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1 Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino Associazione Apicoltori Fiemme e Fassa Associazione Apicoltori Valsugana Lagorai Associazione Apicoltori delle Valli di Sole, Pejo e Rabbi Apicoltori in Vallagarina Associazione Notiziario n. 21 aprile 2018 Sommario due temi cruciali: allargare il nido e nutrire Un nido a fisarmonica Allargare Valutazione della consistenza delle scorte Nutrizione Melixa System peso differenziale Tieniti aggiornato! Consulta i siti: apival.net Pur con un certo ritardo stagionale la primavera piano piano avanza e, mentre in montagna si stanno ancora stringendo le colonie per paura dei ritorni di freddo, nel fondovalle in presenza di climi caldi è già ora di allargare togliendo i diaframmi e facendo posto alla regina per la deposizione di uova. Un nido a fisarmonica In autunno verso fine ottobre il nido che occupava dieci favi viene stretto sui soli favi popolati di api mettendo sui fianchi diaframmi e pannelli di materiale coibentante per proteggere le api dal freddo. E bene usare pannelli rigidi (parte colorata in blu) che le api non rosicchiano e materiali che non assorbano l umidità. Così le api passano i mesi invernali protette dal freddo con un glomere che si trova nella parte centrale dell arnia. Parlo di un nido a fisarmonica perché la sua ampiezza viene ridotta in autunno ed aumentata nuovamente in primavera con una regolazione dello spazio in orizzontale. Poi vi sarà anche un aumento di spazio per le api anche in verticale quando si aggiungeranno escludi regia e melari. In primavera nella seconda quindicina di marzo le famiglie di api iniziano nuovamente ad aumentare di numero e stentano a stare nello spazio destinato al glomere (i 5 favi di colore arancione) e iniziano ad essere presenti anche sui diaframmi laterali. E giunto il momento di allargare soprattutto se assieme a molte api c è anche molta covata opercolata. Allargare Allargare Figura 1: un nido stretto su soli 5 favi popolati da api Figura 2: un nido stretto su soli 7 favi popolati da api A seconda dei casi il processo di allargamento può essere graduale o può essere svolto durante una sola visita: Nel caso riportato in figura 1 mancano ben 5 favi e quindi l allargamento va fatto almeno in due temi aggiungendo una prima volta due favi e più avanti quando serve altri tre. Generalmente se mancano più di tre favi faccio l operazione in due tempi, altrimenti la concludo subito. In certi casi sono stati tolti solo due favi o tre favi (figura 2), è presente un diaframma per parte e le api coprono già 7-8 favi: in una situazione come questa l allargamento può essere fatto senza problemi in una sola volta. Se le colonie si sviluppano bene in primavera si fa questa operazione di allargamento aggiungendo favi in un momento in cui le api non sono ancora in grado di costruire fogli cerei, e del resto se aggiungiamo materiale da costruire vi è un inevitabile rallentamento nello sviluppo della famiglia di api, rallentamento dovuto a due fattori: Serve del tempo per la costruzione e in primavera presto i tempi necessari si allungano (servono molte api, importazione e temperature miti) Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino Notiziario n. 21 aprile 2018 pag. 1

2 La regina per un po di tempo non ha più spazio sufficiente per deporre come potrebbe fare in presenza di favi già costruiti. Quindi disporre di favi o di soli fogli cerei nel momento dell allargamento dei nidi è ben diverso, se si può, molto meglio lavorare con i favi già costruiti inserendo in ogni colonia di api precisamente quello che serve. Quando allargare Naturalmente non si possono indicare delle date perché il tutto dipende da alcuni fattori: Andamento stagionale e climatico Rapidità di sviluppo delle colonie di api Intensità e durata della nutrizione stimolante In generale il periodo coincide con la piena fioritura del dente di cane. Tuttavia queste indicazioni così generiche non devono preoccupare perché le api stesse ci fanno capire chiaramente quando è giunto il momento se siamo dei buoni apicoltori e abbiamo l abitudine di controllare spesso le nostre colonie di api. Ecco un esempio: Figura 3: questa colonia di api su 9 telai ha ancora un pannello sulla sinistra. E sicuramente ora di toglierlo (poteva essere tolto anche qualche giorno or sono) perché le api occupano ormai tutto lo spazio disponibile e sono ammassate anche contro il pannello stesso. Figura 4: questa colonia di api, con scorte abbondanti era su 