PROGETTO La conoscenza previene la violenza

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1 Provincia di Ancona PROGETTO La conoscenza previene la violenza a cura di d.ssa Pina Ferraro Consigliera di parita effettiva Per la provincia di ancona Esperta politiche di contrasto alla violenza di genere

2 La voglia di studiare, progettare, creare servizi specializzati e, quindi, di approfondire la conoscenza del fenomeno della violenza di genere contro le donne ed i minori, si concretizza, al termine dell attività di ricerca relativa al progetto pilota Rete Antiviolenza tra le città Urban Italia ( ).

3 Ed è così che nasce E, qualche anno più tardi, Il Servizio Sociale Professionale presso la Questura di Catania

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5 Il luogo del maltrattamento sulle donne in base alle risposte degli operatori. Casa. Strada 0%. Automobile 2% 2% 11% 3% 3%. Luogo di lavoro. Parcheggio 79%. Discoteca. Altro

6 Il luogo della violenza sessuale sulle donne in base alle risposte degli operatori. Casa 3% 3% 6% 8% 11% 69%. Strada. Automobile. Luogo di lavoro. Discoteca. Altro

7 Le risposte fornite dagli/lle operatori/trici intervistati hanno messo in evidenza quelle che continuano a rimanere delle questioni aperte e sulle quali le risposte delle istituzioni sono state spesso insufficienti: 1) un problema culturale: stereotipi e pregiudizi rappresentano un ostacolo ancora consistente, che spesso si traduce in atteggiamenti di "chiusura" e scarsa capacità di riconoscimento della violenza.

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10 4) Avvio di una lunga e sofferta concertazione, con i governi che si sono succeduti, al fine di varare una legge organica sulla violenza alle donne (ivi compresa la legge sullo stalking); Immediatamente dopo qualcosa avviene nel nostro paese: 1) Emersione del fenomeno della violenza di genere contro le donne all interno delle istituzioni; 2) Maggiore dialogo tra questi ultimi e i centri antiviolenza esistenti; 3) Nascita di altri centri antiviolenza sulla spinta dei dati delle ricerche nazionali (1^ e 2^ fase);

11 QUESTURA DI CATANIA Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico - Servizio Sociale Professionale 2003 O B I E T T I V O Offrire un Servizio Sociale Professionale in favore di minori, delle famiglie in difficoltà e di altri potenziali utenti che entrano in contatto con le Forze di Polizia sia come vittime che come autori di un reato, con particolare attenzione all attività di prevenzione, di sostegno, di informazione e di raccordo con Enti ed Organismi coinvolti.

12 PARITA DI GENERE PARI OPPORTUNITA - Da dove veniamo - L Unione Europea adotta le discriminazioni positive (Raccomandazione del 1984) azioni volte a garantire l attuazione dell uguaglianza tra uomini e donne, in materia di accesso al mondo del lavoro, retribuzioni, condizioni di lavoro, protezione sociale, istruzione, formazione professionale ed evoluzione delle carriere (art. 16 della Carta comunitaria dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori del 1989) riconosce la facoltà che ogni Stato membro mantenga o adotti misure che prevedano vantaggi specifici intesi a facilitare l'esercizio di un'attività professionale da parte delle donne ovvero a evitare o compensare svantaggi nella loro carriera professionale (Trattato di Maastricht del 1992).

13 Ma perché si parla cosi tanto di violenza di genere? E come mai negli ultimi anni sono sorti tanti servizi e iniziative?

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15 Una vittima ogni tre giorni. Queste sono le cifre di una guerra che si consuma tra le mura di casa La violenza domestica. O.M.S. E la violenza tra le mura domestiche la prima causa di morte o invalidità permanente delle donne tra i 14 e i 50 anni. Sempre più spesso la vittima vive sotto lo stesso tetto dell'autore della violenza. a cura Pina Ferraro

16 Il Cammino delle Istituzioni Convenzione per l eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne (CEDAW) adottata dall Assemblea Generale dell ONU nel 1979 e ratificata dall Italia nel ONU - IV Conferenza Mondiale sulle donne - Pechino 4-15 settembre 1995 Approvazione della legge italiana n.66 "norme contro la violenza sessuale" 15 febbraio 1996 Direttiva del presidente del Consiglio dei Ministri "Azioni volte a promuovere l'attribuzione di poteri e responsabilità alle donne" Obiettivo 9: promuovere efficaci iniziative di contrasto della violenza. 27 marzo 1997.

