copertura della popolazione di riferimento Destinatari avviati Popolazione di Tassi di copertura Asse I Asse II Asse III Asse IV Asse V Totale riferimento Asse I Asse II Asse III Asse IV Asse V Totale Genere Donne (1) 3,07 1,66 0,83 1,39 0,23 7,17 Uomini (1) 4,33 1,52 0,73 0,96 0,15 7, anni (1) 0,02 0,01 1,52 0,11 0,01 1, anni (1) 5,54 2,99 2,94 4,37 2,03 17, anni (1) 9,19 6,05 1,10 3,80 0,006 20, anni (1) 6,65 2,29 0,57 1,45 0,003 10,96 Classi di età anni (1) 5,14 1,26 0,41 0,65 0,0004 7, anni (1) 2,03 0,38 0,13 0, ,67 65 anni ed oltre (1) 0,08 0,01 0,0003 0, ,09 ND Isced 0, 1 e (2) 3,86 1,17 1,15 0,86 0,43 7,47 Titolo di Isced (2) 4,41 1,99 0,60 1,02 0,004 8,02 studio Isce 4,5e (2) 4,40 3,66 0,80 4,14 0,006 13,00 ND Occupato (2) 8,41 1,15 0,09 0, ,26 Posizione Inoccupato/ nel Disoccupato (2) 6,45 24,01 7,44 11,97 0,01 49,89 mercato Inattivi del lavoro (studenti inclusi) (2) -- 0,22 2,13 2,03 0,98 5,37 ND Persone disabili (3) -- 2,60 1,27 0,84 0,005 4,72 Gruppi Migranti (4) 2,98 1,44 2,35 0,82 0,08 7,68 svantaggiati Altre tipologie Totale (1) 3,68 1,59 0,78 1,18 0,19 7,42 Note: (1) Dati Demo ISTAT (al 1 gennaio 2014; (2) Dati RCFL ISTAT (2014); (3); Dati Disabilità in cifre Istat ( ); (4) Cittadini stranieri anni Dati Demo ISTAT (al 1 gennaio 2014) Fonte: Elaborazioni su dati Siform e ISTAT Grafico 5.4 Tassi di copertura della popolazione di riferimento al e al

71 Gruppi svantaggiati Posizione nel mercato del lavoro Genere Classi di età Titolo di studio Totale destinatari 6,9 7,4 Persone con disabilità 4,4 4,7 Migranti 7,5 7,7 Inattivi 4,7 5,4 Disoccupati 41,6 49,9 Occupati 9,4 10,3 Isced 4_5_6 11,9 13,0 Isced 3 7,5 8,0 Isced 0_1_2 6,7 7, anni 2,4 2, anni 11,1 12, anni 16,6 17,9 Uomini 7,1 7,7 Donne 6,7 7,2 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60, Fonte: elaborazioni su dati SIFORM I destinatari avviati per Obiettivo Specifico Anche l analisi dei destinatari dei progetti avviati al per Obiettivi specifici e per caratteristiche socio-anagrafiche conferma l esistenza di una buona coerenza tra target di destinatari (e relativi bisogni) ed interventi cofinanziati dal POR FSE (Grafico 5.5). Infatti: 1. In primo luogo, si osserva che: la maggior parte dei destinatari (28.037, pari al 24,3%) è stata raggiunta da interventi avviati sull Obiettivo specifico Ic - Sviluppare politiche e servizi per l anticipazione e gestione dei cambiamenti, promuovere la competitività e l imprenditorialità; i destinatari, che sono stati raggiunti -- in misura superiore alla media -- dagli interventi avviati sull Obiettivo specifico Ic, sono: o gli uomini (il 26%); o gli individui di età compresa tra i 35 e i 64 anni (il 36,4%); o le persone in possesso al massimo dell istruzione secondaria superiore (il 28,3%); o gli occupati (il 38,4%). 70

72 2. Un altro rilevante 20,9% di destinatari è stato raggiunto da interventi avviati sull Obiettivo Specifico IIe - Aumentare l efficienza, l efficacia, la qualità e l inclusività delle istituzioni del mercato del lavoro (24.101, ovvero il 20,9%). Ad essere estati interessati, in misura superiore alla media, dai progetti avviati sull Obiettivo specifico IIe sono stati, in questo caso, le donne (il 22,1%), gli individui tra i 25 e i 34 anni (il 29,4%), le persone con un istruzione terziaria (il 29,1%), le persone in cerca di (prima) occupazione (il 47,2%) e quelle con disabilità (il 55,1%). 3. Infine, si rileva che: una quota consistente di giovani tra i 15 e i 24 anni (il 40,6%) è stata interessata dagli interventi avviati sull Obiettivo specifico Ia - Sviluppare sistemi di formazione continua e sostenere l adattabilità dei lavoratori (il 20,5%) e sull Obiettivo specifico IVi - Aumentare la partecipazione alle opportunità formative lungo tutto l arco della vita e innalzare i livelli di apprendimento e conoscenza (il 20,1%); la maggior parte degli studenti (il 39,4%), degli inattivi (il 41,9%), dei migranti (il 30,7%) e delle altri svantaggiati (né disabili né migranti) è stata coinvolta in interventi a valere sull Obiettivo specifico IIIg - Sviluppare percorsi di integrazione e migliorare il (re)inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati per combattere ogni forma di discriminazione nel mercato del lavoro; una proporzione significativa di individui con un istruzione post-secondaria non terziaria (il 27,4%) è stata raggiunta da progetti avviati sull Obiettivo specifico IVi - Aumentare la partecipazione alle opportunità formative lungo tutto l arco della vita e innalzare i livelli di apprendimento e conoscenza. 71

73 Grafico 5.5 Destinatari dei progetti avviati al per Obiettivi specifici e per caratteristiche socioanagrafiche Ia Ib Ic IIe IIf IIIg Ivh IVi IVl Vm 0 Ia Ib Ic IIe IIf IIIg Ivh IVi IVl Vm 0-14 anni anni anni anni Donne Uomini anni anni 65 anni ed oltre Non disp Ia Ib Ic IIe IIf IIIg Ivh IVi IVl Vm Ia Ib Ic IIe IIf IIIg Ivh IVi IVl Vm Isced 0_1_2 Isced_3 Isced_4 Isced_5_6 Non disp. Occupati Disoccupati Studenti Inattivi Non disp Ia Ib Ic IIe IIf IIIg Ivh IVi IVl Vm Fonte: elaborazioni su dati SIFORM Persone con disabilità Migranti Altri svantaggiati In sintesi, l analisi dettagliata per obiettivo specifico conferma che per ciascun target di destinatari sono stati adottati gli interventi più adeguati per caratteristiche socio-anagrafiche e per relativi bisogni di intervento in materia di lavoro, istruzione e formazione. E ciò anche nel caso delle categorie di destinatari più vulnerabili (ovvero quelle svantaggiate). 72

