Analisi dei bilanci

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1 Osservatorio sui bilanci Analisi dei bilanci Le società di capitali manifatturiere di Lucca, Pistoia, Prato n. 9 Marzo 2017

2 Confindustria Toscana Nord Pistoia (sede legale), piazza Garibaldi 5 cap 51 tel Lucca, piazza Bernardini 41 cap 55 tel Prato, via Valentini 14 cap 59 tel info@confindustriatoscananord.it Centro studi Enrico Mongatti, responsabile Barbara Bigagli Daniele Chersi Renzo Vettori centrostudi@confindustriatoscananord.it Chiuso con i dati disponibili a gennaio 2017

3 Indice Sintesi... pag. 5 Lucca... pag. 5 Pistoia... pag. 6 Prato... pag. 6 Le società di capitali manifatturiere di Lucca, Pistoia, Prato... pag. 7 Ricavi, valore aggiunto, margini... pag. 7 La redditività... pag. 10 Autonomia patrimoniale e finanziaria... pag. 16 Il distretto pratese... pag. 19 La dinamica dei ricavi... pag. 20 Valore aggiunto, costo del personale, margine operativo lordo... pag. 24 La redditività operativa... pag. 27 La redditività netta... pag. 31 Autonomia patrimoniale e finanziaria... pag. 36 Nota metodologica... pag. 37 Le caratteristiche dell indagine... pag. 39 Lucca, Pistoia, Prato: sede legale e attività manifatturiera... pag. 39 Distretto pratese: aziende con attività manifatturiera funzionalmente collegata al distretto... pag. 39 Campione chiuso negli ultimi 5 anni... pag. 39 Il campione, i settori, osservazioni generali... pag. 41

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5 Analisi dei bilanci Sintesi Lo studio sui bilanci delle società di capitali delle province di Lucca, Pistoia e Prato non si limita ad analizzare il confronto del 2015 con il 2014 ma si estende al decennio Il Centro Studi di Confindustria Toscana Nord ha riclassificato ed elaborato conti economici e stati patrimoniali di tutte le società di capitali manifatturiere attive che hanno depositato il bilancio negli ultimi 5 anni, e con valori superiori a soglie minime. Si tratta di circa 920 società per Prato, 570 per Lucca e 560 a Pistoia per un totale di Su tutto il periodo (12 anni, considerando anche il lavoro dello scorso anno) la base dati allestita conta su oltre bilanci. Il presidente di Confindustria Toscana Nord, Andrea Cavicchi, nel presentare il lavoro afferma: L osservatorio sui bilanci è un tassello che integra e per molti aspetti completa, dato il valore informativo dei dati contabili, quell impianto articolato di strumenti di analisi che abbiamo voluto porre a fondamento dell attività del Centro Studi di Confindustria Toscana Nord. L obiettivo è di offrire agli imprenditori ma anche ai nostri interlocutori istituzionali un prodotto di qualità per la lettura delle dinamiche del manifatturiero, motore dell economia dei nostri tre territori. È un quadro sostanzialmente positivo quello che emerge dall analisi dei bilanci 2015: nei tre territori aggregati di Lucca, Pistoia e Prato aumentano i ricavi, tiene la marginalità lorda e migliora leggermente la redditività netta, grazie anche alla contrazione degli oneri finanziari e fiscali. I dati aggregati sui ricavi segnano rispetto al 2014 una crescita pari al +4,97%, che ha consentito di mantenere al 5,9% (valore del 2014, in miglioramento rispetto al minimo del 5,7% toccato nel 2012) la marginalità lorda delle vendite (MOL/ricavi%), nonostante l incremento dei costi esterni (consumi, servizi, locazioni) e del costo del personale. Minori gli oneri finanziari (la loro incidenza sui debiti finanziari è passata nei bilanci ordinari dal 4,5% del 2014 al 4% del 2015) e fiscali (la differenza tra utile ante imposte e imposte, entrambi rapportati al valore della produzione, è passata da +1,16% del 2014 a 1,61% del 2015). La redditività netta in rapporto al patrimonio netto (ROE, Return On Equity) ha così potuto avanzare leggermente portandosi dal 4,6% del 2014 al 5,1% del È proseguito in tutti e tre i territori il processo di rafforzamento della struttura patrimoniale delle aziende. L autofinanziamento generato dalle vendite è leggermente aumentato, accompagnato da una riduzione dell incidenza dei debiti finanziari a breve sul finanziamento del circolante, riduzione che certamente è da mettere in relazione alla politica degli affidamenti del sistema bancario. Lucca A Lucca l aumento diffuso della redditività netta (ROE) è segnalato dalla crescita significativa del valore mediano, al 6,3%, in aumento di quasi due punti percentuali rispetto al minimo del Il processo di rafforzamento patrimoniale è continuato con particolare evidenza in tutti i settori. Nel cartario, l ambito merceologico con le dimensioni aziendali più rilevanti di tutta l area Lucca-Pistoia-Prato, l incidenza media del patrimonio netto sul totale del passivo ha toccato il significativo picco del 46%. Centro studi Confindustria Toscana Nord 5

6 Analisi dei bilanci Pistoia A Pistoia fra il 2014 ed il 2015 sia la redditività (ROE: da 2,0% nel 2014 a 3,2% nel 2015) che l incidenza dell utile di esercizio sui ricavi (da -0,1% nel 2014 a +0,3% nel 2015) sono stati di nuovo in crescita, invertendo una tendenza consolidata negli ultimi anni, specialmente a partire dal Segnali di rafforzamento dell autonomia finanziaria sono relativamente diffusi, come è testimoniato da un rapporto mezzi propri/totale finanziamenti (in crescita il valore mediano da 21,5% a 21,8%), anche se in modo non uniforme fra i settori industriali. Prato A Prato si registra un miglioramento della marginalità operativa lorda (MOL): il 6,76% del 2015 è per il distretto il miglior dato del decennio. In miglioramento anche il ROA (Return On Assets), al 5,28% rispetto al 4,99% del La redditività netta (ROE) è passata dal 6,55% del 2014 al 7,1% del 2015 (nel 2009 era stata negativa): un risultato scaturito dall ulteriore contrazione del costo dell indebitamento e dalla moderata dinamica delle imposte la cui incidenza sul fatturato non ha subito incrementi rilevanti. 6 Centro studi Confindustria Toscana Nord

