Corso di aggiornamento Disturbi Pervasivi dello Sviluppo ANGSA Piemonte Divisione Servizi Educativi Comune di Torino Torino, 24 Settembre 2009
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- Samuele Castaldo
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1 Corso di aggiornamento Disturbi Pervasivi dello Sviluppo ANGSA Piemonte Divisione Servizi Educativi Comune di Torino Torino, 24 Settembre 2009
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3 DPS ITALIA : in fascia 0-24 ed altri in fascia anni Prevalenza : 10/10000 Linee Guida DPS SINPIA 2005 Stima Comunità Europea: 25-35/10000 ( in Europa) NPInet Reg.Piemonte 2004 Autismo 964 casi ( 2,8% su pz totali) (Sn di Down 480 circa, Cefalee 820 circa) Costo individuale attività terapeutica in strutture specializzate (2004) euro/anno ( per adulti) Prognosi LG SINPIA 60-90% non autosufficienza 15-20% vita in comunità % restante vita quasi normale
4 Come si esprime?
5 L autismo è una sindrome ( insieme di sintomi) che si manifesta in una ampia gamma di comportamenti anomali Una diagnosi dei differenti casi può essere formulata a partire da 3 comportamenti chiave che caratterizzano con modalità diverse i diversi autismi Tratto da M.Sciammarella 2005
6 La Triade diagnostica 1.Compromissione relazioni sociali 2.Compromissione comunicazione sociale 3.Comportamenti e interessi limitati,ripetitivi,assenza di gioco simbolico
7 Compromissione relazione sociale Assenza di non verbale: ( diretto e interpretato): sguardo,espressione mimica, posture corporee e gesti della relazione (sguardo, abbraccio, sorriso, saluto) Assenza attenzione congiunta: non prestare o richiamare attenzione su sé, persone o oggetti Assenza di reciprocità sociale ed emotiva: isolamento,rifiuto, passività,coinvolgimento dell'altro come aiuto"meccanico, indifferenza alle separazioni,non condivisione di affetto, dolori e punizione, non gioco sociale con coetanei, no controllo emotivo sociale, no norme sociali
8 Compromissione comunicazione sociale Ritardo o totale mancanza dello sviluppo del linguaggio parlato ( non accompagnato da un tentativo di compenso attraverso alternative) In presenza di linguaggio adeguato incapacità di iniziare o sostenere la conversazione Uso di linguaggio stereotipato e ripetitivo o linguaggio eccentrico; difficoltà prosodiche, ecolalia, inversione pronominale, comprensione letterale, difficoltà per metafore
9 Comportamenti, interessi, attività ristretti, ripetitivi, stereotipati, no gioco simbolico Dedizione ad interessi ristretti e stereotipati date, numeri di telefono, frequenze di trasmissioni radiofoniche,date di nascita, targhe e modelli auto, mimare in modo ripetitivo i gesti-parole di un attore della televisione Sottomissione rigida ad inutili abitudini o rituali di spazio ed oggetti reazioni catastrofiche a piccoli cambiamenti nell'ambiente, una risistemazione dei mobili o l'uso di nuove posate Sottomissione rigida ad abitudini rituali percorrere ogni giorno la stessa strada per recarsi a scuola, lavarsi le mani.
10 Interesse per parti di oggetto o per alcuni di essi: oggetti in movimento (per es. ruote di giocattoli che girano, porte che si aprono e chiudono, le pale dei ventilatori elettrici lavatrice o altri oggetti che ruotano rapidamente). Può essere presente attaccamento intenso ad oggetti inanimati (per es. un pezzo di spago o un elastico) Stereotipie motorie autolesive e non: altalena,le mani (corpo ed oggetti), andatura ipoipertonica, la testa, le smorfie Assenza di gioco simbolico: Mancanza di immaginazione e finzione (impersonare ruoli adulti, personaggi di fantasia, animali, ecc.)
11 Problemi associati allo spettro autistico 1.Ritardo Mentale Nella maggior parte dei casi è presente ritardo mentale variabile in un range da lieve a grave. Le capacità verbali tipicamente più deboli delle capacità non-verbali.
