Collegio di Milano. - Prof. Antonella Maria Sciarrone Alibrandi Membro designato dalla Banca d Italia (Estensore)

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1 Collegio di Milano composto dai signori: - Prof. Avv. Antonio Gambaro Presidente - Prof. Antonella Maria Sciarrone Alibrandi Membro designato dalla Banca d Italia (Estensore) - Prof. Avv. Emanuele Cesare Lucchini Guastalla Membro designato dalla Banca d Italia - Dott. Mario Blandini Membro designato dal Conciliatore Bancario - Dott.ssa Anna Bartolini Membro designato dal C.N.C.U. nella seduta del 8 febbraio 2011 dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica FATTO Con ricorso datato 23 luglio 2010 la ricorrente, cointestataria con il padre defunto il 21 febbraio di un conto corrente in essere dal 23 dicembre 1988 presso l intermediario resistente, esponeva la vicenda come segue. In data 16 gennaio 2008, con decreto del Giudice Tutelare del Tribunale competente, la ricorrente veniva nominata amministratore di sostegno a tempo indeterminato del genitore; in seguito, sempre il Giudice Tutelare, ritenendo la stessa ricorrente inidonea a ricoprire tale incarico, con decreto del 20 novembre 2009, nominava in sua vece prima il Comune e poi un soggetto terzo rispetto al nucleo familiare. Proseguiva poi la ricorrente esponendo che, senza alcun preavviso da parte dell intermediario, in occasione dell accesso al servizio di home banking e dell utilizzo del bancomat, aveva riscontrato il blocco dell operatività sul conto e, a seguito di chiarimenti richiesti alla banca, l intervenuta modifica dell intestazione del rapporto con sua esclusione dallo stesso. Con riferimento a quest ultimo profilo, la ricorrente precisava, peraltro, che, negli estratti conto trimestrali che le erano pervenuti, fino al 31 marzo 2009 risultava la cointestazione con il padre, mentre, successivamente a tale data, gli estratti erano stati indirizzati esclusivamente all amministratore di sostegno. Il 25 maggio 2010 la ricorrente presentava formale reclamo all intermediario resistente rilevando di essere venuta a conoscenza solo da poco di quanto previsto dall art. 9, comma 3, del Protocollo d Intesa ABI-Associazioni dei consumatori del 24 maggio 2000, relativo a Cointestazione del rapporto con facoltà di utilizzo congiunto, in base al quale «Nel caso di morte o di sopravvenuta incapacità di agire di uno dei cointestatari del Pag. 2/6

