L ATTIVITA RIEDUCATIVA NELLE CARCERI ITALIANE

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1 L ATTIVITA RIEDUCATIVA NELLE CARCERI ITALIANE Sul sito del Ministero della Giustizia, sotto il titolo Attività rieducativa sono rubricate una serie di attività che l Amministrazione penitenziaria ha il compito di sviluppare, in accordo con quanto previsto dalla riforma penitenziaria avviata con la legge 354/75. Queste attività si possono classificare in tre gruppi fondamentali: - Istruzione e formazione - Attività lavorative - Attività culturali, ricreative e sportive Il trattamento rieducativo deve essere individualizzato e rispondente ad un programma cui si giunge in base all osservazione della personalità di ciascun detenuto, diretta all'accertamento dei suoi propri bisogni. L osservazione è continua e il programma di trattamento viene aggiornato sulla base dei progressi o delle difficoltà che si registrano. L osservazione è condotta da un équipe cui partecipano il direttore dell istituto, l educatore, l assistente sociale, l esperto (psicologo, criminologo, etc.), la polizia penitenziaria. Vi collaborano, inoltre, il sanitario, i volontari, il cappellano, gli insegnanti: tutti costoro costituiscono il Gruppo di osservazione e trattamento (G.O.T.) Va sottolineato l aiuto all attività di recupero sociale fornito dalle associazioni di volontariato. Fra le associazioni che operano a Roma citiamo: Antigone onlus, A Roma insieme, ARCI, Associazione Ora d aria, Associazione culturale Papillon Rebibbia onlus, Caritas Italiana, Centro Servizio Volontariato Lazio, Comunità di S.Egidio, Conferenza Nazionale Volontariato e Giustizia, Gruppo Volontari Penitenziari, Legambiente, Società San Vincenzo De Paoli, VIC Volontari carcere. ISTRUZIONE E FORMAZIONE

2 Nelle carceri vengono organizzati corsi d istruzione scolastica di ogni ordine e grado e corsi professionali. I corsi della scuola dell obbligo sono organizzati dagli organi periferici della pubblica istruzione in base ad intese tra il M.I.U.R. e il Ministero della giustizia. Nell ambito dell istruzione di base, un ruolo molto importante è rivestito dai corsi di lingua italiana per detenuti stranieri che oggi costituiscono una rilevante percentuale degli allievi. Quanto all istruzione superiore, vengono istituite, su richiesta, delle succursali di scuole superiori negli istituti penitenziari. Per agevolare i detenuti che non siano in condizioni di frequentare i corsi regolari, la direzione del carcere può concordare con un istituto scolastico vicino dei percorsi individuali di preparazione agli esami. Fra le agevolazioni allo studio ci sono anche dei premi di rendimento.

3 L Amministrazione penitenziaria ha istituto anche poli universitari, grazie alle convenzioni con i vari atenei. In particolare a Roma, presso la Casa circondariale di Rebibbia, a seguito di un protocollo stipulato nel 2009 tra direzione dell'istituto, Università di Roma Tor Vergata, LAZIODISU, Garante per i diritti dei detenuti della Regione Lazio e la società Fastweb, sono state attivate le facoltà di lettere, giurisprudenza ed economia. I corsi di formazione professionale, invece, sono organizzati a seguito di accordi con le regioni e gli enti locali competenti, in base alle esigenze della popolazione detenuta e alle richieste del mercato del lavoro. Le direzioni possono progettare anche attività formative per rispondere ad esigenze del lavoro penitenziario La formazione culturale e professionale è promossa soprattutto dall'amministrazione della giustizia minorile: ha infatti per obiettivo il successo occupazionale dei giovani detenuti ed è un presupposto fondamentale per l'autonomia personale e il conseguente abbandono del circuito dell illegalità. Ogni anno sono attivati più di cento corsi di formazione professionale, cui partecipano migliaia di ragazzi detenuti, nei settori più diversi: artigianato, cucina e ristorazione, informatica, falegnameria giardinaggio. Il lavoro in carcere è: ATTIVITÀ LAVORATIVE - Non afflittivo, cioè non rappresenta un inasprimento della pena ma è considerato come un elemento positivo del trattamento - Remunerato. Il compenso è calcolato in base alla quantità e alla qualità di lavoro prestato, in misura non inferiore ai 2/3 del trattamento economico previsto dai contratti collettivi nazionali. Sono riconosciute, inoltre, le medesime garanzie assicurative, contributive e previdenziali di quelle previste in un rapporto di lavoro subordinato

