La cresta: geni R, P, hel
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- Maria Longo
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1 In fase di preparazione del parco riproduttori bisogna assicurarsi che tutte le femmine abbiano gli orecchioni blu turchesi. Anche i galli, per quanto anziani, per le ragioni sopra descritte. Quanto alla forma, pur non essendo uno degli elementi più importanti, deve essere bella rotonda od ovale. Da evitare orecchioni molto lunghi, estesi e sottili, come pure quelli grinzosi, la cui estetica non è delle migliori. Le femmine hanno orecchioni molto più piccoli e rotondi dei maschi. Per la varietà Moroseta sparviero, è importante ricordare che la base degli orecchioni deve essere anch essa azzurrognola, in maniera meno intensa, tendente al biancastro. In nessun caso deve essere rossa! Tra le eccezioni, la Siamese nana ha orecchioni rossi uniformi, ma è considerata una razza differente dalla Moroseta. La cresta: geni R, P, hel La cresta è una delle caratteristiche più diversificate e complesse della Moroseta, nella forma, nei difetti e nell evoluzione. Anche la selezione per l ottenimento della perfezione non è cosa semplice. La sua descrizione è la seguente: Un cuscino di carne più largo che lungo, di taglia media e attraversato nel primo terzo da un solco trasversale. Senza spine. Di tessitura preferibilmente fine e di colore blu nerastro. Nella femmina l ideale è una cresta rudimentale, quasi inesistente nel primo anno di età che, invecchiando, può diventare un piccolo cuscinetto di carne di tessitura fine. Tuttavia, per quanto riguarda il colore, le varietà Sparviero e Siamese fanno eccezione. A fianco: Eccellente cresta di gallo con le proporzioni corrette. 46
2 Nella Sparviero è rossa, sfumature scure ammesse nella gallina. La forma e la struttura ricordano una mezza noce. Tra i difetti più o meno rari e gravi vi è la presenza di spine nella parte posteriore (che comporta la squalifica in concorso), una tessitura grossolana nella conformazione, più o meno scavata o perlata, l assenza totale del solco che, in suo luogo, lascia apparire una specie di cavità troppo accentuata, una cresta troppo voluminosa oppure, ma in questo caso il difetto è relativo, una cresta troppo rossastra. Negli attuali ceppi si trovano creste eterogenee, con importanti differenze. Là dove una cresta semplice è riconoscibile tra tutte, nella Moroseta vanno talvolta di pari passo variazioni e incertezze. Da lungo tempo la forma generale e la presenza di spine tradiscono una cresta a rosa con spine occultate e una superficie, a seconda dei soggetti, più o meno zeppa di spine o di perlatura. Questo tipo di cresta non è ammesso dallo standard della Moroseta, ma è certo che la razza abbia avuto per un lungo periodo e fino a un passato recente, a metà degli anni Novanta in alcuni ceppi, la tipologia di cresta sopra descritta. Alcuni rari ceppi, ora eliminati, avevano creste fortemente apparentate a una cresta detta a pisello. Era un eresia avicola che grazie al lavoro d informazione non si riscontra più. L unica che soddisfi totalmente lo standard, è la cresta a noce. Senza poterne spiegare la ragione, vi sono nella Moroseta due modelli di cresta e per quanto possa apparire strano essi possono essere distinti in funzione della colorazione e della anzianità. La Moroseta bianca, con o senza barba, varietà ancestrale, ha in genere creste più voluminose con una struttura più grossolana. Nei galli la presenza di piccole cavità è maggiormente frequente. Al contrario, nella Moroseta colorata, si osservano di frequente soggetti con una cresta a noce più tipica (molto somigliante a quella dell Orloff), In alto: La cresta del gallo è troppo grossa. La sagoma più larga che lunga è buona ma non la superficie e la tessitura troppo grossolana e scavata. Qui Sopra: Questo gallo di razza Ko-Shamo ha una cresta dalla superficie perlata da bandire assolutamente nella Moroseta. 47