7 Analisi dei bilanci Le società di capitali manifatturiere di Lucca, Pistoia, Prato Ricavi, valore aggiunto, margini Nel 2015 la crescita economica in Italia si è consolidata. La ripresa ha coinvolto il sistema produttivo in modo ampio, oltre il gruppo delle grandi aziende esportatrici. In base ai dati della contabilità nazionale è stata la domanda interna, all inizio per beni di investimento e quindi per consumi, che, per la prima volta dopo il 2010, ha fornito un contributo positivo alla crescita 1. Nel campione di società manifatturiere dell area Lucca-Pistoia-Prato 2 i ricavi hanno accelerato rispetto all anno precedente, tuttavia, la crescita più che corrispondente dei costi esterni 3 si è tradotta in una lieve decelerazione del valore aggiunto aggregato, cresciuto del 2,7% a prezzi correnti rispetto all anno precedente. Società di capitali manifatturiere delle province di Lucca, Pistoia e Prato (campione chiuso*). Ricavi, costi esterni e valore aggiunto 150 La crescita dei ricavi nell ultimo anno mostra un legame debole con la dimensione 140 aziendale, salvo un accelerazione 130 legger- mente superiore alla 120 Ricavi delle vendite 110 Costi esterni Valore aggiunto media nella classe da 2 a 5 m.ni di euro di fatturato e, per contro, una quasi stazionarietà 90 nella classe im- mediatamente superiore, da 5 a 10 milioni. Nonostante la crescita * Aziende sempre presenti negli ultimi 5 anni. del valore aggiunto, Fonte: eleborazione Centro Studi CTN su banca dati Aida il margine operativo lordo 4 aggregato è rimasto quasi fermo rispetto allo scorso anno, a causa di un aumentata incidenza della spesa per il personale. In effetti, nei bilanci del 2015 il CLUP ha ripreso a crescere in modo diffuso. L incremento è visibile nel valore mediano del comparto manifatturiero ed anche nel va- N. indice. 2005= 1. Istat. Conti economici nazionali , settembre Conti economici trimestrali IV trimestre 2015, marzo Il campione comprende le società di capitali manifatturiere con sede legale nell area che dispongono di un bilancio di funzionamento in ciascuno degli ultimi 5 anni. Il particolare criterio di inclusione adottato porta ad escludere un certo numero di bilanci (in particolare, quelli delle aziende che hanno iniziato o cessato l attività durante il periodo) e gli andamenti riscontrati non si possono considerare senz altro rappresentativi dell andamento del settore manifatturiero nel suo insieme. Ulteriori dettagli sono riportati nella nota metodologica da pagina L andamento del valore aggiunto ha risentito negativamente della crescita dei costi esterni nei settori della trasformazione alimentare, carta-cartotecnica, cuoio e calzature. Una divergenza positiva è invece visibile nel tessile, nel metalmeccanico, nella chimica, nel mobile. 4. Il MOL, margine operativo lordo (Ebitda nella terminologia anglosassone), corrisponde al valore aggiunto al netto della spesa per il personale, ovvero al valore della produzione diminuito dei costi sostenuti per l acquisto di beni e servizi, oltre che della spesa per il personale. Il margine operativo lordo non tiene conto della spesa per interessi, imposte, svalutazioni, ammortamenti e delle componenti di reddito non ordinarie. Centro studi Confindustria Toscana Nord 7

8 Ricavi delle vendite. N. indice (euro correnti) per classe di ricavi 2013 (*) N. indice. 2005= meno di 500 mila mila a 2 milioni 3. da 2 a 5 milioni 4. da 5 a 10 milioni * Aziende sempre presenti negli ultimi 5 anni. Fonte: eleborazione Centro Studi CTN su banca dati Aida Società di capitali manifatturiere delle province di Lucca, Pistoia e Prato (campione chiuso*). Margini lordi e costo del lavoro N. indice. 2005= * Aziende sempre presenti negli ultimi 5 anni. Fonte: eleborazione Centro Studi CTN su banca dati Aida Società di capitali manifatturiere delle province di Lucca, Pistoia e Prato (campione chiuso*). Andamento del CLUP spesa personale % su valore aggiunto MOL Valore Aggiunto CLUP (scala a destra) * Aziende sempre presenti negli ultimi 5 anni. Fonte: eleborazione Centro Studi CTN su banca dati Aida 5. oltre 10 milioni Mediana Media ponderata lore mediano dei singoli settori. L incidenza aumentata del costo del lavoro resta tuttavia più evidente fra le aziende di grande dimensione che presentano probabilmente un livello di inerzia superiore, sotto il punto di vista delle possibilità o forse delle opportunità di adeguamento della struttura aziendale alle oscillazioni della congiuntura. Un incidenza leggermente aumentata di ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni ha determinato un lieve ripiegamento del margine netto 5. Nonostante l evoluzione non particolarmente brillante dei margini aziendali legati alla gestione operativa dell azienda, i risultati reddituali presentano aspetti positivi. Il 2015 è stato il primo anno dopo la crisi in cui nella media del settore manifatturiero l incidenza dell utile di esercizio sul fatturato ha su- 5. Espresso dal MON (Ebit nella terminologia anglosassone), corrispondente al MOL al netto di ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni, ovvero di quelle spese che, ragionevolmente, sono destinate al mantenimento dei beni capitali.

