ALMA MATER STUDIORUM-UNIVERSITA DI BOLOGNA

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1 ALMA MATER STUDIORUM-UNIVERSITA DI BOLOGNA FACOLTA DI LETTERE E FILOSOFIA Corso di laurea in Geografia e Processi Territoriali Realizzazione di un prototipo GIS per la gestione di percorsi ecoturistici integrati: il caso studio applicato all interno del Parco Nazionale della Majella Tesi di laurea in TEORIA E MODELLI DELLO SPAZIO Relatore Prof. Franco Farinelli Correlatore Ing. Marco Dubbini Presentata da Vindigni Leandra Seconda Sessione Anno Accademico 2011/2012

2 Indice 1. Dalla cartografia storica a quella numerica 1.1. Una breve rassegna sulla cartografia storica Definizione e sviluppo del GIS Struttura e componenti di un GIS I modelli logici dei dati: il modello vettoriale e il modello raster Il georiferimento dei dati e il geodatabase I sistemi di riferimento Database geografico DBMS, sistemi di gestione dei database Il modello georelazionale I Sistemi di Informazione Geografico nel turismo 2.1. Informazioni e comunicazioni tecnologiche nel turismo I GIS in Italia, il ruolo delle regioni e il CNR L applicabilità dei GIS al turismo e l analisi statistica dei fenomeni Gli strumenti per l analisi dei dati turistici Le fonti statistiche della domanda e dell offerta Il database geografico per la gestione dei fenomeni turistici 35

3 3. Ecoturismo e parchi 3.1 L ecoturismo e la sua evoluzione Le varianti dell ecoturismo e gli eco turisti Il ruolo degli attori pubblici e privati Gli indici di misura dell impatto ambientale Il turismo nei parchi e la zonizzazione Aree protette e continuità geografica dello sviluppo sostenibile La filiera enogastronomica: il rapporto tra cibo e turismo STL: un elemento di integrazione dell offerta turistica Il Parco Nazionale della Majella: un caso di studio applicato 4.1 Inquadramento del Parco Il sistema turistico locale Majella Il territorio Alcuni prodotti turistici: l esempio della Valle dell Orta Il Giardino botanico come attrazione turistica La rete senti eristica La rete ferroviaria del Parco Al Parco in bici 76

4 5. Il prototipo GIS 5.1 Un percorso per la Majella I dati utilizzati Il software Cloud GIS Internet e turismo 6.1 I fattori di competività nel turismo Il ruolo delle ICT Dalle tecnologie alla commercializzazione sul web Il fenomeno Web 2.0 e le tecnologie senza fili Sistemi geografici per il turismo: GIS e mappe online Sviluppi tecnologici per il Parco della Majella 116

5 Introduzione L obiettivo che si è voluto perseguire con questo lavoro è quello di creare un prototipo GIS di percorso ecoturistico integrato, come prodotto turistico utile sia all Ente direttamente interessato nella promozione turistica di esso, in questo caso l Ente Parco Nazionale della Majella, che al consumatore finale, ovvero l ecoturista in visita presso il Parco. Il prototipo rappresenta un esempio di offerta e promozione turistica ambientata all interno della realtà dei parchi. Tale proposta vuole essere una semplice alternativa all offerta e ai servizi messi già a disposizione da parte dell Ente Parco. La scelta dell ecoturismo, chiave nuova e vincente del turismo ambientale è scaturita dal costatato riscoperto interesse per la natura e dalla necessità di salvaguardarla, oltre che a quella di promuoverla. Essa si inserisce all interno di un altra esigenza, quella dello sistema turistico locale, nel rispetto dei principi su cui l ecoturismo si basa: la promozione di attività socio-economiche, il rispetto per la cultura e i popoli, la promozione e la salvaguardia delle ricchezze locali. La scelta di localizzare il percorso all interno del Parco Nazionale della Majella non è del tutto casuale, infatti va sottolineato che l Abruzzo è definita la regione verde d Europa, che si colloca al primo posto in Italia per percentuale di superficie protetta, pari al 36% del territorio regionale. Inoltre, tra i parchi nazionali della regione, quello della Majella si colloca al secondo posto per estensione, con quasi 76 mila ettari. Il Parco rappresenta un ottima possibilità per lo sviluppo di un prodotto ecoturistico, compatibile con la salubrità ambientale e con i principi su cui si basa l ecoturismo; esso, nasce nel 1991, in un contesto territoriale di zonizzazione che posto le basi per lo sviluppo di un sistema turistico locale. I parchi rappresentano un polo di attrazione per i turisti, grazie alle loro particolari caratteristiche naturali; imponendo rigide strategie di conservazione riescono a promuovere e attuare attività territoriali sostenibili. Per l elaborazione di questo percorso è stata utilizzata la piattaforma GIS, potente mezzo di gestione delle informazioni geografiche computerizzato e, nello specifico, il software ArcGis 9.2 con licenza ArcInfo. 1

6 Il percorso è stato realizzato attraverso la digitalizzazione delle immagini a disposizione e la gestione di un geodatabase per le informazioni associate ad esse, eseguite tramite le applicazioni di ArcMap, ArcCatalog e ArcScene. Con quest ultima, in particolare, l elaborazione e la visualizzazione delle immagini è stata gestita in 3D. Il progetto è stato poi trasferito sulla piattaforma di ArcGis online, infrastruttura cloud della Esri e mezzo per elaborare e pubblicare informazioni geografiche, tramite strumenti che ne consentono l interoperabilità e la condivisione. Il GIS è un sistema informativo computerizzato, da non confondersi con i SIT (Sistemi Informativi Territoriali). Quest ultimi, a differenza dei primi, contemplano un sistema più ampio fatto di uomini, strutture e procedure che consentono l acquisizione e la distribuzione dei dati nell ambito dell organizzazione. Essi infatti sono alla base di molteplici settori, tra i quali quello turistico oggetto dello studio. Tramite l utilizzo dei GIS, dei suoi database e di un analisi di tipo statistico, è infatti possibile studiare i fenomeni turistici in modo più immediato e veloce. Alla base della strategia turistica c è l informazione o meglio le ICT (Information and Comunication Tecnology) che,da un lato facilitano la crescita e l organizzazione delle imprese turistiche, e dall altro migliorano l esperienza del cliente-turista. Il recente fenomeno Web 2.0 potenzia le capacità dell informazione anche in campo turistico: il web di seconda generazione rende l internauta un membro attivo, capace di esprimere giudizi in tempo reale e di crearsi il proprio viaggio personalizzato. La tecnologia è uno scopo non secondario di questo elaborato, la realizzazione di un percorso ecoturistico attraverso mezzi di elaborazione tecnologico- digitali, auspica di fornire dei possibili suggerimenti all interno del processo di adeguamento tecnologico perseguito dal Parco Nazionale della Majella, fornendo semplici soluzioni ormai sempre più necessarie in un era che si costruisce attraverso la rete. 2

7 1. Dalla cartografia storica a quella numerica 1.1. Una breve rassegna sulla cartografia storica La necessità di registrare dati geografici riferiti alla superficie terrestre è stata una necessità sin dalle prime civiltà: da semplici disegni e pitture rupestri si è passati grazie all'evoluzione della cartografia, della topografia e della geografia allo sviluppo delle conoscenze e delle tecniche della rappresentazione. I greci furono i primi a porsi il problema della raffigurazione della terra, tracciando le prime mappe; i romani si servirono delle conoscenze greche per tracciare elementi spaziali come strade, territori e proprietà terriere e fornirono anche i primi esperti misuratori, gli agrimensores (i primi topografi). Nel Medioevo si diffuse la rappresentazione piana, attraverso le mappae mundi 1, dove la mappa era il tessuto su cui disegnare nel Rinascimento, con la scoperta della sfericità, la cartografia ebbe larga diffusione, grazie anche allo sviluppo di alcuni strumenti quali la bussola e di altri sistemi di navigazione. Con lo sviluppo degli strumenti ottici, l olandese Snellius diede inizio al sistema della triangolazione e si cominciarono ad eseguire una serie di lavori topografici molto importanti, come la prima carta topografica della Francia (con scala 1:86400) iniziata nel 1744 da C.F. Cassini 2, basata su triangolazioni e misure geodetiche, in cui i punti fiduciali venivano calcolati geometricamente. Nel XIX secolo in poi si cominciò a fare largo uso delle carte geografiche e la cartografia e la topografia non erano più scienze riservate a specialisti. Dalla seconda metà del secolo scorso, i metodi manuali di rilevamento e disegno sono stati sostituiti da metodi informatici; l'avvento del GIS ha consentito lo sviluppo di notevoli operazioni con i dati spaziali, sostituendo quasi integralmente i metodi tradizionali. Poiché la terra è l'oggetto di tutti i procedimenti geografici, occorre spiegarne le caratteristiche fondamentali e quindi fare riferimento alla geodesia, la scienza che si occupa di studiare la Terra, di misurarla, prendendo in considerazione il suo campo gravitazionale ed i fenomeni geodinamici. 1 Le mappae mundi, tipiche dell epoca medievale variavano in grandezza e complessità da pochi centimetri a qualche metro di dimensione, come ad esempio fra le più note la mappa di Hereford, di 1,5 metri di diametro e la mappa Ebstrorf, di 3,5 metri. Le mappe medievali possono essere distinte in quattro tipologie, ognuna distinte per la porzione di emisfero che rappresentavano. 2 C.F.Cassini faceva parte di una famiglia di astronomi e topografi. Egli portò avanti il lavoro iniziato dal padre, per la misura della lunghezza del meridiano e diede via alla rete geodetica, materializzando i diversi vertici trigonometrici, con cime, torri, campanili,ecc. La proiezione Cassini-Soldner è ancora oggi utilizzata per il catasto italiano. 3

8 I Babilonesi credevano che la Terra fosse un disco piatto, ma già con Aristotele si danno le prime prove di sfericità terrestre 3 : egli infatti credeva che la Terra fosse una sfera perfetta fluttuante nello spazio, ma Newton nel 1670 notò che si trattava invece di un ellissoide, dovuta alla forza centrifuga prodotta dalla Terra durante la sua rotazione, che risulta essere maggiore all'equatore, producendone un rigonfiamento e minore ai poli che invece risultano più schiacciati. Le prime misurazioni compiute attraverso le spedizioni compiute al circolo Polare Artico in Lapponia (adesso Finlandia) e all'equatore nel Perù coloniale (oggi Ecuador), dal 1735 al 1743 consentirono di misurare la lunghezza di un grado di latitudine, secondo la direzione Nord-Sud, partendo dalle rispettive postazioni e il cui risultato permise di giustificare la forma ellissoidale della Terra. In realtà anche questa idea dovette in parte essere abbandonata, poiché la composizione della Terra è molta varia in tutti i suoi punti ed è influenzata dalla forza di gravità, motivo per cui si pensò alla forma del geoide 4, una superficie equipotenziale in cui tutti i punti hanno identica forza gravitazionale e il cui studio è dato da misurazioni effettuate mediante strumenti come il gravimetro e da calcoli di tipo matematico. Il primo a dare una misurazione attendibile della Terra fu Eratostene, intorno al 250 a. C.: egli stimò la misura della circonferenza terrestre di km, solo il 15% in più delle stime attuali. Egli utilizzò una geometria elementare e il suo sistema di riferimento era il Sole, mentre oggi si utilizzano le stelle o i satelliti: stimò la circonferenza della Terra osservando la differenza angolare fra i raggi del Sole in due punti della superficie terrestre (a Siene in Egitto, vicino all'attuale Assuan e ad Alessandria). Nonostante tutto, l'approccio da egli utilizzato fu corretto e fornisce comunque ancora un ottimo esempio di misurazione indiretta da usare. Figura 1 - Geoide 3 Aristotele fornì argomenti fisici e osservazioni a sostegno della sfericità terrestre che possono essere riassunte in tre punti: ogni porzione della Terra tende verso il centro fino a formare una sfera, per compressione e convergenza; i viaggiatori che viaggiano verso Sud lungo la superficie della Terra, vedono le costellazioni meridionali salire più in alto sopra l orizonte; l ombra della Terra sulla Luna durante un eclissi lunare è rotonda. 4 Il geoide è la superficie che meglio descrive la superficie media degli oceani (escludendo l influenza delle maree, delle correnti e degli influssi metereologici) e quindi la superficie media della terra. 4

9 1.2. Definizione e sviluppo del GIS Un GIS (Geographic Information System) può essere classificato come un insieme di risorse hardware e software, umane ed intellettive per acquisire, processare, analizzare, immagazzinare e restituire in forma grafica ed alfanumerica dati riferiti ad un territorio. Il GIS rientra nella categoria di Sistemi Informativi e come tali investe aspetti di tipo organizzativo, tecnologico e di contenuto informativo. L'acronimo GIS viene frequentemente tradotto come Scienza dell'informazione Geografica, individuando in essa la scienza che sta dietro alla tecnologia, a cui contribuiscono per esempio la cartografia, la geodesia, la fotogrammetria, la statistica spaziale, il trattamento delle immagini, la gestione dei database e l'informatica in generale. L'importanza dei GIS è cresciuta negli ultimi decenni con lo sviluppo del mondo ICT (Infomation and Communication Tecnology 5 ), che ha reso l'informatica indispensabile in qualsiasi ambito conoscitivo, produttivo e gestionale. Non bisogna confondere il GIS con il SIT, infatti mentre il GIS fa esplicito riferimento alla rappresentazione geografica dell'informazione, il SIT 6 si riferisce al territorio e al sistema di banche dati amministrative ad esso associato. La realtà applicativa porta a definire un GIS come un insieme di strumenti e metodologie che a partire da una rappresentazione geografico spaziale dell'informazione associa a questa, secondo specifiche modalità, ulteriori dati o documenti provenienti da database o da altri sistemi informativi già esistenti. La peculiarità dei GIS è insita nel trattamento dell'informazione geografica che viene caratterizzata da una componente spaziale distinta dall'informazione non geografica che risulta prettamente di tipo alfanumerico. Nell'ambito delle scienze geografiche i GIS possono essere usati per l'analisi e la consultazione di banche dati geografiche, quali strumenti per la produzione e il mantenimento delle stesse o come strumenti per la produzione di output cartografico vero e proprio. Fra gli elementi caratteristici dei GIS vi è la possibilità di esaminare e mettere in relazione 5 Le ICT costituiscono l insieme delle tecnologie e dei metodi che realizzano i mezzi di trasmissione, ricezione ed elaborazione delle informazioni, comprese le tecnologie digitali. 6 Un SIT pertanto è un complesso di uomini, strumenti e procedure che si occupa soltanto dell acquisizione e della distribuzione nell ambito dell organizzazione e che li rendono disponibili. 5

10 informazioni fra loro eterogenee che non potrebbero avere nessun collegamento con un tradizionale sistema informativo o con una semplice procedura informatica. I Sistemi Informativi Geografici si basano sull'acquisizione e l'archiviazione in banche dati di informazioni geografiche georeferenziate, ovvero inquadrate attraverso opportuni processi, in sistemi di riferimento geografici noti, condivisi. I GIS ci restituiscono una modellazione della realtà ed è attraverso essi che comprendiamo una parte del mondo che ci circonda e riusciamo a descriverlo con notevoli potenzialità. Le prime esperienze di implementazione di un GIS avvengono alla fine degli anni 60', ma già nel decennio precedente esistevano dei progetti, in particolare nell'ambito accademico del Nordamerica, finalizzati alla cartografia automatica e all'analisi statistica e sociale del territorio. Il primo GIS è stato il Canada GIS nel 1963, il cui compito iniziale era di classificare e cartografare le risorse terrestri del Canada. Nel 1965 nasce l'havard Laboratory for Computer Graphics and Spatial Analysis, il quale ha sviluppato software per il trattamento di alcuni dati geografici, come Symap e Odyssey. La nascita dell'enviromental System Reserch Institute (ESRI), il diffondersi dei sistemi Computer Aided Mapping (CAM) presso gli enti cartografici nazionali in Inghilterra, Francia e Stati Uniti e la possibilità di informazione digitale anche attraverso programmi satellitari di telerilevamento, hanno portato allo sviluppo di nuove tecnologie GIS quali l'elaborazione dell'immagine (image processing) e alle soluzioni di Individuazione delle forme (Pattern detection). Rispetto alle prime esperienze GIS degli anni 70', in cui la tecnologia a disposizione offriva solamente soluzioni di tipo Mainframe 7 e la progettualità non poteva basarsi su esperienze consistenti, oggi si tende a costruire GIS estremamente circoscritti e contestualizzati, che risolvono problemi con strutture dati, linguaggi e formati standard, condivisi, con lo scopo di garantire anche successive integrazioni ed interoperabilità fra più soggetti, indipendentemente dal prodotto informatico utilizzato. Questa operazione a così portato all'adozione di metodologie di lavoro e alla definizione di standard 8 per la realizzazione e l'interscambio dei dati geografici. 7 I Mainframe sono computer di grandi dimensioni, caratterizzati da un elevata velocità di esecuzione dei singoli task e da un architettura progettata in modo da consentire il bilanciamento delle prestazioni ed un livello di sicurezza più alto rispetto agli elaboratori di fascia più bassa. Consentono l esecuzione di più applicazioni in tempo reale e l accesso contemporaneo da parte di èpiù utenti; inoltre possono ospitare al loro interno diversi ambienti e più sistemi operativi. 8 Fra gli standard adottati è stato acquisito il linguaggio SQL (Structured Query Language, la cui prima versione risale alla metà degli anni 70 e d è stato sviluppato per fornire agli utenti e agli amministratori di database relazionali uno strumento per la definizione dello schema della base dati (linguaggio di definizione dei dati DDL) e per l inserimento, modifica o recupero dei dati del database (linguaggio di manipolazione dei dati DML). L SQL è divenuto uno standard per i database 6

11 I benefici derivanti da un GIS sono strettamente determinanti dal contesto in cui esso viene progettato e implementato, infatti ampia diffusione di queste tecnologie si è avuta fin dagli anni 90' presso la Pubblica Amministrazione ai diversi livelli amministrativi. L'utilizzo di soluzioni GIS con valenza geografica interessa oggi tutti i soggetti che operano sul territorio in ambiti quali la Protezione Civile e la sicurezza in generale, la Pianificazione urbanistica, la gestione ambientale e fiscale, la localizzazione e la tutela di beni vincolati, la gestione dei percorsi e della logistica in generale, la gestione delle reti tecnologiche per aziende utility, la localizzazione di aziende finalizzata ad operazioni di geomarketing, la simulazione di interventi, la ricerca in campo archeologico. Molte di queste aziende offrono dei plus in servizi che sono essenzialmente Web-Oriented, ovvero utilizzano soluzioni di Web-Mapping 9 e di Web-GIS 10 accessibili da postazioni fisse e mobili. Ampia diffusione hanno avuto ad esempio le soluzioni diversificate di Web-Mapping offerte dalle aziende che gestiscono servizi quali motori di ricerca e navigatori per automobilisti per la ricerca di ristoranti, aziende, indirizzi e qualsivoglia attività individuabile geograficamente oppure i progetti e-government legati alla digitalizzazione della Pubblica Amministrazione per offrire servizi. Le nuove tecnologie stanno mutando le differenti forme della rappresentazione, non solo nelle normali pratiche operative, ma soprattutto dal punto di vista metodologico: basti pensare alle potenzialità delle immagini e della cartografia digitale per quanto riguarda il rilievo e il restauro di edifici di pregio, la gestione e la tutela dei beni culturali, l'archeologia, ma anche le tecniche di telerilevamento 11, di rilievo sul campo mediante GPS e GPR, di scansione laser dei manufatti, di fotorestituzione 12 e raddrizzamento digitale, di rappresentazione mediante sistemi CAD (Computer-Aided Drafting) e GIS, che consentono di collegare a un disegno ampie quantità di dati di diversa natura. Occorre aggiungere un elemento importante quale la sempre maggiore integrazione tra le differenti professionalità e discipline scientifiche per ottenere prodotti e risultati, che proprio grazie a questa interazione relazionali ed ha subito numerosi aggiornamenti dalla sua prima versione SQL86. Attualmente è in uso la SQL92 ed è in sviluppo la SQL3. 9 Il Web-Mapping o meglio il Web-Map-Service è una tecnica specifica definita dall OGC (organizzazione internazionale no-profit che si occupa di definire tecniche specifiche per i servizi geospaziali e di localizzazione) che produce dinamicamente mappe di dati spazialmente definiti a partire da informazione geografiche, restituendo una mappa digitale, come rappresentazione di tali informazioni, idonea ad essere visualizzata su un browser-web. 10 I Web-GIS sono i sistemi informativi geografici pubblicati su web; in tal modo, le applicazioni GIS tradizionalmente per utenze stand-alone o in ambienti LAN, possono essere implementate su web server consentendo l interazione attraverso internet con la cartografia e con i dati ad esso associati. Un esempio possono essere l impiego di specifici plugin. 11 Il telerilevamento è un insieme di tecniche e metodi che permettono l analisi di oggetti o fenomeni ambientali (fisicobiologici) attraverso misure radiometriche registrate a distanza da sensori installati su piattaforme terrestri, aeree o spaziali. 12 La foto interpretazione rappresenta l insieme dei processi di codifica delle forme del territorio, attraverso l analisi di immagini satellitari o aeree. 7

12 diventano potenti strumenti conoscitivi e divulgativi. Il GIS nasce dalla branca quantistica e si sviluppa proporzionalmente allo sviluppo dell'informatica: nel periodo compreso fra gli anni 50' e 60' si era sviluppato un movimento propenso ad uno sviluppo scientifico della geografia, con la diffusione di tecniche statistiche e l'etichetta quantitativa. I GIS si sviluppano in questo scenario culturale, venendo visti come una raccolta di dati quantitativi per l'analisi dei dati, con alcune divergenze fra il loro utilizzo nell'ambito della geografia pura e nell'ambito di quella applicata. Il GIS incomincia a svilupparsi in maniera diffusa negli anni 90', quando il livello di complessità dell evoluzione geografica aumenta, dettando un aumento di richiesta nel mercato. Solo a partire dagli ultimi anni del XX secolo si rendono disponibili specifiche tecniche ed esperienze giunte a maturazione. La ricchezza di un GIS è rappresentata dalle informazioni, ovvero da una raccolta di dati strutturati utilizzati per uno scopo, anche se il loro costo di acquisizione e di manutenzione incide fortemente. La disponibilità dell'informazione spaziale in formato digitale, la necessità di gestire e aggiornare i dati nel tempo, hanno contribuito alla definizione degli standard comuni per l'interscambio dei dati. Trattando informazioni, un GIS costituisce un sistema per la gestione della conoscenza (Knowledge Management) geografica e pertanto incide sulla struttura organizzativa di un processo gestionale del territorio a supporto dello stesso. Questa opportunità è molto evidente nell'ambito della Pubblica Amministrazione Locale, dove le informazioni, anche provenienti da uffici diversi possono produrre nuova informazione altrimenti non accessibile con i sistemi tradizionali, divenendo soluzioni anche per la comunicazione interna ed esterna. In questo ambito si sono sviluppati i Sistemi Informativi Geografici. Il vantaggio dei GIS rispetto ai sistemi di gestione delle informazioni tradizionali deriva dalla potente capacità di analisi spaziale delle informazioni e dalla capacità di mettere in relazione informazioni anche eterogenee generando nuova informazione. L'evoluzione tecnologia è oggi a supporto della divulgazione della conoscenza geografica. I portali cartografici degli Enti Pubblici pubblicano informazioni relative all'uso del suolo, alla cartografia di base, alla pianificazione urbanistica, ai vincoli, ecc. Diversi processi amministrativi quali un cambio di residenza o la consultazione dei dati catastali vengono avviati partendo dal riferimento spaziale. All'interno di questa realtà oggi i GIS assumono acronomi anche diversi orientati ad una verticalizzazione applicativa. I dati sono una serie di 8

13 numeri che, se vengono organizzati ed elaborati secondo criteri logici, possono essere trasformati in informazione Struttura e componenti di un GIS A seconda delle caratteristiche che si vogliono mettere in evidenza, si possono dare definizioni diverse di Sistema Informativo Geografico. Sulla base delle definizioni date da Burroght e Mc Donnel, nel 1986, un GIS può essere visto secondo tre punti di vista: quello strumentale, per cui il GIS è un insieme di strumenti per la raccolta, l'archiviazione, la ricerca, la trasformazione e la rappresentazione di dati spaziali provenienti dal mondo reale; quello dell'archiviazione dati, secondo il quale il GIS è una banca dati nella quale la maggior parte delle informazioni è spazialmente collegata e sulla quale un insieme di procedure opera in modo da rispondere ad interrogazioni relative alle entità ivi presenti; quello organizzativo, per cui un GIS è un insieme automatizzato di funzioni che fornisce ad operatori professionisti le capacità per archiviare, ricercare, manipolare e rappresentare dati determinati geograficamente. Prendendo in considerazione questo ultimo punto di vista, si possono individuare quattro principali componenti di un Sistema Informativo Geografico: le apparecchiature informatiche, ovvero l'hardware, che fornisce il supporto fisico per l'archiviazione, l'elaborazione, la visualizzazione e la stampa dei dati e dell'informazione derivata; i programmi, cioè la parte software, che operando all'interno dei computer, agevolano l'utilizzo, facilitano l'utente nell'implementazione delle procedure e delle funzionalità di gestione ed elaborazione dei dati; un contesto organizzativo, che include tutto il personale specializzato avente funzione di utilizzo dei software, di interpretazione dei dati ed infine decisionale; in questo contesto sono incluse anche tutte le metodologie usate nei vari processi elaborativi; 9

14 un insieme di dati corretti e correlati, per permettere alle precedenti componenti di avere senso. La componete hardware di un GIS è rappresentata da un elaboratore elettronico (Personal Computer o Workstation) a cui sono connesse una serie di periferiche di inserimento (entrata), archiviazione (memorizzare) o visualizzazione (uscita) dei dati. Le periferiche di entrata (input) sono la tastiera, il mouse, lo scanner. Tastiera e mouse permettono un inserimento manuale dei dati da parte dell'operatore; lo scanner invece effettua un inserimento semiautomatico, nel senso che l'operatore può fare delle scelte di scansione, ma il processo è automatizzato. Le periferiche di uscita (output) sono: il monitor, la stampante e il plotter. Il monitor permette di tenere sotto controllo le operazioni effettuate dal computer e di avere un'anteprima dei prodotti in uscita delle elaborazioni compiute dal sistema; stampante e plotter invece sono due periferiche per la stampa di documenti su carta. Un computer può possedere diverse periferiche di archiviazione dei dati, sia interne che esterne, fra cui gli hard disk o le chiavi USB. Il software comprende uno o più programmi specificatamente realizzati per le funzioni di gestione, elaborazione e presentazione di dati di tipo spaziale e non; un pacchetto software GIS possiede diverse componenti necessarie a svolgere il suo compito: un database geografico con un sistema di gestione appropriato; un'interfaccia grafica, per garantire un'interazione facilitata fra operatore e computer; una componente di inserimento e verifica dati, attraverso la quale elementi del mondo reale vengono archiviati all interno del sistema; una componente di trasformazione ed analisi dei dati che possieda tutte le funzioni e procedure destinate all'estrazione di informazione utile dai dati grezzi; una componente di visualizzazione e di creazione di prodotti di uscita, che garantisce la possibilità di controllare tutte le operazioni svolte dall'utente e che i risultati di tale operazione possano essere rappresentati su supporti cartacei per consultazione o presentazione. Da un punto di vista funzionale un Sistema Informativo Geografico può essere suddiviso in quattro principali sottoinsiemi: immissione di dati; immagazzinamento e selezione dei dati; manipolazione ed elaborazione; visualizzazione e stampa. 10

15 Il sottosistema di immissione dei dati si occupa di fornire gli strumenti per trasformare i dati raccolti nel mondo reale in dati digitali all'interno del computer, come ad esempio la scansione di una carta tematica per renderla in formato raster e per cui gli strumenti usati saranno lo scanner, il mouse e la tastiera. Il funzionamento di questo sottosistema di immissione dati è in stretta connessione con quello di archiviazione e selezione, al cui centro sta il database geografico. Infatti l'inserimento dei dati in un GIS avviene nel contesto di una struttura di database già definita. In altre parole, prima di procedere all'immissione dei dati, occorre prevedere una fase in cui la struttura di questi dati viene predisposta con estrema precisione, ovvero la fase di progettazione del database. Nel sottosistema di archiviazione sono previsti anche gli strumenti per la selezione dei dati, cioè per il recupero di essi sulla base di specifiche condizioni imposte dall'utente. Il sottosistema di manipolazione ed elaborazione comprende: la modifica dei dati, utile per effettuare aggiornamenti o correzione; l'elaborazione dei dati attraverso la loro trasformazione, quindi la possibilità di creare dai derivati ed estrarre da essi nuove informazioni (dati in planimentria per la produzione di un modello digitale del terreno, tramite l'interpolazione). Da ultimo, il sottosistema di visualizzazione a stampa, fornisce gli strumenti per poter vedere i dati in varie forme e realizzare dei prodotti di sintesi, come le mappe tematiche, che possono essere stampati e presentati. In questo sottosistema sono compresi il monitor del computer, la stampante, il plotter e ovviamente la parte di software utile per realizzare questi prodotti cartografici I modelli logici dei dati: il modello vettoriale e il modello raster Come già osservato, qualunque tipo di rappresentazione del mondo reale in una mappa è possibile riproducendo in scala esattamente la forma degli oggetti del territorio e la loro localizzazione. Questo vuol dire definire figure geometriche e corrispondenza tra localizzazioni sul territorio e sistema di riferimento piano della mappa. Il modello vettoriale prende il suo nome dal concetto matematico di vettore, ovvero un segmento di linea retta caratterizzato da intensità, direzione e verso, che si ottiene congiungendo due soli punti, i quali costituiscono i suoi estremi. Con questo modello, la rappresentazione digitale delle 11

16 informazioni spaziali si basa sull'acquisizione dei punti e delle rispettive coordinate. Dai punti è possibile risalire alla localizzazione nel sistema di proiezione e quindi alla forma di qualsiasi altro elemento geometrico complesso. Il modello vettoriale si basa quindi su una rappresentazione numerica realizzata per oggetti costituiti da vettori, cioè entità omogenee che occupano lo spazio territoriale in modo discreto. Questi oggetti sono però localizzati in uno spazio continuo, visto che le coordinate possono essere acquisite e memorizzate con un grado di precisione molto grande; in questo modo si possono rappresentare punti vicini a distanza infinitesima ed avere un grande livello di dettaglio. Le forme geometriche usate nella rappresentazione, nel modello vettoriale sono, tranne che per qualche raro caso tre primitive grafiche: punti, linee e poligoni. I punti 13 sono elementi geometrici a-dimensionali o zero-dimensionali caratterizzati da una coppia o una terna di coordinate a seconda del fatto che si trovi nel piano o nello spazio nel sistema di riferimento della carta e visualizzati sotto forma grafica di simboli che rappresentano entità della realtà. Le linee 14 sono costituite da una sequenza ordinata di due o più punti che congiunti tra di loro danno luogo alla rappresentazione geometrica della forma dell'oggetto lineare. Sono quindi oggetti a una dimensione, graficamente visualizzati dalle caratteristiche di spessore, stile e colore. I poligoni 15 sono formati da una sequenza ordinata di una o più linee connesse il cui punto iniziale coincide con il punto finale delimitando un'area o superficie chiusa e pertanto costituiscono oggetti bi-dimensionali. Se per un verso la rappresentazione del territorio attuata solo attraverso poche primitive grafiche semplifica la gestione delle informazioni a livello del software, dall'altro però riduce la capacità di approssimare con maggior dettaglio le forme reali tenendo conto della scala di rappresentazione con cui i dati sono stati acquisiti nel sistema informativo geografico. Ma in questo senso esiste una differenza talvolta tra la qualità ottenuta nella rappresentazione degli oggetti territoriali in ambiente CAD, che usa molte primitive grafiche anche complesse, e quella ottenuta in ambiente GIS. Inoltre per quanto riguarda le forme di organizzazione 13 Un esempio di rappresentazione tramite punti è data dagli oggetti che occupano una posizione sul territorio, ma sono troppi piccoli per essere registrati come aree, come per pali, pozzi. 14 Le linee rappresentano gli oggetti che hanno una lunghezza, ma sono troppo stretti per essere rappresentati come aree, come le autostrade, i fiumi o le reti tecnologiche. 15 I poligoni sono oggetti troppo grandi per essere rappresentati come punti o linee e sono ad esempio le particelle catastali e i limiti amministrativi. 12

