Aumenta l'uso delle droghe leggere Ma tra i giovani è allarme cocaina

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1 SCUOLA & GIOVANI I dati del Viminale raccolti sul lungo periodo: dal 1991 al 2006 Cambia l'identikit: non più emarginati, ma integrati e istruiti Aumenta l'uso delle droghe leggere Ma tra i giovani è allarme cocaina di TULLIA FABIANI ROMA - L'uso è occasionale ma in crescita vertiginosa negli ultimi anni: hashish e marijuana le sostanze preferite dai minorenni e da loro più utilizzate. E mentre, tra i giovani in genere, le tossicodipendenze da eroina diminuiscono, quelle da cocaina sono triplicate. Cambiamenti significativi che riguardano anche l'immagine sociale e il profilo del consumatore: non più il ragazzo emarginato, disoccupato, e con un basso tasso di scolarità. Ma ragazzi istruiti, integrati, benestanti, che assumono droga per divertirsi. A offrire una accurata analisi del fenomeno e un preciso elenco di dati è il rapporto del ministero dell'interno sul consumo di droghe tra le persone segnalate ai prefetti per detenzione di sostanze stupefacenti a uso personale. La ricerca interessa un lungo periodo che va dal 1991 al 2006, in altri termini da quando sono stati istituiti i Nuclei operativi per le tossicodipendenze (Not) delle Prefetture, fino all'entrata in vigore della legge 49/06 (Fini-Giovanardi). Una normativa che ha modificato alcuni procedimenti relativi alle sanzioni e di conseguenza le possibilità di intervento dei Not. Le conseguenze della Fini-Giovanardi. "Prima si poteva proporre un percorso terapeutico e sospendere la sanzione - spiegano i curatori del rapporto, impiegati presso l'ufficio della documentazione generale -, ora con la legge 49 la sanzione viene data comunque a priori ed è prevista solo successivamente una possibile revoca. Il provvedimento però è meno efficace: per i

2 ragazzi infatti il rapporto con i Not aveva un'importanza fondamentale come primo approccio. Molti giovani - continuano i funzionari del ministero - non si rendono neppure conto di quello che hanno fatto e perché. Perciò il colloquio con gli assistenti sociali e il percorso di terapia erano a volte l'unica occasione per prendere coscienza delle loro azioni". I numeri delle segnalazioni. In quindici anni il numero delle persone segnalate ai prefetti dalle forze dell'ordine è stato di : oltre l'80 per cento dei segnalati risulta avere un solo avviso, il 20 per cento invece è plurisegnalato. Nella maggior parte dei casi si tratta di uomini (il 93 per cento circa), con un'età media di 24 anni. I minorenni sono circa ragazzi, pari al 9 per cento. Per quel che riguarda le sostanze, quella dei cannabinoidi rimane la più segnalata e la percentuale dei consumatori è quasi raddoppiata: dal 42 per cento del 1991 al 74 per cento nel 2006 Hashish e marijuana sono le sostanze più utilizzate dai minorenni. Il numero delle segnalazioni, tra i ragazzi fino a 14 anni e tra i 15 ed i 17, è cresciuto costantemente fino al 2000, poi a partire dal 2001 la percentuale è leggermente diminuita fino al Anche se il trend è rimasto in aumento dal 1991 fino a oggi. Sull'uso di eroina invece il dato indica una riduzione drastica: dal 50 per cento del '91 all'8 per cento del Triplicano però le segnalazioni per cocaina: dal 5 per cento del '91 al 14 per cento del E se anfetamine e Lsd restano stabili (dal 2000 la media è ferma allo 0,20), aumenta il consumo di ecstasy e di sostanze analoghe: dallo 0,13 per cento allo 0,65 per cento con punte del 2 per cento tra il 1995 e il '96. Ma nell'analisi del consumo di droghe emerge anche un elemento geografico: a partire dal 2004 sono aumentate le segnalazioni al Sud, probabilmente perché - si legge nel rapporto - alcune regioni dell'italia meridionale sono divenute, nel tempo, il crocevia per la rotte del narcotraffico. Cambia l'identikit del tossicodipendente. Se cambiano le tipologie di tossicodipendenze, cambia anche il profilo del consumatore: secondo il rapporto alla figura cristallizzata dell'eroinomane emarginato, disoccupato e a volte con un basso livello di scolarità si è sostituita una figura sociale diversa. In molti casi infatti i giovani che fanno uso di sostanze stupefacenti risultano persone socialmente integrate, con un buon livello di istruzione, che scelgono di consumare droga per divertirsi, spesso associandola all'alcol. Inoltre, dalle ricerche realizzate dai Nuclei operativi di alcune Prefetture, tra il 2000 ed il 2006, risulta che il 98 per cento circa delle persone segnalate sono italiane, in gran parte celibi o nubili, e vivono ancora in famiglia. E in media sono istruite e impiegate: il 30 per cento ha un diploma di scuola superiore, la maggioranza risulta lavorare regolarmente, e i disoccupati sono appena l'8 per cento. "Il punto è che purtroppo non si percepisce la pericolosità dell'uso e non è ritenuta una cosa socialmente riprovevole, anzi - osservano i curatori - i mutamenti del consumo indicano un radicamento del problema a più livelli socio culturali e la diffusione impressionante del fenomeno". Lo dimostra, tra l'altro, l'età della prima assunzione: più della metà delle persone segnalate dichiara di avere iniziato a consumare sostanze stupefacenti da adolescenti, tra i 14 ed i 18 anni, e più di un terzo del totale dei segnalati riferisce di assumere contemporaneamente alcool e droghe. Ma senza aver mai avuto (nel 70 per cento dei casi) un contatto con i servizi di recupero della tossicodipendenza. "Senza rendersi conto quindi di avere un problema", dicono i ricercatori. (1 febbraio 2008)

