Osservatorio Impresa MB

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1 Osservatorio Impresa MB Indagine sulle imprese di Monza e Brianza associate a Confindustria Risultati della ricerca a cura di A. Di Gregorio L. Gavinelli R. Chierici Con il contributo di Monza, 6 ottobre 2015

2 Sommario Premessa... 3 Ringraziamenti Obiettivi e metodologia della ricerca Obiettivi e metodologia Il campione rispondenti Elementi di discontinuità rispetto al Organizzazione commerciale e comunicazione Attività commerciale Comunicazione Elementi di discontinuità rispetto al Presenza sui mercati Esperienza dei rispondenti sui mercati esteri Modalità di accesso ai mercati esteri Elementi di discontinuità rispetto al Accesso al credito Condizioni d accesso al credito Metodi e strumenti utilizzati per l accesso al credito Elementi di discontinuità rispetto al Valutazione del sistema bancario La valutazione dei singoli servizi offerti La relazione tra l'imprenditore e il sistema bancario Elementi di discontinuità rispetto al Ricerca e innovazione Ambiti di ricerca e innovazione e loro incidenza sul fatturato Sviluppo delle attività di ricerca e innovazione Un quadro di sintesi Le peculiarità del campione Gli orientamenti strategici Le sfide Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 1 di 41

3 8 Grafici e tabelle Anagrafica delle imprese rispondenti Organizzazione commerciale e comunicazione Presenza sui mercati Accesso al credito Valutazione del sistema bancario Ricerca e innovazione Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 2 di 41

4 Premessa In provincia di Monza e Brianza si concentra, grazie alle sue imprese, una porzione rilevante del valore aggiunto del nostro Sistema Paese. In questo quadro Confindustria Monza e Brianza in collaborazione con CRIET presenta i risultati della quarta edizione dell'osservatorio Impresa Monza e Brianza. Si tratta di un indagine annuale svolta sulle oltre 900 imprese associate di Confindustria Monza e Brianza. I temi affrontati nella rilevazione del 2014 sono diversi e tutti cruciali per la competitività delle imprese: ricerca e innovazione, marketing e comunicazione, internazionalizzazione, accesso al credito. In questa quarta edizione dell Osservatorio Impresa Monza e Brianza vengono inoltre proposti i risultati della terza edizione dell Osservatorio sul Credito (sezione Valutazione del sistema bancario ) che indaga sulla qualità della relazione azienda istituti di credito. La base conoscitiva costruita dall Osservatorio Impresa Monza e Brianza in questi primi quattro anni di attività è ormai in grado di offrire agli Associati di Confindustria Monza e Brianza un monitoraggio continuo e capillare sull'economia del territorio brianteo. Il documento è impostato in modo tale da fornire ai lettori un quadro agile e al tempo stesso esaustivo sugli orientamenti strategici delle imprese associate a Confindustria Monza e Brianza. I risultati dell indagine 2014 sono proposti con brevi schede introduttive, seguite da un ampia rappresentazione grafica. Inoltre, dove possibile, viene proposto un confronto tra i dati del 2014 e quelli delle edizioni precedenti dell Osservatorio Impresa Monza e Brianza. Buon lettura! Angelo Di Gregorio Direttore CRIET Andrea Dell Orto Presidente Confindustria Monza e Brianza Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 3 di 41

5 Ringraziamenti La presente ricerca è il frutto di un composito gruppo di lavoro coordinato dalla dott.ssa Laura Gavinelli, con la supervisione del prof. Angelo Di Gregorio. Le persone che si intendono di seguito ringraziare hanno fornito un prezioso contributo lungo le varie fasi della ricerca. Si ringraziano sentitamente il presidente di Confindustria Monza e Brianza, il dott. Andrea Dell Orto e il direttore il dott. Massimo Manelli per la fiducia e la collaborazione accordate, così come la dott.ssa Laura Cesana, per la disponibilità e il contatto con le imprese associate a Confindustria Monza e Brianza. Si ringraziano inoltre tutti i colleghi dell Università degli Studi di Milano Bicocca che a vario titolo hanno contribuito alla realizzazione della ricerca. In particolare, si ringrazia il dott. Roberto Chierici per aver curato la sezione Valutazione del sistema bancario e per aver redatto la relativa parte di Rapporto. Un grazie particolare va ai tutor Lorenzo Arienti, Leo Labate e Federica Tatulli per l importante contributo fornito nella fase di recall telefonico alle imprese intervistate. Infine, grazie anche a quanti, involontariamente, non sono stati citati. Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 4 di 41

6 1 Obiettivi e metodologia della ricerca 1.1 Obiettivi e metodologia Lo strumento di rilevazione è stato un questionario somministrato per via telematica a 800 imprese associate a Confindustria Monza e Brianza 1. Il periodo di rilevazione è stato dal 3 ottobre al 20 dicembre 2014 (Figura 1 ). I dati sono stati raccolti in modalità CAWI (Computer Assisted Web Interviewing), alla quale si è affiancata un attività di recall telefonico (16 giornate) e di tutorship telefonica individuale (3 tutor appositamente formati). L utilizzo del metodo CAWI, in combinazione con i recall telefonici, ha permesso di raggiungere un tasso di risposta pari al 17,63% (141 aziende) per i questionari con compilazione completa, che raggiunge il 28% considerando anche i questionari con compilazione parziale (83 aziende). I dati raccolti sono stati elaborati in forma aggregata, in modo da mantenere la privacy sui rispondenti. Di seguito, si propongono le principali evidenze riferite alle singole sezioni di analisi. 1 Sebbene le imprese associate a Confindustria siano ad oggi circa 1000, ai fini della ricerca è stato considerato il campione al netto delle imprese con doppia sede o con sede esterna al territorio di Monza e Brianza. Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 5 di 41

7 Figura 1 Impianto della ricerca Fonte: indagine diretta CRIET Confindustria MB 2014 Legenda: Q = domanda 1.2 Il campione rispondenti Il campione è in linea con le peculiarità del territorio: 1. le imprese rispondenti sono per la maggior parte aziende micro e piccole con classe fatturato al di sotto dei 10 milioni di euro (71%) e sotto i 50 addetti (79%); 2. sono principalmente attive nel metalmeccanico (33%), ma con buona presenza anche nel chimico, terziario, mobili e legno (rispettivamente 10%, 8%, 7%). Rispetto al 2013 questi ultimi tre settori sono maggiormente rappresentati; 3. sono concentrate sull attività produttiva (63% contro il 46% del 2013) rispetto a servizi e attività commerciale (al 19% e 18%); 4. sono attive soprattutto in ambito BtoB con clientela servita composta per la maggiore da grande industria (54%) e PMI (52%); 5. hanno una conduzione che negli anni sta quasi equiparando la gestione familiare con quella manageriale. Infatti, la gestione familiare è presente nel (57% dei rispondenti contro il 64% del 2013), mentre quella manageriale è al 43% (contro il 36%); Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 6 di 41

8 6. hanno forme societarie semplici (s.r.l. 73% contro il 66% del 2013) 2 ; 7. hanno una storia consolidata: il 62% delle imprese è stato costituito dagli anni 80 ad oggi, di cui il 23% dal Elementi di discontinuità rispetto al 2013 Flessione sul campione rispondenti: 17,63% ( 4,17%). Un aumento di rispondenti con gestione manageriale: 43% (+7%). Altri settori maggiormente presenti oltre al metalmeccanico: chimici e affini, terziario, mobili e legno. * * * Il documento prosegue con la trattazione dei principali risultati emersi dalle singole sezioni del questionario. 2 NB: c è tuttavia un 21% di s.p.a. Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 7 di 41