17 logica degli archivi dei dati grafici: quella usata in ambiente CAD struttura i dati grafici semplicemente in archivi sequenziali senza informazioni sulla topologia, mentre in ambiente GIS, sono usate strutture software specifiche di gestione (DBMS) che tengono conto anche delle relazioni topologiche 16 tra le primitive grafiche. Il modello raster invece è uno dei maggiori modelli di rappresentazione dei dati spaziali (modello logico). L'elaborazione di un immagine raster avviene attraverso la scansione che suddivide la superficie dell'immagine stessa (sia in input che in output) in una griglia regolare di figure geometriche elementari chiamate elementi d immagine, i pixel, ovvero piccoli quadrati o in alcuni casi rettangoli o rombi, che generano un tipo di formato digitale, chiamato appunto raster. Il modello di rappresentazione raster dei dati spaziali (geografici) si basa su questa logica, una tecnologia di cattura delle immagini, come accade per i sensori satellitari. La differenza tra il formato dei dati, cioè quello degli archivi numerici generati dagli strumenti, e modello sta nel fatto che quest'ultimo non è semplicemente un modo di codificare i dati spaziali allo scopo di visualizzarli e rappresentare fenomeni del mondo reale, ma soprattutto un modo di organizzare le informazioni, in modo tale da poterle analizzare in modo automatico secondo gli obiettivi di progetto. Il modello raster è anche chiamato a griglia o a maglia regolare. Queste porzioni regolari di territorio sono chiamate celle e possono assumere quindi varie forme. Ogni cella rappresenta una parte del territorio e come tale ha una dimensione propria. Da questa dimensione dipende la risoluzione geometrica del modello, cioè l'unità minima di informazione che può essere identificata, quindi tanto minore è la cella, maggiore sarà la risoluzione geometrica di rappresentazione e anche il livello di dettaglio sarà maggiore. La divisione uniforme della superficie rappresentata determina un'organizzazione delle celle in forma matriciale e di conseguenza queste possono essere identificate sia dal punto di vista della localizzazione sia del valore assunto attraverso i numeri di linea e di colonna. La localizzazione nello spazio di una singola cella e quindi dell'oggetto che rappresenta è stabilita in termini di numeri di linea e colonna. Questo numero corrisponde alle coordinate dell'oggetto nel modello vettoriale in un sistema di proiezione dal momento che è possibile stabilire una corrispondenza tra il numero di linea e colonna e la coppia di coordinate piane del sistema di proiezione stesso. Inoltre, alle celle può essere attribuito un valore numerico con il quale associare un contenuto informativo di 16 Le relazioni topologiche sono uno specifico sottoinsieme delle relazioni geometriche e sono indipendenti dall orientamento spaziale e sono ad esempio la direzione o verso, l intersezione, l incidenza, l inclusione e l adiacenza. 13

18 carattere descrittivo o quantitativo, per caratterizzare maggiormente gli elementi del territorio che esse rappresentano. In tutte le attività cartografiche, così come nella pianificazione di un progetto GIS occorre definire un sistema di riferimento, passaggio del tutto fondamentale per poter gestire dei dati territoriali e operare delle correlazioni spaziali e delle analisi di comparazione fra gli elementi stessi del territorio del singolo progetto che fra gli elementi rappresentati in sistemi differenti e in altri progetti. In questo ambito viene preso in esame l'attributo principale di un elemento geografico, rappresentato dalle sue coordinate geografiche e quindi l'operazione che consente di esprimerlo, ovvero la georeferenziazione; operazione con cui si intendono l'insieme di procedure che consentono di posizionare un dato geografico in un determinato sistema di orientamento. Tale operazione permette di inserire poi i dati in un database cartografico. Figura 1 - Modello vettoriale e modello raster 1.5. I sistemi di riferimento Per poter parlare di sistema di riferimento, occorre riferirsi ad una superficie di riferimento: quando si definiscono la coordinate di un punto sulla Terra (la sua posizione geografica) si definisce la sua posizione, in coordinate rispetto ad una superfici di riferimento geometrica, 14

19 adottata in sostituzione della forma reale della Terra. Già a partire dall'0ttocento gli scienziati si resero conto che l'adozione di una sfera o di un ellissoide quale forma geometrica da adottare si discostava eccessivamente dalla reale forma della Terra, pertanto decisero di adottare una nuova forma matematicamente creata, il geoide, che per definizione è la superficie equipotenziale del campo gravitazionale terrestre. Tale nuova forma, se pur molto ingegnosa, non risulta essere adatta però per scopi puramente cartografici ( in quanto molto irregolare), per i quali si preferisce invece utilizzare l'ellissoide di rotazione biessale, forma geometrica che più si avvicina a quella del geoide e la cui formula di equazione cartesiana nelle tre dimensioni ( x,y,z) che lo definisce è molto semplice. Figura 2 Ellissoide di rotazione L'ellissoide di rotazione costituisce quindi la superficie di riferimento per il calcolo di angoli, distanze e di coordinate relative alle posizioni sulla superficie dell'ellissoide stesso, cioè le coordinate ellissoidiche, che per un dato punto P giacente sulla superficie dell'ellissoide, sono rappresentate da: la latitudine di P la longitudine di P Prima che si sviluppassero le tecnologie satellitari, non era stato possibile definire una superficie di riferimento valida per tutta la Terra, motivo per il quale si trovano in tutto il mondo diversi sistemi geodetici locali definiti, che consentono di raggiungere estrema precisione nelle singole aree di interesse. Gli ellissoidi utilizzati sono definiti da un nome, che corrisponde spesso al nome di colui che lo ha inventato, l'anno di presentazione, il valore del semiasse maggiore e l'ampiezza dello schiacciamento. 15

20 Fra questi l'ellissoide di Hayford, detto anche Ellissoide Internazionale, definito nel 1924 durante un'assemblea dell'unione Geodedica e Geofisica Internazionale è il più importante perché accettato e adottato da un gran numero di Paesi. Gli ellissoidi si dividono in geogentrici e locali: l'ellissoide geogentrico hai il suo centro coincidente con il centro della Terra, il semiasse minore coincide coi la congiungente ai poli e il semiasse maggiore giace sul piano equatoriale. Il WGS84 17 (World Geodetic System 1984) è il sistema geogentrico realizzato a partire da una rete di stazioni permanenti e da costellazioni di satelliti. Un ellissoide di tipo locale non è ancorato alla sua posizione geogentrica ed è spostato finché la sua superficie non diventa tangente alla superficie del geoide nella zona di interesse; in tal modo in un intorno determinato del suo punto di tangenza, la superficie dell'ellissoide sarà quasi identica a quella del geoide, ovvero a quella superficie terrestre che si vuole rappresentare. Così spostando l'ellissoide dalla sua posizione geocentrica lo si rende locale e quindi adatto per una piccola porzione di superficie terrestre, mettendo quindi in pratica la procedura che prende il nome di orientamento dell'ellissoide. Il punto di tangenza, cioè il centro di emanazione e le cui coordinate vengono misurate attraverso metodi astronomici, costituiscono la base di riferimento con cui costruire una rete di punti (i capisaldi), le cui coordinate sono definite invece da metodi trigonomentrici 18, sulla base della loro posizione rispetto al centro di emanazione stesso e/o alla loro relativa posizione. La rete di punti creata si definisce rete geodetica 19 e costituisce la distribuzione di punti e di coordinate note sulla cui base vengono sviluppati i sistemi cartografici associati. In questo modo, definendo la forma e l'orientamento dell'ellissoide, si definisce anche il sistema geodetico di riferimento planimetrico. Questo insieme di informazioni costituiscono così il datum planimetrico. Ma il sistema geodetico di riferimento ha lo scopo di rendere possibile il calcolo delle coordinate di punti localizzati in una certa porzione della superficie terrestre approssimando quest'ultima con un ellissoide di rotazione che viene orientato rispetto al centro di 17 Le cui coordinate del punto Roma Monte Mario hanno i seguenti valori: latitudine (41 55' 27,851") e longitudine (12 27' 07,658"). 18 I metodi trigonometrici consentono di effettuare calcoli di distanza sulla terra. La procedura di triangolazione consente di determinare le posizioni di latitudine e longitudine dei punti di appoggio necessari per stabilire la rete geodetica di primo ordine. Viene definita perciò la base geodetica e trovata la latitudine e la longitudine dei suoi estremi. Dalla base si estende poi una rete di linee fino ai punti di appoggio desiderati e si misurano gli angoli formati dalle maglie della rete, all interno della quale si determinano distanze e posizioni con le leggi della trigonometria. 19 La rete geodetica non è altro che una maglia a rete costituita dai vari triangoli scaturiti dal processo di triangolazione. Essa può essere di tre ordini e la differenza fra questi sta solo nel grado di precisione, che diminuiscono scendendo nell ordine gerarchico. Negli ordini inferiori, gli strumenti usati sono meno precisi, il tempo impiegato è di meno e i costi sono inferiori. Le misure per le reti del primo ordine consentono incertezze non superiori a 1 su , per il secondo ordine, di 1/ e per il terzo ordine fino a 1/

21 emanazione di una rete geodetica. Se si vuole rappresentare cartograficamente questa porzione di superficie terrestre, occorre associare al sistema geodetico un metodo di sviluppo cartografico, cioè una proiezione che consenta di riportare sul piano i punti di coordinate note inquadrate nella rete geodetica, nel modo più coerente possibile. Ovviamente facendo riferimento ad una superficie curvilinea, rappresentare su una superficie piana comporta sempre delle approssimazioni e delle deformazioni a seconda del metodo che si decide di utilizzare, che riprodurranno la superficie in maniera più o meno fedele. La proiezione maggiormente utilizzata in cartografia è la conforme di Gauss, detta anche di Mercatore Inversa o Trasversa, che si presenta isometrica (non presenta deformazioni lungo il meridiano su cui si sceglie di incentrare la rappresentazione). Per quanto riguarda l Italia, in attesa della scelta di un unico sistema di riferimento globale, il WGS84 a cui si rifanno anche le tecnologie satellitari, vengono utilizzati ancora diversi sistemi di riferimento, con relativi sistemi cartografici associati, a seconda degli specifici scopi: Roma 40 Gauss-Boaga; ED 50 UTM-ED 50; WGS84 UTM-WGS84; Bessel Cassini-Soldner. Il sistema Roma 40 è il sistema geodetico nazionale che è stato introdotto nei primi anni della seconda guerra mondiale. Il suo datum è rappresentato dall ellissoide di Heyford e il suo centro di emanazione è imposto sulla verticale del Punto Roma Monte Mario ed identificato con coordinate calcolate con metodi astronomici 20. Questo sistema rappresenta il sistema di riferimento per la rete geodetica nazionale classica dell IGM, costituita da vertici. Utilizzato fino agli anni 60 e ancora riferito alla Carta d Italia al , è associato al sistema cartografico Gauss-boaga. L European Datum 1950 è il sistema geodetico europeo, introdotto nel 1950 allo scopo di unificare la cartografia di tutta l Europa occidentale. Anch esso è costituito dal ellissoide di Heyford e il punto di emanazione scelto per motivi militari è Postdam Le coordinate sono: latitudine ( 41 55' 25,51"); longitudine 0 (12 27' 08,400" Est di Greenwich), azimut su Monte Soratte (6 35' 00,88") 21 In questo sistema le coordinate Roma Monte sono le seguenti: latitudine (41 55' 31,487") e longitudine (12 27' 10,930"). 17

22 Il sistema geodetico Bessel è invece il più antico ed ancora utilizzato per la cartografia catastale. L orientamento dell ellissoide è imposto sulla verticale del punto Genova IIM (Istituto Geografico della Marina) Il georeferimento dei dati e il geodatabase In cartografia la localizzazione degli elementi territoriali all'interno di un sistema di coordinate costituisce un fattore di primaria importanza, ma lo è ancor di più se ci ritroviamo all'interno di un sistema GIS, perché il vantaggio dei Sistemi Informativi Geografici è dato proprio dal corretto posizionamento sulla superficie terrestre dei vari tematismi 23 presi in esame. In un software GIS, le informazioni sui sistema geodetico-cartografico vengono archiviate nello stesso file che contiene i dati, oppure in file associati ad essi; in tale modo, quando viene caricato il dato geografico, il software riesce a riconoscere se è georiferito e in quale sistema. In generale, il georiferimento dei dati di tipo raster o vettoriale è il medesimo: un dato geografico, non georiferito ad un sistema di coordinate terrestre è comunque riferito ad un sistema di coordinate locali o relativo. Per quanto riguarda un dato raster, la sua posizione è localizzata nello spazio da una cella matrice e la sua posizione relativa è data dal numero di colonne e righe che la separano da un origine convenzionalmente adottata; per un tematismo vettoriale invece, le coordinate relative potrebbero essere conteggiate da un vertice del rettangolo in cui è inscritta la totalità degli elementi grafici, convenzionalmente adottato come origine. In generale il processo di georiferimento presuppone il passaggio dei dati da un sistema relativo di coordinate locali ad uno di tipo globale e questo avviene attraverso una relazione matematica che utilizzando i parametri del datum e della proiezione cartografica, trasforma le coordinate locali in globali. Questa operazione viene compiuta non appena vengono inseriti i dati in un sistema GIS, che nella maggior parte dei casi sono di tipo raster, derivati da cartografia scannerizzata o costituiti da immagini telerilevate (ortofoto o immagini satellitari). Al georiferimento di un raster è associata anche una correzione di tipo 22 I relativi valori astronomici sono: latitudine (44 25' 08,235"), longitudine (0),azimut su Monte del Telegrafo (117 31' 08,91") 23 Un tematismo è dato dalla sovrapposizione di due o più temi, ovvero di strati informativi e piò essere generato garzie alla funzione dell overlay topologico (procedura di analisi spaziale). 18

23 geometrico 24 con il risultato di ottenere un nuovo raster di uscita con proprietà di scala e di proiezione tipiche della rappresentazione cartografica prescelta. Di norma, per le immagini raster si utilizza il Metodo dei Punti di Controllo a Terra (o anche detto dei Ground Control Point GCP), che permette di stabilire una relazione matematica e statistica tra le coordinate dei pixel sul raster e quella reperita da immagini cartografiche esistenti o da punti rilevati tramite GPS: assegnando ad un certo numero di punti di controllo a terra (spesso cinque) identificati sul raster delle coordinate terreno, si stabilisce una relazione fra le coordinate locali (riga e colonna) a quelle terreno (Nord-Est). Su questa base di relazione e tramite un algoritmo matematico si calcolano le coordinate terreno per tutti gli altri pixel del raster per interpolazione e/o estrapolazione. La metodologia di georiferimento con GCP consta di quattro fasi: definizione del sistema geodetico-cartografico; identificazione dei punti di controllo sul raster e sulla fonte di riferimento; applicazione di una funzione di trasformazione o funzione di mappatura che stabilisce la relazione fra coordinate raster e coordinate terreno per la correzione del dato; ricampionamento 25 del raster sorgente in un raster georiferito; Per la definizione del sistema geodetico-cartografico di riferimento vengono fornite al programma di trasformazione le informazione inerenti al datum e alla rappresentazione cartografica, che nell'ambito del software GIS sono già predisposte ed inserite in una lista di sistemi geodetici-cartografici, per cui occorrerà solo selezionarne uno. Può però capitare che l'immagine georiferita e cartografica appartengano ad un paese per cui il software non predispone alcun tipo di sistema: in questo caso è previsto un modulo apposito per la creazione di un nuovo sistema geodetico-cartografico definibile a partire dai singoli parametri (datum, ellissoide, meridiano centrale, tipo di rappresentazione cartografica ecc.) che dovranno pertanto essere inseriti dall'operatore. 24 Le correzioni di tipo geometrico vengono applicate alle immagini raster per correggere le eventuali distorsioni o imperfezioni (legate alle relazioni geometriche del sistema sensore-piattaforma-bersaglio) presenti nell immagine. Queste correzioni possono seguire un metodo analitico (considerano il processo fisico-geometrico di generazione dell immagine e usano tale modello per ricavare le formule di correzione) o sintetico (determinando ad esempio una relazione matematica tra le coordinate del pixel dell immagine e le coordinate dei rispettivi punti a terra, Ground Control Point), individualmente o contemporaneamente e hanno lo scopo di collocare i pixel della scena nella loro corretta posizione all interno dell immagine. 25 Una volta effettuata la correzione geometrica dell immagine, l ultimo intervento da effettuare è il ricampionamento radiometrico. Questa fase è necessaria perché una volta applicata la correzione geometrica, l immagine risulterà più accurata dal punto di vista geometrico, ma il valore radiometrico di ciascun pixel non rappresenta più i valori originali misurati sulla scena. 19

24 1.7. Database geografico Fra le componenti di un Sistema Informativo Geografico la banca dati è la componente tecnologico-informativa più onerosa, in termini di costo di acquisizione e di mantenimento. Vi sono numerose definizioni di database, tra le quali quelle date da Ullmann e Widom nel 1997, per i quali non è niente di più che una raccolta di informazioni che esistono per un lungo periodo di tempo, spesso per molti anni o quella di Longley et al. Nel 2001, che la definiscono come un set integrato di dati riguardanti un dato argomento; oppure come per Worboys, nel 1995, per cui un database è una raccolta di dati intercorrelati fra loro, archiviati in un computer. Il database è il contenitore dell'informazione che costituisce l'elemento di valorizzazione del GIS. La maggior parte dei Sistemi Informativi Geografici sono costituiti da un database, ovvero un insieme di dati organizzati in un computer, in maniera tale da poter essere aggiornati, integrati, condivisi, ritrovati, per vari utilizzi (Malczewski, 1999). Un database spaziale non deve essere visto come un puro strumento di gestione dei dati, ma piuttosto come un mezzo di rappresentazione o modello, di sistemi geografici reali. Mentre nei sistemi raster lo stesso modello dei dati provvede a una descrizione relativamente completa, nei sistemi vettoriali esistono due tipi di approcci principali per integrare gli elementi grafici del modello di dati di una struttura di gestione del database. La banca spaziale di un GIS è costituita da due componenti: l'attributo geografico che determina il riferimento spaziale del dato e l'attributo alfanumerico che contiene le informazioni qualitative e descrittive del dato. Per poter integrare insieme queste due componenti sono state stabilite diverse diverse soluzioni di tipo multiforme o ibrido e di tipo compatte o integrate: molti GIS optano per le prime soluzioni, in cui la parte alfanumerica del dato è gestita dal RDBMS (Relational database Management System), mentre la parte geometrica viene gestita da un sistema diverso che memorizza la componente spaziale del dato. Un esempio di questo tipo di funzionamento è strutturata nello shapefile, ovvero un file dalla triplice estensione (shp. dbf. shx) che memorizzano rispettivamente la geometria, la componente alfanumerica e un collegamento che collega le prime due estensioni. Le soluzioni della seconda tipologia, quelle compatte o integrate sono caratterizzate dalla diversa modalità di gestione della componente spaziale (coordinate e topologia del dato) 20

25 insieme alla componente alfanumerica (file degli attributi), formando una stessa base di dati. Ma questa soluzione non è così diretta perché gli RDBMS non riescono a gestire la componente spaziale se non interrogandoli con apposite funzioni sviluppate per questa gestione. I diversi RDBMS sia proprietari che opensource hanno predisposto estensioni spaziali ai propri database e in alcuni casi (come per le aziende leader nella produzione di soluzioni GIS) hanno anche introdotto un nuovo modello dati orientato agli oggetti, creando il Geodatabase. Questo nuovo modello (object oriented) migliora la gestione dei dati geografici e semplifica la scrittura di programmi, dando così la possibilità all'utente di lavorare con oggetti geografici intelligenti, semplici e intuitivi: oltre che con primitive geometriche, quali punti, linee e poligoni, l'utente lavora con oggetti che sono diretti modelli della realtà, quali particelle catastali o edifici, cioè con una modellazione che si basa sulla descrizione mediante oggetti e della relazione mediante elementi che la compongono. Il Geodatabase è fisicamente memorizzato all'interno di un database relazionale, che consente di gestire database geografici di dimensioni enormi, in multiutenza; è in grado di gestire sia dati vettoriali, che raster, elaborare indirizzi, relazioni, metadati, topologie, 3D, CAD e tabelle. Il loro vantaggio però non si deve solo alla loro all'interoperabilità, ma anche in relazione al dato stesso; infatti l'informazione geografica non è più un file-based, spesso di grandi dimensioni, ma un unico insieme di dati in cui la componente geometrica e quella alfanumerica sono integrate, in cui si possono stabilire relazioni e introdurre indicizzazioni. Le soluzioni commerciali di geo-rdbms sono rappresentate da Oracle ed Ensri, mentre tra quelle opensource sono soprattutto PostgreSQL. PostGIS aggiunge la componente spaziale a PostgreSQL permettendo il suo uso anche nell'ambito di sistemi informativi geografici. Affinché un sistema di archiviazione dati funzioni correttamente, deve possedere caratteristiche di affidabilità. Innanzitutto un database deve essere sicuro, ovvero protetto da accessi non autorizzati e deve garantire la sicurezza dei dati in maniera tale che soltanto il personale autorizzato possa apportare delle modifiche; deve poi essere affidabile, cioè proteggere i dati da eventuali guasti imprevisti del sistema software e hardware; deve poi essere integro, nel senso che i dati devono essere corretti per evitarne ripetizioni. Inoltre i dati devono essere indipendenti: in questo modo si può consentire l'accesso di diversi utenti con scopi e competenze diverse. Dal punto di vista della prestazione infine, questi dati dovranno poter essere interrogati per recuperare informazioni, in maniera ottimale, fornendo risposte nel tempo più breve possibile. 21

26 1.8. I DBMS, sistemi di gestione dei database Un sistema di gestione di un database è rappresentato da un software o da un insieme di software dedicati all'amministrazione di banche dati, che costituiscono il sistema di gestione e, una raccolta persistente di dati, che costituiscono il database. Un DBMS è una sorta di intermediario tra l'utente e i dati, che funziona grazie alla indipendenza dei dati: il DBMS infatti presenta i dati all'utente secondo un modello logico, riservando per le sue operazioni un modello fisico. Ma come si è arrivati a creare i DBMS? Inizialmente i database funzionavano in modo simile a come erano stati organizzati i dati tradizionalmente, ovvero un sistema di file (l'analogo di documenti) all'interno dei quali sono contenuti dei dati; per poter modificare, cancellare o stampare questi dati, occorrevano dei software a parte e una figura quale quella del programmatore, che fosse in grado di manipolare dei programmi complessi per ogni operazione di gestione dei dati e che avesse anche una conoscenza sia del modello logico, che fisico dei dati. Tutto questo accadeva perché i linguaggi utilizzati nel passato per la programmazione di software erano detti di terza generazione e pertanto strutturati in modo tale che il programmatore dovesse specificare sia quale operazione compiere, che di quale tipo di operazione si trattasse e come eseguirla, oltre al fatto che occorreva scrivere fisicamente i dati su supporti di memorizzazione. Infine, la sicurezza di tali dati contenuti nei file non era garantita, data la possibilità a chiunque di poter accedere. Questo sistema, detto sistema a file è stato per tali motivi abbandonato e sostituito dall'attuale DMBS, che si presenta all'utente secondo un modello logico, riservando il lavoro di gestione fisica all'dbms e utilizzando linguaggi di quarta generazione (DDL e DML), in cui l'utente deve solo sapere cosa far fare al programma e non più anche come farlo fare. Il DBMS è generalmente un software come Oracle, MySQL, PostgreSQL o Microsoft Access e contiene al suo interno le principali funzioni di gestione dei dati che non devono essere aggiornate ad ogni modifica dei dati. La vasta diffusione dei database relazionali a partire dagli anni 70' è dovuta alla semplicità del modello su cui si basano, infatti un database relazionale è costituito da una o più tabelle chiamate appunto relazioni. La relazione rappresenta l'elemento centrale di rappresentazione dei dati in un database relazionale e la loro aggregazione consente di stabilire delle relazioni fra i dati stessi. La forza del modello relazionale è anche quella di contenere direttamente al suo interno gli strumenti per stabilire le relazioni fra i dati attraverso i vincoli di integrità 22

27 referenziale. La relazione viene tipicamente mostrata sotto forma di un tabella e i dati di una relazione (contenuta quindi in un unico file) sono strutturati come una serie di righe ( record) e colonne. Una riga consiste in una lista di valori, uno per ogni attributo. Ogni cella (incrocio di una riga con una colonna) contiene una sola occorrenza di un attributo, definita valore Il modello geo-relazionale Il modello relazionale è un potente mezzo di rappresentazione e manipolazione di basi di dati tradizionali, ma quando si trattano dati di tipo geografico, questo modello non possiede strumenti sufficienti per fornire un efficace modellazione della parte geometrica di tali dati. Per tale motivo sono state applicate delle estensioni a tale modello relazionale, trasformandolo in un modello geo-relazionale. I sistemi di gestione dei database geografici, secondo il modello geo-relazionale, sono definiti geordbms. Guting, nel 1994 definisce il geodbms come un DBMS in grado di gestire dati spaziali, che possiede all'interno del suo modello dati tipi predefiniti di dati spaziali ed un linguaggio di manipolazione che li possa manipolare, come ad esempio punti, linee e regioni, fornendo così la base per la modellazione delle strutture di entità geometriche, rappresentanti oggetti del mondo reale. Il geodbms consente l'implementazione degli Spatial Data Types, fornendo almeno un sistema di indicizzazione spaziale. Un indice spaziale è un sistema per l'ottimizzazione delle ricerche di oggetti ubicati nello spazio; senza di esso una ricerca di un determinato elemento richiederebbe al geodbms, la scansione di tutta l'area occupata dai dati. Un join spaziale è invece un'operazione di join fra le tabelle di due piani informativi basato sulle relazioni spaziali esistenti fra di essi e algoritmi efficaci per le operazioni di join spaziale. Attualmente, il modello dei dati di riferimento a livello europeo per i database spaziali è l'iso TC211 DIS Geographic Information- Simple feature access, basato sul modello Simple Feature Specification (SFS) for SQL, originariamente concepito dal Consorzio OpenGIS. Essi sono definiti dall'organismo internazionale di standardizzazione ISO, in collaborazione con l'opengis Consortium e varie case produttrici di software. Lo standard Simple Feature Access prevede che gli insiemi di elementi spaziali siano memorizzati in un geodbms come tabelle di un database relazionale, dove ciascun oggetto 23

28 spaziale determina un record della tabella. In ogni tabella, una colonna ospita i valori della geometria dell'elemento, seguendo lo standard di riferimento; essa, contiene oggetti geometrici e viene pertanto definita feature table. In una tale struttura, gli attributi non spaziali relativi agli elementi geometrici vengono memorizzati in colonne, utilizzando i domini dei valori stabiliti dallo standard SQL ; per gli attributi spaziali sono invece usati dei tipi di dato aggiuntivi, basati sul modello geometrico dello standard Simple Feature Access. La classe Geometry è la classe generica a cui fa capo una serie di sottoclassi, che descrivono tipi particolari di oggetti geometrici. 24

29 2. I Sistemi di Informazione Geografica nel turismo 2.1. Informazioni e comunicazioni tecnologiche nel turismo Il progresso tecnologico è alla base delle maggiori trasformazioni avvenute in questi ultimi decenni nel settore del turismo, in maniera particolare la tecnologia dell informazione e della comunicazione (ICT) ha contribuito nell apportare numerosi cambiamenti nell organizzazione della filiera produttiva, nel funzionamento delle aziende e nel cliente-turista. Il turismo rappresenta il settore economico più dinamico a livello internazionale, per la sua stessa natura legata alla circolazione globale delle persone, delle informazioni, delle idee e dei prodotti, pertanto il ruolo delle ICT è divenuto strategico all interno della produzione turistica come fattore di criticità per la competitività tra le destinazioni, le strutture ed i servizi. Lo stesso Taleb Rifai, Segretario Generale dell UNWTO sin dal 2009 ha messo in evidenza che per far fronte alla crisi l obiettivo del turismo non doveva concentrarsi su un offerta più economica, ma anzi occorreva puntare alla qualità e all innovazione, per cui tutte le nuove idee, grazie all ICT possono raggiungere più facilmente il mercato. Il futuro del turismo è sicuramente l e- Commerce, riuscendo in questo modo a coinvolgere tutti gli attori del settore turistico. Nella relazione di apertura della conferenza di ENTER 2000 a Barcellona è stato messo in evidenza il ruolo preponderante delle tecniche di intelligenza artificiale che possono intervenire nel turismo, tramite l attuazione di sei fasi: l organizzazione di campagne di promozione e la formazione nel turista dei primi elementi di interesse e curiosità; l accesso all informazione; la presa di una decisione e le conseguenti azioni necessarie; la preparazione di una visita; la visita; la lunga fase che segue la visita. Ma risulta difficile pensare come ogni singolo turista in ognuno di questi momenti può avere a che fare con un opuscolo cartaceo o una guida turistica. Nelle prime fasi dell innovazione è sempre la tecnologia ad attrarre l attenzione: la rapidità dei cambiamenti porta a perder di vista su ciò che potrebbero essere le successive fasi applicative della tecnologia. Occorre pertanto riflettere su quali cambiamenti culturali sono avvenuti, soprattutto a distanza di un quarto di secolo in cui il problema legato alla tecnologia è solo quello in relazione alla sua diffusione e al suo adeguamento. Il rapporto tra tecnologia e cultura è in realtà di vitale importanza, in quanto la tecnologia richiede l organizzazione e 25

30 quest ultima non può sussistere se non vi è cultura. Le tecnologia dei Geogarphic Information Systems integra dati diversi e diversi attori, richiedendo così una base culturale I GIS in Italia, il ruolo delle regioni e del CNR I GIS si diffondono nel Regno Unito negli anni 70' attraverso un processo to-down, ovvero dal livello nazionale a quello regionale, mentre in Italia si è registrato un processo di tipo botton-up, quindi dal livello regionale a quello statale. Con l'istituzione delle regioni nel 1970, tra le deleghe che ricevettero vi fu anche quella della responsabilità della programmazione territoriale. Questa responsabilità si è tradotta in due modi: alcune regioni hanno deciso di improntare la decisione su ciò che occorreva fare e dove, mentre altre hanno dato valore alla questione della conoscenza del territorio. Il primo passo della conoscenza negli anni 70' è stato quello del telerilevamento, anni in cui appunto cominciarono ad essere lanciati i primi satelliti, ma se da un lato le belle immagini che si acquisirono sostituirono la cartografia tradizionale, dall'altro occorreva raccogliere tutti i dati che i satelliti avevano raccolto; la fotografia altro non era se non l'elaborazione semplificata dei dati, ma i dati dovevano essere interpretati per ottener qualcosa e questo qualcosa non rappresentava ancora un risultato, ma un qualcosa di intermedio. Il prodotto finale quindi, sarebbe stato l'input per un processo decisionale, in cui poi sarebbe dovuta avvenire l'integrazione delle conoscenze. L'impiego maggiore delle regioni nel processo della conoscenza territoriale è stato quello della costruzione della cartografia a grande scala, 1:5.000 o 1: direttamente sullo strumento digitale, contribuendo alla diffusione dell'informazione geografica. Le regioni coinvolte in questo processo hanno costituito associazioni o consorzi che partivano dall'informatica per arrivare al prodotto cartografico o viceversa. Un altro settore di interesse era quello delle utilities, orientate alla gestione di una risorsa specifica. Il CNUCE 1 ha rappresentato in quegli anni un punto di incontro per i responsabili degli uffici regionali, in cui la domanda poteva incontrare l'offerta in un terreno neutro e più 1 IL CNUCE è un istituto del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che svolge attività di ricerca nel campo dell informatica, della Telematica e della Meccanica Spaziale e Strutturale, creato nel

