ATMOSFERE ESPLOSIVE: QUADRO NORMATIVO E PROCEDURE OPERATIVE. Ing. Francesco Geri

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "ATMOSFERE ESPLOSIVE: QUADRO NORMATIVO E PROCEDURE OPERATIVE. Ing. Francesco Geri"

Transcript

1 ATMOSFERE ESPLOSIVE: QUADRO NORMATIVO E PROCEDURE OPERATIVE Ing. Francesco Geri

2 Quadro normativo La sigla ATEX (ATmospheres EXplosibles) si riferisce a due nuove direttive dell Unione Europea sul rischio di deflagrazione in diverse aree.

3 Quadro normativo La sicurezza in questi luoghi di lavoro è regolamentata dal D.Lgs. 233 del 12/06/03 Attuazione della direttiva 1999/92/CE relativa alle prescrizioniminima per il miglioramento della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori esposti al rischio di atmosfere esplosive e dal D.P.R. 126 del 23/03/98 Regolamento recante norme per l attuazione della direttiva 94/9/CE in materia di apparecchi e sistemi di protezione destinati ad essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva.

4 La correlazione fra le zone e le categorie di apparecchiature è un requisito minimo. Se le norme nazionali dovessero prescrivere requisiti più severi, troveranno applicazione questi ultimi.

5 Quadro normativo Nel D.Lgs 233/03, il legislatore ha introdotto il titolo VIII bis del D.Lgs. 626/94, attribuendo nuovi obblighi ai datori di lavoro in materia di sicurezza, inoltre sono chiamate in causa diverse figure professionali. Il rischio di esplosione interessa diversi settori produttivi, che vanno dalle aziende agricole e alimentari, a quelli della produzioni di carta a quelli di prodotti chimici e farmaceutici etc.

6 Quadro normativo Le Direttive europee e quindi il titolo VIII-bis del D.Lgs 626/94 considerano, ai fini della valutazione del rischio, soltanto le atmosfere esplosive in aria a pressione ordinaria (0,8-1,1 bar) ed a temperatura ordinaria (-20 /+60 C), ma non prendono in considerazione: i serbatoi in pressione contenenti miscele materiali esplosivi apparecchiature per gas poichè soggetti già ad altre disposizioni legislative.

7 I nuovi aspetti l art. 88-bis l art. 88-ter l art. 88-quater l art. 88-quinques l art. 88-sexies l art. 88-septies l art. 88-octies Definisce il campo di applicazione Definisce che cosa si intende per atmosfera esplosiva Obbliga il datore di lavoro ad adottare tutte le misure tecniche ed organizzative adeguate alla natura dell attività Obbliga il datore di lavoro ad un attenta valutazione dei rischi specifici derivanti da atmosfere esplosive Obbliga il datore di lavoro a prendere provvedimento affinché gli ambienti di lavoro siano strutturati ed abbiano quanto necessario per svolgere il lavoro in condizioni di sicurezza Obbliga il datore di lavoro al coordinamento di tutte le imprese che operano nello stesso luogo di lavoro Obbliga il datore di lavoro a ripartire in zone le aree a rischio (classificazione) come indicato nell allegato XV-bis e che nelle aree vengano applicate le prescrizioni minime di cui all allegato XV-ter

8 I nuovi aspetti l art. 88-novies Obbliga il datore di lavoro ad elaborare e tenere aggiornato un documento denominato documento sulla protezione contro le esplosioni l art. 88-decies l art 88-undecies Obbliga il datore di lavoro a che i lughi di lavoro che comprendono aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive per la prima volta dopo il 30 giugno 2003 soddisfino le prescrizioni minime stabilite dal presente decreto; a che i luoghi di lavoro che comprendono aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive già utilizzati prima del 30 giugno 2003, debbano soddisfare entro il 30 giugno 2006 le prescrizioni minime stabilite dal presente decreto; obbliga il datore di lavoro a provvedere che le installazioni elettriche nelle aree classificate come zone 0, 1, 20 e 21 ai sensi dell allegato XV-bis siano sottoposte a verifiche

9 I nuovi aspetti l art. 5 l allegato XV-bis l allegato XV-ter l allegato XVquater stabilisce che al D.Lgs. sono aggiunti gli allegati XV-bis, XV-ter e XV-quater definisce la ripartizione delle aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive. La classificazione delle aree a rischio di esplosione consiste nel ripartirle in zone in base alla frequenza e alla durata della presenza di atmosfere esplosive (zona 0, 1 e 2 per i gas; zone 20, 21 e 22 per le polveri combustibili) stabilisce le prescrizioni minime per il miglioramento della protezione della sicurezza e della salute dei lavoratori che possono essere esposti al rischio di atmosfere esplosive ed i criteri per la scelta degli apparecchi e dei sistemi di protezione da l indicazione del segnale di avvertimento per indicare le aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive

10 Il DL 81/08 Il Dl 81/08 al titolo XI tratta delle atmosfere esplosive. In particolare dagli articoli 287 all articolo 297 Nell allegatoxlix tratta della classificazione dei luoghi/zone

11 DEFINIZIONI D ATMOSFERE ESPLOSIVE ED ESPLOSIONE Un atmosfera esplosiva è una miscela con aria, a condizioni atmosferiche, di sostanze infiammabili combustibili allo stato di gas, vapori, nebbie o polveri in cui, dopo l accensione, la combustione si propaga all insieme della miscela incombusta. Secondo le nuove direttive, ora anche la polvere è considerata un atmosfera esplosiva.

12 TIPI DI ESPLOSIONE Nella pratica delle investigazioni in caso di esplosione, si distinguono due tipologie principali di esplosioni: Esplosioni meccaniche Esplosioni chimiche Tra queste due tipologie vi sono gradi di esplosioni intermedie. La differenza consiste nel meccanismo di formazione dell'onda di pressione.

13 ESPLOSIONI DI TIPO MECCANICO In questo tipo di esplosione, una elevata pressione di gas produce reazioni di tipo fisico. Queste reazioni non causano cambiamenti della natura chimica di base delle sostanze all'interno di contenitori.

14 ESEMPIO: esplosioni di vapore Il BLEVE (boiling liquid expanding vapor explosion) è un tipo di esplosione meccanica che coinvolge contenitore contenenti liquidi sotto pressione a temperatura al di sopra del punto di ebollizione a pressione atmosferica. La rottura del contenitore determina un rilascio di liquido pressurizzato il quale tende ad evaporare istantaneamente. Nel caso di sostanza infiammabile, può subire un innesco sia dal calore rilasciato dalla stessa depressurizzazione, sia da sorgenti di attrito elettrostatico creati dall'esplosione sia da frammenti

15 ESPLOSIONI CHIMICHE Nelle esplosioni chimiche la generazione di alte pressioni dei gas è il risultato di reazioni esoteriche derivanti dalla variazione della natura chimica di base del materiale combustibile. Le esplosioni chimiche possono coinvolgere combustibili solidi o miscugli esplosivi. Più solitamente sono legate a reazioni che coinvolgono gas, vapori, polveri miscelati con aria.

16 ESPLOSIONI Le esplosioni possono essere classificate in funzione dei materiali infiammabili coinvolti. I più comuni sono: Gas infiammabili Vapori di liquidi combustibili ed infiammabili Polveri Esplosivi deflagranti Esplosivi detonanti Esplosione di prodotti effluenti di incendi con incompleta combustione (backdraft explosion)

17 Esplosioni dovute a combustione Le più comuni esplosioni chimiche sono quelle causate dalla combustione di idrocarburi. Nelle esplosioni generate da rapide combustioni, la elevata pressione che si genera dalla rapida combustione del fluido infiammabile, determina la produzione di un elevato volume di prodotti di combustione e gas caldi. Questo tipo di reazioni sono classificate come deflagrazioni o detonazioni in funzione della velocità di propagazione del fronte di fiamma. La ATEX si riferisce alle DEFLAGRAZIONI

18 ESPLOSIONI Gli elementi essenziali affinche avvenga l esplosione sono: il combustibile (sotto forma di gas, vapori, nebbie e/o polveri); il comburente (l ossigeno presente nell aria in conc. del 21%) l innesco, elettrico (scintilla provocata da una scarica, etc.) oppure termico (temperature eccessive provocate da fiamme, etc.).

19 ESPLOSIONI Il pericolo d esplosione e strettamente legato ai materiali ed alle sostanze trattate all interno dell ambiente lavorativo. Affinche vi sia un esplosione non basta la presenza della miscela combustibile, ma deve aversi una concentrazione di combustibile e comburente compresa entro determinati limiti d esplodibilita; - Limite Inferiore d Esplodibilita (LEL: Lower Esplosive Limit) - Limite Superiore d Esplodibilita (UEL: Upper Esplosive Limit).

20 EFFETTI DELL'ONDA D'URTO Le conseguenze più gravi di un'esplosione nei confronti dell'ambiente circostante sono quelle arrecate dall'onda di pressione che si abbatte sulle persone e sulle strutture. Anche altri pericoli, come la proiezione di missili e l'incendio possono assumere la loro importanza. Nella tabella che segue è riportato un elenco dei danni che possono verificarsi alle varie sovrapressioni

21 EFFETTI DELL'ONDA D'URTO p 1 - p 0 [bar] Danni correlati al livello di sovrapressione 0,7 Distruzione dei muri in cemento armato 0,6 Gravi danni al macchinario industriale 0,5 Ribaltamento dei vagoni ferroviari 0,45 Distruzione totale delle case 0,25 Rottura dei serbatoi di deposito 0,16 Distruzione del 50% delle case in mattoni 0,07 Distruzione totale dei vetri danni alle persone 0,025 Distruzione del 50% dei vetri 0,02 Limite per piccoli danni

22 EFFETTI DELL'ONDA D'URTO La soglia di valori previsti corrisponde al valore di danni gravi alla popolazione sana (lesioni irreversibili) come definito dalle Linee Guida Nazionali per la pianificazione dell emergenza esterna (Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Protezione Civile - Gennaio 1994), dal D.M. 15 maggio 1996 e dal D.M. 9 maggio Un esplosione, puo causare indirettamente conseguenze ancora piu gravi, innescando altri eventi incidentali a catena, i cosiddetti effetti domino.

23 Valori di riferimento per la valutazione degli effetti Esplosioni / UVCE 0,6 bar 0,07 bar (sovrapressioni di picco) 0,3 bar 1 BLEVE/Sfera di fuoco (radiazione termica variabile) Raggio fireball 200 KJ/m2 Incendi 12,5 KW/m2 5 Kw/m2 (radiazione termica stazionaria) Nubi di vapori infiammabili/ FLASH LFL 0,5 x LFL FIRE Nubi di vapori tossici LC50 IDLH

24 Deflagrazione La massima pressione teorica sviluppabile in una deflagrazione, può, sotto certe circostanze, arrivare a 7-9 atmosfere. Nelle situazioni comunemente incontrate come le esplosione da fughe di gas in costruzioni residenziali o commerciali, la pressione massima può arrivare ad un valore un po più alto rispetto al valore che i principali elementi della struttura che contiene la miscela gas-aria, quali murature, solai, porte larghe, possono sostenere senza rompersi.