9 Analisi dei bilanci perato quella degli oneri finanziari. Si tratta di un risultato positivo che però dipende in modo determinante dal contributo delle aziende di maggiore dimensione, che già in passato hanno mostrato stabilmente un valore relativamente elevato del rapporto. L andamento del valore mediano, che si può leggere, con una certa approssimazione, come il risultato di una azienda tipica, è diverso. In questo caso, si vede che la quota più rilevante dei ricavi è ancora destinata alla remunerazione dei finanziatori esterni ed allo Stato, piuttosto che ai soci e al possibile reinvestimento in azienda. Società di capitali manifatturiere delle province di Lucca, Pistoia e Prato (campione chiuso*). % sui ricavi delle vendite - Media Incidenza % 2,3 2,1 1,9 1,7 1,5 1,3 1,1 0,9 0,7 0, * Aziende sempre presenti negli ultimi 5 anni. Fonte: eleborazione Centro Studi CTN su banca dati Aida Incidenza oneri finanziari Incidenza imposte Incidenza utile d esercizio La riduzione dell incidenza delle imposte si spiega tenendo conto del livello basso dell utile, compresso dall incidenza relativamente elevata dei costi, ed anche tenendo conto della presenza di aziende in perdita, evento che presenta caratteristiche settoriali, ma anche elementi trasversali fra i settori. La spesa per investimenti riveste un (campione chiuso*). % sui ricavi delle vendite - Mediana Società di capitali manifatturiere delle province di Lucca, Pistoia e Prato interesse particolare 2 Incidenza oneri finanziari sotto il profilo della Incidenza imposte comprensione delle Incidenza utile d esercizio dinamiche aziendali. I 1,5 dati del 2015, come già quelli dei bilanci 2014, non permettono purtroppo di supportare 1 l ipotesi di una ripresa generalizzata della spesa per investimento ,5 L impressione è che * Aziende sempre presenti negli ultimi 5 anni. la dotazione di capitale aziendale sia stata Fonte: eleborazione Centro Studi CTN su banca dati Aida ancora generalmente valutata come elevata, in rapporto alle potenzialità percepite di sviluppo dei ricavi e dei margini. Come si vedrà più avanti, i bilanci del 2015 mostrano ancora un livello relativamente basso di redditività della gestione caratteristica, condizionata sia da un margine sulle vendite Incidenza % Centro studi Confindustria Toscana Nord 9

10 Analisi dei bilanci compresso da costi esterni ed interni relativamente elevati in rapporto ai ricavi, sia anche da un incidenza elevata del capitale investito 6. Società di capitali manifatturiere delle province di Lucca, Pistoia e Prato (campione chiuso*). Capex** Il valore mediano del Capex 7 ovvero, con ,025 una certa approssimazione, la spesa di una 80 0,020 0,015 tipica azienda per beni di tipo capitale, non mostra variazioni apprezzabili 60 rispetto agli 0,010 ultimi anni N. indice 0,005 Un esame dettagliato 20 Mediana (scala a destra) mostra soprattutto differenze che sembrano 0 0, più che altro strutturali * Aziende sempre presenti negli ultimi 5 anni. Vedi nota metodologica. (certi settori industriali **= Spesa per beni capitali. Omesso il 2008 (rivalutazione monetaria immobili) presentano normalmente una spesa per beni capitale più elevata rispetto ad altri). D altra parte, anche l indice aggregato, che rappresenta l andamento della spesa totale, ed il cui andamento è determinato in modo prevalente dai comportamenti delle aziende di grande dimensione, mostra un regresso rispetto al N. indice. 2006= Milioni di Euro La redditività Come premessa alle valutazioni sulla redditività aziendale si deve notare che, nel campione di società manifatturiere 9, gli investimenti sono cresciuti stabilmente durante il periodo successivo alla crisi 10. Sotto il profilo della composizione, negli anni successivi al 2012 si nota soprattutto l aumentata incidenza dell aggregato degli investimenti finanziari, rappresentati prevalentemente da disponibilità liquide L incidenza elevata e crescente del capitale investito non è legata (soltanto) agli investimenti in beni materiali. Si veda più avanti l apposita sezione sull andamento della redditività. 7. il Capex, Capital Expenditure, spesa per il capitale fisico, è stato calcolato come somma della variazione delle poste di bilancio riferite alle immobilizzazioni materiali e dei relativi ammortamenti. 8. Si può forse ipotizzare che certi investimenti siano stati rimandati all anno successivo come conseguenza della norma che consente di dedurre maggiori ammortamenti per investimenti effettuati prevalentemente nel 2016, così come la crescita del 2014, riconducibile ad un numero limitato di grandi aziende, potrebbe aver risentito positivamente delle norme sul credito di imposta per investimenti in eccedenza rispetto ai 5 anni precedenti. 9. Si veda la nota Il 2008, come si è visto è un anno particolare ed è stato escluso dalla rappresentazione per gli indici che risentivano visibilmente delle condizioni non ricorrenti dell anno. Si può in realtà pensare che anche la flessione delle disponibilità liquide sia legata alla presenza dell opportunità di rivalutare immobili e partecipazioni in regime di agevolazione fiscale, vista la necessità di provvedere al pagamento dell imposta sostitutiva. 11. Nel grafico gli indici relativi ai principali aggregati di investimento sono calcolati come media di Laspeyrees. Si veda più avanti, nella sezione dedicata all autonomia patrimoniale e finanziaria per alcune valutazioni sul significato di questo aumento degli investimenti in disponibilità liquide. 10 Centro studi Confindustria Toscana Nord

11 Analisi dei bilanci Società di capitali manifatturiere delle province di Lucca, Pistoia e Prato (campione chiuso*). Principali aggregati di investimento nello stato patrimoniale Variazione % * Aziende sempre presenti negli ultimi 5 anni. Fonte: eleborazione Centro Studi CTN su banca dati Aida Società di capitali manifatturiere delle province di Lucca, Pistoia e Prato (campione chiuso*). ROA - Valore mediano del settore RAOF % Totale attivo Investimenti correnti Investimenti strutturali Investimenti finanziari di cui: disponibilit li quide totale investimenti * Aziende sempre presenti negli ultimi 5 anni. Fonte: eleborazione Centro Studi CTN su banca dati Aida Società di capitali manifatturiere delle province di Lucca, Pistoia e Prato (campione chiuso*). ROA - Valore mediano del settore RAOF % Totale attivo * Aziende sempre presenti negli ultimi 5 anni. Fonte: eleborazione Centro Studi CTN su banca dati Aida Chimica, plastica Metalmeccanico, mezzi di trasporto Alimentari Abbigliamento, maglieria Tessile Cuoio, calzature Legno, mobile Carta, cartotecnica Altri manifatturieri Totale manifatturiero Come conseguenza, il rendimento globale delle attività ha seguito da vicino lo sviluppo dei margini, ma presenta un attenuazione crescente con il passare del tempo. Nel periodo più recente, l andamento del ROA 12 nel campione di società manifatturiere presenta pochi elementi confortanti, e alcuni aspetti critici. Il 2015 è stato il terzo anno di ripresa dopo il minimo del 2012, ma il valore rimane distante rispetto al periodo ante Il miglioramento del ROA visibile nei dati aggregati dipende in modo prevalente dai risultati delle aziende di grande dimensione. Il valore mediano nei settori, che riflette l esperienza di una azienda intermedia, mostra un quadro leggermente diverso dove al recupero dei margini che ha contraddistinto il 12. Il margine considerato ai fini del rapporto con il totale delle attività è il risultato della gestione prima degli oneri finanziari che tiene conto, a differenza del MON, dei proventi ed oneri non caratteristici, come le spese generali, e del risultato della gestione finanziaria. Il ROA calcolato per il totale del campione è rappresentato da una media ponderata dove, ovviamente, le grandi aziende, caratterizzate da una dimensione rilevante dello stato patrimoniale pesano in misura prevalente. Centro studi Confindustria Toscana Nord 11

