Indagine trimestrale sulla congiuntura Panel delle aziende agricole III trimestre 2010 n. 1/10 Novembre 2010

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1 Indagine trimestrale sulla congiuntura Panel delle aziende agricole n. 1/10 Novembre LA CONGIUNTURA DELL AGRICOLTURA ITALIANA... 1 Focus sulla congiuntura PRODUZIONE COSTI MERCATO OCCUPAZIONE SITUAZIONE DEGLI AFFARI DELL AZIENDA SITUAZIONE DEL SETTORE E DELL ECONOMIA NAZIONALE APPROFONDIMENTO TRIMESTRALE... 9 METODOLOGIA LA CONGIUNTURA DELL AGRICOLTURA ITALIANA Andamento dei settori in base alla percezione degli operatori - () Indice sintetico (*) -0,46-0,42-0,38-0,31-0,31-0,25 All. animali da latte All. animali da carne Olio (*) L indice sintetico, attraverso un apposito algoritmo, sintetizza i pareri espressi dagli operatori del Panel. Il suo campo di variazione è compreso tra -1 e +1. L analisi di tutte le variabili esplorate nel corso dell indagine è stata condotta a mezzo di detto indice, salvo dove diversamente specificato. Per approfondimenti cfr. la nota metodologica in calce. Posizionamento dei settori rispetto al totale agricoltura All. animali da carne III trim vs II trim Totale Agricoltura = All. animali da latte Olio Focus sulla La congiuntura agricola, nel terzo trimestre dell anno, si è rivelata complessivamente negativa. Rispetto allo scorso trimestre, tuttavia, migliora la congiuntura del settore vitivinicolo, degli allevamenti di animali da carne e delle coltivazioni legnose, mentre peggiora quella della zootecnia da latte, dell olivicoltura da olio e delle erbacee. Questo lo scenario che emerge dall indagine qualitativa condotta presso il Panel Ismea delle aziende agricole nel mese di L evoluzione delle colture in campo e delle produzioni zootecniche, nel trimestre, non si è rivelata in genere positiva, eccetto che nel settore zootecnico dove è risultata allineata alle attese del periodo. D altronde, in generale la produzione complessivamente realizzata dall inizio dell anno sino al terzo trimestre è stata giudicata in fles- 1 1

2 sione rispetto a quella del periodo corrispondente dello scorso anno. Sul calo produttivo hanno principalmente inciso le avversità climatiche e l alternanza produttiva. Ciononostante le attese per la produzione dell intera annata agraria si sono rivelate meno Nel trimestre, poi, le spese totali per l acquisto di mezzi correnti di produzione non hanno subito sostanziali variazioni rispetto al trimestre precedente. Per l ultimo trimestre dell anno invece le aziende temono il rincaro generalizzato dei prezzi che, in base alle loro opinioni, colpirà in misura maggiore la voce relativa a carburanti e combustibili e quella relativa all energia L andamento del mercato, a seguito della flessione delle quantità prodotte e quindi commercializzate e a causa dell evoluzione congiunturale negativa dei prezzi della maggioranza dei prodotti agricoli, è stato anch esso Stazionaria l occupazione. I pochi segnali positivi nel trimestre, per ovvie ragioni stagionali, sono stati riscontrati nel settore vitivinicolo e hanno interessato la categoria degli Complessivamente negativa la situazione degli affari correnti delle aziende. Nel contesto si staglia la posizione delle aziende vitivinicole, in quanto meno negativa, e quella delle aziende olivicole, in quanto la più Dalla considerazione congiunta dei pareri espressi dagli operatori sull andamento dell economia e delle loro attese circa l andamento dell economia nei prossimi tre mesi e tenendo inoltre in conto i loro giudizi sull andamento complessivo del settore agricolo nazionale, emerge che in un contesto diffusamente negativo le aziende vitivinicole sono quelle che vantano un sentiment meno L approfondimento trimestrale dedicato all evoluzione colturale di agrumi, olive da olio e vite da vino, ha messo in risalto uno scenario complessivamente negativo per l agrumicoltura italiana e meno critico per i comparti nazionali delle olive e della vite. Pressoché stazionario invece l andamento del mercato di mais, semi oleosi e riso. (andamento indice sintetico) -0,70 * (andamento indice sintetico) -0,70 (*) Eccetto l olivo da olio e la vite da vino. Olio d oliva (andamento indice sintetico) -0,70 III '09 IV I '10 II III Andamento settore () Andamento settore (Totale) Andamento economia () Andamento economia (Totale) Attese economia () Attese economia (Totale) III '09 IV I '10 II III Andamento settore () Andamento settore (totale) Andamento economia () Andamento economia (Totale) Attese economia () Attese economia (Totale) III '09 IV I '10 II III Andamento settore (Olio d'oliva) Andamento settore (Totale) Andamento economia (Olio d'oliva) Andamento economia (Totale) Attese economia (Olio d'oliva) 2 2