25 Deflagrazione I fattori che possono influenzare gli effetti dell'esplosione sono: Tipo e stato del combustibile Natura, volume e forma del sistema di contenimento Localizzazione e magnitudo della sorgente di ignizione Grado di aumento della pressione

26 ESPLOSIONI GENERALIZZATE Le esplosioni generalizzate accadono spesso quando le sostanze combustibili sono disperse o diffuse nel momento in cui avviene l innesco, ed il grado di incremento di pressione è moderato, con velocità del fronte di fiamma sub sonico (deflagrazione).

27 Gas combustibili Gas combustibili, come il gas naturale ed i gas di petrolio, spesso producono esplosioni generalizzate. Questo perché questi gas spesso sono confinati in strutture di grandi dimensioni che li contengono, come stanze singole o intere appartamenti, e le loro velocità di esplosione sono subsoniche.

28 Esplosioni di gas combustibili

29 Polveri Qualunque materiale combustibile può esplodere quando è in forma di polvere. Nei granuli la superficie offerta all'ossidazione è importante in funzione al volume. La lunghissima lista delle polveri che possono esplodere comprende sostanze di larga diffusione come grano, farina, granturco, zucchero, cacao, malto, amido, fibre di cotone, legno, materie plastiche, urea, carbone, alluminio, magnesio, titanio, uranio, zirconio.

30 Polveri Le esplosioni più frequenti riguardano le polveri di legno (34,5%), quelle di cereali (28,2%); seguono le materie plastiche (12,6%), il carbone (10,9%) ed i metalli (10,4%). Affinchè una combustione di polvere abbia inizio e si sviluppi successivamente come esplosione, occorre che sia soddisfatta una serie di condizioni: La sostanza deve essere combustibile I granuli debbono avere le dimensioni che consentano la propagazione della fiamma La concentrazione in aria (o nel comburente) deve essere compresa entro opportuni limiti Il processo di combustione deve essere innescato da una sorgente di accensione di adeguata energia.

31 Polveri Testimoni oculari raccontano che raramente le esplosioni interessano ambienti limitati esaurendosi con una sola escursione. In generale si producono scoppi in successione. Una prima esplosione nata dall'innesco di un volume ridotto, è di per sé normalmente priva di grosse conseguenze. A causa però dello spostamento d'aria si provoca la diffusione della polvere depositata sulle superfici contigue che genera nuove miscele esplosive e quindi una catena di esplosioni sempre più importanti.

32 Esplosioni di polveri nei processi di finitura di manufatti in alluminio e leghe

33 Esplosioni di polveri nei processi di finitura di manufatti in alluminio e leghe

34 Esplosione delle polveri ELENCO SETTORI DI INTERESSE

35

36 Esplosioni di gas e vapori Le esplosioni più comuni sono quelle che coinvolgono gas e vapori, in particolare gas combustibili o i vapori di liquidi infiammabili. Nella seguente sono riportate le caratteristiche dei più comuni gas. Le miscele gassose combustibile-aria sono quelle più suscettibile di causare un'esplosione a seguito di una ignizione. Le temperature di ignizione sono dell'ordine di 370 C a 590 C. La minima energia di ignizione è dell'ordine dei millijule, ed in particolare variabile tra 0,17 e 0,25 millijoule.

37 Esplosioni di gas e vapori In buona parte della letteratura inerente l'investigazione sulle cause di esplosione, viene indicato che occorre occupare interamente un volume di miscela aria-gas combustibile, per avere un'esplosione. Inoltre esplosioni di miscele di gas intorno al limite inferiore (LEL) o al limite superiore di esplosività (UEL) producono esplosioni meno violente di miscele che si trovano nella concentrazione ottima stechiometrica. Questo perché una concentrazione minore del grado stechiometrico determina una più bassa velocità del fronte di fiamma e quindi una minore pressione massima. Una esplosione nell'intorno del LEL produce in genere un tipo di danno di brado basso

38 Esplosioni di gas e vapori Una miscela con una concentrazione ottimale gas-aria (limite stechiometrico) produce l'esplosione più violenta, in quanto le condizioni di combustione sono ottimali, quindi la velocità del fronte di fiamma è la massima possibile, quindi è massimo l'incremento di pressione ed il valore assoluto della pressione raggiunta nell'esplosione

39 Caratteristiche principali delle esplosioni Esplosioni con gas -bassa energia d innesco ( uj) -temperatura accensione relativamente alta (generalmente > 250 C) Esplosioni con polveri -alta energia d innesco (5 500 mj) -temperatura accensione relativamente bassa (generalmente < 200 C) -Pressione massima: 4 10 bar -l esplosione innesca reazioni a catena

40

41

42 ADEMPIMENTI DI LEGGE L applicazione delle disposizioni previste dal D.Lgs. 233/03 e obbligatoria in tutte le attività o luoghi di lavoro dove possono essere presenti atmosfere esplosive dovute a gas, vapori, nebbie e polveri; rientrano nella tipologia anche i lavori svolti in sotterraneo ed i veicoli destinati ad essere utilizzati in atmosfere potenzialmente esplosive.

43 ADEMPIMENTI DI LEGGE Invece esso non si applica a: a) aree utilizzate direttamente per le cure mediche dei pazienti; b) uso d apparecchi a gas di cui al D.P.R. n.661 del 15/11/96; c) produzione, manipolazione, uso, stoccaggio e trasporto d esplosivi o di sostanze chimicamente instabili; d) industrie estrattive soggette al D.Lgs. n. 624 del 25/11/96; e) impiego di mezzi di trasporto terrestre, marittimo, fluviale ed aereo per i quali si applicano le pertinenti disposizioni d accordi internazionali

44 obblighi che il decreto impone al datore di lavoro

45 Adempimenti entro il 10/09/2003 Effettuare la valutazione del rischio d esplosione (art. 88-quinquies); Porre in atto le misure di prevenzione, protezione ed organizzative (art.88-quater, art.88-sexies) Classificare le zone con pericolo d esplosione (art. 88-octies, comma 1) Attuare procedure di coordinamento (art. 88-septies), obbligo gia previsto dall art. 7 Redigere il documento contro le esplosioni (art. 88-novies) Verifiche periodiche (art. 88-undecies) obbligo gia previsto DPR 462/01 Attuare le misure di sicurezza previste nell allegato XV-ter punto A Attuare le misure di sicurezza previste nell allegato XV-ter punto B

46 Adempimenti entro il 10/06/2006 Segnalazione delle zone con pericolo d esplosione (art. 88-octies, comma 3) Attuare le misure di sicurezza previste nell allegato XV-ter punto A

47 Disposizioni per gli ambienti di lavoro Luoghi di lavoro esistenti devono essere conformi all allegato XV-ter punto A, entro il 30/06/2006. Attrezzature di lavoro gia in uso devono essere conformi all allegato XV-ter punto A dal 30/06/2003. Luoghi di lavoro nuovi devono essere conformi all allegato XV-ter punto A dal 30/06/2003. Attrezzature di lavoro nuove devono essere conformi all allegato XV-ter punto B dal 30/06/2003.

48 Allegato XV-ter punto A A. PRESCRIZIONI MINIME PER IL MIGLIORAMENTO DELLA PROTEZIONE DELLA SICUREZZA E DELLA SALUTE DEI LAVORATORI CHE POSSONO ESSERE ESPOSTI AL RISCHIO DI ATMOSFERE ESPLOSIVE. Osservazione preliminare. Le prescrizioni di cui al presente allegato si applicano: a) alle aree classificate come pericolose in conformita' dell'allegato XV-bis, in tutti i casi in cui lo richiedano le caratteristiche dei luoghi di lavoro, dei posti di lavoro, delle attrezzature o delle sostanze impiegate ovvero i pericoli derivanti dalle attivita' correlate al rischio di atmosfere esplosive; b) ad attrezzature in aree non esposte a rischio di esplosione che sono necessarie o contribuiscono al funzionamento delle attrezzature che si trovano nelle aree a rischio di esplosione.

49 Allegato XV-ter punto A 1. Provvedimenti organizzativi Formazione professionale dei lavoratori. Il datore di lavoro provvede ad una sufficiente ed adeguata formazione in materia di protezione dalle esplosioni dei lavoratori impegnati in luoghi dove possono formarsi atmosfere esplosive Istruzioni scritte e autorizzazione al lavoro. Ove stabilito dal documento sulla protezione contro le esplosioni: a) il lavoro nelle aree a rischio si effettua secondo le istruzioni scritte impartite dal datore di lavoro; b) e' applicato un sistema di autorizzazioni al lavoro per le attivita' pericolose e per le attivita' che possono diventare pericolose quando interferiscono con altre operazioni di lavoro. Le autorizzazioni al lavoro sono rilasciate prima dell'inizio dei lavori da una persona abilitata a farlo.

50 Allegato XV-ter punto A 2. Misure di protezione contro le esplosioni Fughe e emissioni, intenzionali o no, di gas, vapori, nebbie o polveri combustibili che possano dar luogo a rischi di esplosioni sono opportunamente deviate o rimosse verso un luogo sicuro o, se cio' non e' realizzabile, contenuti in modo sicuro, o resi adeguatamente sicuri con altri metodi appropriati Qualora l'atmosfera esplosiva contenga piu' tipi di gas, vapori, nebbie o polveri infiammabili o combustibili, le misure di protezione devono essere programmate per il massimo pericolo possibile Per la prevenzione dei rischi di accensione, conformemente all'articolo 88-quater, si tiene conto anche delle scariche elettrostatiche che provengono dai lavoratori o dall'ambiente di lavoro che agiscono come elementi portatori di carica o generatori di carica. I lavoratori sono dotati di adeguati indumenti di lavoro fabbricati con materiali che non producono scariche elettrostatiche che possano causare l'accensione di atmosfere esplosive.

51 Allegato XV-ter punto A 2.4. Impianti, attrezzature, sistemi di protezione e tutti i loro dispositivi di collegamento sono posti in servizio soltanto se dal documento sulla protezione contro le esplosioni risulta che possono essere utilizzati senza rischio in un'atmosfera esplosiva. Cio' vale anche per attrezzature di lavoro e relativi dispositivi di collegamento che non sono apparecchi o sistemi di protezione ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 23 marzo 1998, n. 126, qualora possano rappresentare un pericolo di accensione unicamente per il fatto di essere incorporati in un impianto. Vanno adottate le misure necessarie per evitare il rischio di confusione tra i dispositivi di collegamento Si devono prendere tutte le misure necessarie per garantire che le attrezzature di lavoro con i loro dispositivi di collegamento a disposizione dei lavoratori, nonche' la struttura del luogo di lavoro siano state progettate, costruite, montate, installate, tenute in efficienza e utilizzate in modo tale da ridurre al minimo i rischi di esplosione e, se questa dovesse verificarsi, si possa controllarne o ridurne al minimo la propagazione all'interno del luogo di lavoro e dell'attrezzatura. Per detti luoghi di lavoro si adottano le misure necessarie per ridurre al minimo gli effetti sanitari di una esplosione sui lavoratori Se del caso, i lavoratori sono avvertiti con dispositivi ottici e acustici e allontanati prima che le condizioni per un'esplosione siano raggiunte.