8 favi di api ed è stata appena allargata aggiungendo due favi vuoti per dare spazio alla deposizione da parte della regina Se le colonie vengono allargate con gradualità (se mancano molti favi anche in due o tre fasi successive a distanza di qualche settimana) e solo quando le api sono troppo ristrette rispetto allo sazio disponibile non si corrono rischi per i ritorni di freddo perché pannelli e diaframmi vengono tolti tutti definitivamente solo quando la colonia è ormai ben sviluppata e non teme più ritorni di freddo. La disponibilità di favi, loro scelta e collocazione Spesso gli apicoltori mentre facciamo queste operazioni mi dicono: Ma io non ho favi, ho solo fogli cerei. In questi casi bisogna fare di necessità virtù, ma garantisco che i risultati sono decisamente meno buoni senza favi a disposizione perché i tempi necessari per lo sviluppo delle colonie di api si allungano di molto. E anche importante avere a disposizione tipologie diverse di favi se si vuole poter soddisfare le esigenze di qualsiasi colonia di api: Favi di scorte pieni di miele. Favi vuoti adatti per la deposizione da parte della regina Favi con scorte, ma anche spazio per la covata Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino Notiziario n. 21 aprile 2018 pag. 2

3 Figura 6: i favi sono già pronti dentro a cassette e separati secondo le tre tipologie già illustrate: favi pieni di scorte, favi con scorte, ma anche spazio per la covata, favi vuoti. Figura 5: i diaframmi e i pannelli vengono tolti dalle arnie e saranno depositati a magazzino in previsione di un nuovo utilizzo in autunno Presenterò tre situazioni tipiche che richiedono utilizzo di favi di tipologia diversa: 1. Se il nido si presenta privo o quasi completamente privo di scorte può andar bene aggiungere ai lati verso le pareti dell arnia due bei favi pieni di miele che garantiscano un po di autonomia quando verrà messo a dimora il melario e non si potrà più nutrire. 2. Se le scorte sono mediamente giuste può essere opportuno aggiungere favi che contengano in alto un po di scorte, ma anche spazio per la deposizione da parte della regina 3. Se le scorte sono molto abbondanti o addirittura eccessive va bene aggiungere favi completamente vuoti all interno della pare destinata alla covata, favi che dopo poco tempo saranno pieni di uova, perché in queste situazioni vi è carenza di spazio per La deposizione da parte della regina. E chiaro quindi che prima di tutto bisogna visitare la colonia, valutare la consistenza delle scorte per poi andare sul nostro mezzo di trasporto a prendere precisamente quello che serve per quella famiglia di api e bisogna essere provvisti di tutto ciò che può servire. Un quadro più generale della situazione è utile averlo già prima di recarsi in apiario in modo da portare con se in termini generali più favi pieni di miele se mancano scorte o più favi vuoti se esse sono molto abbondanti. Valutazione della consistenza delle scorte Questa valutazione è utile per due scopi: Decidere che tipologia di favi inserire al posto di pannelli e diaframmi (vuoti, pieni ) Decidere se e quanto nutrire nel periodo successivo alla visita La valutazione della quantità di scorte richiede un po di esperienza e per il principiante è spesso un po difficoltosa. Proprio per questo motivo voglio dare qualche indicazione che possa orientare una corretta stima. Vanno analizzati tutti i favi del nido Talvolta i favi di covata sono poverissimi di scorte: quello di destra né è praticamente privo, quello di sinistra ne ha pochissime nei due angoli in alto. Su favi come questi non si può fare affidamento per le scorte, essi sono praticamente privi di miele e polline. Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino Notiziario n. 21 aprile 2018 pag. 3

4 Figure 7 e 8: In alto due favi di covata ben bilanciati, con una giusta quantità di scorte, in entrambi i casi intorno alla covata vi è una bella corona di miele e polline. Figura 9: A sinistra un favo di covata con scorte eccessive, lo spazio per la covata è ridotto a meno della metà della superficie totale del favo. Questo favo contiene almeno 2-2,5 Kg di miele, se tutti i favi di covata fossero così avremmo troppe scorte (20 Kg circa solo nella parte con covata). Invece lo spazio disponibile per la covata sarebbe troppo scarso. Regole di valutazione Favi interni di covata. Un favo interno del nido contenente covata può essere considerato ben bilanciato fra scorte e covata quando le proporzioni di superficie occupata sono circa: Due terzi di covata