RELAZIONE ALLA PROPOSTA DI LEGGE REGIONALE
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- Adelmo Grossi
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1 RELAZIONE ALLA PROPOSTA DI LEGGE REGIONALE DISPOSIZIONI PER LE GESTIONI DEGLI IMPIANTI DI FOGNATURA E DEPURAZIONE DI ACQUE REFLUE URBANE A CARATTERE PREVALENTEMENTE INDUSTRIALE Premessa In Toscana sono presenti quattro importanti distretti industriali : il tessile a Prato, il Conciario a Santa Croce-San Miniato ( Pisa ), la Piaggio a Pontedera ( Pisa ) ed il cartario a Capannori- Porcari ( Lucca ). Dopo l utilizzo produttivo, le acque reflue, che si contraddistinguono per un elevato carico inquinante, nettamente diverso per sia per tipologia che per grandezza da quello civile, sono miscelate nelle pubbliche fognature di raccolta con i reflui civili del comprensorio e vettoriate ad impianti centralizzati di depurazione gestiti da consorzi misti ( industriali ed enti pubblici) per il loro trattamento depurativo e lo scarico. In tale contesto tali impianti di depurazione, realizzati con il concorso finanziario degli imprenditori, di totale o parziale proprietà dei comuni ove sono realizzati, si configurano strutturalmente come stazioni terminali del processo produttivo, necessari per restituire all ambiente acque depurate conformi ai requisiti delle autorizzazioni allo scarico rilasciate dalle province territorialmente competenti, secondo quanto disposto dalla normativa vigente. I fondi necessari alla gestione di tali impianti sono garantiti, salvo gli introiti derivanti dalla riscossione dei proventi dovuti al trattamento dei reflui civili, dai consorziati ( aziende industriali del distretto ) attraverso il pagamento dei costi di smaltimento dei reflui prodotti da ciascun singola azienda. Le gestioni attuali operano contabilmente secondo il principio dell equilibrio economico di bilancio, e non sono previsti utili, né come remunerazione del capitale investito non ammortizzato ( come invece avviene per il servizio idrico integrato ), né tantomeno quale utile d azienda per l esercizio delle attività esercite. Le concessioni di gestione di tali impianti sono stipulate tra il Consorzio ed il comune su cui era sito l impianto di depurazione, in forza delle disposizioni dell abrogata L. 36/1994, che consentiva la salvaguardia delle concessioni esistenti. La durata di tali concessioni è variabile per i diversi impianti, da annuale fino a trentennale, ma in quasi tutti i casi alla scadenza della concessione, tutti i manufatti realizzati è previsto siano ceduti a titolo gratuito al patrimonio indisponibile del comune. In forza di tale situazione, tali impianti di depurazione industriale sono stati esclusi dalle programmazioni dalle competenti Autorità di Ambito Territoriale Ottimale del servizio idrico integrato, salvo la previsione della stipula di specifici accordi con i loro gestori per la fissazione del costo di smaltimento dei reflui civili. Di conseguenza tali impianti non sono ricompresi nel parco dei cespiti assegnati al gestore unico di ambito affidatario del servizio idrico integrato.
2 L evoluzione normativa a livello comunitario in materia di inquinamento da sostanze pericolose, proprie e specifiche dei processi produttivi, ed il loro recepimento nell ordinamento nazionale, ha imposto l adeguamento dei processi depurativi. A tale scopo, anche in relazione all enorme mole del fabbisogno finanziario necessario per la realizzazione dei necessari investimenti, sono stati stipulati dal 2004 tre specifici accordi di programma tra il Ministero dell Ambiente, la Regione Toscana, gli enti locali interessati ed i consorzi gestori degli impianti ( seguiti da altri Accordi Integrativi) per la definizione del programma degli interventi ed il finanziamento dei fondi necessari tra i diversi soggetti sottoscrittori, escludendo da tale partecipazione il gestore del servizio idrico integrato, per evitare che costi per interventi di interesse esclusivo di attività industriali ricadano sui cittadini utenti del servizio idrico integrato. Il quadro degli impegni sottoscritti per l adeguamento dei sistemi depurativi è il seguente: Tessile di Prato : MATTM : 10 Mil di euro Regione Toscana : 10 Mil Gestore impianti ed Ass. Indus. 9 Mil Conciario di Santa Croce ( vi rientra anche il Polo Piaggio di Pontedera) MATTM : 42 Mil di euro Regione Toscana : 28 Mil Gestore impianti cuoio. 14 Mil gestore impianto Pontedera 7 mil Euro Cartario di Capannori MATTM : 10 Mil di euro Regione Toscana : 10 Mil Gestore impianti ed Ass. Indus. 