Fame zero. Alimentazione sicura in tutto il pianeta per tutte le età. Convegno promosso dalla Uil Pensionati Milano e Lombardia, dall Ada Milano

Transcript

1 Fame zero. Alimentazione sicura in tutto il pianeta per tutte le età Convegno promosso dalla Uil Pensionati Milano e Lombardia, dall Ada Milano e dalla Uil Pensionati Nazionale Milano Expo 15 settembre 2015 Sintesi delle conclusioni di Romano Bellissima, Segretario generale Uil Pensionati Voglio iniziare questo intervento con un grazie sentito a tutti voi, ai relatori, anche per la qualità degli interventi e a tutti i partecipanti, per l attenzione e l interesse manifestati. Abbiamo deciso di dar vita a questa nostra iniziativa spinti da due principali motivazioni: dalla volontà di partecipare come Uilp, come Ada e anche come Uil a un evento così importante qual è l Expo e di dare il nostro piccolo contributo alle importanti riflessioni che l Expo induce su uno dei temi fondamentali per il futuro del pianeta; dal desiderio di arricchire con un ulteriore progetto comune l ultradecennale rapporto di amicizia e collaborazione tra la Uilp e la Uil e i principali sindacati dei lavoratori e dei pensionati brasiliani, a partire da Força Sindical, da Sindnapi e da Ugt, convinti inoltre che le esperienze realizzate in Brasile avrebbero potuto arricchire il nostro dibattito. Posso dire che queste motivazioni si sono rivelate fondate, come hanno anche dimostrato gli interventi dei colleghi brasiliani e la relazione del ministro Floriano Pesaro. L Expo sta dando prova di essere non solo un importante evento turistico, architettonico ed enogastronomico, ma anche un importante evento culturale e politico, intorno al quale si stanno sviluppando interessanti considerazioni e proposte, che potranno, ci auguriamo, contribuire davvero a vincere la sfida di Nutrire il pianeta (come riporta il titolo dell Expo) e far sì che il diritto a un cibo sano, sufficiente e nutriente sia assicurato a tutti i cittadini del pianeta, nel rispetto dell ambiente e della sostenibilità. 1

2 In questo contesto, mi sembra di fondamentale importanza la più volte richiamata Carta di Milano, di cui condividiamo i contenuti e gli obiettivi e che come Uilp ci impegniamo a diffondere e a far sottoscrivere dal maggior numero possibile di nostri dirigenti e iscritti. Molti punti della Carta sono al centro della nostra azione sindacale: ad esempio il contrasto al lavoro minorile e irregolare così diffuso anche nel settore agroalimentare. O l impegno per assicurare a tutti i cittadini una sana alimentazione in tutto l arco della vita come strumento di salute globale. O, ancora, la richiesta di aumentare le risorse destinate alla ricerca anche nel settore ambientale e agroalimentare. O la rivendicazione di politiche che sostengano le fasce più fragili e povere della popolazione, anche attraverso il recupero e la distribuzione gratuita delle eccedenze alimentari. O, infine, l impegno per la riduzione degli sprechi lungo tutta la filiera della produzione di cibo. L obiettivo prioritario è quello di ridurre più velocemente possibile le malattie e le morti per fame e denutrizione in ogni parte del mondo. Analogamente, mi sembra molto importante anche l iniziativa promossa dal sindaco di Milano Pisapia: il Patto sulle politiche alimentari urbane, che ha coinvolto circa 50 grandi città di tutto il pianeta, tra le quali ricordo c è anche San Paolo. Il documento finale, basato sulle esperienze dirette delle città partecipanti, sarà firmato proprio qui all Expo il mese prossimo. Un impegno dei sindaci per rendere i sistemi alimentari delle città più equi e sostenibili, incoraggiare e sostenere le attività di solidarietà economica e sociale, aumentare la consapevolezza in materia di sprechi e scarti. Un impegno che come sindacato, come Uil, come Uilp, vogliamo sostenere, nella consapevolezza che potremmo portare un nostro significativo contributo. Penso di poter dire che questa giornata sia ben riuscita: abbiamo dato un nostro contributo e nello stesso tempo abbiamo evidenziato gli storici legami che legano i sindacati, e anche i popoli, brasiliani e italiani. Desidero sottolineare come grazie al progetto Fame Zero come è stato detto da Tevisio nella sua relazione e ampiamente evidenziato dalla relazione del ministro Pesaro una parte significativa dei cittadini brasiliani è uscita dalla povertà estrema. Una battaglia non ancora finita, ma che può insegnare a tutti noi il valore di politiche pubbliche adeguate e adeguatamente finanziate. 2