12 Analisi dei bilanci periodo più recente, non si accompagna sempre una vera e propria ripresa della redditività. Il settore tessile si distingue in modo positivo all interno di questo quadro. Nel 2005 presentava un ROA mediano inferiore rispetto alle altre attività manifatturiere ma, salvo registrare una caduta nel 2009, come è stato in modo pressoché generalizzato per il settore industriale, ha recuperato progressivamente fino al 2015, indizio di una ripresa della redditività che, a differenza di altri casi, è avvenuta in modo diffuso. Il recupero della redditività globale delle attività investite è stato sostenuto in media dal miglioramento della redditività operativa 13, ovvero dall aumentato rendimento delle attività investite nella gestione corrente dell impresa. ROI operativo (bilanci ordinari, media ponderata). La lettura congiunta Totale settori manifatturieri* del ROI operativo 11 medio e del valore mediano nei settori si presta alle stesse valutazioni 9 fatte per il ROA, ovvero, come per il rendimento 7 globale delle attività anche il recupero della redditività 5 operativa nel cam pione di società manifatturiere è legato in modo prevalente ai risultati * Aziende sempre presenti negli ultimi 5 anni. Fonte: eleborazione Centro Studi CTN su banca dati Aida migliori ottenu- ti dalle grandi aziende. Anche in questo caso Società di capitali manifatturiere delle province di Lucca, Pistoia e Prato (campione chiuso*). il tessile si distingue ROI operativo - valore mediano del settore (solo bilanci ordinari) 20 in modo particolare, con un recupero della redditività operativa diffuso, segnalato da un valore mediano in crescita pressoché costante 5 0 dopo la crisi del MON % COIN % Chimica, plastica Metalmeccanico, mezzi di trasporto Alimentari Tessile Abbigliamento, maglieria Cuoio, calzature Legno, mobile Carta, cartotecnica Altri manifatturieri Totale manifatturiero * Aziende sempre presenti negli ultimi 5 anni. Fonte: eleborazione Centro Studi CTN su banca dati Aida Resta evidente una divergenza non trascurabile fra redditività operativa e rendi- 13. ROI operativo. Corrisponde al margine operativo della gestione commerciale rapportato al capitale investito nel medesimo ambito (COIN: capitale operativo investito netto). Il rapporto è calcolato sui soli bilanci redatti in forma ordinaria, che permettono di isolare gli investimenti netti riferibili alla gestione commerciale corrente, depurandoli in particolare da debiti di tipo finanziario quali i debiti a breve nei confronti delle banche. 12 Centro studi Confindustria Toscana Nord

13 Analisi dei bilanci mento globale della gestione 14, comprensivo della parte non caratteristica e del risultato della gestione finanziaria, anche se nel 2015 la forbice negativa che ha avvantaggiato la seconda si è appena ridotta, a 3 decimi di punto percentuale in meno rispetto al Società di capitali manifatturiere delle province di Lucca, Pistoia e Prato (campione chiuso*). Indici di redditività 12 La lettura di questa divergenza chiama in causa soprattutto la compressione della ROI ROI operativo redditività della gestione ordinaria durante il periodo della crisi ed il suo recupero soltanto parziale durante il periodo più recente. In questa situazione le aziende sono state probabilmente indotte * Aziende sempre presenti negli ultimi 5 anni. Fonte: eleborazione Centro Studi CTN su banca dati Aida a intervenire sulla gestione non operativa, in sostanza, mediante una razionalizzazione di tutti i costi, comprese le spese generali. Interventi di razionalizzazione sul versante della gestione finanziaria sembrano meno diffusi 15, anche se in certi casi possono aver svolto un ruolo significativo. Il livello ancora ridotto, in debole crescita, della redditività operativa si presta a letture concorrenti. Emergono sia un livello relativamente elevato dell investimento nella gestione corrente, specialmente nel confronto con il periodo precedente la crisi, che una crescita contenuta del margine sulle vendite. I bilanci del 2015 confermano la tendenza verso la riduzione della durata media dei debiti verso i fornitori e l aumento della dilazione concessa ai clienti, in presenza di una rotazione delle rimanenze sostanzialmente inalterata 16. Si tratta di una situazione evidente nella media 17 che è anche diffusa in modo trasversale fra i settori, come si verifica attraverso la lettura dei valori mediani, con poche eccezioni. D altra parte, il livello crescente delle attività liquide nella composizione dell attivo aggregato del campione ed anche la riduzione del contributo delle banche al finanziamento del fatturato 18 porterebbe ad escludere che l aumentato investimento nella gestione corrente abbia comportato tensioni particolari sulla struttura finanziaria, almeno a livello aggregato. In diversi settori è visibile un miglioramento della generazione di cassa, ovvero, % 14. Espresso dal ROI, rapporto fra il risultato dell intera gestione aziendale, a netto degli oneri finanziari, ed il capitale complessivamente investito (CIN: capitale investito netto), proprio e di terzi. 15. Il peso della gestione finanziaria sul risultato complessivo di gestione non mostra un trend definito durante il periodo. Si notano soprattutto alcune deviazioni importanti in corrispondenza di specifici periodi, connessi probabilmente ad operazioni non ricorrenti in specifiche aziende, di importo anche rilevante. 16. Giorni clienti: 360/turnover clienti; giorni fornitori: 360/turnover fornitori; giorni rimanenze: 360/turnover rimanenze. Gli indici si riferiscono alla durata media, rispettivamente, dei crediti verso i clienti, dei debiti verso i fornitori e delle rimanenze. L indice giorni fornitori è calcolato solo sui bilanci ordinari, che espongono in modo distinto il dato dei relativi debiti. 17. Il grafico a pagina seguente riporta la media ponderata degli indici di bilancio. 18. Vedi oltre, la sezione sulla liquidità. Centro studi Confindustria Toscana Nord 13

