Giornate di Studio Fototeche a Regola d Arte 2007 Fototeca Giuliano Briganti Beatrice Pulcinelli. Introduzione

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1 Giornate di Studio Fototeche a Regola d Arte 2007 Fototeca Giuliano Briganti Beatrice Pulcinelli Introduzione Il fondo librario e fotografico appartenuto allo storico e critico dell arte Giuliano Briganti ( ) è stato acquistato nel 1998 dall Amministrazione Comunale di Siena. E costituito da un corpo di libri e da un consistente nucleo di fotografie. Da alcuni anni ha avuto la sua giusta e meritata collocazione presso Palazzo Squarcialupi, nel complesso museale del Santa Maria della Scala. I locali sono stati appositamente studiati e allestiti per una adeguata conservazione del materiale. Il Fondo Briganti, inaugurato ed aperto al pubblico il 10 febbraio del 2006, si propone come un centro di ricerca avanzata nel campo degli studi umanistici, specializzato nella Storia dell Arte, in particolar modo del periodo moderno (secoli XV/ XVIII). Briganti e Siena Possiamo affermare che il legame fra Briganti e Siena si sia consolidato a partire dal 1973, anno in cui il professore iniziava la sua carriere universitaria presso l Ateneo senese (con un cattedra in Storia dell Arte Contemporanea). A Siena resterà per un lungo decennio contribuendo alla configurazione culturale del Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti 1, fino al suo definitivo trasferimento nella capitale (dove si intensificano gli approfondimenti sull Arte Moderna, grazie alla cattedra in tale disciplina, sostenuta nella facoltà di Magistero). Briganti e la fotografia come metodo di studio Siamo a conoscenza di come molti storici dell arte, fra i quali Longhi, Zeri, Ragghianti e lo stesso Briganti, facessero largo uso delle fotografie nei loro metodi di indagine, le quali permisero loro una serie di clamorose nuove attribuzioni. Del resto, nel caso della storia dell arte, la fotografia ha da sempre offerto agli studiosi nuove soluzioni documentarie per la ricerca storica e per un attento confronto comparativo delle opere, motivanti un ragionamento critico. L immagine fotografica è stata usata come strumento per fini altamente scientifici in cui ha potuto surrogare l esperienza diretta sull opera d arte, anche se la pratica sugli originali resta impareggiabile e insostituibile. Per lo stesso Briganti l emozione suscitata dalla pura visione dell opera rimaneva [...] una fondamentale misura d approccio. 2 Non va però dimenticato, come sin dalla fine dell Ottocento, in quelli che erano i primi decenni di vita della fotografia vedutistica e della fotografia architettonica, gli studiosi d arte erano andati sempre più trasformandosi in una nuova categoria di clienti per tutti i 1 E. Crispolti, Per una definizione della sua 'poetica', ''Paragone. Dedicato a Giuliano Briganti'', Anno LIV, n.47-48, gennaio-marzo Ibidem, p

2 numerosi fotografi e fotografi-editori che operavano sul territorio italiano, fra i quali i Brogi, gli Alinari e gli Anderson, per citarne alcuni. Lo stesso Raskin richiedeva agli Alinari nel 1876, alcune riproduzioni di opere botticelliane per una pubblicazione. 3 Inoltre, non resta che ricordare, come sia accresciuta l importanza degli scatti fotografici di oggetti artistici all inizio del 900. Lo studioso romano Giovanni Santoponte proponeva nell Annuario della Fotografia da lui curato, di realizzare un Museo italiano di fotografie documentarie, 4 mentre Corrado Ricci presentava una circolare per istituire un Archivio Fotografico presso le Gallerie degli Uffizi. Così scriveva nel 1907 in La Fotografia Artistica : [...] perché l archeologo, il critico e l artista che compiono uno studio o una ricerca sopra una qualche opera o sopra un pittore, uno scultore, ecc. potessero trovarvi in gran parte riunito ciò che amano di conoscere; gli architetti, avervi esempi di costruzioni; [...] gli artigiani, in genere, i saggi migliori di quanto è stato fatto o si fa nel loro mestiere; gli editori, infine, un utile materiale per opere e 5 rassegne illustrate. Sono questi gli anni in cui andò costituendosi il nucleo più antico che possegga la Fototeca Briganti. Questo faceva parte della collezione privata del padre di Giuliano, un noto antiquario e bibliofilo, a sua volta laureato in materia artistica. 6 Si tratta di un interessante gruppo di stampe all albume e di stampe al carbone. La fototeca Entrando nel dettaglio della Fototeca possiamo affermare che la parte più consistente è costituita da stampe in bianco e nero su carta. Numerose sono le gelatine al bromuro d argento e le gelatine ai sali d argento mentre sono limitate le foto a colori. Sono presenti cartoline e photogravures. Non manca, un piccolo nucleo di diapositive mentre più rari sono i negativi su pellicola in poliestere. Non abbiamo riscontrato nessun negativo su vetro. Le foto si diversificano per le dimensioni. Se le più numerose sono quelle che riportano le misure standard, le più affascinanti sono i così detti grandi formati. Questo particolare deposito d immagini è stato pensato e creato da Giuliano Briganti e da noi ricomposto mantenendo la storicità organizzativa del fondo, non è classificato per soggetto ma rispecchia una classificazione cronologica e un ordine alfabetico degli artisti, dalla A alla Z; talvolta gli artisti si trovano inseriti per nome oppure per lo pseudonimo con il quale sono più conosciuti. Gli anonimi, molto numerosi, sono suddivisi topograficamente per stato, regione, città o per scuola di appartenenza oppure per argomento. Esistono, inoltre, all interno di questo vasto fondo di foto, dei così detti sottogruppi che riguardano la Collezione delle opere della Banca Monte dei Paschi di Siena e la Collezione della Banca Sannitica; le pitture studiate per la Thyssen Bornemisza e per il catalogo di Gaspar Van Wittel, per citarne alcune. 3 L.Tomassini, Vedere Firenze nell'ottocento. Immagini e descrizioni della città nell'editoria per il turismo in Alle origini della fotografia: un itinerario toscano , a cura di M. Falzone del Barbarò, M. Maffioli, E. Sesti, catalogo della mostra ( Firenze, Sala d'arma di Palazzo Vecchio), Fratelli Alinari, Firenze 1989, p P.Costantini, Un sogno d'arte e di modernità in La fotografia artistica , Bollati Boringhieri, Torino 1990, p Ibidem, p L.Laureati, Giuliano Briganti in ''Quaderni del seminario di Storia dell'arte'', Scuola Normale Superiore di Pisa, Pisa 1995, p.3. 2