3 (andamento indice sintetico) -0,70 Allevamenti animali da carne (andamento indice sintetico) -0,70 Allevamenti animali da latte (andamento indice sintetico) 0,10-0,70 III '09 IV I '10 II III Andamento settore () Andamento settore (Totale) Andamento economia () Andamento economia (Totale) Attese economia () Attese economia (Totale) III '09 IV I '10 II III Andamento settore (Anim.da carne) Andamento settore (Totale) Andamento economia (Anim.da carne) Andamento economia (Totale) Attese economia (Anim.da carne) Attese economia (Totale) III '09 IV I '10 II III Andamento settore (Anim.da latte) Andamento settore (Totale) Andamento economia (Anim.da latte) Andamento economia (Totale) Attese economia (Anim.da latte) Attese economia (Totale) 1.1. Produzione La produzione agricola nel terzo trimestre dell anno non è stata valutata positivamente dagli operatori del Panel Ismea. In dettaglio, nel terzo trimestre, la quasi totalità delle aziende zootecniche ed erbacee interpellate non ha apportato modifiche ai propri piani colturali/produttivi 1. Nei pochi casi affermativi, gli operatori hanno asserito di avere adottato delle modifiche a seguito dei cambiamenti ravvisati nelle prospettive di mercato o dell aumento dei costi di produzione. L evoluzione trimestrale delle produzioni e, nel caso delle colture ancora in campo, delle varie fasi vegetative, in base al valore assunto dall indice sintetico (-0,16), non è risultata appieno allineata alle attese per il periodo (Fig. 1). Rispetto alla situazione generale complessiva, l evoluzione è apparsa relativamente migliore nel settore zootecnico, in quello vitivinicolo e dell olio d oliva; allineata con quella generale, l evoluzione delle coltivazioni legnose; meno brillante invece quella delle erbacee. Le ragioni di un evoluzione al di sotto delle attese sono state indicate generalmente nell andamento climatico avverso e, nel caso degli allevamenti, nel minor impiego di mezzi correnti di produzione per capo. In volume, la produzione complessiva delle aziende dall inizio dell anno fino al terzo trimestre è risultata lievemente in flessione rispetto a quella del periodo corrispondente dell anno precedente (indice sintetico: -0,12). La flessione è risultata più contenuta nel caso degli allevamenti di animali da latte; più marcata invece nel settore delle erbacee (Fig. 2). Coerentemente con lo scenario fin qui descritto, le attese degli operatori, al mese di settembre, sui volumi produttivi dell intera annata agraria, hanno indicato dei livelli lievemente inferiori a quelli della scorsa annata (Fig. 3) eccetto che nel caso del vino, dove le attese sono risultate lievemente superiori, e in quello dell olio, dove è stato confermato il livello dell annata precedente. Tra quanti in generale si sono espressi per la flessione, questa, su base annua, dovrebbe essere compresa tra una quota del 10-30%. In termini congiunturali, le aziende impegnate nelle coltivazioni erbacee prevedono per l ultimo trimestre dell anno, in rapporto al terzo, una flessione delle rese colturali (indice sintetico: -0,12), mentre le consegne per la macellazione e la pro- 1 Questo aspetto viene esplorato solo in riferimento ai settori delle erbacee e di allevamento, caratterizzati da un calendario produttivo continuo nel corso dei quattro trimestri dell anno. 3 3

4 duzione di latte non dovrebbero subire variazioni significative (indice sintetico, rispettivamente: - 0,05; +0,02). Fig. 3 - Attese di produzione* per l intera annata agraria (al ) Fig. 1 - Evoluzione delle coltivazioni/produzioni nel -0,06-0,02 Animali da latte -0,16-0,03 Animali da carne -0,07 Animali da latte 0,12-0,04 Animali da carne 0,03 Olio d'oliva -0,13 Olio d'oliva -0,14-0,23-0,16-1,00-0,80 Fig. 2 - Produzione effettiva* cumulata (al ) -0,12-0,17-0,04-0,07-0,07-1,00-0,80 Animali da latte Animali da carne Olio d'oliva (*) Nel caso delle aziende di allevamento di animali da carne, si parla di consegne complessive per la macellazione. -1,00-0,80 0,20 0,40 (*) Nel caso delle aziende di allevamento di animali da carne, si parla di consegne complessive per la macellazione Costi Le spese aziendali complessive sostenute dalle aziende per l acquisto di mezzi correnti di produzione, nel trimestre analizzato rispetto al trimestre precedente, non hanno subito variazioni rilevanti. Solo nel caso delle vitivinicole è stata indicata una dinamica in aumento, riconducibile sostanzialmente a fattori stagionali (Fig. 4). In questo caso, infatti, in concomitanza col periodo di raccolta e vendemmia, l