17 Il Cammino delle Istituzioni/2 Indagine Istat sulla sicurezza dei cittadini "violenze e molestie sessuali", L. Sabbadini, (la prima) Avvio di un lungo e tuttora ricco periodo di finanziamenti Europei Daphne (1997) Progetto Pilota Rete Antiviolenza tra le città Urban Italia e Legge 154 del "Allontanamento dalla casa familiare" Progetto Arianna e avvio Numero unico antiviolenza 1522 ( )

18 Decreto Legge n.11 del 23 febbraio 2009 Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori. Nel 2009, in occasione del 30 anniversario della CEDAW Convenzione ONU per l'eliminazione di tutte le forme di Discriminazione Contro le Donne, la Piattaforma ha lanciato la campagna di sensibilizzazione Lavori in corsa: 30 anni CEDAW Al via primo Piano nazionale antiviolenza (2010) Il Cammino delle Istituzioni/3 L'Italia firma la Convenzione del Consiglio d'europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica (SET 2012)

19 "gli atti di violenza non sono semplicemente problemi familiari, scelte personali, inevitabili sfaccettature della vita. La violenza é un problema complesso legato a modelli di pensiero e comportamento plasmati da una moltitudine di fattori all'interno delle nostre famiglie e comunità, fattori causali che possono oltrepassare i confini nazionali" (Gro Harlem Brundtland, Direttore Generale dell'oms) Il rischio maggiore per le donne é rappresentato dalla famiglia. Almeno la metà delle donne che muoiono per omicidio è uccisa dal partner, in alcuni paesi la percentuale raggiunge il 70%.

20 La violenza di genere è una violazione dei diritti umani I diritti umani delle donne e delle bambine sono parte integrante, inalienabile e indivisibile dei diritti umani universali. (Conferenza di Vienna 1993)

21 Contrastare la discriminazione di genere in ogni suo aspetto, intesa come: violazione dei diritti umani ed impedimento alla cittadinanza delle donne, ostacolo allo sviluppo delle donne, dei bambini e delle bambine, del loro benessere psicofisico e alla partecipazione alla vita della comunità.

22 VIOLENZA CONTRO LE DONNE La violenza fatta alle donne designa tutti gli atti di violenza fondati sull'appartenenza al sesso femminile, che causano o sono suscettibili di causare alle donne danno o delle sofferenze fisiche, sessuali, psicologiche e che comprendono la minaccia di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica sia nella vita privata" (dichiarazione dell'o.n.u. sulla eliminazione della violenza contro le donne - novembre 1993)

23 LO SPARTIACQUA IN TEMA DI PARITA DI GENERE IV conferenza mondiale delle donne Pechino, 1995 "guardare il mondo con occhi di donna" "i diritti delle donne sono diritti umani". Le parole chiave "punto di vista di genere" "empowerment" "mainstreaming" In Italia la direttiva Prodi del 27 marzo 1997 recepisce gli obiettivi di Pechino che, tra le altre indicazioni, recita: azioni volte a promuovere l attribuzione di poteri e responsabilità alle donne a riconoscere e garantire libertà di scelte e qualità sociale a donne e uomini. Da quel momento numerose sono le Direttive e le leggi italiane a supporto del contrasto della discriminazione di genere e che spingono verso una concreta parità di genere ma in realtà

24 Unione Europea Comitato dei Ministri Raccomandazione REX (2002)5 del Comitato dei Ministri agli Stati membri sulla salvaguardia delle donne dalla violenza Raccomanda ai governi degli Stati membri di: 1) considerare la violenza maschile sulle donne un prodotto della ineguaglianza di genere e del predominio maschile; 2) agire contemporaneamente sui diversi livelli che ne consentono la sopravvivenza, livelli che possono essere in estrema sintesi indicati nel modo seguente: prevenzione; servizi di assistenza alle vittime e di riabilitazione; formazione e istruzione; aspetti sanitari; statistiche e ricerche; legislazione e pratica giudiziaria.

25 Unione Europea Comitato dei Ministri Raccomandazione REX (2002)5 del Comitato dei Ministri agli Stati membri sulla salvaguardia delle donne dalla violenza ) dare riconoscimento e sostegno anche finanziario alle ONG e alle organizzazioni di donne impegnate su tali tematiche; 4) promuovere la collaborazione tra tali organizzazioni della società civile e i livelli politici e tecnici delle istituzioni.