9 2 Organizzazione commerciale e comunicazione 2.1 Attività commerciale Nell attività commerciale dei rispondenti i tre elementi che differenziano l azienda sono nell ordine il personale commerciale interno all azienda, la flessibilità alle richieste del cliente e l assistenza post vendita. Questi fattori caratterizzano l orientamento al cliente delle imprese rispondenti e l importanza che per loro riveste il servizio e il contatto diretto con il cliente. Questo orientamento vale sia per l attività commerciale nazionale che per quella internazionale. Rispetto al 2013, gli agenti plurimandatari rivestono un ruolo meno incisivo, seguiti da distributori, agenti monomandatari e concessionari. Circa le difficoltà riscontrate nell attività commerciale, i rispondenti segnalano quanto siano complessi i mercati, specie gli esteri. I punti di maggiore debolezza nel farvi fronte sono nell ordine, il personale che non ha sufficienti competenze tecniche e per il quale si avverte il bisogno di ulteriore formazione, l inadeguata conoscenza dei mercati e la scarsa assistenza da parte delle istituzioni. I dati sono in linea con il Attività commerciale in Italia. 1. Sui mercati nazionali il servizio è un elemento differenziante. Nella gestione dell attività commerciale ciò che incide maggiormente è il personale commerciale interno all azienda (43%), seguito da agenti plurimandatari (17%) e dalla flessibilità alle richieste del cliente (servizio) (39). 2. L orientamento al servizio è confermato anche dall autovalutazione delle aziende sulla propria attività commerciale: con voto alto 4 e 5 (su scala 1 5) troviamo in ordine di preferenze il personale commerciale interno all azienda, la flessibilità alle richieste del cliente (servizio), l assistenza post vendita. Rispetto al 2013, la valutazione è mediamente più alta per tutte le voci. Attività commerciale all estero. 1. Sui mercati esteri prevale tra i canali commerciali l utilizzo del personale interno (40% di risposte), seguito dai distributori (17%) e dagli agenti plurimandatari (15%). La flessibilità alle richieste occupa il quarto posto tra le preferenze (15%). 2. L orientamento al servizio si conferma anche per l attività commerciale all estero, dove tuttavia i rispondenti valutano con voto 4 e 5 (su scala 1 5) anche i distributori e gli agenti plurimandatari. Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 8 di 41

10 2.2 Comunicazione La comunicazione è uno strumento importante per gestire le relazioni con il cliente (predomina il cliente business), valorizzare l offerta e la reputazione aziendale. In particolare: 1. La comunicazione viene utilizzata prima di tutto per gestire i rapporti con i clienti (76 risposte su 99), descrivere l offerta (62) e valorizzare il brand aziendale (54 risposte). I risultati sono in linea con il 2013, con una maggiore insistenza sull utilizzo della comunicazione per valorizzare anche gli aspetti intangibili dell offerta (33 risposte) e per la pubblicità (38 risposte). 2. I destinatari sono in primis i clienti business (imprese, istituzioni) (76 risposte), seguiti dal consumatore finale (37) e dagli intermediari (grossisti, distributori, concessionari) (36 risposte) e dagli agenti (33 risposte). L ambito di maggiore intervento circa i destinatari è quindi business to business. 3. Circa gli strumenti utilizzati per comunicare, prevalgono quelli tradizionali e ben conosciuti, come il catalogo prodotti o la brochure (70 risposte), l advertising (66 risposte), la partecipazione alle fiere di settore (56) e agli eventi e sponsorizzazioni (56 risposte). Anche l assistenza pre e post vendita (61 risposte) costituisce un canale di comunicazione efficace e in linea con l esigenza di personalizzare l offerta e di seguire il cliente in ogni sua esigenza. 4. La comunicazione digitale è utilizzata da 67 rispondenti, tuttavia l utilizzo è piuttosto tradizionale, con una predominanza del sito web istituzionale e la sua indicizzazione a motori di ricerca (rispettivamente 64 e 25 risposte), seguiti dal sito web interattivo (11 risposte), l e commerce (3 risposte) e il blog/forum (3 risposte). I dati sono in linea con il In aumento invece rispetto al 2013 è l utilizzo dei social network per strategie di conversation marketing (25 risposte, contro le 20 del 2013). 5. Restano residuali gli strumenti digitali o di marketing non convenzionale, quali il marketing tribale (3 risposte) e il guerrilla (0 risposte), così come il bilancio sociale (1 risposta). 2.3 Elementi di discontinuità rispetto al 2013 Sull attività commerciale, i dati sono in linea con il 2013, ma l autovalutazione è più elevata. Sulla comunicazione, tra gli strumenti utilizzati si registra un aumento dell utilizzo dei social network e l aumento della comunicazione digitale, seppure attraverso modalità piuttosto tradizionali. Si riconferma l importanza del catalogo o brochure e dell advertising per la valorizzazione dell offerta. Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 9 di 41

11 3 Presenza sui mercati L internazionalizzazione è un asse portante per la crescita delle imprese briantee. Per il 43% dei rispondenti, l estero ha un incidenza sul fatturato aziendale. Operare all estero permette alle imprese di soddisfare le esigenze del mercato estero, di aumentare il proprio profitto contrastando il calo della domanda domestica. L internazionalizzazione è un processo ben consolidato tra i rispondenti: si va all estero perché è una prassi ormai consolidata, perché le esperienze pregresse del management portano oltre confine e perché aprirsi ad altri mercati aiuta le imprese a contrastare il calo della domanda domestica e a seguire i propri clienti business oltre confine. L esperienza sui mercati esteri è ben consolidata per buona parte del campione rispondenti: il 48% di imprese tratta con altri Paesi da oltre 10 anni, il 9% da 5 a 10 anni, il 10% da 1 a 5 anni. Inoltre, l internazionalizzazione non è appannaggio esclusivo delle grandi e medie imprese. Ben il 23% dei rispondenti con 1 50 addetti internazionalizza da oltre 10 anni, un ulteriore 5% della stessa classe dimensionale lo fa da 5 a 10 anni. Degno di nota anche il 10% dei rispondenti in classe 1 10 addetti che internazionalizza da oltre 10 anni. Quest ultima frequenza di risposta la si riscontra anche tra le grandi imprese che hanno dai 51 ai 250 addetti (10% internazionalizza da oltre 10 anni). 3.1 Esperienza dei rispondenti sui mercati esteri 1. Il fatturato estero incida sul complessivo per il 43% (dato medio rispetto al campione rispondenti). La propensione all internazionalizzazione registra una distribuzione quasi equa tra le tre possibili posizioni: 33% favorevoli, 35% sfavorevoli, 32% indecisi. Il dato sui favorevoli è in netta flessione rispetto al 2013 (33% nel 2014, 41% nel 2013), confermando la difficoltà a mettere in campo nel prossimo futuro investimenti su mercati multipli e potenzialmente lontani. 2. L incidenza del fatturato estero sul fatturato aziendale è inversamente proporzionale alle frequenze di risposta: il 25% dei rispondenti dichiara che i mercati esteri pesano sul fatturato dall 1% al 10%, mentre per il 10% delle imprese l estero incide tra l 11% e il 25% e il 18% di rispondenti quantifica il fatturato estero tra il 26% e il 50% del fatturato totale. Si segnala infine che per il 21% dei rispondenti, i mercati esteri alimentano più del 50% del fatturato aziendale: un dato che conferma l importanza dell estero per le imprese di Monza e Brianza. 3. Tra i mercati di sbocco l Europa rimane il mercato principale (64% di risposte, contro il 32% del 2013 e il 56% del 2012), seguito a distanza dai Paesi BRICS Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica (11% di risposte, contro il 19% del 2013). Ex equo per Paesi Arabi (8% di risposte, contro il 13% del 2013) ed Europa dell Est (8% di risposte contro il 15% del 2013), mentre in coda si segnalano Usa, Canada e Messico (5% contro il 16% Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 10 di 41