incremento delle spese è da ricondurre all acquisto del materiale di imballaggio, di bottiglie e tappi, nonché anche al maggior consumo di carburante ed energia. Per il prossimo trimestre, gli operatori di tutti i settori si attendono un incremento generalizzato dei prezzi dei mezzi correnti di produzione, che colpirà in misura maggiore la voce relativa a carburanti e combustibili e quella relativa all energia elettrica. Nei settori delle coltivazioni è anche paventato l incremento dei prezzi dei concimi, mentre in quello degli allevamenti il prezzo dei mangimi, dei foraggi e dei fitosanitari. Nel trimestre, inoltre, il 16% degli operatori del panel ha sostenuto delle spese per il ricorso a servizi di contoterzismo (Fig. 5). A livello settoriale, la diffusione di servizi di contoterzismo è risultata più contenuta presso le aziende del settore degli allevamenti di animali da carne, dell olio d oliva, del vino e delle legnose; più elevata invece nel settore degli allevamenti di animali da latte e delle erbacee. 4 4

5 Fig. 4 - Spese totali per l acquisto di mezzi correnti ( vs II trimestre 2010) Fig. 5 - Aziende che hanno fatto ricorso a servizi di contoterzismo (%) (III trimestre) -0,01-0, Mercato 0,03 0,08 0,05 0,20 0,20 0,40 8% 7% 13% 12% 16% 20% 22% 0% 10% 20% 30% Animali da latte Animali da carne Olio d'oliva Animali da latte Animali da carne Olio d'oliva Per la ricognizione delle dinamiche congiunturali del mercato, innanzitutto si è fatto assegnamento sull andamento della domanda di prodotti agricoli, come percepita dagli operatori del Panel. Sul mercato nazionale, la domanda è stata giudicata lievemente inferiore al livello considerato normale per il periodo. Questo il risultato che emerge in base all indice sintetico che, negativo ma non elevato (-0,16), sintetizza una prevalenza di pareri di normalità e, tra i rimanenti, uno sbilanciamento su giudizi negativi. Nel dettaglio dei settori, rispetto al dato medio, non si sono osservati scostamenti rilevanti tranne che nel settore dell olio d oliva dove sono risultati più diffusi i pareri negativi (indice: -0,21). Circa l andamento della domanda estera si fa subito presente che la stragrande maggioranza delle aziende interpellate (86%) ha dichiarato di non essere informata al riguardo. Sulla scorta quindi delle risposte della quota residuale di operatori, è emerso che il livello della domanda estera è risultato lievemente migliore di quello atteso per il periodo, specie per i prodotti delle coltivazioni legnose e di quelli zootecnici degli allevamenti di animali da latte; solo nel caso dell olio d oliva esso è risultato inferiore alle attese. L elevata quota di aziende non informate sull andamento del mercato estero attesta che l orientamento quasi esclusivo della commercializzazione dei prodotti agricoli nazionali sul mercato interno non scaturisce da una valutazione di opportunità che tiene conto di tutte le possibili potenzialità di sviluppo commerciale, bensì dalla reiterata allocazione delle produzioni attraverso i consueti canali di sbocco. Invero, il 91% delle aziende intervistate ha dichiarato che per la commercializzazione dei propri prodotti si rivolge esclusivamente al mercato nazionale; un 8,5% sia al mercato nazionale che estero; appena uno 0,5% solo al mercato estero. Fermo restando quindi il forte orientamento al mercato interno, per l analisi dell andamento della commercializzazione va inoltre tenuto presente che in ambito agricolo sovente si ricorre alla pratica del conferimento a cooperative/associazioni/ organizzazioni/consorzi. Tra gli operatori del Panel questa modalità di commercializzazione risulta diffusa nella misura del 45%, quota questa composta da un 35% di aziende che conferisce il 100% delle proprie produzioni e da un altro 10% di aziende che ricorre ad una formula mista di conferimento e vendita. A livello settoriale, il fenomeno cresce di importanza nel settore zootecnico da latte e in quello delle coltivazioni erbacee (nel primo caso, il 68% degli operatori conferisce la totalità della produzione, nel secondo il 40%). Delineate alcune delle caratteristiche fondamentali della commercializzazione delle produzioni agricole, in questo terzo trimestre dell anno - in base ai pareri espressi dagli operatori interpellati - il mercato, in termini di quantità commercializzate e di prezzi di vendita, non è andato bene. Infatti, dal confronto delle quantità commercializzate (vendute/conferite) nel trimestre rispetto ai volumi del trimestre corrispondente del 2009, e dall analisi dell evoluzione dei prezzi rispetto al trimestre appena precedente, emerge uno scenario in peggioramento su entrambi i fronti. In dettaglio, nell ambito delle erbacee, a fronte della flessione che ha interessato in modo particolare il prezzo e le quantità del pomodoro da industria e i volumi del pomodoro da mensa, l andamento del mercato delle altre produzioni (cereali, piante in- 5 5