Un terzo di scorte Come avviene ad esempio più o meno nei due favi delle figure 7-8. Favi esterni di scorte. Un favo esterno di scorte può essere considerato un buon favo quando è pieno di scorte per almeno i due terzi della sua superficie (peso approssimativo almeno 2 Kg). E opportuno siano presenti nel nido da 2 a 3 favi di scorte pieni per almeno i due terzi. Il quantitativo ideale di scorte alcuni calcoli. Facciamo un esempio: Tre favi di scorte di 2 2,4 Kg ciascuno (circa 7 kg di scorte) Sette favi di covata con scorte di 1-1,3 Kg ciascuno (9 Kg circa di scorte) Il totale risulta essere 16 Kg. Un quantitativo fra i 15 e i 20 kg di scorte è adeguato. Una corretta e precisa stima delle scorte presenti in ogni colonia ci permette di : 1. Allargare usando i materiali giusti (favi vuoti o pieni di scorte) 2. Evitare fenomeni di fame con regressione delle colonie 3. Posare i melari sapendo di poter contare su nidi che contengono scorte adeguate Inserimento dei favi Avendo a disposizione favi già costruiti è preferibile usare questi rispetto ai fogli cerei perché, come già detto, la costruzione di fogli cerei rallenterebbe lo sviluppo della colonia in un momento delicato. Anche in questo caso procediamo per esempi tipici aiutandoci con schemi operativi: Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino Notiziario n. 21 aprile 2018 pag. 4

5 Esempio 1 di allargamento (scorte molto abbondanti) Questa colonia su 8 favi di api va allargata: i due favi rossi laterali sono molto pieni di miele. I 6 favi di covata hanno scorte che coprono più di un terzo della superficie del favo (in qualche caso si arriva a metà). Complessivamente le scorte sono molto abbondanti e lo spazio per la covata è invece piuttosto scarso. In una situazione come questa inserisco due favi vuoti completamente costruiti (di colore azzurro), posso inserirli a fianco della covata, ma se la colonia di api è molto forte anche in posizione più centrale perché saranno subito riempiti di uova. favo di miele favo di covata favo di polline e miele favo vuoto foglio cereo favo coperto di api Diaframma Figure 10 e 11: A sinistra un nido con due diaframmi laterali da allargare. Le scorte sono molto abbondanti e lo spazio per la covata è poco. Vengono aggiunti due favi vuoti (di colore azzurro) per dare spazio alla deposizione da parte della regina. Esempio 2 di allargamento (scorte molto scarse) Questa colonia su 8 favi di api va allargata: i due pannelli blu laterali sono diaframmi. La colonia si presenta molto povera di scorte (schema in basso a sinistra): vi sono 6 favi di covata estesa con pochissime scorte e 2 favi (quelli azzurri ai lati quasi vuoti solo con un po di polline). In questo caso i due diaframmi sono stati sostituiti con due favi pieni di miele e polline (colore rosso) e anche uno dei due favi vuoti (quello di destra) è stato sostituito con un favo di miele favo di miele favo di covata favo di polline e miele favo vuoto foglio cereo favo coperto di api Diaframma Figure 12 e 13: A sinistra un nido con due diaframmi laterali da allargare. Le scorte sono molto scarse perché i favi di covata sono molto estesi e con pochissimo miele e i due favi laterali (azzurri) sono quasi vuoti. In questo caso al posto dei diaframmi si mettono due favi pieni di miele e polline e anche uno dei due favi vuoti è sostituto con un favo di miele. Esempio 3 di allargamento (scorte adeguate) Spesso le scorte sono adeguate. In questo caso si aggiungono o favi con scorte, ma anche spazio per la covata o favi vuoti e pieni in ugual misura in modo da fornire spazio, ma anche nutrimento, mantenendo un equilibrio già presente fra covata e scorte. Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino Notiziario n. 21 aprile 2018 pag. 5

6 Una volta verificate le scorte si può decidere se e quanto nutrire In generale la nutrizione in questo periodo può essere attuata con scopi diversi: 3. Per la stimolazione primaverile delle colonie 5. Per ripristinare scorte troppo scarse (nutrizione di emergenza) Nutrizione di emergenza Questo tipo di nutrizione si attua al bisogno quando le scorte sono molto scarse o del tutto assenti. Vi sono alcuni sintomi tipici che segnalano all apicoltore esperto la necessità di nutrire: Scarsità di scorte nei favi, anche in quelli laterali che normalmente dovrebbero essere pieni di miele Presenza di fogli cerei che non vengono costruiti (la costruzione avviene solo in presenza di importazione di nettare). Fenomeno accaduto nel Diminuzione della deposizione della regina