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1 I MATERIALI 1. La maiolica arcaica La restituzione più consistente di materiale ceramico è data dai prodotti in maiolica arcaica rinvenuti con una certa abbondanza nelle tre aree in- dagate; sostanzialmente però i nuclei che hanno permesso di affrontare un discorso sulle forme ceramiche, sono quelli dell'acropoli e del Teatro Roma- no, anche se la mancata restituzione di forme integre, o tali da fornire dati completi, ci pone di fronte all'argomento non senza difficoltà. In mancanza di scavi sistematici non sono possibili datazioni, né assolute, né relative, ma ci sembra di poter affermare che siamo di fronte a produzioni che con ra- gionevole sicurezza vanno attribuite ad un arco di tempo compreso fra la metà del XIV e la seconda metà del XV secolo, tenuto conto di una serie di confronti con recuperi in aree dove oggettivi dati di scavo hanno consen- tito invece precise datazioni. Per il momento manca una documentazione relativa a quella che potrebbe essere stata la prima fase di produzione, rife- ribile ai primi anni del 1300, intuibile dalle fonti documentarie che ricor- dano alcuni orciolai attivi in città in quegli anni. I pochi frammenti di boccali con piede svasato non presentano, tra base e corpo, una strozzatura tanto marcata da farli ritenere più arcaici del resto; questi perciò, più che una ri- stretta testimonianza di una prima fase produttiva, sembrano la prova del perdurare negli anni di almeno alcune delle forme che hanno avuto il loro massimo sviluppo agli inizi del XIV secolo. L'esemplare che come forma può apparire il più antico, è un boccale recuperato all'acropoli durante le campagne di scavo condotte dal Cristofani: ha piede svasato, corpo globu- lare, alto collo cilindriforme con bocca trilobata, ansa a bastoncello. È de- corato con un motivo a reticolo in verde e bruno e cerchietti inseriti nelle maglie Fig. 2) 37). Si tratta di una forma prodotta già nel XIII secolo, 37) CRISTOFANI, 1971, p. 6, n. 3, dis. a p. 4, tav. Illa-c; IDEM, 1973 ma 1976), p. 224, 26

2 per la quale risultati di scavo, danno per certa una continuazione in uso nei primi decenni del XIV secolo. E testimoniata la sua diffusione in To- scana, in particolare nell'area del medio Valdarno 38) e in quella senese 39), ma è conosciuta anche nel Lazio 40), in Emilia Romagna 41) e in Um- bria 42). L'arcaicità di questa forma è indicata anche da fonti icono- grafiche 43). Nel complesso il materiale, come abbiamo osservato, è estremamente frammentario e lascia quindi non poche incertezze sulla ricostruzione tipo- logica di alcune forme, in particolare di quelle chiuse; è stato possibile tut- tavia, utilizzando i vari frammenti, individuare, se non tutti, almeno una parte dei prodotti in circolazione. Per quanto riguarda la tecnica di fabbri- cazione, gran parte dei manufatti presenta difetti di lavorazione come sbol- lature e ritiro dello smalto, distribuzione poco uniforme della vetrina, pareti esterne poco lisciate e qualche volta anche deformate; frequenti sono anche i segni lasciati da distanziatori «zampe di gallo») posti a separazione degli oggetti in fase di cottura ed infine numerosi i casi di alterazione dei colori dovuti a temperature del forno troppo elevate. Questi recipienti, i cui difetti non ne impedivano l'uso, erano messi sicuramente in vendita accanto ad altri di fattura più accurata e non sono pertanto da considerare dei veri e propri scarti di lavorazione. Non mancano però pezzi non finiti, scarti di prima cottura, nei recuperi alle Fonti di S. Felice e all'acropoli: sono quasi tutti relativi a forme aperte; fondi con piede a disco, probabilmente di catini troncoconici e di ciotole emisferiche, un frammento di bordo a nastro convesso, e, pertinenti a forme chiuse, un'ansa a nastro con costolatura cen- trale e un piede svasato Tav. XVI/1-6). La presenza di questi materiali ci fornisce la inconfutabile prova di una lavorazione locale della maiolica ar- caica comprendente forme che hanno avuto anche larga diffusione in altre zone, come i catini a nastro convesso che, caratteristici dell'area senese, so- no stati rinvenuti abbondantemente in città; ci troviamo comunque di fronte n. 3, fig ) FRANCOVICH et alii, 1978, p. 59, n. 681, tav. XV. 39) FRANCOVICH, 1982, p. 125, A.3.1; TOESCA, 1927, fig. 771; CARLI, 1972, p. 32, figg. 66 e 68; BLAKE, 1980, p. 123, fig. 1; BERTI-CAPPELLI-FRANCOVICH, 1984, pp , fig )RICCI-PORTOGHESI, 1972a, p. 233, n. 41; IDEM, 1972b, dis. a p. 65, n ) LIVERANI, I960, p. 47, tav. XVII '. 42)IMBERT, 1909, tav. XII; BLAKE, 1971, forma 31; IDEM, 1981, p. 23, A. 103, fig ) Si veda ad esempio CARLI, 1961, tav. 46; CATTANEO-BACCHESCHI, 1972, tav. LXII; VIGORELLI-BACCHESCHI, 1966, tav. XLVI. 27

