ABUSO SESSUALE SU MINORI. A cura del MAL.AB di TRIESTE

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1 AUMENTO DELLA CAPACITÀ DI INDIVIDUAZIONE RELATIVO ALLA SITUAZIAZIONE DI ABUSO SESSUALE SU MINORI A cura del MAL.AB di TRIESTE

2 Presentazione Chi siamo Cos è il Mal.Ab. Perché è stato pensato questo evento formativo

3 In letteratura ci sono evidenze controverse anche se disabilità dell apprendimento, ritardo mentale e problemi di comportamento vengono riconosciute come categorie a rischio.

4 In particolare, i bambini con disabilità presentano probabilità da 4 a 10 volte maggiore, rispetto ai bambini non disabili, di essere maltrattati e/o abusati (Ammerman and Baladerian, 1993; Sullivan e al., 1997; Sullivan and Knutson, 2000; Strickler, 2001; Sorensen, 2003)

5 Percentuali di bambini maltrattati e non maltrattati in presenza o assenza di disabilità (Sullivan and Knutson, 2000) Disabili Non Disabili Totale % % % Maltrattati (31) (9) (11) Non maltr (69) (91) (89) Totale (100) (100) (100)

6 Kevin Brown, sulla base delle medie europee stabilisce che all incirca il 7% della popolazione minorile può essere considerato a rischio. Parliamo all incirca di minori. Il 10% di questi è inserito in percorsi di recupero laddove il danno si è già verificato. (Bollini, Cismai dal convegno «La prevenzione del maltrattamento sull infanzia» Bologna il 19 maggio 2009)

7 Stime in Italia minori italiani: minori a rischio: minori vittime: Servizi selettivi 7% della popolazione minorile Servizi specialistici 10% dei gruppi target

8 Minori del Distretto 2 in carico: 127 (handicap) + 95 (problematiche scolastiche) = 222 bambini a rischio Previsione 22 minori vittime Mal.Ab.: 8 nel 2011 (4 prese in carico + 4 consulenze) Dove sono finiti gli altri casi?

9 Possiamo migliorare la capacità di riconoscere i casi di abuso sessuale? Accoglienza e diagnosi

10 Perché osservare il funzionamento familiare? Modello ecologico + Lettura dinamiche familiari

11 Modello ecologico Storia biologica e personale Relazioni genitori-figli tra pari, partners e membri di una stessa famiglia microsistema individuo esosistema macrosistema Le scuole, i posti di lavoro e il vicinato, la famiglia estesa, le strutture per il tempo libero, i servizi di aiuto Il modello ecologico di Belsky (1993 OMS Rapporto «Violenza e salute» 2002) Politiche e organizzazione della sanità, dell educazione, dell economia e dei rapporti sociali, il sistema di norme e di procedure giudiziarie; le impostazioni culturali

12 Ruolo educativo della famiglia: un modello psicoanalitico dei processi di apprendimento. (Meltzer e Harris, 1986) Famiglia come matrice di identità e di pensiero

13 Meltzer e Harris definiscono quattro funzioni emotive introiettive che favoriscono e sostengono la crescita dell individuo: 1.generare amore, 2.sostenere la speranza, 3.contenere la sofferenza depressiva e 4.pensare.

14 Il funzionamento familiare come fattore di rischio A chi appartiene questa sofferenza?

15 Meccanismi di deposito e il trasgenerazionale La patologia del segreto: l indicibile, l innominabile e l impensabile

16 Colloquio con la famiglia: Ragioni e modalità dell invio Storia della famiglia e individuale, Definizione versus Confusione dei ruoli Generazioni Funzionalità versus Disfunzionalità Presenza di forme di violenza domestica

17 Atteggiamento operatore: Ascolto attento, empatico, rispettoso Considerare l ipotesi di violenza, anche assistita, tra le motivazioni possibili del malessere infantile, in considerazione del fatto che il trauma è spesso un interazione continuativa che sviluppa una relazione interpersonale traumatica. Non confondere/minimizzare la violenza con il concetto di conflitto

18 Pensiero di base L abuso ai danni dei minori è sempre un abuso psicologico, dei sentimenti del minore Se l abuso è abuso emotivo allora gli operatori devono avere dimestichezza con la vita emotiva dei soggetti coinvolti e tollerare la loro sofferenza mentale, comprendendo e riconoscendo i meccanismi di difesa delle vittime, per far fronte a loro volta, ai meccanismi difensivi a cui gli operatori e le istituzioni ricorrono per non incontrare le emozioni del maltrattamento (dolore, rabbia angoscia)

19 E l operatore? Un operatore che tratta un caso di abuso, non può evitare di assumere nella propria mente una quota del dolore del proprio interlocutore, come mezzo indispensabile per conoscere e per aiutarlo (Foti)

20 Difese famiglia e operatori: Negazione Proiezione della colpa all esterno

21 I 5 meccanismi di difesa più comuni a cui ricorrono giudici, assistenti sociali, psicologi, medici, educatori, operatori sociali 1. Distacco emotivo (la sofferenza della vittima non viene percepita) 2. Rimozione (esigenza di dimenticare, allontanare il dolore) 3. Razionalizzazione (ricorso a giustificazioni scientifiche ) 4. Scissione (si mettono dalla parte dei buoni, non favorendo alcun recupero dei colpevoli, utile anche al recupero delle vittime) 5. Idealizzazione dei genitori (spesso sopravvalutate le loro risorse e non calcolati i loro limiti)

22 Numerosi studi dimostrano la correlazione tra VIOLENZA ALLE DONNE e VIOLENZA AI MINORI (sia diretta che assistita)

23 Lo studio del Segretario Generale dell ONU (in collaborazione con UNICEF, OMS) sulla violenza contro i bambini, pubblicato nel 2006 rileva che la violenza domestica aumenta e addirittura raddoppia il rischio di violenza sui bambini.

24 Minori vittime di violenza assistita La violenza assistita viene considerata un maltrattamento sui minori di tipo primario (Congresso Internazionale di Singapore sulla violenza in famiglia, 1998; Congresso Stop Domestic Violence di Ipswick, 1999; O.M.S., 2002; C.I.S.M.A.I., 1999), visti gli esiti lesivi sull equilibrio psico-fisico del minore. È indicata come fattore di rischio per altri tipi di maltrattamento come il maltrattamento fisico, la trascuratezza e l abuso sessuale. È stata riconosciuta come vera e propria forma di violenza all infanzia anche dallo Studio ONU, UNICEF, OMS (2006).

25 Conseguenze sull equilibrio psico-fisico del minore Le conseguenze della violenza assistita sull equilibrio psico-fisico dei minori sono gravi ed equiparabili ad un abuso diretto Nei contesti familiari in cui viene agita violenza i bambini e le bambine hanno maggiori probabilità di essere vittime dirette di violenza e/o di trascuratezza

26 Conseguenze della violenza domestica sul ruolo genitoriale Riduzione delle capacità di vedere e di percepire il malessere dei figli e di rispondere ai loro bisogni Riduzione delle capacità di autorevolezza genitoriale e di contenimento Riduzione delle capacità di protezione

27 Le ricerche dimostrano che La percentuale di false denunce non aumenta significativamente in fase di separazione La maggior parte delle denunce presentate in fase di separazione risultano nascere da vere violenze Le denunce avanzate in fase di separazione ricevono minor attenzione (Thoennes e Pearson, 1998; Norris, 1993; Hume, 1997; Brown T., Frederico M., Hewitt L., Sheehan R., 2000)

28 I bambini che assistono alla violenza domestica sono i più "invisibili" di tutti i bambini in stato di disagio

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