26 La violenza e i maltrattamenti contro le donne dentro e fuori la famiglia 2007

27 La violenza e i maltrattamenti contro le donne I numeri della violenza NEL CORSO DELLA VITA 6 mln 743 mila donne anni hanno subito almeno una violenza fisica o sessuale nel corso della vita, pari al 31,9% 5 MLN Violenza sessuale: 23,7% 3 MLN 961mila Violenza fisica: 18,8%

28 La violenza e i maltrattamenti contro le donne UN FENOMENO SOMMERSO Nella quasi totalità dei casi le violenze non sono denunciate, il sommerso è elevatissimo: 93,8% - il 95,6% delle violenze da un non partner - il 92,8% di quelle da partner la maggioranza delle vittime che hanno denunciato il fatto non sono state soddisfatte del lavoro svolto dalle forze dell ordine (51,4%) )

29 Wosafejus: Perché lei non denuncia? Capire e migliorare la sicurezza e il diritto delle donne alla giustizia

30 NONOSTANTE CIO, PERò Quanto, di ciò che è stato, ed è continuamente indicato nelle norme europee e nazionali, è conosciuto e viene realmente posto in essere? Cosa realmente è cambiato nella quotidianità della vita delle donne? Perché tutto ciò che attiene alle politiche di genere e di pari opportunità viene posto, inspiegabilmente, in secondo piano?

31 A rendere impuniti, di fatto, la grande maggioranza degli episodi A rafforzare nei responsabili il senso di impunità Ad aumentare il senso di impotenza delle vittime

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33 NON E VERO CHE: La violenza domestica è presente in contesti familiari culturalmente ed economicamente poveri Il maltrattamento colpisce il 35% delle donne nel mondo, a prescindere dalla religione, stato sociale Le classi ricche tendono a denunciare meno per vergogna o per la difficoltà ad essere credute

34 La violenza è causata da occasionali e sporadiche perdite di controllo La maggior parte degli episodi di violenza sono premeditati, non sono atti irrazionali ma tendono a stabilire un clima di controllo e tensione sulla donna.

35 La violenza domestica è causata dall assunzione di droghe ed alcol Alcolismo e tossicodipendenza non sono mai le cause dirette della violenza. La maggior parte degli uomini violenti non sono né alcolisti, né tossicodipendenti, né hanno problemi di salute mentale.

36 La violenza domestica non incide sulla salute delle donne La Banca Mondiale e l Organizzazione mondiale della Sanità calcolano ogni anno i costi sociali della violenza contro le donne. La violenza sulle donne è anche un problema di salute pubblica, perché i maltrattamenti influiscono sullo stato psico fisico delle donne, impedendo il normale svolgimento delle loro attività e, nei casi più estremi, inducendoli all annientamento e all omicidio

37 Esistono casi in cui chi ha subìto maltrattamenti da piccolo da adulto non li ripete, perché ha avuto la possibilità di elaborare la propria esperienza. I partner violenti hanno subìto maltrattamenti nell infanzia Non esiste una relazione diretta tra Maltrattamenti infantili e violenza agita da adulti. Quello che influisce sulla ripetizione dei comportamenti di violenza è la mancanza di qualsiasi intervento per fermare la violenza.

38 I partner violenti hanno problemi psichiatrici Solo il 10% dei maltrattanti ha problemi psichiatrici. La violenza domestica non è un fenomeno di patologia o devianza

39 Alle donne piace essere picchiate Sono molti i fattori e gli ostacoli che impediscono alla donna di uscire da una relazione violenta. (Paura, dipendenza economica, isolamento, mancanza di alloggio, riprovazione sociale spesso da parte della stessa famiglia di origine, ecc.) 39

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41 La violenza di genere

42 La violenza contro le donne ha molte forme La violenza domestica all interno della coppia Il bersaglio è la donna (compagna, moglie, convivente ) e si estende a tutto il nucleo familiare provocando angosce, paure, traumi, spesso permanenti Violenza fisica Violenza economica Violenza sessuale Violenza psicologica

43 STALKING Ogni forma di persecuzione in grado di limitare la libertà di una persona e di violare la sua privacy. mandare lettere e fiori telefonate e sms pedinamento violazione di domicilio visita sul luogo di lavoro appostamenti vari minacce CIOE : Chiede ripetutamente appuntamenti per incontrarti, ti aspetta fuori casa, a scuola o a lavoro, ti ha inseguita o spiata, ti invia messaggi, telefonate, e- mail, lettere o regali indesiderati