12 del 2013). Rispetto al 2013, l Europa, da considerarsi mercato domestico, raddoppia le frequenze: 64% nel 2014, contro 32% di risposte nel Sebbene l ordine di preferenza tra gli altri mercati si mantenga speculare tra il 2014 e il 2013, l incidenza degli stessi sul fatturato è in generale calo nel I motivi che spingono le imprese ad internazionalizzarsi sono nell ordine: la consuetudine a farlo (40 risposte su 70 con valutazione 4 e 5 su scala 1 5), l esigenza di soddisfare le richieste del mercato estero (41 risposte su 50), l esigenza di contrastare il calo della domanda nazionale (26 risposte su 46) e la capitalizzazione dell esperienza pregressa del management interno (13 risposte su 30). Non vengono invece interpretate come particolari driver all internazionalizzazione, l imitazione dei concorrenti, gli incentivi e i programmi di sostegno o la riduzione dei costi della manodopera e/o di produzione. I dati sono in linea con il Tra i vantaggi riscontrati, le imprese rispondenti segnalano la ricerca di nuovi clienti (prima opzione nel 2014, seconda opzione nel 2013), l aumento dei profitti (seconda opzione nel 2014, prima nel 2013) e il miglioramento dell immagine aziendale. Un dato in netto aumento è quello riferito all aumento dimensionale dell azienda: nel 2014 incide maggiormente con una valutazione pari a 4 e 5 (su scala 1 5) rispettivamente nel 24% e nel 27% dei casi. 6. Circa le difficoltà la distribuzione delle risposte sulle varie opzioni è più omogena nel 2014 rispetto al Con valutazione pari a 4 e 5 (su scala 1 5) si collocano in rapida successione gli ostacoli doganali (38% di risposte), la normativa locale (37%), i limiti dimensionali dell azienda (36%), l inadeguata assistenza da parte degli enti preposti (35%). Seguono la difficoltà a rendere riconoscibile il brand (30% di risposte) e le difficoltà con la lingua e gli usi locali (15%). Il dato sul brand conferma che anche in ambito internazionale la comunicazione è un fattore differenziante, specie sugli intangibles dell azienda. Nel 2013 le maggiori difficoltà erano legate alle dimensioni aziendali, al brand e agli ostacoli doganali. 7. Infine, la propensione a fare investimenti all estero anche nei prossimi 12 mesi, solo il 33% del campione si dichiara favorevole, mentre il 35% è contrario e il 33% è indeciso. Rispetto al 2013, si mantengono invariati gli sfavorevoli, mentre aumentano gli indecisi (32% di risposte nel 2014, 23% nel 2013) e calano i favorevoli (33% di risposte nel 2014, 41% nel 2013). 3.2 Modalità di accesso ai mercati esteri Tra le strategie d investimento prevalgono gli investimenti diretti (forza vendita diretta, rete di agenti, consociate/filiali, sviluppo di una rete propria di vendita in loco) con 68% di risposte. Il dato è in linea con l orientamento delle imprese al presidio dei mercati di sbocco (relazione con il cliente business). Gli investimenti indiretti (esportatori, importatori, consorzi all export) sono la seconda opzione con il 23% di preferenze. Gli accordi con terzi (franchising, consorzi con imprese, joint venture, partecipazioni azionarie, licenze) vengono Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 11 di 41

13 adottati solo dal 10% del campione rispondente. Questi dati sono allineati con gli anni precedenti della rilevazione, anche se nel 2014 si registra una flessione sugli investimenti diretti (68% contro il 73% del 2013) e sugli accordi con terzi (10% nel 2014, contro il 13% nel 2013) mentre aumentano le preferenze per gli investimenti indiretti (23% nel 2014, 14% nel 2013). In particolare: 1. Investimenti diretti: all interno di questa modalità d accesso ai mercati esteri (68% delle risposte) si confermano come consolidate (da più di 5 anni) la forza vendita (81% di risposte), seguita dall apertura di consociate e/o filiali in loco (69% di risposte) e dal ricorso ad una rete di agenti qualificata (65%). In coda la rete propria di agenti locali, su cui tuttavia il 9% delle imprese si sta attivando da 1 anno, insieme alle consociate/filiali (13%). Il presidio dei mercati e la vicinanza anche fisica ai propri clienti giustificano tali scelte. Rispetto al 2013 si registrano due novità: le consociate/filiali sono in netto calo (69% di imprese chele adottano da più di 5 anni, contro il 76%), lo stesso trend per la rete propria di agenti locali (27% nel 2014, 36% nel 2013). In linea invece la forza vendita diretta e la rete di agenti. 2. Investimenti indiretti: sul canale indiretto (nel complesso totalizza il 23% delle risposte) domina nell esperienza pluriennale delle imprese (più di 5 anni) l opzione degli importatori con l 83% delle preferenze. Tale opzione è seguita dagli esportatori (50%) e a notevole distanza dai consorzi per l export (20%). Gli esportatori vengono adottati anche da imprese con minore esperienza sul canale indiretto (da 1 a 5 anni) per il 10% del campione rispondente. Non mancano modalità alternative, quali il ricorso a clienti italiani che hanno filiali all estero e trattano per conto dell impresa rispondente la vendita del suo prodotto oltre confine. Rispetto al 2013, i rispondenti mostrano una maggiore preferenza ed un utilizzo più consolidato nel tempo degli importatori (83% contro il 64% del 2013 con esperienza superiore ai 5 anni), degli esportatori (50% nel 2014, 38% nel 2013) e dei consorzi (20% nel 2014, mentre nel 2013 i consorzi si collocavano solo su esperienze estere inferiori ai 12 mesi). 3. Accordi con terzi: le cinque opportunità proposte agli intervistati (franchising, consorzi d imprese, joint venture, partecipazioni azionarie, licenze) vengono scelte solo dal 10% del campione rispondente. Metà delle imprese che ricorrono agli accordi con terzi adottano da più di 5 anni il franchising, le joint venture e le partecipazioni azionarie (50% di risposte per tutte e tre le opzioni): le ultime due sono adottate anche da imprese con esperienza inferiore (joint venture nel 25% dei casi da meno di 1 anno, partecipazioni azionarie nel 25% dei casi sia per chi vi ricorre da 1 a 5 anni che per chi vi ricorre da meno di 1 anno). Le licenze e i consorzi d imprese non sono opzioni ritenute valide (0 rispondenti). Il quadro sugli accordi con terzi che si compone nel 2014 è decisamente diverso rispetto 2013: nel 2013 prevalgono le partecipazioni azionarie su tutte le altre opzioni (nell ordine partecipazioni azionarie 75% di imprese che le Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 12 di 41

