Il disagio economico delle famiglie

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1 delle famiglie Cristina Freguja Dirigente Servizio Condizioni economiche delle famiglie Cagliari, 17 settembre 2010

2 Gli indicatori di deprivazione materiale L indagine reddito e condizioni di vita EU-SILC unisce alla misura delle diverse fonti di reddito individuale e familiare, indicatori di deprivazione materiale Alle famiglie viene chiesto, per esempio, se riescono ad affrontare spese impreviste di un certo ammontare; hanno avuto difficoltà ad arrivare alla fine del mese; non hanno avuto il denaro per acquistare cibo, medicine, vestiti (variabili italiane) o alcuni beni durevoli (PC TV; lavatrice, ecc) non hanno potuto fare le vacanze per motivi economici L indagine permette di calcolare anche indicatori di natura longitudinale

3 Indicatore europeo di deprivazione Percentuale di famiglie che presentano almeno tre deprivazioni tra le seguenti nove: i) non riuscire a sostenere spese impreviste, ii) non potersi permettere una settimana di ferie in un anno lontano da casa, iii) avere arretrati (mutuo o affitto o bollette o debiti diversi dal mutuo), iv) non potersi permettere un pasto adeguato almeno ogni due giorni, v) non potersi permettere di riscaldare adeguatamente l'abitazione, non potersi permettere: vi) la lavatrice, vii) la TV a colori, viii) il telefono, ix) l automobile

4 L impatto della crisi sugli indicatori di deprivazione La crisi economica del biennio è stata definita la più grave dal secondo dopoguerra tra il 2007 e il 2008 era cresciuta la quota di famiglie in situazioni di disagio (alla fine del mese con molta difficoltà, in arretrato nel pagamento delle bollette, senza denaro per l acquisto di abiti necessari, per le spese per i trasporti e il pagamento del mutuo) nel 2008 le famiglie che percepivano la propria situazione economica peggiorata rispetto al 2007, anche a causa degli elevati livelli di inflazione, erano il 54,5% contro il 41% del 2007 (Multiscopo). tuttavia, nel 2009, il 15,3% delle famiglie presenta tre o più categorie di deprivazione, senza variazioni statisticamente significative rispetto ai due anni precedenti. l indicatore sintetico è più elevato tra le famiglie con 5 componenti o più (25,5%), residenti nel Sud e nelle Isole (25,3%), con tre o più minori (29,4%) e tra chi vive in affitto (31,4%).

5 Gli indicatori in peggioramento anno 2009 Cresce la percentuale di famiglie che non saprebbero far fronte a spese impreviste (dal 32 al 33,4%) con debiti diversi dal mutuo (dal 14,8 al 16,4%); in particolare, tra quelle del Centro e del Nord, e quelle che sono state in arretrato con debiti diversi dal mutuo (dal 10,5 al 13,6% di quelle che hanno debiti) le famiglie nel Centro che non possono permettersi una settimana di vacanza (da 36,7 al 39,6%, contro il 35,6 % del 2007) e, nel Nord, che almeno una volta nel corso dell anno non hanno avuto soldi per acquistare cibo (dal 4,4 al 5,3%, contro un valore del 4,1% del 2007) Sebbene i prezzi al consumo del gas e dei combustibili liquidi siano diminuiti, resta stabile anche rispetto al 2007 la quota di famiglie che non possono permettersi di riscaldare l abitazione (10,7%) e di quelle che hanno avuto difficoltà a pagare le spese per i trasporti (8,7%, valore superiore a quello registrato nel 2007, pari a 7,3%)