3 Vorrei inoltre soffermarmi brevemente sul centro polifunzionale, realizzato alla periferia di San Paolo grazie alla collaborazione della Uil Pensionati, della Uil, dell Ital e del Sindacato brasiliano. E voglio ricordare e ringraziare Rubens Romano, che non è qui con noi oggi per motivi di salute, e l onorevole Fabio Porta per l impegno e la determinazione in questo progetto. All inizio si trattava di una piccola struttura. Successivamente, grazie principalmente al contributo dei pensionati italiani della Uilp (convinti dell importanza della solidarietà tra i popoli e tra le generazioni) abbiamo realizzato una struttura molto più grande, Lo Spazio dei sogni, in grado di ospitare un maggior numero di bambini e ragazzi del quartiere di Rio Pequeno e della vicina favela di Vila Dalva. Qui possono studiare, fare musica, attività culturali e sportive e crescere protetti dai rischi della strada e della marginalità. Alcuni dei relatori e dei partecipanti all iniziativa di oggi sono stati presenti all inaugurazione del Centro più grande, che risale ormai a oltre 10 anni fa, e lo hanno visitato anche successivamente. Nel corso degli anni, abbiamo potuto constatare anche nelle vite dei ragazzi che hanno frequentato e che frequentano il Centro i cambiamenti grandissimi e lo sviluppo del Brasile, sia pure nelle sue molte contraddizioni. E i risultati concreti del progetto Fame Zero. Quando abbiamo aperto il Centro, per molti bambini e ragazzi che lo frequentavano la merenda che veniva distribuita al pomeriggio era uno dei pasti principali della giornata. Oggi non è più così e abbiamo progetti maggiormente incentrati sulla cultura e sul lavoro. Insomma, è cambiato il Brasile, sono cambiate le necessità e le priorità. Ma non è cambiata la spinta solidale e la convinzione dell utilità di progetti che possono avvicinare persone di età e nazioni diverse, in uno scambio che ci continua ad arricchire tutti. Per tornare al tema scelto per questo nostro convegno: Contrasto alla fame e impegno per una alimentazione sicura in tutto il pianeta per tutte le età riconosco che fosse ambizioso. Posso dire che abbiamo cercato di evidenziarne i molteplici aspetti, i tanti paradossi e le tante connessioni. Paradossi e connessioni che sono stati peraltro messi in risalto anche in altre iniziative nel corso di questa Expo, a partire dallo stesso videomessaggio di Papa Francesco. Il paradosso forse oggi più evidente e che riguarda ormai l intero pianeta è il fatto che ci sono milioni di persone che muoiono o che si ammalano per mancanza di cibo e altri milioni di persone che muoiono o che si ammalano per eccesso di cibo. 3

4 Circa 800 milioni di persone nel mondo soffrono di fame cronica. Circa 1 abitante del pianeta su 9: un dato ancora impressionante, anche se in diminuzione negli ultimi decenni. Più di 2 miliardi, inoltre, sono malnutrite. Parallelamente, circa 2 miliardi di persone sono in sovrappeso od obese. Fino a qualche decennio fa era una contraddizione soprattutto tra nord e sud del mondo. Oggi è una contraddizione che emerge con evidenza anche all interno delle nazioni più ricche. Negli anni della crisi, la povertà è cresciuta in tutta Europa e riguarda anche la difficoltà ad alimentarsi in modo appropriato. Quasi il 10% della popolazione europea è in condizioni di deprivazione e non si può permettere un pasto adeguato. Poveri così poveri da non avere i soldi per mangiare, in Europa! Siamo tornati all Ottocento! Ovviamente alcune nazioni sono state più colpite dalla crisi e dalle politiche di austerità, ma anche in una nazione ricca per definizione come la Germania sono aumentate le persone che si rivolgono alle banche alimentari o che ricevono aiuti per mangiare. In Italia, circa 6 milioni di persone vivono in condizioni di povertà assoluta, senza accesso a cibo adeguato e a servizi essenziali. Si tratta soprattutto di famiglie numerose, famiglie con un solo genitore e anche molti anziani, soprattutto soli. Non pensavamo di dover vedere nel nostro Paese, come ha ben evidenziato il Segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo, crescere il numero di persone che ricevono aiuti alimentari, che si rivolgono alle mense pubbliche, che vanno nei mercati a raccogliere da terra la frutta e la verdura scartate, o, addirittura, che rovistano nei cassonetti. Strettamente collegato a questo, c è un altro paradosso: ci sono persone che soffrono la fame o che non riescono a nutrirsi adeguatamente, ma si spreca moltissimo cibo. Ogni anno nel mondo quasi 1 miliardo e mezzo di tonnellate di cibo prodotto per uso umano è sprecato o si perde nella filiera alimentare. Circa un terzo della produzione mondiale. Per quanto riguarda la frutta e la verdura, lo spreco è addirittura del 45%! Gli sprechi interessano tutta la filiera: dalla produzione, alla raccolta, alla trasformazione, alla distribuzione, alla consumazione. Una parte significativa di questo cibo, circa 350 milioni di tonnellate, si spreca a livello domestico e nella ristorazione. Nei paesi poveri si tratta soprattutto di cibo che va perduto per mancanza di adeguati sistemi di raccolta, conservazione e stoccaggio che ne causano il deperimento prima della consumazione. Nei paesi ricchi spesso viene gettato cibo ancora perfettamente commestibile. 4