14 adottano da più di 5 anni, joint venture 29%, franchising 20%) mentre nel 2014 tutte e tre le opzioni sono al 50%. Inoltre, se nel 2013 le licenze e i consorzi d imprese sono scelte dal 33% e 20% dei rispondenti, nel 2014 tali opzioni non totalizzano alcuna preferenza. 4. In termini complessivi, tra quanti intendono investire nel prossimo futuro, gli investimenti previsti vedono una prevalenza della forza vendita diretta (22 imprese su 40), seguita dalla rete di agenti (11 risposte), dagli importatori (7, dallo sviluppo di una propria rete di vendita in loco e di consociate/filiali (5 risposte per entrambe le opzioni). Permane anche per il futuro l orientamento agli investimenti diretti. 3.3 Elementi di discontinuità rispetto al 2013 In netto aumento l Europa come mercato di sbocco (+32%), in calo Usa, Canada, Messico ( 11%), BRISC, Paesi Arabi (entrambi 8%) e Europa dell Est. ( 7%). Forte propensione verso gli investimenti diretti: aziende coraggiose e intraprendenti e orientate al presidio dei mercati in cui operano. Investimenti diretti: in calo la rete propria di agenti locali ( 9%) e le consociate e/o filiali ( 7%). Investimenti indiretti: aumenta il ricorso da più di 5 anni a importatori (+19%), esportatori (+25%) e consorzi (+20%). Accordo con terzi: calano le partecipazioni azionarie ( 20%) equiparandosi con joint venture e franchising, scompaiono le licenze e i consorzi d imprese (nessuna risposta). Propensione a investire all estero anche nei prossimi 12 mesi: aumentano gli indecisi (+9%), calano i favorevoli ( 8%). Vantaggi dell internazionalizzazione: la ricerca di nuovi clienti diventa la prima scelta. L aumento della dimensione aziendale incide maggiormente tra i rispondenti, ma non è il primo ostacolo rilevato. Difficoltà a operare all estero: il giudizio sulle varie difficoltà è più omogeneo. Incidono meno il limite dimensionale dell azienda e la cultura/usi locali. Motivi all internazionalizzazione: invariati. Le imprese vanno oltre confine per esperienza ormai consolidata, per soddisfare le esigenze dei clienti esteri, per contrastare il calo della domanda nazionale. Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 13 di 41

15 4 Accesso al credito L intera sezione sul credito denuncia una situazione di forte sofferenza del campione, ma anche la sua volontà di reagire, seppur con strumenti e metodi tradizionali. In termini generali, le imprese rispondenti giudicano le condizioni di accesso al credito rispetto al 2013 peggiori nel 34% dei casi e uguali nel 32%. Il 17% di rispondenti le considera invece migliori, il 17% non sa. Il giudizio espresso nel 2014 è notevolmente diverso rispetto a quanto dichiarato nel 2013: in quell occasione, le imprese avevano dichiarato che le condizioni di accesso al credito erano peggiori rispetto all anno precedente nel 47% dei casi e uguali nel 37%. Solo il 4% giudicava la situazione migliorata. Da questi dati emerge una posizione nel 2014 più equilibrata e meno negativa, con un calo dei giudizi negativi ( 13%) e un aumento di quelli positivi (+13%). 4.1 Condizioni d accesso al credito I motivi che spingono le imprese a presentare domanda per ottenere credito sono soprattutto riconducibili al finanziamento del capitale circolante (attività ordinaria) con il 45% delle risposte. Seguono il rinnovo degli impianti (28% di risposte), il finanziamento di attività di ricerca e sviluppo (19%), i processi d internazionalizzazione (7%). La preparazione a EXPO2015 non motiva alcun rispondente nella richiesta al credito. I dati sono perfettamente in linea con quelli del Sul fronte delle difficoltà riscontrate nell ottenere credito, si confermano con voto 5 (massima difficoltà) i requisiti richiesti troppo rigidi (27% di risposte), la difficoltà nel recepire la normativa nazionale (20%), la bassa propensione delle banche a condividere progetti industriali (18%). L impatto della crisi economica finanziaria sul rapporto tra azienda e istituti di credito viene rilevato solo dal 39% ( 4%) dei rispondenti e smentito dal 46% del campione (+3%). Rispetto al 2013, c è quindi un leggero sbilanciamento verso chi non riconosce una diretta relazione tra crisi e rapporto azienda banca. Tra le conseguenze della crisi sul rapporto azienda istituto di credito emergono con valutazione alta (5 su scala 1 5) il peggioramento delle condizioni di accesso al credito in conseguenza degli accordi di Basilea (47% di risposte), maggiore rigidità degli istituti nell erogazione del credito (43%), maggiori oneri finanziari (34%), interessi passivi più alti (34%), tempi più lunghi per l attivazione delle linee di credito (34%). I dati sono in linea con il Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 14 di 41

16 4.2 Metodi e strumenti utilizzati per l accesso al credito La propensione a presentare domanda per ottenere credito si rivela piuttosto alta: il 68% dei rispondenti ha presentato domanda per ottenere credito, mentre il 23% non l ha mai fatto. In particolare: 1. Tra i metodi preferiti negli ultimi 5 anni compaiono l autofinanziamento con utili reinvestiti (79% delle risposte, contro il 75% del 2013), l accesso al credito (68% di risposte, contro il 64% del 2013), gli investimenti personali (50% contro il 53% del 2013) e i risparmi personali (43%, contro il 51% del 2013). Gli imprenditori reinvestono il capitale nel proprio business mettendosi in gioco in prima persona. I dati sono in linea con il 2013, con un aumento delle preferenze per l autofinanziamento e l accesso al credito e un calo di frequenze sugli investimenti e i risparmi personali. 2. Gli strumenti maggiormente utilizzati sono il credito commerciale e le linee di credito (65% di risposte per entrambi), seguiti da aumenti di capitale e/o finanziamento soci (52%) e obbligazioni e altri strumenti a medio termine (40% di risposte). L ordine di scelta dei tre strumenti finanziari si mantiene anche nel comportamento degli ultimi 12 mesi delle imprese rispondenti. Sempre nel lasso dei 5 anni, troviamo in coda il ricorso a finanziamenti pubblici nazionali (27% di risposte) ed europei (17%). Rispetto al 2013 l interesse verso i finanziamenti europei è in crollo ( 25%), così come quello verso i finanziamenti nazionali che quasi si dimezza ( 23%). Inoltre l aumento di capitale e/o finanziamento soci passa da prima a terza scelta (52% nel 2014, 85% nel 2013). 3. Circa la scelta degli strumenti finanziari per i prossimi 12 mesi, le linee di credito risultano essere lo strumento preferito (41% di risposte), insieme al credito commerciale (32% di risposte). Bassa, invece, la rilevanza degli altri strumenti: aumenti di capitale e/o finanziamento soci (5%), finanziamenti pubblici (4%), obbligazioni o altri strumenti a medio termine (3%), altre forme di finanziamento in conto capitale (2%). Il dato è in linea con il 2013 e conferma un approccio al credito tradizionale. 4.3 Elementi di discontinuità rispetto al 2013 Condizioni di accesso al credito: giudizio meno negativo, con un calo dei giudizi negativi ( 13%) e un aumento di quelli positivi (+13%). Impatto della crisi sulla relazione impresa banca: leggero sbilanciamento verso chi non riconosce una diretta relazione tra crisi e rapporto azienda banca ( 4%). Metodi per finanziare la propria attività: aumentano le preferenze per l autofinanziamento (+4%) e l accesso al credito (+4%), calano i risparmi personali ( 8%) e gli investimenti personali ( 3%). Strumenti finanziari utilizzati negli ultimi 5 anni: come prime opzioni segnalate dai rispondenti compaiono le linee di credito (65%) e il credito commerciale (65%), seguite dall aumento di capitale e/o finanziamento soci che rispetto al 2013 passa da prima a Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 15 di 41