52 Allegato XV-ter punto A 2.7. Ove stabilito dal documento sulla protezione contro le esplosioni, sono forniti e mantenuti in servizio sistemi di evacuazione per garantire che in caso di pericolo i lavoratori possano allontanarsi rapidamente e in modo sicuro dai luoghi pericolosi Anteriormente all'utilizzazione per la prima volta di luoghi di lavoro che comprendono aree in cui possano formarsi atmosfere esplosive, e' verificata la sicurezza dell'intero impianto per quanto riguarda le esplosioni. Tutte le condizioni necessarie a garantire protezione contro le esplosioni sono mantenute. La verifica del mantenimento di dette condizioni e' effettuata da persone che, per la loro esperienza e formazione professionale, sono competenti nel campo della protezione contro le esplosioni.

53 2.9. Qualora risulti necessario dalla valutazione del rischio: a) deve essere possibile, quando una interruzione di energia elettrica puo' dar luogo a rischi supplementari, assicurare la continuita' del funzionamento in sicurezza degli apparecchi e dei sistemi di protezione, indipendentemente dal resto dell'impianto in caso della predetta interruzione; b) gli apparecchi e sistemi di protezione a funzionamento automatico che si discostano dalle condizioni di funzionamento previste devono poter essere disinseriti manualmente, purche' cio' non comprometta la sicurezza. Questo tipo di interventi deve essere eseguito solo da personale competente; c) in caso di arresto di emergenza, l'energia accumulata deve essere dissipata nel modo piu' rapido e sicuro possibile o isolata in modo da non costituire piu' una fonte di pericolo.

54 Allegato XV-ter punto A Nel caso di impiego di esplosivi e' consentito, nella zona 0 o zona 20 solo l'uso di esplosivi di sicurezza antigrisutosi, dichiarati tali dal fabbricante e classificati nell'elenco di cui agli articoli 42 e 43 del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1956, n L'accensione delle mine deve essere fatta elettricamente dall'esterno. Tutto il personale deve essere fatto uscire dal sotterraneo durante la fase di accensione delle mine.

55 Allegato XV-ter punto A Qualora venga rilevata in qualsiasi luogo sotterraneo una concentrazione di gas infiammabile o esplodente superiore all'1 per cento in volume rispetto all'aria, con tendenza all'aumento, e non sia possibile, mediante la ventilazione o con altri mezzi idonei, evitare l'aumento della percentuale dei gas oltre il limite sopraindicato, tutto il personale deve essere fatto sollecitamente uscire dal sotterraneo. Analogo provvedimento deve essere adottato in caso di irruzione massiva di gas.

56 Allegato XV-ter punto A Qualora non sia possibile assicurare le condizioni di sicurezza previste dal punto precedente possono essere eseguiti in sotterraneo solo i lavori strettamente necessari per bonificare l'ambiente dal gas e quelli indispensabili e indifferibili per ripristinare la stabilita' delle armature degli scavi. Detti lavori devono essere affidati a personale esperto numericamente limitato, provvisto dei necessari mezzi di protezione, comprendenti in ogni caso l'autoprotettore, i quali non devono essere prelevati dalla dotazione prevista dall'articolo 101 del decreto del Presidente della Repubblica n. 320 del 1956 per le squadre di salvataggio.

57 B. CRITERI PER LA SCELTA DEGLI APPARECCHI E DEI SISTEMI DI PROTEZIONE Qualora il documento sulla protezione contro le esplosioni basato sulla valutazione del rischio non preveda altrimenti, in tutte le aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive sono impiegati apparecchi e sistemi di protezione conformi alle categorie di cui al decreto del Presidente della Repubblica 23 marzo 1998, n In particolare, in tali aree sono impiegate le seguenti categorie di apparecchi, purche' adatti, a seconda dei casi, a gas, vapori o nebbie e/o polveri: 1. nella zona 0 o nella zona 20, apparecchi di categoria 1; 2. nella zona 1 o nella zona 21, apparecchi di categoria 1 o di categoria 2; 3. nella zona 2 o nella zona 22, apparecchi di categoria 1, 2 o 3.

58 L art. 3 del D.Lgs. 233/03 modifica l art. 89, com. 2) lett. a) del D.Lgs. 626/94 introducendo nuove sanzioni penali per eventuali inadempienze (arresto o ammenda ) a carico del datore di lavoro in particolare come mostra la seguente tabella:

59

60 CLASSIFICAZIONE DELLE AREE Il D.Lgs. 233/03 nell art. 88-octies impone al datore di lavoro di ripartire in zone (secondo l allegato XV-bis), le aree in cui possono formarsi atmosfere esplosive. Una volta effettuata tale classificazione, se dovessero rilevarsi zone caratterizzate da una quantita di atmosfera esplosiva tale da richiedere provvedimenti di protezione per la tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori, si effettuera la scelta delle adeguate apparecchiature ed attrezzature di protezione. I provvedimenti che si adotteranno, in ottemperanza con quanto stabilito dall allegato XV-ter, parte A, saranno proporzionati alla classificazione effettuata.

61 CLASSIFICAZIONE DELLE AREE La ripartizione delle aree in zone avviene in base a: frequenza durata della presenza di atmosfere esplosive. Il decreto citato, prevede la classificazione delle aeree in diverse zone

62 CLASSIFICAZIONE DELLE AREE le aree pericolose nell all.to XV bis vengono suddivise in tre tipologie: zona 0, 1 e 2, a seconda che la permanenza dell atmosfera esplosiva sia presente rispettivamente: per lungo periodo (oltre 1000 ore/anno) occasionalmente (fra 10 e 1000ore/anno) per breve durata (fra 0,1 e 10 ore/anno)

63 Miscele di aria gas, vapore o nebbia Zona 00 Area in cui e presente in permanenza o per lunghi periodi o frequentemente un atmosfera esplosiva consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia Zona 01 Area in cui la formazione di un atmosfera esplosiva, consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapori o nebbia, e probabile che avvenga occasionalmente durante le normali attività. Zona 02 Area in cui la formazione di un atmosfera esplosiva, consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapori o nebbia, e probabile che avvenga occasionalmente durante le normali attività.

64 Polveri Zona 20 Area in cui e presente in permanenza o per lunghi periodi o frequentemente un atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile nell aria. Zona 21 Area in cui la formazione di un atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile nell aria, e probabile che avvenga occasionalmente durante le normali attività. Zona 22 Area in cui durante le normali attività non e probabile la formazione di un atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile o, qualora si verifichi, sia unicamente di breve durata.

65 CLASSIFICAZIONE DELLE AREE Dovendo esprimere in indice probabilistico la durata complessiva di atmosfera esplosiva in un anno, si possono utilizzare gli indici riportati nella CEI La classificazione dei luoghi pericolosi è oggetto di normativa europea: la EN (CEI 31-30) per i gas, vapori e nebbie, la EN (CEI 31-52) per le polveri combustibili. Si tratta in verità di norme a carattere generale; per applicazioni specifiche bisogna ricorrere a Guide applicative.

66 CLASSIFICAZIONE DELLE AREE La definizione delle zone pericolose e della loro estensione si basa sulla individuazione delle sostanze pericolose, delle sorgenti di emissione con relativa portata e del grado di ventilazione dell ambiente. La classificazione dei luoghi pericolosi per la presenza di polvere può presentare maggiori difficoltà per l incertezza nella determinazione di alcuni parametri come ad esempio la granulometria, il limite inferiore di infiammabilità, l energia minima di innesco.

67 CLASSIFICAZIONE DELLE AREE La CEI effettua la classificazione in base alle caratteristiche dell ambiente (aperto, chiuso ecc), delle sostanze (densità relativa rispetto all aria, etc.), delle sorgenti di emissioni (grado e portata di emissione), del grado di ventilazione (portata minima volumetrica, concentrazione) e della disponibilità della ventilazione.

68 CLASSIFICAZIONE DELLE AREE La CEI distingue i casi in cui la presenza di atmosfere esplosive sia dovuta a nube e/o a strati di polvere. La classificazione viene effettuata in base alle caratteristiche dei materiali (dimensioni delle particelle, contenuto di umidità, temperatura minima di innesco della nube e dello strato etc.), ai punti nei quali possono essere presenti contenimenti di polvere o sorgenti di emissione ed alla probabilità di emissioni di polvere da tali sorgenti.

69 CLASSIFICAZIONE DELLE AREE Solo dopo queste fasi si possono definire le zone e le loro estensioni. In definitiva la classificazione delle zone pericolose per la presenza o probabilità dell atmosfera esplosiva e il punto di partenza per una corretta valutazione dei rischi.

70 LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI ESPLOSIONE Essa viene effettuata su base statistica e si identifica con un indice di probabilità di accadimento dell evento e un altro di gravità del danno presumibile. Più precisamente, in funzione delle caratteristiche dell impianto, delle sostanze e dei processi utilizzati con le loro possibili interazioni, deve essere valutata la probabilità e durata della presenza di atmosfere esplosive e delle sorgenti di innesco, nonché l entità degli effetti prevedibili..

71 LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI ESPLOSIONE Per l individuazione di tali parametri si può fare riferimento alla norma UNI EN , secondo cui l innesco può essere causato da cause varie come ad esempio: superfici calde, fiamme libere o materiale incandescente, scintille per causa meccanica, apparecchiature elettriche, correnti vaganti e protezione catodica, cariche elettrostatiche, fulmini, campi e radiazioni elettromagnetici, radiazioni ionizzanti, ultrasuoni, compressioni adiabatiche, reazioni chimiche

72 LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI ESPLOSIONE Il processo di valutazione del rischio di esplosione va effettuato caso per caso, non presentando una soluzione aprioristicamente valida. Il decreto dispone, infatti, all art. 88- quinquies, che nell assolvere gli obblighi stabiliti dall articolo 4, il datore di lavoro valuta i rischi specifici derivanti da atmosfere esplosive, tenendo conto almeno dei seguenti elementi:

73 LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI ESPLOSIONE a. Probabilita e durata della presenza di atmosfere esplosive b. Probabilita che le fonti di accensione, comprese le scariche elettrostatiche, siano presenti e divengano attive ed efficaci c. Caratteristiche dell impianto, sostanze utilizzate, processi e loro possibili interazioni d. Determinare i possibili effetti prevedibili di un esplosione e. I rischi di esplosione sono valutati complessivamente. f. Nella valutazione dei rischi di esplosione vanno presi in considerazione i luoghi che sono o possono essere in collegamento, tramite aperture, e quelli in cui possono formarsi atmosfere esplosive.