14 Analisi dei bilanci in definitiva, della capacità di autofinanziamento, anche nei valori mediani. Sui fattori che stanno dietro a questi risultati si possono fare alcune ipotesi. Società di capitali manifatturiere delle province di Lucca, Pistoia e Prato Si può pensare che, (campione chiuso*). durante un periodo 115 caratterizzato generalmente da un livello Giorni clienti 25 Giorni fornitori 110 Giorni rimanenze (scala a ridotto della domanda, le aziende abbiano destra) 105 cercato di approfittare degli spazi limitati 20 via via disponibili, a costo di un peggioramento della posizione 95 finanziaria relativa nei confronti di clienti/ * Aziende sempre presenti negli ultimi 5 anni. fornitori, ma anche Fonte: eleborazione Centro Studi CTN su banca dati Aida alla possibilità che la forte restrizione nei criteri di concessione del credito avvenuta nel abbia indotto le aziende a finanziare in modo crescente il ciclo commerciale attraverso risorse proprie. L investimento in attività liquide da parte di quelle aziende che presentano flussi di cassa soddisfacenti, potrebbe aver rappresentato una sorta di assicurazione verso un possibile nuovo peggioramento dei termini di provvista di liquidità. Nel periodo più recente possono aver agito nel medesimo senso sia un livello ancora relativamente ridotto dell attività commerciale, che quindi non avrebbe posto pressioni particolari sul versante del reperimento della liquidità necessaria, sia il più recente allentamento dei criteri di concessione del credito, che ha probabilmente consentito di allungare la durata media della provvista di liquidità, sia la stessa assenza di impieghi remunerativi alternativi, tenuto anche conto dei rendimenti contenuti ottenibili mediante impieghi finanziari. È scontato osservare che le dinamiche in corso si sono probabilmente tradotte in situazioni di tensione nelle aziende dotate di una struttura finanziaria più debole e/o un livello inferiore della generazione di cassa. Il margine netto sulle vendite si conferma in crescita, ma in rallentamento rispetto all anno precedente. Nel campione di società manifatturiere, rispetto all ultimo punto di minimo, collocato in corrispondenza del bilancio 2012, ha recuperato all incirca un punto percentuale, ma resta inferiore per circa 1,5 punti rispetto al massimo precedente la crisi (2007). Il recupero della redditività delle vendite ha rappresentato in pratica l unico supporto al miglioramento della redditività operativa. L incidenza degli investimenti, infatti, è rimasta stabile nel periodo più recente 20. durata media dilazioni clienti / fornitori Durata media rimanenze 19. Si vedano per esempio i risultati della BLS, Bank Lending Survey, condotta dalla Banca d Italia. 20. Secondo una identità contabile utilizzata correntemente nell analisi di bilancio, la redditività operativa si può scomporre nel prodotto di una componente legata alla redditività delle vendite ed una componente legata al tasso di rotazione del capitale. La redditività dipende dal margine che si riesce ad ottenere sulle vendite (quindi, dalla dinamica relativa di ricavi e costi interni ed esterni) e dalla dimensione dell investimento che tale margine supporta: ROIop: MON/COIN = ROS:MON/Ricavi X Rotazione del capitale: Ricavi/COIN. Per le finalità di questo lavoro, i rapporti in questione sono calcolati sui soli bilanci ordinari che permettono di distinguere l indebitamento corrente dall indebitamento finanziario. 14 Centro studi Confindustria Toscana Nord

15 Analisi dei bilanci Società di capitali manifatturiere delle province di Lucca, Pistoia e Prato (campione chiuso*). ROI operativo e sue determinanti In definitiva, nel 2015 la redditività del capitale 12 proprio 21 ha 2,5 ROI operativo mostrato in media 10 2,4 ROS una ulteriore lieve crescita, 8 2,3 Capital Turnover (scala a destra) sostenuta dal 2,2 recupero della redditività 6 2,1 caratteristica 4 2,0 dell azienda e dal miglioramento 2 1,9 del mar- gine sulle vendite, ma 0 1, consentita anche dal contenimento degli * Aziende sempre presenti negli ultimi 5 anni. Fonte: eleborazione Centro Studi CTN su banca dati Aida oneri finanziari e delle imposte 22. Il 2015 è anche il primo anno dopo la crisi del 2011 in cui, nella media dei settori manifatturieri del campione il rendimento della gestione caratteristica ha di nuovo superato il costo dell indebitamento finanziario. % Il miglioramento della Società di capitali manifatturiere delle province di Lucca, Pistoia e Prato (campione chiuso*). ROI operativo e sue determinanti 12 redditività resta però un dato legato a risultati diffusi in modo ROE ROI operativo ROD finanziario poco uniforme, anche all interno di ciascun settore. In diversi casi l evoluzione del valore mediano nell ultimo anno ha mostrato 5 qualche incertezza, legata probabilmente sia all andamento non del tutto soddisfacente di ricavi e costi interni ed esterni, sia * Aziende sempre presenti negli ultimi 5 anni. Fonte: eleborazione Centro Studi CTN su banca dati Aida alle condizioni esterne che hanno sollecitato un adeguamento della struttura patrimoniale non sempre semplice da realizzare, specialmente per le aziende caratterizzate da livelli ridotti di autofinanziamento. % 21. ROE (Return On Equity): utile d esercizio / patrimonio netto. 22. A partire dal 2011 è probabilmente visibile l effetto dell introduzione dell ACE (riconoscimento fiscale di un componente negativo di reddito che corrisponde al reddito figurativo dei nuovi apporti di capitale o utili reinvestiti. I tassi figurativi sono stati crescenti nel corso del tempo, dal 3% al 4,75%). Effetti positivi sono certamente riconducibili al parziale riconoscimento fiscale delle perdite pregresse ed alla progressiva trasformazione dell Irap da imposta sul valore aggiunto a imposta sul reddito, con il graduale riconoscimento della deducibilità del costo del lavoro. Centro studi Confindustria Toscana Nord 15