44 Indagine sul femminicidio in Italia 2006: nr. 101 casi 2007: nr. 107 casi 2008: nr. 113 casi 2009: nr. 119 casi 2010: nr. 127 casi 2011: nr. 92 casi 2012: nr. 124 casi Tutti omicidi commessi tutti da: marito, convivente, amante, fidanzato, ex marito, parente, figlio. a cura Pina Ferraro

45 PRIMA FASE Tensione aggressione SECONDA FASE Diniego, transfert di responsabilità TERZA FASE Remissione, Luna di miele

46 Quest ultima fase è la calma (tregua amorosa) prima della recidiva. Il conflitto non è stato regolato. L aggressore constata che non vi è alcuna conseguenza per lui a causa dei propri atti violenti. Egli testa la sua impunità. Il clima di violenza si reinstalla. La violenza psicologica e verbale riprende, e il ciclo ricomincia.

47 ROTTURA RAPIDA: Si effettua alle prime manifestazioni di violenza. ROTTURA DIFFERITA: Dopo più anni di violenza, dopo aver provato di tutto. ROTTURA EVOLUTIVA: Si realizza attraverso una successione di partenze e ritorni, separazioni e riconciliazioni.

48 Per le donne maltrattate è il modo di rottura più frequente e permette: Di sperimentare le risorse esistenti Di riscoprire la propria capacità di autonomia Di testare la solitudine Di ritrovare in sé un senso di sicurezza Di verificare la sua capacità a vivere e organizzarsi da sola

49 Caratteristiche osservate nelle donne: Non prendono quasi mai la parola. Se il marito è presente: restano silenziose o se si esprimono sollecitano l approvazione del coniuge. Si presenta molto riservata, si dichiara incapace, incompetente, si svaluta continuamente. Ha subito o assistito a violenza in famiglia nell infanzia. E molto aggressiva nei confronti dell operatrice/ore. Sussulta ai rumori inattesi durante il colloquio e sorveglia la porta.

50 Valorizza il ruolo maschile e la sua importanza per la famiglia. Difende il ruolo femminile in tutto ciò che è stereotipato e tradizionale. Discordanza tra l apparenza e le spiegazioni fornite. Susseguirsi di periodi di contatto e di rottura con il servizio. Impegni non mantenuti: appuntamenti annullati, ritardi. Assenza di coerenza.

51 Presenta dei problemi di salute ricorrenti: Somatizzazioni, mal di testa, malattie, problemi di sonno, spossamento fisico e depressione Ecchimosi, ematomi, ferite Ripetuti ricoveri Incidenti vari Eccessivo consumo di medicine Problemi psichici Condotte di fuga: alcool, droghe, tentativi di suicidio Aborto o aborti ripetuti

52 Conseguenze fisiche 1% 3% 3% 40% Disturbi del sonno / dell'alimentazione / abusi di sostanze Isolamento sociale/familiare Perdita del lavoro 36% 2% 14% 1% Paura / difficoltà psicologiche Difficoltà a gestire i figli Idee / Tentativi di suicidio Altro

53 DI TIPO RELAZIONALE E MATERIALE: isolamento sociale e familiare, perdita di relazioni significative Assenza e perdita del lavoro Effetti sulla funzione genitoriale DI TIPO FISICO: Ecchimosi, lacerazioni, contusioni, lividi, ferite di vario genere, bruciature, tagli, commozione cerebrale, fratture Problemi ginecologici Reazioni psicosomatiche: cefalee, astenia, difficoltà respiratorie, disturbi dell apparato gastro-intestinale

54 CONSEGUENZE DELLA VIOLENZA SULLA DONNA/1 a breve termine DI TIPO PSICOLOGICO: Paura per la propria situazione e quella dei figli Sentimenti di vulnerabilità, di perdita e di tradimento Perdita di autostima Incapacità nel prendere iniziative e decisioni Senso di colpa, vergogna e senso d impotenza Difficoltà d attenzione e concentrazione, perdita di memoria Disturbi del sonno e dell alimentazione

55 DI TIPO FISICO: Ferite (da lacerazioni a fratture o organi interni) Disabilità permanenti o non permanenti (compromissione della vista o dell udito) Gravidanze indesiderate Problemi ginecologici: infiammazioni delle ovaie o uteriti, infezioni vaginali, dolori mestruali, pelvici, irregolarità del ciclo mestruale Malattie infettive incluse l AIDS Mal di testa cronici Problemi gastrointestinali, sindrome del colon irritabile Problemi cardiovascolari (ipertensione, infarti) Asma Comportamenti autodistruttivi (fumare, bere, sesso non protetto)