74 Le metodologie applicabili Per la valutazione dei rischi non esistono metodologie obbligatorie da seguire, ma bisogna tener conto della complessita dell azienda/impianto produttivo che si sta valutando. Definendo il rischio R = P x D, i fattori Probabilita (P) e Danno (D) possono essere cosi stimati:

75 Le metodologie applicabili per le piccole e medie imprese (impianti semplici) si può utilizzare: a) la linea guida Comunicazione della commissione relativa alla Guida di buone prassi a carattere non vincolante per l attuazione della direttiva 1999/92/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa alle prescrizioni minime per il miglioramento della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori che possono essere esposti al rischio di atmosfere esplosive b) il modello elaborato da cinque organismi notificati (per la direttiva ATEX) Methodology for the Risk Assessment of Unit Operations and equipment for Use in Potentially Explosive Atmospheres elaborata dal EU Project N: SMT4-CT ;

76 Le metodologie applicabili nelle aziende con rischi di incidente rilevante (impianti complessi) come quelle soggette al D.Lgs. 334/99 (ex DPR 175/88) si potra ricorre ad altre metodologie statistiche, quali: - FMEA (identificazioni degli effetti conseguenti a guasti singoli di componenti o dispositivi di sicurezza) - HAZOP (identificazioni degli effetti conseguenti a deviazioni dei parametri di processo) - FAULT TREE (combinazione di eventi che comportano un effetto indesiderato - TOP EVENT). - EVENT TREE (sequenze incidentali originate da un Top Event, in concomitanza di eventi che ne condizionano l evoluzione)

77

78

79

80

81 Le metodologie applicabili NNBB Inoltre e necessario utilizzare le Norme UNI, CEI, EN di volta in volta applicabili e rivolgersi a personale competente con maturata esperienza nel settore.

82 PREVENZIONE, PROTEZIONE ED ORGANIZZAZIONE

83 Misure di prevenzione 1) Evitare l atmosfera esplosiva (Prevenzione dalle esplosioni) Il primo passo per una corretta prevenzione è quello di agire sulla sostanza e sulle caratteristiche dei parametri di processo come: - la sostituzione delle sostanze infiammabili e polveri combustibili, - l inertizzazione - l impianto di ventilazione - l eliminazione delle sorgenti di emissione - la concentrazione della sostanza al di fuori dei limiti di esplodibilità - la temperatura della sostanza al di sotto della temperatura di infiammabilità - i sistemi di controllo dell esplodibilità - la rimozione delle polveri - l incremento della granulometria delle polveri - le misure adottate per evitare nubi di polvere.

84 Misure di prevenzione 2) Evitare sorgenti di accensione efficaci Questa misura consiste nell eliminazione, all interno delle zone pericolose classificate, delle sorgenti di accensione; se ciò fosse possibile, bisognerà rendere le sorgenti inefficaci tenendo conto dei sistemi previsti dalla norma UNI EN

85 Misure di protezione Le misure di protezione devono essere messe in atto successivamente alle misure di prevenzione. Possono essere: - soppressione dell esplosione - scarico dell esplosione - Progettazione resistente all esplosione - prevenzione della propagazione dell esplosione

86 Misure organizzative Dopo aver agito sulle caratteristiche delle sostanze e del processo, dopo aver attuato le misure di prevenzione e protezione, in base ai principi del D.Lgs. 626/94 si possono mettere in atto le misure organizzative di: qualificazione e formazione del personale la stesura di istruzioni operative le autorizzazioni al lavoro le specifiche cautele nella manutenzione la segnalazione delle zone con pericolo di esplosione il controllo e sorveglianza.

87 REQUISITI DELLE APPARECCHIATURE E DEGLI IMPIANTI I requisiti minimi delle apparecchiature da installare o da utilizzare nei luoghi di lavoro soggetti ad atmosfere esplosive devono soddisfare la direttiva 94/9/CE. Questa direttiva e stata da tempo recepita in Italia con un decreto, il DPR 126/98, ed e in regime di applicazione facoltativa gia dal 1 marzo Pertanto, il termine dello slittamento e ormai scaduto il 1 luglio Da tale data infatti ogni apparecchiatura deve essere realizzata con materiali che rispondono a questa direttiva.

88 REQUISITI DELLE APPARECCHIATURE E DEGLI IMPIANTI Gli apparecchi e sistemi di protezione destinati a essere usati in atmosfera potenzialmente esplosiva vengono suddivisi in categorie, corrispondenti a diversi livelli di protezione, intendendo per esso il numero di guasti indipendenti che si possono verificare affinché sia garantito il livello di sicurezza specifico.

89 REQUISITI DELLE APPARECCHIATURE E DEGLI IMPIANTI Nelle zone con alta probabilità di formazione di miscele esplosive (zona 0 o 20) possono essere utilizzati solo apparecchi con livello di protezione molto elevato (categoria 1G o 1D, a seconda si tratti di gas o polvere) Nelle zone 1 o 21, si possono utilizzare apparecchi con livelli di protezione elevato (categoria 2G o 2D) Apparecchi con livello di protezione normale (categoria 3G o 3D) possono essere usati solo nelle zone con scarsa probabilità di formazione di miscela esplosiva (zona 2 o 22).

90 REQUISITI DELLE APPARECCHIATURE E DEGLI IMPIANTI La categoria viene certificata dal costruttore ed evidenziata sull apparecchio con apposita targa insieme alla marcatura CE e riguarda tutti gli apparecchi che possono costituire rischi di innesco, non solo di natura elettrica. La certificazione per le apparecchiature non elettriche costituisce spesso un problema per l assenza di norme tecniche specifiche o per la difficoltà della valutazione del livello di protezione da parte del costruttore. Per le attrezzature già in uso l idoneità dell apparecchio alla zona classificata è a carico del datore di lavoro mediante la valutazione dei rischi circa il livello di protezione.

91 REQUISITI DELLE APPARECCHIATURE E DEGLI IMPIANTI Per le apparecchiature elettriche tale valutazione in genere non presenta grosse difficoltà per la presenza di tutta una legislazione elettrica in materia, come il DPR 727/82 (76/117/CEE); DPR 675/82 (79/196/CEE); L. 150/89 (82/130/CEE). Lo stesso in genere non si può dire per il materiale non elettrico

92 SEGNALE DI AVVERTIMENTO PER INDICARE LE AREE IN CUI POSSONO FORMARSI ATMOSFERE ESPLOSIVE Caratteristiche: forma triangolare; lettere in nero su fondo giallo, bordo nero (il colore giallo deve costituire almeno il 50% della superficie del segnale

93

94

95 REDAZIONE DEL DOCUMENTO SULLA PROTEZIONE CONTRO LE ESPLOSIONI Il datore di lavoro in fase di valutazione dei rischi nella propria attività cosi come previsto all art. 4 del D.Lgs. n.626/1994 effettua anche la valutazione del rischio di esplosione per la presenza di atmosfere esplosive. Redige il documento sulla protezione contro le esplosioni, anche in aziende con meno di dieci dipendenti, e obbligatoriamente lo aggiorna quando ci sono delle modifiche.

96 REDAZIONE DEL DOCUMENTO SULLA PROTEZIONE CONTRO LE ESPLOSIONI È un documento che deve individuare i rischi e i provvedimenti necessari, contenendo inoltre le caratteristiche di sicurezza dei luoghi e delle attrezzature, le istruzioni per loro uso e impiego, classificare i luoghi dove c è la probabilità di formazione di miscele esplosive, e quelli dove si applicano le prescrizioni minime, indicando procedure di utilizzo e comportamento.

97 CONTENUTI DEL DOCUMENTO Il documento deve contenere almeno: i dati della azienda e del datore di lavoro; la descrizione del luogo di lavoro la descrizione delle fasi del processo produttivo e/o delle fasi aziendali la descrizione delle sostanze impiegate l elaborazione ed elencazione dei risultati dell analisi del rischio la descrizione delle misure tecniche di prevenzione dalle esplosioni la descrizione delle misure tecniche organizzative il coordinamento tra piu imprese esterne (ove previsto) il programma del miglioramento dei livelli di sicurezza nel tempo

98 GLI ALLEGATI DEL DOCUMENTO Gli Allegati più importanti sono: Planimetrie con indicazione delle zone, aree, reparti, ecc. classificati pericolosi i risultati di calcoli eseguiti i piani di emergenza interni (DM 10/03/1998) il piano di emergenza esterno (ove richiesto DPR 25/02/2005) le schede di sicurezza delle sostanze infiammabili e polveri combustibili i libretti di uso e di manutenzione delle apparecchiature fisse e mobili la dichiarazione di Conformita L. 46/90 completa per impianti elettrici e meccanici la denuncia e verifica periodica degli impianti elettrici Ex, DPR 462/01 (datore di lavoro) la dichiarazione CE di conformità (allegate alle apparecchiature Ex dotate di marcatura CE) la manutenzione ai fini della protezione contro le esplosioni Formulari e liste di valutazione per la verifica dei punti precedenti (linee guida comunitarie).

99 BIBLIOGRAFIA Guida all applicazione della direttiva 94/9/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 23/03/94, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli stati membri relative agli apparecchi e sistemi di protezione destinati a essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva. EU Project N SMT4-CT : Methodology for the Risk Assessment of Unit Operations and Equipment for Use in Potentially Explosive Atmospheres COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE NELL AMBITO DELL APPLICAZIONE DELLA DIRETTIVA 94/9/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative agli apparecchi e sistemi di protezione destinati a essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva (2002/C 213/02) Testo rilevante ai fini del SEE. C. Ponzinibio, M. Silingardi: Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione, Ed. TNE S.r.l. M. Carescia: La nuova legislazione sui luoghi con pericolo di esplosione, Ed. TNE S.r.l. COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE DEL COM(2003) 515, relativa alla Guida di buone prassi a carattere non vincolante per l attuazione della direttiva 1999/92/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa alle prescrizioni minime per il miglioramento della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori che possono essere esposti al rischio di atmosfere esplosive.

ATEX 94/9/CE. Decreto legislativo n 81/2008. esplosive ATEX 94/9/CE & ATEX 99/92/CE

ATEX 94/9/CE. Decreto legislativo n 81/2008. esplosive ATEX 94/9/CE & ATEX 99/92/CE ATEX 99/92/CE Decreto legislativo n 81/2008 Titolo XI - Protezione da atmosfere esplosive ATEX 94/9/CE & ATEX 99/92/CE Utilizzatori AREE PERICOLOSE ATEX 1999/92/CE Dlgs. 81/2008 titolo XI (già Dlgs. 233/2003)

Dettagli

RISCHIO ESPLOSIONE. Mantova 2 Aprile 2008 CONTENUTI MINIMI DEL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO. Oddino Minari - ANDROMEDA s.r.l.