16 Analisi dei bilanci Autonomia patrimoniale e finanziaria I bilanci del 2015 mostrano un incidenza media dei mezzi propri pari a circa 1/3 degli investimenti, con un certo progresso rispetto all anno precedente 23. Si tratta di un livello considerato di sicurezza secondo i criteri correnti dell analisi di bilancio. Il dato è legato in modo significativo ai rapporti patrimoniali delle aziende di maggiore dimensione, ma i progressi nella direzione del rafforzamento della struttura patrimoniale dell azienda sono piuttosto evidenti e diffusi nella maggior parte dei settori, salvo poche eccezioni. Il valore mediano resta su livelli inferiori rispetto alla media (poco sopra il 20%), ma è evidente un lento, ulteriore progresso rispetto agli anni passati. Società di capitali manifatturiere delle province di Lucca, Pistoia e Prato (campione chiuso*). Autonomia finanziaria e ricorso al debito capitale proprio % totale investimenti * Aziende sempre presenti negli ultimi 5 anni. Fonte: eleborazione Centro Studi CTN su banca dati Aida Società di capitali manifatturiere delle province di Lucca, Pistoia e Prato (campione chiuso*). Autonomia finanziaria - valore mediano del settore Capitale proprio % totale investimenti Autonomia finanziaria Debt-equity finanziario (scala a destra) Chimica, plastica Metalmeccanico, mezzi di trasporto Alimentari Tessile Abbigliamento, maglieria Cuoio, calzature Legno, mobile Carta, cartotecnica Altri manifatturieri Totale manifatturiero debiti finanziari % patrimonio netto In modo simmetrico, si è ulteriormente ridotto il peso dei debiti finanziari sul totale dei mezzi di finanziamento 24. Sembra quindi assodato che nella maggior parte dei casi sia proseguito un lento processo di rafforzamento della struttura patrimoniale, con un aumento dell incidenza dei mezzi propri rispetto al capitale preso a prestito. È probabilmente il risultato congiunto delle difficoltà che hanno contraddistinto il reperimento della liquidità dopo il 2011 e di un andamento della redditività aziendale che ha consigliato di ridurre la leva finanziaria. * Aziende sempre presenti negli ultimi 5 anni. Fonte: eleborazione Centro Studi CTN su banca dati Aida 23. Cosiddetto indice di autonomia finanziaria. Secondo la maggior parte della letteratura in materia, un incidenza del patrimonio netto pari a 1/3 rappresenta un limite di sicurezza, sotto il profilo della solvibilità dell azienda, dal momento che si ritiene che normalmente la liquidazione delle attività conduca alla perdita di circa 1/3 del valore. 24. Debt-equity finanziario. Il rapporto è calcolato sui soli bilanci redatti in forma ordinaria che consentono di distinguere correttamente i debiti finanziari dai debiti legati alla gestione corrente. 16 Centro studi Confindustria Toscana Nord

17 Analisi dei bilanci Società di capitali manifatturiere delle province di Lucca, Pistoia e Prato (campione chiuso*). Generazione di cassa Cash-flow % ricavi * Aziende sempre presenti negli ultimi 5 anni. Fonte: eleborazione Centro Studi CTN su banca dati Aida Lucca, Pistoia, Prato. Current ratio. Totale settori manifatturieri (linea rossa: mediana, fascia: primo e terzo quartile)* Attivit correnti % passivit correnti Mediana Media ponderata anno Sotto il profilo della liquidità, ovvero della capacità di far fronte puntualmente agli impegni di pagamento, i bilanci del 2015 confermano un evoluzione generalmente positiva. Si nota in primo luogo un ulteriore aumento della quota di autofinanziamento proveniente dalle vendite 25. L evoluzione positiva è visibile sia nei valori medi, in costante miglioramento a partire dal 2013, che nel caso della mediana. L incremento della generazione di cassa sembra quindi un risultato relativamente diffuso, non legato in modo esclusivo al miglioramento del rapporto presso le grandi aziende. * Aziende sempre presenti negli ultimi 5 anni. Fonte: eleborazione Centro Studi CTN su banca dati Aida Il rapporto fra attività e passività correnti 26 si conferma ben superiore al % sia per il comparto manifatturiero nel suo insieme che nella maggior parte dei casi; si nota anche un incremento pressoché costante della quota di aziende che presenta un valore elevato del rapporto. Nel 2015, il 50% delle società del campione presentava un rapporto superiore a 114, il 25% superiore a 150, ovvero attività correnti superiori ad una volta e mezzo le passività correnti. Al netto delle scorte 27 il valore mediano si porta attorno all 80%, ma resta comunque visibile un miglioramento per la fascia di aziende che già presentavano in passato valori elevati dell indicatore. 25. Generazione di cassa: cash flow per unità di fatturato 26. Current-ratio. 27. Quick-ratio. Rapporto fra attività correnti al netto delle rimanenze e passività correnti, considerato un indicatore molto severo delle condizioni di liquidità dell impresa. Centro studi Confindustria Toscana Nord 17