74 5.4. UN APPROFONDIMENTO SULLA SITUAZIONE GIOVANILE Come negli anni precedenti, anche nel rapporto di valutazione di quest anno si propone, nell ambito della valutazione strategica, un approfondimento sulla condizione giovanile nella regione Marche in confronto con quella dei giovani italiani e dei giovani europei I giovani nel contesto socio-economico regionale 35 A seguito dell emergenza della disoccupazione giovanile a livello europeo, il Consiglio dell Unione europea -- con la Raccomandazione del 22 aprile 2013 sull istituzione di una Garanzia giovani (Youth Guarantee) -- ha invitato gli Stati membri a garantire ai giovani con meno di 25 anni un offerta qualitativamente valida di lavoro, di proseguimento degli studi, di apprendistato o di tirocinio o altra misura di formazione entro quattro mesi dall inizio della disoccupazione o dall uscita dal sistema di istruzione formale. Nelle intenzioni della Commissione europea 36, Garanzia giovani non è un parcheggio in formazione professionale, ma un percorso definito che immette il giovane in una prospettiva di lavoro. Il programma Garanzia giovani 37 ha ricevuto un finanziamento di sei miliardi di euro, a partire dal 2014 per sei anni (un miliardo all anno) 38, destinati a tutti i Paesi dell UE, assicurando un accesso prioritario ai finanziamenti ai Paesi con livelli di disoccupazione giovanile superiore al 25%. Per l Italia, che nel 2013 ha registrato un tasso di disoccupazione per i giovani tra i 15 e i 24 anni tra i più elevati a livello europeo (40%), è stata prevista una quota di 1,5 milioni di euro in due anni (al cui concorso partecipano la Youth Employment Initiative, il Fondo Sociale Europeo e risorse 35 L analisi qui proposta relativamente allo Youth Index trae spunto da un analogo esercizio condotto da Datagiovani (Sole 24 ore del 13/02/2012). 36 L istituzione di una European Youth Guarantee (garanzia per i giovani europei) è stata lanciata nel 2011 dalla Commissione europea e ribadita nelle raccomandazioni del Consiglio dell Unione Europea il 22 aprile Rientra nell iniziativa-faro Youth on the Move, a sua volta parte della strategia Europa La Commissione europea ha anche redatto una bozza di raccomandazione chiamata On Establishing a Youth Guarantee, con la quale mette a disposizione degli Stati membri consulenze specifiche in materia e soprattutto finanziamenti, in particolare dedicando a questa priorità la programmazione dei fondi strutturali e la coda degli attuali fondi (Brussels, COM 729 final). 37 Il programma concorre al raggiungimento di tre degli obiettivi della Strategia Europa 2020: garantire l occupazione del 75% delle persone di età compresa tra 20 e 64 anni, evitare che gli abbandoni scolastici superino il 10% e sottrarre almeno 20 milioni di persone alla povertà e all'esclusione sociale. 38 Tre miliardi provengono dal Fondo Sociale Europeo e i restanti da uno stanziamento di bilancio. 73

75 nazionali) da destinarsi a diverse iniziative. Si è puntato innanzitutto allo sviluppo di politiche attive a partire dal ruolo fondamentale dei Servizi per l Impiego, chiamati a sostenere il giovane in cerca di lavoro: i Servizi per l Impiego devono infatti dare una concreta proposta di lavoro o soprattutto un esperienza formativa o di tirocinio adeguata al percorso di ogni giovane, con particolare attenzione ai giovani NEET. E quindi opportuno, alla luce di Garanzia giovani, analizzare la situazione dei giovani sul territorio marchigiano. La situazione marchigiana è meno grave di quella nazionale. Emerge comunque un quadro difficile per i giovani tra i 15 e i 24 anni che presentano una diffusione sia della disoccupazione che dell inattività superiore a quella media europea. Nel 2014, il tasso di occupazione giovanile (15-24) si è attestato al 32,5% nella UE28, in crescita di 3 decimi di punto percentuale su base annua. La media europea nasconde grandi differenze tra i paesi: se in Italia il tasso risulta pari al 15,6%, in alcuni altri paesi si registrano tassi di occupazione giovanile particolarmente elevati, come i Paesi Bassi (il 61,1%), a Danimarca (53,7%), l Austria (52,1%), il Regno Unito (48,1%) e la Germania (il 46,1%) Nelle Marche il tasso di occupazione giovanile raggiunge il 17% nel Particolarmente critica è la situazione occupazionale delle giovani donne, che presentano tassi di occupazione costantemente inferiori a quelli maschili in tutte le aree considerate: nelle Marche il gap occupazionale tra giovani uomini e giovani donne è di 7,4 punti percentuali, superiore a quello italiano (5,4 pp) e soprattutto a quello europeo (3,8 pp). Nel 2014, il tasso di disoccupazione giovanile si è attestato al 21,9% nella UE28. L Italia è tra i paesi con la maggiore disoccupazione giovanile (42,7%), preceduta da Spagna (53,2%), Grecia (52,4%) e Croazia (45,5%), mentre tassi molto inferiori si registrano in Germania (7,7%), Austria (10,3%) e Paesi Bassi (10,5%). Nelle Marche, il tasso di disoccupazione della popolazione tra i 15 ed i 24 anni si attesta al 36,4%, alquanto distante dalla media UE28, pur se inferiore a quello nazionale (42,7%). E altresì evidente la presenza di un diffuso effetto di scoraggiamento che ha spostato molti giovani verso l inattività. Nel 2014, il tasso di attività dei giovani italiani (27,1%) è infatti superiore solo a quello del Lussemburgo (26,3%). E anche nelle Marche, i giovani tra i 15 e i 24 anni che 74