17 Mil Quadro normativo vigente e sua evoluzione Ora il D. Lgs. 152/2006 è intervenuto nello specifico, modificando drasticamente il contesto di riferimento previgente ( L. 36/21994), disponendo : - all art. 141, che nel servizio idrico integrato è ricompreso anche il trattamento delle acque reflue industriali e miste; - all articolo 155, che gli impianti di depurazione industriale di proprietà degli utilizzatori e che non riguardi il servizio erogato a terzi, possano esser gestiti separatamente dalla gestione del servizio idrico integrato. Tali disposizioni parrebbero precludere la possibilità del mantenimento della titolarità delle gestioni degli impianti dei suddetti distretti agli attuali gestori degli impianti di depurazione industriale, prefigurando al loro confluenza nel servizio idrico integrato. Ciò comporta: - la compromissione dell attuazione degli interventi per il loro adeguamento a tutela dell ambiente, secondo quanto pattuito negli Accordi di Programma richiamati; - il trasferimento dei relativi costi dai soggetti imprenditoriali ai cittadini utenti del servizio idrico integrato. Tali rischi sarebbero annullati in caso di possibilità di mantenere la gestione dei suddetti impianti ai consorzi. Peraltro, con l articolo 26-ter Disposizioni in materia di Servizi Idrici della L n. 222 è stata disposta la sospensione dell effettuazione di nuovi affidamenti di servizi idrici, e tra questi dunque anche la gestione degli impianti di depurazione industriale in parola, fino al completamento della revisione del D. Lgs. 152/2006, e comunque fino al In tale contesto si è inserito l OdG del 23 luglio 2008 della Camera che ha impegnato il Governo ad adottare ulteriori iniziative normative volte a non prevedere nuovi affidamenti a soggetti diversi da
3 quelli operanti nelle gestioni degli impianti di fognatura e depurazione a carattere prevalentemente industriale per i quali sono operanti specifici Accordi di programma che prevedono finanziamenti sia di Amministrazioni Pubbliche che di privati, sino al Inoltre con l articolo 23-bis della L. 133/2008, al comma 8 è disposto che le concessioni relative al servizio idrico integrato rilasciate con procedure diverse dall evidenza pubblica cessano comunque entro e non oltre la data del 31 dicembre 2010, senza necessità di apposita deliberazione dell ente affidante, e rinviando la disciplina specifica ad uno specifico regolamento non ancora emanato. Il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 1 agosto scorso, ha approvato in esame preliminare lo schema di disegno di legge differimento del termine per l emanazione di disposizioni correttive ed integrative in materia ambientale, riguardante i decreti legislativi emanati ai sensi dell art. 21 della L. 308/2004, tra quali rientra anche la revisione delle norme per la gestione degli impianti di depurazione industriale, in corso di approvazione. Situazione della disciplina odierna Stante l incertezza ed i tempi del contesto sopra riportato, e rilevato che al sono in scadenza molte delle concessioni di gestione degli impianti di depurazione industriale dei distretti toscani richiamati, la Regione Toscana, congiuntamente all Autorità di Ambito territoriale Ottimale n. 2 Basso valdarno, e alle Associazioni dei conciatori, hanno formulato uno specifico quesito al Ministero dell Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare sulla possibilità di mantenimento delle gestioni di concessione di tali impianti ai soggetti attualmente gestori. Il ministero ha reso il proprio parere con nota prot. N del 30 settembre 2008, precisando che: la fattispecie in questione attiene alla gestione di impianti di depurazione mista a prevalenza industriale di carattere consortile, ovverosia di impianti dove affluiscono non solo acque reflue industriali, ma anche reflue civili o meteoriche. In relazione alle gestioni degli impianti di depurazione a prevalenza industriale, effettuate dai tre consorzi conciari, nonché da GIDA per quanto concerne l area pratese, siamo in presenza di gestioni private ( le società sono interamente private o a capitale misto, a maggioranza privato) di attività aventi ad oggetto la conduzione di impianti che, per la loro natura e per gli interessi primari che soddisfano, appartengono indubbiamente alla categoria delle opere pubbliche, ovvero di interesse pubblico. Gli impianti, - la maggior parte dei quali di natura pubblica o destinati comunque ad essere tali alla scadenza delle concessioni in oggetto sono funzionali alla gestione di un servizio pubblico, nella fattispecie del servizio idrico integrato, in relazione alla quale presentano una parte consistente del segmento della depurazione. Difficile poter affermare, senza ricorrere a pretestuosi eccessi interpretativi che la loro gestione sia di per sé servizio pubblico locale e, quindi, servizio idrico integrato. Si può, piuttosto, correttamente ritenere, e si ritiene, che il segmento sul quale insistono quello della depurazione a prevalenza industriale sia, quello si, riconducibile alla categoria del servizio pubblico e, specificatamente, al servizio idrico integrato. Ancora, l articolo 143, comma 2, attribuendo la competenza della tutela degli impianti di depurazione di proprietà pubblica alle Autorità di Ambito, senza distinguere, anche in questo caso, fra le diverse tipologie di acque trattate, conferma la necessaria riconduzione in capo alle stesse dell organizzazione, della regolazione, della regolamentazione e del relativo controllo, di tutto ciò che direttamente o indirettamente afferisce al servizio idrico integrato. Nel caso in cui gli impianti siano poi di origine mista, come nel caso in specie, ciò trova maggior fondamento.