31 vivace culturalmente. Inoltre nel 1979 il CIPE 2 approva il programma di fattibilità del Progetto Finalizzato Informatica affidandone l'esecuzione al CNR 3. In generale però l esperienza regionale italiana aveva contribuito ad una visione integrata dell informazione, mettendo in evidenza soprattutto gli aspetti organizzativi, perciò la geografia, disciplina fra l altro assente anche dal dibattito internazionale, non fu al momento presa in considerazione. La gestione delle informazioni non era altro che la gestione del territorio, inteso come cartografia, ovvero come unione di due componenti, quella fisica e quella antropica. Ma né la componente informatica, né quella geografica potevano essere escluse: una garantiva la velocità e la possibilità di prendere in considerazione un numero notevole di informazioni, l altra garantiva una presa di coscienza degli aspetti disciplinari, altrimenti esclusi. In questo modo si parla perciò di un fattore G della geografia, quindi della componente geografica che sembra ovvia, ma che mette in discussione un gran numero di variabili che spesso possono generare confusione: ad esempio il territorio e i fattori socio economici, seppure riferimenti comuni, necessitano dei parametri di compensazione per poter essere comparati. D altra parte si parla anche di un fattore I dell informazione, legato perciò ai database. Questa componente crea delle disparità fra alcune società evolute che hanno trasformato le modalità di rilevazione dei dati e la loro essenza stessa in funzione dei GIS, utilizzati in un secondo momento per interpretare, ed altre, che per svariate ragioni non riescono ad adeguarsi. Per cui l utilizzo di sistemi di dati organizzati per aree o vettori, l utilizzazione di strumenti dell analisi quantitativa e il ricorso agli approcci multidisciplinari, come possono essere i GIS, risultavano un passo decisivo per il superamento della situazione. Infine era da considerare il fattore S, ovvero il sistema, con le sue difficoltà che si differenziavano in base alle differenti discipline che interpretavano il fenomeno, rendendolo poi disponibile per il GIS. In particolare le difficoltà erano dovute quando si dovevano affrontare ricerche sociali. Le difficoltà legate ai vari fattori avevano concentrato l utilizzo di GIS in pochi laboratori di gestione statale o di grandi centri di ricerca, ma negli anni, le prestazioni hardware si sono ridotte all utilizzo di un semplice pc e i software sono divenuti molto più economici, rendendo l utilizzo dei GIS largamente diffuso. 2 Il CIPE è il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, un organismo statale creato nel Il Consiglio Nazionale delle Ricerche è un Ente pubblico nazionale con il compito di svolgere, promuovere, diffondere, trasferire e valorizzare attività di ricerca nei principali settori di sviluppo delle conoscenze e delle loro applicazione per il loro sviluppo scientifico, tecnologico, economico e sociale del Paese. 27

32 2.3. L applicabilità dei GIS al turismo e l analisi statistica dei fenomeni Applicare le tecnologie GIS e Multimediale al settore turistico comporta una serie di analisi su dati, su utenze e su applicazioni, solo dopo le quali si può pensare di muoversi sull'approfondimento di un settore specifico. Da questo concetto preliminare nasce il concetto di Sistema di Informazione e di Formazione turistica: un sistema composto da dati strutturati, dalle risorse software necessarie per le varie applicazioni e dalla strumentazione hardware, con particolari caratteristiche dedite alla memorizzazione e alle restituzione dei dati. Una volta effettuata una prima analisi e definite le macro-funzionalità necessarie per definire il settore di intervento, l'analisi vera propria si distingue in tre fasi: analisi dei dati e strutturazione degli stessi; definizione degli aspetti funzionali del sistema; definizione dei requisiti hardware e software del sistema. Si tratta di tre fasi interdipendenti e quindi si pone il problema di un approccio metodologico che favorisca uno dei tre aspetti del problema, rispetto agli altri: se si favorisce la scelta del software, si tratta di una scelta penalizzante per il sistema e che si compie a prescindere dalle esigenze tecniche; mentre per le altre due fasi, si avrà: partendo da un'analisi degli aspetti funzionali del sistema ( application oriented ), vuol dire arrivare ad una progettazione molto efficiente, in cui tutto il sistema è volto a risolvere il problema specifico; mentre privilegiare un'analisi approfondita del dato, condotta non nello specifico caso dell'applicazione, ma cercando di identificare la vera natura del dato e solo dopo strutturare il dato dal punto di vista informatico secondo questa visione, è un approccio ( data oriented ) che rispetta il vero significato delle informazioni trattate. L'applicazione specifica potrebbe comportare una ripercussione sulle prestazioni, ma rappresenta l'approccio migliore per rendere il sistema robusto rispetto alle nuove applicazioni, sullo stesso tema e anche rispetto all'innovazione tecnologica. L'approccio data oriented si muove nell'ottica di scambio di informazioni territoriali da parte di sistemi diversi per applicazioni diverse. Per quanto riguarda l'analisi dei fenomeni, in particolar modo quelli di tipo quantitativo, nell'ambito del turismo occorre utilizzare tecniche e metodi della statistica. La statistica ha 28

33 come obiettivo lo studio e la rappresentazione di fenomeni collettivi o di fenomeni di massa 4 ; i fenomeni turistici rientrano nella categoria dei fenomeni collettivi. Si tratta ad esempio di definire quanti turisti sono presenti in una nazione in un anno o quanti ristoranti vi sono in una città. Per poter dare una risposta a domande di questo genere, occorre mettere insieme singole osservazioni fatte in precedenza ed elaborarle tramite procedimenti di sintesi della statistica. L'approccio di tipo statistico viene utilizzato in molti campi, anche nel turismo, in cui risulta utile per le analisi di tipo quantitativo dei fenomeni turistici, pur seguendo la logica dei GIS. Dovendo ricorrere alla statistica, occorre dare alcune nozioni di base. L'unità statistica è definita come l'unità elementare oggetto dell'osservazione di ogni fenomeno individuale e può essere costituita da un individuo o da un insieme di individui: la popolazione (o collettivo) è formata dall'insieme di tutte le unità statistiche oggetto dello studio e può essere sia finita (quando tutte le unità che la compongono sono numerabili o conoscibili), che infinita (quando non è possibile conoscere tutte le unità). Il carattere statistico (ad esempio la categoria di un albergo) è invece l'elemento attraverso il quale si descrive la popolazione, direttamente osservabile su ogni unità statistica e nel momento in cui si osserva un carattere su una precisa unità statistica, si dice che l'unità statistica assume una data modalità di quel carattere. I caratteri hanno una natura molto diversa e quindi occorre classificarli, anche perché le elaborazioni che si possono fare dipendono dalla tipologia del carattere; i caratteri statistici sono suddivisi in: caratteri qualitativi e caratteri quantitativi. A loro volta, mentre i caratteri qualitativi si suddividono in qualitativi sconnessi (non ordinabili), qualitativi rettilinei (non si può definire un ordine delle modalità e la prima e l'ultima sono definite in modo naturale) e qualitativi ciclici (si può definire l'ordine delle modalità, ma la prima e l'ultima non sono definite in modo naturale); quelli quantitativi posso essere rettilinei (esiste un'origine naturale a cui si dà valore di zero) o ciclici (quando l'origine è convenzionale). Nell'ambito dei Sistemi di Informazione Geografica, le coordinate geografiche sono un esempio di carattere quantitativo ciclico, infatti a livello mondiale, il meridiano di Greenwinch e l'equatore sono origini, rispettivamente per longitudine e latitudine, ma in riferimento ad una qualsiasi singola nazione è possibile stabilire una qualunque altra coppia di meridiano e parallelo come origine del sistema di riferimento. 4 Sono i fenomeni che la nostra mente non può conoscere con una sola osservazione, ma che invece apprende tramite la sintesi delle osservazioni dei fenomeni più semplici (Leti,1983) 29

34 Seguendo un tipo di approccio statistico, innanzitutto bisogna stabilire il numero e i tipi di carattere da rilevare e in seguito, nella fase di osservazione, si registrano per ogni unità statistica, i relativi valori delle modalità. Ogni indagine statistica si compone di una serie di fasi: la fase iniziale di astrazione, in cui si fissano le ipotesi del lavoro e si progetta l'intera indagine; la fase di rilevazione, dopo aver raccolto i dati; l'elaborazione e interpretazione dei dati; la fase della presentazione dei risultati. Nella fase di astrazione si stabilisce il perché, cosa, dove, come e il quando; è una fase molto delicata perché da essa dipenderà la qualità dei dati che si ottengono. Per quel che concerne la rilevazione invece, essa può essere effettuata su tutte le unità statistiche che compongono la popolazione, individuata nella prima fase, oppure solo su una parte di essa che avrà caratteristiche di rappresentatività di essa. Così mentre nel primo caso si tratta di indagine totale, nel secondo di indagine campionaria. Una volta noti, ad esempio, popolazione e numerosità campionaria, bisogna determinare quali unità statistiche appartenenti alla popolazione entreranno a far parte del campione, tramite una serie di tecniche. Inoltre la rilevazione dei dati può essere fatta utilizzando fonti documentarie già esistenti, oppure interpellando coloro che possiedono le informazioni, normalmente attraverso lo strumento del questionario di autocompilazione e per cui ogni domanda rappresenta un carattere e le risposte possibili, sono invece le modalità di quel carattere. Una volta raccolti tutti i dati, sia in maniera diretta che indiretta, li si prepara alla fase di elaborazione, che consiste nella predisposizione di un database, direttamente processabile con le tecniche di analisi quantitativa; l'elaborazione avviene sulla base di un piano e implica l'ordinamento di tutti i dati del database al fine di estrarre informazioni di sintesi desiderate, secondo lo scopo dell'indagine. L'ultima fase di presentazione dei dati, avviene tramite tabelle statistiche, rappresentazioni grafiche, rapporti e note di rappresentazione. 30

35 2.4. Gli strumenti per l analisi dei dati turistici La frequenza è definita come il numero di unità statistiche che rappresentano la stessa modalità di un carattere, mentre la distribuzione di frequenza è una tabella relativa a un carattere all'interno della quale si hanno due colonne: nella prima vi sono le modalità del carattere e nella seconda sono riportate le corrispondenti frequenze. La lettura totale di righe e colonne danno alla fine informazioni sull'andamento complessivo del fenomeno e può essere utilizzato per calcolare delle percentuali. Nel caso in cui è presente anche l'elemento spaziale, ovvero il riferimento al territorio che ci dà la possibilità di collegare i dati a un dato geografico, possiamo prendere come esempio la regione, elemento di destinazione delle vacanze italiane. La regione, che da un punto di vista statistico rappresenta una modalità, con un approccio di tipo GIS diviene un'area vettoriale, che costituisce la base di riferimento per tutti i dati, ovvero un oggetto del mondo reale che viene riportato però nella riga di una tabella, mentre per colonna si avranno una serie di attributi, che si riferiscono a tutte le entità territoriali della tabella; in questo modo la distribuzione di frequenza plurima dell'istat ad esempio sarà presa in considerazione come una tabella di attributi che può essere implementata in un database geografico, dove è disponibile il layer vettoriale delle regioni italiane. La prima cosa da fare a questo punto è costruire dei cartogrammi, ovvero visualizzare degli attributi su base cartografica in modo tale da avere una percezione immediata del fenomeno. Questa rappresenta una tipologia di percorso per trattare i dati sul turismo in ambito GIS, dal dato tratto da una fonte esterna, come può essere l'istat, all'interpretazione e la lettura del dato secondo le tecniche della statistica, fino alla trasposizione della tabella in un database geografico per la costruzione di cartogrammi, con lo scopo di interpretare e visualizzare un dato territoriale in modo tale da ampliarne le capacità comunicative, che nella sola tabella sono limitate. Dopo aver trasportato il dato in un database geografico, si possono fare altre analisi di tipo spaziale, soprattutto se si hanno altri dati relativi allo stesso territorio. Nella fase di analisi vera e propria si calcolano gli indici per estrarre valutazioni, sintesi, comparazioni e ulteriori interpretazioni sul fenomeno e per cui le tecniche maggiormente utilizzate sono le medie 5 (analitiche e di posizione), gli indici di variabilità 6 (varianza e 5 Le medie sono indici di sintesi delle distribuzioni statistiche. Mentre le medie analitiche (come ad esempio quella aritmetica) esprimono una sintesi del valore di tutti i termini della distribuzione e si tratta sempre di un valore compreso tra un valore minimo ed uno massimo; quelle di posizione (come può essere la moda) mettono in risalto i valori di alcune posizioni caratteristiche di una distribuzione, ma come le medie algebriche sono sempre dei valori di modalità compresi tra la modalità più piccola e quella più grande. 31

36 scarto quadratico medio) e i rapporti statistici 7 (di composizione, di coesistenza, di derivazione, di densità). Nel calcolo di numeri indici spaziali si può scegliere come base un'area di particolare interesse per il fenomeno studiato ed inoltre è utile rappresentare questi valori dei numeri indici tramite cartogramma. Per le presentazione dei risultati si possono utilizzare tabelle statistiche e rappresentazioni grafiche; quest'ultime in particolare sono la trasposizione dei dati presenti sulle tabelle statistiche, su forme geometriche. Se da un lato possono rappresentare un vantaggio, grazie alla loro visione d'insieme dell'andamento del fenomeno, dall'altro perdono il vantaggio di fornire dettagli che solo la tabella è in grado di avere, anche se ciò non toglie la completezza del grafico e il fatto che esso deve poter essere letto a prescindere dalla tabella da cui deriva e pertanto deve possedere note, fonti, caratteri e unità di misura. Per quanto riguarda la scelta dei colori o dei simboli di riempimento, bisogna stare attenti a non generare confusione, scegliendo colori facilmente distinguibili e riducendo al minimo il numero delle modalità di rappresentazione. Vi sono vari tipi di grafici e la scelta deve essere ponderata in base al fenomeno da rappresentare: grafici a settore circolare o a torta, facenti parte della categoria degli aerogrammi, per riportare ad esempio le frequenze di una distribuzione su spicchi di un cerchio o comunque in generale su parti di una figura piana; grafici a nastri, formati da rettangolo orizzontali, la cui base è proporzionale alla frequenza o intensità del fenomeno, o grafici a colonne se si dispongono i rettangoli in verticale. Nel caso in cui bisogna rappresentare un carattere quantitativo rettilineo è molto utile rappresentarne la distribuzione su un piano cartesiano, disegnando per ogni modalità della distribuzione un punto con ascissa proporzionale al valore della modalità o ordinata proporzionale all'intensità/frequenza del fenomeno, ottenendo così un diagramma cartesiano. Una tipologia particolare di rappresentazione grafica è poi quella del cartogramma, ovvero una carta geografica sulla quale sono rappresentati i dati, con colori e simboli diversi a seconda dei valori del fenomeno osservato; il cartogramma è uno dei modi in cui il sistema GIS può essere utilizzato, allo scopo di trasportare l'informazione contenuta nella tabella attributi sulla parte geografica tipica delle distribuzioni statistiche territoriali. Non bisogna dimenticare che in questo tipo di rappresentazione è molto importante prendere in considerazione l'eventuale normalizzazione del dato, nel senso che i valori assoluti della 6 Per affiancare alle medie degli indici intorno a valori medi. 7 Per confrontare caratteri diversi della stessa distribuzione o di altre distribuzioni. Sono numeri puri, nel senso che sono depurati dell unità di misura, pertanto sono confrontabili e non hanno problemi di comparabilità. 32

37 variabile forniscono una percezione diversa rispetto ai dati rapportati a una variabile di derivazione Le fonti statistiche della domanda e dell offerta Per ottenere dati utili ad analisi turistiche, vi sono diversi modi, ma sostanzialmente tutti sono riconducibili a tre categorie: la consultazione di esperti, ovvero si tratta di soggetti che per la particolare posizione che rivestono, sono particolarmente informati su alcuni aspetti legati al turismo; le rilevazioni statistiche ad hoc, quindi attraverso la programmazione di apposite analisi statistiche, l'analisi di dati esistenti, consultando in questo modo molte banche dati già esistenti che contengono informazioni sul fenomeno turistico. Purtroppo è difficile condurre un'analisi quantitativa partendo da un'unica fonte quando si ha a che fare con un fenomeno turistico perché si tratta di un fenomeno complesso in quanto caratterizzato da interconnessioni con la vita delle popolazioni residenti e con un molteplicità di risvolti economici, motivo per il quale il sistema delle statistiche ufficiali dell'offerta e sulla domanda turistica sta cercando di razionalizzarsi, su richiesta continua da parte delle organizzazioni internazionali e comunitarie esperte in materia, ciò nonostante non sono ancora stati prodotti dei risultati importanti. Questo è possibile riscontrarlo anche nel caso italiano stesso, in cui i dati disponibili sono spesso frammentati e disseminati in numerose fonti nazionali e locali. La prima fonte di dati sul turismo è in Italia l'istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), che è un ente di ricerca pubblico che produce analisi di tipo statistico ufficiali e realizza censimenti su una vasta gamma di campi; vi è poi il Programma statistico nazionale (PSN), che stabilisce le rilevazioni statistiche di interesse pubblico, affidate al Sistema statistico nazionale e i relativi obiettivi: ha durata triennale ed è predisposto dall'istat. Segue poi il Sistema Statistico Nazionale (SISTAN), un istituto per razionalizzare la produzione e la diffusione delle informazioni e ottimizzare le risorse destinate alla statistica ufficiale. Esistono poi tutta una serie centrali e periferici delle amministrazioni statali. La prima cosa che occorre fare quando si trattano statistiche prodotte da fonti citate è distinguerle fra statistiche pubbliche e statistiche private. Mentre le prime possono essere sia di tipo specialistico, cioè riguardanti rilevazioni specifiche sul turismo, sia di tipo generale e quindi non attuate in maniera specifica per il turismo, ma dalle quali si ricavano comunque 33

38 informazioni utili. Nell'ambito delle statistiche pubbliche, quelle che riguardano la domanda di turismo, sono: sui viaggi degli italiani e sui visitatori internazionali e statistiche sulla bilancia turistica; nell'ambito dell'offerta: statistiche sulla coesistenza ricettiva e statistiche sull'utilizzo degli esercizi ricettivi. Per quanto riguarda i viaggi degli italiani e i visitatori internazionali è possibile dire che l'istat svolge una serie di analisi dette multiscopo su un campione nazionale annuo di 14 mila famiglie, fornendo informazioni su i flussi turistici dei residenti in Italia sia all'interno del territorio nazionale che all'estero, informazione sulle modalità dei viaggi con almeno un pernottamento e sulle caratteristiche socio-demografiche delle persone che viaggiano. La Bilancia turistica costituisce una specifica voce di pagamenti, con informazioni sulla spesa turistica dei visitatori non residenti in Italia e le spese turistiche degli italiani all'estero. Questi dati derivano direttamente dalle indagini dirette dalla Banca di Italia. La consistenza ricettiva riguarda i dati sulle dimensioni e sulla distribuzione territoriale delle strutture ricettive offerte ai turisti, sugli esercizi alberghieri e di quelli complementari; in questo caso i dati vengono pubblicati dall'istat, ma vengono raccolti ed elaborati dalle Aziende di Promozione Turistica e dalle amministrazioni regionali. Infine i dati sull'utilizzo degli esercizi ricettivi sono quindi dati riferiti al movimento dei clienti e servono per quantificare gli arrivi, le presenze e la permanenza media negli esercizi ricettivi. Sono dati forniti direttamente dalle strutture ricettive tramite moduli giornalieri e trasmessi poi alle Aziende per la Promozione Turistica. Per quanto riguarda la classe delle statistiche pubbliche non specifiche sul turismo, vi sono: censimenti generali delle attività e delle abitazioni; censimenti generali delle attività economiche; indagini sulle forze lavoro; indagini del settore Cultura ; statistiche sull'istruzione; indagini sui prezzi; Nell'ambito dei privati, vi sono poi numerosi istituti di ricerca che svolgono indagini turistiche, fra cui: Istituto Nazionale di Ricerche sul Turismo, Touring Club Italiano, Centro Studi Turistici. Se da un lato questa varietà di fonti, rappresenta un vantaggio, dall'altro crea incongruenza e sovrapposizione. 34

39 2.6. Il database geografico per la gestione dei fenomeni turistici L'uso di un GIS nelle varie fasi di un'indagine riguardante dati sul turismo è data dalle peculiarità del fenomeno da studiare. In generale mentre un'analisi statistica riguarda solo la parte attributo dell'informazione, quando si utilizza il GIS si aggiunge anche la parte geografica dell'informazione. Per quanto riguarda la prima parte della progettazione del lavoro, la fase dell'astrazione, non si utilizza ancora il software, ma si progetta come svolgere il lavoro. Quando si definisce il cosa osservare, si decidono i caratteri da rilevare e si deve tenere presente che questi rappresenteranno poi i campi della tabella degli attributi, riferiti ad un unico insieme di oggetti raggruppati in un singolo layer. L'unità statistica oggetto di rilevazione poi, diventerà l'oggetto GIS da modellare all'interno del database geografico, perciò bisognerà fare in modo che gli oggetti siano georeferenziati. In questa stessa fase vengono organizzati i layer e all'interno di ogni layer va individuata la primitiva geometrica da utilizzare (punto, linea, poligono ecc..). Nella predisposizione dei caratteri, si deve stabilire la tipologia e la lunghezza del campo, cioè lo spazio di memoria che nel database verrà riservato ad ogni dato, indicato in byte. Poi, nel decidere dove osservare, il territorio di indagine, occorre definire l'area su cui sarà costruito l'interno database geografico. In questa fase di astrazione viene anche definito se l'indagine è totale o campionaria, ma ai fini del GIS, bisogna sempre fare riferimento a tutto il territorio di analisi anche se l'indagine è campionaria. Nella fase successiva della rilevazione dei dati, si effettua una ricerca delle fonti documentarie già esistenti, per comprendere quali dati si hanno già a disposizione e quali invece occorre rilevare direttamente tramite un questionario. In questo caso, con la considerazione dell'aspetto geografico dell'informazione, bisognerà controllare se i dati sono disponibili da fonti esterne, caso nel quale si potrebbero avere dati georeferenziati o meno; nel caso opposto invece dovrà essere fatta una rilevazione diretta e quindi anche una georeferenziazione. Una volta raccolti tutti i dati, verranno preparati alla fase successiva di elaborazione, per cui i dati verranno trattati, sia che si tratti di quelli presenti in tabella, sia quelli geografici. Qui si deve precisare che nel caso in cui i dati sono presenti su supporto cartaceo e devono essere trasportati su supporto digitale, si parla di operazione di trascodifica, mentre quando tutti i dati sono già su supporto digitale e devono solo essere trattati per il database geografico, si parla di operazione di normalizzazione. Se dalle fonti si acquisisce solo il dato attributo, allora 35

40 si predispone sul questionario uno spazio per le coordinate geografiche; se la rilevazione viene fatta da un intervistatore, questi sarà dotato di un ricevitore GPS e nel momento stesso della somministrazione della domande, sarà egli stesso a registrare sul momento le coordinate di latitudine e longitudine. Infine, se vengono utilizzate fonti ufficiali e queste non hanno la georeferenziazione, allora occorre georeferenziare i punti con la digitalizzazione a video, che utilizza la base cartografica predisposta precedentemente. Nel caso in cui si decida di utilizzare un questionario già predisposto per il GIS e quindi di tipo spaziale, si farà in modo che la formulazione della domanda tenga conto dell'aspetto spaziale della risposta e che la risposta diventi georeferenziata; in particolare partendo dalle primitive geometriche del GIS si tratta di fare una domanda e predisporre una mappa con punti, linee e poligoni o celle di un raster, sulle quali verrà data la o le risposte. Secondo il questionario spaziale, la risposta verrà data da una maschera contenente il raster sovrapposto ad una mappa; la mappa a sua volta, per agevolare l'orientamento della risposta conterrà degli oggetti utili alla localizzazione della risposta, come strade, centri urbani. Insomma, con il questionario spaziale l'intervistato avrà la possibilità di fornire più risposte alla stessa domanda, a seconda della porzione del territorio a cui si riferisce la risposta e ovviamente le soluzioni cambiano in base al tipo di primitiva che si sceglie. Nella fase dell'analisi dei dati, i software GIS offrono la possibilità di effettuare elaborazioni di base, come il calcolo di medie, indici di variabilità e rapporti statistici, mentre per operazioni più complesse si ricorrerà a software specifici. Non bisogna dimenticare comunque che la sovrapposizione di layers dà diverse possibilità, come quelle di Map Algebra: 8 senza riferimenti geografici infatti non sarebbe possibile applicare degli operatori o dei modelli su attributi diversi riferiti a stesse porzioni di territorio, come ad esempio costruire dei percorsi turistici, sulla base di un database geografico contenente informazioni sulla rete stradale, sulla localizzazione degli alberghi e ristoranti, tramite il calcolo delle distanze o i tempi di percorrenza. L'interpretazione dei risultati è la fase in cui il GIS esprime meglio le sue potenzialità: l'interpretazione della sovrapposizione dei layers riguardanti lo stesso fenomeno (overlay); la visualizzazione a video dei diversi strati informativi contenuti nel database; la possibilità di scambiare l'ordine di sovrapposizione dei layers; gli strumenti di selezione interattiva e le 8 Il termine Map Algebra è stato eleborato da Dana Tolmin nel 1983 ed è utilizzato per inquadrare le operazioni di analisi nei formati raster. In particolare si intende l uso di operatori elementari in combinazione allo scopo di risolvere problemi spaziali complessi attraverso l impiego di espressioni di tipo logico e matematico apllicate ai dati spaziali. 36

41 varie possibilità di zoom sulla mappa, tutto ciò che nella cartografia tradizionale non è possibile. Nell'ultima fase, quella della presentazione dei risultati, il GIS affianca altri strumenti, come le tabelle e i grafici classici della statistica: grafici e cartografia si uniscono per dare un'informazione più completa e semplificata. Dobbiamo infine dire che si sta sviluppando notevolmente un filone di tecnologia 3D, in cui gli oggetti del territorio vengono visualizzati nelle tre dimensioni 9. 9 La modellazione tridimensionale risulta un efficace possibilità di analisi del territorio. I modelli tridimensionali sono ottenuti a partire dalla cartografia numerica, come un geodatabase tridimensionale contenente anche le coordinate, x, y, z dei punti quotati. L eleborazione del modello tridimensionale può essere realizzato in diverse modalità, far cui l interpolazione di isolinee (curve di livello) o l elaborazione di un modello digitale del terreno con la costruzione di una rete di triangolazione (TIN), costituita da triangoli. 37

42 3. Ecoturismo e parchi 3.1. L ecoturismo e la sua evoluzione L ecoturismo compare nella metà degli anni ottanta negli Stati Uniti, quale possibile risposta ecologica al turismo di massa, che da sempre esercitata una forte pressione sull ambiente e sulle comunità locali. Nasce a seguito di una diffusa consapevolezza e sensibilità nei confronti delle problematiche ambientali, lontane da un turismo che persegue il massimo profitto nel minor spazio e tempo possibile: i turisti così, cominciano ad esigere attività che abbiano un minor impatto sull ambiente e a desiderare una maggiore qualità dei luoghi che visitano. Sull ecoturismo non si ha una costruzione della realtà storica, in quanto forme di ecoturismo si presentano già nel prototurismo, con il compimento dei primi viaggi verso luoghi selvaggi e sconosciuti; così come potrebbero essere considerati ecoturisti gli studiosi di scienze naturali che accompagnavano i conquistatori del XVIII secolo nei loro viaggi. Una data simbolo per la nascita dell ecoturismo e della tutela ambientale è il 1872, anno in cui fu istituito il primo parco nazionale a scala mondiale, il parco di Yellowstone negli Stati Uniti. In seguito al successo ottenuto da questo tipo di parco, anche i Paesi meno sviluppati cominciarono a comprendere che il turismo di natura potesse costituire un mezzo per utilizzare le risorse locali con un attività a più bassa intensità di uso del suolo rispetto ai sistemi di agricoltura e al disboscamento tradizionali, tali da identificare l ecoturismo quale strumento per raggiungere finalità di sviluppo e conservazione. Ma i primi passi verso un approccio ambientalista del turismo sono stati mossi nella Conferenza di Stoccolma delle Nazioni Unite del 1972 e del 1978, nella Conferenza di Manila dell OMT/WT del 1980 e UNEP del medesimo anno e da cui si emanava la dichiarazione congiunta su Turismo e Ambiente del 1982, la quale esprimeva la convinzione che lo sviluppo armonioso delle attività di vacanza e di leisure derivanti dal diritto al riposo e al tempo libero (proclamato nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell Uomo) e la responsabilità efficace dei problemi dell'ambiente sono due elementi essenziali e interdipendenti di un processo unico di sviluppo, di cui l'uomo dovrebbe essere beneficiario. Nell Agenda 21 1, derivata dal Summit della Terra di Rio de Janeiro del 1992, sono contenuti 1 La parola Agenda 21 fa riferimento al ventunesimo secolo,si tratta un piano d azione per lo sviluppo sostenibile, da realizzare su scala globale, nazionale e locale con il coinvolgimento di tutti gli stakeholders che operano su un determinato territorio. 38

43 solo dei riferimenti indiretti al turismo sostenibile, tramite il richiamo alla responsabilità degli esseri umani e all'educazione nei riguardi dell'ambiente naturale. Fino al 1997 il concetto di sostenibilità applicato al turismo veniva ribadito solo per piccole isole-stato e bisogna aspettare il 1999 per vedere stabilire una condotta d'azione strutturata a livello di organismi internazionali. Proprio in questo anno la Commissione sullo Sviluppo dell'onu, riunitasi in Assemblea generale, approva la decisione con cui si decide di adottare un programma di lavoro internazionale sulla sostenibilità del turismo. Così, accanto al contenuto ambientale si va prefigurando nei vari documenti ufficiali, il tema della lotta alla povertà tramite il rafforzamento delle risorse culturali e sociali in luogo. Questo impegno viene ribadito anche nell'assemblea Generale delle Nazioni Unite del 2000 e nella riunione UNCTAD del Il 2002 viene proclamato l Anno Internazionale dell Ecoturismo da parte delle Nazioni Unite. Oggi sono numerose le associazioni nel mondo che si occupano di natura e di forme di turismo ecologico. Le motivazioni che alimentano il fenomeno dell ecoturismo sono: la ricerca di nuovi stimoli da parte del potenziale turista, che apprezza il paesaggio e la natura e vuole viverli personalmente; una fonte di entrata economica per i Paesi in via di sviluppo; una nuova forma di tutela delle risorse; l aumento della voglia di conoscere nuovi luoghi remoti del pianeta e l'interesse verso le culture indigene; la nascita di aiuti e incentivi per questa forma di viaggio; i viaggi diventano più sicuri. Héctor Ceballos-Lascuràin, architetto messicano esperto di ecoturismo, diede per primo la definizione di ecoturismo: viaggiare in aree rurali relativamente indisturbate o incontaminate con lo specifico obiettivo di studiare, ammirare e apprezzare lo scenario e le sue piante animali selvaggi, così come ogni manifestazione culturale esistente (passata e presente) nelle aree di destinazione. Questa definizione è stata oggetto di rivisitazione e riformulazione varie volte al fine di assegnarle sempre più caratteristiche che la connettono maggiormente con tale fenomeno. Per l Organizzazione mondiale del turismo, l ecoturismo è un tipo di turismo praticato in aree naturali relativamente indisturbate, al precipuo scopo di osservarle e studiarle. 39

44 L ecoturismo è caratterizzato da alcuni aspetti fondamentali: osservazione della natura e delle sue manifestazioni; riduzione dell impatto negativo sull ambiente naturale e su quello socioculturale; raggiungimento di finalità educative e pedagogiche; contribuzione alla conservazione delle aree naturali, sensibilizzando i turisti e le comunità locali; organizzazione per piccoli gruppi da imprese locali A queste caratteristiche, ne sono poi state aggiunte altre che fanno riferimento alle diverse sfumature concettuali di turismo sostenibile, come quello alternativo o responsabile, il cui principio comune è quello riferito all utilizzo non distruttivo delle risorse oggetto di valorizzazione turistica, in nome di un equità sociale intergenerazionale volta al rispetto e alla tutela delle stesse. Il turismo sostenibile risponde ad un tipo di turismo orientato al rispetto dell ambiente, ma diversamente dall ecoturismo, persegue una propria etica di turismo, contemplata nella Carta per il turismo sostenibile, approvata a Lanzarote nel 1995 durante la prima Conferenza mondiale del turismo sostenibile. Il turismo sostenibile costituisce così una fase successiva di sviluppo del concetto di ecoturismo, in quanto tende ad evidenziare il ruolo attivo del turista che, in possesso di etica e sensibilità, può valorizzare gli ambienti e le culture locali. L ecoturismo è un sottoinsieme del turismo sostenibile e risponde ad una versione sostenibile del turismo di natura, contenendo inoltre elementi del turismo culturale e rurale. Per perseguire questo tipo di turismo occorre massimizzare i benefici economici e ambientali, per i quali bisogna innanzitutto definire il numero massimo di turisti che un territorio può sostenere, senza ripercuotersi sull erosione dello stesso. Inoltre l attività ecoturistica deve poter garantire profitti adeguati per rappresentare una reale opportunità di sviluppo, cosa che di norma avviene difficilmente, in quanto i ricavi derivanti dall ecoturismo non contribuiscono significativamente alla formazione di redditi per le economie locali. Pertanto dovrebbe essere introdotto il concetto di area protetta con finalità multiple, superando in questo modo un impostazione vincolistica protetta e attribuendo un ruolo decisivo alle comunità locali, con il fine di creare uno sviluppo economico integrato. Viene così aggiunta all ecoturismo una funzione di tipo economico, volta a potenziare la redditività degli investimenti pubblici e privati. 40