3 ad una produzione di uso abbastanza comune, legata soprattutto a necessità quotidiane, che metteva in circolazione anche prodotti meno elaborati e più strettamente funzionali come le ciotole monocrome con piede a disco e corpo emisferico, documentate almeno da qualche frammento recuperato all'acropoli. La relativa scarsità di forme chiuse rinvenute, rispetto alla quan- tità del materiale, indirizza a ritenere l'insieme della ceramica presa in esame di una fase produttiva posteriore alla metà del XIV secolo. Nell'ambito delle forme aperte può essere messa in risalto una certa varietà nella realiz- zazione dei bordi, mentre per quanto concerne la forma del piede, ad ecce- zione di una scodella emisferica e di un catino troncoconico, è sempre a disco e questo tipo sembrerebbe, almeno per il momento, rappresentare un. elemento morfologico tipico della produzione. Sempre di fabbricazione lo- cale sono da considerare alcuni manufatti che, per forma e decorazione, sono derivati da tipologie influenzate da quelle senesi: oltre ai recipienti a nastro convesso già ricordati, troviamo quelli con bordo sagomato a listelli e ciò potrebbe spiegarsi per l'esistenza di un certo grado di informazione che interessava gli artigiani. Appare probabile, in un periodo in cui il fenomeno della circolazione della manodopera assume proporzioni rilevanti in tutta la Toscana, cha vasai della zona senese abbiano lavorato in città con l'apporto di forme e decorazioni che caratterizzano almeno una parte del materiale. Quanto detto potrebbe in qualche modo essere messo in relazione con la presenza a Volterra di maestranze senesi che hanno lasciato un'impronta netta su gran parte della pittura e della scultura locale riferibile ai secoli XIV e XV 44). Un altro dato che emerge chiaramente è la mancanza di legami con prodotti pisani, fenomeno questo che può apparire strano se consideriamo gli stretti rapporti politici e culturali esistenti fra i due centri. Scarse sembrerebbero per il momento anche le connessioni con le produ- zioni di area fiorentina. Per quanto concerne le decorazioni, cogliamo una notevole varietà nella realizzazione dei motivi, alcuni non sono riconducibili a schemi precisi, molti presentano elementi di originalità che non trovano, almeno per il momento, dati di confronto Cfr LE DECORAZIONI);,altri sono invece comuni ad ateliers dlaltre zone, Siena principalmente, in minor parte Pisa. Il motivo a foglia polilobata infine, presente su alcuni oggetti suggerisce confronti con materiale di area fiorentina dove questo motivo ebbe una grande diffusione CARLI, 1978, pp

4 ne 45); tale decorazione però è resa, sui prodotti di Volterra, in modo piut- tosto schematico con contorni poco netti Cfr. Tav. 1/1, 5). Gli impasti sono duri, di colore variabile dal beige all'arancio rosato, generalmente molto depurati. Le superfici esterne delle forme aperte sono rivestite di uno strato sottile di vetrina, spesso distribuita in modo pòco uniforme, che appare di colore giallo chiaro, in qualche caso ocra, solo nei pezzi che hanno subito cotture sbagliate può assumere tonalità verdastre. Pochissimi frammenti hanno l'esterno privo di qualsiasi tipo di rivestimen- to. Le superfici interne delle forme chiuse presentano in genere una vetrina di tonalità più scura. Lo smalto, che riveste le parti decorate dei recipienti, è sempre sottile, opaco, di colore grigiastro rosato. Una caratteristica, co- mune anche ai prodotti senesi, è costituita dalla tonalità della ramina che varia dall'azzurro al celeste chiaro e non è mai decisamente verde LE FORME APERTE LE FORME Solo pochi pezzi consentono di rilevare la forma in tutti i suoi elemen- ti; poiché però molti frammenti di esemplari diversi per le loro misure, per le caratteristiche generali di pendenza e di spessore delle pareti, possono essere ritenuti appartenenti a recipienti con forme simili fra loro, si è rite- nuta opportuna la ricostruzione di almeno qualche tipo, per meglio caratte- rizzare alcuni aspetti della produzione locale. In altri casi, non è sembrato azzardato completare a tratteggio) il profilo. Le forme che vengono presen- tate certamente non erano le uniche in circolazione, sia come tipi, che co- me misure. I materiali su cui è impostato il seguente lavoro infatti costituiscono sicuramente una minima parte rispetto a quelli giacenti in de- positi ancora da indagare. A Recipiente a corpo troncoconico con pareti leggermente incurvate che subiscono un netto raddrizzamento in corrispondenza del bordo a nastro convesso, ingrossato e distinto dalla parete all'esterno; orlo arrotondato; piede a disco ricostruito da due frammenti pertinenti ad esemplari differenti, Cfr. Tav. X/8 e Tav. IV/2, diametro cm 18,5). 45) CORA, 1973, tav. 17b, tav. 17c. 29

5 Frammenti riconducibili a questa forma sono stati recuperati con una certa abbondanza nelle tre aree indagate. Si presenta in varie dimensioni: diametri da cm 15,5 a cm 32. Il bordo può essere realizzato a nastro molto ingrossato Tav. IX/1 e Tav. X/10), a nastro schiacciato Tav. IX/2,4 e Tav. X/6), oppure può presentare un restringimento di spessore nella sua parte alta, tale da creare un gradino sotto l'orlo Tav. XI/8). L'associazione più comune è con una decorazione suddivisa in tre zone che occupano rispetti- vamente la fascia interna corrispondente al bordo, le pareti, il fondo; si di- versificano gli esemplari a Tav. XI/6,8, in cui lo schema decorativo non prevede divisioni arrivando in modo continuo fin sotto l'orlo. Esterno inve- triato. Forma ampiamente diffusa in area senese 46), conosciuta a Grosse- to 47), in area maremmana 48) e nel Valdarno 49). L'esemplare Tav. XI/6 ha un preciso confronto con un esemplare da S. Gimignano 50). B Recipiente a corpo troncoconico con pareti leggermente incurvate che 46) FRANCOVICH, 1982, p. 131, B.l.l. 47) FRANCOVICH-GELICHI, 1980a, p. 148, nn , tav ) GELIHI, 1977a, p. 12, tav. 1, n. 14; tav. II, n. 15; IDEM, 1977b, p. 310, tav. II, nn ; IDEM, 1977a, p. 137, figg. 4-5; IDEM, 1978, p. 55, fig. 2, nn ) CIAMPOLTRINI, 1980, p. 510, tav. 1, n. 6 e tav. 2h; BERTI, 1982, p. 181, tav. 2, A A 7 50) FRANCOVICH, 1982, p. HO, fig