3 Allarme per i dati Istat sul consumo di alcol in Italia: sale la percentuale dell'uso tra i minori. Alle donne più istruite, il primato del consumo Sale il numero di baby bevitori tra i giovani l'alcol è una moda ROMA - Gli italiani consumano alcol con moderazione, è un'abitudine culturale. Ma solo quando si parla di vino. Secondo i dati della ricerca "L'uso e l'abuso di alcol in Italia" realizzata dall'istat e resa nota oggi, i problemi sorgono quando ci si avvicina alla fascia d'età compresa tra gli 11 e i 15 anni, e si parla di super alcolici. La percentuale di giovani consumatori di alcol con alta gradazione infatti è salita di ben 4 punti percentuali rispetto ad una rilevazione analoga effettuata nel Un dato che stupisce considerando che la vendita di queste bevande è consentita solo a persone che abbiano già compiuto i 16 anni. Ma c'è di più, perché oltre alla bottiglia, si stanno diffondendo i bicchieri. Arrivata dagli Stati Uniti, si sta rapidamente diffondendo la moda del "Binge drinking", ovvero l'abitudine di consumare nella stessa serata o occasione conviviale, un elevato e consecutivo numero di bicchieri di misture alcoliche, mai inferiore a sei. Un modo di fare che ha contagiato i più giovani, almeno fino ai 24 anni, perché poi il tasso alcolico decresce bruscamente. Le regioni più colpite dall'alcolismo, se così si può chiamare, giovanile, sono quelle dell'italia Nord Orientale come Friuli Venezia Giulia, Tentino Alto Adige e Veneto. Ad influenzare i ragazzi nell'abitudine del bere il primo posto è occupato dalle famiglie. La percentuale dei giovani consumatori di alcol raggiunge picchi del 32% quando in famiglia c'è anche uno solo dei due genitori abituato ad un consumo anche moderato, ma costante, di alcol. Ed è alto anche il numero dei minorenni che bevono fuori pasto, probabilmente per aumentare l'effetto di stordimento o di euforia dato dal bere a stomaco vuoto. Un elemento interessante è che il consumatore più assiduo di alcol, rientra non nella fascia dei giovani, ma in quella delle donne, soprattutto se con un grado di istruzione alto, ovvero la laurea. Tra le meno istruite, ovvero al massimo con la licenza elementare, la percentuale è del 46,1%, tra le post universitarie sale al 73,8%. Solo tra i minori la percentuale si inverte con l'82,1% degli "uomini" di 11 anni e più che beve, contro un 58,1% di "donne". A fare da corollario il dato che ci vede rientrare appieno nella media europea dei bevitori. (20 aprile 2006)