45 La differenza fra il turismo responsabile e quello sostenibile è relativa al fatto che, mentre il primo è incentrato sugli impatti sociali e culturali del turismo, il secondo privilegia la valutazione dell impatto ambientale del turismo. Il turismo ambientale invece si concentra maggiormente sull attività di riscoperta della biodiversità naturale ed umana, caratterizzando tutti gli aspetti naturalistici, sociologici, antropologici ed economici di un territorio. Attraverso l applicazione di questo concetto, il territorio viene interpretato in modo nuovo, sulla base di azioni incentrate su fattori naturali ed antropici Gli indici di misura dell impatto ambientale Esistono degli indici di misura per poter definire il turismo sostenibile, ovvero dei parametri superati i quali, si supera il cosiddetto livello di sopportazione turistica di una data regione rischiando così di saturarla; se questi parametri rimangono al di sotto di questa soglia, allora si avrà un turismo sostenibile che porterà benefici alla comunità locale. Fra gli indici utilizzati, quelli più significativi dal punto di vista geografico e ambientale sono; l'«indice di densità turistica», l'«indice di funzione turistica» e l'«indice di intensità turistica». L'indice di densità turistica (di Rajotte), che si calcola dividendo il numero delle presenze turistiche ad un determinato arco di tempo per la superficie del territorio, è utilizzato per confrontare duo o più momenti diversi della stazione turistica oppure due o più stazioni dalle caratteristiche simili. L'indice di funzione turistica (di Defert), che si ottiene invece dividendo il numero dei posti letto disponibili destinati ai turisti per il numero dei residenti, è un indice capace di illustare l'importanza del turismo in una località considerata e può essere impiegato per raffronti diacronici e sincronici. L'indice di intensità turistica (di Plettner) è dato dal rapporto totale dei pernottamenti e la popolazione residente nello stesso anno. L'utilizzo di questi indici può essere utile al geografo per mostrare particolari aspetti turistici di una regione, ma talvolta è necessario utilizzare parametri più ampi e comprensivi per raggiungere parametri di sintesi propri della scienza geografica; in questo caso si utilizzano la VIA (valutazione di impatto ambientale), la VAS (valutazione ambientale strategica) o la carrying capacity. La valutazione di impatto ambientale è un procedimento complesso 41

46 attraverso il quale si analizza l'impatto sull'ambiente di qualsiasi opera umana costruita sul territorio e quindi può essere utilizzata per le infrastrutture turistiche, soprattutto quelle di grande dimensione; la valutazione ambientale strategica non riguarda invece ogni singola opera, ma prende in considerazione i singoli interventi in quanto parte integrale di un programma più grande; la carrying capacity è invece la capacità di una regione di accogliere turisti evitando di apportare danni irreparabili all'ambiente e si distingue in ecological, tourist social e host social, a seconda del fatto che vengono presi in considerazione l'impatto sull'equilibrio ambientale, sulla soddisfazione del turista o sul benessere della comunità locale. L'utilizzo di questi strumenti è particolarmente incoraggiato anche perché non si limitano ad un'analisi geografico-ambientale esclusivamente dal punto di vista naturale, ma si estendono ai temi sociali, culturali ed economici, con un approccio olistico proprio delle scienze geografiche. Inoltre utilizzano parametri qualitativi, oltre a quelli quantitativi Le varianti dell ecoturismo e gli ecoturisti L'ecoturismo si presenta sotto tre tipiche varianti: il turismo di natura o verde; il turismo rurale; il turismo culturale. Per quanto riguarda il primo aspetto, l'ecoturismo si identifica, anche se solo in parte, con il turismo di natura, poiché in realtà si tratta di una forma un po' più complessa della semplice fruizione naturalistica. Il turismo verde può contribuire a mantenere le foreste e gli spazi naturali, ma può anche aprire strade all'interno di siti non occupati, inquinando così spazi ancora vergini. Il turismo di natura aumenta per la crescente domanda di sentieri fuori tracciato, mentre, nello stesso tempo i governi diminuiscono l'estensione dei posti selvaggi per destinarli ad aree di attrazione. Per cui da un punto di vista del rapporto domanda-offerta impone un ragionamento di natura economica, che deve essere valutato sulla base di un'analisi costi-benefici, sia a livello finanziario, che sociale. Per quel che concerne il turismo rurale, possiamo dire che l'ecoturismo è un po' più complesso del semplice turismo rurale. Quest'ultimo e l'agriturismo hanno conosciuto negli ultimi anni una forte espansione in tutta Europa, grazie anche alla rivalutazione dell'artigianato e dei prodotti tipici e tradizionali. Secondo l'onu il turismo rurale ha offerto e può offrire ulteriori 42

47 potenzialità, grazie ai suoi valori paesaggistici, culturali e architettonici e risponde alla domanda derivante dal contrasto dell'urbanizzazione e potrebbe divenire una variante al turismo di massa. L'unico problema, che si sta già tentando di risolvere è dato dalla frammentarietà degli operatori, la cui soluzione è data da un'offerta che sia di qualità e che comprenda l'associazionismo. Oggi l'agricoltura viene valutata diversamente e si insiste molto nel rapporto che essa e le attività ad essa connesse hanno con il territorio in cui avviene la produzione; il nuovo approccio prevede che le attività extra-agricole e terziarie arrivino a connettersi con quella agricole. Anche in questo caso viene preso in considerazione l'impatto sul sistema economico generale. Infine invece, per quanto riguarda l'aspetto culturale, nell'ecoturismo anche questo diritto, in quanto entrambi finalizzati alla conoscenza sia della natura, che delle popolazioni indigene, se poi si aggiunge che la conoscenza porta al rispetto, entrambi concordano su questo elemento. Dal rispetto inoltre derivano la volontà e lo sforzo teso alla valorizzazione delle identità specifiche che portano al mantenimento della biodiversità e delle peculiarità etniche dei luoghi. Ma il turismo culturale deriva essenzialmente dalla geografia culturale e rientra solo in parte nel turismo ecologico, ma la sua connessione è dovuta al fatto che quest'ultimo prevede attività ed eventi artistici o di carattere sportivo, storico o religioso, che fanno riferimento agli albori della civiltà. Il turismo culturale implica l'utilizzo delle immagini e nella fase di osservazione rientra anche la fruizione del paesaggio, il piacere estetico, che deriva a sua volta dall'osservazione dell'armonia di elementi naturali e culturali. Le varie forme di ecoturismo sono da classificarsi in relazione al livello di dedizione del turista all'avventura e alle conseguenze provocate all'ambiente. Sulla base di queste caratteristiche, l'ecoturista può essere classificato come duro o dolce, ovvero motivato a viaggiare in condizioni molto difficili, anche per lunghi periodi, oppure interessato a viaggi di breve durata, che non implicano particolari sforzi fisici. Nell'ambito della contemplazione della flora e della fauna selvatica e dei luoghi incontaminati, l'ecoturista può svolgere attività quali trekking, bird watching, whale watching 2, sci escursionistico, safari fotografico e snorkeling. L'ecoturismo si basa su un concetto ideale integrato di conservazione e sviluppo e di cui imprenditori, comunità ospite e turisti si sforzano di crearne esperienze sostenibili. Secondo un'espressione americana si tratterebbe di commo-dification della natura o di un'interazione 2 Avvistamento dei cetacei. 43

48 di questa con il comportamento umano, ovvero un modo di pianificare e gestire in modo da proteggere o ristabilire l'ambiente degradato, favorendo opportunità socioeconomiche per i residenti, intrattenendo ed educando i visitatori. Per poter raggiungere questa tipologia di comportamento, occorre un'etica di viaggio per operatori e turisti e dei modelli di pianificazione legati all'analisi di impatto ambientale, alle esigenze del luogo,ecc. L'ecoturismo è visto come fruizione ricreativa degli habitat naturali, infatti gli studi di marketing puntano l'interesse sulle tendenze dei comportamenti dei consumatori, per cui l'ecoturismo sarebbe un modello di sviluppo in cui le aree naturali sono pianificate come del turismo e le risorse biologiche sono strettamente legate ai settori economici e sociali. Lo scopo sarebbe quello di attrarre visitatori nelle aree naturali ed utilizzare gli introiti per sostenere la conservazione e lo sviluppo economico,ma per evitare che gli introiti dei parchi rientrino nel capitolo generale dei fondi pubblici, finanziando altri progetti a discapito della protezione ambientale, occorre integrare la protezione ambientale con la compensazione di benefici economici. Non c è una definizione che identifichi gli ecoturisti, ma sono stati effettuati degli studi per poterli distinguere dai turisti classici. Le considerazioni sulle motivazioni dei turisti sono risultate essenziali per verificare le varie tipologie di turista. Alcuni studi fanno riferimento ai luoghi visitati e altri alle attività svolte. In generale possiamo dire che sono coloro che dedicano almeno un terzo delle loro vacanze alle attività ecoturistiche e che motivano la loro scelta in relazione allo studio della natura, alla visita ad un area incontaminata. Per quanto l accezione di ecoturismo non faccia riferimento esclusivamente alla natura e all impatto umano sull ambiente, l attitudine ambientalista di un ecoturista e di un turista della natura sembra essere la stessa. I grafici mostrano che la percentuale più alta di ecoturisti coinvolge una fascia di età compresa tra i 30 e i 50 anni, che sono disposti a spendere maggiormente per una vacanza gli ecoturisti appartenenti ad una classe di reddito medio e che la maggior parte effettua una vacanza senza pernottamento. Uno studio del 1991 ha suddiviso Grafico Ecoturista per fasce di età 44

49 l'ecoturista in quattro tipologie: l'ecoturista occasionale, ossia il turista che svolge attività ecoturistiche in modo occidentale e all'interno di un viaggio più ampio; l'ecoturista di siti naturale, ovvero colui che visita i luoghi ecoturistici più significativi, in alternativa al solito viaggio; l'ecoturista interessato, alla ricerca attiva di viaggi che gli offrano la possibilità di contati con la natura, che trascura l'offerta di turismo in città o in località turistiche non strettamente naturali ; l'ecoturista integrato, colui che oltre a cercare destinazioni ecoturistiche, si mostra interessato a conoscere l'ambiente e a collaborare alla sua conservazione. L'ecoturista aspira all'autenticità dell'esperienza del viaggio, è alla ricerca di situazioni vere e irripetibili; il proprio atteggiamento nei confronti dell'ambiente è rivolto alla preservazione. Grafico Possibilità di spesa per fasce di reddito Grafico Durata pernottamento La maggior parte dei territori che organizzano attività ecoturistiche è situata nei Paesi in via di sviluppo, lontano da modelli di sviluppo industriale di tipo convenzionale, altamente invasivi in termini ambientali. I principali Paesi generatori di ecoturisti sono quelli del Nord America e dell'europa, l'australia e il Giappone, mentre i maggiori paesi ricettori sono quelli del Centro e Sud America, dell'africa e del Sud-est asiatico. Per quanto riguarda l'italia, fra le destinazioni scelte nell'ambito nazionale, le aree protette e le regioni contraddistinte da un ricco patrimonio ambientale sono le mete della vacanza ecoturistica. La meta preferita dagli italiani per le destiniazioni internazionali è l'america Latina, il Brasile, l'equador, il Messico, il Perù, il Cile e l'africa. 45

50 Per quanto riguarda le strutture e le infrastrutture dell'ecoturismo, possiamo dire che l'offerta dell'ospitalità ecoturistica presenta delle tipologie differenti che dipendono dall'area geografica in questione e dalla cultura del Paese ospite e delle condizioni ambientali, logistiche e climatiche. Le prime strutture ecoturistiche presenti sul mercato sono state le ecolodges, così chiamate dalle case dei coloni inglesi insediatisi in Africa. I primi ecolodges sono stati costruiti nei parchi nazionali del Kenya e con il tempo si sono diffusi in diversi Paesi dell'africa e dell'america Latina, cambiando il nome, ma mantenendo il principio per il quale le costruzioni dovevano essere inserite nel contesto in cui sorgevano. I livelli di comfort e le tariffe sono suddivise in categorie. Oltre alle ecolodges si deve aggiungere l'ospitalità all'aria aperta, cioè una soluzione alternativa all'offerta tradizionale chiusa. Ovviamente le strutture ricettive classiche, più intrusive di quelle all'aria aperta devono rispettare criteri di compatibilità ambientale in relazione all'ubicazione, all'intrusività, ai materiali di costruzione, alle fonti di energia e ai processi di erogazione dei servizi. Per quanto concerne i mezzi di trasporto, anch'essi sono una componente essenziale dell'offerta turistica. Spesso la scelta del mezzo non dipende dai turisti ma dalla struttura orografica del territorio sul quale ci si deve spostare. I mezzi che si adattano completamente al contesto ambientale sono i cavalli, i cammelli o i mezzi meccanici azionati tramite energia elettrica. Ma la scelta del mezzo viene effettuata anche sulla base di quanto il turista si propone di esperire durante il viaggio, quindi la scelta sarà effettuata anche in funzione della comodità. Infine è da sottolineare che un fattore importante per la sostenibilità delle attività turistiche in luoghi ad alto contenuto ambientale è la scelta consapevole, la quale dovrebbe essere mediata da una giusta campagna informativa Il ruolo degli attori pubblici e privati Per quanto riguarda il ruolo delle entità coinvolte o che possono essere coinvolte nel processo di sviluppo sostenibile della destinazione turistica, l'ecoturismo è considerato come un segmento strategico per lo sviluppo del territorio, attraverso la valorizzazione delle risorse del territorio stesso. Tramite un approccio più scientifico, la considerazione del settore turistico alla pari degli altri settori e la cooperazione delle entità pubbliche con quelle private sono condizioni necessarie per la penetrazione del mercato turistico. L'industria turistica e il settore 46

51 dei trasporti coinvolgono una vasta gamma di imprese, con una molteplicità di mansioni di interi Paesi, ponendo in questo modo le basi per lo sviluppo economico e sociale, per una distribuzione più equa delle ricchezze. L'ottimizzazione dell'utilizzo delle risorse presenti sul territorio e una buona gestione delle stesse ha come conseguenza il suo sviluppo turistico. Questo vuol dire inoltre crescita economica e maggiori introiti dovuti alle entrate di valuta e all'esportazione di servizi, nonché a un incremento delle entrate pubbliche dovute alla tassazione. Ciò lo è maggiormente per le destinazioni ecoturistiche, nelle quali la tutela del territorio è una variante strategica per lo sviluppo. I governi devono definire le politiche di sviluppo a livello nazionale, attraverso il potere legislativo, che definisce le regole d'interazione dei fattori produttivi, quali terra, capitale e lavoro. In alcuni casi vi è l'intervento delle istituzioni sovranazionali, come l'unione Europea e agenzie internazionali, come l UNEP (Programma per l Ambiente delle Nazioni Unite) 3 che emanano direttive che gli stati membri devono recepire. Anche l'industria turistica multisettoriale è quindi influenzata dalle decisioni prese in queste sedi. La decentralizzazione delle decisioni avviene attraverso modelli di pianificazione aperti a tramite un'ampia partecipazione locale. Per quel che concerne le aziende dell'intermediazione che si occupano e propongono viaggi, è possibile dire che sono in numero crescente, sia per la sensibilità diffusa ai temi della tutela ambientale, quindi per la maggiore coscienza dell'importanza del fattore ambientale nella sostenibilità della destinazione, ovvero del prodotto turistico, sia perché un numero sempre maggiore di turisti presenta un interesse per l'ecoturismo. Alcuni tour operator specializzati infatti indirizzano le loro attività a un forte impegno per la natura e per l'ambiente, coinvolgimento che si manifesta con chiarezza attraverso le iniziative proposte. I canali di informazione utilizzati dall'intermediazione di prodotti ecoturistici sono gli stessi che si riscontrano negli altri tipi di offerta turistica. Nonostante ciò, a causa delle piccole dimensioni delle aziende e del loro budget limitato, sono preferiti i canali di marketing e comunicazione diretti al target di riferimento, come il passaparola, le fiere specializzate o la pubblicità in riviste di settore. Ovviamente non è da trascurare il ruolo delle Organizzazioni non Governative che si dedicano alla cooperazione tecnica con i Paesi in via di Sviluppo. In 3 L UNEP opera dal 1972 contro i cambiamenti climatici e a favore della tutela dell ambiente e dell uso sostenibile delle risorse. Utilizza metodi collettivi per lo svolgimento della sua opera. Tiene sottocontrollo le variazioni climatiche ed insieme ad altri partneship si impegna per rallentare i processi che compreomettono il benessere pubblico. L UNEP mira inoltre ad una comunicazione strategica nelle aziende, a coinvolgere ed interessare l opinione pubblica e a sostenere le attività delle piccole e medie imprese. 47

52 particolare il loro ruolo è svolto nella ricerca scientifica; nella promozione della partecipazione dei gruppi sociali locali ai processi decisionali; nella formazione, per sviluppare risorse umane e rafforzare istituzioni locali, che possono farsi carico della gestione sostenibile delle risorse naturali; nello sviluppo economico di piccola scala, per identificare e promuovere attività di sviluppo economico che siano sostenibili e permettano di diversificare le fonti di reddito della popolazione locale; nello sviluppo di infrastrutture, per fornire piccole infrastrutture rurali, in base alla necessità primarie dei gruppi sociali. Infine è importante riferirsi al ruolo degli accompagnatori ecoturistici, dato che nel caso dell'ecoturismo il rapporto con il territorio e la cultura è importante e non può non svolgersi tramite la conoscenza. La mediazione da parte di guide durante il processo di interpretazione della realtà in cui il turista si immerge diventa fondamentale e in questo modo essi diventano mediatori culturali tra il turista e i luoghi visitati. Ma la sola conoscenza del luogo, per queste persone non basta a qualificarle; talvolta devono acquisire delle competenze proprie di chi in questi luoghi vi è nato Il turismo nei parchi e la zonizzazione I parchi e le aree protette rappresentano un polo di attrazione per i turisti, grazie alle loro particolari caratteristiche naturali e allo stesso tempo impongono rigide strategie di gestione e di conservazione per poter promuovere e attuare attività territoriali sostenibili. Il turismo in questo contesto è considerato una delle maggiori attività economiche, quindi, sebbene fare del turismo è già di per sé un attività antiambientale", la sfida che si pongono parchi e aree protette è quella di sottoporre alle strutture di gestione delle regole che siano finalizzate a sviluppare in tali contesti un turismo di conservazione, in modo tale da divenire non solo fattore di tutela, ma anche di promozione della responsabilità nei confronti della natura e in grado di non alterare l equilibrio socioeconomico delle comunità locali. I parchi europei hanno sperimentato politiche di sviluppo locale innovative basate sulla qualità ambientale, ritenuta quale requisito necessario per la diffusione di un turismo ecocompatibile. In generale poi, i parchi hanno un importanza anche dal punto di vista didatticoformativo, in quanto possono essere considerati musei vitali, in cui vengono registrati gli 48

53 effetti di politiche orientate allo sviluppo sostenibile delle potenzialità locali. Negli ultimi decenni l Italia ha contribuito allo sviluppo di un sistema diffuso di aree protette, potenziando la conservazione del territorio posto sotto tutela, passando dal 3 al 10% di territorio, riservando anche un patrimonio di diversità biologica, paesistica e culturale, reso possibile grazie ad un progetto di tutela e valorizzazione delle risorse naturali; in particolare il numero delle aree protette è aumentato con l istituzione di parchi nazionali, regionali e riserve naturali, mediante appositi provvedimenti legislativi. Nello specifico, con il riordino della Legge Quadro n.394 sulle Aree Protette del 6 dicembre 1991, la natura e il suo valore vengono prese in considerazione nuovamente. La legge infatti prescrive principi fondamentali per la gestione delle aree protette al fine di poter promuovere e garantire, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale del Paese, esplicitando l importanza che l ambiente naturale ha per la vita delle comunità locali. Vengono definite le diverse categorie di parchi: nazionali, regionali, interregionali, riserve naturali, zone umide di interesse internazionale, zone di protezione speciale, zone speciali di conservazione, aree di reperimento terrestri e marine. Sulla base dell attuale normativa il Piano per il Parco suddivide il territorio in quattro fasce di utilizzazione: riserve integrali, riserve generali orientate, aree di protezione e di promozione economica e sociale. Il Parco Nazionale d Abruzzo rappresenta il primo caso di esperimento della zonizzazione. I parchi nazionali sono aree il cui scopo principale è la protezione della natura per motivi scientifici, educativi e ricreativi. Sono aree di grande dimensione in cui predomina una natura incontaminata. L Europa è caratterizzata da una densità abitativa alta e consolidata nel tempo. Le aree in cui il territorio non è stato modificato o che si è modellato nel tempo, sono scarse, per cui, vi sono numerosi Parchi in cui la percentuale insediativa è alta, motivo per il quale risulta importante la zonizzazione. Vengono introdotte novità come uno speciale regime di tutela e gestione, che persegue obiettivi, quali la conservazione di specie animali e vegetali, singolarità geologiche o valori panoramici; l utilizzo di metodi di gestione ambientale per la realizzazione di un integrazione fra uomo e ambiente naturale, attraverso la tutela dei valori storici, antropologici, delle attività agro-pastorali e tradizionali; lo sviluppo di attività educative, formative e di ricerca scientifica; l impegno per la difesa e la ricostruzione degli equilibri idraulici e idrogeologici. In questo modo risulta necessaria la partecipazione di tutti gli organi di governo del territorio, tramite l attuazione di forme di cooperazione fra livelli istituzionali diversi. La legge prevede il riconoscimento ufficiale delle aree protette da parte 49

54 dello Stato e che sia tenuto un elenco ufficiale delle stesse presso il Ministero dell Ambiente. Un Comitato per le aree protette inoltre, definisce i criteri necessari all iscrizione nell elenco, con il fine di assegnare i finanziamenti statali attraverso il Piano triennale delle aree protette. Grazie a tale legge, l Italia è riuscita ad arricchire il suo patrimonio di parchi e riserve naturali, infatti prima di tale legge il territorio italiano possedeva solo 5 parchi nazionali e pochi parchi regionali e riserve naturali, mentre oggi si contano 21 parchi nazionali, 22 aree marine protette, 99 parchi regionali e 477 riserve naturali, costituendo oltre il 10% del territorio. Le aree naturali perciò non dovrebbero rappresentare delle isole salubri su un territorio alterato dall attività dell uomo, ma costituire il fulcro della strategia di ogni Paese per una gestione attiva in funzione delle caratteristiche specifiche di ogni singola realtà. La dimensione dei Parchi, ad esempio deve essere improntata su un armonizzazione degli obiettivi economici, sociali e ambientali, secondo un concetto di crescita economica in senso classico verso un concetto di sviluppo rivolto al miglioramento delle condizioni sociali, culturali ed economiche di un territorio e delle comunità che ospita. Attualmente i parchi sono delle istituzioni in grado di sviluppare una compartecipazione attiva nella gestione e tutela dei territori importanti. A questo proposito sono stati creati dei centri di educazione ambientale all interno di parchi o nelle vicinanze, che collaborano con il Sistema Nazionale dell Educazione Ambientale e con i Laboratori Territoriali, insieme ai quali svolgono funzioni di informazione, documentazione e interscambio fra la comunità locale e le realtà esterne. I parchi partecipano all accordo I.N.F.E.A 4, sancito nel 2000 dalla Conferenza fra Stato e Regioni, il cui obiettivo è quello di promuovere la consapevolezza dei problemi ambientali e creare un contesto in cui gli individui che producono impatti sull ambiente, siano portati a valutare in modo critico i propri comportamenti. I parchi si attivano sia con interventi diretti nell ambito scolastico, sia con azioni di coordinamento e collaborazione. Nella relazione salvaguardia/valorizzazione delle aree naturali in Europa è emerso un delicato equilibrio fra le problematiche normalmente connesse alle attività economiche dominanti del territorio e gli aspetti legati alla tutela paesistica ed ambientale. Per tale motivo gli obiettivi principali sono legati al miglioramento delle condizioni di vita delle comunità locali; la tutela 4 INFEA è il programma di Informazione ed Educazione Ambientale che nasce su iniziativa del Ministero dell Ambiente ed è finalizzato a diffondere sul territorio strutture di informazione, formazione ed educazione ambientale. Il Sistema I.N.F.E.A. nazionale ha accolto l invito della Commissione Nazionale Italiana per l UNESCO a realizzare una rete di persone, organismi, istituzioni e società civile, come sede di coordinamento permanente delle iniziative volte a promuovere l educazione allo sviluppo sostenibile. Questo sistema si configura come integrazione di Sistemi a scala regionale, in cui ciascuna Regione ha redatto i propri Programmi dando continuità e sistematicità alle iniziative. 50

55 dei valori naturalistici, paesaggistici e ambientali; il recupero dell'ambiente naturale e di quello storico; la realizzazione di un rapporto equilibrato fra attività economiche ed ecosistema. Perciò la necessità di trovare forme di sviluppo eco-compatibile deve confrontarsi con alcune sfide specifiche nel caso dei parchi di montagna, soprattutto italiani (come per il Parco Nazionale del Gran Sasso e della Majella, in Abruzzo o quello regionale delle Alpi Apuane, in Toscana). Il primo aspetto riguarda il fenomeno del graduale abbandono del territorio, che intensifica i processi di sgretolamento dello spazio e dell'economia locali; vi è poi l'aspetto relativo al rapido indebolimento dei sistemi economici e sociali locali, per il quale i sistemi locali interni al parco hanno attraversato un processo di impoverimento e di dipendenza crescente dai sistemi esterni più forti. Contrariamente invece, l'istituzione di un parco dovrebbe integrare le nuove economie di fruizione con quelle tradizionali, legate alla manutenzione territoriale dell'area, con l'obiettivo di rafforzare i sistemi locali interni. Diviene così importante una corretta valutazione del rapporto fra parco e contesto territoriale di appartenenza, sia sotto il profilo demografico, che socioeconomico, cerando un rapporto dinamico e non di dipendenza economica e funzionale, ma di reale interdipendenza; il parco deve creare un'offerta non per un visitatore frettoloso, ma un'ospitalità residenziale che propone la fruizione del patrimonio di risorse naturali e culturali, a scala nazionale e internazionale. La valorizzazione delle risorse locali richiede perciò una migliore conoscenza, visibilità e fruibilità del patrimonio naturalistico. Non bisogna dimenticare inoltre come possa essere importante la perimetrazione stessa dell'area sottoposta a vincolo, possa assumere importanza in relazione al territorio di riferimento, in quanto una forte restrizione dell'area protetta porta ad una specializzazione del ruolo in chiave essenzialmente naturalistica, riducendo la base produttiva e sociale ed accentuandone la dipendenza economica e funzionale da poli esterni. Ipotizzando scenari di sviluppo basati su un'alternativa di tipologia turistica in cui prevalgono molteplici attività, occorre parlare di parchi tematici, superando in questo modo il vecchio modello di turismo di massa. Infine occorrerebbe spostare l'attenzione, qualora lo sviluppo locale diventi un processo economico che parte dall'interno del sistema territoriale, dal distretto turistico a quello culturale, potenziando le attività di valorizzazione dei beni culturali proprio a partire dai caratteri tipici dell economia di distretto, favorendo in questo modo oltre a metodi comuni di organizzazione delle risorse per la presenza di un sapere, anche economie di agglomerazione nella gestione degli aspetti territoriali. Tuttavia però il distretto culturale, a 51

56 differenza di quello turistico,nasce in maniera spontanea a partire da fattori locali, rappresentando un modello di sviluppo costruito e pianificato da soggetti politici, tramite un disegno progettuale Le fasce di utilizzazione individuate come strumento di gestione delle aree protette rischiano però di essere invase da un flusso cospicuo di visitatori, per cui è nata la necessità di identificare per queste aree forme di turismo sostenibile che siano finalizzate alla tutela delle caratteristiche ambientali, sociali ed economiche. Lo scopo primario di queste aree è quello di conseguire la tutela della natura a lungo termine, anche attraverso l'informazione e la consapevolezza dei visitatori e dei residenti: i visitatori devono risultare appagati dall'ambiente naturale protetto e le popolazioni residenti devono ricevere da questo un miglioramento della propria qualità di vita. In alternativa al turismo di massa deve perciò essere associata una promozione continua di un turismo sostenibile, come parte integrante della cultura locale e nazionale. Un turismo sostenibile delle aree protette deve inoltre assicurare il miglioramento dell'economia locale e nazionale, prevedere vantaggi per le attività imprenditoriali e per l'occupazione delle aree interessate e generare risorse economiche sufficienti al mantenimento delle stesse. Deve poi essere misurata la capacità di carico degli ambienti protetti: l'impatto del turismo e delle infrastrutture necessarie non deve risultare distruttivo o alterare l'atmosfera dei luoghi; così come il livello dei visitatori non deve superare un livello che possa risultare deteriore per le comunità locali o per le loro stili di vita. Vi è infine una capacità di carico psicologica che fa riferimento a quelle qualità dell'area protetta, che potrebbero venire compromesse da un uso turistico eccessivo. L'informazione ha un ruolo chiave in questo processo, sia in termini di circolazione di notizie per i visitatori e i residenti inerenti le attività consentite, i comportamenti auspicati, gli effetti nocivi sugli stili di vita e di iniziative adeguate. Sono importanti anche i flussi di informazione di cui possono giovarsi tutti coloro che hanno la responsabilità della gestione delle aree protette: i sistemi di informazione geografica possono consentire la gestione più dinamica delle fasce di utilizzazione, le cui capacità di carico e i cui confini possono anche mutare in tempo reale in funzione della quantità e delle tipologie dei visitatori, i mezzi di trasporto utilizzati, specifiche situazioni delle specie protette, eventuali possibilità di rischio. Questi strumenti devono subire una continua consultazione e collaborazione tra le amministrazioni delle aree protette, i governi e le comunità locali, e i visitatori. Solo una sintonia totale tra tutti coloro che sono direttamente interessati dalla presenza di un'area 52

57 protetta, potranno assicurarsi in futuro forme di crescita economica, senza mettere in discussione una tutela ambientale efficace Aree protette e continuità geografica dello sviluppo sostenibile Per comprendere effettivamente su quali obiettivi pratici si pone l'ecoturismo, senza mettere in ballo la competitività e la banalizzazione delle risorse, occorre puntare alla qualità dell'offerta, ma ciò non vuol dire che, come per il caso dell'italia, l'aver già individuato aree di pregio da tutelare, basti per essere soddisfatti; si tratta invece del primo passo compiuto che servirà da base per sfruttare in pieno queste risorse in futuro. La striscia di territorio che contiene il limite tra mare e terra rappresenta un ambiente in cui il rapporto tra la natura e i processi di antropizzazione ha un rapporto di equilibrio instabile, mentre nelle aree interne, soprattutto quelle più vicine alle cime, hanno avuto la possibilità di avviare processi di protezione della natura. In molte delle regioni italiane, il mare dista dalle cime delle montagne solo alcune decine di chilometri e, il paesaggio costiero comprende anche le zone montane retrostanti (costa, litorale, zone marine e mare aperto). Detto ciò è possibile identificare alcune tipologie di situazioni. Per quanto riguarda l'alta montagna, ovvero la fascia che comprende le aree principali montane lungo la dorsale appenninica, si tratta di una zona che ha subito un processo di abbandono e di declino economico e sociale, nell'ultimo secolo, a causa dell'emigrazione di una parte della popolazione verso le aree di pianura, le zone industriali del Nord o addirittura verso paesi esteri. Questo ha consentito la conservazione naturale di queste aree, conservazione che però ha permesso di lucrare sul resto del territorio. La collina, cioè le aree a ridosso della montagna, ma a quote inferiori sono riuscite a mantenere la coltivazione l'agricoltura e l'allevamento come attività vitali, grazie agli sforzi dell'uomo, ma che sono destinate a scomparire a causa del rinnovo generazionale. Quì si trovano aree antropizzate di maggiore pregio, poiché gli insediamenti hanno costituito il polo di riferimento per ogni processo di sviluppo che è avvenuto nel nostro paese nel corso di secoli, quando le principali relazioni erano basate sul rapporto montagna-costa. Le pianure costiere sono la fascia di alcuni chilometri, che includono la linea di costa e sulla quale nell'ultimo secolo si sono concentrate le attività produttive e le infrastrutture e in 53