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13 FUNZIONE INTELLETTIVA - 40 % : Q.I.sotto dei % : Q. I. tra i % : Q. I. dai 70 su
14 2.Problemi sensoriali Nei Disturbi dello Spettro Autistico il cervello sembra incapace di bilanciare i sensi in modo appropriato. Se la percezione è alterata lo è anche la relazione con realtà Elusione degli stimoli,iperselettività degli stimoli Dominanza Sensoriale di tatto, gusto, odorato (prossimali), difficoltà vista e udito (distali) Soglia del dolore elevata, ipersensibilità al suono o al tatto
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23 - Alcuni trovano quasi insopportabile il contatto dei vestiti sulla pelle. - Certi rumori - l aspirapolvere, il telefono, uno scoppio improvviso, provoca in questi bambini la reazione immediata di coprirsi le orecchie e urlare. - Alcuni bambini con ASD sono insensibili al dolore o al freddo pungente. - Altri non esitano a battere ripetutamente la testa contro il muro, mentre un tocco leggero sulla spalla li fa urlare di paura
24 3. Altri problemi associati Iperattività, tempi di attenzione brevi, impulsività, aggressività, autolesionismo, e, specialmente nei bambini piccoli, crisi di collera Anomalie dell'alimentazione restrizioni dietetiche a pochi alimenti, Picacismo, anomalie del sonno con risvegli notturni ricorrenti con dondolamenti Anomalie dell'umore o dell'affettività,ridacchiare o piagnucolare apparentemente senza motivo, apparente assenza di reazioni emotive
25 No reazioni di paura a pericoli reali, in presenza di timore eccessivo nei confronti di oggetti innocui 1 bambino su 4 ha crisi epilettiche, con perdita ci conoscenza, convulsioni, assenze. Non sonno o febbre alta provocano la crisi Eterogeneità dei profili
26 Autistico dotto : Isole di Abilità o problemi associati? Iperlessia: un soggetto di 4 anni può essere capace di "decodificare" un testo scritto con una comprensione estremamente limitata del significato di ciò che sta leggendo Abilità di calcolo: bambino di 10 anni può possedere abilità straordinarie nel calcolare somme o date
27 Memoria a lungo termine orari ferroviari, le date storiche, le formule chimiche o ricordare esattamente le parole di una canzone sentita anni prima eccellenti, le informazioni tendono ad essere ripetute più e più volte, a prescindere da quanto siano appropriate alcontesto sociale Abilità visivo-spaziali: puzzle, individuare figure geometriche, disegno
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29 Come evolve?
30 I bambini affetti da autismo con Q. I. sopra 70 e che utilizzano un linguaggio comunicativo entro 5 7 anni hanno una prognosi certamente migliore. Solo 2 % acquisisce uno stato definito normale normale Tra il 10-15% 15% avra' la possibilita' di raggiungere una buona autonomia nella propria famiglia Il % invece mostrerà buoni progressi ma avrà comunque necessita' di controllo e di sostegno adeguato Le altre situazioni purtroppo rimarranno gravemente con l'handicaps o totalmente non autosufficienti
31 Come si può riconoscere?
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43 L.Wing 1979
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45 Variabilità diagnostica: l autismo si differenzia al suo interno Variabilità individuale: la malattia non è la persona
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47 Trovo molto difficile capire le situazioni sociali e posso superare tale problema solo se ogni minimo passo, regola e idea mi vengono scritti e numerati in sequenza, in una colonna che devo guardare e riguardare molte volte per impararla tutta. Ma anche così non ho alcuna garanzia di sapere sempre come, quando, e dove applicare le regole, perché il contesto, che è sempre diverso da quello in cui le ho imparate, mi confonde... La vita è sconcertante, una confusa interazione fra una massa di persone, fatti, cose e luoghi senza alcun confine. La vita sociale è difficile perché non sembra seguire uno schema Jim Sinclair
48 Temple Grandin Pensare con il linguaggio e le parole mi è estraneo. Io penso interamente per immagini. E come guardare nella mia immaginazione una serie di videocassette sullo schermo di un video registratore. Ero convinta che tutto il mondo pensasse per immagini prima di interrogare moltissime persone sui loro meccanismi di pensiero. Per recuperare un informazione che mi è stata comunicata verbalmente devo ripassare la videocassetta della persona mentre parla.