18 Analisi dei bilanci Un ulteriore aspetto dell evoluzione dei rapporti di bilancio nella direzione dell aumentata autonomia finanziaria delle aziende, ovvero della complessiva riduzione dei mezzi di terzi a copertura degli investimenti, è rappresentato dal peso decrescente dei finanziamenti a breve termine delle banche. La tendenza sembra piuttosto definita ed evidente, nella media ed anche per la maggior parte delle aziende, anzi, la riduzione più marcata riguarda proprio il valore mediano. Società di capitali manifatturiere delle province di Lucca, Pistoia e Prato Si tratta quindi di una (campione chiuso*). Finanziamento del circolante situazione relativamente comune. In definitiva, la capacità del- 65 le aziende di far fronte 60 in modo autonomo al fabbisogno finanziario 55 corrente ha continuato a migliorare. Banche a breve termine % CCN 50 Mediana Media ponderata * Aziende sempre presenti negli ultimi 5 anni. Fonte: eleborazione Centro Studi CTN su banca dati Aida Lucca, Pistoia, Prato. Quick ratio. Totale settori manifatturieri (linea rossa: mediana, fascia: primo e terzo quartile)* rimanenze % passivit correnti anno * Aziende sempre presenti negli ultimi 5 anni. Fonte: eleborazione Centro Studi CTN su banca dati Aida 18 Centro studi Confindustria Toscana Nord

19 Analisi dei bilanci Il distretto pratese Per un sistema produttivo a elevatissima specializzazione e integrazione tra imprese come quello pratese, un analisi dei bilanci condotta sulla base dei soli codici Ateco riveste un ruolo informativo modesto. Da un lato essi sono carenti nell identificare importanti diversità nei profili produttivi delle imprese tessili, dall altro, non operando differenziazioni tra aziende finali e aziende conto-terziste, finiscono per tradire uno dei tratti più caratteristici della realtà distrettuale pratese. Il lavoro di analisi sui bilanci del sistema è stato quindi preceduto da una minuziosa classificazione oltre i codici Ateco delle società di capitali tessili, abbigliamento e meccanotessili di un area definita non in termini amministrativi bensì propriamente distrettuali (Provincia di Prato e comuni distrettuali tessili di Firenze e Pistoia): classificazione resa possibile da quella profonda e prolungata conoscenza del contesto locale che è un prodotto, diremmo implicito, del quotidiano lavoro di servizio & rappresentanza delle Confindustrie territoriali. Le società di capitali tessili sono state classificate nei seguenti settori terzisti...: filature cardate c/t nobilitazione c/t resto c/t tessile (tessiture, orditure, ritorciture, ecc.); e finali: produttori di tessuto produttori di filato produttori di tessuti speciali e per arredamento. Le società di capitali dell abbigliamento sono state classificate in: maglifici confezionisti accessori (sciarpe, scialli, cappelli, guanti, ecc.). Dal vasto mondo della meccanica sono state enucleate le società di capitali: meccanotessili e cioè di vera e propria progettazione e produzione di macchine tessili, con esclusione delle officine di riparazione e assistenza, che operano con raggio inevitabilmente locale o quasi. Per conferire robustezza all analisi si sono selezionate le imprese attive e con bilanci di funzionamento nel 2015 con almeno 5 anni consecutivi di bilanci depositati (vedasi nota metodologica a pagina 37). In funzione dell applicazione dei precedenti criteri sono risultate ricomprese nel lavoro: 28 filature cardate c/t, 118 rifinizioni, tintorie, stamperie e altre imprese della nobilitazione tessile c/t; 76 terzisti tessili di altro genere come ritorciture, orditure, tessiture; 62 produttori finali di filato; 186 produttori di tessuto; 79 produttori di tessuti speciali e arredo. Per gli altri settori distrettuali: 24 imprese meccanotessili, 106 confezionisti, 67 maglifici, 22 produttori di accessori per abbigliamento per un totale di 768 bilanci (per ognuno degli ultimi 5 anni). La rappresentatività numerica di queste imprese rispetto all universo di riferimento è parti- Centro studi Confindustria Toscana Nord 19

20 Analisi dei bilanci colarmente elevata per i produttori tessili (tessuti, filati, tessuti speciali) e per i produttori di macchine tessili, dove si avvicina al 95%; ancora maggiore risulta la copertura in termini di ricavi. Livelli più contenuti ma sempre importanti di significatività si hanno con la nobilitazione tessile c/t (circa il 70% sono società di capitali), mentre per le filature cardate c/t si scende, in funzione della minor diffusione nel comparto di forme societarie capitalistiche, a percentuali intorno al 30%. Le altre imprese del conto terzi tessile, principalmente le tessiture e poi tutto l indotto di preparazione alla filatura e alla tessitura (ritorciture, orditure e così via) hanno per la maggior parte carattere artigiano (in prevalenza ditte individuali e società di persone) e quindi, per loro, la rappresentatività dello studio deve considerarsi molto contenuta. La dinamica dei ricavi Nel 2015 le società di capitali tessili, abbigliamento e meccanotessili del distretto pratese hanno proseguito lungo il sentiero di recupero dei ricavi ma con un passo più lento rispetto a quello registrato nel 2014 (+1,26% contro 5,23%) e con risultati settoriali non omogenei 1. Ricavi delle vendite. N. indice (euro correnti) 180 Abbigliamento Alimentari Altri manifatturieri Calzature Carta e cartotecnica Chimica, plastica N. indice. 2005= Metalmeccanica, mezzi di trasporto Mobile Tessile Tra i produttori tessili (+2,3% in aggregato rispetto al 2014) si sono distinti ancora una volta i produttori di filati con una variazione (+4,4%) più significativa di quella dei produttori di tessuti speciali e per arredamento (+2,1%) e dei produttori di tessuti (+1,5%). 1. Tutti i grafici, salvo diversa indicazione, sono riferiti alle aziende sempre presenti nel campione negli ultimi cinque anni e sono tutte elaborazioni del Centro Studi di Confindustria Toscana Nord su dati Bureau Van Dijk. 20 Centro studi Confindustria Toscana Nord

21 Analisi dei bilanci Distretto pratese, ricavi delle vendite. N. indice (euro correnti) - Conto proprio tessile PRODUTTORI DI FILATO PRODUTTORI DI TESSUTO TESSUTI SPECIALI E PER ARREDAMENTO N. indice. 2005= I ricavi dei terzisti tessili sono risultati invece in leggera contrazione in aggregato (-1,15%). Determinante per questo risultato il contributo della nobilitazione (-1,6%) e, con un peso sensibilmente minore, dalla filatura cardata. In progresso invece (+2,8%) il resto conto terzi. Distretto pratese, ricavi delle vendite. N. indice (Euro correnti) - Conto terzi tessile FILATURE CARDATE C/T NOBILITAZIONE C/T RESTO CONTO TERZI TESSILE N. indice. 2005= In calo nel 2015 anche i ricavi delle società di capitali del settore abbigliamento complessivamente inteso (-1,40%). Sia i confezionisti (-2,4%) che i maglifici (-1,3%) hanno subito una battuta d arresto mentre è proseguita la crescita dei fatturati del settore degli accessori (+4,9% sul 2014). Distretto pratese, ricavi delle vendite. N. indice (Euro correnti) - Abbigliamento ACCESSORI CONFEZIONISTI MAGLIFICI N. indice. 2005= Centro studi Confindustria Toscana Nord 21