58 seguito, quelle collegate al turismo e al tempo libero. In questa zona sono avvenute maggiori conflittualità sull'utilizzo del suolo, sul consumo delle risorse idriche, sull'inquinamento atmosferico, la gestione dei rifiuti e la gestione dell'ambiente. La densità abitativa è qui alta e costituita soprattutto da una popolazione di giovane età. La striscia della costa è l'area di passaggio tra la terra e il mare. Lo sviluppo delle attività economiche legate alla balneazione ha imposto dei limiti alle variazioni naturali di questa zona e ai processi di erosione tramite la costruzione di barriere protettive per gli arenili, creando in questo modo ulteriori problemi ambientali. In Italia la linea di costa si estende per 800 chilometri e di questi solo piccoli lembi di terra sono stati messi sotto protezione attraverso l'istituzione di singole arre protette o di parchi nazionali, come per esempio è stato per il Parco Nazionale del Circeo, lungo la costa del Lazio. L'importanza delle zone costiere è indiscussa e vi è una forte predilezione per queste mete rispetto alle altre, motivo per il quale sono considerate destinazioni di massa. In termini quantitativi queste destinazioni offrono molti aspetti naturalistici di interesse, anche per l'ecoturista. Le barriere coralline e i fondali ricchi di fauna e vegetazione sono attori turistici importanti, anche se talvolta l'aumento spropositato dei flussi turistici costituisce un degrado ambientale. Il mare aperto è la fascia più prossima alla costa, dove si concentrano le attività della pesca costiera e del piccolo cabotaggio. Si tratta di una zona non appartenente a nessuno e che per tale motivo è stata soggetta ad un utilizzo troppo intenso, compromettendo gli equilibri naturali. A partire dal 1982 questa zona è stata interessata da leggi per la tutela, istituendo ventitrè aree marine protette. Infine, l'alto mare rappresenta il resto dei mari che circondano l'italia fino al limite delle acque territoriali. In un possibile modello futuro di sviluppo territoriale basato sullo sviluppo sostenibile e sulla qualità ambientale dovrebbe considerare la aree protette non come fenomeni casuali, ma come un sistema differenziato che trova il suo momento di continuità e di cerniera sulla linea di costa. Dovrebbe essere considerata una continuità dei processi di tutela e di progresso economico e sociale tra quanto avviene sull'alta montagna e quanto dovrebbe avvenire nell'alto mare. Il turismo costiero del nostro paese è quello su cui si possono fare maggiori considerazioni riguardo alle fasi di evoluzione della domanda e dell'offerta, un'evoluzione che sembra abbia fermato il suo trend di crescita nei decenni precedenti e che per il suo sviluppo ulteriore 54

59 l'introduzione di parametri di qualità collegati al concetto di sostenibilità. La trasformazione avvenuta nelle zone costiere negli ultimi decenni è stata di tipo sociale, di massa, degli spazi turistici elitari preesistenti, con la realizzazione di strutture ricettive e di servizi di grande dimensione distribuiti con continuità lungo la costa. Con gli anni 90', la struttura degli insediamenti turistici costieri è stata riorganizzata sulla base dell'offerta e delle nuove esigenze da parte dei consumatori italiani ed europei. I clienti dell'unione Europea presenti numerosi sulle spiagge italiane hanno portato con sé la preoccupazione per la qualità ambientale, la cui misurazione oggi è più evidente e misurabile e confrontabile grazie all'applicazione delle direttive europee. Ma la misurazione della qualità ambientale è particolarmente complessa e non ha ancora un denominatore comune europeo. Nell'ambito delle politiche di riposizionamento del prodotto turistico costiero, tenta di integrarsi con le aree interne per arricchire l'offerta con componenti del patrimonio naturale e culturale ed a una distanza relativamente modesta dalla costa. In questo processo, una grande potenzialità è offerta dall'istituzione di un numero consistente di aree protette, che provoca la sua rivalutazione, attrae nuovi interessi economici e un'offerta turistica più dinamica. Da ciò nasce la necessità di gestione e controllo, ma anche di sviluppo nell'ambito dei processi di sostenibilità. Il turismo interno, nelle aree rurali o in quelle protette non può costituire un'alternativa alla dinamica turistica dei litorali, ma anzi costituisce una forma di turismo complementare per dinamizzare il patrimonio naturale e culturale e non per sostituire il modello convenzionale costiero come settore strategico delle economie regionali. Il prodotto turistico delle aree costiere dovrebbe essere sviluppato prendendo in esame tutte le risorse, quali mare, spiaggia, strutture e servizi ricettivi, qualità ambientale, beni culturali, gastronomia, artigianato, sport. Per identificare le fasi di sviluppo delle aree costiere devono essere individuati i modelli di crescita e i comprensori in cui il fenomeno turistico si è sviluppato in modo integrale. Fin'ora i tentativi per identificare questi comprensori non hanno avuto molto successo, anche perché il riferimento è stato il concetto di distretto industriale, che però si adatta poco alle peculiarità del settore turistico, quali la contemporaneità tra tra produzione e consumo e la coincidenza tra il luogo di produzione e il luogo di consumo. A queste peculiarità se ne aggiungono altre, quali il ruolo accentuato delle reti extraeconomiche, la concentrazione e il partnerariato, la peculiarietà delle reti economiche orizzontali, la complessità delle reti decisionali in funzione della sussidiarietà e infine, l'extraterritorialità di molti attori economici, tra cui i tour operator. 55

60 Una soluzione a queste problematiche è data dalla disciplina dei Sistemi turistici locali, che hanno come finalità strategica la promozione e la programmazione dello sviluppo, trasformando le risorse in prodotti La filiera enogastronomica: il rapporto tra cibo e turismo Gli STL sono strumenti di integrazione, che servono per ricomporre l'unicità del territorio, che altrimenti si presenterebbe interessato in modo disequilibrato dalle risorse primarie, dai beni culturali, dalle risorse secondarie, come le infrastrutture dell'offerta turistica ed infine da quelle terziarie, come strade, accessibilità ed informazione. Spesso queste risorse si presentano diversamente distribuite tra l'alta montagna e l'alto mare, quindi gli STL dovranno in questo caso trovare una soluzione che coniughi le diverse realtà. Il processo di scelta del prodotto enogastronomico da parte del consumatore postmoderno dipende da una serie di tipologie di condizionamenti: caratteristiche culturali, sociali ed economiche; condizionamenti dovuti al nuovo modo di intendere il turismo nella sua componente soggettiva, quindi il bene turistico come elemento sensoriale. Per quanto riguarda la prima tipologia di condizionamenti, può essere definita di tipo personale, quindi comprende sia gli aspetti legati all'individuo stesso, che quelli legati al suo reddito e al suo modo di interagire con la società; mentre per la seconda, definibile di tipo sociale, nel senso che fa riferimento all'ambito della comunità in cui si nasce e si vive, e si esprime attraverso valori, come la qualità o i benefici, di tipo materiale e non. All'interno della società si costruisce la cultura del cibo, parlandone, sviluppandone delle tendenze salutistiche, leggendo riviste specializzate, partecipando ad alcune consuetudini gastronomiche. I consumi alimentari sono rimasti costanti per un lungo periodo, ma negli ultimi decenni si è affermato uno stile internazionale, che ha causato la diversificazione delle modalità di produzione, raccolta, stoccaggio, trasformazione, trasporto e conservazione dei cibi, per cui in futuro, l'alimentazione comprenderà una varietà infinita di modelli di consumo alimentare. In questo contesto perciò, la geografia del gusto offre l'occasione per la valorizzazione del territorio, attraverso un'alimentazione di qualità. Se poi, il territorio, come nel caso italiano, offre molte opportunità per l'assaggio dei prodotti gastronomici, per l'esperienza delle aziende e per il patrimonio naturale e culturale, il collegamento tra prodotto e produttore sarà un 56

61 percorso turistico. Per poter garantire la qualità di un prodotto regionale, sembra essere determinante la capacità degli imprenditori turistici, dei produttori agricoli, dei fornitori di servizi, dei responsabili degli uffici turistici e il coinvolgimento delle comunità che risiedono in quelle aree. La filiera di qualità cresce se è in grado di stabilire due ordini di integrazione alimentare: una verticale, tra il produttore e il consumatore, integrazione che costituisce una rete, la geografia del gusto, che identifica un territorio di riferimento; una trasversale, che collega una prima filiera agroalimentare con tutte le altre filiere agroalimentari e con le infrastrutture e i servizi turistici del territorio. Il rapporto tra cibo e turismo non è stato preso in considerazione per molto tempo né dagli studiosi, né dall'opinione pubblica, senza quindi avere la percezione del fatto che si tratta di due settori economici che possono instaurare un rapporto sinergico. Ma la mancata collaborazione è certamente dovuta al fatto che entrambi i settori sono stati competitivi nell'uso delle risorse naturali, come suolo ed acqua e nell'attrazione di risorse economiche. Il turismo enogastronomico combina il turismo con il cibo, ma il cibo deve essere prodotto il più possibile vicino al posto per contribuire a favorire i processi di sviluppo locale, in grado di competere poi, al livello globale. L'interesse manifestato dai turisti può stimolare la qualità di produzione di cibo, che contribuirebbe inoltre a mantenere le diversità biologiche e a stimolare le culture locali nel ritrovare la propria identità. Dopo aver sottolineato che la filiera dei prodotti gastronomici deve avere un radicamento nel territorio e deve essere collegata alle risorse naturali e culturali, costituendone un elemento del suo sviluppo, possiamo pertanto dire che la geografia del gusto, intesa come relazione tra la filiera e il territorio di produzione, offre possibilità di studio della cultura cultura materiale, delle tradizioni del mondo rurale e delle possibilità di sviluppo locale. Occorre promuovere il recupero delle tradizioni non solo per conoscere gli altri, ma per condividere processi di integrazione delle diversità, che risulta fondamentale per la stabilità del sistema ambientale, sociale ed economico e quindi anche per lo sviluppo sostenibile. La geografia del gusto considera la diversità applicata ai consumi alimentari, in opposizione alla loro omologazione, alle relazioni che intercorrono tra i consumi alimentari e l'ambiente, sia culturale che naturale e si riferisce all'aspetto culturale del processo di produzione e consumo nel suo riferimento spaziale. Il collegamento che c'è tra il prodotto di qualità e il territorio che lo produce non è solo ideale, ideologico e culturale e non si può considerare nemmeno solo come il risultato di 57

62 una soggettiva relazione di sensazione di sensazioni olfattive. Il rapporto tra produttore e consumatore, le scelte fatte dal produttore e la sua partecipazione ad attività di informazione e comunicazione verso i consumatori di riferimento, in modo tale da accrescere la conoscenza dei processi e delle scelte, danno un valore aggiunto al prodotto finale. Osservando questo tipo di turismo e i principi che gli vengono trasmessi dalla filiera di riferimento sono riscontrabili con molti elementi alla base dell'ecoturismo., in particolare in riferimento ai principi dello sviluppo sostenibile, alla comunicazione, alle informazioni, al coinvolgimento dei visitatori. Quando i percorsi e le distanze della filiera enogastronomica di qualità sono ridotti per alcune necessità legate al prodotto, si arriva a percorrere al massimo una decina di chilometri e si tratta quindi di una filiera locale. Si tratta quindi di una filiera che identifica chiaramente un territorio di riferimento del suo intero sviluppo e da cui il prodotto enogastronomico trae verifica e conferma della qualità. Nel caso invece di prodotti enogastronomico di quantità, i percorsi e le distanze sono molto più ampi, con ordini di grandezza fino a 10 mila chilometri. In questo caso non ha senso parlare di uno spazio di riferimento, in quanto i vari passaggi della filiera globale avvengono in non luoghi ed il prodotto è garantito da un marchio di qualità che si riferisce alle modalità del processo produttivo certificato. Il turismo legato al cibo è un'esperienza che coinvolge tutti i sensi, quindi la soddisfazione che da il cibo non è solo fisica, ma celebrale. La qualità del cibo è un processo di apprendimento cresciuto durante l'epoca contemporanea; ma anche se l'offerta iniziale serviva per catturare una nicchia ristretta di possibile degustatori, per ampliare e portare questo processo è stato necessario ampliare l'offerta, rendendola di massa. Il consumatore postmoderno si è costruito una conoscenza etica del cibo, verificandone oltre alla ovvia qualità, anche il prezzo e i vantaggi. Il consumo di questi prodotti di qualità è stato favorito sia dall'affermarsi del benessere nella società, sia dal rifiuto di manipolazioni sui prodotti, con la possibilità di creare danni alla salute. Il fatto che la filiera sviluppi le sue fasi di lavorazione del prodotto sul territorio, accrescono dal punto di vista turistico il fascino e l'importanza di quel dato territorio, attirando il visitatore-consumatore, perciò si potrebbe parlare di un gusto per la geografia, oltre che alla geografia del gusto. 58

63 3.8. STL: un elemento di integrazione dell offerta turistica I Sistemi turistici locali sono contesti turistici omogenei, che comprendono ambiti territoriali caratterizzati da un'offerta integrata delle diverse componenti dell'offerta turistica. Attraverso la legge 135/2001 gli STL vengono promossi come tali, dai soggetti interessati, attraverso forme diverse di concentrazione. Ma a questa legge presenta un problema, almeno dal punto di vista territoriale, ovvero le carenze che avrebbe dovuto completare il quadro normativo, nel D.P.C.M DEL 13 SETTEMBRE Tali carenze sono dovute al fatto che non sono stati affrontati i problemi riguardanti la creazione e la gestione degli STL. Gli enti, gli imprenditori e le amministrazioni si sono dovuti trovare innanzi a diversi equivoci, in quanto non hanno determinato gli STL in modo coerente con i fini della legge, ma hanno preferito considerare i territori di distretti, dei patti territoriali, dei sistemi locali del lavoro, rimodulandoli in base ai fini turistici. Questo ha comportato oltre che l'erronea applicazione della legge, l'impossibilità di un approccio più efficiente alla gestione del territorio del turismo, soprattutto nelle aree in cui il turismo è meno sviluppato. Sarebbe pertanto corretto applicare tale legge non solo alle aree già sviluppate, ma concentrare l'interesse sull'identificazione di ambiti omogenei in cui vi sia l'offerta integrata di beni culturali, naturali e attrazioni turistiche suscettibili di sviluppo o di rilancio, turistico in un determinato periodo di tempo. L'attualità del problema è però legata non tanto alla legislazione del turismo, ma al fatto che il settore è in crisi e quindi si riflette sulle potenzialità offerte dagli STL. Occorre comunque valorizzare il ruolo e le potenzialità del territorio italiano. Il territorio necessita di una partecipazione attiva da parte di chi vi opera e risiede. Inoltre la professionalità degli strumenti di programmazione negoziata cerca alimento attraverso nuove forme di finanziamento. Il fatto che la legge non fornisce indicazioni riguardo alla forma amministrativa che dovrebbero prendere questi STL, fa in modo che talvolta i patti di interesse siano solo soluzioni temporanee per la risoluzione di problematiche economiche. Per tale motivo, le diverse realtà locali hanno scelto di valorizzare tutto ciò che è già operativo sul territorio e non ciò che può essere suscettibile di sviluppo. Per poter giungere alla determinazione di un STL occorre innanzitutto la presenza di una zona turistica o suscettibile di tale interesse; bisogna poi creare una rete che sappia connettere punti deboli con punti forti; l'offerta di risorse turistiche primarie è necessaria, ma non unico elemento, per cui occorrono anche infrastrutture e servizi. Bisogna considerare che nel contesto dello sviluppo locale, vi è stata l'evoluzione del concetto stesso di distretto, passando 59

64 dal concetto di localismo chiuso e monoproduttivo a quello di filiera produttiva e della sua internazionalizzazione. Tutto questo, supportato dalla ricerca della qualità, della formazione e dell'innovazione può costituire un punto di riferimento importante per l'identificazione degli STL. È stato proposto un processo decisionale top-down per l'identificazione preliminare degli STL a livello regionale o sopra-regionale, in cui al livello macro si interpretano i dati e le tendenze, si ordinano poi i dati in modo sistematico e si elaborano i modelli per procedere ad una prima identificazione di massima. In un secondo momento, ogni STL può essere messo sotto controllo attraverso un approccio partecipativo dal basso, utilizzando strumenti di supporto alle decisioni. Infine, attraverso un Sistema di Informazione Geografica (GIS), convergenze e conflitti vengono posizionati su base cartografica, su cui poi potranno essere controllate le strategicità di ogni STL. 60

65 4. Il Parco Nazionale della Majella: un caso di studio applicato 4.1 Inquadramento del Parco L Abruzzo è la regione italiana in cui un terzo del territorio è interessato da aree protette; viene perciò definita la regione dei parchi. Il caso del Parco Nazionale della Majella può essere utile per metterne in luce la possibilità e la dimensione della gestione integrata. Il sistema di riferimento normativo è quello dei Sistemi turistici integrati (ovvero contesti omogenei o integrati, comprendenti ambiti territoriali caratterizzati dall offerta turistica, secondo la legge 135/2001), applicato al contesto morfologico e socioeconomico del territorio del Parco e della sua area circostante. Il Parco Nazionale della Majella (PNM) è stato individuato e definito attraverso i parametri della diversità biologica in un area che li possedeva proprio a seguito di una laboriosa utilizzazione durata secoli, che ha portato un ondata migratoria dovuta alle scarse possibilità di sopravvivenza e sviluppo che offriva. Attualmente i cittadini che abitano all interno dell area protetta vivono in condizioni di arretratezza a causa della minore disponibilità di servizi e infrastrutture presenti rispetto al resto del territorio. Gli imprenditori privati, il cui intervento può essere solo circoscritto, possono utilizzare la loro capacità manageriale per promuovere delle attività turistiche all interno del PNM. Un esempio è fornito dalla Via del latte, che rappresenta un prodotto ecoturistico ottimale e completo, in quanto è stata realizzata utilizzando solo elementi che derivano da un approccio metodologico corretto e dall esperienza di paesi attivi in questo campo da molto tempo. L insieme delle caratteristiche delle attività svolte all interno del Parco costituiscono l offerta ecoturistica sviluppatesi nello spazio e nel tempo. Infatti nel caso delle aree protette della zona della montagna appenninica, si ha una stagione ecoturistica legata ad alcune settimane nel periodo di luglio ed agosto, soprattutto per i turisti italiani e qualche altro periodo, grazie al turismo degli stranieri. L ampliamento della stagionalità turistica costituisce un elemento importante per fidelizzare la domanda e rendere nel frattempo l offerta più efficiente e strutturata. Per poter rendere effettivo lo sviluppo territoriale nel caso di un sistema di aree protette, occorre perseguire delle alternative ai modelli di sviluppo tradizionali, che devono essere orientati ad un approccio strategico di carattere ambientale, sociale ed economico. Occorre definire innanzitutto lo sviluppo territoriale di tipo innovativo quale chiave fondamentale per l integrazione e lo sviluppo di tutti gli elementi facenti parte del territorio; occorre una 61

66 strategia di sviluppo che sappia effettivamente leggere le caratteristiche del territorio e ne sappia fare una risorsa, un prodotto che costituisca l offerta per incentivare e soddisfare la domanda turistica. Bisogna poi prendere in considerazione la vocazione stessa del territorio, che debba costituire il punto di forza per la valorizzazione dell offerta locale. Tale vocazione può essere di tipo storico, valorizzando quindi elementi connessi al suo interno, oppure che sviluppi dei progetti che propongano di innovare o superare le preesistenti condizioni. Un progetto di offerta ottimale è costituito dallo sfruttamento e potenziamento dei fattori di forza locale, come infrastrutture, filiere produttive, tradizione storica o elementi e meccanismi al di fuori di una data realtà ma comunque sviluppabili in loco. La necessità primaria, anche a scala mondiale è certamente quella della salvaguardia ambientale, che poi a livello locale si traduce con l affermarsi di modelli che si basano su situazioni, che magari precedentemente sono state considerate negative e che invece possono rivelarsi come dei pull factor per garantire lo sviluppo sostenibile, attraverso un sistema di regole. Un caso può essere quello dello spopolamento delle aree rurali e agricole, che quindi porta all abbandono di determinate attività, può tuttavia costituire una risorsa per l integrità delle aree naturali. Nonostante si sia creato un sistema di regole che interessi i soggetti coinvolti nello sviluppo locale, non esiste ancora un affermazione delle regole chiara per un turismo sostenibile, soprattutto quando sono già limitati se non del tutto carenti i progetti di finanziamento per i servizi di base, come salute e istruzione, per cui è difficile inserire nuove professionalità. Questo rappresenta un grosso problema per aree remote in cui l unica alternativa di sviluppo futuro è costituita proprio dal richiamo di professionalità dall esterno. Fra l altro questa possibilità presenta due problematiche: una in riferimento alla creazione di situazioni di stimolo e l altra ad impedire l avvento degli speculatori, mirato proprio su questo genere di aree in cui spesso non è presente una personalità forte, atta ad impedire e a non farsi coinvolgere in determinate situazioni e, in cui la presenza di risorse pregiate su cui investire è molto più alta. In questi contesti occorre tenere presente che sono molteplici i fattori che influiscono: bassa consistenza demografica, basso tasso di scolarizzazione, elevato indice di vecchiaia, mancanza talora di eticità da parte degli amministratori pubblici che porterebbe a coltivare l interesse dei singoli e non dell intera collettività. 62

67 4.2 Il sistema turistico locale Majella Normalmente l approccio sistemico che si persegue nel caso di modelli di sviluppo locale si basa innanzitutto sul sistema economi dell impresa, per il raggiungimento di un equilibrio economico complessivo, ma quando entra in gioco anche il Sistema turistico, le variabili da considerare non sono solo di tipo economico, ma anche di tipo sociale ed ambientale, per il raggiungimento di una situazione di sostenibilità dello sviluppo. La conoscenza e l indagine diretta di tipo scientifico del territorio divengono quindi passaggi obbligatori per la definizione dei confini territoriali, cosa per nulla semplice da fare, considerati gli ostacoli dei limiti fisici naturali e di quelli amministrativi. Ma nel caso del Sistema turistico locale questa scelta diviene più semplice, quando si supera la logica dei confini amministrativi. Nel caso del Parco Nazionale della Majella è stato individuato un territorio che include 84 comuni appartenenti a tre diverse Province (Pescara,l Aquila e Chieti) di cui solo 39 sono compresi nell area del Parco. I confini naturali hanno consentito di individuare un territorio compatto dal punto di vista fisico, in quanto ad esempio le principali vie di comunicazione, che nel caso del STL sono rappresentate da strade statali, vengono localizzate in corrispondenza dei confini naturali. L identificazione del STL Majella si basa su tre presupposti: la necessità di poter analizzare in modo coerente le dinamiche socioeconomiche; storicamente; la possibilità di poter determinare un ambito territoriale opportuno per l attivazione di politiche idonee allo sviluppo turistico. Questi presupposti permettono di considerare lo spazio secondo due modalità: lo spazio da gestire, ovvero quello turistico da organizzare secondo criteri di gestione ottimali, e lo spazio da sviluppare, ovvero lo spazio turistico in cui vi è un attività di integrazione delle risorse. Attraverso il superamento della tradizionale contrapposizione costa-interno è stato possibile realizzare un offerta turistica integrata delle risorse di entrambe le zone. 63

68 4.3 Il territorio Il territorio presenta un orografia e una rete stradale tali che combinate tra di loro consentono di creare un offerta turistica corretta dal punto di vista ambientale e ben integrata. Si possono individuare tre sub-zone contigue, ognuna delle quali presenta delle peculiari caratteristiche dal punto di vista dell offerta turistica: una sub-area costiera, una collinare e una montana. La fascia costiera è ovviamente interessata dal turismo balneare, attivo soprattutto nei mesi estivi, provocando così una forte congestione del traffico, poco in linea con i principi della sostenibilità; la fascia collinare è caratterizzata da un economia che presenta caratteristiche rurali, che comportano lo sviluppo del turismo rurale e dell agriturismo. In queste zone si producono vino e olio, noti a livello nazionale e internazionale e sono caratterizzate dalla presenza di tutti i tratti della filiera agroalimentare, quale possibile proposta di offerta turistica. Infine per quanto riguarda l offerta dell area montana, l elemento fondamentale è rappresentato dalla diversità biologica, anche questa quale offerta turistica, espressa soprattutto dal Parco nazionale della Majella. L indicatore utilizzato nell ambito dell identificazione strutturale del STL Majella è connesso al fattore della mobilità umana, che risulta essere concatenato allo sviluppo locale. Da questo punto di vista diviene quindi utile potersi spostare all interno del STL in tempi brevi, in modo tale da poter usufruire di un offerta turistica diversificata ma allo stesso tempo integrata. La particolare morfologia e l articolazione delle vie di comunicazione individua quindi il STL Majella come un unico corpo in cui l offerta turistica consente di integrare mare e monti grazie a brevi tempi di percorrenza. Osservando i tempi di percorrenza è possibile fare alcune considerazioni: la Val di Pescara, la Valle Peligna e la Val di Sangro potrebbero essere considerate come porte di ingresso ideali del STL Majella; nell ambito montano è possibile individuare un nucleo di comuni caratterizzati da tempi di percorrenza elevati, a causa della maggiore tortuosità delle vie di comunicazione. Per capire quali linee guida intraprendere per la gestione del STL Majella, si deve innanzitutto sviluppare un analisi degli squilibri territoriali, che sia in grado di attivare dei flussi turistici 64

69 che riescano a riequilibrare l assetto sociale ed economico. La quota altimetrica e la distribuzione della popolazione per quota costituiscono un problema per la struttura demografica: lo spopolamento montano ad esempio è più intenso rispetto alle altre fasce altimetriche, ma registra saldi negativi, soprattutto se messo in relazione alla struttura della popolazione per fasce di età, che mostra un tasso di crescita dell invecchiamento nei comuni montani. Prendendo in considerazione le variabili demografiche principali, si possono fare due osservazioni: il processo di spopolamento iniziato all inizio del secolo scorso, che ha avuto momenti di culmine massimo nel dopoguerra, ha avuto un effetto positivo sulla conservazione dell ambiente naturale e sulle risorse culturali locali; inoltre la struttura della popolazione anziana che potrebbe avere come conseguenza una capacità di rinnovo generazionale bassa, porterebbe poi ad una bassa disponibilità di capitale umano locale. I processi di sviluppo saranno affidati ai flussi turistici che dovranno percorrere il territorio dalla costa all entroterra. Se il rapporto tra la distanza e il tempo viene considerato come indicatore di accessibilità e si prende in considerazione la distribuzione di questo rapporto nei comuni, si può concludere che: il STL è caratterizzato da un efficiente rete viaria in grado di rendere ogni comune del sistema facilmente raggiungibile, reggendo l ipotesi della creazione di un offerta turistica integrata di elementi marini e costieri insieme. La multifunzionalità dell area costiera produce fenomeni di congestione, rispetto ai quali l offerta turistica dell entroterra può rappresentare un elemento di equilibrio efficace. Si suppone però un modello di offerta turistica che bilanci i flussi turistici attuali verso la costa, con flussi che vadano verso l entroterra, ovvero la direzione opposta, e in grado di destagionalizzare i flussi durante tutto l anno. 4.4 Alcuni prodotti turistici: l esempio della Valle dell Orta Le proposte ecoturistiche dell alta Valle dell Orta hanno a che fare con le caratteristiche del territorio del PNM, in particolare facendo assumere una veste nuova alle attività svolte comunemente nella gestione delle risorse. Un approccio di questo tipo è in linea con quello che viene definito turismo face to face, ovvero la visita e il contatto di aree più remote, a cui occorre far corrispondere un offerta turistica in grado di attivarsi per fare in modo che anche le attività più comuni siano direttamente praticate dai turisti. In questo modo sarà possibile 65

70 instaurare un rapporto di simbiosi tra domanda e offerta, che valorizzi sia il prodotto che le aspettative del turista. In alcuni casi il turista è invitato persino a contribuire nel migliorare l efficienza della gestione. La Wild Life Watching consente nel PNM di svolgere attività nel rispetto dell ambiente, come ad esempio l attività di censimento di fauna e flora, che, se svolte nel rispetto dei protocolli e con la supervisione di personale competente, consentono di mantenere uno stretto rapporto tra il turista e l ambiente naturale, con un utile scambio: da una parte il turista è soddisfatto nelle sue aspettative, svolgendo un ruolo attivo e dell altra, grazie al suo ruolo, contribuisce alle attività di raccolta dati. Ma per fare in modo che il turismo face to face sia svolto in maniera giusta e proficua occorre ridefinire il ruolo di accompagnatore. La Majella presenta una morfologia, come già detto, che facilita la visita, senza particolari problemi e senza la necessaria presenza della figura dell accompagnatore, per cui, in questo caso è meglio parlare di guida, ovvero di un personale specializzato che renda la visita più interessante e che arricchisca culturalmente, dando nozioni che non si possono ricavare dalla semplice visita del turista. Ciò viene in questo caso soddisfatto dall attività volontaria di censimento e da quella del Wild Life Watching. Le attività di censimento riguardano il riconoscimento delle specie faunistiche e floristiche del giardino botanico Daniela Brescia, nel territorio di Santa Eufemia (PE) e Michele Tenore nel territorio di Lama dei Peligni (CH). L interpretazione in senso turistico porta a ipotizzare due livelli di iterazione: gli Enti preposti (Ente Parco, Forestale), che potrebbero costituire sotto forma di operatori locali la società di servizi turistici, al primo livello e al secondo, gli operatori locali potrebbero organizzare corsi di formazione sugli aspetti tecnici dell attività di censimento a favore dei turisti. In tal modo, gli Enti di livello superiore svolgerebbero un attività di supervisione e gli operatori locali invece si occuperebbero direttamente della attività, attraverso la formazione dei turisti e il censimento delle specie come prodotto turistico. Gli elementi di rilevanza per il prodotto turistico del censimento sono da connettere al contatto con l ambiente naturale e all acquisizione di conoscenze, sia delle varie specie censite che delle strategie per la gestione delle specie. Tale attività inoltre consente di avere elementi di offerta durante tutto l anno. Un ulteriore prodotto turistico dell Alta Valle dell Orta è dato dalle filiere agroalimentari: sempre grazie allo sviluppo del turismo face to face, si manifesta un forte apprezzamento per le produzioni locali, dando la possibilità produzioni agroalimentari minori di essere rilanciate come risorse del territorio. Così la possibile integrazione di risorse naturali, culturali e 66

71 prodotti locali costituisce un offerta turistica completa con un impatto ambientale molto basso e con la possibilità di rilanciare lo sviluppo economico. Pertanto è necessario esaltare il ruolo e l unicità del territorio. Le filiere produttive devono passare ad essere da semplice prodotto turistico a strumento di offerta turistica, permettendo al visitatore di avere una visione unitaria del territorio inteso nella sua accezione più ampia, anche attraverso i prodotti stessi, quale strumento di promozione della qualità del territorio persino all esterno dell area di produzione. Questo duplice ruolo potrà essere svolto solo tramite un accurata esaltazione di tutte le fasi della filiera, agendo sulla commercializzazione e sull introduzione di servizi, in particolare proponendo filiere produttive come prodotto turistico di qualità, creando la competizione e l identificazione tra luoghi e prodotti. La valorizzazione delle produzioni agroalimentari tradizionali in un contesto come quello dell ecoturismo può consentire alle aziende locali dei affermarsi e di ottenere economie esterne alla filiera stimolando una collaborazione fra i settori, che dia il via ad un sistema integrato di offerta turistica. La valorizzazione della filiera assume importanza anche ai fini della sicurezza alimentare del consumatore per quanto riguarda i concetti di tracciabilità e rintracciabilità, che assumono valore nel momento in cui sono riferiti ad un territorio omogeneo dal punto di vista ambientale e socioculturale. L agricoltura è una delle attività principali dell Alta Valle dell Orta e pur presentando già dei prodotti che hanno una loro fetta di quota nel mercato della qualità, ha un territorio caratterizzato da punti nevralgici su cui basare il rilancio dei prodotti agroalimentari, come prodotti turistici in grado di esprimere l identità del luogo di produzione. In particolare le filiere sono due e sono rappresentate dalla Via del pane e dalla Via del latte. Per quel che concerne la Via del pane nel PNM si ritrova una tradizione storica legata alla produzione e alla lavorazione dei cereali che sembra essere testimoniata dalla presenza di numerosi mulini ad acqua presenti lungo i principali corsi d acqua, tra cui il fiume Orta. Tutti i mulini si trovano all interno de PNM. Nel territorio è in corso un programma di recupero di produzioni cerealicole abbandonate, come il farro e la solina; tutti i derivati dei cereali, come pane e pasta sono prodotti di qualità che promuovono l immagine del PNM. Il recupero di queste attività trova sbocco sia nei mercati locali, che in quelli nazionali e internazionali, come prodotti di nicchia ed infine sono già in corso delle attività per la promozione di filiere produttive come prodotti ecoturistici. 67