56 DI TIPO PSICOLOGICO: Attacchi di panico Disfunzioni sessuali Problemi alimentari Disturbi ossessivi compulsivi Abuso di sostanze o alcool Depressione PTSD

57 Paura di ulteriori ritorsioni che possano mettere a repentaglio la propria sicurezza e quella delle/dei figlie/i Paura di provare vergogna e di subire umiliazioni di fronte ad atteggiamenti giudicanti Sentimenti di protezione nei confronti del partner e speranza in un suo cambiamento Si crede responsabile della violenza e quindi ritiene di non meritare aiuto

58 Dipendenza economica dal maltrattatore Senso di impotenza rispetto alla possibilità di trovare risorse efficaci per cambiare la situazione Crede che i propri problemi non siano abbastanza gravi per essere nominati

59 Violenze e sopraffazioni diventano reti inestricabili da cui è difficile liberarsi senza perdere brandelli delle proprie sicurezze. La rottura si configura come rottura di equilibri economici, relazionali e identitari difficili da ricostruire; La violenza è un fenomeno trasversale, che colpisce donne con profili socio-biografici e culturali molto diversi, anche se le forme più gravi riguardano le donne più svantaggiate, che sono anche quelle che fuoriescono meno frequentemente dalle situazioni di violenza; Le donne hanno difficoltà a denunciare e a cercare aiuti, specie nelle istituzioni, anche se vi è una significativa tendenza all emersione;

60 La violenza assume quasi sempre un andamento reiterato e crescente. In realtà, la famiglia è vissuta come zona franca, in cui ci si può consentire di derogare alle regole che magari si accettano in altri ambiti, in cui dare sfogo all ossessività e all aggressività, o in cui cercare compensazioni per le proprie insicurezze. Molte donne mostrano anche un enorme capacità di resistere e di assumersi, anche nelle condizioni più difficili, la responsabilità dei figli e della famiglia, di non lasciare travolgere della violenza i valori di cura e di reciprocità

61 Pregiudizi, sospetti, stereotipi tendono a identificare nella vittima una co-responsabile, talvolta per aver provocato, talaltra per aver troppo sopportato, o a condannare come incosciente o avventuriera chi reagisce con la violenza o con la fuga. Le vittime di violenza trovano dunque supporti assolutamente inadeguati ai bisogni, anzi talora subiscono dall ambiente circostante una vittimizzazione ulteriore

62 Le incertezze,le paure, gli andirivieni talora inspiegabili delle donne che trascinano per anni mènages violenti, quando non suscitano indifferenza o sospetto, producono quasi sempre stanchezza e disprezzo malcelato tra gli amici, i parenti e gli operatori dei servizi, anche perché la qualità delle loro relazioni e i modelli culturali che hanno interiorizzato non permettono loro di riconoscere e cogliere gli aiuti potenzialmente disponibili; L intervento nei casi di violenza richiede un mix di professionalità, etica del servizio e passione, al fine di perseguire non alternative ottimali di vita e di relazioni, ma percorsi possibili, in cui anche le donne che hanno risorse identitarie e materiali limitate e sono permeate dai valori e dalla cultura di una società fondata sulle disuguaglianze, possano trovare la dignità di cittadine.

63 Il processo di vittimizzazione lede gravemente l autostima della donna. Le esperienze di maltrattamento (fisico, psicologico, sessuale, ecc.) creano un profondo senso di impotenza che dà luogo ad un processo difensivo complesso.

64 L adozione dell onnipotenza costituisce il tentativo di ristabilire il controllo della situazione, ma ha come conseguenza: una visione irrealistica dei rapporti di potere dentro la relazione violenta un senso di onniresponsabilità della donna che produce un senso di colpa

65 La donna alla fine di questo processo si sentirà colpevole della violenza subita. Osserveremo una continua oscillazione nella donna tra impotenza e onnipotenza ( Non posso fare niente Posso fare tutto, posso cambiarlo ). Questa continua oscillazione rende difficile compiere azioni realistiche finalizzate all emancipazione dal partner violento.

66 Alcuni psicologi hanno applicato il modello della Sindrome di Stoccolma alle donne maltrattate dal coniuge violento. Gravi situazioni traumatiche derivanti da esperienze di violenza e segregazione possono determinare l istaurarsi di una particolare configurazione psicologica.

67 Tale sindrome è caratterizzata da: Regressione ad una condizione di infantilismo psicologico da trauma. Spostamenti transferali patologici (attribuzione e ricerca di qualsiasi elemento che possa testimoniare della bontà del maltrattatore). Non integrazione degli aspetti buoni e cattivi del maltrattatore, favorita anche dall intermittenza della violenza. Eterocentramento (la vittima è molto attenta alle reazioni di piacere/dispiacere del maltrattatore e cerca di comportarsi in funzione di questi). Uno stato di confusione tra sé e l altro.