17 terza scelta (52%). Crolla l utilizzo di finanziamenti europei ( 25%) e nazionali ( 23%), segno di probabile difficoltà nell intercettarli e nel rispondere ai bandi in modo adeguato. Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 16 di 41

18 5 Valutazione del sistema bancario La sezione sulla valutazione del sistema bancario è stata progettata per dare continuità ai temi indagati dall Osservatorio sul Credito 2013 e raccogliere le opinioni degli associati di Confindustria Monza e Brianza in merito agli istituti con i quali intrattengono rapporti. Rispetto al passato, sono state introdotti alcuni elementi di novità per cercare di elaborare un quadro valutativo sempre più completo e di interesse per tutti i soggetti a vario titolo coinvolti. In estrema sintesi, si sottolinea sin d ora come l analisi abbia permesso di riscontrare un buon livello di soddisfazione delle aziende associate AIMB rispetto ai servizi loro resi dagli istituti bancari e in relazione allo scambio di informazioni tra settore creditizio e mondo imprenditoriale. 5.1 La valutazione dei singoli servizi offerti Una prima fase della valutazione del sistema bancario intende indagare il giudizio degli imprenditori in merito ad aspetti specifici della loro relazione con il mondo creditizio. Agli intervistati è stato quindi richiesto di esprimere un giudizio in merito a: 1. Il servizio offerto in merito al credito ordinario; 2. Il servizio offerto in merito al credito speciale (ad esempio, finanziamenti a medio lungo temine, mutui chirografari, leasing ); 3. Il supporto offerto in merito ai processi d internazionalizzazione dell azienda; 4. Il livello di trasparenza delle procedure utilizzate per sottoporre a processo di valutazione l azienda; 5. Le condizioni di pricing (termini e condizioni di finanziamento) proposte all azienda; 6. Il servizio offerto nel complesso. Dall analisi condotto è quindi emerso quanto segue: Credito ordinario: con riferimento al supporto offerto dagli istituti bancari per rispondere alle esigenze di credito ordinario delle imprese briantee, gli intervistati si dichiarano complessivamente soddisfatti, esprimendo 386 valutazioni e un giudizio medio pari a 3,3. Tra gli istituti che hanno ottenuto almeno 10 risposte, soltanto Deutsche Bank ha ricevuto un giudizio medio complessivo inferiore a 3 (voto medio 2,8 su 18 rispondenti) e solo Banca Intesa (voto medio 3,0 su 67 valutazioni) riceve un giudizio inferiore al voto medio generale. Buoni risultano essere i giudizi espressi a favore Di Banca Popolare di Milano (3,4 su 36 voti) e Ubi banca (3,4 su 30 voti) mentre performance ancora migliori sono segnalate a favore di e Banco Desio (3,5 su 35giudizi) e Unicredit (3,5 su 37 giudizi). In generale, le prestazioni Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 17 di 41

19 offerte dal sistema bancario risultano pertanto essere complessivamente adeguate per rispondere alle esigenze di credito ordinario delle imprese brianzole. Credito speciale: Il supporto alle operazioni a medio lungo termine ha raccolto complessivamente 354 voti, ottenendo un giudizio medio complessivo pari a 3,2. Tra gli istituti rispetto ai quali gli intervistati hanno espresso il maggior numero di giudizi troviamo Banca Intesa (60 voti) e Unicredit (36 voti), seguiti da Banca Popolare di Milano (34 voti) e Banco Desio (32 voti). L analisi ha permesso di individuare anche istituti di credito rispetto ai quali più elevata è la soddisfazione delle imprese brianzole: tra questi si segnalano le eccellenti performance di Banco Desio (32 giudizi) e Popolare di Sondrio (20 giudizi) che ottengono un voto medio pari a 3,5. Buoni anche i risultati di BCC di Carate (16 giudizi), Ubi Banca (29 giudizi) e Unicredit (36 giudizi) che ricevono dai loro clienti un voto medio pari a 3,3. Supporto ai processi di internazionalizzazione: in virtù di una valutazione media di 2,8 calcolata su 299 giudizi, è il servizio rispetto al quale le imprese intervistate si dichiarano meno soddisfatte. Gli istituti più utilizzati dai rispondenti sono Banca Intesa (53 voti) Unicredit (30 voti), Banca Popolare di Milano (27 voti) e Banco Desio (25 voti): tra questi soltanto Unicredit ottiene un giudizio buono (voto medio 3,3), Banco Desio mostra una performance in linea con il giudizio medio (voto medio 2,8) mentre Banca Intesa (voto medio 2,6) e Banca Popolare di Milano (voto medio 2,4) non incontrano le attese della propria clientela. Da segnalare i buoni giudizi espressi dagli intervistati a favore di Banca Popolare di Sondrio (voto medio 3,2 su 20 giudizi) e BNL (voto medio 3,3 su 15 giudizi). Trasparenza delle procedure utilizzate: in merito ai criteri utilizzati per sottoporre a valutazione le imprese, i rispondenti si dichiarano complessivamente soddisfatti (344 giudizi, voto medio complessivo pari a 3,1). Tra gli istituti che raggiungono una votazione media pari a 3,0 troviamo e Credito Valtellinese (voto medio 3,0 su 20 giudizi) e Ubi Banca (voto medio 3,0 su 27 giudizi). Migliori i risultati ottenuti da Banco Desio (32 voti), BCC Carate (18 voti) e Unicredit (32 voti) che si attestano a un giudizio complessivo pari a 3,3. Risultati di eccellenza sono stati infine rilevati a favore di Banca Popolare di Sondrio e BNL che raggiungono un giudizio medio pari a 3,6, calcolato rispettivamente su 19 e 15 voti. Appare quindi opportuno sottolineare come gli sforzi profusi sia a livello europeo, sia a livello italiano al fine di incentivare una trasparenza tra il sistema creditizio e la sua clientela stiano portando ai risultati auspicati. Condizioni di pricing: le imprese intervistate si sono dichiarate complessivamente soddisfatte delle politiche di prezzo adottate dalle banche con le quali collaborano, attribuendo un giudizio medio complessivo pari a 3,0 su 336 voti raccolti. Numerosi sono gli istituti rispetto ai quali i rispondenti hanno espresso un giudizio superiore alla valutazione media: Banco Popolare (16 giudizi) e Ubi Banca (27 giudizi) raggiungono un punteggio medio di 3,1, Banco Desio (33 giudizi), Credito Valtellinese (19 giudizi) e Unicredit (31 giudizi) ottengono una valutazione media pari a 3,2. Gli istituti capaci di offrire le migliori condizioni di pricing secondo gli intervistati sono Banca Popolare di Sondrio (19 voti), BNL (14 giudizi) e la BCC Carate (16) che raggiungono un punteggio medio di 3,4. Più in generale, Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 18 di 41