Presenza sul predellino e sul fondo di larve tolte dalle celle ad opera delle api per l impossibilità di nutrirle I sintomi 3 e 4 sono più difficili da rilevare e richiedono esperienza, i primi due invece possono essere notati e verificati facilmente anche dal principiante. Per la nutrizione di emergenza si usa sciroppo concentrato utilizzando i nutritori ed alimentando intensamente in modo che le famiglie possano fare anche un po di scorta nei favi. Se vi sono i melari a dimora è necessario rimuoverli temporaneamente e procedere con la nutrizione. Tuttavia è evidente che se le api sono affamate e vi sono i melari a dimora è stata fatta precedentemente una valutazione errata delle scorte presenti o si è nutrito troppo poco in primavera. Questa situazione si è presentata in modo drammatico nel 2014 anno nel quale la nutrizione di emergenza è durata per tutta l estate e l autunno. La nutrizione per integrare le scorte invernali e quella di emergenza si attuano con nutritori normali e con sciroppo concentrato. Per quella di emergenza si somministrano anche svariati nutritori pieni in rapida successione per superare la criticità in corso e fare in modo che le famiglie possano fare anche un po di scorta. In queste situazioni le api portano nel nido anche lo sciroppo di un intero nutritore in una sola notte Nutrizione stimolante primaverile e nutritori a depressione Sappiamo che la nutrizione stimolante è uno dei pilastri dell apicoltura moderna, pratica apistica importantissima se si vogliono avere famiglie forti e piene di api al momento della fioritura. La nutrizione stimolante liquida comporta un cambio nel metabolismo dell ape, se troppo anticipata in primavera, tende a favorire alcune patologie intestinali come nosema e diarree. Proprio per questo motivo si consiglia di iniziare circa giorni prima della fioritura della robinia quando ormai le api escono praticamente ogni giorno per voli di purificazione. Gli alimenti solidi ad alto contenuto zuccherino come il miele e il candito invece possono essere usati anche in inverno quando le api rimangono in clausura nell arnia per lunghi periodi dato che vengono digeriti con produzione minima di scorie da eliminare. La nutrizione liquida viene definita stimolante proprio perché stimola la regina alla deposizione di uova e induce il super-organismo famiglia di api a prepararsi al grande raccolto. La deposizione di uova da parte della regina può essere stimolata o inibita da alcuni fattori: 1. La raccolta di polline e di nettare da parte delle api favorisce un aumento di deposizione perché la famiglia di api ha la percezione che vi siano proteine (polline) e zuccheri (nettare) sufficienti per allevare molte api. Viceversa in mancanza di alimento la regina smette di deporre. 2. La presenza di molte api favorisce la deposizione perché la regina è consapevole che vi sono api sufficienti per allevare ed accudire molta covata. 3. Le temperature molto basse tendono a bloccare la deposizione. 4. Alcuni fattori di disturbo (odori particolari ad esempio) tendono a bloccare la deposizione. Nei paesi dove l acido formico è autorizzato e utilizzato come prodotto per la lotta alla varroa gli apicoltori sanno bene che i vapori dell acido formico diminuiscono di molto la deposizione della regina fino a bloccarla del tutto in alcuni casi. 5. Ferormoni prodotti dalle diverse caste e dalla covata. La nutrizione stimolante ha proprio lo scopo di simulare una importazione precoce di nettare favorendo un aumento di deposizione da parte della regina. Questo avviene perché le api sanno che dopo le prime importazioni e i primi flussi nettariferi arriverà il grande raccolto con la fioritura della robinia e altre specie nettarifere importanti. La nutrizioni stimolante simula un anticipo di questo flusso nettarifero inducendo la famiglia di api a prepararsi a un imminente raccolto. Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino Notiziario n. 21 aprile 2018 pag. 6