6 subiscono un netto raddrizzamento in corrispondenza del bordo ad arpio- ne; orlo arrotondato, piede a disco ricostruito da due frammenti apparte- nenti ad esemplari differenti, Cfr. Tav. II/2 e Tav. III/5, diametro cm 30,5). La forma è documentata da un numero limitato di frammenti recuperati al Teatro Romano e all'acropoli. Diametri da cm 17,5 a 30,5. Alcuni esem- plari presentano un raddrizzamento brusco della parete esterna per circa cm 1, immediatamente sotto il bordo Tav. XI/1, Tav. IX/6). L'associazione più frequente è, per questa forma, con una decorazione suddivisa in tre zone come nel caso precedente Cfr. anche Tav. XI/1-3). Tale suddivisione manca nell'esemplare a Tav. XI/7 che ha il bordo particolarmente accentuato a becco di civetta. Esterno sempre ricoperto da vetrina. Per questi materiali alcuni dati di confronto sono forniti da prodotti rinvenuti in area maremmana 51). C Recipiente che si diversifica dal precedente B) per una curvatura più marcata delle pareti e per il bordo ad arpione decisamente più basso rico- struito da due frammenti appartenenti ad esemplari differenti, Cfr. Tav. II/5 e Tav. IX/5, diametro cm 21). La scarsità del materiale a disposizione non consente di indicare asso- ciazioni con particolari tipi di decorazione. Esterno invetriato. D Recipiente a pareti curve, bordo sagomato a listelli, orlo assottiglia- 31

7 to, piede ad anello ricostruito da due frammenti appartenenti ad esemplari differenti, Cfr. Tav. IV/3 e Tav. V/3, diametro cm 21). La scarsità del materiale non consente associazioni con particolari tipi di decorazione. Esterno invetriato. La forma trova riscontro in esemplari di area senese 52) e ma- remmana 53). E Recipiente a largo fondo con pareti inclinate che terminano con un bordo leggermente ingrossato, ripiegato all'interno; orlo appiattito, piede a disco; ansa a nastro di spessore inferiore nella parte centrale, impostata a cm 2 circa dall'orlo la parte inferiore è stata completata, diametro cm 28). Pochi frammenti, recuperati al Teatro Romano, sono riconducibili a questa forma Tav. III/3). Diametri da cm 27 a cm 28. Esterno smaltato. Non trova elementi di confronto con materiale toscano, può essere for- se avvicinato ad alcuni prodotti laziali 54). F Recipiente a calotta emisferica, orlo assottigliato, piede a disco. Diametro, cm 13, ricavabile da un solo esemplare, proveniente dal Tea- tro Romano che si presenta monocromo bianco sia all'interno che all'ester- no. Smalto grigio-rosato, piuttosto lucido Tav. XII/5). Forme analoghe sono documentate a Siena 55), in area maremmana 56). 52) FRANCOVICH, 1982, pp.' , B ) GELICHI, 1978, p. 55, fig. 2, nn , tav. XIX. 54) RICCI-PORTOGHESI, 1972a, nn ) FRANCOVICH, 1982, p. 136, B ) FRANCOVICH-GELICHI, 1980b, schede nn ; GELICHI, 1977a, p. 12, tav. I, fig. 32

8 G Recipiente con cavità poco profonda, tesa piatta con orlo arrotonda- to, piede ad anello piuttosto basso. Diametro, cm 26, ricavabile da un solo esemplare, proveniente dall'a- cropoli. A questo pezzo è associata una decorazione suddivisa in tre zone, fondo, pareti, tesa. Cfr. Tav. V/l). Esterno invetriato. Anche se non è stata trovata un'esatta corrispondenza, una certa analo- gia tipologica può essere individuata in reperti recuperati a Siena 57), a Pisa 58) e in area maremmana 59). H Recipiente che si diversifica dal precedente per la diversa fattura della parte alta dove la breve tesa piatta, con orlo arrotondato, si raccorda alla parete per mezzo di un listello bombato all'esterno ricostruito da due fram- menti appartenenti ad esemplari differenti, Cfr. Tav. V/l e 4, diametro cm 28,2). Esterno invetriato. Mancano dati di confronto con materiali conosciuti. I Recipiente a fondo piano, pareti troncoconiche, tesa piatta con orlo 17; IDEM, 1977b, p. 310, tav. II, n. 32; IDEM, 1978, p. 55, fig. 2, nn ) FRANCOVICH, 1982, p. 134, B ) BERTI-TONGIORGI, 1977a, p. 23, B 1. 59) FRANCOVICH-GELICHI, 1980b, schede nn