4 In tale contesto, come sopra esplicitato, ben può legittimarsi una prosecuzione tramite un nuovo affidamento agli attuali consorzi, non essendoci alcun ostacolo giuridicamente insuperabile che possa frapporsi a tale obiettivo. Per quanto specificatamente riguarda le modalità di affidamento, l Autorità di Ambito, nel quadro della normativa vigente in materia di concessione di un bene di proprietà pubblica, di natura demaniale, potrà ricorrere alle modalità previste dalla legislazione regionale in materia, opportunamente salvaguardando e valorizzando le peculiarità di tali gestioni. Infine, ma non ultimo, si ricorda che gli Accordi di programma sulla tutela e gestione delle risorse idriche stipulati nel 1999 e successivamente integrati con il consenso e la sottoscrizione di tutti gli originari contraenti, nel 2002, nel 2002 nel 2003, e per ultimo nel 2008, prevedono e disciplinano una serie di investimenti nei territori di riferimento nell area del cuoio e nella zona del tessile, che fanno capo non solo ai soggetti pubblici ma, giustappunto, anche ai consorzi in oggetto. Si tratta di consistenti impegni volti al potenziamento del sistema di depurazione esistente ed all estensione e razionalizzazione del sistema di collettamento fognario, che dando per scontato il ruolo, richiedono il coinvolgimento e l attività, anche in futuro, dei suddetti consorzi. Si evidenzia inoltre, che il Parlamento nella sessione estiva ha approvato uno specifico ordine del giorno che impegna il governo << a non disporre nuovi affidamenti a soggetti diversi da quelli operanti nelle gestioni degli impianti di depurazione a prevalenza industriale per i quali sono operanti specifici Accordi di programma che prevedono finanziamenti sia di Amministrazioni Pubbliche che di privati >>. Prospettive e caratteristiche dell intervento normativo regionale I contenuti del parere del Ministero hanno delineato il perimetro della disciplina regionale di cui si tratta, che, rispettando i vincoli precisati nel suddetto parere e richiamati nella premessa, consente di disciplinare l attuale fase di incertezza e transitorietà, nelle more della compiuta rivisitazione della disciplina nazionale, assicurando le necessarie disposizioni per consentire l operatività dei soggetti competenti e la prosecuzione dell esercizio delle gestioni degli impianti di depurazione e, dunque, le condizioni operative per consentire l esercizio delle attività imprenditoriali dei distretti produttivi, salvaguardando le aziende e i livelli occupazionali. Contenuti della PdL Stante quanto sopra premesso, l Articolo 1 ed unico - Proroga delle gestioni degli impianti di fognatura e depurazione di acque reflue urbane in essere, 1 dispone che le Autorità di Ambito Territoriale Ottimale di cui alla legge regionale 21 luglio 1995, n. 81 subentrano e possono prorogare, fino al termine ultimo consentito dalla legislazione vigente per gli affidamenti del servizio idrico integrato, le gestioni di impianti di fognatura e depurazione di acque reflue urbane a carattere prevalentemente industriale, di totale o parziale proprietà pubblica, in essere alla data di entrata in vigore della presente legge, qualora la specificità delle medesime gestioni garantisca economicità, efficienza ed efficacia del servizio. La norma in oggetto disciplina l assetto normativo, in attesa del completamento della disciplina nazionale ( regolamento di cui all art. 23bis della L. 133/2008) e della rivisitazione dell esistente disciplina ( D. Lgs ), con caratteristiche di transitorietà, anche per impedire l arresto
5 della realizzazione delle opere previste dagli Accordi di programma sottoscritti, oltre che dalla Regione Toscana e dai soggetti istituzionali regionali e non, e dallo stesso Ministero dell Ambiente.
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