76 offrono lavoro rappresentano il 26,8% della popolazione nella stessa fascia di età, un dato marcatamente inferiore a quello medio della UE28 (41,7%), soprattutto tra le giovani donne. Un altro indicatore delle difficoltà dei giovani nel mercato del lavoro, aggravatesi con la crisi, è dato dalla forte crescita dei NEET, i giovani tra i 15 e i 24 anni che, indipendentemente dal loro livello di istruzione, non solo non lavorano ma nemmeno si impegnano in percorsi di formazione o di istruzione e perciò sono a più alto rischio di esclusione sociale. Secondo le ultime stime di Eurostat, nel 2014 la quota dei giovani NEET si attesta al 12,4% della popolazione UE28 tra i 15 e i 24 anni. L Italia si colloca al primo posto per entità del fenomeno, con un tasso di NEET del 22,1% fra i giovani della fascia anni. Con l'eccezione di Germania, Svezia e Regno Unito, tutti gli Stati membri hanno visto un aumento dell incidenza percentuale del numero di NEET dall inizio della crisi (tra il 2008 e il 2014). Nelle Marche, i giovani che non studiano, non si formano e non lavorano erano, nel 2014, pari al 18,1% della popolazione tra i 15 e i 24 anni, una quota inferiore al dato nazionale ma superiore alla media UE28. E opportuno sottolineare che la significativa quota di NEET evidenzia, oltre alla limitata capacità del sistema produttivo di coinvolgere i giovani nel circuito lavorativo o formativo, un crescente rischio di impoverimento del capitale sociale e umano, che, nel lungo periodo, potrebbe incidere sulle condizioni sociali e sulle prospettive di crescita del sistema economico, rappresentando un costo non solo per l individuo, ma anche per la società e l economia nel suo complesso. A completamento della precedente analisi, come già previsto nei precedenti rapporti di valutazione realizzati negli ultimi tre anni, in questa sezione si propone un approfondimento della situazione dei giovani sulla base di un indicatore composito che verifica se ed in che misura il contesto socio-economico della regione Marche è, nel confronto con le altre regioni italiane, più o meno favorevole ai giovani (tra i 15 e i 29 anni). Nello specifico, l esercizio qui proposto mira a calcolare, utilizzando -- ove possibile -- dati più aggiornati -- un indicatore simile all indicatore Youth friendly descritto nel Box In dettaglio, nel Box 5.3 si descrive la metodologia di calcolo adottata. 39 L analisi qui proposta relativamente allo Youth Index trae spunto da un analogo esercizio condotto da Datagiovani (Sole 24 ore del 13/02/2012). 75

77 Box L indicatore Youth friendly Nel mese di febbraio del 2012, Il centro studi Datagiovani ha elaborato per Il Sole 24 Ore l indicatore Youth friendly 40 che misura il potenziale di attrattività delle regioni italiane per gli under 30 in base a cinque asset, a cui corrispondono specifici indicatori (con dati che si riferiscono al 2010, salvo indicazioni diverse): Mercato del lavoro: tasso di disoccupazione giovanile, tasso di occupazione giovanile, tasso di inattività giovanile, previsioni di assunzioni di giovani, giovani Neet; Imprenditoria: % imprenditori giovani sulla popolazione giovane, % imprenditori giovani su imprenditori totali, tasso di sopravvivenza delle imprese a 5 anni (2009); Istruzione: abbandono prematuro degli studi, popolazione in età anni che ha conseguito un titolo di studio universitario, tasso di partecipazione all istruzione dei 15-19enni (2009). Demografia e aspetti socioeconomici: indice di vecchiaia, età media al primo matrimonio, giovani morti in incidenti stradali, incidenza giovani su popolazione, reddito medio dei giovani (2009), incidenza dei contribuenti giovani sul totale (2009), giovani amministratori nelle istituzioni pubbliche (comuni, province, regioni); Dinamica della crisi : variazione tasso di disoccupazione giovanile, variazione tasso di occupazione giovanile, variazione tasso di inattività giovanile, variazione previsioni assunzioni di giovani, variazione giovani Neet, variazione tasso di sopravvivenza delle imprese a 5 anni, variazione giovani imprenditori, variazione della quota di giovani che abbandonano prematuramente degli studi. Per ogni indicatore di ciascun asset, Datagiovani ha attribuito un punteggio pari a 0 alla regione con il valore peggiore e pari a 1 alla regione con quello migliore. Costruendo poi una funzione che unisce minimo e massimo (attraverso una regressione lineare di tutti i dati). I dati delle regioni tra il minimo e il massimo, attraverso questa funzione, sono stati così redistribuiti in una scala da 0 a 1. L'indicatore finale è stato ottenuto attraverso una media pesata. I pesi utilizzati sono stati i seguenti: mercato del lavoro, imprenditoria, istruzione, con peso pari a 0,2; socio-demo, con peso pari a 0,1; crisi, con peso pari a 0,3. Per operare un confronto rapido dei vari territori con la media nazionale è stato infine posto per ogni indicatore il valore Italia pari a 100, e sono stati riproporzionati tutti quelli delle altre regioni. I risultati hanno mostrato che sono le Marche ad occupare il primo posto in Italia per regione più amichevole verso i giovani. 40 Sole 24 ore del 13/02/

78 Nella tavola seguente sono presentati gli indicatori utilizzati con l anno di riferimento considerato (dato aggiornato) 41 : Aree Indicatori Mercato del lavoro Tasso di disoccupazione giovanile (2014) Tasso di occupazione giovanile (2014) Tasso di inattività giovanile (2014) Previsioni di assunzioni di giovani (2014) Giovani Neet (2013) Imprenditoria: % imprenditori giovani (under35) su imprenditori totali (31 dicembre 2014) Tasso di sopravvivenza delle imprese a 5 anni (2012) Istruzione: Abbandono prematuro degli studi (2013) Popolazione in età anni che ha conseguito un titolo di studio universitario (2013) Tasso di partecipazione all istruzione dei 15-19enni (2012) Aspetti sociodemografici Età media al primo matrimonio (2013) Indice di vecchiaia (2014) Incidenza popolazione under30 su totale popolazione (al 1 gennaio 2014) Incidenza giovani (15-29 anni) morti in incidenti stradali (2013) Dinamica della crisi Variazione tasso di occupazione giovanile ( ) Variazione tasso di disoccupazione giovanile ( ) Variazione tasso di inattività giovanile ( ) Variazione previsioni assunzioni di giovani ( ) Variazione giovani Neet ( ) Variazione tasso di sopravvivenza delle imprese a 5 anni ( ) Variazione della quota di giovani che abbandonano prematuramente degli studi ( ) Box La metodologia adottata per il calcolo dell indicatore Le principali differenze con l esercizio di Datagiovani consistono: nell impossibilità di includere nel calcolo, per la difficoltà di reperire i relativi dati, alcune variabili utilizzate per determinare l indicatore Youth friendly (la percentuale di imprenditori giovani sulla popolazione giovane nell area imprenditoria e il reddito medio dei giovani, l incidenza dei contribuenti giovani sul totale e i giovani amministratori nelle istituzioni pubbliche nell area socio-demografica); nell utilizzo, per molte delle variabili disponibili, di dati aggiornati; nell adozione di una procedura di normalizzazione, invece di una funzione che unisce minimo e massimo attraverso una regressione lineare di tutti i dati, per attribuire a ciascun indicatore un punteggio compreso tra 0 e 1 e redistribuire così i dati delle regioni tra questi due valori. Per ogni variabile è stata quindi effettuata una procedura di normalizzazione, ovvero è stato attribuito un punteggio pari a 0 alla regione con il valore peggiore e punteggio pari a 1 alla regione con il valore migliore. I dati riferiti alle altre 41 Tra parentesi, per ciascuna variabile considerata, viene indicato, nella tavola, il periodo a cui si riferisce il dato più aggiornato. Tutti i dati sono aggiornati rispetto al rapporto di valutazione dell anno precedente. 77