9 arrotondato, apodo ricostruito da due frammenti appartenenti ad esempla- ri differenti Cfr. Tav. III/2 e Tav. X/5, diametro cm 41,8). Sebbene la forma proposta sia ricostruita da due esemplari diversi, il completamento ideale della decorazione che troviamo sul frammento a Tav. III/2, proveniente dal Teatro Romano), ci porta chiaramente ad un'altezza di fianco come quella indicata. Esterno invetriato. Forme che presentano una certa analogia con questa sono state rinvenu- te a Siena 60), in area maremmana 61) e, in particolare, nel medio Valdar- no, anche in altre classi ceramiche come la «famiglia verde» e la «zafferà a rilievo» 62); sono documentate anche in prodotti umbri 63). In ogni caso però sembra trattarsi di recipienti meno sviluppati in altezza rispetto a quello volterrano. L Recipiente a fondo piano con brevi pareti leggermente oblique, orlo arrotondato, apodo. Gli esemplari con questa forma provengono dall'acropoli ed hanno un diametro di cm 12,5-13,5. L'associazione è con una decorazione che occupa soltanto il fianco all'esterno, mentre la superficie interna è rivestita di smal- to bianco senza elementi decorativi Tav. XII/7-8). La forma è documentata anche nell'ingobbiata e graffita. Il materiale fino ad ora conosciuto offre pochi elementi di confronto: da Siena proviene un pezzo analogo in maiolica 64) e da Castelfranco di Sotto uno in ceramica priva di rivestimento 65). M Recipiente a fondo piano, parete pressoché verticale, orlo arrotondato, apodo. 60)FRANCOVICH, 1982, p. 135, B ) GELICHI, 1977a, p. 12; IDEM, 1977b, p. 308, tav. I, n. 21; IDEM, 1978, p. 55, fig. 2, n. 19, tav. XIX. 62) CORA, 1973, tavv. 15, 17a; BUERGER, 1975, p. 199, n. 9, p. 197, fig ) BLAKE, 1980, p. 138, fig ) FRANCOVICH, 1982, p. 314, fig. 279, n ) CIAMPOLTRINI, 1980, p. 513, tav. 3A-B. 34

10 Diametro, cm 11, ricavabile da un unico pezzo monocromo, proveniente dal Teatro Romano Tav. XII/6) LE DECORAZIONI Nell'ambito delle decorazioni possiamo distinguere: motivi che, seguendo uno sviluppo in senso orizzontale, vengono utilizzati in fasce di rifinitura, poste generalmente nelle forme aperte sulla superficie interna sotto l'orlo o sulla tesa, in quelle chiuse sul collo; in qualche caso si può avere la associazione di due fasce differenti; motivi che occupano la massima parte della superficie interessando il fondo e le pareti, fino all'orlo, contornati da qualche filettatura, o fino alle fasce di contorno. Per quanto concerne le decorazioni delle forme chiuse, non è stato possibile seguire un analogo criterio data l'estrema frammentarietà del materiale che non consente di individuare per intero nessuno schema. A Motivi delle fasce di contorno Al) fascia di rifinitura, presente sia sulle forme aperte che su quelle chiuse, formata da una treccia in verde-azzurro delimitata da uno o due filetti in bruno. La treccia può essere realizzata in modo più o meno schematico. Compare a Volterra su recipienti con forma A e B Tavv. IX/1-7, X/1,2, 5), il frammento 1 è pertinente probabilmente ad un recipiente di forma A). Si tratta di un elemento decorativo molto utilizzato, come testimoniano, ad esempio, reperti senesi 66), pisani 67), aretini 68), pistoiesi 69), dell'area fiorentina 70), ma anche laziali e di altre aree 71). A2) fascia formata da una banda in verde-azzurro delimitata da filetti in bruno. Non è molto frequente a Volterra dove compare soltanto su recipienti di forma A, Tav. X/6-7). A3) fascia con foglie lanceolate in verde-azzurro disposte verticalmente; tratti di separazione in gruppi di tre, tracciati in bruno. Compare su pochi recipienti con forma A Tav. X/10). Il frammento a Tav. X/ll presenta, a separazione delle foglie, una sola linea ondulata. 66) FRANCOVICH, 1982, p. 78, fig. 86; p. 281, fig. 253, n. 15; p. 28, figg. 1, 3; p. 30, fig. 9, p. 31, figg. 10, 12 e 13; p. 33, figg. 20, ) BERTI-TONGIORGI, 1977a, p. 41, fig. 3, nn. 2-4, 6, 10, 11 ed altri. 68) FRANCOVICH-GELICHI, 1983, nn ) VANNINI, 1985, tav. IX, 1; tav. X, 1 ed altri. 70) BERTI, 1982, p. 184, tav. 4, nn ) MAZZA, 1983, p. 59, fig. 69; p. 63, fig. 75 ed altri. 35