6 dustriali, patate, fiori e foraggi) è risultato meno problematico, caratterizzato sì da una contrazione delle quantità ma allo stesso tempo da un andamento dei prezzi abbastanza stabile (l indice sintetico in questo caso è infatti risultato prossimo a zero - Fig. 6). Anche negli altri settori è prevalso un andamento del mercato negativo, salvo poche eccezioni, come nel caso delle quantità commercializzate di olio e vino confezionato e dell uva da vino (l indice ha messo in risalto una situazione pressoché invariata rispetto allo scorso anno) e come anche nel caso dei prodotti della zootecnia da latte, caratterizzati generalmente da dinamiche in aumento sia sul fronte delle quantità sia su quello dei prezzi di vendita (Figg. 7-10). In quest ultimo caso, la migliore tenuta del mercato, oltre che essere dettata dalla normativa di contingentamento delle produzioni, è stata anche determinata dal maggiore ricorso degli operatori di questo settore alla modalità commerciale del conferimento. Sulle cause che in complesso hanno determinato la flessione delle quantità commercializzate ha inciso la difficile annata produttiva, caratterizzata da flessioni causate dal clima avverso (specie nel caso delle pere), dall alternanza (come nel caso di agrumi e mele, che hanno sofferto del confronto con l annata carica del 2009) e ancora da attacchi fitosanitari (come invece nel caso della batteriosi che ha danneggiato i raccolti del kiwi laziale). Sulla generale congiuntura negativa dei prezzi dei prodotti agricoli hanno invece inciso, secondo gli operatori del Panel, l incremento delle importazioni specie nel settore olivicolo e vitivinicolo, la flessione della domanda interna e l abbassamento dei prezzi internazionali. Fig. 6 - Andamento delle quantità commercializzate e dei prezzi - Settore delle erbacee () altri ortaggi pomodoro da pomodoro da (escluso industria mensa pomodoro) erbacee (ortaggi eslusi) -0,01 Fig. 7 - Andamento delle quantità commercializzate e dei prezzi - Settore delle legnose e delle olive da olio (III trimestre 2010) -0,05-0,15-0,25 *variazione tendenziale, ossia rispetto al terzo trimestre dello scorso anno; **variazione congiunturale, ossia rispetto al trimestre precedente. Fig. 8 - Andamento delle quantità commercializzate e dei prezzi - Settore vitivinicolo () 0,10 0,05-0,05-0,15-0,25-0,35 legnose -0,11 olive da olio -0,17-0,23 quantità commercializzate* olio di oliva sfuso -0,18-0,14 prezzi** olio di oliva confezionato -0,23 uva da vino vino sfuso vino confezionato 0,04-0,17-0,29-0,21-0,02-0,04-0,35-0,41-0,14-0,14-0,24 quantità commercializzate* prezzi** *variazione tendenziale, ossia rispetto al terzo trimestre dello scorso anno; **variazione congiunturale, ossia rispetto al trimestre precedente. -0,53 quantità commercializzate* prezzi** *variazione tendenziale, ossia rispetto al terzo trimestre dello scorso anno; **variazione congiunturale, ossia rispetto al trimestre precedente. 6 6

7 Fig. 9 - Andamento delle quantità commercializzate e dei prezzi - Settore zootecnico da carne () -0,05-0,15-0,25-0,35-0,45-0,16-0,19-0,27-0,36 *variazione tendenziale, ossia rispetto al terzo trimestre dello scorso anno; **variazione congiunturale, ossia rispetto al trimestre precedente. Fig Andamento delle quantità commercializzate e dei prezzi - Settore zootecnico da latte () 0,40 0,30 0,20 0,10 capi da allev. capi da macello quantità commercializzate* latte alimentare -0,18 0,11 0,13 carne macellata/sezionata prod. trasformarmati latte crudo per la trasformazione quantità commercializzate* prezzi** prezzi** burro, formaggi, ecc. 0,29 0,17 *variazione tendenziale, ossia rispetto al terzo trimestre dello scorso anno; **variazione congiunturale, ossia rispetto al trimestre precedente. Nel trimestre, inoltre, il livello delle giacenze aziendali di prodotti finiti si è rivelato normale per il periodo. L indice sintetico, infatti, con un valore prossimo allo zero, sia a livello complessivo sia a livello di singolo settore, attesta che il volume delle giacenze è risultato allineato agli standard periodo. Va tenuto presente che nel settore primario le giacenze solitamente sono abbastanza contenute e che le loro oscillazioni non raggiungono pertanto valori significativi. In particolare, in taluni settori, per la natura deperibile o stagionale delle produzioni medesime, le