3 Una parte di queste foto è riscontrabile nei cataloghi pubblicati da Briganti, molti dei quali, pietre miliari della storiografia artistica italiana, come Il Manierisno e Pellegrino Tibaldi (1945); Pietro da Cortona (1962); La maniera italiana (1962); la monografia su Gaspar Van Wittel e l origine della veduta settecentesca (1966); I pittori dell immaginario (1977); I Bamboccianti (1983), ecc. Ma è pur vero che altrettante foto non sono mai state pubblicate. Talvolta appartengono ad artisti minori o semi sconosciuti, rivelandosi estremamente interessanti per l alto livello qualitativo che le caratterizza. Altre immagini sono invece passate per il mercato antiquario e oggi disperse nelle collezioni private mondiali o irrimediabilmente perdute. Inoltre, alla metà degli anni 80 del Novecento è confluito nell Archivio Briganti, un gruppo di circa documenti tra foto, cartoline e immagini cartacee. Anch esso fa parte dei sottogruppi ed è denominato Fondo Antonio De Mata, dal nome del restauratore napoletano che lo ha costituito, in seguito giunto al professore per concessione da parte degli eredi. A differenza dell originario Archivio Briganti, in cui tutte le immagini sono state rinvenute sciolte e prive di supporti secondari, il Fondo De Mata le presenta incollate su cartoncini che fungono da schede informative. E interessante osservare l inserimento di alcune fotografie del Fondo De Mata in quello Briganti: sicuramente il professore aveva iniziato una prima e lenta operazione di accorpamento dei due nuclei. Conservazione e inventariazione Per ciò che concerne la tutela del patrimonio la prima operazione che abbiamo attuato, ha riguardato la salvaguardia del materiale. Per un adeguata conservazione si è proceduto con l inserimento di ogni singola foto entro cartoncini di cartone Klug (100% alfa cellulosa, con riserva alcalina) termosaldati su due lati a fogli di polipropilene biorientato. Questi ultimi sono stati inseriti dentro scatole automontanti, realizzate in cartone ondulato adatto alla conservazione a lungo termine (100% alfa cellulosa, con riserva alcalina) e sistemate orizzontalmente negli scaffali. Durante quest operazione è iniziata anche l inventariazione con l inserimento di numeri in progressione sul verso delle fotografie e sui rispettivi cartoncini. Catalogazione scheda F e cartaceo Abbiamo potuto constatare che la pittura italiana e straniera, tra il XXII e il XX secolo caratterizza quasi esclusivamente il Fondo Briganti. La natura del patrimonio fotografico ci ha messo davanti la necessità di valorizzare sia l oggetto fotografia che il soggetto iconografico. Ciò sottolinea una particolare qualità che possiede la foto, ovvero quella intrinseca [...]duplicità di documentare se stessa e allo stesso tempo di documentare l altro, quello che raffigura [...]. 7 Questa particolarità, già all inizio della storia dell immagine fotografica, [...]diede motivo di pensare che il destino della fotografia non poteva risolversi né nell una né nell altra direzione. 8 7 L.Gasparini, Archivi fotografici e indicizzazione delle immagini in AFT. Rivista di storia e fotografia, Anno V, n. 9, Firenze giugno 1989, p Ibidem. 3