5 Non va sottovalutato il parallelo spreco di acqua. Ogni anno nel mondo si utilizzano inutilmente circa 250mila miliardi di litri di acqua per produrre cibo che viene sprecato. Senza dimenticare l impatto ambientale sul suolo, sulle emissioni di CO2 e sui cambiamenti climatici. Serve sicuramente un grande sforzo collettivo per superare questi paradossi. Molto è stato fatto, ma molto resta ancora da fare. La Terra è un condominio e tutti gli abitanti hanno il dovere di contribuire alla sua buona conservazione. Allora, cosa possiamo fare noi, cosa può fare la Uilp, cosa può fare il sindacato per agire su questi paradossi? Credo che possiamo fare molto, come sindacalisti e anche come singoli cittadini. Come sindacato, sia in Italia sia in Brasile, ci impegniamo quotidianamente per una crescita economica inclusiva e per la difesa e la promozione di un modello di stato sociale. Sia nei paesi meno sviluppati e meno ricchi, sia in quelli più ricchi e sviluppati, lo stato sociale, l inclusione sociale, la giustizia sociale sono elementi fondamentali per contribuire a ridurre la fame e la povertà, per far crescere il benessere e, aggiungerei, per rafforzare i sistemi democratici. Da questo Expo abbiamo compreso con ancora maggiore evidenza come tutto sia interconnesso e come alimentazione, ecologia, tutela e promozione del lavoro agricolo e sostenibilità debbano essere sempre più al centro dello sviluppo. Nelle nostre piattaforme rivendicative, nelle proposte che presentiamo ai cittadini e alle istituzioni nazionali e locali, abbiamo peraltro sempre ben presente il legame tra alimentazione, reddito, salute e allungamento della durata media di vita. Negli ultimi decenni, la durata media di vita si è allungata in tutto il mondo. Un risultato mai raggiunto prima nella storia dell umanità. L Italia è uno dei paesi più longevi. È il frutto di tanti fattori: del miglioramento delle condizioni e degli stili di vita, delle scoperte in campo medico e farmaceutico, di un servizio sanitario nazionale, ecc. Sappiamo anche, però, che non dobbiamo dare per scontato questo dato. Non è acquisito una volta per tutte. Si può sempre tornare indietro. È già successo. Sta già succedendo. The Lancet, una delle più autorevoli riviste mediche del mondo, lo scorso anno ha pubblicato dati impressionanti sul peggioramento delle condizioni di vita in Grecia, dallo scoppio della crisi e l adozione delle 5