3 In alto: Si distinguono chiaramente le spine all estremità della cresta, difetto grave e da squalifica, da sopprimere negli allevamenti. Qui sopra: Cresta troppo frisée perlé (presenza del gene He+ ). Non è conforme e ha anche spine all estremità. Difetto da squalifica. Bargigli e favoriti tradiscono un incrocio tra un soggetto con barba e uno senza. con tessitura più fine, senza le piccole cavità e in genere con un volume più ridotto. Attenzione, non bisogna generalizzare, è solo un osservazione. Vi sono infatti anche soggetti con creste di cui è difficile determinare la tipologia esatta. Geneticamente, non ci occupiamo qui di tutti i tipi di cresta perché uno solo ci interessa veramente, la cresta a noce. Una cresta complessa nella sua formula genetica poiché è verosimilmente il risultato combinato della presenza della crestaa rosa R e della cresta a pisello P. I geni R e P sono entrambi dominanti, ma il P ha una dominanza incompleta. Dalla loro azione comune nasce la cresta a noce, senza che uno predomini sull altro. Alcuni autori, come J. C. Martin, riportato dal G. Coquerelle, ritengono che il gene dominante He+ sia presente in certi ceppi di polli e sarebbe responsabile dell aspetto della superficie talvolta perlata della cresta. Se questa teoria poteva valere nella prima metà anni Novanta per la maggior parte dei soggetti, ormai è diventata predominante la variante hel del gene in questione, che provoca tessiture lisce. Per meglio specificare l azione di questi geni, He+ produce sulle creste una superficie perlata. Il suo allele recessivo hel (il gene contrario ) provoca una cresta liscia. È questo gene, per esempio, che fa la differenza tra una cresta perlata di Sebright e una liscia di Wyandotte, geneticamente identiche per la presenza sia di He+ sia di hel. Nella Moroseta è hel che dà quella superficie più o meno liscia che gli allevatori devono ricercare. La presenza del solco è necessaria nei galli, e si manifesta verso il sesto o settimo mese, quando la cresta s ingrandisce. Nella femmina, essenzialmente il primo anno, è consentita una cresta piatta senza solco. Non è per nulla un difetto, anzi è perfino auspicabile per non ottenere nei galli creste sovradimensionate. Anche in questo caso i giudici esperti sanno distinguere. Alcune varietà stentano ancora a esprimere perfettamente il solco nella cresta, 48
4 Sopra Un insieme di creste di galli. Tutte sono conformi allo standard, anche se sono visibili delle variazioni. La presenza del solco è importante. Ed è preferibile avere creste medie dalle superfici lisce ed armoniose. Sopra: Le due immagini mostrano due galline con un problema di spine sulla cresta. Difetto grave che bisogna impegnarsi a estirpare. In più il volume è troppo sviluppato. Se, qui, non è un difetto in senso stretto, esse rischiano di generare galli che avranno, loro sì, creste troppo forti. Sopra: Due giovani di quattro settimane. Si vede chiaramente che il soggetto di sinistra, una fulva, presenta una cresta di un colore molto insoddisfacente. Il difetto è grave e dunque si può selezionare già da quell età. Invece il soggetto a destra, un galletto, ha una cresta conforme per la sua età. 49
5 Dall alto in senso orario: 1 - Cresta esagerata tendente al rosso e con piccole e brutte cavità. 2 - La cresta di questo gallo è troppo lunga, buona la struttura, colore abbastanza scuro ma la forma è scorretta e il solco assente. 3 - Cresta di giusta misura ma senza solco trasversale. Molto brutto il colore rosso. 4- Cresta di buon volume con un bel solco visibile. Il solco deve essere di dimensione ragionevole e non lasciare apparire delle cavità. in particolare i galli della fulva barbuta grande. Torniamo ora su certi difetti. Le spine, senza dubbio il difetto più grave, e anche sfortunatamente il più ricorrente. Certo, da qualche anno la selezione accanita, l informazione massiccia e le numerose squalifiche nei concorsi hanno dato i loro frutti rendendo più raro il difetto. Ma sono ancora molti i soggetti imperfetti. Si possono distinguere due tipi di spine: quelle sull estremità di cresta e quelle sull intera cresta, dette perlate. Entrambi sono difetti gravi e geneticamente trasmissibili. I soggetti che ne sono afflitti non devono essere esposti né utilizzati per la riproduzione. Le spine alla sommità della cresta possono essere molto variabili nella forma e nel numero. Talvolta la loro dimensione particolarmente ridotta viene etichettata come brutta terminazione ma, in ogni caso, è un difetto perché una buona cresta dovrebbe avere una terminazione liscia e ben arrotondata. La dimensione della cresta è un difetto che si riscontra abbastanza regolarmente e da una semplice osservazione sembra più frequente nella Moroseta bianca. È un problema più di taglia che di forma. Ciò che taluni in maniera umoristica definiscono bistecche o scaloppine sono creste dal volume esagerato dove si vede chiaramente