68 Mi diceva che sono grassa, che sono brutta, che si vergognava a portarmi fuori. Ed io andavo davanti allo specchio, non mi guardavo con gli occhi miei, mi guardavo con gli occhi suoi, mi dicevo: Ha ragione... Difatti ogni tanto che sentivo che lui mi voleva un po di bene, o mi pareva, io come rifiorivo.

69 Quando ci si trova è una situazione molto delicata. Da un lato sei ancora attratta dalla persona, e dall altro, paradossalmente, cerchi protezione pur essendo una vittima: tu mi fai male, ma io vengo da te per farmi consolare. Sembra una cosa assurda, da malattia mentale, invece non è cosi, almeno credo di no.

70 È probabilmente quello sdoppiamento che si ha per un po di tempo, quando ancora lui ti sembrano due, uno che è quello che tu pensi che sia, e uno che è quello che è realmente. Per questo non credevo a me stessa quando i primi tempi lui faceva delle cose che, secondo me, non avrebbe potuto fare nei miei confronti. Quello che vedevo era una persona diversa da quella che avevo sposato. E quindi, ricevevo violenze da quella parte di lui che era contro di me e andavo a cercare protezione da quella parte di lui che avevo sposato, verso cui mi sentivo ancora attratta. Non riuscivo a districarmi nella confusione che facevo tra repulsione e attrazione. È questa l esperienza che rimane più..più del male fisico, a meno che non lasci dei segni permanenti, penso che il male psicologico sia peggiore. Ti lascia veramente sconvolta, come vedere una cosa che non ci si aspetterebbe mai, eppure capita e allora lì, la prima reazione, è dire che non ci credi.

71 Comprendere il meccanismo che impedisce alle donne di chiedere aiuto Manifestare comunque comprensione e incoraggiamento Non manifestare mai giudizi negativi sulle decisioni successive della donna prese in questo processo.

72 La donna riferisce di temere per la sua vita; Gli episodi di violenza accadono anche fuori casa; Il partner è violento anche nei confronti di altri; Il partner è violento anche nei confronti dei figli; Ha usato violenza anche durante la gravidanza; Ha agito violenza sessuale; Minaccia di uccidere lei e i bambini o minaccia il suicidio; La gravità e la frequenza degli episodi violenti aumenta nel tempo;

73 Abuso di droghe, soprattutto cocaina, anfetamine, crack; La donna programma di lasciarlo; Il maltrattante ha saputo che la donna ha cercato aiuto esterno; Lui dice di non poter vivere senza di lei, la pedina e la molesta anche dopo la separazione; La donna ha riportato in precedenza lesioni gravi; Presenza in casa di armi facilmente raggiungibili; Il maltrattante ha minacciato familiari e amici della donna;

74 Garantire la riservatezza, entro i limiti stabiliti dalla legge; Sottolineare l importanza della certificazione medica e informarla sui termini della denuncia; Informare che la legge prevede l obbligo di denuncia per ufficiali ed esercenti pubblico servizio, nel caso di reati procedibili d ufficio; Nel caso in cui si prevede la denuncia d ufficio, discutere con la donne le possibili implicazioni, considerando prioritaria la sua sicurezza; Fornire tutte le informazioni relative ai servizi ed ai centri antiviolenza presso i quali può rivolgesi per ricevere aiuto.

75 Domandare alla donna cosa ha fatto per provocare la violenza; Giudicare le sue scelte e le sue azioni; Minimizzare la situazione di pericolo che lei racconta; Prendere delle scelte per lei (indurla a lasciare il marito, denunciarlo, ecc..);

76 La violenza subita non è colpa sua; Non c è mai nessuna giustificazione alla violenza ed è necessario condannarla sempre in modo esplicito; Credere alla donna quando esprime il suo bisogno di sicurezza; Il momento della separazione è quello che la espone ad una situazione di maggior rischio; Separarsi è una scelta difficile e coraggiosa, che va supportata se assunta come scelta consapevole.