RISCHIO ESPLOSIONE. Mantova 2 Aprile 2008 CONTENUTI MINIMI DEL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO. Oddino Minari - ANDROMEDA s.r.l. RISCHIO ESPLOSIONE Mantova 2 Aprile 2008 CONTENUTI MINIMI DEL DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO Oddino Minari - ANDROMEDA s.r.l. - AIAS D.Lgs. 626 /94 e s.m.i. titolo VIII bis ; art. 88 quater Valutazione

Dettagli

ANALISI DI RISCHIO SEMIQUANTITATIVA IN SUPPORTO ALLE VALUTAZIONI IN PRESENZA DI ATMOSFERE ESPLOSIVE (ATEX)

ANALISI DI RISCHIO SEMIQUANTITATIVA IN SUPPORTO ALLE VALUTAZIONI IN PRESENZA DI ATMOSFERE ESPLOSIVE (ATEX) ANALISI DI RISCHIO SEMIQUANTITATIVA IN SUPPORTO ALLE VALUTAZIONI IN PRESENZA DI ATMOSFERE ESPLOSIVE (ATEX) T. Pezzo *, D. Vannucci *, G. Uguccioni + * D Appolonia SpA, Genova + D Appolonia SpA, San Donato

Dettagli

[Tab.1 Elenco settori a maggiore rischio esplosiosione]

[Tab.1 Elenco settori a maggiore rischio esplosiosione] PERICOLO ESPLOSIONE: IL GIUSTO APPROCCIO PER NON CORRERE RISCHI LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO ESPLOSIONE Due direttive europee, la 94/9/CE (ATEX 100a) e la 99/92/CE (ATEX 137), hanno modificato radicalmente

Dettagli

In accordo alla Direttiva ATEX, gli equipaggiamenti sono progettati in funzione del tipo d atmosfera nella quale possono essere utilizzati.

In accordo alla Direttiva ATEX, gli equipaggiamenti sono progettati in funzione del tipo d atmosfera nella quale possono essere utilizzati. Atmosfere potenzialmente esplosive sono presenti in diverse aree industriali: dalle miniere all industria chimica e farmacautica, all industria petrolifera, agli impianti di stoccaggio di cereali, alla

Dettagli

TITOLO III USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE N 3 CAPI - N 19 articoli (da art. 69 a art.

TITOLO III USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE N 3 CAPI - N 19 articoli (da art. 69 a art. TITOLO III USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE N 3 CAPI - N 19 articoli (da art. 69 a art. 87) CAPO III IMPIANTI E APPARECCHIATURE ELETTRICHE N 8 articoli (da art.

Dettagli

«IBC: la dissipazione delle cariche elettrostatiche»

«IBC: la dissipazione delle cariche elettrostatiche» 6 Workshop della Logistica Chimica: "Uno strumento di supporto alle Imprese per la scelta più idonea delle unità di confezionamento". «IBC: la dissipazione delle cariche elettrostatiche» Massimo Vitali

Dettagli

Applicazione delle direttive Atex al settore della verniciatura: esempi di classificazione delle zone e scelta della apparecchiature.

Applicazione delle direttive Atex al settore della verniciatura: esempi di classificazione delle zone e scelta della apparecchiature. SOCIETÀ DI INGEGNERIA PER LE COSTRUZIONI, L AMBIENTE, LA SICUREZZA Applicazione delle direttive Atex al settore della verniciatura: esempi di classificazione delle zone e scelta della apparecchiature.

Dettagli

IL RISCHIO DI ESPLOSIONE

IL RISCHIO DI ESPLOSIONE IL RISCHIO DI ESPLOSIONE DIRETTIVE ATEX Dott. Carmineraffaele ROSELLI Dott. Nicola Carriero U.O. Medicina del Lavoro P. P. I. L. L. ASP - Potenza - Cosa si intende per atmosfera esplosiva? E una miscela

Dettagli

IMPIANTI ELETTRICI & Valutazione del RISCHIO ELETTRICO. Il RISCHIO ELETTRICO. Dal punto di consegna... D.Lgs 81 R.el. - Pagani 1

IMPIANTI ELETTRICI & Valutazione del RISCHIO ELETTRICO. Il RISCHIO ELETTRICO. Dal punto di consegna... D.Lgs 81 R.el. - Pagani 1 IMPIANTI ELETTRICI & Valutazione del RISCHIO ELETTRICO Dal punto di consegna... 2 Il RISCHIO ELETTRICO è da intendersi come il rischio di infortunio CAUSATO da un impianto elettrico Il danno conseguente

Dettagli

La definizione di procedure organizzative, manutentive e comportamentali in ambienti a rischio di esplosione. Ing. Marzio Marigo

La definizione di procedure organizzative, manutentive e comportamentali in ambienti a rischio di esplosione. Ing. Marzio Marigo La definizione di procedure organizzative, manutentive e comportamentali in ambienti a rischio di esplosione Ing. Marzio Marigo Rimini, 7 settembre 2012 Art. 290, comma 1 D.Lgs. 81/08 ( ) il DDL valuta

Dettagli

1985: RISOLUZIONE DEL CONSIGLIO DELLE COMUNITÀ

1985: RISOLUZIONE DEL CONSIGLIO DELLE COMUNITÀ 1985: RISOLUZIONE DEL CONSIGLIO DELLE COMUNITÀ EUROPEE DEL 1985: DIRETTIVE TIPO "NUOVO APPROCCIO alleanza tra legislazione comunitaria e normazione Le istituzioni comunitarie si limitano ad armonizzare,

Dettagli

IL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI di concerto con IL MINISTRO DELLA SALUTE

IL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI di concerto con IL MINISTRO DELLA SALUTE Decreto del Ministero dell interno 4 febbraio 2011 Definizione dei criteri per il rilascio delle autorizzazioni di cui all art. 82, comma 2, del D.Lgs. 09/04/2008, n. 81, e successive modifiche ed integrazioni.

Dettagli

D.Lgs. 81/08 Titolo III Capo III

D.Lgs. 81/08 Titolo III Capo III D.Lgs. 81/08 Titolo III Capo III Gli Impianti e le Apparecchiature Elettriche RELATORI: Dr. Nicola CARRIERO Dr. Carmineraffaele ROSELLI Art. 80 comma 1 IL Datore di Lavoro provvede affinchè i materiali

Dettagli

Piano formativo AVT/129/11II Formare per crescere finanziato da. Presentazione. Avviso 5/2011 II scadenza

Piano formativo AVT/129/11II Formare per crescere finanziato da. Presentazione. Avviso 5/2011 II scadenza Piano formativo AVT/129/11II Formare per crescere finanziato da Presentazione Avviso 5/2011 II scadenza Corso di formazione per ADDETTI ALLA PREVENZIONE INCENDI, LOTTA ANTINCENDIO E GESTIONE DELLE EMERGENZE

Dettagli

Valutazione del rischio per la presenza di miscele esplosive aria/polveri: l approccio metodologico

Valutazione del rischio per la presenza di miscele esplosive aria/polveri: l approccio metodologico Valutazione del rischio per la presenza di miscele esplosive aria/polveri: l approccio metodologico Francesca Bellamino D.Lgs. 81/2008 TITOLO XI: protezione da atmosfere esplosive Capo II: obblighi del

Dettagli

PREVENZIONE INCENDI. Celsino Govoni

PREVENZIONE INCENDI. Celsino Govoni PREVENZIONE INCENDI Celsino Govoni Che cos è un ESPLOSIONE? Cosa c era dentro a quell ambulatorio? Cosa è rimasto di quel centro medico posto in quel paesino!! La causa, a volte, è di piccole dimensioni

Dettagli

APPLICAZIONE CONGIUNTA DELLE DIRETTIVE 97/23/CE (PED), 2006/42/CE (MD) E 94/9/CE (ATEX) AGLI IMPIANTI DI PROCESSO. ing.

APPLICAZIONE CONGIUNTA DELLE DIRETTIVE 97/23/CE (PED), 2006/42/CE (MD) E 94/9/CE (ATEX) AGLI IMPIANTI DI PROCESSO. ing. Seminario tecnico - 25 novembre 2011 - MILANO APPLICAZIONE CONGIUNTA DELLE DIRETTIVE 97/23/CE (PED), 2006/42/CE (MD) E 94/9/CE (ATEX) AGLI IMPIANTI DI PROCESSO ing. Matteo Pettenuzzo UNICO riferimento,

Dettagli

Verifiche apparecchiature: problemi da risolvere o gestioni efficaci?

Verifiche apparecchiature: problemi da risolvere o gestioni efficaci? Verifiche apparecchiature: problemi da risolvere o gestioni efficaci? STUDIO TECNICO PROF. NERI s.r.l. Via Borghi Mamo N. 15-40137 Bologna - TEL. 051.441065 - FAX 051.443045 WWW.STUDIONERI.COM EMAIL:STUDIONERI@STUDIONERI.COM

Dettagli

Interpretazione Normativa. Lavori elettrici sotto tensione - requisiti imprese autorizzate

Interpretazione Normativa. Lavori elettrici sotto tensione - requisiti imprese autorizzate Ti trovi in: CNA Interpreta / Ambiente e sicurezza / Sicurezza / Impianti elettro-termo-idraulici / Aspetti generali per Impianti elettro-termo-idraulici Torna all'elenco 15/7/2011 Lavori elettrici sotto

Dettagli

Rischio di atmosfera esplosiva e misuratori elettronici e meccanici di gas G4 in ambiente domestico

Rischio di atmosfera esplosiva e misuratori elettronici e meccanici di gas G4 in ambiente domestico Milano, 2 aprile 2013 Rischio di atmosfera esplosiva e misuratori elettronici e meccanici di gas G4 in ambiente domestico 1. Premessa 2. Norme cogenti e volontarie per l immissione di prodotti sul mercato

Dettagli

LINEE GUIDA IN MERITO ALL ACQUISTO E ALL USO DI MACCHINE E/O APPARECCHI ELETTRICI SOMMARIO

LINEE GUIDA IN MERITO ALL ACQUISTO E ALL USO DI MACCHINE E/O APPARECCHI ELETTRICI SOMMARIO Pag. 1 / 6 1 MODIFICHE 2 PREMESSA 3 DEFINIZIONI SOMMARIO 4 PRINCPALI NORMATIVE DI RIFERIMENTO 5 MESSA IN SERVIZIO E UTILIZZO 6 INDICAZIONI PER UN CORRETTO ACQUISTO 7 SICUREZZA E MARCATURA CE 8 PROTOTIPI

Dettagli

Sistemi di bonifica dell ambiente

Sistemi di bonifica dell ambiente Sistemi di bonifica dell ambiente Per definire il tipo di zona pericolosa generata dalla sorgente di emissione (per effetto della fuoriuscita della polvere dal sistema di contenimento) AtexPOLVERI chiede