11 Elemento decorativo molto diffuso in ambito fiorentino 72), rinvenuto anche su reperti di area senese 73) e aretina 74). A4) fascia formata da elementi analoghi ai precedenti ma non separati dai tratti in bruno. Presente solo su qualche recipiente di forma A Tav. X/9). A5) fascia formata da un serto ondulato in bruno con fiore lobato in verde- azzurro nei settori di risulta. Compare sulle tese delle forme G e H Tav. V/1,4), sul bordo interno di quelle D Tav. V/3) ed anche sul fianco, all'esterno, nella forma L Tav. XII/7-8). Questa decorazione, particolarmente diffusa in area fiorentina 75), è presente anche su prodotti senesi 76) e, limitatamente su quelli pisani 77). A6) fascia formata da tratti radiali a gruppi, alternativamente in bruno e verde-azzurro. È stata rinvenuta sulla tesa di un esemplare di forma I Tav. X/5), in cui è associata con il motivo Al. Decorazione utilizzata in vari centri di produzione 78). A 7) fascia formata da un serto in bruno che sostiene girali con macchie in verde-azzurro al centro. È stata rinvenuta sulla breve tesa di un recipiente con forma non definibile Tav. X/2). Può essere interessante notare l'associazione con il motivo Al. A8) fascia con elementi a spina di pesce resi alternativamente in bruno e verde-azzurro. È presente sulla tesa di un recipiente con forma forse simile alla I Tav. X/3). Il motivo è conosciuto almeno in ambito pisano 79). B F Motivi centrali B) decorazione di tipo radiale: elementi disposti a croce dividono la superfi- cie in quattro settori. Tav. 1/1: la decorazione è costituita da due bande in verde-azzurro che, incrociandosi, dividono la superficie in quartieri: all'estremità delle bande si trovano elementi vegetali stilizzati a quattro lobi, resi in verde-azzurro con doppio contorno in bruno Cfr. anche il frammento Tav. 1/5). I settori di risulta sono occupati da foglie lanceolate in verde-azzurro. Compare su recipienti di forma A. Si tratta di una decorazione che trova precisi confronti su materiali rin- 72) CORA, 1973, tav. 25a in alto al centro) ed altri. 73) FRANCOVICH, 1982, pp , M ) FRANCOVICH-GELICHI, 1983, p. 45, tav. 10, n ) CORA, 1973, taw. 11, ) FRANCOVICH, 1982, pp , S.II ) BERTI-TONGIORGI, 1977a, fig. 18, n ) Si vedano ad esempio alcuni reperti recuperati a Pisa: BERTI-TONGIORGI, 1977a, p. 86, fig. 34, nn ) BERTI-TONGIORGI, 1977a, fig. 10, n

12 venuti in varie zone della Toscana: Siena 80), area maremmana 81), area valdarnese 82) etc. Tav. 1/4: steli ondulati disposti a croce, che sostengono elementi non definibili, dividono la superficie in quartieri occupati da foglie lanceolate analoghe alle precedenti. Tav. 1/3: foglie lanceolate molto larghe alla base rispetto alle precedenti danno origine a settori che, almeno nella zona centrale, lasciano poco spazio a motivi di riempimento. Tav. 1/6: la superficie è divisa in quadranti da due segmenti incrociati con foglie cuoriformi alle estremità. Il punto di intersezione è marcato da una crocetta in bruno e da un cerchio in verde-azzurro. I settori sono riempiti da trattini in bruno e da un elemento vegetale polilobato. Tav. 1/7: nello schema decorativo, uguale al precedente, manca l'elemento circolare al centro e la piccola croce è resa in verde-azzurro. Tav. 1/8: una semplificazione della decorazione Tav. 1/6 è costituita dalla mancanza dei trattini alla base dell'elemento vegetale polilobato. Tav. 1/9: in uno schema decorativo simile a Tav. 1/7 i trattini alla base dell'elemento vegetale polilobato sono sostituiti da archetti in bruno tagliati da un trattino. C) decorazione a foglie allungate: foglie lanceolate occupano la superficie partendo da un cerchio o direttamente dal centro. La frammentarietà dei reperti non consente precisazioni in rapporto alla associazione forma- decorazione, si può tuttavia affermare che i recipienti dovevano essere di tipo A o B o C. Tav. II/l: il centro è segnato da un cerchio in bruno da cui si dipartono sei foglie in verde-azzurro contornate in bruno. Tav. II/2, 3, 5: sei o otto foglie analoghe alle precedenti, che si dipartono direttamente dal centro, sono alternate a tratti radiali in bruno. Tav. II/4: sei foglie lanceolate si alternano a sei tratti radiali, tagliati da segmenti, che sostengono probabili elementi vegetali stilizzati. D) decorazione a volute: tratti, che sostengono ciascuno una foglia forma no delle volute: una certa variabilità si può riscontrare nel tipo di foglia rappresentato, nel modo di campire le foglie stesse, in verde-azzurro unito o a graticcio, e negli elementi che riempiono gli spazi tra le volute. 80) FRANCOVICH, 1982, p. 141, M ) GELICHI, 1977a, tav. 2, n. 15; IDEM, 1977b, tav. 2, n. 31; FRANCOVICH-GELICHI, 1980b, scheda ) CORA, 1973, tav. 17b; tav. 23b in alto a destra). 37

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14 Tav. III/l: cinque tralci, uniti tra loro da due o tre trattini in bruno, formano delle volute intorno ad un'area centrale con motivo a croce spezzata ed elementi lobati nei quartieri. Questa decorazione compare sicuramente su recipienti con forma A, B, E, I. Una analoga impostazione la troviamo già su un bacino, sicuramente più arcaico ), dalla chiesa di S. Domenico a Prato 83). Tav. III/2: foglie a cinque lobi, sorrette da volute unite tra loro da tre o quattro trattini in bruno, occupano una alta fascia delimitata da filetti su un recipiente di forma I. Grossi punti in bruno riempiono i vuoti tra le volute. Tav. III/3: quattro foglie a contorno ondulato, riempite a graticcio in verde-azzurro, sono sorrette da volute; nei vuoti piccoli angoli incuneati in bruno. Questa decorazione è presente su un recipiente di forma E. 83) BERTI-TONGIORGI, 1977b, p. 75, tav. XVIII, e. 39