7 Se volessimo esprimerlo con una formula semplificando un po una situazione in realtà più complessa potremo scrivere che: molto polline + molto nettare + molte api = aumento della deposizione della regina. Quindi la nutrizione stimolante non fa che aumentare artificialmente il secondo fattore (molto nettare), è però evidente che se il polline e/o le api sono insufficienti il nostro intervento sarà del tutto inutile perché anche in questo caso vale la legge del minimo: nel senso che il fattore più carente rende inutile la presenza degli altri fattori (nel tino rotto la doga più corta fa uscire l acqua rendendo inutile la lunghezza maggiore di tutte le altre doghe). Per dirlo in altre parole la nutrizione stimolante avrà il suo effetto positivo solo se vi è sufficiente importazione di polline e solo se le famiglie non sono troppo deboli. La nutrizione stimolante viene effettuata con sciroppi zuccherini che è bene abbiano una concentrazione zuccherina alta (come minimo 1:1) nel senso che il peso dello zucchero deve essere pari o superiore a quello dell acqua. Se si prepara artigianalmente lo sciroppo il quantitativo di zucchero deve essere almeno di un chilo per ogni litro di acqua. Questo perché gli effetti negativi legati alle problematiche intestinali sono accentuati dall uso di sciroppi molto diluiti. La nutrizione stimolante, proprio perché simula una importazione di nettare, deve essere lenta e graduale: sarebbe del tutto inutile fornire grandi quantitativi in poco tempo perché il flusso nettarifero naturale è graduale e le api impiegano del tempo per bottinare molto nettare. Questa considerazione ci fa capire che se nutriamo con nutritori normali è necessario farlo spesso (ogni 2-3 giorni) con piccoli quantitativi di sciroppo. Se si vuole rendere la nutrizione veramente lenta e graduale come avviene in natura è necessario usare nutritori a depressione che offrono un triplice vantaggio: 1. Possono essere costruiti artigianalmente anche con materiali di recupero 2. Hanno un rilascio molto graduale dello sciroppo zuccherino 3. Per chi pratica il nomadismo o ha apiari molto lontani vi è la possibilità di usare nutritori a depressione di grandi dimensioni come ad esempi taniche da 5 litri che permettono alla famiglia una autonomia di svariate settimane La nutrizione stimolante è un aspetto essenziale per arrivare a uno sviluppo precoce delle famiglie e per poter portare in produzione colonie forti e ben popolate. A sinistra è visibile un nutritore a depressione con i suoi fori, per la nutrizione stimolante è opportuno utilizzare sciroppo ben concentrato e somministrare piccole dosi con frequenza simulando una importazione precoce di nettare. Dei nutritori a depressione abbiamo già parlato in modo approfondito in un apposito articolo reperibile su apival.net. Il nutritore a depressione è la scelta ideale se si vuole arrivare ad una nutrizione che eroghi in modo costante la soluzione zuccherina. Ne esistono di già pronti da acquistare (foto a destra) o possono essere costruiti artigianalmente con materiale di riciclo (foto al centro). In ambedue i casi il problema è quello di arrivare ad un quantitativo e ad un diametro dei buchi che garantisca il giusto flusso di liquido zuccherino. Se nutriamo utilizzando i nutritori normali e riempiamo di sciroppo alla sera le api in una sola notte lo svuotano completamente. In queste condizioni il flusso non è lento e regolare e l effetto stimolante è minore. I nutritori a depressione hanno un rilascio lento e molto regolare che può essere finemente messo a punto a seconda del numero e del diametro dei buchi attraverso chi le api possono succhiare lo sciroppo. Nutritori auto costruiti a depressione La nutrizione liquida con sistema a depressione consiste nel fornire alle api l alimento (sciroppo) dentro un contenitore che può essere riempito e poi chiuso ermeticamente (tappo). Il prelievo dello sciroppo avviene tramite alcuni forellini, praticati nella parte inferiore del recipiente, cui le api possono accedere liberamente dal foro del copri favo. Dai forellini del contenitore, una volta che questo e stato riempito, chiuso e capovolto, esce un po di sciroppo (conviene fare questa operazione sopra una bacinella o sopra l imbuto di riempimento). L uscita dello sciroppo però si interrompe rapidamente perché essa stessa provoca all interno del nutritore una depressione che impedisce un ulteriore uscita di liquido A questo punto si può posizionare il contenitore sul copri favo facendo attenzione che i forellini di alimentazione risultino posizionati in corrispondenza del foro. Man mano che le api succhieranno il liquido dai forellini dagli stessi entreranno piccole bollicine d aria che ridurranno la depressione e permetteranno di estrarre altro nutrimento, e così via. Di seguito alcuni accorgimenti pratici per ottimizzare e velocizzare l utilizzo dei nutritori a depressione realizzati con bottiglie di plastica (contenitori che sono molto adatti allo scopo): Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino Notiziario n. 21 aprile 2018 pag. 7