2 rapporto, ciascuno degli altri conserva il diritto di disporre separatamente sul rapporto. Analogamente lo conservano gli eredi del cointestatario, che sono tenuti ad esercitarlo tutti insieme, ed il legale rappresentante dell incapace». Alla luce di tale previsione la ricorrente sosteneva che, in ragione della nomina di un nuovo amministratore di sostegno, l unica modifica possibile da parte dell intermediario nell intestazione del conto corrente avrebbe dovuto essere quella di cointestare il conto alla stessa e all amministratore di sostegno. Rilevava, dunque, la mancanza di correttezza dell intermediario nell esclusione del proprio nominativo dall intestazione e chiedeva chiarimenti in merito all inoltro di copia della documentazione relativa a tale variazione, già richiesta e non prodotta. Il 9 luglio 2010, ritenendo non «valide le giustificazioni verbali addotte», chiedeva l immediato ripristino della propria operatività sul conto, in qualità di cointestataria e nei limiti della quota di competenza pari al 50%, «in attesa di concludere la successione del padre cointestatario per la parte residua». In particolare, ribadiva che il conto non era esclusivamente intestato al padre, ma che esso era da anni «cointestato a firme disgiunte» e che, quindi, non poteva essere addotta dalla banca, a giustificazione della modifica della contestazione, il semplice riferimento al contenuto del decreto del Giudice Tutelare di revoca dell incarico da amministrazione di sostegno per «modificare l intestazione del conto». A fronte della richiesta di chiarimenti del 25 maggio 2010, la ricorrente sosteneva poi di aver ricevuto un diniego verbale d informazioni basato sul fatto che il conto era «oramai intestato unicamente [al] padre»; rilevava, inoltre, di non aver ancora ricevuto copia conforme del contratto e avanzava richiesta di altra comunicazione di trasparenza e del saldo al 21 febbraio 2010, data del decesso del padre. Non avendo ricevuto un riscontro soddisfacente, con il sopra citato ricorso la ricorrente si rivolgeva all Arbitro Bancario e, riepilogata la vicenda come sopra, chiedeva il rimborso: «dei costi addebitati successivamente al blocco della propria operatività sul conto, nonché quelli relativi alle carte di credito che non [aveva] potuto utilizzare per il medesimo motivo, per un importo pari a 200». A tal fine allegava gli estratti conto trimestrali del 2009 e del 2010 e indicava con una X tali costi in contestazione, precisando che il blocco dell operatività del conto coincideva con quello della carta bancomat; dell importo di un bonifico di 400 a favore dell Amministratore di sostegno, in quanto effettuato il , dopo il decesso del padre «a conto bloccato, o così avrebbe dovuto essere, senza nemmeno interpellare gli eredi»; «del danno subito, da quantificarsi». L intermediario presentava le proprie controdeduzioni il 28 settembre Con riferimento alla modifica dell intestazione del conto corrente, l intermediario rilevava che la stessa era stata effettuata «in ossequio al provvedimento emanato dal Giudice Tutelare che [sanciva] la revoca dell incarico da amministrazione di sostegno del padre della ricorrente», ragion per cui nessuna responsabilità poteva essergli imputata. Con riferimento invece al contestato bonifico di 400 euro, l intermediario rilevava che questo era stato eseguito su disposizione del Giudice Tutelare e allegava a comprova l Istanza autorizzativa per pagamento parcella pro-forma amministratore. Fermo restando quanto sopra esposto, l intermediario sottolineava poi l impossibilità di ripristinare l operatività del conto corrente, come richiesto dalla ricorrente, in quanto «nel frattempo, la preposta funzione Banca aveva provveduto a svincolare il suddetto rapporto in favore degli eredi aventi diritto che i primi di agosto venivano liquidati». Pag. 3/6

3 Tutto ciò chiarito l intermediario resistente, ritenendo che nulla poteva essere imputato «alla regolarità e conformità seguita nella presente vicenda», chiedeva all Arbitro Bancario Finanziario di respingere il ricorso. Considerato il procedimento maturo per la decisione questo Collegio lo ha esaminato nella riunione dell 8 febbraio DIRITTO La questione sottoposta al Collegio attiene alla verifica della regolarità del comportamento dell intermediario concretatosi nella modifica della intestazione di un rapporto di c/c (in origine cointestato tra la ricorrente e il padre), in favore del solo amministratore di sostegno del padre, con esclusione della ricorrente medesima e conseguente blocco dell operatività di quest ultima. L intermediario, in sede di controdeduzioni, giustificava il suo comportamento argomentando di essersi limitato a dare esecuzione a quanto disposto con provvedimento dal Giudice Tutelare. Così delineati i tratti salienti del contendere, questo Collegio ritiene di dovere preliminarmente affrontare la questione relativa alla sua competenza a pronunciarsi nel merito. Da quanto esposto in narrativa, infatti, emerge che la vicenda su cui si controverte discende da una più ampia questione relativa all accertamento, da parte del Giudice Tutelare, dell inidoneità della ricorrente a ricoprire il ruolo di amministratore di sostegno del padre, affidatole con decreto del 16 gennaio 2008 e successivamente revocatole a favore di un soggetto terzo. In linea teorica, si pone, dunque, il problema della competenza a decidere nel merito, atteso che, ai sensi della Sez. I, 4,4 delle Disposizioni della Banca d Italia sui sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari (in seguito Disposizioni), «Non possono essere [ ] proposti ricorsi inerenti a controversie già sottoposte all autorità giudiziaria». Occorre perciò chiarire se, nel caso di specie, vi sia un rapporto di inerenza tra il provvedimento emanato dall autorità giudiziaria e l oggetto del ricorso: il che implica porsi il problema di cosa significhi inerenza, concetto questo che può trovare esplicazione solo alla luce della ratio del 4, 4 delle sopra richiamate Disposizioni, ispirato al principio del ne bis in idem. Com è noto, tale principio si esprime nella fondamentale regola che sta alla base del fenomeno della cosa giudicata ed, in particolare, al fenomeno della cosa giudicata in senso processuale ossia il divieto per qualsiasi altro giudice di pronunciarsi ulteriormente sulla materia che ha costituito oggetto di una pronuncia passata in giudicato presupponendo, quindi, un identità delle azioni. Applicando il criterio così delineato al caso in esame, la questione della procedibilità del ricorso appare da sciogliersi in senso affermativo giacché, rispetto al provvedimento del Giudice Tutelare fondante - secondo la tesi dell intermediario la modifica di intestazione del conto corrente, il ricorso differisce radicalmente sia con riguardo al petitum che alla causa petendi. Accertata la competenza di questo Arbitro, occorre ora esaminare nel merito la vicenda. La ricorrente ritiene di essere stata illegittimamente privata del diritto ad operare sul conto corrente per la quota di sua spettanza a seguito della modifica dell intestazione del conto di cui la stessa era cointestataria assieme al padre. Pag. 4/6