72 L origine dei mulini ad acqua risale alla scoperta della ruota idraulica nel Medio Oriente. In Italia i mulini ad acqua compaiono nel periodo romano e nelle zone collinari dell Abruzzo si assiste in particolare alla diffusione di mulini ad acqua a una o due ruote. Lungo il fiume Orta sono stati censiti 14 mulini in 10 km, soprattutto in ruota orizzontale, di dimensione crescente in funzione delle quota. Così l attività ecoturistica dovrebbe svolgersi attorno ad all itinerario della Via del Pane. Gli itinerari potrebbero svilupparsi sia in verticale che in orizzontale, attraverso lo sviluppo di latri comparti della filiera, quali zone di coltivazione, trasformazione e vendita dei derivati dei cereali. Se poi si tiene conto del fatto che la zona è interessata da altre produzioni, come quella dei prodotti caseari, dei salumi e delle carni in quote più elevate, e di olio e vino nelle zone collinari, il complesso delle produzioni agroalimentari locali, intese come filiere, rappresentano un elemento dell offerta ecoturistica locale notevole, permettendo di incrociare vari percorsi in grado di esprimere la loro identità locale. Nell ambito della Via del latte invece, le iniziative finalizzate a diventare prodotto e attività eco turistica, il latte e i latticini trovano la reale possibilità di sviluppo nel territorio, come filiere. L agevolazione viene sia dalle particolari e adatte condizioni climatiche di produzione, che dall esistenza di aziende sul territorio attive nel settore, e i tratti peculiari legati alla cultura del territorio lo rendono un perfetto prodotto sociale. Nel contesto di questo percorso si possono favorire itinerari naturalistici o itinerari culturali ed enogastronomici attorno ai quali il Giardino botanico costituisce il centro di riferimento. Nell estate del 2005 è stata proposta per la prima volta una giornata di visita per i turisti denominata La Via del latte presso il Giardino botanico. In soli tre mesi di attività (dal 15 giugno al 15 settembre) si sono registrati oltre 200 visitatori e, tramite appositi questionari, è stato possibile identificare la distribuzione dei partecipanti in fasce di età, sesso, professione e provenienza, come riportano i seguenti grafici. Nonostante tutto sono state riscontrate due difficoltà: la prima è legata alla difficoltà di organizzare efficientemente il trasporto dei partecipanti e di strutturare il Giardino botanico, la stalla e il caseificio, in spazi appositi per la visita e l assaggio; la seconda invece si riferisce sia alla variabilità climatica delle zone di montagna, che esige un sistema di prenotazione e di conferme molto elastico, sia alla scarsa diffusione di prodotti turistici come La Via del latte che comporta inizialmente una certa diffidenza nei consumatori e nei soggetti attivi della filiera e il cui superamento sarà ottenibile solo attraverso l esperienza. 68

73 4.5 Il Giardino botanico come attrazione turistica Il Giardino botanico rappresenta uno strumento di conservazione e salvaguardia del patrimonio naturale. Si tratta di una raccolta di piante rappresentative catalogate e disposte secondo canoni estetici. La finalità principale dell orto è quella di tutelare la biodiversità, ma i suoi obbiettivi si allargano anche all insegnamento, alla ricerca scientifica e all educazione naturalistica, visto che si inserisce in un contesto socioeconomico. Utile supporto alle discipline botaniche, contribuisce anche ad avvicinare il pubblico alla natura e permette la conservazione e moltiplicazione di piante rare per poter essere successivamente reintrodotte nell ambiente naturale. Inoltre l integrazione del giardino botanico al PNM offre le premesse per lo sviluppo dell ecoturismo. Il Giardino botanico Daniela Brescia è situato nel territorio di Santa Eufemia ed è stato inaugurato nel Il sito costituisce fonte di attrazione turistica per coloro che sono interessati alla flora e alla fauna appenninica, motivo per il quale il giardino ambisce a diventare polo di attrazione primaria. Il legame tra l orto e le attività economiche è dato certamente dal contesto in cui esso sorge, in quanto questo tipo di realizzazione da sole non costituiscono autonomamente centro di accoglienza turistica. L impulso che il Giardino è in grado di produrre sul versante dell occupazione e sulla nascita di economie ad esso collegate è strettamente connesso con l attività di gestione del Giardino stesso. Riguardo alle possibilità occupazionali, i livelli di occupazione sono due: uno direttamente connesso all Orto botanico e uno in funzione delle caratteristiche gestionali dell attività del giardino. La manutenzione è affidata a personalità specializzate, responsabili dell area amministrativa e dell area scientifica, con impiego stabile tutto l anno e di personale assunto nei periodi di stagione estiva. Per quanto riguarda le attività indirettamente dipendenti dal Giardino vi sono: attività dedite alla vendita di materiale didattico sul PNM, sulle specie vegetali, dépliant, gadget e prodotti dell Orto come piante e sementi. Poi vi sono attività che fanno riferimento all intero contesto, che rappresentano l interesse degli escursionisti e di tutti i turisti interessati a visitare l area per più giorni, in quanto il Giardino botanico Daniela Brescia fa parte del cosiddetto circuito verde di cui fanno anche parte la Riserva della Valle dell Orfento, la Riserva della Lama Bianca e la Riserva della Valle dell Orta, tutte comprese nel PNM, che porterebbe così all incremento delle attività alberghiere del luogo e alle forme di accoglienza. Questo implica un adattamento da parte della struttura aziendale alla stagionalità e alle 69

74 condizioni ambientali, quindi ad avere una forte elasticità nel lavoro e alla ricerca di personale non solo fornito di un livello professionale e culturale elevato, ma che sia anche disposto a sperimentare nuove forme di lavoro, le cui mansioni sono spesso distanti dalla propria specializzazione. Per la ricerca di questo genere di personale, occorre l intervento di organi governativi, non tanto nel reperire questo personale al di fuori, ma nell incrementare le condizioni di base per consentire la formazione di tali in loco. Per quanto riguarda la funzione propria dell Orto, la ricerca e la salvaguardia da sole non producono vantaggi economici, per cui necessitano di un sostegno pubblico. L onerosità del mantenimento del Giardino botanico Daniela Brescia non può essere affidata interamente all autofinanziamento, perciò un eventuale redditualità dovrà svilupparsi nei termini dello sviluppo socioeconomico locale, mentre le attività di conservazione e ricerca, che non sono sostenibili da un solo ente, dovranno cercare finanziamento presso consorzi e altri enti disposti a contribuire alle attività del PNM. Nel Parco è presente anche un altro giardino botanico, Michele Tenore, fondato nel Esso è strutturato in sezioni didattiche e in sezioni che riproducono gli ambienti vegetazionali della Majella. Anche per esso le finalità di sviluppo sono correlate al carattere educativo e culturale e a quello di tutela ex-situ alcune specie in pericolo di estinzione della flora abruzzese. 4.6 La rete sentieristica L ecoturismo è una tipologia di turismo per sua natura dinamica perché l esperienza di quanti coloro scelgono questo tipo di vacanza è legata all eplorazione degli ambienti naturali, alla valorizzazione del patrimonio storico e alla conoscenza e al contatto con il territorio e con la popolazione che lo abita. Il turismo nelle aree protette come quella del parco necessita di un elevato numero di servizi e di uno sforzo elevato da parte di chi deve promuoverlo; occorre infatti tenere conto dei parametri ambientali imposti in queste aree, della diversità biologica e morfologica presente all interno di un parco e nel caso in questione è notevole, ma anche la costruzione di programmi utili agli organizzatori che consentano non solo di organizzare meglio il loro lavoro, ma che questo diventi più recepibile e fruibile per il potenziale turista utilizzatore. Il concetto di percorso presuppone il legame e l usufrutto di luoghi e servizi, 70

75 garantiti tramite la collaborazione di diversi attori. L itinerario svolge pertanto un ruolo strategico nello sviluppo di prodotti turistici, nella pianificazione e nella valorizzazione del territorio ai fini turistici. Ma la progettazione di un itinerario è un operazione complessa che coinvolge un certo numero di risorse e soggetti, nonché un certo numero di elementi variabili e non, necessitando così di strumenti applicativi da utilizzare in modo integrato. Le carte geografiche, le guide turistiche i dati di settore e l analisi statistica, costituiscono la base preliminare per lo studio del territorio, ma l apporto fornito negli ultimi anni dagli strumenti GIS ha consentito di effettuare analisi di tipo spaziale, grazie alla raccolta e all elaborazione delle informazioni. Localizzare un itinerario e crearlo presuppone l ottimizzazione delle scelte: trovare il percorso migliore, tramite una scelta selettiva che tenga di eventuali vincoli e far si che questo soddisfi l esigenze del turista. La progettazione di un itinerario turistico presuppone una fase in cui vengono presi in esame gli elementi quantitativi analizzabili attraverso degli algoritmi matematici, in modo tale da eliminare immediatamente soluzioni che non possono essere prese in considerazione e selezionando invece le alternative che soddisfano i criteri e gli obiettivi che si pongono; un altra fase invece analizza, sulla base dei risultati ottenuti dalla prima fase, criteri che non possono essere quantificabili, come le aspettative psicologiche del turista e motivo per cui entra in gioco il giudizio dell esperto. In questo ambito i GIS possono essere un utile strumento, strutturando in maniera sistematica il processo di decision making e potenziando la capacità di analisi spaziale e geografica, affiancando così il progettista nella prima fase di lavoro. L operazione del zoning ad esempio, che consente di suddividere il territorio in aree secondo diversi criteri, può rappresentare un metodo di pianificazione degli itinerari. Nel caso del Parco della Majella, la zonizzazione, alla base del Piano del Parco è stata realizzata sulla base dei seguenti criteri: bio-ecologici, storici, socio-economici e amministrativi, scaturiti da vari studi specialistici e da esigenze spacifiche di ogni settore, svincolati dal contesto globale, portando a volte a richieste contrastanti, che hanno dovuto trovare un assestamento attraverso una soluzione di compromesso guidata da criteri oggettivi. In particolare i criteri essenziali sono stati: la presenza di aree protette e di Siti di Interesse Comunitario preesistenti all interno dei confini del Parco; aspetti bio-ecologici e valenza naturalistica delle aree interne del Parco; 71

76 compatibilità delle attività antropiche con gli obiettivi della conservazione, sia in riferimento alla L. 394/91 1 che alle caratteristiche proprie del Parco; grado di presenza umana nel Parco, soprattutto di nuclei abitati; aspettative sociali espresse dagli enti locali e programmazione di gestione in atto da parte dell Ente Parco; facilità di individuazione di confini. L approccio che in generale è stato quello di mantenere il territorio del Parco il più integrato possibile, per evitare frammentazioni che potessero indebolire le azioni di protezione e controllo. Si è così scelto di identificare grandi zone con una progressiva intergradazione tra di loro, rimandando al regolamento d uso interno, la calibratura fine delle attività permesse. La zona A rappresenta la zona della riserva integrale, ovvero destinata alla conservazione dell ambiente naturale nella sua integrità. Questa zona è stata poi suddivisa in altre quattro zone: la prima è situata nel Massiccio del Monte Morrone, sviluppandosi dalle Gole di Popoli fino a sud ovest verso il Colle della Croce; la seconda comprende l area sommitale del massiccio della Majella, estendendosi da nord, in senso orario da Decontra, alle pendici del Colle della Cuorta, formando un dente che si estende fino alla Lama Bianca e alla grotta dei Lucidi; la terza zona è situata più ad ovest, comprendendo anche il Quarto Santa Chiara ( escluse alcune zone) e la sommità del Porrara e continuando poi verso est fino alle aree sommitali del Monte Secine e del Monte Pizzi; la quarta zona infine delimita il canyon della valle dell Orta, nei pressi di Bolognano. La zona B costituisce la riserva generale orientata: le aree racchiuse in questa zona si pongono come cuscinetto e come zone di confine tra le riserve integrali dell area A e le aree a più alta antropizzazione della zona C. La zona C è area di protezione, comprendendo le pendici del versante ovest del Morrone, a limitare della Piana Peligna. Fanno parte della zona C anche alcune aree del versante meridionale del Parco. La zona D è invece area di promozione economica e sociale. In questa zona sono consentite le attività con le finalità istitutive del Parco e che sono finalizzate al miglioramento della vita 1 Legge quadro sulle aree protette, modificata con la legge del 9 dicembre 1998, n.426, Nuovi interventi in campo ambientale. L oggetto della legge quadro è il patrimonio naturale italiano, ovvero qualsiasi territorio che abbia rilevante valore sul piano naturalistico ed ambientale. Lo strumento predisposto per tale tutela è l area naturale protetta. Questa legge, nel definire il valore ambientale delle aree da proteggere, utilizza una nozione giuridica di ambiente, influenzata profondamente dalla normativa europea. La legge ha finalità di promuovere la conservazione e la valorizzazione in maniera coordinata, realizzandone così un aspetto più dinamico della tutela. Il Parco pertanto, quale strumento polifunzionale, trova nella legge reale applicazione. 72

77 socio-culturale delle popolazioni locali e al miglior godimento del Parco da parte dei visitatori. La zona è divisa in due categorie: la D1 che è la zona degli insediamenti turistici esistenti da riorganizzare su progetto unitario e la D2 costituita da insediamenti disciplinati dagli strumenti urbanistici comunali. Sono state poi individuate sempre nell ambito della zonizzazione, della aree contigue ed un area vasta. Nell ambito delle aree contigue si trova tutta la fascia esterna che è inclusa tra i confini attuali del Parco e il limite che segue il collegamento tra Sulmona, Roccaraso, Pennapiedimonte, Popoli e di nuovo Sulmona. La gestione delle aree contigue è la più importante per la sopravvivenza del Parco e per la sue connessioni per gli ecosistemi circostanti. In questa area il Parco non può operare direttamente con strumenti normativi o economici, ma può contare sui possibili rapporti di collaborazione con tutte le fugure istituzionali, facilitato dal fatto che in questa area la maggior parte dei Comuni sono gli stessi che governano il territorio del Parco. L identificazione di questa fascia i seguenti criteri: l omogeneità del territorio e la sua utilizzazione; l opportunità di collegamenti territoriali necessari con le aree protette circostanti; la necessità di conservazione e gestione particolare di alcune specie e/o habitat. L area vasta presenta una gestione più complessa per la diversità degli enti interessati e per la loro distribuzione tra due Regioni, quattro Province e molte aree protette a diverso titolo. Anche qui la chiave dello sviluppo è data dalla compartecipazione al livello di informazione, consultazione e partecipazione programmatica di gestione delle attività. Sono poi compiute delle revisioni nella determinazione dei confini iniziali del Parco, come per il comprensorio di Fara San Martino, compreso il Fiume Verde. Sono infine presenti nella zonizzazione dei corridoi di connessione, fra cui i maggiori sono: la fascia di territorio che dalla Montagna del Morrone si allunga verso nord sopra Popoli, per collegarsi alle aree in direzione del Sirente; la fascia di connessione del Piano del Piano di Cinque Miglia 8area di scambio tra il Parco della Majella e i territori circostanti e le aree meridionali del parco dai Quarti ai Monti Pizi, collegamento con il Molise settentrionale. Il Parco è dotato di una rete sentieristica che si estende per quasi 700 km in grado di soddisfare le esigenze di tutti coloro che desiderano visitare il parco, in vista di una piacevole passeggiate che o di un avventura più faticosa per gli escursionisti più esperti. Pur salvaguardando le aree più delicate, questi sentieri percorrono i punti di interesse maggiore sotto i punti di vista naturalistici, ambientali, storici e culturali ed in particolare ogni percorso 73

78 mette in evidenza le particolari caratteristiche di ogni area, per cui il visitatore può scegliere l area di suo particolare interesse. I sentieri della parte occidentale della Majella sono percorribili in un arco di tempo che non supera le tre ore, sono caratterizzati da pendenze quasi nulle e da aree attrezzate: vi sono percorsi caratterizzati da staccionate e cartelli descrittivi posti lungo il percorso, per non vedenti; si possono ammirare fauna e flora tipiche di una zona circondata da boschi di faggio, fioriture del sottobosco e dalla presenza dell Orso marsico, il Lupo, il Gatto selvatico e l Astore; percorsi caratterizzati dalla testimonianza storica della pietra che domina su terrazzamenti, muretti a secco e capanne, i quali hanno come tappa principale la visita di eremi. La Majella orientale presenta dei percorsi i cui tempi di percorrenza arrivano a coprire la sei ore, caratterizzati da un escursionismo facile fatto di boschi, radure, campi coltivati e sentieri che costeggiano torrenti e cascate. Per gli amanti delle alte quote non mancano di certo i percorsi sulla montagna del Morrone, che impegnano gli escursionisti fino a sette ore: da tornanti, scalinate e balze rocciose, alle zone in cui la natura diventa selvaggia, percorrendo doline e anfiteatri glaciali, raggiungendo la vetta della montagna a quota 2061 metri. Infine la Majella sud presenta percorsi più liberi e accessibili anche per i disabili, che ripercorrono gli antichi percorsi dei viaggiatori, lungo le zone di culto e i rifugi dei pastori. Ma nel Parco sono presenti tre sentieri principali: il Sentiero del Parco, il Sentiero dello Spirito e il Sentiero della Libertà. Il Sentiero del parco è più completo: si snoda per ottanta kilometri da Pescocostanzo a Popoli, per un solo centro abitato. Se pure selvaggio e impegnativo, offre in cambio la visione di tutti i biotipi, da quelli basali a quelli macereti di alta quota. Il Sentiero dello Spirito, lungo sessantasei kilometri è caratterizzato da un aspetto ancestrale che relaziona l uomo alle montagne sin dalla preistoria: è situato a quote medio basse, tra abbazie benedettine ed eremi. Il Sentiero della Libertà è un percorso storico di quarantaquattro kilometri che percorre la guida dei montanari del luogo durante la Seconda guerra: il percorso si svolge per tappe, consentendo di conoscere siti di notevole importanza ambientale in cui si ritrovano specie vegetali e animali rare perché legate ad un territorio i cui campi seguono ancora tecniche e ritmi tradizionali. 74

79 4.7 La rete ferroviaria del Parco Nel 2002 il Parco della Majella ha avviato un importante progetto di mobilità sostenibile e di sviluppo di una rete di servizio al turismo montano della Regione Abruzzo. Sono stati rilevati stazioni ferroviarie ed altri fabbricati situati in zone molto suggestive delle province di l Aquila a Chieti, lungo la storica linea ferroviaria Sulmona-Carpione. L obiettivo e l impegno del progetto è quello di riportare in riuso le antiche strutture. In particolare sono stati finanziati progetti per le stazioni di Cansano e Palena; altre risorse sono state dirottate per la sistemazione delle aree di pertinenza della stazione di Pescocostanzo e una parte dei lavori sono destinati alla rete sentieristica, utilizzata come elemento di connessione tra le stazioni interessate dal progetto. I fabbricati che fanno parte delle ex stazioni ferroviarie saranno trasformati in punti di ricevimento e di informazione, mentre i caselli ferroviari, posti tutti lungo la linea, saranno utilizzati invece come zone di monitoraggio ambientale. Tre ettari di terreno acquistasti saranno invece luoghi in cui collocare piccole strutture di servizio. Un esempio può essere offerto dal progetto per la stazione di Cansano, per cui il fabbricato viaggiatori sarà trasformato in centro di orientamento alla visita del Parco, mentre il locale dell ex caffetteria sarà luogo adibito alle degustazioni dei prodotti tipici. Anche le antiche attrezzature destinate nel passato al servizio dei treni, per cui verrà per esempio ripristinata la funzionalità del vecchio serbatoio dell acqua, con la possibilità in futuro di poter utilizzare locomotori a vapore per particolari occasioni. L ex rimessa locomotive, sarà utilizzata come stazione di posta temporanea al servizio del turismo equestre e come spazio di sosta per le biciclette. Per la stazione di Palena invece oltre che come centro di orientamento e di visita, saranno adibiti locali per la sosta di alcuni piccoli veicoli ad energia solare, nel vecchio edificio Scalo merci. Vi saranno anche piccole infrastrutture per il cicloturismo e il turismo equestre. La linea ferroviaria costituirà un itinerario diverso per l approccio al Parco secondo gusti, necessità ed esigenze diverse da parte dei visitatori. 75

80 4.8 Al Parco in bici La potenziale linea ferroviaria e le lunghe escursioni attraverso la rete dei sentieri non costituiscono le uniche alternative per attraversare e visitare il Parco, infatti per gli appassionati del cicloturismo e non solo, vi sono numerosi percorsi poco frequentati e panoramici, adatti alle esigenze e ai livelli di ogni cicloturista. Il Parco presenta diversi percorsi che possono essere esplorati su due ruote, spesso si tratta di strade secondarie, le quali offrono la possibilità di scoprire itinerari inaspettati per il turista. Tra l altro, le strutture informative del Parco possono considerarsi degli ottimi punti di appoggio per escursioni o passeggiate. Tra i percorsi meno impegnativi troviamo ad esempio la statele 263 che unisce Bocca di Valle a Fara San Martino, che prosegue per 23 kilometri, segnando il confine orientale del Parco della Majella, non presentando salite di rilievo; il valico della Forchetta, a 1270 metri, altra meta ciclistica tradizionale, che collega il chietino al comprensorio di Pescocostanzo, Rivisondoli e Roccaraso. Mentre tra i percorsi più impegnativi, la salita più interessante è quella di Block Haus a 2050 metri di altezza, percorribile sia dal versante chietino che da quello pescarese, ancora più impegnativo. Vi sono poi, Passo Lanciano, a 1310 metri e Passo San Leonardo a 1280 metri dal versante di Caramaico. Molti percorsi possono essere effettuati con bici da strada, ma il Parco è attrezzato anche con mountain bike. I percorsi presentano infatti una segnaletica specifica proprio per quest ultime, che sono noleggiabili, assieme alle biciclette elettriche in vari centri di informazione del Parco. 76

81 5. Il prototipo GIS 5.1 Un percorso per la Majella Dopo aver preso in esame il territorio del Parco e le sue attività principali, verrà di seguito analizzata la proposta turistica di un prototipo di percorso ecoturistico integrato, analizzata nell ambito di questo progetto di tesi. Il percorso creato vuole essere un suggerimento di arricchimento nell ambito di una ricca proposta già messa in atto dal Parco Nazionale della Majella. La scelta di tale percorso è vincolata da una serie di parametri presi in considerazione, legati alla promozione turistica, alla tipologia di turismo messa in atto e alla specificità del territorio. Il Parco è ricco di sentieri che consentono di ammirare tutte le bellezze presenti sul territorio e chiaramente varrebbe la pena di visitarlo in lungo e in largo alla scoperta anche degli scorci più nascosti. La prima valutazione compiuta riguarda l analisi della domanda turistica: i censimenti effettuati negli ultimi anni registrano una presenza del flusso turistico presso il Parco principalmente nei mesi che vanno da maggio a settembre, soprattutto presso i centri di visita di Caramanico Terme (PE) e Fara San Martino (CH), i centri di informazione di Campo di Giove (AQ), Pacentro (AQ) e Bolognano (PE), i Giardini botanici di Lama dei Peligni (CH) e Santa Eufemia a Majella (PE) e infine Palena (CH), per il suo Museo dell Orso Marsicano. La seconda valutazione si riferisce alla scelta compiuta sulla tipologia di turismo preso in considerazione, l ecoturismo, i cui i criteri sono stati fissati in base alla tipologia di persone coinvolte e ai principi su cui esso stesso si basa. Per quel che concerne la tipologia di turisti coinvolti, si tratta, come già spiegato precedentemente, di turisti di età compresa tra i trenta e i cinquanta anni, quindi tutti potenzialmente in grado di svolgere attività o sport impegnativi; mentre per quanto riguarda i principi dell ecoturismo, è stato sviluppato un percorso che oltre a svolgersi in un contesto di salubrità ambientale e a promuovere attività compatibili, sia con l obiettivo di conservazione che quello di promozione delle risorse naturali, si propone di fornire opportunità socioeconomiche per i residenti e le attività ricettive del luogo, rispettandone anche la cultura e le tradizioni. La visita presso il Parco può essere anche un pretesto per conoscere le varietà agricole presenti sul territorio, coltivate secondo un metodo tradizionale e che possono diventare prodotti di qualità da degustare presso agriturismi e ristoranti presenti sul luogo. Non a caso il Parco, in collaborazione con l Agenzia Regionale per i Servizi di sviluppo agricolo promuove il progetto Coltiviamo la 77

82 diversità incentrato proprio sul recupero, la conservazione e la valorizzazione delle risorse agricole autoctone. Ma questo non è l unico progetto a essere presente, infatti un altra iniziativa a cui aderiscono le strutture del Parco è quella relativa alla certificazione di Pan Parks. Pan Parks è una fondazione no-profit, sorta per iniziativa del WWF con la finalità di garantire la conservazione del patrimonio naturale europeo, mediante la creazione di incentivi economici alla conservazione della natura. Inoltre, sempre relativamente alla cultura presente sul territorio, per la Majella non va di certo trascurata l importanza rivestita del fenomeno dell eremitismo, conseguenza diretta della nascita dei monasteri nelle zone più elevate e interne del massiccio montuoso, che ha costituito il fattore principale di popolamento delle stesse, soprattutto per la presenza dei pastori che vivevano in un rapporto di mutua assistenza spirituale e materiale. Questo fenomeno spiega quindi la presenza di numerosi eremi nel Parco. Infine c è da considerare anche la tradizione artigianale, legata principalmente alla produzione dei metalli e della ceramica e, anche se in minima parte, a quella del legno, con attività di laboratorio presenti sul territorio. Il percorso prevede quattro tappe, rispettivamente compiute in treno, a piedi, in bici e nuovamente a piedi, ma può essere compiuto anche solo per parti. Può essere effettuato comunque, in maniera indipendentemente rispetto alla zona di provenienza, infatti le linee di trasporti Arpa e Sangritana collegano i paesi del Parco con Sulmona, Chieti, Pescara, Lanciano e Guardiagrele. Il suo punto di partenza è la stazione di Roccaraso, si prosegue poi per la stazione di Campo di Giove, Fara San Martino, Caramanico Terme e Popoli. Sono previste pause esplorative lungo tutto il percorso, oltre a piccole deviazioni di escursione. Premettendo innanzitutto che chi ha volontà di compiere l intero percorso, ma vuole farlo in giorni diversi ha la possibilità di alloggiare un po ovunque all interno del Parco, presso alberghi, ostelli, b&b o anche la meno comoda, ma certamente più avventurosa possibilità di campeggiare presso le aree in cui è consentito. L intero percorso dovrebbe essere percorribile in un weekend. La prima tappa, ovvero quella che si svolge da Roccaraso a Campo di Giove dovrebbe compiersi in treno, lungo l antica linea ferroviaria Sulmona-Carpinone-Isernia, la quale è complessivamente lunga 128,7 km e che attraversa il parco per circa 23 km. Questa linea ferroviaria collega o meglio, collegava la città di Sulmona a quella di Isernia, con un panorama molto suggestivo dato dall altitudine che essa raggiunge, in particolare alla stazione 78

83 di Rivisondoli-Pescocostanzo, in cui la linea raggiunge i 1268 m.s.l.m. Purtroppo, a causa del numero non elevato di passeggeri giornalieri, la linea non ottenendo i finanziamenti nemmeno in qualità di treno storico né dalle ferrovie dello Stato Italiane né da quelle regionali, è stata chiusa. La mia proposta sarebbe pertanto quella di riprendere in mano il progetto avviato dal Parco e valorizzare questo aspetto magari elusivamente nell area interessata dal Parco, tramite una locomotiva a vapore o elettrica. In questo primo tratto è possibile visitare gli eremi, come già detto, luoghi principali di cultura del Parco, in particolare quelli di Sant Antonio, ai margini del bosco di Sant Antonio e San Michele, alle pendici del Monte Pizzalto, entrambi a Pescocostanzo. Si possono poi sfruttare le iniziative messe in atto da Parco, perciò, una volta scesi dal treno, si potrebbero degustare prodotti tipici, presso i locali delle vecchie stazioni adesso acquisite dal Parco e procedere poi per sentieri pedonali, piste ciclabile o ippovie. Arrivati a Campo di Giove, a quota 1064 m s.l.m si può cominciare a proseguire fino a Fara San Martino con la seconda tappa, da effettuarsi a piedi e che prevede la possibilità, a quota 2682 m, di seguire il sentiero che porta a Lama dei Peligni, oppure di avventurarsi in un escursione verso l eremo di Sant Angelo. Si tratta di un percorso facile, caratterizzato dal bosco misto in contrasto con le radure e i campi coltivati e dove si possono incontrare mammiferi quali cinghiali e caprioli o uccelli come ghiandaie e poiane. Presso il centro Lama dei Peligni è possibile visitare l area faunistica del camoscio appenninico, il Museo Naturalistico Archeologico e il Giardino Botanico Michele Tenore, a quota 650 m s.l.m. Arrivati presso il centro di visita di Fara San Martino, è possibile affittare una mountain bike e proseguire con la terza tappa, quella appunto in bicicletta, per circa 20 km. Procedendo verso Palombaro si può effettuare, a piedi, un altra escursione verso la Grotta di Sant Angelo, situata a circa 1000 m s.l.m e raggiungibile tramite un sentiero naturale che ripercorre il tracciato di un antico braccio tratturale della Majella che conduceva ai pascoli del Martellese e del monte Ugni. Si prosegue in direzione Pennapiedimonte e poi verso la Valle dell Orfento, a Caramanico Terme, borgo medievale a 650 m s.l.m, in cui, oltre ad essere ospitato il centro termale, si trovano il Museo Naturalistico e Archeologico, il Museo della Fauna italiana ed europea e l area faunistica della Lontra europea. Inoltre, nel rispetto e nella valorizzazione dei prodotti locali, possiamo quì trovare il centro principale e la bottega di Majambiente 1. Tutta la valle dell Orfento è segnata da numerosi eremi, che possono quindi 1 Majambiente è una società nata nel 1994 che opera nel settore dei servizi al turismo naturalistico, nell educazione ambientale e nella formazione, nell escursionismo, nell editoria naturalistica, nella progettazione realizzazione di cartellonistica senti eristica e nel recupero ambientale. 79

84 essere visitati se si scegliesse si proseguire il percorso a piedi. Arrivati a questo punto inizia la quarta ed ultima tappa, da intraprendere a piedi verso Popoli e che, anche in questo caso, ammette un altra deviazione in direzione verso Sant Eufemia a Majella, dove troviamo il centro di visita e il Giardino Botanico Daniele Brescia a quota 900 m s.l.m. 5.2 I dati utilizzati Il materiale utilizzato per la realizzazione di questo percorso è stato interamente digitale: sono stati ottenuti dall Ente Parco Nazionale della Majella gli shapefile relativi ai sentieri verificati nel territorio del Parco e alla carta della zonizzazione del Parco, il cui sistema di riferimento è L ED 50; mentre dall Ufficio Sistema Informativo Geografico della Regione Abruzzo i file relativi alla CTR, alle ortofoto e al DTM della zona interessata dal Parco. I file forniti sono in formato ECW 2 (Enhaced Compressed Wawelet), formato standard di compressione di immagini di grandi dimensioni, ampiamente utilizzato nel settore della geomatica e sviluppato dall ER Mapper 3. La CTR (Carta Tecnica Regionale) in edizione del 2000 è in formato raster e in scala 1:5000 e fornisce una rappresentazione generale della morfologia, delle acque, della vegetazione e delle opere dell uomo e tutto ciò che può essere utile anche come riferimento topografico e che può essere rappresentato in relazione alla giusta densità della trama cartografica. L altimetria del territorio è rappresentata da curve di livello con equidistanza di cinque metri e da punti quotati isolati. L inquadramento è realizzato nel sistema di riferimento Gauss Boaga fuso est. Le ortofoto 4 (foto aeree che subiscono il processo di ortorettifica) sono in scala 1:5000 e derivano dalle foto digitali a risoluzione 12 micron del volo realizzato nel 2007 sulla Regione Abruzzo. Il processo di ortorettifica digitale è stato realizzato sulla base del modello digitale con passo, in maglia regolare di coordinate terreno, pari a 10x10 metri, che ha prodotto un immagine orto rettificata e georiferita, con una dimensione del pixel di 0,20x0,20 metri sul terreno. Infine i DEM (Modello Digitale del Terreno) in edizione del 2007 ha una risoluzione di 10x10 metri sono stati ottenuti utilizzando oggetti presenti nel database della 2 L ECW permette di ridurre drasticamente le dimensioni di immagini raster; consente di visualizzare immediatamente le immagini compresse, senza tempi di attesa, come accade per gli altri formati ed è ottimizzato per la gestione dei dati geospaziali, quali, foto aeree, ortofoto e immagini satellitari. 3 ER Mapper è una società emergente di origine australiana, la cui fondazione è recente. 4 Le ortofoto sono foto aeree che sono state sottoposte ad una correzione di tipo geometrico e che sono state georeferenziate in maniera tale che la scala di rappresentazione sia uniforme e quindi possono essere considerata equivalente ad una mappa. 80