che rappresentano un fastidio per l animale, inoltre causano teste sgraziate. Nei galli spesso provocano un cattivo orientamento del ciuffo e perfino una sua ridotta dimensione. Alla ricerca di premi per la Moroseta grande, capita che certi allevatori diano un alimentazione molto ricca, a volte persino troppo, e questa può essere una causa, ma il fattore genetico e quello selettivo sono i più correnti. La scelta di un gallo con la cresta corretta è la base della selezione. Una buona cresta è abbastanza piccola, idealmente dell ordine di 2-3 centimetri al massimo. Attenzione anche alle pollastre. Una giovane di annata che presenti una cresta sviluppata, guarnita di carne evidente e sviluppata, rischia di generare galli dalle creste troppo grandi. Sono da privilegiare le femmine dalle creste deboli o piatte, fin dal primo anno. Il solco della cresta è un segno, una fenditura orizzontale posta generalmente nel primo terzo della cresta. È un leggero ripiegamento non profondo nel cuscinetto di carne. Un solco troppo scavato provoca spesso una specie di cavità che non è voluta. Non bisogna considerare elementi del solco le piccole cavità sulla superficie della cresta. Alcuni soggetti di Moroseta non hanno questo solco. Se nei giovani galli è una questione di età, ammissibile, per i galli adulti è invece necessario. L assenza totale del solco o un leggero ripiegamento della cresta sono un difetto grave nei galli. Nelle femmine è invece cosa di poco conto data la conformazione molto ridotta e praticamente piatta della cresta. 50
6 La lunghezza della cresta è un altro difetto ricorrente che conviene selezionare. Manifesta e visibile nel gallo, anziché avere una forma arrotondata, è fatta come un piccolo budino, più lunga che larga. Su questa cresta lunga è più raro vedere un solco corretto quando non del tutto assente. Per ottenere una cresta corretta la formula da applicare è semplice e ripetitiva: selezionare i riproduttori conformi. Una giovane di annata che presenti una cresta sviluppata, rischia di generare galli dalle creste troppo grandi. Nei giovani, nel giro di poche settimane (difficilmente nei pulcini), è possibile distinguere se un soggetto ha spine sulla sommità della cresta oppure una tessitura difettosa. Se è il caso, e se la finalità dell allevamento è fare qualità, non bisogna intralciarsi con questi soggetti di poco valore, perché si tratta di un difetto genetico che si trasmette e del quale è difficile sbarazzarsi completamente. Per l allevatore che espone animali in un concorso, ecco un astuzia di preparazione da applicare: dopo aver pulito l animale e lucidato la testa, il ciuffo e la cresta, bisogna passare un straccio leggermente imbevuto di un prodotto grasso (olio d oliva o vaselina per esempio) sulla cresta senza sporcare le piume attorno. Ciò donerà un bell aspetto satinato alla cresta e nel contempo nutrirà la pelle. Gli occhi Il colore degli occhi è un punto che si affronta in ogni descrizione sui polli e la Moroseta non fa eccezione. È variabile come negli uomini. Senza che lo spettro sia così grande, esso spazia da una tinta giallastra al bruno nerastro passando per l insieme delle tinte rosso-arancio. Solo alcune razze ( i Combattenti) hanno l occhio di colore grigio-verdastro, quello che si chiama occhio perlato, un difetto in tutte le altre razze. Nella Moroseta il colore degli occhi è teoricamente lo stesso per tutti i colori, fatta eccezione per la variante Sparviero. Nessuna sfumatura è richiesta nello standard per le razze convenzionali e la tinta auspicata è semplice da comprendere: occhio bruno nerastro il più scuro possibile. Ogni occhio troppo chiaro in cui si distingue nettamente la pupilla dall iride o che tende al brunastro slavato è un difetto. Nei fatti, si vedrà che certe varietà ottengono difficilmente colori degli occhi perfettamente scuri. La genetica del colore degli occhi è ancora poco conosciuta. Tuttavia certi autori (G. Coquerelle, 2000) ritengono sia il risultato dell interazione di più geni. A questa osservazione possiamo aggiungere che i geni responsabili della quantità di pigmentazione nel piumaggio, nel becco, nella pelle, ma soprattutto nei tarsi giocano un ruolo sul colore dell iride A fianco: Dettaglio di un occhio rosso arancio in una pollastrella di varietà sparviero perniciata oro. Tutte le varianti sparviero hanno occhi di questo colore. 51
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