giacenze rappresentano una voce residuale o addirittura nulla (così per l 80% delle aziende di allevamento di animali da latte e per il 49% di quelle di coltivazioni legnose). Per completare l analisi della congiuntura del mercato, agli intervistati infine è stato chiesto se nel corso del trimestre nelle loro aziende hanno registrato una quota di prodotti invenduti e/o distrutti e/o non raccolti: in complesso, l 11% del campione si è espresso in modo affermativo, sebbene a livello settoriale tale fenomeno sia risultato più diffuso tra le aziende di coltivazioni legnose (18%) e più contenuto in quelle di olive da olio (5%). Si evidenzia che questo aspetto è stato esplorato solo nel caso delle aziende di coltivazione e non anche in quelle di allevamento, dato che non trova diffusione tra le produzioni zootecniche. Circa poi l incidenza dei prodotti invenduti/distrutti/non raccolti sulla produzione aziendale totale, questa è risultata mediamente compresa tra il 10 e il 30%; solo in pochi casi, riscontrati sia nel settore delle legnose sia in quello vitivinicolo, tale incidenza ha sfiorato la soglia del 95% Occupazione L occupazione, nel corso del terzo trimestre dell anno, si è rivelata stazionaria. La stabilità del fenomeno è sicuramente collegata al fatto che una quota non esigua di aziende del panel non ha dipendenti fissi (il 30%) e che una quota ancora più significativa, in riferimento al terzo trimestre, ha dichiarato di non avvalersi di dipendenti avventizi (il 62%). Abbastanza elevata anche la percentuale di aziende che ha dichiarato di non ricorrere ad altre forme di collaborazione/consulenza (76%). A livello settoriale, il numero degli occupati fissi non ha registrato variazioni di rilievo rispetto allo scorso trimestre. Per gli avventizi, laddove presenti, si è avuto un netto incremento nel settore vitivinicolo dettato da evidenti fattori stagionali - e un aumento più contenuto nel settore degli allevamenti di animali da latte e delle legnose. Pressoché stazionari infine i contratti di collaborazione e/o consulenza. Per l ultimo trimestre dell anno, le aziende non prevedono sostanziali variazioni nell occupazione rispetto all attuale trimestre. Affatto stazionaria la situazione nel settore degli allevamenti, delle legnose e vitivinicolo; si prevedono dei leggeri incrementi, che riguarderanno solo la categoria degli avventizi, tra le aziende ad olive da olio e ad erbacee, molto probabilmente in ragione delle 7 7

8 Attese sull'andamento dell'economia operazioni richieste dal calendario colturale di queste produzioni Situazione degli affari dell azienda La congiuntura del terzo trimestre dell anno, in termini di andamento corrente degli affari aziendali, si è rivelata non appieno soddisfacente. Sebbene quasi la metà delle aziende del Panel (il 46%) si sia espressa per un andamento nella norma, tra le aziende rimanenti sono prevalsi i pareri negativi su quelli positivi. Coerentemente con questo scenario, l indicatore sintetico è risultato negativo e pari a -0,18. Meno pessimisti al riguardo le aziende vitivinicole e gli allevamenti di animali da latte (Fig. 11). Fig Andamento corrente degli affari a livello aziendale () 0,10 0,05-0,05-0,15-0,25-0,18-0,21-0,14-0,26 Olio d'oliva -0,08-0,15 Animali da carne -0,11 Animali da latte D altronde, tra le aziende zootecniche - caratterizzate da un andamento della commercializzazione più continuativo durante l anno rispetto alle aziende di coltivazioni vegetali quelle di animali da latte si sono espresse per un andamento del fatturato cumulato (relativo ai ricavi registrati dall inizio dell anno solare sino al trimestre qui analizzato) analogo a quello dello scorso anno, mentre, di converso, quelle di allevamento di animali da carne hanno lamentato una flessione dello stesso (indicatore: -0,02 nel primo caso; - 0,17 nel secondo). Questo andamento degli affari non pienamente positivo, potrebbe in parte giustificare la scarsa propensione, dichiarata dagli intervistati, ad intensificare gli input produttivi aziendali nel prossimo trimestre. Infatti, al netto della quota delle aziende che hanno dichiarato che nel quarto trimestre dell anno non avranno colture in campo e/o che le loro coltivazioni saranno in riposo vegetativo (3% del Panel), ben il 91% delle aziende ha affermato che non si adopererà per un intensificazione; a favore, quindi, solo il 5%, con un 1% di Non so/non risponde. A livello settoriale, i pareri favorevoli sono stati riscontrati più diffusamente tra le aziende a legnose (11%), dove molto probabilmente incidono le operazioni colturali in calendario previste per l ultimo trimestre dell