49 Therese Joliffe Se persone normali si trovassero su un altro pianeta con creature aliene, probabilmente si sentirebbero spaventate, non saprebbero cosa fare per adattarvisi e avrebbero sicuramente difficoltà a capire che cosa pensano, sentono e vogliono gli alieni e a rispondere correttamente a tutto questo. L autismo è così. Se su questo pianeta, dovesse improvvisamente cambiare tutto,una persona normale si preoccuperebbe, soprattutto, soprattutto se non capisse il significato di questo cambiamento. Così si sente l autistico quando le cose cambiano. Ciò di cui ho bisogno è di un manuale di orientamento per extraterrestri
50 Da dove deriva?
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59 Come definiamo i diversi quadri?
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61 DPS/DGS 1. Autismo classico o Disturbo Autistico (Tipico/Atipico) F84.0, F Disturbo Disintegrativo Infantile F Sindrome di Rett F Sindrome Asperger F Disturbo generalizzato dello sviluppo non altrimenti specificato F84.8,F84.9
62 Disturbo Disintegrativo Infantile Disturbo molto raro ( 2 su 100mila) Presenta un quadro caratteristico di regressione dello sviluppo dopo almeno 2 anni di sviluppo normale. I bambini con D. D. I. inoltre mostrano ungrado elevato di Ritardo Mentale e di compromissione del linguaggio. Sviluppo normale tra 2-10 anni Non controllo sfinterico, epilessia, maschi
63 Sindrome di Rett Rara ( 1 su 15mila) Genetica, solo femmine, Sviluppo normale fino 6/ 18 mesi, regressione generale: perdita di abilità manuali acquisite e comparsa di andatura e movimenti del tronco scarsamente coordinati. Ritardo mentale e compromissione del linguaggio e della comunicazione. Rallentamento della crescita del cranio, non controllo piedi, contorsioni delle mani, ipersudorazione
64 Sindrome di Asperger Rara. Diagnosticato più frequentemente nei maschi che nelle femmine. Anomalie nelle relazioni,interessi ristretti, ma intelligenza e linguaggio sono nella norma Gravi e persistenti compromissioni dell interazione sociale Nell'infanzia non si osserva ritardo clinicamente significativo dello sviluppo cognitivo o di capacità di auto-aiuto appropriate all'età, della curiosità per l'ambiente Compromissione nell'uso dei molteplici comportamenti non verbali
65 Compromessione della capacità di stabilire relazioni con i coetanei adeguata al livello di sviluppo che può assumere connotazioni diverse a seconda dell'età. I più giovani possono essere scarsamente o per nulla interessati a fare amicizia. I più grandi possono essere interessati all'amicizia, ma non comprendere le convenzioni delle interazioni sociali. Assenza di reciprocità sociale o emotiva (per esempio, mancanza di partecipazione a giochi o divertimenti semplici, preferire attività solitarie.
66 Approccio verso gli altri eccentrico e unilaterale (p.es. insistendo su un argomento di conversazione senza tener conto delle reazioni altrui ) piuttosto che con indifferenza sociale ed emotiva. Interessi ripetitivi e ristretti, sviluppo di attenzione esclusiva per un argomento o un interesse circoscritto, sul quale il soggetto può raccogliere una grande quantità di fatti e informazioni Non c'è ritardo del linguaggio anche se il linguaggio può risultare insolito in termini di preoccupazione del soggetto per certi argomenti e per la sua verbosità.
67 Variabilità del funzionamento cognitivo, con punti di forza nelle aree di capacità verbali ( per es., vocabolario, memoria uditiva meccanica) e punti deboli in aree non verbali ( capacità visuomotorie o visuospaziali) Goffaggine e impaccio motorio, generalmente di grado lieve, sebbene le difficoltà motoriepossano contribuire al rifiuto da parte dei coetanei e all'isolamento sociale (per es. l'incapacità di partecipare a sport di gruppo).