77 COSA IMPARANO I BAMBINI E LE BAMBINE CHE ASSISTONO ALLA VIOLENZA IN FAMIGLIA?

78 LA VIOLENZA ASSISTITA Forma di abuso e fattore di rischio per i bambini

79 LA VIOLENZA ASSISTITA E qualsiasi forma di maltrattamento compiuto attraverso atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica su figure di riferimento o su altre figure affettivamente significative. Il minore può farne esperienza direttamente, indirettamente, e/o percependone gli effetti. Si include l assistere a violenze di minori su altri minori e/o su altri membri della famiglia e ad abbandoni e maltrattamenti ai danni di animali domestici.

80 COME SI SENTONO I BAMBINI CHE ASSISTONO ALLA VIOLENZA I bambini che vivono in famiglie dove si esercita violenza, subiscono danni e traumi che rimangono nel tempo con riflessi negativi per lo sviluppo psicofisico, nel medio e lungo termine; Possono essere coinvolti direttamente nelle violenze o indirettamente nel tentativo di proteggere la madre; A volte sono spettatori inermi e si sentono responsabili di ciò che accade. A cura di Pina Ferraro

81 Tutte le situazioni in cui il bambino assiste a violenza domestica possono essere considerate come un abuso psicologico al bambino un attacco concreto da parte dell adulto, nei confronti dello sviluppo del sé e della competenza sociale del bambino, una modalità comportamentale psicologicamente distruttiva

82 I bambini maschi che crescono in famiglie violente, da adulti, hanno una probabilità 1000 volte più alta di abusare delle partner rispetto a quelli che crescono in famiglie non violente. La violenza è un comportamento appreso e può essere disimparato

83 IMPORTANTE: Occorre agire con forza e, tutte insieme, per cambiare la cultura in noi e attorno a noi

84 Percorso iniziato nel 2004 (sottoscrizione del protocollo di intesa in data 31 gennaio 2008)

85 Partner del Progetto Comune di Catania Comune di Misterbianco: Assessorato Servizi Sociali Comune di Motta S. Anastasia: Assessorato Servizi Sociali Comune di Randazzo: Assessorato Servizi Sociali Facoltà di Scienze Politiche U.P.S. Provveditorato agli Studi Questura di Catania Comando Provinciale Carabinieri Azienda A.S.L. n. 3: Servizio di Psicologia Servizio di Neuropsichiatria Infantile Servizio Tutela Sanitaria Materno Infantile Servizio di Salute Mentale Assessorato Prov.le alle Politiche Scolastiche e pari Opportunità Procura della Repubblica Tribunale per i Minorenni Azienda Ospedaliera O.V.E. Ferrarotto S. Bambino Azienda Ospedaliera Cannizzaro Associazione Italiana Avvocati per la Famiglia e i Minori Associazione Le Onde Onlus Associazione Thamaia Onlus Cooperativa Sociale Marianela Garcia

86 Sviluppo della rete di distretto e modalità di gestione della rete/1: L azione di sistema prevista riguardava il potenziamento e l estensione della rete antiviolenza, nata con il progetto Urban di Catania e Misterbianco, con l inserimento del Comune di Motta S. Anastasia (D.S.S.16), e di altri comuni che ne facevano richiesta, attraverso un ciclo di seminari di formazione ad un gruppo di max 30 operatori/trici, di tutti i servizi coinvolti, che sono diventati, successivamente, referenti della Rete Antiviolenza del Distretto Socio Sanitario D16.

87 Sviluppo della rete di distretto e modalità di gestione della rete/2: I seminari avevano come obiettivo la costruzione di strumenti comuni per l analisi della violenza sulle donne e nella famiglia, lo scambio di informazioni ed esperienze tra gli operatori/trici di tutti i servizi coinvolti e che possono essere nodi di rete, nonchè la definizione di un protocollo comune sulle modalità di lavoro futuro della rete.

88 Gli incontri della rete antiviolenza, sono stati preceduti da una formazione ai referenti della rete stessa, realizzata da esperte sulle tematica Ciò ha consentito la costruzione di un linguaggio comune e condiviso da tutti/e gli/le operatori/trici rispetto al fenomeno della violenza di genere e alla metodologia di intervento. Inoltre gli incontri hanno favorivo la conoscenza reciproca e le attività svolte dal Centro antiviolenza Thamaia e la modalità di gestione della Casa Rifugio ad indirizzo segreto, prestando molta attenzione sulle professionalità di ciascuna operatrice analizzando specificatamente la metodologia di intervento utilizzata.

89 Gli incontri tra i partner hanno reso evidente che, al fine di individuare linee comuni di collaborazione e allo scopo di realizzare interventi integrati, si doveva cominciare ad usare una modalità comune di rilevazione della violenza alle donne all interno dei vari servizi. A tal fine è stata utilizzata una matrice di raccolta dei dati, utile a rilevare in ciascun ente, le attività espletate all interno di ogni Ente e quali, tra queste, potevano essere funzionali ad interventi di contrasto e prevenzione della violenza sulle donne.