anno (come nel caso del melo) Situazione del settore e dell economia nazionale I pareri espressi complessivamente dagli operatori sull andamento dell agricoltura e dell economia, nonché le loro attese sull andamento dell economia nei prossimi tre mesi, riassumo le dinamiche che hanno caratterizzato ciascuno aspetto della congiuntura del terzo trimestre del Nella mappa di posizionamento che illustra i giudizi per la situazione economica corrente e le attese sull andamento a tre mesi dell economia, risalta immediata una situazione di sentiment negativo, dato che tutti i settori si posizionano nel quadrante negativo (Fig. 12). Anche la dimensione della bolla, che rappresenta in negativo i pareri espressi dagli operatori circa l andamento dell agricoltura, illustra dei giudizi diffusamente non ottimistici. Fig Mappa di posizionamento settoriale in termini di Sentiment (III trimestre 2010) -0,5-0,4-0,3-0,2 0,1 Olio d'oliva Animali da latte Animali da carne Andamento dell'economia -0,1-0,2-0,3-0,4 N.B. La dimensione della bolla rappresenta, in negativo, i giudizi espressi dagli operatori sull andamento dell agricoltura nel secondo trimestre del ,0 8 8

9 1.7. Approfondimento trimestrale La maggioranza delle produzioni agricole è interessata da fenomeni di stagionalità produttiva e commerciale. Pertanto, l analisi della congiuntura agricola viene arricchita con un approfondimento sull evoluzione produttiva dei principali prodotti in campo nel trimestre analizzato i cui sviluppi, in termini di produzione complessiva e di commercializzazione vengono poi focalizzati nell indagine del trimestre successivo - e quindi sull andamento del mercato dei principali prodotti che, sempre nel trimestre di riferimento, sono in campagna di commercializzazione. Nel corso dell indagine del terzo trimestre dell anno il focus sull evoluzione produttiva delle coltivazioni in campo ha riguardato gli agrumi, l olivo da olio e la vite da vino; quello sulla commercializzazione ha invece interessato tre prodotti erbacei, ossia mais, semi oleosi e riso. Focus sull evoluzione produttiva delle principali coltivazioni in campo nel trimestre: agrumi, olive da olio e vite da vino Sulla scorta dei pareri espressi dalle aziende agrumicole del Panel Ismea 2, nel terzo trimestre dell anno l evoluzione della produzione degli agrumi si è rivelata inferiore alle attese (indice sintetico: ). Lo scenario in questo caso si è profilato più critico di quello del settore delle legnose e dell intero Panel (indice sintetico in entrambi i casi: -0,16). Le ragioni di un evoluzione al di sotto delle aspettative vanno ricercate, secondo le aziende, nell andamento climatico particolarmente avverso ed anche nella riduzione/abbandono di talune tecniche produttive (potatura, ecc..). La valutazione pessimistica dell evoluzione delle coltivazioni risulta allineata alle percezioni degli agrumicoltori sull andamento del loro settore e degli affari correnti delle loro aziende, che, nel confronto con quelle espresse dalla totalità delle aziende a legnose, risultano peggiori. In accordo con lo scenario fin qui descritto, secondo le aziende agrumicole del Panel la produzione cumulata, al terzo trimestre dell anno, non raggiunge i livelli dello scorso anno (indice sintetico: -0,18; nel caso del settore delle legnose l indice risulta invece pari a -0,07) e anche la produzione dell intera annata agraria soffrirà del confronto con i livelli di quella precedente. Tali pareri di fatto concordano con i cali produttivi 2 Le aziende che svolgono come attività prevalente la produzione di agrumi costituiscono il 28,5% delle aziende a legnose e il 4,2% dell intero Panel. stimati per l annata agraria presente, determinati dalle condizioni climatiche avverse e, soprattutto, dal confronto con i livelli particolarmente elevati dell annata precedente: secondo le stime della European Fresh Association, la produzione italiana di arance quest anno subirà una flessione complessiva, su base annua, del 27%, quella di mandarini e clementine del 10% e quella dei limoni del 20%, flessioni sicuramente significative e, in taluni casi, in controtendenza rispetto all andamento stimato delle produzioni dell intera area del Bacino Mediterraneo (arance: -6%; mandarini e clementine: +3,3%; limoni: +4,5%). Secondo poi i coltivatori di olive da olio e di uva da vino 3, l evoluzione delle coltivazioni si è rivelata lievemente al di sotto delle aspettative per il trimestre (indice sintetico: olive da olio, -0,13; vite da vino, ). Le principali ragioni individuate sono da ricercare nell andamento climatico particolarmente avverso e nella riduzione o