6 misure di austerità. La mortalità infantile è quasi raddoppiata. La mortalità delle persone ultra85enni è aumentata del 24,3%. È ricomparsa la malaria, assente da 40 anni. È cresciuta l incidenza della tubercolosi. Per costruire un buon futuro per noi, per i nostri figli e per i nostri nipoti, per combattere il problema della fame e assicurare cibo sufficiente e di buona qualità a tutti i cittadini del pianeta, così che possano nascere, crescere e invecchiare in buona salute nel rispetto dell ambiente e della sostenibilità, serve un cambiamento profondo di tutte le politiche finanziarie, economiche, ambientali, sociali, a livello mondiale, europeo e dei singoli Stati. Un cambiamento che, a mio parere, deve essere anche incentrato sulla diffusione, la promozione e il rilancio di un modello di stato sociale, che le politiche di austerità stanno invece mettendo in discussione in tutto il mondo. Certo, il welfare si deve innovare e deve adottare soluzioni creative, ma a mio parere è l unico modello che ci può consentire una crescita diffusa e sostenibile, con investimenti nel contrasto alla povertà e all emarginazione, nella prevenzione, nella tutela della salute, nell educazione lungo tutto l arco della vita, nella socializzazione. La crisi gravissima che ha colpito il mondo intero e ha profondamente segnato l Europa, anche per la sua incapacità di adottare misure adeguate, restando ancorata a un idea demagogica di austerità, ha però fatto nascere anche tanti interrogativi sul nostro modello di sviluppo e prodotto esperienze innovative di solidarietà e condivisione. Numerose sono anche connesse alla condivisione di cibo, alla lotta alla povertà e agli sprechi alimentari, all aiuto alle persone in difficoltà. Sono esperienze di grande valore non solo per l aiuto concreto che riescono a dare a tante persone, ma anche perché servono a ricostruire il tessuto sociale, quella coesione tra cittadini e tra generazioni che la crisi sta mettendo in evidente difficoltà. Alcune, ad esempio le mense popolari e comunitarie, ricordano esperienze già attuate in passato in America Latina, ad esempio in Cile negli anni della dittatura, in Argentina negli anni del default e anche in Brasile negli anni del progetto Fame Zero. Vorrei ricordare in Italia, così come in tanti altri Paesi del mondo, il grande lavoro che stanno facendo le associazioni di volontariato, la Chiesa, i sindacati e anche molte amministrazioni 6

7 pubbliche soprattutto locali. Come Uilp e Ada abbiamo promosso in diverse realtà raccolte e consegne di pacchi alimentari rivolte a fasce di popolazione in condizioni di bisogno. Molte esperienze europee e statunitensi, inoltre, uniscono strettamente la lotta agli sprechi alimentari, la condivisione di cibo e l aiuto alle persone più bisognose. Ci sono tantissime iniziative in tutto il mondo che coinvolgono grande distribuzione e piccoli esercenti, ristoratori e singoli cittadini, agricoltori, condomini e piattaforme di condivisione che utilizzano Internet. L obiettivo è sempre lo stesso: donare a chi è in condizioni di bisogno gli alimenti in eccesso, cibo sano e perfettamente commestibile, ma destinato ad essere buttato. Per quanto riguarda specificamente la lotta agli sprechi alimentari, sicuramente il movimento sindacale italiano può dare un suo specifico contributo. Le categorie dei lavoratori attivi possono avere un ruolo soprattutto nella riduzione degli sprechi nella prima parte della filiera, come ha detto Stefano Mantegazza. Non bisogna pensare solo ai grandi progetti, spesso irrealizzabili per gli alti costi, ma a piccole cose concrete e utili. Come Uilp, anche insieme all Ada, possiamo contribuire in particolare alla riduzione degli sprechi di cibo e di acqua a livello dei consumatori, rafforzando iniziative di informazione e consapevolezza rivolte agli anziani e ai nostri iscritti, ma anche ai giovani. Le persone anziane, infatti, possono insegnare molto alle giovani generazioni, anche perché sono cresciute in una cultura molto meno consumista di quella attuale, che valorizzava il riuso e il riciclo e considerava molto negativamente lo spreco. Chi non ricorda genitori e nonni, o meglio mamme e nonne, che riciclavano gli avanzi per farne timballi, polpette, ecc. e che ci invitavano a non far scorrere l acqua senza motivo? Si potrebbero organizzare iniziative nelle scuole in cui le persone anziane raccontano le loro esperienze ai ragazzi. Si potrebbero anche organizzare corsi di cucina centrati sull utilizzo degli avanzi. Si potrebbero coinvolgere i centri anziani, le case di riposo, le mense scolastiche, in quell ottica generazionale che ci è cara. Insomma, le iniziative possono essere diverse e sicuramente possiamo, e dobbiamo, incentivare la nostra azione in questo settore. Siamo convinti che i nonni possono svolgere un ruolo importante di trasmissione di saperi e conoscenze anche per quanto riguarda la tradizione alimentare. Come Uilp e come Ada abbiamo realizzato soprattutto a livello territoriale tantissime pubblicazioni di ricette tradizionali. 7