22 Analisi dei bilanci Distretto pratese, ricavi delle vendite. N. indice (Euro correnti) - Meccanotessili 140 N. indice. 2005= Il progresso settoriale più rilevante dei ricavi 2015 nel distretto pratese è venuto dal settore meccanotessile con un +9,46% L evoluzione dimensionale Il volume dei ricavi è spesso utilizzato per fare confronti dimensionali tra imprese. Il caveat nell utilizzo di questo dato è connesso a due fatti: i ricavi sono fortemente influenzati dal valore delle materie prime impiegate (ad esempio le imprese terziste tessili erogano fondamentalmente servizi e le materie prime impiegate si limitano a coloranti, ausiliari, ecc.); i ricavi misurano la dimensione orizzontale (con l osservazione di prima) La media dei Ricavi 2015 nei settori analizzati Media Ricavi 2015, m.ni ma a identiche misure di quest ultima possono connettersi profondità (cioè lavorazioni interne) e quindi dimensioni verticali, molto diverse. Fatte queste osservazioni, si riporta a fianco la tabella con la media dei ricavi delle imprese dei vari settori considerati nell analisi. Produttori di filato Tessuti speciali e per arredamento Produttori di tessuto Accessori Meccanotessili Confezionisti Maglifici 8,405 7,456 6,463 4,052 3,917 3,790 3,718 Le imprese dei settori sono ovviamente diverse anche nella dimensione (orizzontale) e il dato medio dei ricavi non consente di comprendere il modo in cui si distribuiscono. Per questa lettura Nobilitazione c/t Filature cardate c/t Resto conto terzi tessile 3,404 1,123 1,112 può tornare particolarmente utile un ordinamento per decili che, come nei grafici che seguono, è stato condotto per tutti gli anni dell analisi in modo da consentire una lettura più dettagliata dell evoluzione dimensionale delle imprese all interno dei settori. L espressione decile può sembrare oscura ma è in realtà molto semplice. Dopo aver ordinato le imprese dalla più piccola alla più grande, il primo decile è individuato da quell impresa che lascia sotto di sé il 10% delle aziende più piccole, il secondo decile il 20%, e così via. L impresa del 50% si chiama mediana. Nei grafici seguenti i decili di ogni anno sono stati collegati in modo da dar luogo a delle linee che consentono di seguire, appunto, l evoluzione dimensionale all interno dei settori. 22 Centro studi Confindustria Toscana Nord

23 Analisi dei bilanci Distretto pratese, ricavi delle vendite (Linea rossa: mediana, fasce: dal primo al nono decile. Tratteggio: indice di Gini) Conto terzi tessile FILATURE CARDATE C/T NOBILITAZIONE C/T RESTO CONTO TERZI TESSILE Mln. di Euro anno Conto proprio tessile 20 PRODUTTORI DI FILATO PRODUTTORI DI TESSUTO TESSUTI SPECIALI E PER ARREDAMENTO Mln. di Euro anno Abbigliamento 10.0 ACCESSORI CONFEZIONISTI MAGLIFICI Mln. di Euro anno Meccanotessili I grafici non necessitano di particolari commenti ma è 6 interessante mettere a confronto produttori di filati e produttori di tessuti. Il valore mediano dei ricavi 4 dei produttori di filati (cioè l impresa che lascia sotto di sé il 50% delle imprese più piccole e ha sopra di sé 2 il 50% delle imprese più grandi) è passato da 3,7 m.ni euro del 2005 a 4,6 m.ni euro del 2015, con un incremento dei decili superiori (le aziende più grandi sono anno cresciute significativamente). Il valore mediano dei ricavi dei produttori di tessuti è passato da 3,6 m.ni euro del 2005 a 3,3 m.ni euro del 2015 (ciò vuol dire che 92 imprese, il 50% di quelle analizzate, stanno sotto quel fatturato), con una sostanziale staticità della dinamica dei decili superiori. Mln. di Euro Centro studi Confindustria Toscana Nord 23

24 Analisi dei bilanci Valore aggiunto, costo del personale, margine operativo lordo I limitati progressi dei ricavi nel 2015 hanno inciso anche sulla dinamica di recupero del valore aggiunto cresciuto in aggregato, rispetto al 2014, del +2,6%. Distretto pratese Valore aggiunto. N. indice (Euro correnti) - Totale settori N. indice. 2005= Il quadro sinottico dei numeri indici di ricavi e valore aggiunto consente di apprezzare le dinamiche decisamente diverse tra costi operativi esterni (consumi di materie prime, servizi, godimento di beni di terzi) e ricavi che hanno caratterizzato i vari settori distrettuali lungo l arco temporale dell analisi. Colpisce in modo particolare il settore della nobilitazione che presenta un andamento del valore aggiunto significativamente peggiore rispetto a quello dei ricavi. Distretto di Prato, andamento ricavi e valore aggiunto N. indice. 2005= N. indice. 2005= Ricavi Valore aggiunto FILATURE CARDATE C/T Ricavi Valore aggiunto PRODUTTORI DI TESSUTI N. indice. 2005= N. indice. 2005= Ricavi Valore aggiunto NOBILITAZIONE C/T Ricavi Valore aggiunto PRODUTTORI DI FILATI Il costo interno più importante per ogni azienda è normalmente rappresentato dal costo del personale e un quoziente classico nell analisi dei bilanci è costituito dal rapporto tra questa voce e il valore aggiunto, solitamente etichettato come CLUP (costo del lavoro per unità di prodotto). 24 Centro studi Confindustria Toscana Nord

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