4 Così, la scelta più naturale ed ovvia, per quanto concerne la scheda informatizzata per la catalogazione, si è orientata sulla Scheda Ministeriale specifica per le fotografie, la cosiddetta Scheda F. La lunga e complicata scelta dei suoi campi e sottocampi, indispensabili o importanti per la valorizzazione dell intero archivio fotografico, ci ha condotti ad elaborare una scheda di precatalogo con la particolarità di avere, alla sua conclusione, un nuovo campo da noi inserito per catalogare il materiale cartaceo di corredo alle foto. Si tratta di taccuini con appunti, fotocopie di articoli, consulenze per privati, lettere autografe di corrispondenza tra il professor Briganti ed altri autorevoli critici, quali Venturi, Toesca, Ragghianti, Fiocco, Longhi e Pallucchini, attraverso i quali è possibile conoscere pareri, commenti, attribuzioni su opere ed artisti. Molti dati relativi ai fotografi o alle datazioni delle foto sono rintracciabili sul verso del supporto primario grazie ad iscrizioni, timbri oppure a marchi ivi apposti. Ci siamo resi conto, con il progredire della catalogazione, della necessità di inserire due Authority File: uno per poter documentare più approfonditamente i fotografi, l altro per gli artisti riscontrati. Di pari passo con la catalogazione informatica procede anche la digitalizzazione delle fotografie che colleghiamo alle rispettive schede di catalogo. Le metodologie di lavoro sono state concordate in collaborazione con l Ufficio Catalogo della Soprintendenza di Siena, mediante la quale è possibile far confluire i dati raccolti nel Catalogo Generale Nazionale indetto dall ICCD. Conclusioni Detto tutto ciò, posso solo aggiungere, che ci riteniamo vivaci sostenitori di una ferrea volontà di non disperdere la memoria storica di tutte le informazioni disseminate e rintracciabili nei fragili documenti che sono le fotografie di questo Archivio Briganti, depositario di un colto repertorio di immagini. 4

5 BIBLIOGRAFIA M. Falzone del Barbarò, M. Maffioli, E. Sesti, Alle origini della fotografia: un itinerario toscano , catalogo della mostra (Firenze, Sala d'arme di Palazzo Vecchio, 28 settembre 26 novembre 1989), Fratelli Alinari, Firenze P. Costantini, La fotografia Artistica , Bollati Boringhieri, Torino L. Laureati, Giuliano Briganti in Quaderni del seminario di Storia dell'arte, Scuola Normale Superiore di Pisa, Pisa Paragone Arte. Dedicato a Giuliano Briganti, Anno LIV, terza serie n ( ), Servizi Editoriali, Firenze gennaio-marzo RIVISTA aft S. Lusini, Come schedare e catalogare fotografie in AFT. Semestrale dell'archivio fotografico toscano, Firenze dicembre 1985, pp.4-9. L.Tomassini, Gli alinari e l'editoria fotografica in Italia fra Ottocento e Novecento. Parte II in AFT. Semestrale dell'archivio fotografico toscano, Firenze dicembre 1987, pp S. Berselli, Le stampe su carta albuminata in AFT. Semestrale dell'archivio fotografico toscano, Firenze giugno 1988, pp L. Gasparini, Archivi fotografici e indicizzazione delle immagini in AFT. Rivista di Storia e Fotografia, semestrale dell'archivio fotografico toscano, anno V, n.9, Firenze giugno 1989, pp S. Lusini, La fotografia dimenticata. Fotografie e beni culturali in AFT. Rivista di Storia e Fotografia, semestrale dell'archivio fotografico toscano, anno V, n.10, Firenze dicembre 1989, pp C. Giudici, L'archivio fotografico della Soprintendenza per i beni artistici e storici di Bologna. Un' esperienza di conservazione e catalogazione in AFT. Rivista di Storia e Fotografia, semestrale dell'archivio fotografico toscano, anno VIII, n.16, Firenze dicembre 1992, pp

6 M. Pistelli, Il fondo di fotografie dell'istituto d'arte di Firenze in AFT. Rivista di Storia e Fotografia, semestrale dell'archivio fotografico toscano, anno VIII, n.16, Firenze dicembre 1992, pp L. Gasperini, I dagherrotipi della fototeca della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia in AFT. Rivista di Storia e Fotografia, semestrale dell'archivio fotografico toscano, anno XII, n.24, Firenze dicembre 1996, pp S. Borsetti, La carta permanente per l'archiviazione delle stampe fotografiche in AFT. Rivista di Storia e Fotografia, semestrale dell'archivio fotografico toscano, anno XV, n.29, Firenze dicembre 1999, pp.3-9. G. de Franceschi Soravito, La fotografia. Un materiale documentario speciale in biblioteca in AFT. Rivista di Storia e Fotografia, semestrale dell'archivio fotografico toscano, anno XVII, n.33, Firenze giugno 2001, pp

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