Dettagli

La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti

La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti Alessandro Mazzeranghi, Rossano Rossetti MECQ S.r.l. Quanto è importante la manutenzione negli ambienti di lavoro? E cosa

Dettagli

Verifica di adeguatezza delle attrezzature (apparecchi e impianti) presenti all interno delle aree con pericolo di esplosione

Verifica di adeguatezza delle attrezzature (apparecchi e impianti) presenti all interno delle aree con pericolo di esplosione Verifica di adeguatezza delle attrezzature (apparecchi e impianti) presenti all interno delle aree con pericolo di esplosione Salvatore Iannello 30 giugno 2003 Ex Attrezzature esistenti Devono risultare

Dettagli

SICUREZZA DELLE VIE DI FUGA NEI PICCOLI LUOGHI DI LAVORO

SICUREZZA DELLE VIE DI FUGA NEI PICCOLI LUOGHI DI LAVORO SICUREZZA DELLE VIE DI FUGA NEI PICCOLI LUOGHI DI LAVORO Le vie di esodo costituiscono il primo problema da affrontare quando si progetta la sicurezza di un edificio. Infatti, la sicurezza delle persone

Dettagli

L importanza della conoscenza dell evoluzione normativa e della formazione continua nell ambito della sicurezza

L importanza della conoscenza dell evoluzione normativa e della formazione continua nell ambito della sicurezza L importanza della conoscenza dell evoluzione normativa e della formazione continua nell ambito della sicurezza Trento, 13 novembre 2013 2 L importanza della conoscenza dell evoluzione normativa e della

Dettagli

Misure gestionali per la prevenzione e la protezione contro le esplosioni da polveri

Misure gestionali per la prevenzione e la protezione contro le esplosioni da polveri Misure gestionali per la prevenzione e la protezione contro le esplosioni da polveri Chiara Carpegna Misure gestionali In presenza di un rischio potenziale di esplosione negli ambienti di lavoro vanno

Dettagli

GUIDA ALL INSTALLAZIONE DI UN SISTEMA FISSO AUTOMATICO DI RIVELAZIONE E ALLARME D INCENDIO

GUIDA ALL INSTALLAZIONE DI UN SISTEMA FISSO AUTOMATICO DI RIVELAZIONE E ALLARME D INCENDIO GUIDA ALL INSTALLAZIONE DI UN SISTEMA FISSO AUTOMATICO DI RIVELAZIONE E ALLARME D INCENDIO La presente guida mette in risalto solo alcuni punti salienti estrapolati dalla specifica norma UNI 9795 con l

Dettagli

ASPP Modulo A6 RISCHI SPECIFICI : RISCHI DA AGENTI FISICI

ASPP Modulo A6 RISCHI SPECIFICI : RISCHI DA AGENTI FISICI REGIONE BASILICATA ASM AZIENDA SANITARIA LOCALE DI MATERA AMBITO TERRITORIALE DI MONTALBANO JONICO DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE DELLA SALUTE UMANA U.O. DI PREVENZIONE, PROTEZIONE ED IMPIANTISTICA NEI LUOGHI

Dettagli

Esplosioni di polveri: prevenzione

Esplosioni di polveri: prevenzione Esplosioni di polveri: prevenzione ing. Nicola Mazzei Stazione sperimentale per i Combustibili Divisione di Innovhub-Stazioni Sperimentali Industria Tel: 02-51604.256 Fax: 02-514286 Corso CINEAS: La ricerca

Dettagli

Dichiarazione di conformità per caldaie a carica manuale

Dichiarazione di conformità per caldaie a carica manuale Ufficio di contatto marchio di qualità: Moritz Dreher Neugasse 6 CH-8005 Zürich Tel.: +41 (0)44 250 88 16 Fax.: +41 (0)44 250 88 22 Email: dreher@holzenergie.ch Marchio di qualità Energia leg Svizzera

Dettagli

Le direttive ATEX e la direttiva macchine

Le direttive ATEX e la direttiva macchine Seminario tecnico - 25 novembre 2011 - MILANO Le direttive ATEX e la direttiva macchine ing. Matteo Pettenuzzo UNICO riferimento, TANTE specializzazioni Un team di oltre 100 tecnici 5 sedi operative Friuli,

Dettagli

CAPO IV - PROTEZIONE DEI LAVORATORI DAI RISCHI DI ESPOSIZIONE A CAMPI ELETTROMAGNETICI

CAPO IV - PROTEZIONE DEI LAVORATORI DAI RISCHI DI ESPOSIZIONE A CAMPI ELETTROMAGNETICI CAPO IV - PROTEZIONE DEI AVORATORI DAI RISCHI DI ESPOSIZIONE A CAMPI EETTROMAGNETICI Articolo 206 - Campo di applicazione 1. Il presente capo determina i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori

Dettagli

Le direttive nuovo approccio applicabili alle macchine in riferimento alla direttiva 2006/42/CE

Le direttive nuovo approccio applicabili alle macchine in riferimento alla direttiva 2006/42/CE Le direttive nuovo approccio applicabili alle macchine in riferimento alla direttiva 2006/42/CE Cuneo, 8 Ottobre 2013 Ivan Furcas ivan.furcas@it.bureauveritas.com Sviluppo della legislazione di prodotto

Dettagli

Valutazione dei Rischi. Normativa e documenti di riferimento. Definizioni (UNI EN ISO 12100)

Valutazione dei Rischi. Normativa e documenti di riferimento. Definizioni (UNI EN ISO 12100) Definizione e individuazione dei fattori di rischio, individuazione delle misure di prevenzione e protezione, riunione periodica Rev. 1 del 28/11/2012 ARISSA Maggio 2015 2 Normativa e documenti di riferimento

Dettagli

Le guide degli alberghi. La prevenzione incendi Il registro dei controlli

Le guide degli alberghi. La prevenzione incendi Il registro dei controlli Le guide degli alberghi La prevenzione incendi Il registro dei controlli INTRODUZIONE L art. 5 del D.P.R. n. 37/98, disciplinando i principali adempimenti gestionali finalizzati a garantire il corretto

Dettagli

CONTROLLO INIZIALE E MANUTENZIONE DEI SISTEMI DI RIVELAZIONE INCENDI

CONTROLLO INIZIALE E MANUTENZIONE DEI SISTEMI DI RIVELAZIONE INCENDI Milano, Gennaio 2012 NORMA UNI 11224 GIUGNO 2011 CONTROLLO INIZIALE E MANUTENZIONE DEI SISTEMI DI RIVELAZIONE INCENDI Gà la norma UNI 9795/2010 Sistemi fissi automatici di rivelazione, di segnalazione

Dettagli

ATEX ed Ambienti Confinanti DCS Safety System Sistemi di Sicurezza e Controllo in ambienti a rischio esplosione

ATEX ed Ambienti Confinanti DCS Safety System Sistemi di Sicurezza e Controllo in ambienti a rischio esplosione TUSL - TESTO UNICO IN MATERIA DI SALUTE E SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO In ambito lavorativo, il Dlgs. 81/2008 propone un sistema di gestione della sicurezza e della salute preventivo e permanente,

Dettagli

Convegno ISPESL. La sicurezza nelle macchine tra nuova Direttiva Macchine e Testo Unico. 23 ottobre 2009

Convegno ISPESL. La sicurezza nelle macchine tra nuova Direttiva Macchine e Testo Unico. 23 ottobre 2009 Convegno ISPESL La sicurezza nelle macchine tra nuova Direttiva Macchine e Testo Unico Bari Sala Multimediale Rettorato - Politecnico di Bari 23 ottobre 2009 ing. Francesco Nigri La manutenzione elettrica

Dettagli

PROCEDURE STANDARDIZZATE PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI AI SENSI DELL ART. 29 D.Lgs. N 81

PROCEDURE STANDARDIZZATE PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI AI SENSI DELL ART. 29 D.Lgs. N 81 PROCEDURE STANDARDIZZATE PER LA VALUTAZIONE DEI RISCHI AI SENSI DELL ART. 29 D.Lgs. N 81 Fare clic per modificare lo stile del sottotitolo dello schema Indicazioni per la stesura del documento standardizzato

Dettagli

L incendio Incendio a bordo 1 La normativa nel campo marittimo cura, in particolar modo, tutto quanto può essere connesso con il sinistro marittimo più frequente: l incendio a bordo. Sono previsti, nella

Dettagli

L evoluzione dei modelli di valutazione del rischio da agenti chimici pericolosi in ambito nazionale in conformità ai Regolamenti REACH e CLP.

L evoluzione dei modelli di valutazione del rischio da agenti chimici pericolosi in ambito nazionale in conformità ai Regolamenti REACH e CLP. COORDINAMENTO INTERREGIONALE DELLA PREVENZIONE IN SANITA L evoluzione dei modelli di valutazione del rischio da agenti chimici pericolosi in ambito nazionale in conformità ai Regolamenti REACH e CLP. Celsino

Dettagli

TESTO. Art. 2. Sono abrogati i decreti ministeriali 10 gennaio 1950 e 2 agosto 1956. ALLEGATO

TESTO. Art. 2. Sono abrogati i decreti ministeriali 10 gennaio 1950 e 2 agosto 1956. ALLEGATO Decreto del Presidente della Repubblica n 1208 del 05/09/1966 Modifiche alla vigente disciplina normativa in materia di apparecchi di alimentazione per generatori di vapore aventi potenzialità specifica

Dettagli

La Direttiva ATEX: i rischi legati alle atmosfere esplosive nel Settore Metalmeccanico.