85 CTR in scala 1:5000. La cartografia è caratterizzata da una precisione richiesta in capitolato differenziato in base alla tipologia dell oggetto: 0,90 metri in quota per i punti quotati; 2,00 metri in quota per le curve di livello; 3,00 metri in quota per le altre entità; 3,00 metri in planimetria. Il sistema di riferimento è il Gauss Boaga fuso est. 5.3 Il software In un primo momento la scelta del software è ricaduta sull utilizzo di un software open source, QGIS 1.7, quindi un Sistema Informativo Geografico a codice aperto, semplice da usare e con caratteristiche comuni agli altri comuni software, che utilizza plugin per ampliare le sue funzioni. Alcuni problemi connessi al formato dei dati a disposizione, non ne ha reso possibile il suo utilizzo. Il percorso è stato così realizzato tramite il software ArcGis 9.2 con licenza ARcInfo. ArcGis è un sistema completo per la progettazione e la gestione di soluzioni attraverso l applicazione della conoscenza geografica. Viene distribuito in tre versioni diversificate in base alle capacità di analisi spaziale ed importazione di formati di dati: AcrWiew, ArcEditor e ArcInfo. Inoltre esso può essere implementato attraverso moduli aggiungiti, come Spatial Analyst ( per la gestione e l analisi di coperture raster), 3D Analyst (per la visualizzazione e l analisi spaziale tridimensionale), Network Analyst (per l analisi di rete), Geostatistic (per l analisi raster avanzata), Data Interoperability (per operazioni avanzate di conversione di formati). Vi sono poi una serie di applicazioni utilizzate per la gestione di dati in organizzazioni complesse, come ArcGis Server. Arcgis 9.2 include applicazioni quali ArcMap, ArcCatalog, ArcReader, ArcGlobe e ArcScene. Per lo scopo di questo lavoro sono state utilizzate le applicazioni di ArcMap, ArcCatalog e ArcScene. Con l applicazione di ArcMap è possibile visualizzare i dati geografici, tramite l uso di legende create appositamente, analizzarne le caratteristiche spaziali, come aree, perimetri, distanze e scale, e topologiche; di effettuare interrogazioni avanzate con l utilizzo del linguaggio SQL, di digitalizzare e georeferenziare nuovi dati e creare infine layout per la divulgazione dei dati e la stampa. L interfaccia di ArcMap è costituita da una Tabel of Content, ovvero, la TOC, la colonna a sinistra, in cui si possono visualizzare nome, legenda e sorgente dei dati geografici caricati; la View, a destra in cui si può visualizzare il dato appena caricato nella Map o quello appena 81

86 creato; il Layout View per la stampa e le Toolbar in cui sono presenti tutti i comandi e menu, posta in alto. Gli strumenti posseduti in ArcMap consentono di lavorare sui dati geografici interrogandoli, modificandoli, tramite le funzioni di Editing e analizzandoli, tramite quella di Geoprocessing. Per la realizzazione di questo percorso sono state utilizzate soltanto le procedure relative all Etiding e al Geoprocessing. Con ArcCatalog è possibile creare, modificare e copiare o eliminare dati geografici ed alfanumerici, consultarli e visualizzarli in anteprima, effettuare ricerche avanzate, creare e gestire i metadati. L interfaccia di ArcCatalog è composta da tre elementi principali: Catalog Tree, dove sono ordinati i dati, così come sono organizzati nei loro supporti di memorizzazione; Catalod Display, in cui si possono visualizzare in anteprima le informazioni spaziali ed alfanumeriche associate ai dati selezionati nel Catalog Tree e la ToolBar, in cui vi sono i vari menu e comandi che consentono l analisi e la gestione dei dati. ArcScene è invece un estensione applicativa di ArcGis che permette la visualizzazione, l analisi e la generazione dei dati tridimensionali, che consente di: - creare ed analizzare superfici; - generare modelli di superficie (Tin o grid) a partire da diverse tipologie di dato; - effettuare draping di oggetti bidimensionali vettoriali e di immagini sulla superficie, con la possibilità di visualizzarla in tre dimensioni; - navigare attraverso gli strumenti 3D, come il pan, lo zoom, il rotate e la simulazione di volo. Una volta avviato ArcMap è stato subito salvato il progetto in un file con estensione.mxd, file tipico di ArcGis che contiene solo i riferimenti alle mappe, ma che non comprende i contenuti cartografici. I file di partenza e gli shapefile creati successivamente sono stati organizzati in cartelle contenute nell unità disco C del computer. Sono stati caricati i file dati di partenza: - lo shapefile vettoriale relativo alla carta della zonizzazione; - lo shapefile vettoriale relativo ai sentieri verificati; - i raster della CTR (Carta Tecnica Regionale) relativi all area coperta dal Parco; - i raster delle ortofoto relativi all area del Parco; - i raster DEM (Modello Digitale del Terreno) relativo all area del Parco. 82

87 Figura 5.1 Shapefile della Carta della zonizzazione Fonte: Ente Parco Nazionale della Majella Figura 5.2 Shapefile dei sentieri verificati Figura 1 Fonte: Ente Parco Nazionale della Majella 83

88 Figura 5.3 File ecw sezioni CTR Fonte: Regione Abruzzo Figura 5.4 File ecw sezioni ortofoto Fonte: Regione Abruzzo 84

89 Figura 5.5 File tif sezioni DTM Fonte: Regione Abruzzo Gli shapefile vettoriali hanno come sistema di coordinate geografiche di riferimento l ED 1950, mentre i file raster sono nel sistema WGS 84, pertanto è stato assegnato al progetto un sistema di riferimento comune, il WGS 84, zona 33Nord. I file vettoriali sono stati organizzati secondo un group layer definito con il nome di zone percorsi e la carta della zonizzazione è stata immediatamente tematizzata per una migliore visualizzazione dei suoi strati informativi. La tematizzazione è avvenuta tramite la rappresentazione per categorie ed in particolare per valori unici: in questo modo è stato possibile tematizzare un layer su attributi numerici ed alfanumerici, creando una categoria che rappresentasse tutti i record che presentavano lo stesso valore di attributo, in questo caso tipo zona. Poi, a scelta, è stata attivata la classe all other values, destinandola a rappresentare i record con valori di attributo non contemplati nelle classi definite. 85

90 Figura 5.6 Tematizzazione carta della zonizzazione Fonte Per quanto riguarda la tematizzazione dello shapefile sentieri verificati, non riportando un vasto numero di informazioni è rimasto nella modalità predefinita con la quale ArcGis carica i layer, ovvero quella con la quale tutte le entità geometriche vengono rappresentate secondo un valore unico. Cosi, sono state rappresentate cinque classi di valori, ognuna in base ad un colore diverso:. area di protezione;. insediamenti normati dagli strumenti urbanistici comunali;. insediamenti turistici esistenti da organizzare;. riserva generale orientata;. riserva integrale. Il layer della zona 2009 è stato successivamente etichettato, attraverso le proprietà di labeling; in questo modo accanto agli oggetti della mappa, quindi ai poligoni rappresentanti le zone del Parco, sono stati posizionati dei testi descrittivi: il testo di un etichetta corrisponde a uno o più attributi specifici del tema a cui appartiene l oggetto etichettato, quindi sono stati inseriti dei label riferiti alle tipozone. L aspetto comodo del label è che è uno strumento dinamico, pertanto si sposta in base alla mappa. 86

91 Dopo aver utilizzato la CTR, le ortofoto, i DEM e un mappa messa a disposizione sul sito del Parco; dopo aver effettuato delle considerazioni di carattere turistico e dopo aver visualizzato, con un analisi più approfondita i sentieri già attivi sul territorio del Parco, è stato scelto il percorso. Esso contempla in parte il riutilizzo di alcuni tratti dei sentieri già verificati e dall altra, la scelta di rendere parte integrante del percorso la tratta ferroviaria Sulmona- Isernia. A questo punto è stato creato lo shapefile relativo al percorso su ArcCatalog a cui è stato dato il nome di percorso a tappe : si tratta di uno shapefile di tipo lineare. Sono state definite le proprietà tabellari di questo shp ed è stato trasportato in Arcmap. Le immagini sono state digitalizzate, permettendo in questo modo la creazione di primitive geometriche, in questo caso le linee, con lo scopo di creare la parte spaziale e di conseguenza anche quella alfanumerica del piano informativo territoriale. La procedura di digitalizzazione è stata compiuta attraverso l «editor tool» ed eseguita in due metodi: nel primo caso è stato editato il tratto di percorso inerente alla rete ferroviaria, utilizzando come sfondo di cartografia digitale, quella della CTR. Utilizzando lo sketch tool è stata digitalizzata la tratta ferroviaria compresa nel Parco, attraverso la procedura di aggiunta dei vertici. Per minimizzare gli errori si è fatto uso dello snapping, strumento che funziona in modo figurato come una calamita, reso utile per agganciare il nodo finale di alcune polilinee ad altri nodi o vertici, garantendo in questo modo un aggancio di sicurezza. In un secondo momento si è adoperato l «edit tool» per i tratti di sentieri da utilizzare tra quelli già verificati. Selezionati i sentieri verificati, con la funzione copy e past, le due parti di editazione sono state finalmente visualizzate in un unico shapefile, quello del percorso a tappe. A questo punto è stata messa in opera un altra parte di digitalizzazione tramite editing, modificando le singole features, con il tool di modify task ed in particolare con gli strumenti di reshape e modify feature, aggiungendo e rimodellando vertici, rimodellando le linee, oppure utilizzando procedure di avenced editing come lo split tool per spezzare le linee. In alcuni casi, in particolare per i tratti del percorso definiti come di progetto è stata utilizzata anche la funzione di merge di editing, che ha consentito di unire due linee, non solo nella loro parte geometrica, ma anche ovviamente, in quella tabellare. Una volta terminata la parte di editing è stato creato un altro shapefile in ArcCatalog, questa volta di tipo puntuale, chiamato nodi, con la successiva definizione della parte tabellare, che 87

92 ha permesso di aggiungere alle linee (tratti del percorso) anche dei nodi (punti), simulando in questo modo la struttura topologica arco nodo. Figura 5.7 Struttura arco nodo La topologia è infatti molto importante perché traduce i vari oggetti geografici rappresentati in forme geometriche semplici che consentono di relazionarsi tra loro in maniera più immediata. Anche in questo caso è stato utile labelizzare i nodi secondo il loro codice. Lo shapefile del percorso a tappe è stato tematizzato secondo la categoria all other values, distinguendo in questo modo il percorso nelle sue varie tappe: in treno, a piedi, in bici e nuovamente a piedi, assegnando un colore ed una simbologia adeguata alla loro rappresentazione. Si è creata un altra tematizzazione per mostrare invece la tipologia dei tratti: esistenti e di progetto. 88

93 Figura 5.8 Tematizzazione percorso a tappe Un ultimo shapefile puntuale è stato creato per punti di interesse, i luoghi di maggiore interesse lungo il percorso. Anche questi sono stati tematizzati secondo una simbologia consona alla loro funzione. Figura 5.9 Shapefile punti d interesse 89

94 Molte analisi geografiche richiedono di dover determinare delle aree intorno a specifici elementi, il buffer (area di rispetto) è una funzione di geoprocessing che consente di fare proprio questo. Attorno a questi elementi e ad una certa distanza, viene creato un nuovo layer poligonali, definito appunto come piano informativo di buffer. La forma di questo layer varia a seconda del tipo di primitiva su cui viene applicata la funzione. La distanza a cui viene fissata il buffer può essere costante o variabile, se basata sui valori di un attributo. Attorno ad un elemento geografico possono essere generati uno o più anelli, a distanze costanti. All interno di questo progetto sono stati realizzati due buffer: uno attorno ad un nodo ben specifico e un altro attorno ad una linea. Figura 5.10 Buffer nodi Questo primo buffer è stato applicato attorno al nodo 16 ed è quindi di forma circolare. Creato in relazione alla Carta tecnica Regionale, è stato impostato con una distanza di 700 metri. Il secondo buffer invece è stato creato rispetto ad una linea, in questo caso un tratto del percorso da effettuare in bici, sempre in relazione alla Carta Tecnica Regionale. Il suo andamento costante intorno alla linea ed è stato impostato ad una distanza di un kilometro. 90

95 Figura 5.11 Buffer lineare: tratto di percorso in bici Per quanto riguarda le informazioni di tipo tabellare, si è presentata l esigenza di creare dei domini per gestire alcune informazioni, pertanto è stato creato un geodatabase. Creato solo qualche anno fa dalla ESRI, è stato fornito sotto forma di personal o enterprise ; cosicchè, con la prima tipologia, i dati possono essere editati da una sola persona per volta, mentre con la seconda tipologia, possono editare più persone per volta. La forma enterprise prevede la funzione di reconcile, che consente di stimare se l editazione compiuta da una persona è in contrasto con quella di un altra. Arcgis consente di creare due tipologie di geodatabase: il file geodatabase,organizzato come cartelle su file system ed ha 1TB di limite di memorizzazione e, il personal geodatabase. Quest ultimo viene salvato nel formato.mdb, la stessa tipologia che utilizza il software Access. Nel personal geodatabase possono essere contenuti file di tipo vettoriale puntuale, lineare o poligonale, relative tabelle e file raster con collegamenti esterni; nelle versioni di ArcEditor o ArcInfo, come in questo caso possono essere gestite ulteriori funzioni, come la topologia e le relazioni fra le features class. Inoltre, un personal 91

96 geodatabase non può superare le dimensioni di 2 Gb. Per la realizzazione di questo progetto è stato utilizzato un personal geodatabase, in particolare è stato creato, all interno dell estensione ArcCatalog, un contenitore.mdb in cui sono stati caricati i file riguardanti la cartografia di base fornita dagli Enti e il progetto con i file precedentemente creati. In questo modo sono state create all interno del contenitore majella mdb delle features dataset, base e progetto tesi e delle features class al loro interno, rispettivamente la CTR per la feature dataset base e nodi, nodi_buffer, percorso a tappe e punti di interesse per la features dataset prog_tesi. Sono stati creati dei domini per tutte le colonne delle tabelle degli attributi degli shapefile precedentemente creati, che necessitavano di una gestione da parte di un geodatabase: sono stati creati domini per il file riguardante i nodi, per quello relativo al percorso a tappe e per quello relativo ai punti di interesse, come possiamo vedere nelle immagini sottostanti. Figura 5.11 Geodatabase: creazione domini 92

97 Una funzione interessante per quanto riguarda le funzioni tabellari riguarda il features class dei punti di interesse, per cui tramite l attivazione del comando hyperlink è possibile collegare i campi della colonna link ad un sito o un immagine di riferimento. Figura 5.12 Tabella dei punti d interesse Le informazioni alfanumeriche dei layer sono visualizzabili anche attraverso il comando identify, così cliccando un oggetto della mappa per il quale si vogliono ottenere informazioni contenute nel database, l oggetto individuato lampeggia e i suoi dati vengono mostrati nella finestra identify result, nella quale sono presenti il menu a tendina layers che consente di selezionare il layer rispetto al quale effettuare l interrogazione, la sezione location che indica le coordinate del punto per il quale viene richiesta l interrogazione, un riquadro con l elenco degli attributi del layer e i rispettivi valori dell oggetto selezionato. Attraverso la query si può interrogare il software facendo delle domande. La quary può essere effettuata mediante due metodi: selection by location o selection by attributes. La query sugli attributi applicata ad un piano informativo GIS seleziona un certo numero numero di record nella tabella degli attibuti e contestualmente, gli elementi geografici legati ai suddetti record. Una volta fatta la query, è possibile vedere quanti record sono stati selezionati nella tabella ed i corrispondenti elementi nello spazio geografico. La query spaziale ha una stuttura simile, con la differenza che in questo caso le condizioni interessano la componente geometrica del dato e comportano l utilizzo di proprietà e relazioni 93

98 spaziali. Anche la quary spaziale seleziona sia la parte spaziale che quella tabellare del dato. La selezione può avvenire secondo quattro criteri che individuano altrettanti tipi di query spaziali: selezione attraverso il puntatore; sulla base della distanza; sulla base di elementi che contengono; sulla base di elementi contenuti e sulla base di elementi che si intersecano. Figura 5.13 Query tramite attributi Figura 5.14 Query spaziale Nella fig ad esempio è stato chiesto al sofware quali tratti del percorso a tappe sono a piedi e in bici, quindi nella parte spaziale vedremo selezionati tutti i tratti che rispondono a questo requisito. Naturalmente aprendo la relativa tabella degli attributi, possiamo veder tutti i record selezionati. Nella fig invece è stata compiuta una query di tipo spaziale, in particolare sulla base degli elementi che si intersecano, quindi è stato chiesto al software di selezionare tutti gli elementi del percorso a tappe della zona 2009 che si intersecano con il percorso a tappe. Anche in questo caso vedremo effettuata una selezione di tipo spaziale sulla mappa ed una di tipo tabellare. 94

99 Per la realizzazione del layout di stampa si è passati dalla visualizzazione data view di Arcmap a quella di layout view. Selezionata la dimensione del foglio e i vari frame, sono stati inseriti parte di layer contenuti nel data view, è stato dato un titolo, Percorso nel Parco Nazionale della Majella, un cartiglio, un apposita legenda, la freccia del nord e il logo del Parco Nazionale della Majella. Figura 5.15 Layout di stampa I raster a disposizione per l analisi di questo progetto sono stati i DTM (Modello Digitale del Terreno) relativi all area del Parco. Si tratta di dati in formato TIF la cui utilità è stata quella di ottenere dei Triangular Irregular Network, ovvero i cosiddetti TIN, un modello a maglia irregolare, vettoriale di triangolazioni. In pratica sono stati creati dei modelli digitali altimetrici, che rispetto ai DTM consentono di dare un informazione altimetrica, cliccando su ogni punto dell immagine. I TIN possono essere generati partendo da file che contengono dati relativi alle isoipse e ai punti quotati, ma in questo caso si sono utilizzati i DTM. Dopo aver creato un altro progetto.mxd e caricati in ArcMap i DTM, la procedura è stata attivata eseguendo l «Analysis Tool» 95

100 ad un raster per volta e convertendo appunto i DTM in TIN. La visualizzazione ottenuta dei TIN dell area non appariva omogenea, in quanto presentava delle sfasature tra un TIN e l altro, pertanto si è pensato di intervenire sui range delle feature values e sul loro break values. Sono stati eseguiti diversi tentativi e alla fine si sono trovati dei valori che davano come risultato una visione gradevole ed omogenea: si sono cercati rispettivamente il valore più basso e il valore più alto all interno delle classi di tutti i TIN; il valore più basso é poi stato sottratto da quello più alto. Il numero ottenuto è stato utilizzato come valore costante per la definizione delle dieci classi che presentavano i TIN: in pratica il numero ottenuto si è utilizzato come break value tra una classe e l altra, definendo così nuovi dieci valori, che rappresentassero i valori minimi e massimi di ogni classe. Questa scala di valori e i rispettivi colori utilizzati per ogni classe sono stati utilizzati per tutti i TIN. Figura 5.16 Classificazione ed etichettatura TIN In seguito sono state definite le curve di livello, i cui parametri di distanza tra una curva e l altra sono stati assegnati a 100 metri. La procedura è stata eseguita con il tool Analysis e la funzione surface analysis con opzione contour. Per comodità sono stati utilizzati anche qui dei label, aggiunti per etichettare le varie quote. Per una gestione migliore di questa estensione e per gli scopi prefissati per l utilizzo di essa, si è preferito creare altri due progetti.mxd. 96

101 Con il primo progetto sono stati caricati i file TIN a due dimensioni ed è stata aggiunta la modalità face elevation with graduated color ramp, classificata sulla base della precedente classificazione. Per la loro visualizzazione in 3D si è utilizzata l opzione base heights contenuta nelle proprietà del layer, che consente di ottenere le quote per il layer, dalla superficie. L operazione è stata poi compiuta per tutti i TIN. Subito dopo sono stati caricati anche gli.shp delle curve di livello a cui è stata applica la stessa procedura per ottenerli in 3D. Figura 5.17 Visualizzazione TIN 3D Per una visualizzazione più compatta dei TIN sono state spuntate le visualizzazioni riguardanti l «edge types» e il face. Con il secondo progetto.mxd si è pensato di visualizzare le ortofoto e il percorso a tappe creato in 3D. Per motivazioni legate alle caratteristiche del computer portatile su cui si è lavorato, la procedura è stata applicata ad un ortofoto solamente, come esempio per tutte. La procedura eseguita è quella relativa allo spalmare un ortofoto su un TIN: si sono caricati il file di un TIN, quello di un ortofoto e quello del percorso a tappe. Servendosi dell opzione base heights, si è ottenuta una sovrapposizione e un immagine 3D. 97

102 Figura 5.18 Ortofoto stampata su TIN Spegnendo il layer TIN si può visualizzare un immagine 3D dell ortofoto e del percorso. ArcScene, come è stato detto in precedenza, prevede la modalità di navigazione a simulazione di volo, perciò attivando il comando fly, è possibile navigare su e attraverso l ortofoto. Questo genere di visualizzazione può essere poi registrata e visualizzata con il tool Animation. La navigazione viene filmata, poi registrata. Terminata la registrazione, il file ottenuto può essere esportato e salvato come file video.avi, quindi visualizzato tramite un lettore multimediale. 98

103 Figura 5.19 Navigazione fly animation controls 5. 4 Cloud GIS Per completare il progetto si è pensato di utilizzare una nuova piattaforma mapping di ArcGis, ArcGis online. ArcGis online è una piattaforma di mapping creata dalla ESRI per le aziende e gli Enti. Consente di creare mappe interattive e applicazioni per condividerle con il resto del organizzazione. E una nuvola di mappe base e personali, disponibili nel servizio che è possibile utilizzare e condividere nei progetti con le applicazioni ArcGis e webgis. Il suo sistema è basato sulla gestione di contenuti spaziali ed è costruito su un infrastruttura cloud esri, che consente di accedere a contenuti geografici GIS condivisi e messi a disposizione da Esri e dagli utenti registrati in tutto il mondo. Figura 6.19 Rappresentazione cloud GIS 99

104 Può essere utilizzato gratuitamente o attraverso abbonamento, quindi a pagamento. Mediante la modalità a pagamento si ottengono capacità di archiviazione dei dati flessibili e controlli amministratiti per la gestione dei ruoli degli utenti e dei livelli di accesso. Gli amministratori dell abbonamento possono invitare utenti o gruppi specifici con accessi già definiti nell organizzazione e monitorare l utilizzo attraverso un dashboard intuitivo. E possibile condividere contenuti tramite gruppi con membri della propria organizzazione, mantenerli privati o renderli pubblici. Si può mantenere il controllo dei propri dati, ridurre i costi della propria infrastruttura e offrire ai propri utenti e clienti, contenuti semplici da usare e abilitati per il web. Le organizzazioni possono pubblicare mappe e dati come servizi web in ArcGis online; Esri effettua l hosting e la loro scalatura per soddisfare le richieste. Se consentito dal superiore, le applicazioni Web, desktop e quelle dei dispositivi mobili possono accedere ai servizi ospitati da qualsiasi postazione dotata di accesso ad Internet. I servizi possono essere pubblicati direttamente da ArcGis for Desktop o dal sito di Web ArcGis.com. L accesso ad Arcgis online può essere effettuato tramite browser web, dispositivi mobili e visualizzatori mappe desktop o con altre componenti del sistema ArcGis, come le API Web e ArcGis for Desktop. Occorre crearsi un account che può essere effettuato tramite l iscrizione all organizzazione e l accesso all account dell organizzazione, oppure con un account personale. Nel primo caso, si può accedere a dati autorevoli e ad altri contenuti geospaziali, che possono essere utilizzati per creare mappe e applicazioni. Il proprio lavoro può essere in questo modo condiviso con altri membri dell organizzazione, salvato e reso disponibile a vari gruppi. Le risorse condivise pubblicamente possono essere visualizzate anche senza l utilizzo dell account. L account personale invece non è associato ad un organizzazione e non viene creato per scopi commerciali. Il set che offre è chiaramente limitato, ma consente comunque di creare mappe Web e condividerle insieme ad altri dati, con altri utenti. Gli utenti possono essere raggiunti anche attraverso mail, e social network come Facebook e Twitter. 100

105 Figura 5.20 Interfaccia utente ArcGIS online Una volta creato il proprio account, si possiede una propria sessione in cui gestire i contenuti personali creati o caricati. Si possono creare mappe e relative applicazioni. Utilizzando il viewer incorporato in Arcgis si possono creare mappe interattive, ovvero una rappresentazione grafica interattiva di informazioni geografiche utilizzabili per fornire delle domande. Una mappa Web contiene: - una mappa di base; - dei layer di dati; - un estensione; - una legenda; - utilità di ricerca località. Inoltre possono contenere, in base anche al tipo di versione (gratuita o a pagamento) altri elementi interattivi come finestre popup, che visualizzano attibuti di una feature specifica, altri strumenti di misura e pulsanti per la riproduzione di dati nel tempo. Possono contenere anche feature aggiunte direttamente alla mappa o layer con riferimenti esterni. Nel caso di questo progetto è stata utilizzata la versione gratuita di ArcGis online ed è stato creato un account personale. Si è pensato di creare così una Web Map e la relativa applicazione Web mapping. 101

106 La creazione della Web mappa è stata effettuata attraverso tre operazioni: - la scelta dell area; - la decisione di quali elementi mostrare; - il salvataggio del lavoro e la condivisione. Figura 5.21 Web Map ArcGIS online Una volta scelta la zona di interesse, quella riguardante il parco Nazionale della Majella, si è scelta la mappa di base su cui caricare i relativi layer. Si è così passati alla fase in cui i layer dovevano essere caricati, pertanto sono stati preparati dei file zip contenenti i file del percorso a tappe e quello dei punti di interesse, in particolare i file shp, dbf, shx e prj. Caricati i layer e gestiti nella legenda per decidere cosa visualizzare e cosa no; successivamente sono state apportate delle modifiche come può accadere con la tematizzazione di ArcMap, quindi sono stati scelti ad esempio dei colori e dei simboli di visualizzazione. 102

107 Figura 5.22 Funzione cambio simbolo Figura 5.23 Mappe di base incluse in ArcGis online Inoltre è stata aggiunta la modalità con cui è possibile inserire delle segnalazioni in tempo reale: da risolvere al più presto, problema grave e disturbo generale. La mappa è stata poi salvata e condivisa. In seguito è stata creata anche l applicazione Web Mapping, ovvero contenente un URL personalizzato, da condividere pubblicamete e che può essere configurata a piacimento: nel caso in questione ad esempio è stato aggiunto il logo del Parco. 103

108 Un applicazione Web pubblica si basa su una mappa web creata con ArcGis.com Map Viewer. Qualsiasi modifica apportata alla mappa web, inclusa l estensione layer e descrizione si riflette nell applicazione web. Se una mappa pubblica viene resa privata o viene eliminata, la mappa non viene più visualizzata nell applicazione. Figura 5.24 Web Mapping ArcGIS online 104

109 6. Internet e turismo 6.1 I fattori di competitività nel turismo Il turismo assume sempre maggior rilievo nella vita dei cittadini europei, ma nonostante ciò e come del resto anche per gli altri settori, anche esso deve fare i conti con molteplici sfide, quali ad esempio la continua crescita internazionale, i cambiamenti climatici, le pressioni volte a garantire uno sviluppo sostenibile, la capacità da parte delle imprese di recepire l'innovazione e le nuove tecnologie. Internet e turismo sono due mondi strettamente legati e i recenti sviluppi delle tecnologie informatiche di comunicazione rafforzano ancora di più il peso che esse hanno per tutti gli attori e per tutti i processi coinvolti. L'attrattività e la competitività a livello di destinazione e di singoli operatori si basano e non possono più fare a meno dell'informatica e delle sue relative e recenti applicazioni. Il mondo dell' e-tourism 1, così come viene definito ha subito negli ultimi anni diversi cambiamenti, tali da rappresentare una vera e propria rivoluzione, ma tali cambiamenti non sono stati recepiti in maniera positiva da tutti gli operatori del settore turistico. Il quadro del mercato turistico italiano e internazionale ha subito negli ultimi anni dei mutamenti di carattere strutturale, che hanno portato i diversi attori del campo turistico ad effettuare una riflessione sul tipo di approccio, sul metodo e sulle strategie da applicare nei confronti del fenomeno. Questi mutamenti riguardano quattro tipologie di fattori. Il primo fattore da prendere in considerazione riguarda l ormai discusso processo di globalizzazione, anche se in questa sede ci interessa in particolare, prenderne in considerazione le ripercussioni, in termini di competitività che esso ha avuto nei confronti del prodotto turistico: si è persa l «unicità dei luoghi», come conseguenza dello sviluppo a livello mondiale dei sistemi di trasporto e quindi anche di un certo sovraffollamento nel mercato turistico, che ha portato a far emergere nuove destinazioni. La crescita economica di paesi emergenti in questo settore, come la Cina, la Russia, l India e il Brasile ha fatto crescere la domanda turistica e la pressione competitiva in tutte le principali destinazioni turistiche, come l Italia. A ciò bisogna aggiungere che la crisi 1 L e-tourism è un fenomeno che permette la promozione e la distribuzione telematica del turismo. Consente di raggiungere i suoi obiettivi attraverso l utilizzo di moderni supporti tecnologici. 105

110 finanziaria della fine del primo decennio del ventunesimo secolo non ha ridotto il ruolo del settore turistico perché visto come chiave di interconnessione ai fini della ripresa economica. Tali motivi hanno incrementato la necessità di cooperazione internazionale e di propensione verso strategie di sviluppo sostenibile. Il secondo fattore è da prendersi in considerazione sempre nell ambito dalla recente crisi economico-finanziaria e delle sfide poste al livello internazionale: l Unione Europea ed in particolare l Europa vogliono dare risposte concrete; non a caso il Trattato di Lisbona 2, si pone di dare al turismo un volto maggiormente orientato alla crescita economica, allo sviluppo sostenibile e ad una dimensione più etica. Gli obiettivi sono orientati verso un integrazione e una coordinazione delle politiche europee, con la strategia Europa 2020, i cui sforzi sono rivolti ad un economia intelligente, sostenibile e solidale. Il terzo fattore si riferisce ai mutamenti strutturali avvenuti sul versante della domanda turistica, in cui si è registrata una segmentazione della domanda, data da fattori di tipo demografico, economico e culturale, che cambiano man mano il profilo del turista. Negli ultimi anni infatti è cresciuto l'interesse non solo sul chi viaggia, ma anche sul perché e del come viaggiare, considerata la crescente rilevanza di motivazioni intrinseche al viaggio. Infine, il quarto fattore si incentra nei mutamenti in corso nel quadro istituzionale 3 : il turismo e le risorse turistiche vengono riconosciuti come fattori essenziali dello sviluppo economico e che meritano, in quanto tali modalità innovative di organizzazione e promozione. All'interno di questo contesto, i principi di sussidiarietà verticale e orizzontale trovano applicazione in un nuovo modello di amministrazione, che vede la formazione di aggregazioni spontanee di soggetti pubblici e privati, unite dall'obiettivo comune di valorizzazione di uno specifico territorio, affermando una cultura del governo locale del turismo e creando le condizioni per il superamento degli ostacoli di vario tipo, come quelli culturali, che limitano spesso lo sviluppo di forme di cooperazione e network tra attori. 2 Il trattato di Lisbona ha riconosciuto l importanza del turismo conferendo all UE la facoltà di sostenere, coordinare e complementare l azione dei paesi dell UE in questo settore. Tali azioni dovrebbero mirare a incoraggiare lo sviluppo di un ambiente propizio allo sviluppo delle imprese in tale settore e favorire la cooperazione tra i vari paesi dell UE, soprattutto attraverso lo scambio delle buone pratiche. Le linee guida del nuovo quadro di azione puntano a: stimolare la competività del settore turistico in Europa; promuovere lo sviluppo di un turismo sostenibile, responsabile e di qualità; consolidare l immagine e la visibilità dell Europa come insieme di destinazioni sostenibili e di qualità; massimizzare il potenziale delle politiche e degli strumenti finanziari dell UE per lo sviluppo del turismo (EUROPA). 3 Per quanto riguarda l Italia, tali mutamenti iniziano con la Legge Quadro per il turismo (135/01), ma riguardano la riforma dell ENIT e l approvazione di leggi specifiche quali quelle sul Bed and Breakfast, sull Agriturismo, sulle Strade del vino e i percorsi del gusto; sull istituzione del Ministero del Turismo, ecc. 106