4 - Organizzato come nella società libera, al fine di favorire il reinserimento sociale dei detenuti Sono allestite innanzitutto officine per la produzione di mobilio e altri oggetti necessari al fabbisogno degli istituti penitenziari. Per aumentare le possibilità di occupazione in attività qualificate e spendibili nel mondo libero, l Amministrazione offre inoltre in comodato d uso gratuito i locali e, ove possibile, i macchinari a imprese private o cooperative che in questo modo realizzano almeno una parte delle loro attività produttive assumendo detenuti. Da una decina di anni vi sono nuovi strumenti normativi per la creazione e la gestione del lavoro di detenuti. In particolare agevolazioni fiscali e contributive per le cooperative sociali e le imprese che assumono detenuti sia all interno degli istituti penitenziari che nel lavoro all esterno.

5 Dall inizio degli anni 90 molti istituti penitenziari, in collaborazione con i comuni e con altre realtà territoriali e del terzo settore, hanno avviato attività di manutenzione e pulizia degli spazi verdi. In seguito questi progetti si sono estesi fino a comprendere la vasta gamma dei servizi ambientali - dal recupero di zone di degrado urbano, alla bonifica, allo smaltimento di rifiuti speciali. In molte strutture i progetti di educazione ambientale sono stati inseriti nell ambito dei programmi didattici e formativi offerti ai detenuti. Quasi tutte queste esperienze si sono rivelate positive e perciò consolidate ed ampliate. ATTIVITÀ CULTURALI, RICREATIVE E SPORTIVE Varie sono le attività espressive, volte a valorizzare l'energia fisica e mentale dei detenuti. Lo sport possiede un intrinseca funzione educativa, consentendo di migliorare il rapporto con il corpo e con le regole, e di favorire il controllo di sé in rapporti agli altri. Perciò numerosi programmi sportivi sono realizzati all interno degli Istituti penitenziari, attuati principalmente tramite apposite convenzioni con organismi nazionali e locali.

6 La scrittura nelle sue varie forme ha assunto negli ultimi anni il rilievo di efficace strumento di supporto per la crescita personale e il reinserimento sociale delle persone in stato di reclusione. In questo ambito, un importante attività risocializzante si esprime attraverso la creazione di redazioni giornalistiche all interno degli istituti penitenziari. Generalmente nascono grazie alla collaborazione di giornalisti che operano come volontari all interno e all esterno delle strutture e che, attraverso alcuni corsi di formazione, insegnano ai detenuti gli elementi del mestiere. Diversi periodici, vengono pubblicati e distribuiti in alcuni circuiti esterni o diffusi tramite internet. Alcune esperienze si sono ormai consolidate negli anni, e costituiscono un importante contributo all'informazione sul carcere. Fra questi, abbiamo a Roma l esperienza di "Beccati a scrivere", giornale della terza casa di Rebibbia, di cui al prossimo capitolo: Voci dal carcere. Dagli anni '80 il teatro in carcere già presente in alcuni istituti con esperienze amatoriali ha assunto significati, metodologie e obiettivi