68 Disturbo Pervasivo Generalizzato non altrimenti specificato/ Autismo Atipico Non sono pienamente soddisfatti i criteri per una diagnosi specifica di Disturbo Pervasivo Questa categoria include l'autismo atipico, quadri che non soddisfano i criteri per il Disturbo Autistico per l'età di insorgenza, la sintomatologia atipica o subliminare, o tutti questi motivi insieme.
69 F89 Disturbi dello sviluppo Psicologico non specificati F80 Disturbi evolutivi specifici del linguaggio F84 F84.8 F84.9 F84.5 F90-F98 Sn e disturbi comportamentali ed emozionali F70-F79 Ritardo mentale F84.0 F84.1 F40-F48 Sn nevrotiche, legate a stress e somatoformi
70 Rete di intervento
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76 Semeiotica positiva: anche il/la ragazzo/a più grave ha qualche punto di forza Prospettiva ecologica: anche il contesto più povero ha delle risorse
77 Intervento valutativo- Abilitativo S.C. NPI OIRM P.S. San Camillo Intervento educativo- Naturale Famiglie Associazioni Parent Training Intervento educativo- Didattico Progetto PRISMA Corsi formazione Insegnanti Gruppo supervisione insegnanti Intervento di inserimento sociale CESM Laboratori specificamente dedicati
78 Valutazione Individuale
79 VALUTAZIONE Valutazione delle abilità sociali del soggetto Valutazione di punti deboli e punti di forza in tutti gli ambiti Valutazione delle risorse disponibili Valutazione dei fattori che interferiscono con la partecipazione sociale Scelta degli obiettivi (priorità, effetti collaterali) Scelta delle strategie (come sfruttiamo i punti di forza del soggetto?)
80 Cosa otterrò alla fine della valutazione funzionale? abilità acquisite abilita emergenti (ovvero quello che la persona fa con aiuto) abilità non acquisite obiettivi dell intervento
81 Differenze individuali Profili di funzionamento diverso richiedono approcci diversi di intervento (gradi diversi) Le differenze individuali si collocano in molteplici aree di funzionamento che possono avere un impatto nel funzionamento sociale
82 Aree del PEI Comportamento di apprendimento Quantità di compiti, durata, disposizione luogo di lavoro Abilità di autonomia Vestirsi, svestirsi, Igiene personale Utilizzo di uno stradario, elenco telefonico Prendere il pulmann
83 Aree del PEI Abilità domestiche Abilità di tempo libero Fare scelte, intervenire, partecipare Comunicazione attiva e recettiva Lettura e scrittura funzionale Calcolo funzionale
84 Aree del PEI Attività motorie Comportamento affettivo/sessuale Problemi sensoriali Comportamenti problema
85 Quali strumenti?
86 AARONS GITTENS
87 PEP-R / PEP 3
88 ECAR
89 VINELAND
90 Scheda Progetto PEI
91 Orientamenti per l intervento
92 L intersoggettività primaria (diadica) è la capacità del bambino di entrare in una relazione diretta di tipo espressivo, emotivo e corporeo con la persona che si occupa di lui (baby talking) L intersoggettività secondaria (triadica) riguarda la capacità del bambino di entrare in relazione con l altro condividendo con lui l interesse per una terza cosa o persona. Implica quindi la capacità di attenzione condivisa.