La Direttiva ATEX: i rischi legati alle atmosfere esplosive nel Settore Metalmeccanico. La Direttiva ATEX: i rischi legati alle atmosfere esplosive nel Settore Metalmeccanico. Valutazione del rischio e misure organizzative di prevenzione Relatore: Dott.Ing. Giustiniano Armenise Argomenti

Dettagli

BREVI CENNI SULLE NOVITA INTRODOTTE NEL DM 19 MARZO 2015 STRUTTURA D.M. 19 MARZO 2015

BREVI CENNI SULLE NOVITA INTRODOTTE NEL DM 19 MARZO 2015 STRUTTURA D.M. 19 MARZO 2015 BREVI CENNI SULLE NOVITA INTRODOTTE NEL DM 19 MARZO 2015 Sulla GU 2573/2015, n. 70 è stato pubblicato il D.M. 19 marzo 2015 recante "Aggiornamento della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione,

Dettagli

Impianti e dispositivi di protezione antincendio. Impianti e dispositivi di protezione antincendio

Impianti e dispositivi di protezione antincendio. Impianti e dispositivi di protezione antincendio Impianti Meccanici 1 Danni provocati dagli incendi negli stabilimenti : - diretti : distruzione di macchinari, impianti, merci. - indiretti : mancata produzione Mezzi di prevenzione e Provvedimenti di

Dettagli

Formazione ed Informazione dei Lavoratori ai sensi del D.Lgs 81/08 e s. m. i., art. 36 e 37

Formazione ed Informazione dei Lavoratori ai sensi del D.Lgs 81/08 e s. m. i., art. 36 e 37 Formazione ed Informazione dei Lavoratori ai sensi del D.Lgs 81/08 e s. m. i., art. 36 e 37 AGENFORM Centro di Formazione Professionale Viale Amendola Eboli(SA) Consulente Dott. Ing. Elena Chiappa FORMAZIONE:

Dettagli

DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI

DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI Articolo 1 (Campo di applicazione) Il presente decreto si

Dettagli

SICUREZZA GUIDA PRATICA SULLE VERIFICHE PERIODICHE DELLE ATTREZZATURE DI SOLLEVAMENTO

SICUREZZA GUIDA PRATICA SULLE VERIFICHE PERIODICHE DELLE ATTREZZATURE DI SOLLEVAMENTO SICUREZZA GUIDA PRATICA SULLE VERIFICHE PERIODICHE DELLE ATTREZZATURE DI SOLLEVAMENTO Il datore di lavoro deve provvedere affinché le attrezzature di lavoro la cui sicurezza dipende dalle condizioni di

Dettagli

(Pubblicazione di titoli e riferimenti di norme armonizzate ai sensi della direttiva)

(Pubblicazione di titoli e riferimenti di norme armonizzate ai sensi della direttiva) (Pubblicazione di titoli e riferimenti di norme armonizzate ai sensi della direttiva) OEN ( 1 ) CEN EN 1010-1:2004 Sicurezza del macchinario Requisiti di sicurezza per la progettazione e la costruzione

Dettagli

ALBO NAZIONALE DELLE IMPRESE CHE EFFETTUANO LA GESTIONE DEI RIFIUTI

ALBO NAZIONALE DELLE IMPRESE CHE EFFETTUANO LA GESTIONE DEI RIFIUTI ALBO NAZIONALE DELLE IMPRESE CHE EFFETTUANO LA GESTIONE DEI RIFIUTI Deliberazione 27 settembre 2000, n. 4 Contenuti dell attestazione, a mezzo di perizia giurata, dell idoneità dei mezzi di trasporto di

Dettagli

Organizzazione della radioprotezione Dott.ssa Alessandra Bernardini

Organizzazione della radioprotezione Dott.ssa Alessandra Bernardini Organizzazione della radioprotezione Dott.ssa Alessandra Bernardini 1 Compiti e responsabilità L organizzazione della radioprotezione è strutturata in modo da distribuire alle varie figure di riferimento

Dettagli

Istituto Superiore Per la Prevenzione E la Sicurezza del Lavoro

Istituto Superiore Per la Prevenzione E la Sicurezza del Lavoro Istituto Superiore Per la Prevenzione E la Sicurezza del Lavoro Dipartimento Territoriale di BRESCIA Via San Francesco d Assisi, 11 25122 BRESCIA Competenze ed Obblighi degli Organismi Notificati, dei

Dettagli

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI VERONA

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI VERONA UNIVERSITA DEGLI STUDI DI VERONA SERVIZIO PREVENZIONE PROTEZIONE Direttore Dr. Claudio Soave Strada Le Grazie, 8-37134 Verona - Tel. 045 8027627-0458027627 - Fax 045 8027626 e-mail: servizio. prevenzioneprotezione@univr.it

Dettagli

GLI ASPETTI SANITARI DEL RISCHIO CHIMICO E BIOLOGICO BENEVENTO 30 NOVEMBRE 2010 DOTT. FRANCO PALLOTTA

GLI ASPETTI SANITARI DEL RISCHIO CHIMICO E BIOLOGICO BENEVENTO 30 NOVEMBRE 2010 DOTT. FRANCO PALLOTTA GLI ASPETTI SANITARI DEL RISCHIO CHIMICO E BIOLOGICO BENEVENTO 30 NOVEMBRE 2010 DOTT. FRANCO PALLOTTA Titolo IX Sostanze Pericolose Capo I Protezione da Agenti Chimici Il rischio infortuni è da ricondurre

Dettagli

Corso Operatore C.R.I. nel Settore Emergenza Antincendio e sostanze pericolose

Corso Operatore C.R.I. nel Settore Emergenza Antincendio e sostanze pericolose Corso Operatore C.R.I. nel Settore Emergenza Antincendio e sostanze pericolose Sicurezza Antincendio La combustione è la reazione chimica tra due sostanze diverse: il COMBUSTIBILE (materiale capace di

Dettagli

TITOLO III USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE N 3 CAPI - N 19 articoli (da art. 69 a art.

TITOLO III USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE N 3 CAPI - N 19 articoli (da art. 69 a art. TITOLO III USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE N 3 CAPI - N 19 articoli (da art. 69 a art. 87) CAPO I USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO N 5 articoli (da art. 69

Dettagli

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo.

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo. L 320/8 Gazzetta ufficiale dell Unione europea IT 17.11.2012 REGOLAMENTO (UE) N. 1078/2012 DELLA COMMISSIONE del 16 novembre 2012 relativo a un metodo di sicurezza comune per il monitoraggio che devono

Dettagli

D.Lgs. 81/08 TESTO UNICO Titolo I Principi Comuni Capo III Gestione della prevenzione nei luoghi di lavoro Sezione I Misure di tutela e obblighi

D.Lgs. 81/08 TESTO UNICO Titolo I Principi Comuni Capo III Gestione della prevenzione nei luoghi di lavoro Sezione I Misure di tutela e obblighi D.Lgs. 81/08 TESTO UNICO Titolo I Principi Comuni Capo III Gestione della prevenzione nei luoghi di lavoro Sezione I Misure di tutela e obblighi Art. 17 Obblighi del datore di lavoro non delegabili 1.

Dettagli

Impianti e dispositivi di protezione antincendio. Impianti industriali 2-2012 1

Impianti e dispositivi di protezione antincendio. Impianti industriali 2-2012 1 Impianti industriali 2-2012 1 RIFERIMENTI NORMATIVI D.M.10/03/98 Criteri generali di sicurezza e per la gestione dell emergenza nei luoghi di lavoro D.M.04/04/98 Elenco attività normate (soggette a CPI)

Dettagli

AMBIENTE DI LAVORO SALDATURA FOCUS DAY REGIONALE SULLA SALUTE E SICUREZZA NEL MONDO DELLA SALDATURA. 24 maggio 2007, Vicenza

AMBIENTE DI LAVORO SALDATURA FOCUS DAY REGIONALE SULLA SALUTE E SICUREZZA NEL MONDO DELLA SALDATURA. 24 maggio 2007, Vicenza ULSS N.6 VICENZA SPISAL Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro con il contributo Istituto Italiano della Saldatura SALDATURA & AMBIENTE DI LAVORO FOCUS DAY REGIONALE SULLA SALUTE

Dettagli

DPR 22 ottobre 2001, n. 462 Verifiche periodiche

DPR 22 ottobre 2001, n. 462 Verifiche periodiche Sezione Toscana e Umbria DPR 22 ottobre 2001, n. 462 Verifiche periodiche Dott. Ing. Emilio Giovannini Direttore UO Prevenzione Protezione dai Rischi ASL1 di Massa Carrara Consigliere AEIT sezione Toscana

Dettagli

Il panorama normativo: gli obblighi del datore di lavoro ai sensi dell art. 71 comma 8

Il panorama normativo: gli obblighi del datore di lavoro ai sensi dell art. 71 comma 8 Settore Ricerca, Certificazione e Verifica Dipartimento Tecnologie di Sicurezza SEMINARIO Macchine e attrezzature di lavoro: i controlli del datore di lavoro sugli apparecchi di sollevamento materiali

Dettagli

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI

DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI Il Decreto Legislativo 81/2008 (noto anche come Testo Unico della Sicurezza del Lavoro ) ha maggiormente sottolineato rispetto al vecchio D.Lgs. 626/94 l importanza

Dettagli

7.2 Controlli e prove

7.2 Controlli e prove 7.2 Controlli e prove Lo scopo dei controlli e delle verifiche è quello di: assicurare che l ascensore sia stato installato in modo corretto e che il suo utilizzo avvenga in modo sicuro; tenere sotto controllo

Dettagli

D.Lgs. 81/08 TITOLO III CAPO I USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E RISCHIO ELETTRICO

D.Lgs. 81/08 TITOLO III CAPO I USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E RISCHIO ELETTRICO Dipartimento Sanità Pubblica SERVIZI PREVENZIONE SICUREZZA AMBIENTI DI LAVORO DALLA SCUOLA UN LAVORO SICURO Corso L ABC della Sicurezza e Igiene sul Lavoro STOP DALLA SCUOLA UN LAVORO SICURO Corso L ABC

Dettagli

Il decreto legislativo 494/96. Geom. Stefano Fiori

Il decreto legislativo 494/96. Geom. Stefano Fiori Il decreto legislativo 494/96 Geom. Stefano Fiori EVOLUZIONE NORMATIVA DEFINIZIONI Articolo 1 1. Il presente decreto legislativo prescrive misure per la tutela e per la sicurezza dei Lavoratori nei cantieri

Dettagli

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007

SVILUPPO, CERTIFICAZIONE E MIGLIORAMENTO DEL SISTEMA DI GESTIONE PER LA SICUREZZA SECONDO LA NORMA BS OHSAS 18001:2007 Progettazione ed erogazione di servizi di consulenza e formazione M&IT Consulting s.r.l. Via Longhi 14/a 40128 Bologna tel. 051 6313773 - fax. 051 4154298 www.mitconsulting.it info@mitconsulting.it SVILUPPO,

Dettagli

I lavori elettrici dal D.Lgs 81/2008 alle Norme Tecniche

I lavori elettrici dal D.Lgs 81/2008 alle Norme Tecniche Sezione Toscana e Umbria I lavori elettrici dal D.Lgs 81/2008 alle Norme Tecniche Dott. Ing. Emilio Giovannini Direttore UO Prevenzione Protezione dai Rischi ASL1 di Massa Carrara Consigliere AEIT sezione

Dettagli

NORME DI PRONTO INTERVENTO IN CASO DI INCENDIO DPR 577/82

NORME DI PRONTO INTERVENTO IN CASO DI INCENDIO DPR 577/82 ALLEGATO 5 PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO ART. 91 DEL D.LGS. 81/08 ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLA LOMBARDIA E DELL EMILIA ROMAGNA Via Bianchi n. 7/9 BRESCIA TERZO LOTTO APPALTO RIMOZIONE

Dettagli

(1). IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. Visto l'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400;

(1). IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. Visto l'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400; D.P.R. 14 settembre 2011, n. 177 (1). Regolamento recante norme per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinanti, a norma dell'articolo

Dettagli

Norme di sicurezza e comportamentali del personale autorizzato a lavorare nei locali adibiti a Camera Pulita