6 Gli indicatori che migliorano anno 2009 Diminuisce la percentuale di famiglie in arretrato con il pagamento del mutuo (dal 7,6 al 6,4% sul totale delle famiglie che hanno un mutuo, mantenendosi a livelli più alti rispetto al 2007), anche grazie alla riduzione dei tassi di interesse, in arretrato con il pagamento dell affitto (dal 14,0 al 12,5% del totale delle famiglie in affitto, contro il 13,8% del 2007). che dichiarano di arrivare alla fine del mese con molta difficoltà (dal 17,3 al 15,5% valore quest ultimo non statisticamente differente da quello del 2007) e quelle in arretrato con il pagamento delle bollette (dal 12,0 al 9,3%, riportandosi a un valore analogo a due anni prima) coerentemente con la diminuzione dei prezzi al consumo dell energia elettrica. che ritengono le spese per la casa un carico pesante (dal 52,2 al 48%, contro il 49,5% del 2007), ma anche quelle che hanno avuto difficoltà ad acquistare gli abiti necessari (da 18,5 a 17,1%, valore quest ultimo che non presenta variazioni statisticamente significative rispetto al 2007 ). alla fine del 2009, dunque, gli indicatori di deprivazione non presentano un quadro in marcato peggioramento e alcuni di essi risentono della favorevole dinamica delle retribuzioni e della bassa inflazione.

7 Povertà relativa e assoluta si mantengono stabili con qualche sommovimento Nel 2009 l incidenza di povertà relativa (10,8%) e povertà assoluta restano stabili (4,7%) e nel Mezzogiorno si confermano i livelli di incidenza del 2008 aumentati rispetto all anno precedente (relativa 22,7%) (assoluta 7,7%). Tra il 2008 e il 2009 si registra però: un aumento del valore dell intensità della povertà assoluta nel Mezzogiorno (dal 17,3% al 18,8%), dovuto al fatto che il numero di famiglie assolutamente povere è rimasto pressoché identico, ma le loro condizioni medie sono peggiorate, e un aumento dell incidenza di povertà assoluta tra le famiglie con persona di riferimento operaio, (dal 5,9% al 6,9%); una diminuzione, a livello nazionale, tra le famiglie con a capo un lavoratore in proprio (dall 11,2% all 8,7% per la povertà relativa, dal 4,5% al 3,0% per l assoluta), ma per effetto di un aumento del peso, tra le famiglie di lavoratori in proprio di quelle residenti nel Nord.

8 Perché gli indicatori di disagio non sono aumentati drammaticamente? La crisi ha colpito maggiormente chi contribuiva di meno al reddito familiare: i figli, soprattutto quelli che vivevano in famiglie con almeno due percettori di reddito, limitando gli effetti della crisi sulle famiglie - perdita di occupazione tra figli fino a 34 anni : -332 mila unità - perdita di occupazione tra i genitori : - 98 mila unità il 58,3% dei 300 mila cassintegrati è genitore e solo il 16% è figlio Contributo al reddito familiare in media: figli : 28,3% padri : 50,6% La quota di famiglie che nel 2009 entrano in situazioni di disagio, passano dal 12,1% per quelle in cui a perdere il lavoro sia stato un figlio, al 14,7% per quelle con almeno un componente entrato in cassa integrazione, fino al 17% per le famiglie in cui a perdere il lavoro è stato un genitore.

9 La crisi ha colpito soprattutto chi era già deprivato La perdita del lavoro e il passaggio alla cassa integrazione hanno solo in parte contribuito all entrata di una quota di famiglie in situazioni di deprivazione Il 60 per cento del complesso delle famiglie che risultano deprivate del 2009 erano già tali nel 2008 La perdita del lavoro del padre si verifica nel 72% dei casi in famiglie già deprivate. Le percentuali scendono, ma restano elevate, nei casi in cui la perdita del lavoro colpisce la madre (55%) o il figlio (53%); è pari al 33% nel caso in cui un membro delle famiglia sia entrato in cassa integrazione

10 Un impatto mitigato dagli ammortizzatori sociali Il ricorso alla cassa integrazione guadagni ha contribuito a tutelare una parte delle famiglie con figli dalla contrazione di reddito generata dalla perdita di occupazione di uno dei genitori, riducendo il rischio di incappare in situazioni di grave disagio. La famiglia ha svolto il consueto ruolo di ammortizzatore sociale, sopportando il peso della perdita di occupazione o del mancato ingresso nel mercato del lavoro dei figli L azione congiunta dei due tradizionali ammortizzatori sociali italiani hanno dunque evitato che l impatto della crisi sulla situazione economica delle famiglie fosse ancora più dirompente, riflettendosi in aumento di povertà e deprivazione Almeno per il momento..

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