93 Teoria della simulazione mentale Ruolo centrale all esperienza emotiva, all empatia e alla possibilità di utilizzare la propria mente come modello per comprendere quella degli altri nella cognizione intersoggettiva Non è attribuire dei pensieri, credenze o intenzioni all altro ma simulare mentalmente l altro ( consonanza intenzionale ) Gallese 2001, 2003
94 Neuroni a specchio Si pensa siano coinvolti nelle seguenti funzioni: Comprensione delle azioni dirette ad un obiettivo Simulazione di azioni Imitazione Empatia Sviluppo del linguaggio Doneddu 2007
95 Premesse all intervento: Autoregolazione Attenzione (primo sintomo sociale:sordità?) Risposte sensoriali (toni voce diversi) Regolazione emotiva
96 Premesse all intervento: Elaborazione dell informazione sociale Riconoscimento delle situazioni sociali Elaborazione di informazioni sociali
97 Premesse all intervento: Comunicazione Espressiva e ricettiva Abilità conversazionali Comunicazione non-verbale Strategie compensative
98 Premesse all intervento: Assumere la prospettiva dell altro Comprendere che l altro ha una prospettiva diversa Empatia
99 Premesse all intervento: Convenzioni sociali Routines Rituali Regole Giochi
100 Premesse all intervento: Problem Solving sociale Divertirsi (disturbo spt sociale) Conflitti Mantenere una relazione
101 Premesse all intervento: mantenere la motivazione Confronto con gli altri/frustrazione
102 Principi Approccio evolutivo Insegnamento adattato allo stile cognitivo Generalizzazione Motivazione Motivazione degli altri NON ESISTONO RICETTE!!! NON ESISTONO SCORCIATOIE!!!!
103 INTERVENTO Semeiotica positiva: anche il bambino più grave ha qualche punto di forza Prospettiva ecologica: anche il contesto più povero ha delle risorse
104 ALLIEVI NON MOTIVATI NON IMPARANO MAESTRI NON MOTIVATI NON INSEGNANO
105 L apprendimento è favorito da compiti che si situano nel punto di equilibrio fra competenze e sfide
106 Procedure 1. Valutazione 2. Insegnamento di abilità in rapporto uno a uno 3. Opportunità per la pratica molto strutturate (Garantire il successo!) 4. Opportunità per la pratica poco strutturate 5. Applicazione a un setting naturale
107 Valutazione Valutazione delle abilità sociali del soggetto Valutazione di punti deboli e punti di forza in tutti gli ambiti Scelta degli obiettivi (priorità, effetti collaterali) Scelta delle strategie (come sfruttiamo i punti di forza del soggetto?) Valutazione delle risorse disponibili Valutazione dei fattori che interferiscono con la partecipazione sociale
108 Differenze individuali Profili di funzionamento diverso richiedono approcci diversi di intervento (gradi diversi) Le differenze individuali si collocano in molteplici aree di funzionamento che possono avere un impatto nel funzionamento sociale
109 Chiarire i malintesi nell ambiente in cui si vuole inserire il bambino Problemi di comportamento - controllo degli impulsi Non vuole - non riesce a comunicare
110 Obiettivo 1: Protezione Lavorare sui comportamenti che alienano (canalizzazione, sostituzione, adattamento) Insegnare a chiedere aiuto
111 Obiettivo 2: Partecipazione Consapevolezza Alternanza di turni Responsività Iniziativa
112 Strategie Programmi evolutivi Programmi cognitivocomportamentali Regole esplicite (alternanza dei turni, analisi del compito e insegnamento delle componenti)
113 Molti punti in comune Partire dalle motivazioni (scelte dei materiali, del setting, e dei partecipanti) Insegnare qualcosa di attraente per gli altri Rendere sociali attività già padroneggiate e motivanti Dosare la fatica, ricompensare gli sforzi Finalizzare in senso sociale comportamenti non sociali
114 Molti punti in comune Aspettative chiare, feedback chiaro Possibilità di fare errori senza interrompere il gioco Strutturazioni e supporti che possono essere tolti lentamente Possibilità di rivedere la situazione e commentarla
115 Comprensione stati mentali e regolazione emotiva Storie sociali (diminuire il carico di elaborazione cognitiva, risparmiare risorse per il ragionamento sociale) Riconoscimento emozioni (progressi nei software didattici ma dubbi sulla generalizzazione)
116 Donna Williams (1995) Il mio comportamento lasciava gli altri perplessi, ma il loro sconcertava me. Non era tanto il fatto che non avevo riguardo per le loro regole, era piuttosto il fatto che non riuscivo a star dietro a tutte le regole per ogni specifica situazione.il mio insegnante preferito era una voce gentile che in qualche modo sembrava prevedibile.trovavo la sicurezza negli schemi ripetitivi e ritmi.