Norme di sicurezza e comportamentali del personale autorizzato a lavorare nei locali adibiti a Camera Pulita Pag. 1 di 5 Norme di sicurezza e comportamentali del personale autorizzato a lavorare nei locali adibiti a Camera Pulita Premessa Questa nota è indirizzata al personale, dipendente e/o associato, autorizzato

Dettagli

Circolare N.85 del 23 Maggio 2013

Circolare N.85 del 23 Maggio 2013 Circolare N.85 del 23 Maggio 2013 Dal 01.06.2013 obbligatorie le procedure standardizzate per la valutazione dei rischi Gentile cliente con la presente intendiamo informarla che a partire dal 01.06.2013

Dettagli

LE DIRETTIVE EUROPEE ED IL RUOLO DEGLI ORGANISMI

LE DIRETTIVE EUROPEE ED IL RUOLO DEGLI ORGANISMI LE DIRETTIVE EUROPEE ED IL RUOLO DEGLI ORGANISMI BERGAMO, 20.12.2005 Relatore: dott. ing. Pier Alberto Frighi DIRETTIVE EUROPEE SETTORIALI Documenti promulgati dal Legislatore europeo per gamma di prodotti,

Dettagli

La formazione degli addetti alle attività che comportano esposizione ad amianto

La formazione degli addetti alle attività che comportano esposizione ad amianto La formazione degli addetti alle attività che comportano esposizione ad amianto 1 Riferimenti normativi Decreto Legislativo 19 settembre 1994 n. 626 capo VI Decreto Ministeriale 16 gennaio 1997 Decreto

Dettagli

Formazione Particolare Aggiuntiva Preposti Accordo Stato Regioni del 21 dicembre 2011

Formazione Particolare Aggiuntiva Preposti Accordo Stato Regioni del 21 dicembre 2011 Formazione Particolare Aggiuntiva Preposti Accordo Stato Regioni del 21 dicembre 2011 Modalità d esercizio della funzione di preposto Relazioni tra i vari soggetti interni ed esterni del sistema di prevenzione

Dettagli

LA MANUTENZIONE DELL IMPIANTO ELETTRICO SECONDO IL DLgs 81/08

LA MANUTENZIONE DELL IMPIANTO ELETTRICO SECONDO IL DLgs 81/08 LA MANUTENZIONE DELL IMPIANTO ELETTRICO SECONDO IL DLgs 81/08 DEFINIZIONE Per manutenzione di un impianto elettrico si intende l insieme delle attività tecnico-gestionali e dei lavori necessari per conservare

Dettagli

Decreto Legislativo 09 Aprile 2008, n.81

Decreto Legislativo 09 Aprile 2008, n.81 Corso di Gestione del Cantiere e della sicurezza sui luoghi di lavoro. Classe IIIª B as 2012/2013 Decreto Legislativo 09 Aprile 2008, n.81 20/02/2013 1 Decreto Legislativo 09 Aprile 2008, n.81 Documento

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

La valutazione del rischio chimico

La valutazione del rischio chimico La valutazione del rischio chimico Introduzione Per sua stessa definizione, l agente chimico è una sostanza o un preparato di natura chimica. L agente chimico può presentarsi sotto forma di gas, vapore,

Dettagli

Articolo di Legge violato - tabella comparata -

Articolo di Legge violato - tabella comparata - _D. Lgs. 81 del 09.04.2008_ss. Mm.ii: PRINCIPALI SANZIONI Articolo di Legge violato - tabella comparata - (obblighi dei datori di lavoro, dei dirigenti e dei preposti) Omessa manutenzione e ripristino

Dettagli

REGOLAMENTO (CE) N. 304/2008 DELLA COMMISSIONE

REGOLAMENTO (CE) N. 304/2008 DELLA COMMISSIONE I L 92/12 Gazzetta ufficiale dell Unione europea 3.4.2008 REGOLAMENO (CE) N. 304/2008 DELLA COMMISSIONE del 2 aprile 2008 che stabilisce, in conformità al regolamento (CE) n. 842/2006 del Parlamento europeo

Dettagli

ESTRATTO NORMA UNI CEI 11222

ESTRATTO NORMA UNI CEI 11222 ESTRATTO NORMA UNI CEI 11222 Art. 4 VERIFICHE PERIODICHE 4.1 Generalità Per l esecuzione delle verifiche periodiche deve essere resa disponibile la documentazione tecnica relativa all impianto, compresa

Dettagli

Artt. 74-79 e Allegato VIII Decreto Legislativo N.81/2008

Artt. 74-79 e Allegato VIII Decreto Legislativo N.81/2008 I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI Artt. 74-79 e Allegato VIII Decreto Legislativo N.81/2008 Definizione -. qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata dal lavoratore allo scopo di proteggerlo

Dettagli

Sogin - Linee Guida sui cantieri temporanei o mobili

Sogin - Linee Guida sui cantieri temporanei o mobili Sogin - Linee Guida sui cantieri temporanei o mobili 1. PREMESSA La disciplina dei cantieri temporanei e mobili ha trovato preciso regolamentazione nel Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, e nel successivo

Dettagli

VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI ESPOSIZIONE AD AGENTI CHIMICI

VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI ESPOSIZIONE AD AGENTI CHIMICI VALUTAZIONE DEL RISCHIO DI ESPOSIZIONE AD AGENTI CHIMICI La norma più importante, organica e generale in materia di salute e sicurezza in presenza di sostanze chimiche è sicuramente il D. Lgs. 626/94 che

Dettagli

Concetti generali in tema di PREVENZIONE e SICUREZZA del lavoro

Concetti generali in tema di PREVENZIONE e SICUREZZA del lavoro kiker Concetti generali in tema di PREVENZIONE e SICUREZZA del lavoro Collana PREVENZIONE E PROTEZIONE Collana PREVENZIONE E PROTEZIONE IL D.LGS.81/2008: TESTO UNICO SICUREZZA SUL LAVORO L evoluzione Normativa

Dettagli

Antincendio. Corso per Volontari Operativi Generici di Protezione Civile

Antincendio. Corso per Volontari Operativi Generici di Protezione Civile Antincendio Corso per Volontari Operativi Generici di Protezione Civile realizzato secondo gli Standard Regionali in materia di Formazione per la Protezione Civile D.G.R. 4036/2007 - Scuola Superiore di

Dettagli

OBBLIGHI IN MATERIA DI SICUREZZA PER DATORI DI LAVORO, PREPOSTI, DIRIGENTI E LAVORATORI

OBBLIGHI IN MATERIA DI SICUREZZA PER DATORI DI LAVORO, PREPOSTI, DIRIGENTI E LAVORATORI OBBLIGHI IN MATERIA DI SICUREZZA PER DATORI DI LAVORO, PREPOSTI, DIRIGENTI E LAVORATORI Gli accordi Stato- Regioni del 21 dicembre sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale n. 8 dell 11 gennaio 2012.

Dettagli

LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO

LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO Pagina 1 Terminologia e Definizioni Incidente Evento o serie di eventi accidentali che possono arrecare un danno o Probabilità che l incidente rechi un danno, correlato alle

Dettagli

ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO Dipartimento di Roma

ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO Dipartimento di Roma ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA DEL LAVORO Dipartimento di Roma CORSO di FORMAZIONE per RSPP e ASPP Modulo A D.LGS. 81/08 I dispositivi di protezione individuale (Ing.. Ugo Romano)

Dettagli

CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO COMANDO PROVINCIALE LUCCA

CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO COMANDO PROVINCIALE LUCCA CORPO NAZIONALE DEI VIGILI DEL FUOCO COMANDO PROVINCIALE LUCCA 1 IL RISCHIO INCENDIO NEL SETTORE CARTARIO Gilberto Giunti, Comando Provinciale Vigili del Fuoco di Lucca 2 IL RISCHIO INCENDIO Che cos è

Dettagli

Gazzetta ufficiale dell'unione europea (2006/C 306/02)

Gazzetta ufficiale dell'unione europea (2006/C 306/02) C 306/2 Comunicazione della Commissione nell'ambito dell'applicazione della direttiva 94/9/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 marzo 1994, concernente il ravvicinamento delle legislazioni

Dettagli

Domanda di autorizzazione alle emissioni in atmosfera ai sensi dell art. 269, D.lgs. 152/2006 (stabilimenti anteriori al 2006).

Domanda di autorizzazione alle emissioni in atmosfera ai sensi dell art. 269, D.lgs. 152/2006 (stabilimenti anteriori al 2006). Marca da Al SUAP del Comune di Bollo Domanda di autorizzazione alle emissioni in atmosfera ai sensi dell art. 269, D.lgs. 152/2006 (stabilimenti anteriori al 2006). Il/la sottoscritto/a nato/a a il residente

Dettagli

LA NUOVA GUIDA CEI 0-10 PER LA MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI ELETTRICI

LA NUOVA GUIDA CEI 0-10 PER LA MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI ELETTRICI LA NUOVA GUIDA CEI 0-10 PER LA MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI ELETTRICI PREMESSA Il panorama delle disposizioni all interno delle quali si pone la manutenzione è cambiato e si avverte la necessità di individuare

Dettagli

La norma UNI 11522: Installazione di rivelatori di gas e monossido di carbonio

La norma UNI 11522: Installazione di rivelatori di gas e monossido di carbonio La norma UNI 11522: Installazione di rivelatori di gas e monossido di carbonio Fabio Pedrazzi - ANIE Bologna, 23/10/2014 LO SVILUPPO DELLA NORMA 11522 Il CIG ha dato corso allo sviluppo di una Norma sulla

Dettagli

Corso per RSPP/ASPP modulo B5-68 ore. Corso per RSPP/ASPP modulo B5-68 ore

Corso per RSPP/ASPP modulo B5-68 ore. Corso per RSPP/ASPP modulo B5-68 ore Corso per RSPP/ASPP modulo B5-68 ore Titolo Destinatari Obiettivi e Finalità Normativa di riferimento Requisiti di ammissione Durata e modalità Corso per RSPP/ASPP modulo B5-68 ore Il modulo B5 è il corso

Dettagli

COMPORTAMENTO AL FUOCO DI PAVIMENTI RESILIENTI A BASE DI PVC (M. Piana G. Vidotto)

COMPORTAMENTO AL FUOCO DI PAVIMENTI RESILIENTI A BASE DI PVC (M. Piana G. Vidotto) COMPORTAMENTO AL FUOCO DI PAVIMENTI RESILIENTI A BASE DI PVC (M. Piana G. Vidotto) - 1 - Milano, giugno 2004 1) Leggi e classificazione italiana ed europea di comportamento al fuoco dei pavimenti resilienti

Dettagli

Prevenzione e protezione incendi nelle attività industriali

Prevenzione e protezione incendi nelle attività industriali Prevenzione e protezione incendi nelle attività industriali Scopo della prevenzione incendi è il conseguimento della sicurezza contro gli incendi mediante la determinazione degli strumenti idonei ad ottenere:

Dettagli