15 Una analoga impostazione si riscontra in reperti del medio Valdarno 84) ed è realizzata, con l'inversione dei colori, su prodotti di area pisana 85). Una decorazione simile alle precedenti si riscontra nel frammento a Tav. III/4. La decorazione a tralci e foglie può essere conclusa da filetti, come nel caso presentato, ma può anche essere completata con una fascia a moti- vo Al, come nel frammento Tav. III/5. 84) CIAMPOLTRINI, 1980, p. 511, tav. 2, a, e, e; BERTI, 1982, p. 184, tav. 4, n ) BERTI-TONGIORGI, 1977a, fig. 10, nn. 1, 3. 40

16 E) decorazione con tralcio e foglie lanceolate: numerose piccole foglie lanceolate, in verde-azzurro a contorni bruni, sono prevalentemente dispostea spina di pesce ai lati di un grosso filetto in bruno. Tav. IV/1: la decorazione corre, lungo la parete, intorno ad un motivo di tipo radiale delimitato da un cerchio in verde-azzurro, bordato in bruno. Analoga distribuzione presentano i frammenti Tav. IV/2, 3 i cui motivi centrali non sono individuabili, anche se nel n. 2 si possono riconoscere elementi lobati che richiamano un pezzo recuperato a Siena 86). L'associazione è documentata per recipienti con forma A, ma si riscontra anche su un frammento n. 3) con piede ad anello e quindi di forma sicuramente diversa. Tav. IV/7: la decorazione a piccole foglie si sviluppa intorno ad un elemento radiale non delimitato. La fattura del frammento riporta a recipienti con una forma troncoconica a pareti non incurvate, probabilmente con bordo a nastro sul tipo, ad esempio, di Tav. IX/4. Una variante rispetto alle decorazioni sopra indicate si riscontra sul frammento Tav. IV/4 in cui le piccole foglie lanceolate si dipartono da una fascia in verde-azzurro delimitata da filetti in bruno. F) riempimenti a graticcio: una serie di pezzi con decorazioni varie sonostati riuniti perché presentano tutti zone riempite a graticcio. Possiamo distinguere: a) riempimenti a graticcio in bruno, b) a graticcio in verde-azzurro, e) a graticcio in verde-azzurro e bruno. a) Tav. V/2: nastri, delimitati in bruno con grossi punti in verde-azzurro, si intersecano dando origine a forme ovali e circolari; riempimenti a graticcio. Tale decorazione è associata ad un frammento, presumibilmente di forma A. Un confronto può essere fatto con prodotti di area senese 87) e pisana 88) anche se in nessun caso si può parlare di assoluta identità. Tav. V/l: sulla tesa fascia con serto ondulato e fiore lobato A5); una seconda fascia, nella parte alta della cavità, ha tratti in bruno a gruppi. Della decorazione centrale, asimmetrica complessa, si individuano bande verticali con apici romboidali, un motivo floreale stilizzato con contorno a riserva e zone riempite a graticcio. La troviamo nel recipiente con forma G. Tav. V/5: decorazione, probabilmente simile alla precedente, che ritroviamo su una parete di forma aperta, non identificabile, caratterizzata da una gola esterna marcata. Zone con graticcio in bruno si riscontrano anche nei frammenti Tav. V/3, 4, 6 e Tav. VI/3. b)tav. VI/1: intorno ad un'area centrale con fiore a quattro lobi, elementi di tipo c)41 86) FRANCOVICH, 1982, p. 190, fig. 178, n ) FRANCOVICH, 1982, p. 72, n ) BERTI-TONGIORGI, 1977a, cfr. «decorazione ad intrecci», pp

17 vegetale. Ampie zone riempite a graticcio. È presente sul fondo di una forma ) aperta non identificabile. Zone a graticcio in verde-azzurro si ritrovano ) anche sui frammenti Tav. VII/3, 8, dei quali non si può identificare la ) decorazione. Cfr. anche Tav. III/3). ) c) Tav. VI/4: decorazione con elementi vegetali: è identificabile una foglia ) cuoriforme sostenuta da uno stelo in bruno. Tav. VI/2: decorazione male ) identificabile, sicuramente asimmetrica. ) ) 42 )

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19 ) Altre decorazioni Una serie di pezzi, a causa soprattutto dello stato frammentario, pre-) senta elementi decorativi vari, a volte del tutto non identificabili, che non ) è stato possibile suddividere sulla base di qualche caratteristica particolare. ) Tav. VII/1, 2: frgg. di parete con bordo a breve tesa; motivo ad «) arabesque» in verde-azzurro e bruno Teatro Romano). ) Tav. VII/4, 5: frgg. di parete di forme aperte con elemento vegetale lobato in ) bruno, campito in verde-azzurro Fonti di S. Felice). ) Tav. VII/6: frg. di parete di forma aperta con fiore probabilmente ad otto ) petali e bottone centrale Teatro Romano). ) 44 ) )

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21 ) Tav. VII/9: frg. di parete di forma aperta: sembrano identificabili tre filetti, ) quello centrale tagliato da trattini, e un cerchio in bruno su fondo verde-) azzurro Fonti di S. Felice). ) Tav. VII/11: frg. di parete di forma aperta con elementi in bruno disposti a ) spina di pesce Fonti di S. Felice). ) Tav. VII/12: frg. di parete di forma aperta con tratti in bruno tagliati da ) segmenti, alternati a bande campite in verde-azzurro Fonti di S. Felice). ) Tav. VII/13: frg. di parete di forma aperta con serie di tratti ondulati in ) bruno Fonti di S. Felice). ) Tav. VII/14: frg. di parete di forma aperta con probabile decorazione a ) reticolo in verde-azzurro Fonti di S. Felice). Tav. VII/15: frg. di parete di ) forma aperta: è identificabile un copricapo da cui fuo- ) 46 ) )