20 l indagine permette di rilevare un buon livello generale di soddisfazione circa le condizioni contrattuali proposte dagli istituti di credito alle imprese del territorio brianzolo. Considerando anche i giudizi espressi in merito alle procedure di valutazione, emerge un buon rapporto tra le aziende intervistate e il sistema creditizio, con ogni probabilità frutto di rapporti consolidati nel tempo e di una idonea comunicazione tra le parti. Giudizio complessivo: in linea con quanto espresso a proposito dei singoli servizi, gli imprenditori intervistati hanno valutato soddisfacente il servizio offerto dal sistema bancario, esprimendo 371 voti e una valutazione media pari a 3,3. La quasi totalità delle banche ottiene un giudizio almeno pari a 3,0 e, tra gli istituti rispetto ai quali sono stati raccolti almeno 10 giudizi, si segnalano Banco Desio (33 giudizi) e Ubi Banca (29 giudizi) con un voto medio pari a 3,4, seguite da Banco Popolare (20 giudizi), BCC Carate (18 giudizi) e BNL (16 giudizi) e che raggiungono un punteggio medio di 3,5. Le valutazione più positive sono state espresse a favore di Banca Popolare di Sondrio (21 giudizi) e Unicredit (36 giudizi) con un voto medio di 3, La relazione tra l'imprenditore e il sistema bancario Una seconda parte della sezione relativa alla valutazione del sistema creditizio intendeva indagare il rapporto tra le aziende rispondenti e il sistema bancario nel suo complesso. In particolare, due domande si propongono di valutare l utilizzo e il grado di soddisfazione dei rispondenti rispetto alle convenzioni stipulate da Confindustria Monza e Brianza con alcuni istituti di credito per agevolare i propri associati, mentre un ultima domanda si pone l obiettivo di rilevare la percezione degli imprenditori circa il grado di esaustività delle informazioni da loro messe a disposizione del sistema bancario. Con riferimento al ricorso degli intervistati alle convenzioni stipulate da Confindustria Monza e Brianza con il sistema creditizio, è emerso che soltanto il 36,1% degli intervistati ha utilizzato le agevolazioni offerte da AIMB mentre il restante 63,9% ha dichiarato di non beneficiarne. Il dato diviene ancor più interessante se analizzato in relazione al giudizio espresso dai rispondenti in merito a tale convenzione: infatti, se tra coloro i quali hanno dichiarato di far ricorso a tali accordi, il 40% esprime un giudizio compreso tra 4 e 5, tra i rispondenti che affermano di non utilizzare le convenzioni stipulate da Confindustria Monza e Brianza ben il 47,2% le ritiene assolutamente non vantaggiose e attribuisce un punteggio tra 1 e 2. Emerge pertanto la necessità da parte dell associazione di profondere nuovi sforzi nella presentazione e nella promozione delle convenzioni riservate dalle aziende di credito ai propri iscritti in quanto gli imprenditori che hanno avuto modo di valutarle e di utilizzarle dichiarano che le stesse risultano essere vantaggiose per la propria azienda. In merito all autovalutazione circa l esaustività delle informazioni fornite agli Istituti di credito, la maggior parte degli intervistati giudica più che adeguati i dati messi a disposizione per la valutazione dell azienda e del suo modello di business. Analizzando i dati, emerge infatti che il 64% dei rispondenti ritiene di fornire al sistema bancario Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 19 di 41

21 informazioni e documenti estremamente esaustivi, mentre soltanto il 5% degli intervistati giudica come inadeguata l esaustività dei propri dati. 5.3 Elementi di discontinuità rispetto al 2013 In generale, si riscontra un incremento della soddisfazione degli intervistati circa il servizio reso loro dagli istituti di credito. Il giudizio complessivo sul rapporto in essere tra impresa e sistema bancario ottiene l 83% di risposte comprese tra 3 e 5, registrando un incremento di 7 punti percentuali rispetto al Analogamente al giudizio generale, anche la valutazione del credito ordinario presenta un miglioramento della soddisfazione delle imprese associate a Confindustria Monza e Brianza rispetto al 2013 (+9%). I giudizi in merito al credito speciale fanno registrare il miglior incremento di performance (+12%), ottenendo il 75% di voti compresi tra 3 e 5 contro il 67% registrato nella precedente edizione dell Osservatorio sul Credito. Il supporto ai processi d internazionalizzazione, pur rimanendo il servizio che meno incontra le aspettative dei rispondenti, mostra un leggero miglioramento: la percentuale di voti compresa tra 3 e 5 passa dal 61% rilevato nel 2013 al 65% nel L autovalutazione in merito al grado di esaustività delle informazioni fornite dalle imprese intervistate, pur mostrando una leggera flessione, resta comunque elevato: la percentuale di rispondenti che esprime un giudizio compreso tra 3 e 5 passa dal 100% riscontrato nel 2013 al 95% rilevato nel Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 20 di 41

22 6 Ricerca e innovazione La sezione su ricerca e innovazione rappresenta una novità all interno dell Osservatorio Impresa Monza e Brianza. Si tratta di un tema ben presente tra i rispondenti di Confindustria Monza e Brianza, sebbene non costituisca la destinazione principale degli investimenti aziendali. L orientamento nelle scelte in fatto di ricerca e innovazione è quello del progressivo miglioramento e/o dell innovazione del prodotto. La realizzazione delle attività poggia su mezzi propri e personale, in particolare ricercatori interni. L opzione bandi e finanziamenti esterni è colta solo da una parte residuale del campione. Le imprese fanno sostanzialmente da sé, ricorrendo in caso di outsourcing a collaborazioni con le università e con centri di ricerca privati. 6.1 Ambiti di ricerca e innovazione e loro incidenza sul fatturato 1. Ambiti in cui si svolgono le attività di ricerca e innovazione. Le risposte delle imprese si distribuiscono in modo abbastanza omogeneo tra le opzioni multiple di risposta: il 67% dei rispondenti fa ricerca e innovazione nell ambito di nuovi prodotti, il 63% per il miglioramento dei prodotti esistenti, il 61% a favore di nuove tecnologie e/o materiali, mentre il 41% investe in nuovi processi produttivi. I dati confermano l orientamento al prodotto delle imprese anche nelle scelte delle attività di ricerca e innovazione. 2. Incidenza sul fatturato. L attività di ricerca e innovazione pesa sul fatturato dei rispondenti in modo proporzionalmente decrescente rispetto alle frequenze di risposta. Per il 48% dei rispondenti, gli investimenti in ricerca e innovazione incidono meno del 10% sul fatturato, per il 23% delle imprese essi incidono sul fatturato dall 11% al 25%. Solo l 8% dei rispondenti dichiara di investire più del 50% del fatturato in questo tipo di attività. 6.2 Sviluppo delle attività di ricerca e innovazione 1. Finanziamento delle attività di ricerca e innovazione. Le attività vengono finanziate quasi esclusivamente attraverso due modalità: il ricorso a mezzi propri (86% dei rispondenti) e il credito bancario (43%). Residuali le altre opportunità: l 11% accede a bandi europei e ad Horizon 2020, il 5% utilizza altri strumenti di finanziamento, quali i bandi nazionali e regionali o gli incentivi per le start up. 2. Lo sviluppo delle attività di ricerca e innovazione è sostanzialmente in house: il ricorso a personale interno totalizza il 92% delle risposte, mentre le collaborazioni con le università interessano quasi un quarto del campione (23%). Il 14% delle imprese si rivolge a centri di ricerca privati, mentre il 10% sperimenta altre opzioni (tra cui Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 21 di 41

23 l outsourcing con architetti e designer, lo sviluppo con i propri clienti, il riferimento alla casa madre). Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 22 di 41