7 nuovi. Va qui menzionata l esperienza pionieristica che Riccardo Vannuccini realizzò nel 1982 a Roma, nel carcere di Rebibbia. Si pone l accento, più che sullo spettacolo, sulla pratica teatrale, sull attività laboratoriale e creativa dei detenuti, sulla sua funzione terapeutica e pedagogica. Il teatro diviene anche uno strumento importante per far conoscere alla società la realtà del carcere, sia tramite rappresentazioni negli istituti aperte al pubblico, sia con spettacoli di compagnie di detenuti in teatri esterni. Le compagnie che lavorano negli istituti penitenziari sono oggi decine. Queste esperienze sviluppano diverse forme di collaborazione tra il Dipartimento dell amministrazione penitenziaria e diversi soggetti istituzionali, principalmente le istituzioni culturali del territorio e degli enti locali. Molti gruppi si esibiscono anche nei teatri cittadini, in altri casi sono stati i teatri interni alle carceri ad aprire le porte al pubblico esterno. A Roma, il teatro della casa circondariale di Rebibbia dal 2003 al 2011 ha accolto circa spettatori. Nell'istituto opera fra gli altri l'associazione La ribalta - Centro studi Enrico Maria Salerno che ha collaborato con i fratelli Taviani nella realizzazione del film Cesare deve morire, vincitore del 62 Festival di Berlino. Registriamo a Roma, oltre a La Ribalta, la presenza delle seguenti compagnie di teatro-carcere: - King Kong studios, che opera, fra l altro, a Regina Coeli; - Compagnia stabile assai (Rebibbia);

8 - Compagnia Artestudio; - Presi per caso, gruppo che fa anche musica rock. GLI ATTUALI OSTACOLI ALL ATTIVITÀ RIEDUCATIVA L importanza dell attività rieducativa è ribadita nella Direttiva annuale del ministro della Giustizia Paola Severino per l anno 2013, fra le cui priorità politiche si trova sia pure non in primissima evidenza la seguente: 14. [ ] diffusione capillare delle attività di istruzione, di formazione professionale e di avviamento al lavoro all interno degli istituti penitenziari, da conseguirsi ricercando ogni forma di collaborazione con le altre istituzioni statali e con gli enti locali Nonostante queste dichiarazioni, non solo le condizioni delle carceri di cui al capitolo precedente (3.5) rendono assai difficoltoso il raggiungimento degli obiettivi di tali attività, ma i recenti tagli alla spesa pubblica mettono in molti casi in serio pericolo la possibilità stessa della loro realizzazione. A proposito della situazione nel Lazio, in un recente articolo si legge: Arriva, anche per le carceri del Lazio, la spendig review e gli effetti sono devastanti: tagliati i budget per le attività culturali, ricreative e sportive e per la gestione degli asili nido delle detenute, le mercedi per i detenuti lavoranti (il compenso per i reclusi impiegati in attività lavorative) scendono dai 6 milioni del 2010 ai 4,5 milioni di quest anno. Del tutto definanziate, invece, le politiche per le tossicodipendenze, per le quali nel 2013 non sono previsti stanziamenti in bilancio. La denuncia è del Garante dei detenuti Angiolo Marroni secondo cui «se queste previsioni saranno confermate, sarà una vera e propria mazzata ad una situazione che già è da emergenza nazionale, come certificato anche dall autorevole Corte Europea per i Diritti dell uomo».

9 I fondi per le attività culturali, ricreative e sportive dei detenuti (non quantificati a preventivo), dovranno essere utilizzati, in via prioritaria, per il pagamento dei premi di rendimento scolastici maturati e per le situazioni debitorie pregresse. Quanto alla cancellazione degli stanziamenti per il trattamento delle tossicodipendenze, ciò significa che le carceri non hanno più a disposizione fondi né per i mediatori culturali e per gli psicologi, né per i progetti specifici, né per quelli delle comunità terapeutiche che operano in carcere [ ] «Se i dati saranno confermati, le carceri non hanno margini di manovra - ha concluso il Garante - e, per restare nei limiti imposti dai budget, si corre il rischio di paralizzare ogni tipo di attività. Un recente rapporto che abbiamo realizzato con la CGIL ha fatto emergere la crisi di tutti gli ambiti del pianeta carcere: dalla sanità all istruzione, dalla formazione al lavoro fino al delicato tema del reinserimento sociale di chi ha scontato la pena, alle prese con il sovraffollamento e le drammatiche carenze umane e strutturali. Ora, su questa già drammatica situazione, si abbattono questi tagli che rendono, di fatto, sempre più inattuabile l articolo 27 della Costituzione, che prevede che le pene non possano consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e debbano tendere alla rieducazione del condannato».

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