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23

24 riescono lunghi capelli ondulati Acropoli). ) Tav. VII/16: frg. di fondo con piede a disco pertinente a forma aperta decorata ) con motivi vegetali Acropoli). ) Tav. VIII/6: frg. di fondo con piede a disco: il motivo è caratterizzato da tralci ) con foglie di quercia in verde-azzurro molto chiaro), bordate in bruno Acropoli). ) ) 49 ) )

25 Tav. VIII/4: frg. di parete di forma aperta. L'intreccio di nastri puntinati in bru- no potrebbe essere ricollegato alla decorazione vista a Tav. V/2 Teatro Romano). Tav. VIII/3: frg. di forma aperta con piede a disco: una grande foglia a bordo ondulato è riempita a largo reticolo Acropoli). Decorazioni che occupano soltanto il fondo in forme aperte Si tratta di motivi di vario genere utilizzati isolati, al centro di reci- pienti con piede a disco. Tav. XII/1: dalla bocca di un pesce in verde-azzurro, bordato in bruno, fuoriesce un ramoscello. È presente su un recipiente con ogni probabilità di forma F Tea- tro Romano).. av. XII/2: anche in questo frammento compare parte del corpo di un pesce riem- pito con motivi a squame in bruno Teatro Romano). Gli elementi decorativi degli esemplari Tav. XII/3, 4 non sono identificabili LE FORME CHIUSE L'estrema scarsità ed anche la frammentarietà del materiale relativo a forme chiuse non ha consentito di completare il disegno della forma di nessun esemplare. L'unico pezzo integro, Tav. XIV, è stato recuperato durante i lavori di sterro effettuati nella casa Bagnoli nell'attuale via Matteotti 1956). Si tratta di un boccale di dimensioni superiori a tutti gli altri rinvenuti diam. max cm 16). Ha piede diam. cm 11) a disco ad orlo marcato, corpo ovoide con la massima espansione verso il fondo, bocca trilobata, ansa a baston- cello schiacciato. È decorato soltanto sulla parte anteriore con una grande foglia di quercia stilizzata, in verde-azzurro bordata in bruno, inclusa en- tro ovale. Anche per quanto concerne le decorazioni dei frammenti disponibili, queste non possono essere ricondotte a schemi precisi, possiamo solo indi- viduare singoli, e spesso incompleti, elementi decorativi. L'unico dato che ci sembra di poter rilevare è l'assenza delle decorazioni tipiche delle forme aperte. Fra il materiale sono stati scelti quei pezzi che, per le dimensioni, hanno consentito almeno di comprendere il tipo di forma cui appartengo- no e, dato che ogni frammento presenta elementi decorativi diversi, asso- ciamo alla descrizione dell'ipotetica forma anche la relativa decorazione. v av. XIII/1: frg. di fondo con piede svasato pertinente a forma chiusa con corpo ovoide. E identificabile una probabile suddivisione in zone delimitate da tratti in 50

26 bruno ed una foglia polilobata con riempimento a graticcio in verde-azzurro. Reperto rinvenuto all'acropoli. Diametro di base cm 9,7. Il tipo di boccale a piede svasato è documentato in Toscana 89): a Siena 90), Montalcino 91), Pisa 92), in area maremmana 93) e valdarne- 89) BERTI-CAPPELLI-FRANCOVICH, 1984, pp ) FRANCOVICH, 1982, pp , A ) TOESCA, 1927, p. 1080, fig. 771; BLAKE, 1971, p. 369; CARLI, 1972, pp , figg ) BERTI-TONGIORGI, 1977a, p. 31, forma a. 93) GELICHI, 1977a, pp ; IDEM, 1977C, pp ; IDEM, 1978, p. 55, fig. 2, n. 8; FRANCOVICH-GELICHI, 1980a, p. 102, nn , tav. 17; IDEM, 1980b, schede

27 52 5 5

28 se 94), in Umbria 95), nell'emilia Romagna 96), nel Lazio 97) e in Liguria 98). Tav.XIII/2: frg. di fondo con piede svasato pertinente ad un boccale con corpo ovoide. Restano scarse tracce di decorazione difficilmente definibile. Proviene dal Teatro Romano. Diametro di base cm 10,8. Tav. XIII/6: frg. di fondo con piede appena accennato di boccale con corpo che poteva essere a doppio tronco di cono. Della decorazione restano gruppi di tratti verticali in bruno che ne includono altri più brevi disposti orizzontalmente; potrebbe essere una della zone poste lateralmente all'ansa. Il frammento è stato recuperato al Teatro Romano. Diametro di base cm 11,5. La forma a doppio tronco di cono è documentata in Toscana da pochi esemplari provenienti da area senese 99); più abbondanti sono i reperti laziali 100). Tav. XIII/7: frg. di fondo con piede a disco di boccale che presenta la massima espansione verso il fondo. La decorazione è costituita da fasce ondulate in verde-azzurro alternate a tratti, sempre ondulati, in bruno. Il pezzo proviene dal Teatro Romano. Diametro di base cm 8,5. Alcune analogie si hanno, per la forma, con prodotti recuperati in area senese 101) e grossetana 102). La decorazione può ricollegarsi a quella definita a «linee parallele» presente su prodotti pisani 103). Tav. XIII/8: frg. di fondo con piede a disco pertinente ad un boccale con corpo di forma analoga al precedente. Della decorazione rimangono resti di probabili elementi vegetali. Proviene dal Teatro Romano. Diametro di base cm 8. Tav. XIII/11: frg. di fondo con piede appena marcato di recipiente con corpo ci-lindriforme, ansa a bastoncello schiacciato impostata subito sopra il piede. Si distin- 94) CORA, 1973, forma 4, figg. 8a-8b; VANNINI, 1974a, p. 99, n. 163d, p. 104, n. 162g, 180b; IDEM, 1974b, p. 61, tav. 20; FRANCOVICH et alii, 1978, p. 60, n. 682, tav. XIV; p. 60, n. 683, tav. XV. 95) IMBERT, 1909, nn , tav. V; n. 32, tav. VI; WHITEHOUSE, 1967, forma 13, p. 75, fig ) NEPOTI, 1977, p. 42, tav. XI, nn. 142, 144, 145; REGGI, 1973, fig. 4; IDEM, 1974, figg. 3, 6 passim; IDEM, , figg passim; LIVERANI, I960, p. 45, tav. XIV e. 97) RICCI-PORTOGHESI, 1972a, p. 221, n. 30; IDEM, 1972b, tav. XXVb. 98) MANNONI, 1975, tipo 84, fig. 92, ) FRANCOVICH, 1982, pp , A.8.I.; FRANCOVICH-GELICHI, 1980a, p. 148, n. 16, tav ) RICCI-PORTOGHESI, 1972a, fig. 2, nn. 24 e ) FRANCOVICH, 1982, p. 127, A ) FRANCOVICH-GELICHI, 1980b, schede ) BERTI-TONGIORGI, 1977a, pp , figg. 5-8, 9, nn. 1-2,