8 Parallelamente, però, molti anziani, soprattutto persone molto anziane che vivono sole, con il passare degli anni trascurano sempre di più la propria alimentazione per ragioni economiche, ma non solo e adottano stili alimentari poco salutari. Sarebbero utili progetti di socializzazione rivolti a questi anziani, con momenti di condivisione anche del cibo, spazi in cui potersi incontrare per cucinare e per mangiare insieme. Per quanto riguarda l informazione e l educazione alimentare, abbiamo realizzato e realizziamo molti incontri e corsi, con nutrizionisti e medici, sugli stili di vita sani, in cui si affrontano anche gli aspetti legati all alimentazione. Ovviamente, al centro della nostra iniziativa sindacale c è sempre la difesa e la crescita del potere d acquisto dei pensionati e degli anziani e il contrasto all emarginazione e alla solitudine della popolazione anziana. Senza reddito e in solitudine difficilmente il cibo può essere un elemento positivo. Molti anziani inoltre conservano ancora un legame particolare con la terra e spesso nel nostro Paese hanno ancora piccoli orti e appezzamenti di terreno e possono trasmettere le loro conoscenze alle giovani generazioni. Come Uilp abbiamo realizzato, anche in collaborazione con Legambiente, alcune esperienze nelle scuole, in cui volontari anziani insegnano ai bambini a coltivare l orto. Nella nostra contrattazione territoriale con i Comuni, inoltre, abbiamo siglato diversi accordi relativamente all assegnazione di orti cittadini e sociali. Gli orti cittadini stanno avendo una discreta diffusione nel nostro Paese, con un impulso proprio in questi anni di crisi. Si tratta di un altra di quelle esperienze, sicuramente positive, che uniscono la possibilità di avere cibo sano, di entrare in contatto con la natura, di mettere in relazione le generazioni e di creare momenti di socializzazione anche tra persone diverse, aspetto questo di fondamentale importanza per le persone anziane che, soprattutto nelle grandi città, rischiano isolamento e solitudine. E siamo così arrivati al legame fondamentale tra cibo e socialità. Da sempre nella storia dell umanità l offerta e la condivisione di cibo e bevande sono stati simboli di pace. In una società così frammentata come l attuale, può essere davvero utile tornare a considerare e utilizzare il cibo come occasione di solidarietà, socialità, incontro e scambio tra persone, generazioni e culture diverse. 8

9 Vorrei infine ricordare che il primo gesto di solidarietà e di accoglienza nei confronti delle decine di migliaia di profughi in fuga da guerre, violenze e miserie che in questi mesi stanno raggiungendo l Europa, dopo sofferenze e patimenti, e che spesso arrivano da noi senza avere più nulla, assetati e affamati, è proprio l offerta di acqua e di cibo. Acqua e cibo tornano alla loro essenza primitiva di elementi fondamentali per vivere. Ci sarebbe molto da riflettere Tanto più alla luce della diffusione in tante nazioni europee di posizioni xenofobe e della strumentalizzazione e alimentazione di sentimenti di paura e odio nei confronti dei diversi e degli stranieri. Per concludere, anche io voglio ricordare il grande impegno che Papa Francesco sta promuovendo per l ambiente, l ecologia e la tutela della nostra casa comune, convinto che tutto nel mondo è intimamente connesso e che esiste un intima relazione tra i poveri e la fragilità del pianeta. L enciclica Laudato si è davvero un monito e un invito fortissimo a unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, perché sappiamo che le cose possono cambiare. Sono le parole del Papa. Parole di speranza e di incoraggiamento, ma anche di preoccupazione. Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo? Si chiede Papa Francesco. E in un altro passo afferma: I giovani esigono da noi un cambiamento. Essi si domandano come è possibile che si pretenda di costruire un futuro migliore senza pensare alla crisi ambientale e alle sofferenze degli esclusi". Come sindacato, come Uil, come Uilp non possiamo che condividere queste parole e questo invito a impegnarci maggiormente in questo campo. Chiudo rilanciando l idea che l Expo non può finire come una grande manifestazione sportiva. Proponiamo che, finita la fase espositiva, diventi la sede di un Osservatorio istituzionale sulla sicurezza alimentare. 9