79 regioni, compresi tra il minimo ed il massimo così individuati, sono quindi stati redistribuiti in una scala di punteggi compresi tra 0 e 1. E stata poi calcolata, all interno di ciascuna area di indagine, la media aritmetica del punteggio (tra 0 e 1) attribuito al valore assunto in ciascuna regione dalle variabili considerate, ottenendo così un punteggio medio. L indicatore composito finale è stato ottenuto attraverso una media pesata del punteggio medio di ciascuna area di riferimento delle variabili, scegliendo -- come nel caso dell indicatore Youth friendly -- di dare il peso maggiore agli effetti della crisi e quello minore ad aspetti più strutturali come quelli demografici e socioeconomici. Di conseguenza, i pesi utilizzati sono i seguenti: 0,2 per le aree Mercato del Lavoro, Imprenditoria e Istruzione; 0,1 per l area demografica e socio-economica e infine 0,3 all area relativa agli effetti della crisi. Infine, per effettuare un confronto delle varie regioni rispetto alla media nazionale, si è calcolato un numero indice cha assume come base il valore della media nazionale per ogni indicatore (Italia=100), riproporzionando i valori delle regioni rispetto a questa base. Questo numero indice mostra di quanto il valore determinato per ciascuna regione è migliore o peggiore in termini percentuali rispetto a quello nazionale e consente di effettuare un ordinamento delle regioni. I risultati relativi a questo indicatore composito sono presentati nella Grafico 5.6 e collocano le Marche al settimo posto tra le regioni italiane, con un risultato superiore di 5,8 punti al dato nazionale, ad indicare la presenza, nonostante la crisi, di un contesto socio-economico relativamente più favorevole per i giovani. Le Marche tuttavia perdono alcune posizioni rispetto all anno precedente, quando occupavano il quinto posto del ranking nazionale (determinato sulla base di questo indicatore composito) con un indice pari a 116,9. Le Marche confermano la perdita di posizioni -- già verificatasi nel rispetto al 2011, quando occupavano il secondo posto del ranking nazionale (determinato sulla base di questo indicatore composito) con un indice pari a 118,8. La performance di tale indicatore diminuisce (più di 11 punti percentuali in meno) rispetto all anno precedente. Si tenga presente che la natura composita dell indicatore cela, in tutti gli ambiti territoriali, situazioni differenziate tra le varie aree (e i relativi indicatori) che lo compongono. Ad esempio, alcune regioni, sono posizionate verso il basso nella graduatoria, a causa degli effetti della crisi e degli aspetti socio-demografici che, nel confronto con le altre regioni, sembrano essere molto meno favorevoli ai giovani, mentre si collocano nelle posizioni alte della classifica per quanto riguarda il mercato del lavoro e l istruzione. 78

80 Grafico Indicatore composito del contesto socio-economico giovanile e valori per ciascuna delle aree che lo compongono Mercato del Lavoro Imprenditoria 180,0 200,0 160,0 180,0 140,0 120,0 100,0 80,0 60,0 40,0 Italia 160,0 140,0 120,0 100,0 80,0 60,0 40,0 Italia 20,0 20,0 0,0 0,0 LOMBARDIA VENETO TRENTINO ALTO ADIGE TOSCANA PIEMONTE FRIULI VENEZIA GIULIA MARCHE VALLE D'AOSTA EMILIA ROMAGNA LIGURIA UMBRIA LAZIO Italia ABRUZZO SARDEGNA PUGLIA MOLISE CALABRIA BASILICATA CAMPANIA SICILIA BASILICATA PUGLIA CALABRIA VALLE D'AOSTA TRENTINO ALTO ADIGE CAMPANIA SICILIA MOLISE MARCHE VENETO Italia UMBRIA LOMBARDIA TOSCANA PIEMONTE SARDEGNA LIGURIA ABRUZZO FRIULI VENEZIA GIULIA LAZIO EMILIA ROMAGNA 200,0 180,0 Istruzione 180,0 Aspetto Socio-Demografico 160,0 160,0 140,0 120,0 100,0 Italia 140,0 120,0 100,0 Italia 80,0 80,0 60,0 60,0 40,0 40,0 20,0 20,0 0,0 0,0 UMBRIA EMILIA ROMAGNA LAZIO ABRUZZO MARCHE FRIULI VENEZIA GIULIA LIGURIA TOSCANA LOMBARDIA MOLISE VENETO TRENTINO ALTO ADIGE Italia BASILICATA PIEMONTE CALABRIA PUGLIA VALLE D'AOSTA SARDEGNA CAMPANIA SICILIA CAMPANIA CALABRIA SICILIA PUGLIA BASILICATA VALLE D'AOSTA Italia TRENTINO ALTO ADIGE ABRUZZO VENETO LOMBARDIA MOLISE LAZIO MARCHE UMBRIA PIEMONTE EMILIA ROMAGNA SARDEGNA TOSCANA FRIULI VENEZIA GIULIA LIGURIA 140,0 Effetti ella crisi 140,0 Indicatore composito del contesto socio-economico giovanile 120,0 100,0 Italia 120,0 100,0 Italia 80,0 80,0 60,0 60,0 40,0 40,0 20,0 20,0 0,0 0,0 CAMPANIA VALLE D'AOSTA CALABRIA TRENTINO ALTO ADIGE PUGLIA SICILIA BASILICATA LAZIO LOMBARDIA VENETO Italia TOSCANA FRIULI VENEZIA GIULIA SARDEGNA LIGURIA MOLISE ABRUZZO PIEMONTE MARCHE UMBRIA EMILIA ROMAGNA TRENTINO ALTO ADIGE LOMBARDIA VENETO TOSCANA LAZIO VALLE D'AOSTA MARCHE FRIULI VENEZIA GIULIA UMBRIA BASILICATA Italia PUGLIA CALABRIA ABRUZZO LIGURIA PIEMONTE MOLISE CAMPANIA EMILIA ROMAGNA SICILIA SARDEGNA Fonte: elaborazioni su dati ISTAT, dati Istat, Unioncamere-Ministero del Lavoro Sistema informativo Excelsior, Infocamere Il permanere delle Marche in un buon posizionamento di classifica è dovuto ai valori superiori rispetto alla media nazionale registrati nelle aree istruzione (148,6), mercato del lavoro (127,4) ed imprenditoria (111,8), nonostante in tutte e tre le aree si rilevino peggioramenti piuttosto rilevanti rispetto ad un anno prima e nel confronto con il 2011 (Tabella 5.5). Si registra solo un piccolo miglioramento nell area socio-demografica con il relativo indicatore che aumenta 79