90 La volontà unanime, espressa dai singoli referenti, di approfondire la conoscenza del fenomeno della violenza di genere e promuovere un efficace azione di sensibilizzazione, ha previsto la pianificazione e la programmazione congiunta di cicli seminariali per estendere la sensibilizzazione ad altri/e operatori/trici degli enti coinvolti. Oltre ai seminari, sono state realizzate due iniziative destinate esclusivamente ai partner referenti, che hanno affrontato il fenomeno della violenza sulle donne con riferimento a tematiche psico-sociali e legaligiudiziarie.

91 La necessita di condividere gli obiettivi/2 Gli incontri hanno avuto ad oggetto, anche la definizione della collaborazione dei soggetti della Rete, rispetto agli ingressi presso la struttura di ospitalità ad indirizzo segreto, allo scopo di far emergere le linee di collaborazione attuabili. Ciò ha messo in evidenza la necessità di una stabile e consolidata prassi operativa con i Servizi sociali comunali, direttamente coinvolti nella definizione e messa in atto dei percorsi progettuali di fuori uscita dalla violenza, che vedono protagoniste le donne prese in carico ed i loro eventuali figli minori. Così è emersa la necessita, evidenziata dai referenti all unanimità, di realizzare singoli incontri di sensibilizzazione, relativi alla tematica della violenza di genere, presso le sedi istituzionali dei Servizi aderenti alla Rete antiviolenza.

92 L INFORMAZIONE/1 Una importante attività, svolta durante tutto il periodo degli incontri con la rete antiviolenza è stata l attività di informazione. Tutti/e i/le referenti/e sono state informate, di volta in volta, delle novità locali, regionali e nazionali, in tema di politiche di contrasto al fenomeno della violenza di genere e di interventi attuati in altri contesti (ad esempio il Progetto Arianna, che ha previsto l attivazione di un call center nazionale ), al servizio delle donne vittime di violenza, e l avvio di specifiche attività volte a costruire reti locali all interno di alcuni territori pilota, in ambito nazionale.

93 L INFORMAZIONE/2 Inoltre, gli incontri di rete hanno reso possibile la costante informazione sulla mappatura aggiornata dei servizi e delle realtà del terzo settore operanti nel distretto socio-sanitario D16 Infine, i referenti della rete, sono stati compiutamente informati sull andamento dei rapporti tra i Centri aderenti alla rete antiviolenza nazionale e il Ministero delle Pari Opportunità e della Sanità, con il quale si è instaurato un confronto periodico sulla problematica della violenza di genere, sugli interventi attuabili ed il reperimento di nuovi fondi di finanziamento.

94 OBIETTIVI RAGGIUNTI E PROPOSTE In definitiva, gli incontri di rete, hanno creato una fitta rete di collaborazione tra i partner che, avendo avuto modo di confrontarsi e, a volte scontrarsi, su modalità operative differenti e a volte in apparente contrasto tra loro, hanno facilitato la creazione di un linguaggio comune e una sicura base operativa su cui poggiare le progettualità future, nel pieno rispetto delle reciproche autonomie.

95 PROGETTO INTERNAZIONALE Wosafejus: Perché lei non denuncia? Capire e migliorare la sicurezza e il diritto delle donne alla giustizia

96 Implementazione della rete antiviolenza La messa in opera del progetto internazionale sul territorio catanese ha consentito la ripresa dell attività della rete antiviolenza che, stimolati e, supportati dall attività di formazione e informazione prevista dal progetto (anche con partner stranieri), ha pianificato delle azioni congiunti e costruito un percorso condiviso di attività a breve, medio e lungo termine.

97 CONCLUSIONI Il lavoro di rete è un percorso e come tale necessita della volontà di essere percorso e, soprattutto, necessita della volontà istituzionale degli enti coinvolti a renderlo operativo, consentendo la costante partecipazione dei referenti agli incontri, ai seminari e, non da ultimo, rendendosi disponibili ad una progettazione condivisa e alla costruzione di un linguaggio comune che permetta alla donna ed ai minori vittime di violenza, di sentirsi sorretti da una rete fatta di persone prima di ogni altra cosa.

98 L informazione e la conoscenza approfondita delle normative e delle politiche di parità e di genere sono il primo passo per il cambiamento grazie

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