abbandono di talune tecniche produttive (per raccolta, potatura, ecc..). La produzione cumulata al terzo trimestre, sia per i coltivatori di olive da olio che per i coltivatori di uva da vino, è risultata in lieve flessione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (indice sintetico: olive da olio, ; vite da vino, - 0,07). Tuttavia, per l'annata agraria corrente i produttori agricoli di olive da olio e, soprattutto, le aziende vitivinicole hanno mostrato un maggiore ottimismo, attendendosi i primi la riconferma del livello produttivo complessivo dell annata precedente, i secondi, addirittura, un live incremento. Tale fiducia risulta leggermente in controtendenza con l intero Panel, dato che l opinione prevalente propende per una leggera flessione rispetto ai livelli produttivi della precedente annata agraria. Focus sull andamento del mercato delle principali produzioni in campagna di commercializzazione nel trimestre: mais, semi oleosi e riso In questa sezione, viene esplorato l andamento della produzione complessiva e quindi della commercializzazione del mais, dei semi oleosi e del riso, prodotti che nel terzo trimestre dell anno sono in campagna di commercializzazione 4. Con segnato riferimento alla produzione cumulata, questa è risultata lievemente in flessione ri- 3 Le aziende del settore dell olio di oliva e del vitivinicolo rappresentano rispettivamente il 10% e l 11% del totale delle aziende agricole del Panel Ismea. 4 Nell ambito delle aziende ad erbacee, che rappresentano il 46% dell intero Panel, quelle che svolgono come attività prevalente la coltivazione di mais sono il 9,3% (36 aziende), quelle dedite alla produzione di semi oleosi il 4,4% (17 aziende) e quelle che coltivano riso il 3,1% (12 aziende). 9 9

10 spetto al terzo trimestre dello scorso anno per i produttori di mais e di semi oleosi (indice sintetico: -0,11 e -0,06), mentre per i coltivatori di riso si è avuta una conferma dei livelli dell anno precedente. Questo andamento risulta comunque migliore di quello medio complessivo del settore delle erbacee (indice sintetico:-0,17). Sul fronte dei costi di produzione, d altronde, il trimestre si è rivelato abbastanza stabile. Invero, rispetto al trimestre precedente non si sono avute sostanziali variazioni delle spese totali per l acquisto di mezzi correnti di produzione, risultate addirittura in flessione nel settore dei semi oleosi (indice sintetico: -0,12). In riferimento invece ai fattori presi in considerazione per valutare più da vicino le dinamiche della fase di commercializzazione 5 è emerso innanzitutto che il livello della domanda nazionale è stato giudicato lievemente inferiore rispetto a quello normale del periodo dai produttori di mais e di riso, mentre per i coltivatori di semi oleosi la situazione si è configurata nella norma. Circa le quantità complessivamente commercializzate nel trimestre, queste sono risultate in lieve flessione rispetto ai volumi esitati nello stesso trimestre dello scorso anno tanto nel caso del mais come in quello dei semi oleosi, mentre nel caso del riso si è avuto un leggero incremento. I prezzi di vendita di mais e riso nella percezione degli operatori pare non abbiano registrato variazioni rilevanti rispetto al trimestre precedente, mentre un leggero aumento è stato segnalato per le quotazioni di semi oleosi. Per i prezzi del prossimo trimestre, poi, i coltivatori di mais e di semi oleosi non si aspettano variazioni; rialzi invece sono attesi dai coltivatori di riso. Riguardo le giacenze di produzione, va innanzitutto detto che il 30% delle aziende produttrici di mais e riso e il 18% di quelle a semi oleosi hanno dichiarato di non averne registrate nel trimestre di riferimento. In base quindi alle sole risposte delle aziende aventi scorte, è emerso che nel settore del mais queste sono risultate pressoché allineate ai livelli normali del periodo, mentre nel caso del riso e, soprattutto, dei semi oleosi sono risultate molto più contenute. Infine, nel corso del trimestre, i produttori di riso hanno dichiarato di non avere avuto prodotti invenduti/distrutti o non raccolti mentre solo una modesta percentuale di coltivatori di mais e semi oleosi si è espressa in modo affermativo (circa il 5-6%). Metodologia Campionamento Il Panel Ismea delle aziende agricole consta di 800 unità circa, individuate a partire dalle liste del Registro delle imprese di Infocamere. Si tratta di un campione ragionato, per l articolazione del quale si è tenuto conto della distribuzione della produzione agricola ai prezzi di base di sei settori produttivi agricoli (erbacee; legnose; olive da olio; uva da