29 54 5 5

30 guono gruppi di foglie allungate in verde-azzurro e bordate in bruno. Proviene dal Teatro Romano. Diametro di base cm 5. Tav. XIII/12: frg. di fondo con piede a disco appena accennato pertinente ad un recipiente di forma probabilmente analoga al precedente. La decorazione presenta un motivo, che si sviluppa lungo tutta la superficie, costituito da una serie di tratti paralleli in bruno, alternati a bande in verde-azzurro. Decorazione analoga sul frammento Tav. XIII/10. Proviene dall'acropoli. Diametro di base cm 6. Per la decorazione valgono anche in questo caso i confronti con i materiali pisani decorati a «linee parallele». Tav. XV/1: frg. di parete di orciolo che presenta la massima espansione verso l'alto, ansa a nastro a bordi rilevati. Della decorazione rimangono gruppi di tratti paralleli in bruno nella zona laterale dell'ansa, sull'ansa angoli alternati in verde-azzurro e bruno. Proviene dal Teatro Romano. Orcioli sono largamente documentati in area fiorentina 104), e senese 105). Forme non identificabili Tav. XIII/3: decorazione a reticolo in verde-azzurro con riempimenti a piccole embricature in bruno Fonti di S. Felice). Tav. XIII/4: un reticolo in bruno si sovrappone ad uno in verde-azzurro; puntini in bruno nelle maglie Fonti di S. Felice). Tav. XIII/9: si distingue una teoria di fasce in verde-azzurro bordate in bruno, disposte obliquamente, chiuse da tratti in bruno Acropoli). Tav. XIII/5: ai lati dell'ansa, linee parallele in bruno con tratti ondulati Teatro Romano). Tav. XV/2: la decorazione è divisa in zone delimitate da tratti paralleli in bruno, gli elementi di riempimento sono gruppi di trattini trasversali e motivi vegetali stilizzati in bruno Teatro Romano). Anse Tav. XV: le anse dei boccali possono essere a nastro con bordi più o meno ingrossati sezione ellittica) o con costolatura centrale Tav. XV/9 e 4), a bastoncello sezione cilindrica non sempre regolare) Tav. XV/5-8) e a doppio bastoncello av. XV/3). Presentano tutte elementi in bicromia verde-azzurro e bruno, costituiti da gruppi di tratti trasversali a colori alterni Tav. XV/3-6), da tratti alternati a crocette Tav. XV/7), a macchie Tav. XV/8); solo un frammento presenta una decorazione particolare costituita da un motivo a reticolo con macchie in verde-azzurro nelle maglie Tav. XV/9). 104) CORA, 1973, tavv. 9-13a. 105) FRANCOVICH, 1982, pp , A.10.1, A.ll.l. 55

31 6 56

32

33 1.3. GLI SCARTI DI FABBRICA Tra il materiale recuperato all'acropoli e alle Fonti di S. Felice erano presenti anche alcuni frammenti relativi a forme aperte e chiuse non finite scarti di prima cottura). Presentano tutti un impasto abbastanza depurato e di colore beige-rosa. forme aperte: Tav. XVI/1: frg. di bordo diametro cm 19), a nastro convesso pertinente ad un recipiente di forma A. Rinvenuto all'acropoli. Tav. XVI/2: frg. di fondo, con piede ad anello diametro cm 8,5), pertinente a forma aperta non identificabile. Rinvenuto all'acropoli. Tav. XVI/3: frg. di fondo con piede a disco diametro cm 5,5), di forma aperta con pareti incurvate da ricondurre probabilmente al tipo F. Rinvenuto alle Fonti di S. Felice. Tav. XVI/4: frg. di fondo con piede appena accennato diametro cm 7,5), pertinente a forma aperta non identificabile. Rinvenuto alle Fonti di S. Felice. forme chiuse: Tav. XVI/5: frg. di fondo con piede svasato diametro cm 8,5), pertinente probabilmente ad un boccale. Recuperato alle Fonti di S. Felice. Tav. XVI/6: frg. di ansa a nastro con costolatura centrale a rilievo appartenente forse ad un orciolo. Recuperato all'acropoli. 57

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