111 Oltre alle dinamiche di mercato, si riscontrano ancora degli elementi critici all'interno del settore, come: l'offerta di prodotti turistici non inerenti alle specifiche esigenze dei diversi segmenti della domanda; l'attuazione di progetti e azioni sviluppati spesso da enti di natura pubblica non strettamente collegati a segmenti specifici; la numerosa presenza sul territorio nazionale di imprese di piccola dimensione, che mostrano difficoltà nel coordinarsi tramite forme di aggregazione e nel rapportarsi con le esigenze della domanda, sia individuale che collettiva; un rapporto non equo delle azioni di marketing, in cui la maggior parte dell'attenzione si focalizza sulla promozione e non viene dato abbastanza peso alle politiche del prezzo e della distribuzione. La soluzione a questi problemi sta nella possibilità di riorganizzazione del potenziale attrattivo nazionale, in una logica in cui risorse, territorio e strutture dell'offerta vengano messi in rete in un sistema integrato. 6.2 Il ruolo delle ICT Gli strumenti messi a disposizione dagli ICT (Information and communications technology), incoraggiano queste strategie di aggregazione, mettendo a disposizione numerosi modelli organizzativi e strumenti gestionali, tuttavia le esperienze fin'ora registrate hanno mostrato una buona capacità di apprendimento da parte degli operatori pubblici e privati, ma una capacità poco soddisfacente nel finalizzare la strumentazione. Pertanto un nuovo approccio di tipo metodologico, dovrebbe contemplare: il passaggio da un intervento pubblico di tipo istituzionale ad uno di tipo funzionale, in cui il soggetto pubblico si imponga come animatore di reti a livello locale e sovra-locale e come garante del coordinamento tra attori di vario tipo per sviluppare obiettivi di sviluppo condivisi; la consapevolezza che la domanda sia decisore del mercato e di conseguenza l'offerta deve adeguarsi e differenziarsi in base alle esigenze del turista; il prodotto poi deve essere concepito come valorizzatore della specificità del contesto. Risulta molto importante al fine di realizzare forme aggregative, l'analisi di alcuni componenti essenziali di un' area turistica sistemica, ovvero un distretto turistico, come la definizione e 107

112 delimitazione di un area geografica specifica, l'accertamento dell'esistenza di specifici elementi caratteristici di tipo storico, culturale e sociale e di modelli produttivi propri della comunità locale; un ruolo attivo da parte delle istituzioni locali e di una popolazione di imprese impegnate anche nell'instaurazione di una rete di relazioni formalizzata. Un problema maggiore, emerso negli anni per il turismo è dato dall'informazione, in particolare sull'utilità delle statistiche di settore, per cui si manifesta la necessità da parte degli operatori di disporre di strumenti che supportano l'analisi e la comprensione dei dati di mercato e li rendano effettivamente fruibili per la programmazione delle proprie azioni strategiche. Nonostante la conoscenza di mercato sia un requisito fondamentale per ogni impresa, il problema delle informazione rimane quello con maggiore peso negli ultimi tempi a causa delle modificazioni strutturali che assume il mercato stesso. La risposta più adeguata che si può dare a questi problemi è rappresentata dalla realizzazione dei sistemi informatici, che consentano di dare agli operatori informazioni più ricercate per essere maggiormente competitivi e in grado di soddisfare le esigenze informative. La definizione di tutti gli elementi di base di un sistema informativo applicabile al settore turistico è complessa, in quanto occorre considerare fattori quali quello che ogni operatore ha informazioni diverse in relazione alla sua specifica attività produttiva, all'area in cui opera e alla tipologia di domanda con cui interagisce. Ma un sistema informativo flessibile, in grado di cogliere contemporaneamente esigenze diversificate è riconducibile solo ad un Osservatorio del Turismo, dato che esso agisce come un centro di studi la quale attività è dedita allo studio del fenomeno turistico in generale e che è in grado di intercettare in tempo reale i segni di cambiamento. La peculiarità del turismo, come un insieme di servizi che si collocano per la maggior parte all'interno di uno specifico territorio, ha tre implicazioni, sotto il profilo delle informazioni, importanti ai fini delle implicazioni del ricorso alle ICT: è un prodotto troppo articolato per poter applicare un unico modello di consumo e pertanto occorrono delle indagini conoscitive sul campo; il consumatore non ha una relazione diretta con il servizio che acquista, sia nell'acquisizione, che nell'organizzazione dello spostamento fisico verso la meta scelta; influenza diretta e indiretta degli operatori pubblici su molte attività turistiche; 108

113 In questo modo la sinergia tra OT (Osservatorio Turistico) e ICT si muove fra l'informazione e quello della rete degli attori. Uno degli aspetti più importanti è quello di reperire informazioni relative a soggetti territoriali e non, esterni, ma le ICT e internet rappresentano un riferimento primario per il reperimento di tali informazioni, in quanto sono ormai diventati principale mezzo con cui esporre informazioni e farsi conoscere. L'utilità essenziale che assume la creazione di un sistema informativo efficace è sottolineata dal fatto che il settore turistico presenta un alta percentuale di frammentazione ed un alto contenuto informativo, per cui l'informazione rappresenta il legame capace di integrare questa frammentazione: l'ict è quindi la chiave per la ridefinizione del business del turismo. Negli ultimi anni si è registrata un'importante evoluzione, passando da fax, telex e terminali non intelligenti, cioè in grado di interrogare un calcolatore centrale, ma non capaci di elaborare i dati ottenuti a sistemi come i GDS 4 (global distribution system), i quali forniscono informazioni, in tempo reale su migliaia di industrie differenti e consentono a workstation intelligenti di porre ai sistemi centrali anche domande articolate, effettuando simulazioni, al fine di soddisfare le esigenze del cliente. Gli attuali sistemi come Sabre, Amadeus, Galileo e Worldspan forniscono ogni tipo di prodotto e di servizio, basando la loro politica sull'incentivazione delle vendite, sulla facilità d'uso e sulle politiche di incentivazione rivolte agli intermediari. Per quanto riguarda il consumatore, grazie alla diffusione di internet nella seconda metà degli anni 90' vi è stata un'evoluzione di pari importanza: la nascita di una serie di siti delle varie imprese del settore turistico che hanno reso concreta la possibilità, per i consumatori finali, di poter acquisire maggiori informazioni su destinazioni, prezzi e industrie ricettive, potendo infine commercializzare molti dei loro prodotti offerti. All interno dello studio dell evoluzione delle ICT occorre fare anche riferimento agli uffici turistici governativi, i quali hanno il compito di promuovere e amministrare una certa destinazione turistica collocata nel proprio territorio di competenza. Per fare ciò sono stati installati nuovi sistemi di informazione sulle destinazioni, in aeroporti, in stazioni e 4 I GDS nascono, seppur in maniera più semplificata negli anni 70 quando alcune compagnie aree intravidero l opportunità di estendere alle agenzie viaggio l uso dei propri sistemi interni di prenotazione, fornendo loro il primo mezzo automatico per la creazione di prenotazioni aeree elettroniche. Lo sviluppo dei sistemi delle compagnie aeree nell ambito delle agenzie diede l avvio al sistema telematico di prenotazione, la prima infrastruttura in rete per il commercio elettronico al mondo. I GDS gestiscono grandi database in grado di mettere in collegamento gli agenti di viaggio, con le compagnie aeree, con gli alberghi, con le società di autonoleggio, creando uno sportello unico di prenotazioni viaggio. Gli attuali principali concorrenti raggiungono oltre 600:000 agenzie su tutto il mondo.(booking Blog, 2006) 109

114 ovviamente sul Web. Queste innovazioni hanno chiaramente portato dei vantaggi sia sui servizi, che sul costo. Lo sviluppo di Internet e delle tecnologie associate ha avuto un impatto rivoluzionario sul turismo, tale da porre agli operatori del settore la necessità di avere a che fare con un clienteconsumatore che potenzialmente è in grado di accedere direttamente alle informazioni e al prodotto turistico. Per cui il ruolo intermediario degli operatori oggi deve essere quello di sapersi costruire un immagine e un ruolo di credibilità che gli deriva dalla sola possibilità di ciò che può offrire in rete. 6.3 Dalle tecnologie alla commercializzazione sul web Le ICT sono ritenute un fattore abilitante per lo sviluppo economico e sociale, grazie al fatto che rendono il sistema più efficiente e perché forniscono uno strumento utile sia per la comunicazione, che per la promozione, infatti garantiscono un'organizzazione interna efficace e consentono di migliorare la qualità e la quantità di informazioni disponibili per gli attori del mercato. La diminuzione di informazione differenziata nella comunicazione tra produttore e consumatore diminuisce l'incertezza nel rapporto tra domanda e offerta e lo stimolo dato alla generazione di rapporti relazionali fra imprese rende possibile la creazione di network allargati che sono in grado di condividere informazioni relative al mercato, dando in questo modo la possibilità di creare un offerta che risponda maggiormente alle esigenze poste dalla domanda. Grazie all abolizione delle frontiere spazio-temporali e al processo di virtualizzazione del prodotto/servizio, l offerta diviene più razionale e l informazione è senza dubbio mirata. A partire dagli anni 60 il settore turistico è stato coinvolto da una serie di tecnologie: i CRS (computer reservetion system) nati per consentire alle compagnie aeree la prenotazione e la vendita in tempo reale; i GDS (global distrubution system) degli anni 80', che rappresentano l evoluzione dei CRS e la rivoluzione di Internet, negli anni 90'. La rivoluzione avvenuta tra il 1997 e il 2000 con Internet è stato un fenomeno di dimensioni epocali, che è stata poi con gli anni solidificata da una miriade di innovazioni tecnologiche connesse ad esso. Questo fenomeno ha invaso tutti i campi e per tale motivo il settore turistico non poteva rimanere indifferente, cambiando le abitudini dei viaggiatori. 110

115 La potenza attuale di Internet non risiede tanto nelle tecnologie e negli strumenti utilizzati, ma nell'abilità di combinare insieme funzioni e capacità, esistite fin'ora in maniera separata e su vari media. La chiave di Internet rispetto a quest'ultimi risiede nella costruzione collaborativa dell'ambiente e del processo di comunicazione, tramite un'integrazione totale: un semplice sito informativo può simulare un canale di comunicazione uno-a-molti, estendendo la capacità di molti-a-molti (come accade nei forum di discussione), nel caso in cui sono possibili forme di partecipazione, o addirittura di uno-a-uno, nel caso dell'interattività di testo, quindi ad esempio la possibilità di comunicare direttamente con il gestore del sito; oppure infine attivare dei meccanismi di trasmissione di un messaggio on demand, rafforzando il rapporto comunicativo a due vie. La comunicazione su Internet combina più vie, rendendo la comunicazione dinamica e l'esposizione rapida. Un altro elemento importante è il passaparola, infatti è possibile trovare in rete dei siti in cui i consumatori esprimono opinioni su servizi e prodotti ed un numero di utenti sempre più vasto ricorre ad essi per effettuare le proprie scelte, facendo divenire così il passaparola come l'elemento cruciale nel rapporto che intercorre tra produttore e consumatore. Il processo di evoluzione dell'e-business 5 può essere diviso un quattro fasi: presenza istituzionale, in cui Internet viene utilizzato come strumento di presentazione dell'azienda e dell'offerta ad un pubblico generico e per cui l'interattività è bassa e le informazioni fornite sono solo generali; presenza di comunicazione, in cui Internet rappresenta un canale di affiancamento aggiuntivo al tradizionale comunicazione, con l'obiettivo di rafforzare la propria immagine; presenza di marketing, in cui la Rete non ha più solo carattere istituzionale e promozionale, ma anche di servizio al cliente, di collegamento e assistenza alla vendita, di analisi di mercato e di integrazione con il sistema informativo; e-business, in cui le tecnologie e la Rete cambiano il flusso operativo, dalla logistica alla commercializzazione, con l'utilizzo sofisticato delle reti di informazione interne ed esterne all'azienda. L evoluzione da una fase all altra è data dal processo di apprendimento e di trasformazione delle cultura aziendale rispetto al fenomeno Internet, che a sua volta passa attraverso tre fasi: 5 L e-business è il processo di automazione dei processi aziendali, sia interni, che esterni, che viene attuata tramite l utilizzo di reti di computer. 111

116 la comprensione delle potenzialità di informazione e comunicazione della rete; la comprensione della dimensione relazionale e di servizio di Internet; la comprensione del valore dell integrazione delle tecnologie di rete nella gestione d impresa. Il successo di un attività commerciale è data dal tipo di considerazione che ricevono i suoi caratteri principali, ovvero quelli su cui si basa il visitatore di un sito web: il prodotto (nella sua qualità e prezzo), il sito web (nella sua struttura, nella grafica e nella facilità di navigazione), il servizio al cliente (nella capacità e affidabilità del venditore) e la sicurezza (nella chiarezza delle condizioni contrattuali e nel rispetto della privacy). 6.4 Il fenomeno Web 2.0 e le tecnologie senza fili Il Web 2.0, ovvero di seconda generazione, così come è stato chiamato nel 2005 da O'Reilly, ha avuto la sua diffusione negli ultimi anni e si basa sull'evoluzione dei mezzi e degli strumenti su cui si poggia Internet. Il punto forte di questo nuovo fenomeno è dato dalla capacità di condivisione dei dati tra le diverse piattaforme, sia hardware, che software ed in questo modo l'utente o il consumatore diviene da passivo ad attivo, partecipando a tutti i contenuti messi a disposizione. Web 2.0 e Travel 2.0 (la sua declinazione turistica) costituiscono quindi il nuovo modo di usare la Rete, rendendo l'utente, protagonista, commentatore e membro di una community: l'utente così assume un ruolo nuovo, più potente; vuole creare il suo viaggio ideale o il suo soggiorno personalizzato, anche se questo non coincide spesso con la soluzione meno costosa e pertanto, essendo il prezzo ancora una componente fondamentale nella scelta di un viaggio, questa scelta non è sempre la più adeguata. In ogni caso, tutti i servizi interattivi del mondo Web 2.0 sono efficaci se progettati in maniera utile in tutte le loro componenti, compreso quelle di stampa o di produzione di materiale documentale da utilizzare una volta offline (come ad esempio il pdf di una guida personalizzata). L'integrazione fra le diverse funzioni e i vari contenuti, così come la possibilità di utilizzo dei servizi su vari canali come PC e cellulari, ne potenzia la capacità dell'utilizzo ambivalente e rappresenta perciò la chiave dell'apprezzamento di un sito. 112

117 Il potere del turista aumenta anche la sua possibilità di contrattare, motivo per cui anche le aziende stanno modificando le loro offerte e il modo in cui le propongono: Travel 2.0 accelera la trasformazione degli intermediari turistici tradizionali in consulenti intelligenti, fornitori di strumenti per accogliere questi nuovi contenuti, per facilitare la ricerca di prezzi o condizioni favorevoli, di sistemi che riescano a segnalare luoghi, eventi e attività di interesse comune o di piccoli gruppi dagli interessi molto specializzati. Sono molti gli operatori turistici che hanno cominciato a sfruttare queste applicazioni. Occorre dare uno sguardo ad alcune problematiche connesse all'utilizzo di queste tecnologie. La prima preoccupazione deriva dalla salvaguardia dei dati personali che circolano in Rete, legati a fenomeni quali lo spamming 6 o il phishing 7. Un altro aspetto, oggetto di critica soprattutto tra gli operatori del turismo riguarda il possibile uso improprio dei canali sui quali vengono diffuse le opinioni e le recensioni e per cui, per ragioni poco note, vengono diffusi materiali infondati o falsi. Entrambe le questioni hanno una possibile soluzione. Per quanto concerne il primo aspetto, le leggi di garanzia della privacy in Italia e l'ausilio di antispammer e antivirus, possono mostrarsi un valido aiuto, mentre per il secondo aspetto, sia gli operatori, che l'evoluzione scientifica utilizzano misure di filtraggio e controllo. Non da ultimo sembra essere il problema che riguarda gli acquisti online e la possibilità di incombere in truffe. Le statistiche sembrano smentire una tale diffusione di tale problematiche, che invece sono note o poste sotto regolamentazione. Per quanto riguarda le dimensioni e le caratteristiche di questo fenomeno, è molto difficile fare delle stime generali: quando si ha a che fare con la Rete le ricerche sono molteplici, connesse agli aspetti più svariati e spesso i dati finali sono contrastanti. Tramite una rassegna parziale possiamo dire che secondo l'internet World Stats gli utenti della Rete del 2010 sono stati quasi due miliardi e che gli Stati Uniti, luogo di nascita di Internet, hanno perso il primato superati da Asia ed Europa. Perciò, circa un terzo del mondo utilizza Internet e i suoi servizi; i paesi più evoluti hanno una penetrazione maggiore, ma non per questo simmetrica. L'Europa è il secondo maggior utilizzatore di tecnologie Internet, con quasi 480 milioni di utenti, che rappresentano circa il 58.4% della popolazione. L'Italia è al quarto posto tra i paesi 6 Spamming o fare dello spam si riferisce all invio di messaggi indesiderati, generalmente quelli di carattere commerciale. Può attuarsi attraverso qualsiasi sistema di comunicazione, ma il più diffuso è Internet, attraverso l invio di messaggi di posta elettronica, chat o forum. 7 Si tratta di una truffa che utilizza Internet quale mezzo attraverso il quale agire. La vittima dell aggressore viene ingannata e sensibilizzata nel fornire informazioni personali. Si basa su una tecnica che sfrutta l ingegneria sociale, imitando la grafica di siti come quello bancario o postale. 113

118 dell'ue, ma al quindicesimo tra i paesi di tutto il mondo, sintomo di un rapporto non troppo ottimale degli italiani nei confronti delle tecnologie, causati anche da alcuni problemi infrastrutturali. Tra questi, la velocità di connessione, vincolativa non solo per l'utente, ma anche perché in Rete offre contenuti e servizi. La situazione cambia decisamente per quanto riguarda la telefonia, in cui la penetrazione nel 2008 è stata del 147%: oltre la metà dei possessori di apparecchi come cellulari, smartphone e palmtop, li utilizza oltre che per la navigazione, anche per la ricerca di informazioni turistiche, tramite social network o applicazioni che in tempo reale consentono la segnalazione di risorse, luoghi o eventi. Non esistono grosse differenze geografiche nell'uso della Rete. Per il turismo e i viaggi Internet gioca un ruolo fondamentale sin dalla fase della scelta iniziale: oltre l'80'% dei viaggiatori consulta il Web prima e molti di questi effettuano l'acquisto direttamente tramite esso. Inoltre è interessante notare che i paesi con più alta intensità turistica sono anche quelli in cui la penetrazione di Internet raggiunge livelli più elevati. Il mercato turistico online non sembra aver subito dei forti rallentamenti, nonostante i periodi di crisi economica o politica. Benché i prodotti turistici costituiscano la categoria più comprata online, in Italia il mercato dell'e-tourism ha ancora livelli molto bassi, anche se alcuni studi dimostrano che le stime sono spesso sottovalutate. In ogni caso il problema principale è collegato alla diffidenza che pervade ancora nei confronti dell'acquisto a distanza e della sicurezza delle transazioni online. D'altro canto, l'offerta degli operatori non sembra molto devota alla tecnologia, sono così pochi gli operatori italiani che utilizzano una delle tante applicazioni possibili. La situazione è poi complicata dalla presenza delle agenzie turistiche online, tra cui le più note in Italia sono Expedia, Orbits e Travelocity, che rappresentano oltre l80% del mercato. Per quanto riguarda il telefono cellulare in Italia, risulta oggi l'apparecchio tecnologico più utilizzato e diffuso e perciò anche il turismo ha investito parte della sua attenzione. Il turista infatti sarebbe interessato ad utilizzare il cellulare non solo per scegliere il viaggio, ma anche mentre viaggia. Per tale motivo sono state diffuse una serie di di applicazioni per il turista che coinvolgono l'uso di cellulari di ultima generazione, gli smartphone, che man mano acquisiscono le funzionalità dei computer. Tra le tipologie di applicazioni già esistenti vi sono servizi connessi all'informazione, come avvisi di notifiche, guide sulla destinazione e documentazioni e normative; mobile marketing, in prossimità e in mobilità; servizi di localizzazione, come mappe e itinerari, servizi localizzati; mobile commerce, come soluzioni di pagamento e mobile booking, check-in e m-paking. 114

119 Oltre a queste applicazioni, si sono sviluppati servizi di prossimità, che utilizzano il cellulare per funzioni stand-alone, ovvero senza doversi collegare alla rete telefonica mobile, come per il caso dell'uso come l'uso di codici a barre tradizionali o di QR-code o comunicazioni Bluetooth a corto raggio o come strumento di pagamento. In generale c'è molto interesse nei confronti di questi servizi, ma resiste ancora il Web nell'avere un peso maggiore di investimento. Un problema connesso al web è però dovuto all enorme massa di dati e informazioni che le ICT ed Internet mettono a disposizione. Un indagine recente 8 ha messo in luce come tale traffico si aggiri mensilmente intorno ai petabyte 9, con un ulteriore previsione di crescita costante. La maggior parte di questo traffico riguarda soprattutto viaggi, gli spostamenti, i soggiorni e le informazioni turistiche, per cui si crea l esigenza di creare dei servizi che consentano l interoperabilità di questi dati e la continua, chiara ed efficiente trasmissione di essi. Ma non occorre soltanto mettere in pratica servizi che consentano ad esempio la scelta di una meta e la prenotazione di un posto letto nello stesso momento, ma che questi servizi siano resi semplici nel loro utilizzo e nella loro semantica. Occorrono inoltre delle tecnologie tali che non permettano l accadere di rallentamenti o di malfunzionamenti di tali operazioni, con controlli dell ingresso dei dati, possibilità di effettuare aggiornamenti rapidi ed il passaggio automatizzato delle informazioni. Oggi, un gran numero di aziende sta lavorando in tale verso, ma l interoperabilità non è solo una questione tecnologica, infatti nel descrivere prodotti e servizi e nel fornire dati operativi occorre tener conto di culture diverse e delle diverse visioni riguardo i diversi concetti. Se non altro l adozione di standard di rappresentazione dei dati, come il linguaggio XML 10 garantisce l interoperabilità dal punto di vista tecnologico, mentre invece dal punto di vista semantico si stanno diffondendo diverse ontologie 11 specifiche, grazie all impegno del comitato europea per la standardizzazione. 8 CISCO, UN petabyte vale un milione di gigabyte. 10 XML (exstensible Markup Language): è una tecnologia utilizzata per l interscambio dei dati ed è stata sviluppata per superare alcuni limiti dell HTML. Si tratta di un formato generico ed estensibile per la memorizzazione di dati informatici in documenti strutturati; è un linguaggio testuale a marcatori (tag). 11 Un ontologia è una specifica condivisa, esplicita e formale di un certo dominio di concetti, ovvero in pratica significa avere un modello astratto di qualche fenomeno, identificarne le entità coinvolte (i concetti) e per ogni concetto elencare un certo numero di termini che lo rappresentano, dando ad ogni termine un significato non ambiguo. Il termine ontologia è entrato in uso nel campo dell intelligenza artificiale della rappresentazione della conoscenza per descrivere il modo in cui diversi schemi vengono combinati in una struttura dati contenente tutte le entità rilevanti e le loro relazioni in un dominio. 115

120 6.5 Sistemi geografici per il turismo: GIS e mappe online Per il settore turistico, la rappresentazione geografica di un area è molto importante sia per chi gestisce l area, sia per il viaggiatore che vuole visitarla. I database correlati consentono in seguito di far eseguire al software lavori come la creazione delle mappe digitalizzate, il lavoro su dati numerici riguardanti fenomeni di interesse e il trattamento di informazioni multimediali, come filmati, fotografie e video. La diffusione di questi sistemi registrata negli ultimi anni, anche nelle versioni presenti in rete, dimostra l efficacia di questi come supporto alla pianificazione e alla gestione delle risorse legate al turismo. L evoluzione più semplice e diretta dei GIS è rappresentata dai sistemi come Google Earth e Google Maps. Le loro funzioni di base sono costituite da un atlante geografico del mondo, con una risoluzione di alcune decine di metri, dalla possibilità di sovrapporre immagini prese da satellite e dalle funzioni come la street view, che consentono di avere una visione fotografica di strade e luoghi o di tracciare degli itinerari fra varie località. Le aziende e gli enti possono utilizzare con molta semplicità le interfacce di programmazione messe a disposizione e accedere a tutte le funzionalità del sistema; in questo modo si possono segnalare risorse, attrazioni, fotografie e filmati, per motivi promozionali. I sistemi geografici come quello di Google non sono utili solo al turista, ma possono essere utilizzati come versione moderna di un GIS Sviluppi tecnologici per il Parco della Majella Nel 2007 il Parco Nazionale della Majella ha avviato il GISST, un sottoprogetto il cui acronimo sta per Web GIS for Sustainable Tourism è nato all interno di un iniziativa europea di geomatica più ampia, la GRISI (Geomatic Regional Information Society Initiative) a cui la regione Abruzzo ha partecipato. L obiettivo principale di questo progetto è quello di promuovere lo sviluppo del territorio in termini di e-governance, e-economy, e-identity e di cooperazione internazionale con nuovi Stati membri. Attraverso la creazione di servizi geomatici specifici e di un Infrastruttura di Dati Spaziali (IDS), conforme ai dettami della direttiva Inspire (Infrastructure for Spatial Infomation in Europee si è cercato di perseguire l obiettivo, puntando a facilitare l accesso alle informazioni territoriali. La regione leader del 116

121 progetto è quella dei Medi Pirenei in Francia, mentre a partecipare come partner sono la regione Abruzzo, per l Italia, il governo della Navarra per la Spagna e il Governo della Lettonia, aree europee che conservano tutte un carattere di ruralità e marginalità. L idea che ha portato il Parco Nazionale della Majella ad impegnarsi nel sottoprefetto GISST scaturisce come uno dei cinque sottoprogetti europei finanziati e dettati da alcune esigenze a cui l area protetta sentiva di dover dare risposta da tempo: integrare, rivedere e aggiornare le informazioni geografiche a carattere turistico, già possedute dall Ente Parco e gestite all interno del proprio sistema informativo territoriale, attraverso software GIS di tipo desktop; diffondere le informazioni, fin ora di proprietà esclusiva dell Ente ad un utenza più ampia; fornire ai visitatori del Parco una soluzione più semplice per ottenere informazioni, senza dover possedere delle tecnologie ad hoc, ma consultando una semplice mappa online; dare un nuovo impulso alla rete dei servizi turistici offerti ai propri visitatori grazie all innovazione tecnologica; Per il raggiungimento di questi ed altri obiettivi, il parco ha collaborato con due partner europei, il Comitato Regionale del Turismo dei Midi Pirenei (Francia) e il Parco Naturale del Bértiz (Navarra-Spagna), dando così un valore maggiore al progetto e creando la possibilità di istituire una rete di cooperazione internazionale fra i partner, per la diffusione e l uso delle nuove tecnologie geomantiche a supporto del turismo sostenibile. La fase operativa del progetto si è sviluppata in un solo anno, il 2007, arco di tempo molto breve considerato l approccio nuovo per il Parco in questo settore. Nel corso dei primi mesi è stata sviluppata un analisi dettagliata delle esigenze dei tre partner e dello stato di fatto dei rispettivi sistemi informativi territoriali. L analisi si è sviluppata attraverso incontri, contatti e questionari che hanno definito così il progetto e hanno comportato l intraprendere di alcune scelte operative. Il momento centrale del progetto è consistito nella raccolta e revisione di informazioni geografiche telematiche, nell acquisizioni di dati cartografici di base e nello sviluppo e test del geoportale con tutti i servizi geografici, infine, nell installazione e avvio del sistema. Il server cartografico che ospita il geoportale GISST è stato direttamente acquistato dall Ente Parco. Alla fine dell anno, una serie di attività promozionali hanno portato alla conoscenza del nuovo servizio per alcuni visitatori dell area protetta, rendendo 117

122 partecipi dei risultati ottenuti anche gli operatori del Parco che sono a contatto più diretto con il pubblico. Il progetto ha conseguito anche dei risultati inaspettati, come l utilizzo massiccio delle soluzioni GI (Geographic Information) open source e la rispondenza di quanto realizzato agli standard OGC (Open Geospatial Consortium), oltre che una prima occasione per il Parco di applicare quanto disposto dalla normativa europea Inspire 12. Attraverso questo progetto, il Parco della Majella si è dotato di una piattaforma funzionale alla diffusione dell informazione geografica di interesse turistico e all erogazione di geo web service rispettosi degli standard OGC. La piattaforma è composta da: un geoportale; il servizio WMS (Web Map Service); un WebGIS (modulo di cartografia tematica online) Tramite l applicazione KaMap di webgis è possibile esplorare la mappa visualizzare il geodatabase. L interazione dell interfaccia è eseguibile tramite una toolbar (la barra degli strumenti) in cui sono contenuti i principali elementi di interazione, come l interrogazione, la selezione, lo zoom e la ricerca. La table of content (tabella dei contenuti) presenta aspetti differenti in base alla funzione selezionata nella toolbar; il viewport (finestra della mappa) è l area in cui viene mostrata la mappa e all interno della quale viene visualizzata anche una piccola barra di scala. Lo strumento di panning (navigazione della mappa) consente di centrare la mappa su un elemento di interesse, trascinandola con un clik in un punto della stessa mappa, spostandosi, mantenendo premuto il tasto sinistro del mouse. L iniziativa di intraprendere questo progetto e le conseguenti scelte legate ad esso, costituiscono un ottimo punto di partenza per il Parco e per la promozione del suo territorio. Il Parco registra una presenza turistica in crescita e una volontà di apprezzamento per il raggiungimento di obiettivi compatibili allo sviluppo sostenibile, anche attraverso mezzi tecnologici avanzati. Ma questa iniziativa, in un primo momento orientata soprattutto al suo utilizzo da parte del consumatore finale, si è rivelata decisiva per il Parco stesso e per dare spazio a maggiori iniziative in campo geomatico. Infatti il Parco si sta muovendo in questa 12 La normativa Inspire entrata in vigore il 15 maggio 2007,instituisce un infrastruttura per l informazione territoriale nella Comunità europea. La direttiva, grazie a norme comuni di attuazioni integrate da misure comunitarie, intende creare una struttura comune che rende l informazione territoriale dei vari stati, compatibile e utilizzabile in un contesto trasfrontaliero, in maniera tale da superare i problemi riguardanti la disponibilità, la qualità, l organizzazione e l accessibilità dei dati. Gli aspetti in sintesi, più importanti della normativa, sono: il fatto che si basa su infrastrutture per l informazione territoriale create dagli Stati Membri; il fatto che l0interesse principale della direttiva è rivolto soprattutto alle politiche ambientali comunitarie ed infine, il fatto che mira ad agevolare la ricerca dei dati spaziali attraverso il web. 118

123 direzione, cercando di adeguarsi alla nuove tecnologie. Attaverso l uso di applicativi per dispositivi portatili Apple e Android, sarà data la possibilità di visionare in tempo reale, tutti i sentieri presenti sul Parco, da quelli per il trekking alle ippovie, creando una mappatura che permetterà di orientarsi all interno del Parco. Inoltre saranno inseriti dei totem informativi posizionati nei punti più visitati dell area, che avranno la funzione di stampa per le schede tecniche di informazione su ognuna delle vie percorribili. Nell ambito di questa iniziativa sarebbe allora auspicabile in futuro rendere l intero processo tecnologicamente più avanzato. Ad esempio, si potrebbe creare un applicazione apposita per il Parco, scaricabile su dispositivi di ultima generazione. Tale applicazione potrebbe consentire, non solo di visionare una mappa contenente tutti i sentieri presenti sul Parco, ma potrebbe anche sfruttare un sistema GPS (già incorporato nel dispositivo) da utilizzare per il posizionamento. In questo modo, l ecoturista in visita presso il Parco potrebbe localizzare la propria posizione durante i suoi spostamenti e la conseguente variazione di coordinate, acquisite tra una zona e l altra dal GPS, potrebbe essere comunicata tramite un segnale di tipo sonoro, che avvisi l ecoturista e che gli dia la possibilità di cliccare su un link che rimandi ad un contenuto informativo. Inoltre, il Parco ha avviato i lavori di riposizionamento della segnaletica orizzontale, con bandierine e lettere, e quella verticale con pannelli esplicativi e frecce di direzionamento presso i sentieri. Anche in questo caso, la segnaletica potrebbe essere affiancata ad esempio dell uso dei Qrcode, (un codice a barre bidimensionale, Figura 6.1 Rappresentazione intuitiva di un applicazione 119

124 ovvero a matrice, composto da moduli neri racchiusi in uno schema di forma quadrata) il cui contenuto informativo potrebbe essere di vario genere e decodificato tramite un telefono cellulare o un smartphone. Figura 6.2 QR code 120

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