vino; allevamenti di animali da carne; allevamenti di animali da latte) nelle quattro macro aree geografiche del Paese come definite dall Istat nell ambito delle indagini congiunturali (Tabella A). Nell ambito di ogni settore sono state quindi prese in considerazione le principali produzioni agricole nazionali, comprendenti ventiquattro tipologie di prodotto, la cui tassonomia è di sotto elencata (Tabella B). Va segnalato inoltre che nel campione sono state incluse circa 70 aziende considerate realtà d eccellenza dell agricoltura italiana, selezionate dalle liste della Banca Dati AIDA Bureau Van Dijk e individuate per la loro rappresentatività settoriale nella zona territoriale di localizzazione. Tab. A Ripartizioni geografiche Istat Macro aree Nord Ovest Nord Est Centro Mezzogiorno Regioni Piemonte, Valle d Aosta, Lombardia, Liguria Friuli Venezia Giulia, Trentino Altro Adige, Veneto, Emilia Romagna Toscana, Marche, Umbria, Lazio Abruzzo, Molise, Basilicata, Puglia, Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna 5 In questa sede per analizzare le dinamiche del mercato si tiene conto dei pareri espressi sull andamento della domanda nazionale ed estera, sulla variazione tendenziale delle quantità commercializzate sul mercato nazionale ed estero, sul livello dei prezzi di vendita e quindi delle previsioni degli operatori sui prezzi del prossimo trimestre

11 Tab. B Settori e prodotti del Panel Ismea delle aziende agricole Settore Prodotti Frumento duro, Frumento tenero, Orzo, 1 Avena, Segale (Cereali invernali) 2 Triticale, Spelta, Miglio, Cagliola, Farro, Sorgo, Grano Saraceno (Altri cereali) 3 Mais 4 Soia, girasole, colza, ecc (Semi oleosi) 5 Fave, Favette, Favino, Pisello proteico, Lupini dolci (Colture proteiche) 6 Riso 7 Barbabietola 8 Tabacco 9 Patate 10 Ortaggi 11 Fiori 12 Foraggi 13 Agrumi 14 Frutta 15 Olive da mensa 16 Uva da tavola 17 Piante (Vivai) Olio 18 Olive da olio 19 Uva da vino All. animali 20 Bovini da carne da 21 Suini carne 22 Pollame 23 Ovini e caprini Bovini da latte 24 Bovini da latte Struttura delle aziende rispondenti In termini percentuali la distribuzione per settore produttivo delle aziende rispondenti è illustrata in Figura A. Fig. A Distribuzione per settore produttivo delle aziende agricole del Panel Ismea 11% All. Animali da carne 13% All. Animali da latte 5% 46% Tab. C Distribuzione per sesso ed età del Panel Ismea delle aziende agricole Totale < 40 anni 40 anni Uomini 82% 14% 68% Donne 18% 2% 16% Totale 100% 16% 84% Per meglio definire il profilo delle aziende intervistate, nel corso dell indagine sono state loro sottoposte alcune domande sullo svolgimento o meno di attività di agriturismo e di contoterzismo, nonché sulla realizzazione o meno di produzioni biologiche o soggette a specifiche certificazioni. Dalle risposte è emerso che l attività di agriturismo risulta poco diffusa tra gli operatori del Panel (quasi il 5%); analogamente, le attività di contoterzismo vengono svolte in media da poco più del 6% delle aziende. In termini di produzioni biologiche 6 e certificate (DOP, IGP, STG, DOC, DOCG, IGT, ecc ) 7 le prime risultano diffuse nel 12% dei casi, le seconde nel 17%. Metodologia di calcolo dell indicatore sintetico Le risposte fornite dalle aziende sono sintetizzate da un indicatore, per l appunto chiamato indice sintetico. Per il calcolo dell'indice si associano valori numerici alle risposte di tipo qualitativo fornite dagli intervistati. Nel caso di un numero di modalità di risposta uguale a tre, i valori attribuiti sono i seguenti: 1 = modalità positiva; 0 = modalità neutra, di invarianza; -1 = modalità negativa. Per ogni quesito, l indice è dato dalla media ponderata di tali valori, con pesi pari alle frequenze osservate. Il campo di variazione dell indice è compreso tra -1 e 1. Olio 10% 15% In base al sesso, il campione degli intervistati è invece costituito per l 82% da uomini e per il rimanente 18% da donne; mentre, in riferimento all età, solo il 18% ha meno di quaranta anni (Tabella C). 6 Ai sensi del Regolamento CE n.834/ Si tratta delle seguenti certificazioni di qualità: - DOP, Denominazione di Origine Protetta (Reg. CE 510/2006) - IGP, Indicazione Geografica Protetta (Reg. CE 510/2006) - STG, Specialità Tradizionale Garantita, o AS, Attestazione di Specificità (Reg. CE 509/2006) - DOC, Denominazione di Origine Controllata, DOCG, Denominazione di Origine Controllata e Garantita, IGT, Indicazione Geografica Tipica, menzioni esclusivamente applicabili ai vini prodotti sul territorio italiano, in base a quanto disciplinato dalla legge n. 164/

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