24 7 Un quadro di sintesi 7.1 Le peculiarità del campione Il campione rispondenti dell Osservatorio Impresa MB presenta delle caratteristiche in linea con il territorio di Monza e Brianza che rimane uno dei contesti territoriali a maggiore concentrazione di imprese d Italia. I rispondenti dell indagine: hanno un forte orientamento al prodotto in termini di qualità e affidabilità e un orientamento al servizio con assistenza pre acquisto e post vendita e flessibilità alle richieste del cliente 3 ; hanno una dimensione mediamente ridotta, con un fatturato inferiore ai 10 milioni di euro e meno di 50 dipendenti; sono a conduzione principalmente familiare, ma con un progressivo interesse negli anni verso modelli di conduzione manageriale; hanno una forte storia e solidità alle spalle: molte imprese esistono dagli anni 80 (il 62% delle aziende è stato costituito dagli anni 80 ad oggi, di queste il 23% opera dal 2000); la loro attività produttiva si concentra nel settore metalmeccanico. 7.2 Gli orientamenti strategici L indagine ha permesso di mettere a fuoco gli orientamenti strategici dei rispondenti rispetto a temi cruciali per la loro competitività: la presenza sui mercati, la gestione dell attività commerciale e di comunicazione, le scelte relative l accesso al credito, nonché il rapporto con le banche e gli investimenti in ricerca e innovazione. Attività commerciale. L orientamento al cliente delle imprese rispondenti e l importanza che per loro riveste il servizio e il contatto diretto con il cliente sono fattori fortemente differenzianti sia sui mercati nazionali che su quelli esteri. L attività commerciale e la comunicazione sono orientate alla gestione delle relazioni con il cliente (BtoB), nonché alla valorizzazione dell offerta e della reputazione aziendale. Coesistono quindi sia gli elementi descrittivi sul prodotto che gli aspetti intangibili della marca. La comunicazione è ancora tradizionale per modalità di utilizzo e strumenti utilizzati. Si registra tuttavia un aumento dell utilizzo dei social network e della comunicazione in ambito digitale. Internazionalizzazione. L internazionalizzazione è un asse portante per la crescita delle imprese briantee. L esperienza sui mercati esteri è ben consolidata e coinvolge anche le piccole imprese. Tra le modalità di entrata sui mercati esteri, permane la preferenza verso 3 La clientela del campione rispondente è prevalentemente di tipo business. Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 23 di 41

25 gli investimenti diretti, in particolare la forza vendita diretta, le reti di agenti e lo sviluppo di una rete di vendita propria in loco. Questo orientamento conferma l esigenza delle imprese di Monza e Brianza di presidiare i mercati di sbocco e di mantenere un contatto stretto c on i propri clienti. Rispetto al 2013 aumentano tra gli accordi con terzi le partecipazioni azionarie, insieme alle licenze e ai consorzi d imprese. La propensione verso l estero si mantiene anche per il futuro (12 mesi successivi) per il 33% dei rispondenti. Le modalità di entrata previste sono le medesime: investimenti diretti come prima opzione. Tra le difficoltà, vi è una distribuzione di risposte bilanciate sugli ostacoli doganali, la normativa locale, i limiti dimensionali dell azienda e l inadeguata assistenza degli enti preposti. Seguono la difficoltà a rendere riconoscibile il proprio brand e le difficoltà linguistiche e di comprensione degli usi locali. Accesso al credito e rapporto con le banche. Circa il credito, si registra una forte sofferenza del campione, ma anche la sua volontà di reagire, seppur con strumenti e metodi piuttosto tradizionali. In termini generali il giudizio sulle condizioni di accesso al credito è meno negativo del La propensione a presentare domanda per ottenere credito si mantiene alta (68%), preferendo metodi di autofinanziamento, l accesso al credito e strumenti quali il credito commerciale e le linee di credito. Anche per i prossimi 12 mesi, le imprese del campione si orienteranno sulle linee di credito e sul credito commerciale. I dati dimostrano come gli imprenditori reinvestano il capitale nel proprio business mettendosi in gioco in prima persona. I dati sono in linea con il 2013, con un aumento delle preferenze per l autofinanziamento e l accesso al credito e un calo di frequenze sugli investimenti e i risparmi personali. L aumento del ricorso al credito bancario trova riscontro anche nella sezione dedicata al giudizio del sistema creditizio. La valutazione sui singoli servizi si attesta infatti su livelli di sufficienza, con livelli di soddisfazione lievemente superiori a quelli registrati nel Crollano infine le preferenze verso i finanziamenti europei e nazionali, segno di probabile difficoltà nell intercettarli e nel rispondere ai bandi in modo adeguato. Ricerca e innovazione. Le attività di ricerca e innovazione sono ben presenti tra i rispondenti, sebbene non costituiscano la destinazione principale degli investimenti aziendali. L orientamento nelle scelte in fatto di ricerca e innovazione è quello del progressivo miglioramento e/o innovazione del prodotto. La realizzazione delle attività di ricerca e innovazione poggia principalmente su mezzi propri dell impresa e sul ricorso al credito bancario. Le competenze richieste per la realizzazione delle attività vengono recuperate in primis tra il personale dell azienda, in particolare ricercatori interni. Le risposte di questa sezione indicano che in fatto di ricerca e innovazione le imprese fanno sostanzialmente da sé, ricorrendo in caso di outsourcing a collaborazioni con università e centri di ricerca privati. L opzione bandi e finanziamenti esterni è colta solo da una parte residuale del campione. Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 24 di 41

26 7.3 Le sfide La base conoscitiva costruita dall Osservatorio Impresa Monza e Brianza in questi primi quattro anni di attività è ormai in grado di offrire agli Associati di Confindustria Monza e Brianza un monitoraggio continuo e capillare sull'economia del territorio brianteo. Dopo aver illustrato i risultati sulle singole sezioni del questionario e sintetizzato gli orientamenti strategici delle imprese rispondenti, sembra opportuno tentare di individuare le sfide alle quali le imprese di Monza e Brianza sono chiamate a rispondere per difendere e/o aumentare la propria competitività. Il tessuto imprenditoriale della Brianza sembra reggere alla crisi, seppure con inevitabili difficoltà, e dimostra tenacia e proattività verso le dinamiche del mercato. Le sfide che emergono dall indagine sono varie e si distribuiscono su due livelli: 1. Capire e interpretare i mercati per individuare i driver della competitività: Dotarsi di strumenti per l analisi competitiva per individuare le opportunità di business sui vari mercati. Potenziare l esperienza dell internazionalizzazione, soprattutto tra le piccole imprese, aumentandone l incidenza sul fatturato. Approfondire il tema dell innovazione anche di processo e organizzativa all interno del proprio modello di business. 2. Potenziare i propri tools operativi: Gestire la comunicazione come strumento strategico e di valorizzazione degli aspetti intangibili dell offerta e per il brand. Questo soprattutto recependo le peculiarità dei mercati esteri. Rafforzare le competenze per la comprensione dei mercati esteri, specie i più recenti tra le scelte dei rispondenti. Potenziare la propria organizzazione commerciale acquisendo anche soft skills (competenze linguistiche, relazionali) e strumenti di gestione della relazione con il cliente (CRM, e commerce). Conoscere più a fondo tutti gli strumenti e le modalità di accesso al credito, soprattutto le fonti esterne di finanziamento, per aumentare la propria capacità finanziaria e di investimento, nonché per aumentare la propria capacità negoziale verso gli istituti di credito. Conoscere e utilizzare gli strumenti di accompagnamento al passaggio generazionale. Comprendere e cogliere le opportunità fornite dai finanziamenti (bandi UE, nazionali e regionali), conoscendone meglio i meccanismi di valutazione e di adesione e collaborando con altri soggetti. Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 25 di 41