81 dall 80% del 2013 all 82,3% del 2014; ciononostante, le Marche rimangono ancora al di sotto della media nazionale e al 13 posto nella graduatoria di questo specifico indicatore. L indicatore relativo agli effetti della crisi economica, infine, si riduce dal 73,7% del 2013 al 69,3% del 2014, confermando come l evoluzione della crisi economica sia l altra dimensione (insieme agli aspetti socio-demografici) relativamente alla quale le Marche rimangono ancora una volta al di sotto della media nazionale ed evidenziando come la recessione abbia avuto effetti particolarmente negativi sulla partecipazione dei giovani marchigiani sia al mercato del lavoro che a percorsi di formazione ed istruzione. Tabella 5.5 Confronto dei valori degli indicatori e della posizione in graduatoria (tra parentesi) della Regione Marche, Periodo Aree Mercato del Lavoro Imprenditoria Istruzione Aspetti Socio- Demografici Effetti della crisi Indice composito 143,0 (4 ) 128,0 (5 ) 159,9 (3 ) 57,5 (17 ) 90,9 (15 ) 118,8 (2 ) 134,7 (8 ) 118,6 (7 ) 168,3 (3 ) 78,9 (12 ) 86,9 (14 ) 119,2 (5 ) 136,4 (7 ) 125,6 (8 ) 190,1 (7 ) 80,0 (13 ) 73,7 (14 ) 116,9 (5 ) 127,4 (7 ) 111,8 (9 ) 146,8 (5 ) 82,3 (13 ) 69,3 (18 ) 105,8 (7 ) Var (in pp) Var (in pp) Var (in pp) Var (in pp) -8,3 +1, ,6-9, ,8-16,2 +8,4 +21,8-43,3-13,1 +21,4-0,8 4,2 24, ,2-4,4-21,6 +0,4-2,4-11,1-13 Il contesto socio-economico regionale si caratterizza ancora per la presenza di condizioni favorevoli ai giovani. Ma la crisi economica ha progressivamente assunto caratteristiche strutturali, riducendo i margini del miglior posizionamento delle Marche, rispetto alla media nazionale, nell istruzione, nel mercato del lavoro e nell imprenditoria, e penalizzando sempre più le giovani generazioni I giovani destinatari degli interventi del FSE Per verificare in che misura la programmazione comunitaria raggiunge i giovani presenti sul territorio regionale e come risponde ai loro bisogni di intervento nell ambito del mercato del 80

82 lavoro, dell investimento in capitale umano e dell inclusione sociale, come già effettuato nei rapporti di valutazione degli anni precedenti, si propone un analisi dei dati SIFORM sulle caratteristiche socio-anagrafiche dei partecipanti alle iniziative FSE di età compresa tra i 15 e i 29 anni e degli interventi realizzati a loro favore. I destinatari di età compresa tra i 15 e i 29 anni, al , sono complessivamente , in crescita dell 8,7% rispetto ai di un anno prima e pari al 38,7% del totale dei destinatari avviati. Si tratta nella maggior parte dei casi di giovani tra i 25 e i 29 anni (il 42,4%), mentre quelli nelle fasce di età anni e anni costituiscono rispettivamente il 27,6% e il 30% del totale dei destinatari tra i 15 e i 29 anni. Il tasso di copertura della popolazione residente nelle Marche è pari al 17,8% nel caso dei giovani tra i 15 e i 19 anni, e simile nel caso dei giovani tra i 20 e i 24 anni (17,9%), mentre raggiunge il 23,5% tra giovani tra i 25 e i 29 anni, per un tasso di copertura medio dei giovani tra i 15 e i 29 anni pari al 19,9%. Si tratta di tassi di copertura in crescita rispetto a quelli dello scorso anno, quando il tasso di copertura dei giovani tra i 15 e i 29 anni era complessivamente pari al 18,4%, a sintesi di tassi di copertura pari al 16,4% tra i 15 e i 19, al 16,7% tra i 20 e i 24 anni e al 21,6% tra i 25 e i 29 anni. Complessivamente, la quota di donne tra i giovani 15-29enni (il 50,3%) è leggermente superiore a quella del totale dei destinatari (il 49,9%) (Grafico 5.7). Ciò si verifica a sintesi di situazioni che si presentano differenziate a seconda della fascia di età giovanile considerata. Infatti, se le donne sono più degli uomini tra i giovani tra i 25 e i 29 anni (il 54,7%), tra i destinatari di età compresa tra i 20 e i 24 anni si registra una prevalenza maschile (il 56,6%), mentre nella fascia di età anni la distribuzione per genere è maggiormente bilanciata. Il massimo livello di istruzione conseguito dai giovani tra i 15 e i 29 anni è in prevalenza la scuola dell obbligo (nel 44,3% dei casi), un dato in linea con quello che si registra nel totale dei destinatari (il 44,1%). Il 39,3% è occupato e, come atteso, le persone in cerca di (prima) occupazione e gli studenti sono presenti in misura mediamente superiore tra i giovani 15-29enni piuttosto che tra il totale dei destinatari (il 34,7% e il 24,5% contro rispettivamente il 30,4% e il 12,6%) In ragione proprio della più giovane età. 81

83 Al crescere dell età, naturalmente, cresce la quota di giovani che hanno conseguito un livello di istruzione più elevato (il 53,9% dei 20-24enni ha un diploma di scuola secondaria superiore e il 39,2% dei 25-29enni ha un istruzione di livello universitario) e lo status di studente riguarda una proporzione sempre meno consistente di giovani (il 5,5% tra i 20 e i 24 anni e il 2,9% tra i 25 e i 29 anni). I giovani immigrati, quelli con disabilità e altre forme di svantaggio rappresentano rispettivamente l 11,6%, il 4,4% e l 1,5% del totale dei destinatari nella fascia di età anni. Nel caso dei migranti e delle persone con disabilità si tratta di percentuali superiori a quelle registrate per il totale dei partecipanti ad interventi FSE (rispettivamente il 9,7% e il 3,1%). In specifico, si osserva che se la quota di migranti è particolarmente elevata tra i giovanissimi (15-19 anni) (il 18,2%), quella delle persone con disabilità è più alta tra i giovani tra i 25 e i 29 anni (il 7,2%). Grafico 5.7 Giovani destinatari per fasce di età e totale dei destinatari per caratteristiche socio-anagrafiche (al ) 100,0 90,0 80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 Donne Uomini Isced 0,1 e 2 Isced 3 Isced 4 Isced 5 e 6 Occupato Inoccupato/Disoccupat Studente Inattivo (escluso stu Persone disabili Migranti Altre tipologie Genere Titolo di studio Posione nel mercato del lavoro Gruppi di svantaggio anni anni anni anni Totale destinatari Fonte: elaborazioni su dati SIFORM I giovani tra i 15 e i 29 anni sono stati raggiunti in particolare dagli interventi avviati sugli Assi I e II del POR FSE Nel complesso più della metà degli individui tra i 15 e i 29 anni (il 59,2%) si 82