117 Routines Serie limitata e prevedibile di messaggi contestualmente significativi che permettono al ragazzo di prevedere il comportamento dell altro e quindi di inserire risposte appropriate
118 Routines Il bambino impara ad attribuire significato ai comportamenti linguistici e comunicativi utilizzati all interno dell interazione, e in tal modo li comprenderà e li utilizzerà a sua volta. Una volta che il bambino riesce a partecipare ad un interazione strutturata e prevedibile, vengono introdotte sistematicamente l estensione del comportamento ad altre situazioni interattive e la flessibilità.
119 Routines La maggior parte delle esperienze quotidiane hanno delle routines intrinseche. L ora L di andare a letto, l ora l del pasto, andare a fare la spesa e molti altri eventi quotidiani presentano tutti delle opportunità per sviluppare attività routinarie. All interno di ogni attività si può ricreare artificialmente una sequenza prevedibile di azioni e comportamenti comunicativi.
120 Attività motivanti Due opzioni: (1) concentrarsi sui contesti dove il ragazzo è già motivato a comunicare (2) selezionare situazioni che hanno uno svolgimento o uno scopo ben chiari
121 Domande che si pone una persona con autismo Cosa posso fare? Dove? Quando? Per quanto tempo? Cosa succederà dopo?
122 Cornice dell interazione Cominciare con attività che producano un risultato finale chiaro, come ad esempio attività culinarie e artistiche, oppure giochi basati sull alternanza di turni
123 Stile dell interlocutore Attenzione condivisa Vicinanza al bambino Messaggi collegati al contesto Messaggi collegati alle azioni del bambino Dimostrazione di cosa si deve dire e fare Complessità in base alla comprensione del soggetto Ripetitività Uso delle pause Discorso e gestualità simultanei Suggerimenti paralinguistici enfatizzati
124 Donna Williams (1992) Le parole non erano un problema, lo erano invece le aspettative delle persone riguardo al mio rispondere a quelle parole, dal momento che questo mi avrebbe richiesto la comprensione di ciò che era stato detto.. La mia risposta a ciò che le persone mi dicevano era spesso ritardata dal fatto che la mia mente doveva prendere tempo per chiarire ciò che era stato detto. Maggiore era la tensione a cui ero sottoposta, peggiore diventava la situazione.
125 Temple Grandin (1991) Ho difficoltà a ricordare lunghe file di informazioni verbali.. Non riesco a seguire il botta e risposta ritmico della conversazione.. Il ricordare ciò che dicono le persone ostacola le mie interazioni sociali.
126 Attenzione!!!! Quando il ragazzo non partecipa è importante determinare se è distratto o se non comprende gli eventi che stanno accadendo Dando per scontato che il ragazzo capisca tutto si rischia di rendere il lavoro educativo inutile e frustrante per il bambino Presumete sempre che il ragazzo stia facendo il massimo che può in quel momento! L autocontrollo e le abilità sociali sono delle risposte che ogni soggetto può imparare ad utilizzare, piuttosto che abilità superiori presenti solo in soggetti al di sopra di un certo livello cognitivo
127 Organizzazione dello spazio Dove posso giocare? Con quali materiali? Come si usano i materiali?
128 Organizzazione del tempo Quando posso giocare? Quante attività posso fare? Quando devo fermarmi? Che cosa succederà dopo?
129 E necessario Capire meglio la natura del deficit per fondare le basi di una teoria della riabilitazione Rendere seduttivo il bambino-ragazzo-adulto Rendere seduttive le attività Aspettative realistiche Coinvolgimento di tutti
130 Necessità di creare opportunità di vita indipendente
131 Vantaggi Una buona organizzazione della struttura dello spazio e del tempo e delle attività comporta diversi vantaggi: 1. Aumenta la comprensione da parte del soggetto la prevedibilità l indipendenza 2. Diminuisce l ansia del soggetto il suo nervosismo i problemi di comportamento 3. Permette di investire l energia dell operatore e del soggetto verso l incremento delle abilità
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133 Approfondimenti
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