27 8 Grafici e tabelle 8.1 Anagrafica delle imprese rispondenti Tabella 1 Imprese rispondenti per classe di fatturato Classe fatturato Fino a 2 milioni 39% 2 10 milioni 32% milioni 19% milioni 6% Oltre 250 milioni 2% n.d. 3% Totale 100% Tabella 2 Imprese rispondenti per numero addetti Numero di addetti Fino a 10 29% Da 10 a 50 50% Da 50 a % Oltre 250 5% Totale 100% Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 26 di 41

28 Tabella 3 Imprese rispondenti per settore Settore Metalmeccanico 33% Chimico e affini 10% Terziario 8% Mobili e legno 7% Tessile, abbigliamento 6% Elettronica 5% Altre attività manifatturiere 4% Alimentare 2% Costruzioni, edilizia 2% Utilities 1% Altro 23% Totale 100% Tabella 4 Imprese rispondenti per clientela servita Tipologia di clientela servita Grande industria 54% PMI 52% Commercio all ingrosso 30% Consumatore finale 17% Enti pubblici 14% Commercio al dettaglio 13% Altro 4% Più risposte possibili Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 27 di 41

29 Tabella 5 Imprese rispondenti per attività principale Attività principale Produzione 63% Servizi 19% Attività commerciale 18% Totale 100% Tabella 6 Imprese rispondenti per tipologia di gestione Tipologia di gestione Familiare 57% Manageriale 43% Totale 100% Tabella 7 Imprese rispondenti per forma societaria Forma societaria Società in nome collettivo (s.n.c.) 3% Società in accomandita semplice (s.a.s.) 2% Società in accomandita per azioni (s.a.p.a.) 0% Società a responsabilità limitata (s.r.l.) 73% Società per azioni (s.p.a.) 21% Altro 1% Totale 100% Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 28 di 41

30 8.2 Organizzazione commerciale e comunicazione Figura 2 I canali di distribuzione adottati sui mercati nazionali Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 29 di 41

31 Tabella 8 Un autovalutazione sull attività commerciale in Italia Valutazione Personale commerciale interno all azienda Agenti monomandatari Agenti plurimandatari Distributori Concessionari Flessibilità richieste cliente (servizio) Assistenza post vendita Altro (specificare) Valutazione da 1 a 5, dove 1=minima efficacia e 5=massima efficacia Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 30 di 41

32 Figura 3 I canali di distribuzione adottati sui mercati internazionali Tabella 9 Un autovalutazione sull attività commerciale all estero Valutazione Personale commerciale interno all azienda Agenti monomandatari Agenti plurimandatari Distributori Concessionari Flessibilità richieste cliente (servizio) Assistenza post vendita Altro (specificare) Valutazione da 1 a 5, dove 1=minima efficacia e 5=massima efficacia Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 31 di 41

33 Figura 4 Le difficoltà incontrate nell organizzare la propria forza commerciale Figura 5 L utilizzo della comunicazione Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 32 di 41

34 Figura 6 I destinatari della comunicazione Figura 7 Strumenti e canali di comunicazione utilizzati Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 33 di 41

35 8.3 Presenza sui mercati Figura 8 Distribuzione del fatturato tra Italia ed estero Tabella 10 La distribuzione del fatturato tra Italia ed estero 1 10% 11 25% 26 50% 51 75% 76 99% 100% Italia 5% 5% 12% 17% 33% 26% Estero 25% 10% 18% 10% 9% 2% Base rispondenti: 126 imprese Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 34 di 41

36 Figura 9 L esperienza sui mercati esteri Figura 10 Rapporto tra classe di fatturato e propensione all internazionalizzazione Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 35 di 41

37 Figura 11 Le motivazioni all internazionalizzazione Figura 12 I vantaggi riscontrati nell operare all estero Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 36 di 41

38 Figura 13 Le difficoltà riscontrate nell operare all estero Figura 14 I principali mercati di sbocco Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 37 di 41

39 Tabella 11 La distribuzione del fatturato rispetto ai mercati di sbocco 1 10% 11 25% 26 50% 51 75% 76 99% 100% BRICS Europa Europa Est Usa, Canada, Messico Paesi Arabi Altro Base rispondenti: 76 imprese Figura 15 Tre strategie d investimento Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 38 di 41

40 Figura 16 Tipologie d investimenti diretti sui mercati esteri Figura 17 Tipologie d investimenti indiretti sui mercati esteri Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 39 di 41

41 Figura 18 Gli accordi con terzi sui mercati esteri Figura 19 Le strategie d investimento all estero per i prossimi 12 mesi Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 40 di 41

42 Figura 20 Le tipologie d investimento all estero per i prossimi 12 mesi 8.4 Accesso al credito Figura 21 Un giudizio complessivo sulle condizioni di accesso al credito rispetto al 2013 Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 41 di 41

43 Figura 22 L impatto della crisi finanziaria sul rapporto fiduciario azienda istituti di credito Figura 23 Alcune conseguenze della crisi finanziaria sul rapporto tra azienda e istituti di credito Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 42 di 41

44 Figura 24 I metodi utilizzati per finanziare la propria attività Figura 25 Gli strumenti finanziari utilizzati Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 43 di 41

45 Figura 26 La propensione a fare domanda per ottenere credito Figura 27 Le motivazioni che spingono a fare domanda per ottenere credito Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 44 di 41

46 Figura 28 Gli strumenti finanziari che verranno utilizzati per ottenere credito nei prossimi 12 mesi Figura 29 Le difficoltà di accesso al credito maggiormente riscontrate Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 45 di 41

47 8.5 Valutazione del sistema bancario Figura 30 Distribuzione percentuale dei giudizi per ciascuna delle domande di valutazione del sistema bancario Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 46 di 41

48 Figura 31 Confronto tra il numero di risposte al credito ordinario e il voto medio conseguito da ciascun istituto bancario Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 47 di 41

49 Figura 32 Confronto tra il numero di risposte al credito speciale e il voto medio conseguito da ciascun istituto bancario Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 48 di 41

50 Figura 33 Confronto tra il numero di risposte al supporto ai processi di internazionalizzazione e il voto medio conseguito da ciascun istituto bancario Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 49 di 41

51 Figura 34 Confronto tra il numero di risposte alla trasparenza delle procedure di valutazione e il voto medio conseguito da ciascun istituto bancario Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 50 di 41

52 Figura 35 Confronto tra il numero di risposte alle condizioni di pricing e il voto medio conseguito da ciascun istituto bancario Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 51 di 41

53 Figura 36 Confronto tra il numero di risposte al servizio nel suo complesso e il voto medio conseguito da ciascun istituto bancario Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 52 di 41

54 Figura 37 Utilizzo e giudizio delle convenzioni stipulate da Confindustria Monza e Brianza con il sistema creditizio Figura 38 Autovalutazione dell'esaustività delle informazioni fornite agli istituti di credito Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 53 di 41

55 8.6 Ricerca e innovazione Figura 39 L incidenza delle attività di ricerca e innovazione sul fatturato (dati %) Figura 40 L incidenza delle attività di ricerca e innovazione sul fatturato (dati %) Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 54 di 41

56 Figura 41 Le modalità di finanziamento delle attività di ricerca e innovazione (dati %) Figura 42 Le modalità di finanziamento delle attività di ricerca e innovazione (dati %) Monza, 6 ottobre 2015 Risultati della ricerca 55 di 41

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