84 concentra sugli Assi Adattabilità (il 35,9%) ed Occupabilità (il 23,3%). In particolare, i giovani sono stati interessati soprattutto dagli interventi avviati sugli Obiettivi specifici Ia (Sviluppare sistemi di formazione continua e sostenere l adattabilità dei lavoratori) e IIe (Attuare politiche del lavoro attive e preventive, con particolare attenzione all integrazione dei migranti nel mercato del lavoro, all invecchiamento attivo, al lavoro autonomo e all avvio di imprese) (rispettivamente, il 20,9% e il 23,1%). Questi risultati (ovvero la maggiore concentrazione dei giovani destinatari sugli Assi I e II e, in particolare, sugli Obiettivi specifici Ia e IIe) trovano conferma, con percentuali addirittura superiori, nella fasce di età anni e anni. I giovani tra i 25 e i 29 anni mostrano anche la percentuale più elevata di destinatari sull Obiettivo Specifico IVl (il 3,7%) e una quota comunque rilevante di destinatari sull Obiettivo specifico IVi (il 15,9%). Mentre i giovanissimi (15-19 anni) sono stati interessati in misura significativamente superiore alla media di tutti i destinatari tra i 15 e i 29 anni dagli interventi attivati sugli Assi III (il 28,4%), IV (il 37,3%) e V (il 23,2%) e, all interno dell Asse IV, soprattutto sull Obiettivo specifico IVi (Aumentare la partecipazione alle opportunità formative lungo tutto l arco della vita e innalzare i livelli di apprendimento e conoscenza) (il 30,3%). D altra parte, è proprio sugli interventi avviati sugli Assi IV (Capitale umano) e V (Transnazionalità ed interregionalità), oltre che sull asse III (Inclusione sociale), che si registra una concentrazione di giovani (15-29 anni) mediamente superiore a quella della totalità dei partecipanti agli interventi FSE (l 11,8% contro il 10,5% per l Asse III, il 22,5% rispetto al 15,9% per l Asse IV e il 6,5% versus il 2,6% per l Asse V). Nel dettaglio, la quota dei giovani destinatari è infatti mediamente superiore a quella rilevata per il totale dei partecipanti ad iniziative del FSE sia sull Obiettivo specifico IVi (Aumentare la partecipazione alle opportunità formative lungo tutto l arco della vita e innalzare i livelli di apprendimento e conoscenza) che sull Obiettivo specifico IVl (Creazione di reti tra università, centri tecnologici di ricerca, il mondo produttivo e istituzionale con particolare attenzione alla promozione della ricerca e dell innovazione), oltre che sull Obiettivo specifico Vm (Promuovere la realizzazione e lo sviluppo di iniziative e di reti su base interregionale e transnazionale, con particolare attenzione allo scambio delle buone pratiche). Gli altri Obiettivi specifici sui quali si concentra una quota di destinatari tra i giovani (15-29 anni) in media più 83

85 elevata di quella del totale dei partecipanti agli interventi FSE sono gli Obiettivi Ia (Sviluppare sistemi di formazione continua e sostenere l adattabilità dei lavoratori) e IIe (Aumentare l efficienza, l efficacia, la qualità e l inclusività delle istituzioni del mercato del lavoro). Progetti formativi e work experience sono le tipologie di progetti che, in media e sia pure con diversi gradi di intensità, coinvolgono i giovani tra i 15 e i 29 anni in misura superiore rispetto al totale dei partecipanti ad iniziative del FSE. Gli aiuti alle assunzioni e i voucher 43 raggiungono più gli adulti che i giovani, mentre il dato sulla creazione di impresa è condizionato dal fatto che per questi destinatari non è disponibile nei dati SIFORM la disaggregazione per caratteristiche anagrafiche (età inclusa) 44. Non si rilevano (in media) differenze particolarmente significative tra i giovani e il totale dei destinatari nell accesso ai tirocini. L analisi disaggregata per tipologia di progetto evidenzia che i giovani tra i 15 ed i 29 anni sono, nella stragrande maggioranza dei casi, destinatari di progetti formativi (il 79,7%). Particolarmente rilevanti sono anche i voucher (il 9,9%) e le work experience che raggiungono l 8,7% dei giovani, mentre più contenuta è la quota di giovani destinatari di tirocini formativi (lo 0,5%) e piuttosto basso è il numero di giovani destinatari degli aiuti alle assunzioni (per nuove assunzioni o per la stabilizzazione): 541 su un totale di al Al crescere dell età diminuisce la quota di giovani destinatari di progetti formativi (da ben il 98,4% dei 15-19enni al 69,4% dei 25-29enni), mentre aumenta quella di destinatari di work experience (dallo 0,8% dei giovanissimi al 13,6% dei giovani tra i 25 e i 29 anni). La quota di tirocinanti è in media più altra tra i 20-24enni (0,6%), mentre pochi giovanissimi (15-19 anni) ricevono aiuti alle assunzioni. In maggior dettaglio, il 34,4% dei 15-19enni è destinatario di progetti di formazione all interno dell obbligo formativo, il 27,4% dei 20-24enni di progetti di formazione nell ambito dell apprendistato post obbligo formativo, e, infine, il 30,7% e il 17,8% dei 25-29enni in progetti rispettivamente di formazione continua e di formazione permanente (con un altro 13% impegnato in percorsi formativi destinati al reinserimento lavorativo e un altro 12,1% che è destinatario di borse di lavoro ). 43 Si tratta prevalentemente di voucher individuali (3.759). Molto più ridotto è il numero di dei voucher di conciliazione (65) e e ancora più basso quello di voucher aziendali (31). Il totale di giovani complessivamente destinatari di voucher è pari a Si veda la precedente nota