4 La commissione bicamerale per l'infanzia ha lanciato l'allarme. Nel Paese sono a rischio 5 milioni di persone tra i 14 e gli 80 anni Un milione di giovani alcolisti Il primo bicchiere a 12 anni di GIOVANNI GAGLIARDI ROMA - Cinque milioni di italiani a rischio alcolismo. Un vera e propria piaga sociale dimenticata, che si estende sempre di più a giovani e giovanissimi. L'allarme viene dall'onorevole Maria Burani Procaccini, di Fi, presidente della commissione bicamerale Infanzia. L'allarme. Sarebbero un milione i giovani italiani alcolizzati, almeno 250 mila (ma la stima è sicuramente al ribasso) appartiene alla fascia d'età tra i 14 ed i 18 anni. "Le dipendenze da alcol e quelle correlate ad uso di sostanze stupefacenti - spiega l'onorevole - rappresentano una quota enorme nel disagio del Paese: se si pensa che l'approdo di 250mila giovanissimi verso la vita è segnato da un'incipienza di manifestazioni cliniche e psichiatriche derivanti dall'abuso di alcol, il campanello d'allarme suona nella sua gravità". I Sert. Le cifre sono state ottenute incrociando i dati dei Sert di Pescara, Perugia e Cosenza e confrontandoli con altre strutture, in particolare di Roma, Milano e Torino. Sviluppandoli su scala nazionale si ottiene la cifra di 5 milioni di persone, tra i 14 e gli 80 anni a rischio. Anzi per 3 milioni di persone si può parlare di alcolismo vero e proprio, mentre 2 milioni sono le persone al limite, "border line", dice il rapporto. Adolescenti. La ricerca mette in luce aspetti preoccupanti: il primo bicchiere si beve a anni. I 250 mila adolescenti alcolizzati, ma in realtà potrebbero essere molti di più, di cui parla lo studio, almeno 3 volte la settimana fanno un uso straordinario di alcol, consumando l'equivalente di tre bottiglie di vino, in particolare da venerdì a domenica. "Birra, aperitivi alcolici, superalcolici e bevande zuccherate ad alto contenuto alcolico - dice l'onorevole Burani Procaccini - sono le bevande più utilizzate: non è un caso che il vino italiano, buono e salutare in dosi moderate, sia completamente ignorato" Malattie. E nell'ultimo quinquennio sono aumentate del 150% le malattie del fegato nella fascia d'età tra i 14 e i 25 anni. "Leggendo i dati eziopatogenetici di grandi e piccole città si scopre che epatite e cirrosi sono in forte aumento fra gli adolescenti ed i ragazzi", aggiunge la presidente che ricordato, inoltre, come

5 siano circa 30mila le persone che "muoiono ogni anno per incidenti stradali causati da alcool". Il documento. Insomma cifre di fronte alla quali i parlamentari di maggioranza e opposizione della commissione Infanzia, non intendono stare con le mani in mano e nell'ufficio di presidenza non si nasconde l'intenzione di licenziare un documento unitario entro la fine della legislatura che possa essere letto come dichiarazione di intenti dalla conferenza Stato Regioni. "Non è possibile non intervenire congiuntamente - conclude l'onorevole Maria Burani Procaccini - per mettere mano ad un problema che inizia ad essere devastante". (31 ottobre 2005)

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