4 Se la sussistenza del rapporto di cointestazione a firma disgiunta non risulta un dato controverso, altrettanto non può dirsi circa il fondamento della scelta dell intermediario di modificare l intestazione di tale rapporto a favore del solo amministratore di sostegno del padre. Nel revocare la nomina della ricorrente ad amministratore di sostegno, infatti, il provvedimento del Giudice Tutelare posto dall intermediario a fondamento della legittimità del proprio operato testualmente dispone che: «L amministratore così nominato [ ] avrà il compito di [ ] modificare l intestazione del conto corrente esistente a nome del [padre] sotto amministrazione di sostegno della figlia, ponendola sotto l amministrazione di sostegno del [ ]». La modifica dell intestazione così disposta, tuttavia, avrebbe dovuto a differenza di quanto è avvenuto - operare esclusivamente con riferimento al soggetto sottoposto ad amministrazione di sostegno, facendo salva la possibilità della ricorrente-cointestataria (solo casualmente coincidente con l amministratrice di sostegno revocata dal richiamato provvedimento) di conservare il proprio diritto a disporre separatamente sul rapporto. Singolarmente, peraltro, l intermediario pur avendo operato la modifica dell intestazione nel senso sopra riferito alla cointestazione originaria si attiene poi, correttamente, in sede di successione mortis causa al fine di operare la liquidazione delle somme giacenti sul conto controverso: così come risulta da una nota allegata alle controdeduzioni, firmata dai tre eredi e avente ad oggetto Conto corrente n. xxxx cointestato, a firma disgiunta.. a nome della ricorrente e del padre, nella quale sono riportate le modalità di ripartizione delle somme in esso giacenti ai fini successori. Nello specifico, in coerenza con la sussistenza del rapporto di cointestazione, la somma viene così ripartita: il 50% spettante alla ricorrente in qualità di cointestataria e il restante 50% frazionato tra i tre eredi. Tutto ciò considerato, pertanto, la modifica dell intestazione del conto effettuata dall intermediario a favore del solo amministratore di sostegno risulta priva di fondamento e, come tale, è da ritenersi censurabile. Di conseguenza, in considerazione dei disagi patiti dalla ricorrente a seguito dell impossibilità di utilizzo del bancomat e dell illegittimo blocco dell operatività sul conto corrente peraltro in assenza di alcuna informativa preventiva in proposito, si dispone che l intermediario risarcisca alla ricorrente la somma di 350,00, equitativamente determinata. Con riferimento, invece, alla richiesta di rimborso della somma di 400, disposta tramite bonifico a favore dell amministratore di sostegno, avendo l intermediario prodotto in sede di controdeduzioni un istanza autorizzativa del giudice tutelare in tal senso, essa non può trovare accoglimento. Giova a questo proposito ricordare, infatti, che, sebbene l istituto dell amministrazione di sostegno sia tendenzialmente caratterizzato dalla gratuità, ai sensi dell art. 379, comma 2, c.c. il giudice tutelare, considerata l entità del patrimonio e la difficoltà dell amministrazione può riconoscere al tutore un equa indennità parametrata all attività svolta e dimostrata e alle spese sostenute: così come evidentemente è stato ritenuto opportuno disporre nel caso di specie. P. Q. M. Il Collegio accoglie parzialmente il ricorso e dispone che l intermediario risarcisca alla ricorrente la somma di 350,00, equitativamente determinata. Pag. 5/6

5 Il Collegio dispone inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di 200,00, quale contributo alle spese della procedura, e alla ricorrente la somma di 20,00, quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. firma 1 IL PRESIDENTE Pag. 6/6