86 Grafico 5.8 Giovani destinatari per fasce di età e totale dei destinatari per Obiettivi specifici del POR FSE e per tipo di progetti (al ) 100,0 90,0 80,0 70,0 60,0 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 Ia Ib Ic IIe IIf IIIg Ivh IVi IVl Vm Progetto formativo Work Experience Voucher Tirocini Aiuti alle assunzioni Creazione di impresa Fonte: elaborazioni su dati SIFORM Ob. Spec Tipo di progetto anni anni anni anni Totale destinatari Nel complesso, quindi, il POR FSE raggiunge i giovani presenti sul territorio regionale in maniera consistente (il 17,8% dei giovani tra i 15 e i 19 anni, il 17,9% dei giovani tra i 20 e i 24 anni e il 23,5% dei giovani tra i 25 e i 29 anni). I giovani sono interessati in maniera mediamente superiore rispetto al totale dei partecipanti da tutti gli interventi cofinanziati dal FSE, ad eccezione di quelli avviati sugli Obiettivi specifici Ib, Ic e IIf. Gli interventi cofinanziati col FSE si muovono quindi nella direzione di contrastare eventuali fenomeni di disoccupazione giovanile altamente scolarizzata (incrementando l occupabilità dei giovani laureati che spesso incontrano difficoltà di inserimento anche a causa della mancanza di esperienze lavorative pregresse) e di favorire l inserimento nel tessuto produttivo locale di forza lavoro più scolarizzata (anche allo scopo di stimolare l introduzione di innovazioni nei processi produttivi o negli assetti organizzativi delle PMI locali). Inoltre, il fatto che la quota di svantaggiati sia (in media) più elevata tra i giovani piuttosto che tra tutti i destinatari mostra il ruolo del POR-FSE della Regione Marche nel sostenere l inclusione dei giovani a rischio di marginalità sociale. 85

87 6. La valutazione di efficacia degli interventi a sostegno dell occupabilità 6.1 GLI INTERVENTI FORMATIVI FINANZIATI E LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEI DESTINATARI COINVOLTI NELL INDAGINE PLACEMENT In continuità con le scelte metodologiche operate nelle precedenti indagini placement regionali, l universo di riferimento è rappresentato dai destinatari effettivi e rendicontabili 45 di tutti gli interventi rivolti all occupabilità cofinanziati dal FSE nel corso della programmazione nella regione Marche conclusi nel , finanziati a valere sull Asse II - Occupabilità. 47 Al termine della rilevazione censuaria, svolta nel febbraio 2015, sono stati intervistati in totale 480 formati, con un tasso di copertura pari all 87% circa dell universo complessivo dei formati, con tassi di copertura elevati per tutte le tipologie formative e gli Organismi Intermedi Fanno, dunque, parte dell universo di riferimento non soltanto i destinatari che hanno concluso con esito positivo l intervento cui hanno partecipato, ma anche quei soggetti che, pur non avendo completato l intervento, hanno frequentato un numero di ore del percorso formativo sufficientemente significativo da risultare rendicontabili ai fini amministrativi, in continuità anche con quanto già realizzato dalla Regione Marche nel corso della programmazione e in linea con le indicazioni fornite a livello nazionale dall ISFOL (cfr. ISFOL, Linee guida per la valutazione degli effetti occupazionali del Fondo sociale europeo , Collana Metodologie per la valutazione di programma, vol. 3, Roma, 2003). Al termine delle procedure di verifica della qualità e di pulizia dei dati estratti dal sistema regionale SIFORM, l universo di riferimento netto si è attestato a quota 554 formati, 546 dei quali con un recapito telefonico disponibile (al netto di nominativi doppi di persone iscritte a più di un percorso formativo). 46 In continuità con quanto realizzato nel corso delle precedenti indagini placement, per i percorsi di formazione in senso stretto (formazione finalizzata al reinserimento lavorativo e formazione post obbligo e post diploma) sono stati inclusi nell indagine i percorsi conclusi tra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2013, mentre per le work experience (ovvero borse di studio per la realizzazione di esperienze di lavoro e per progetti di ricerca) e per i voucher formativi, non essendo presenti all interno del sistema informativo regionale le date di conclusione degli interventi ma essendo stato verificato che per il pagamento a saldo finale è fissato un termine entro 2 mesi dalla conclusione dell esperienza formativa, sono state prese in esame tutte le work experience e gli incentivi alla formazione conclusi fra il 28/2/2013 e il 28/2/ Si tratta di percorsi formativi tutti attivati sull obiettivo specifico IIe Attuare politiche del lavoro attive e preventive, con particolare attenzione all integrazione dei migranti nel mercato del lavoro, all invecchiamento attivo, al lavoro autonomo e all avvio di imprese, mentre non sono stati attivati, nell intervallo di tempo considerato, interventi formativi e politiche attive del lavoro a valere sull Obiettivo Specifico espressamente dedicato a promuovere l occupazione femminile (IIf Migliorare l accesso delle donne all occupazione e ridurre le disparità di genere ) rispondenti ai requisiti impostati per l indagine (interventi di durata non inferiore alle 100 ore, esplicitamente finalizzati a promuovere l occupabilità e rivolti a non occupati, ecc.), stante la scelta della Regione Marche di adottare una logica di mainstreaming sul fronte delle pari opportunità di genere, assumendo cioè l obiettivo di favorire le pari opportunità di genere come trasversale al Programma e limitando gli interventi specifici espressamente rivolti all occupabilità femminile. 48 Per un analisi puntuale del tasso di copertura dell indagine si rimanda alla tab. 1 dell allegato, mentre si rimanda alla tab. 2 per un analisi della distribuzione dei casi di mancata intervista per tipologia formativa e Organismo Intermedio. Complessivamente, dei 67 casi di mancata intervista, 22 sono casi di numeri telefonici errati o recapiti inesistenti, in 24 casi il potenziale intervistato ha rifiutato l intervista, in 11 l appuntamento fissato non è stato rispettato e non è stato 86

88 Sei formati su dieci hanno fruito di un voucher formativo ovvero di un incentivo individuale spendibile per la frequenza di corsi, anche a Catalogo, liberamente scelti fra quelli erogati da enti accreditati presso la Regione Marche o da altra Regione/Provincia Autonoma (soprattutto in Provincia di Ancona, ma anche a Macerata e Ascoli Piceno) 49 poco meno di un terzo dei destinatari è stato coinvolto in borse di studio per la realizzazione di esperienze lavorative (Borse di lavoro e Borse di ricerca erogate soprattutto dalla Regione Marche e, in minor misura, dalla Provincia di Fermo), mentre molto più ridotta è la quota di destinatari di percorsi di formazione finalizzata al reinserimento lavorativo e di formazione post obbligo formativo e post diploma (cfr. Tab. 6.1), fatto di cui si dovrà necessariamente tenere conto nell interpretazione dei risultati di placement, sia complessivi che a livello territoriale, stante la concentrazione di determinate tipologie formative soprattutto in contesti provinciali specifici (come nel caso dei pochi interventi di formazione post obbligo formativo e post diploma attivati esclusivamente dalla provincia di Fermo e della concentrazione dei percorsi di formazione finalizzata al reinserimento a Pesaro Urbino o, infine, della focalizzazione delle politiche formative delle Province di Ancona e di Ascoli Piceno esclusivamente sull attivazione di incentivi individuali alla formazione in misura più consistente nel primo caso e meno nel secondo, in termini assoluti). Tabella Destinatari degli interventi conclusi nel 2013 per tipologia formativa e Organismo Intermedio (Valori % N=480) Tipologia formativa Organismo Intermedio AN AP FM MC PU Reg Totale N Borse di lavoro , ,2 10,8 52 Borse di ricerca , ,8 21,7 104 Formazione finalizzata al reinserimento lavorativo ,8 100,0-6,0 29 Formazione post obbligo formativo e post diploma , ,2 6 Incentivi alle persone per la formazione 100,0 100,0 2,6 86, ,2 289 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 480 N possibile fissare ulteriori appuntamenti e in ulteriori 10 casi non è stato possibile svolgere l intervista per altri motivi (prevalentemente perché l intervistato/a non era reperibile in quanto lavora all estero e, secondariamente, perché comunque non reperibile/intervistabile: perché in ospedale, perché la persona rispondente non comprendeva bene la lingua italiana, ecc.). 49 Per un maggiore approfondimento in merito si rimanda alle Linee guida: voucher formativi aziendali ed individuali della Regione Marche (D.G.R. 489 del 7/04/2008) e alla successiva Approvazione linee guida per lo sviluppo della formazione individuale a catalogo Catalogo regionale FORM.I.CA. (DGR n.1913 del 22/12/2008), linee guida poi integralmente sostituite con DGR 1644 del 7/12/

89 In continuità con quanto rilevato nella precedente indagine Placement, dunque, cresce significativamente il peso dei voucher per la fruizione individuale di interventi formativi, che risultava invece piuttosto marginale nei primi anni della programmazione sia rispetto ad altre tipologie di formazione d aula che alle work experience. Le borse di lavoro e di ricerca hanno, infatti, coinvolto una quota molto rilevante di destinatari degli interventi finalizzati a promuovere l occupabilità a inizio programmazione (interventi conclusi fino al 2011), per poi diminuire con riferimento agli interventi conclusi nel 2012 (in favore dei tirocini e di voucher formativi e percorsi di formazione finalizzata al reinserimento) e crescere nuovamente, soprattutto per quanto concerne le borse di ricerca, con riferimento alla presente indagine riferita ai percorsi cofinanziati attraverso il Fondo Sociale Europeo conclusi nel Grafico Destinatari degli interventi coinvolti nelle indagini Placement per tipologia formativa frequentata e anno di conclusione degli interventi (Valori %) La partecipazione della componente femminile alla formazione cofinanziata dal FSE risulta significativa (cfr. graf. 6.2), nonostante non siano finanziati interventi espressamente rivolti alle donne a valere 88

90 sull Ob. Specifico IIf, 50 così come si mantiene elevato il coinvolgimento dei più giovani (la quota di under 30 è in crescita rispetto alle ultime indagini Placement). Aumenta, rispetto alle rilevazioni precedenti, anche la quota di stranieri iscritti alle attività formative finalizzate all occupabilità, che supera il 14% (contro il 7% circa nell ambito degli interventi cofinanziati sull Asse II conclusi nel 2012, il 2,4% in quelli terminati nel 2011, il 3,7% con riferimento ai percorsi finiti nel 2010 e lo 0,3% con riferimento ai percorsi formativi attivati nei primissimi anni della programmazione). Circa un terzo dei formati, infine, ha un istruzione terziaria, il 43% circa un diploma e una quota meno consistente, pari al 23% circa, un titolo di studio inferiore. La distribuzione dei destinatari delle azioni formative e delle politiche attive del lavoro per livello di istruzione si differenzia in relazione alle varie tipologie formative, in buona misura a causa dei requisiti fissati dalle Linee Guida regionali (in particolare, ciò si verifica per le borse di lavoro e quelle di ricerca, rivolte rispettivamente a diplomati e laureati). 51 Grafico Destinatari degli interventi conclusi nel 2013 per sesso, cittadinanza, età e titolo di studio al momento dell iscrizione (Valori % N=480) 50 Secondo tendenze piuttosto consolidate, la componente femminile si distingue da quella maschile per un livello di istruzione mediamente più elevato e per una minore presenza di cittadini stranieri, senza rilevanti differenze rispetto alla distribuzione per età (cfr. tab. 7 in allegato). 51 I requisiti di accesso, come noto, sono definiti nell ambito di Linee guida regionali specifiche per le diverse tipologie formative. Le linee guida stabiliscono, ad esempio, per quanto riguarda il titolo di studio, la necessità della laurea per accedere alle borse di ricerca e del diploma di scuola secondaria superiore per le borse di lavoro realizzate sull Asse Occupabilità (cfr. DGR 1041 del 1/10/2007 e successive delibere di integrazione e modifica n. 993 del 21/07/2008 e n del 22/06/2009). Per un analisi puntuale delle caratteristiche socio-anagrafiche dei destinatari per tipologia formativa si rimanda alle tabelle da 3 a 6 in allegato. 89

91 6.2 LE MOTIVAZIONI DELLA PARTECIPAZIONE E I CANALI DI CONOSCENZA DELLE ATTIVITÀ FORMATIVE Il 78% circa dei destinatari degli interventi per l occupabilità cofinanziati dal FSE conclusi nel 2013 vi ha partecipato con l obiettivo esplicito di trovare lavoro o reinserirsi nel mercato del lavoro dopo un periodo di inattività, coerentemente con la finalità dichiarata di questi percorsi formativi, a fronte di quote molto più modeste di persone iscritte per aggiornare le proprie conoscenze e competenze per poter meglio affrontare la domanda proveniente dal mondo del lavoro o perché l'intervento sembrava loro il naturale completamento del precedente percorso di istruzione svolto (quasi il 13%) o per altre motivazioni (9% circa), fra cui spicca l interesse personale nei confronti degli argomenti dell'attività 52, senza differenze di genere particolarmente significative Tra le altre motivazioni all iscrizione figurano anche, per un numero limitato di destinatari delle azioni formative, il fatto che il percorso potesse dare luogo a punteggi utili ai fini della carriera lavorativa e la presenza di un rimborso spese/borsa di studio in assenza di altre fonti di redito, oltre a una quota residuale di destinatari priva di motivazioni personali forti ( aveva del tempo libero, partecipavano all attività amici e/o conoscenti ). 53 Per un ulteriore approfondimento si rimanda alle tabb. 8-9 dell allegato. 90

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