8 scegliere bottiglie a forma squadrata, con quattro facce abbastanza piane, preferibilmente trasparenti (da 1, 1,5 o 2 litri); evitare quelle con strozzature (per l impugnatura) che impediscono lo svuotamento completo; realizzare i buchi con una piccola punta da trapano (1 1,5 mm) che, asportando materiale, rende stabili nel tempo le dimensioni del foro; Una tanica da 5 litri con 4 fori praticati con punta di trapano. Il flusso dello sciroppo potrà essere diminuito chiudendo con del nastro uno o più buchi rispettare tra i fori la distanza minima di un ape; cerchiare con un pennarello la zona dei fori sulla bottiglia (dimensione del cerchio appena un po più ampia del foro del copri favo) per poter poi posizionare più facilmente, correttamente e ben centrata, la bottiglia; prima di effettuare il riempimento delle bottiglie coprire i forellini con del nastro adesivo, anche di carta; conviene togliere il nastro adesivo di copertura dei forellini (bottiglia già in posizione orizzontale) stando sopra l imbuto di riempimento sistemato sulla bocca della tanica di trasporto; in questo modo il poco liquido che esce prima che si realizzi la depressione ritorna nella tanica e non si sporcano i materiali; può essere utile interporre tra il copri favo e la bottiglia due strati di millebolle da imballaggio (10 x 15 cm circa, naturalmente con un foro in corrispondenza del buco del copri favo) come guarnizione per rendere perfetta la tenuta ed evitare la fuoriuscita di api che poi, non riuscendo a rientrare, morirebbero; volendo ridurre il flusso di nutrizione possono essere coperti con nastro adesivo plastico i fori in eccesso (per es. da tre o quattro ridurli a due o anche ad uno solo); questa operazione può essere utile per passare da una prima fase di nutrimento finalizzata sia alla stimolazione che all accumulo di scorte (famiglia povera di scorte con necessità di accumulo di sciroppo nei favi), ad una seconda fase di sola stimolazione della deposizione. Da una prima, breve, esperienza di utilizzo delle bottiglie di plastica come nutritore a depressione pare che i parametri più adatti per realizzare la nutrizione stimolante (con prelievo massimo giornaliero di cc di sciroppo) siano i seguenti: praticare nella bottiglia uno o due forellini del diametro di 1 mm (oppure un solo foro da 1,5 mm). A destra nutritore a depressione realizzato con una bottiglia di plastica riciclata e messo a dimora. I fori sono stati realizzati verso il basso dove sono visibili le api che stanno succhiando il liquido. Per utilizzare come nutritori taniche che forniscano una certa autonomia fra un riempimento e l altro è necessario aumentare l altezza del copri favo con apposite cornici come in figura al centro o con un melario vuoto. Con i nutritori normali questo non è possibile e l unica cosa che possiamo fare è fornire sciroppo frequentemente in piccole dosi a discapito però delle ore di lavoro necessarie senza peraltro però poter arrivare a un rilascio lento e graduale come si ottiene con i nutritori a depressione. Per i nutritori a depressione costruiti artigianalmente trovo come unico difetto il fatto che, dovendo utilizzare materiale di riciclo non dedicato spesso il contenitore, soprattutto se è una tanica, ha una altezza maggiore del copri favo obbligandoci ad aumentare lo spazio in altezza con una cornice o un melario vuoto. Del resto però questa tecnica consente di mettere a dimora anche una tanica da 5 litri che ci permette una autonomia molto maggiore risparmiando parecchio tempo. Questo aspetto è particolarmente importante quando si fa nomadismo e l apiario è lontano. Nutrizione per ripristinare le scorte Questo tipo di nutrizione si utilizza solo raramente, principalmente in occasione della messa a sciame. Con questa tecnica si cambiano tutti o in parte i favi del nido ed è necessario ripristinare un po di scorte. In questi casi si nutre molto intensamente con nutritori normali e con sciroppo zuccherino concentrato per almeno un mese dopo l operazione di messa a sciame. Vanno somministrate quantità rilevanti di sciroppo perché l operazione si attua a luglio quando le fioriture sono ormai passate e l importazione di nettare è minima. Questo tipo di nutrizione non solo permette di ricostruire le scorte, ma favorisce anche la costruzione dei fogli cerei e la deposizione da parte della regina. Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino Notiziario n. 21 aprile 2018 pag. 8

9 Melixa System peso differenziale Il peso differenziale calcolato dalla bilancia di Melixa System ci può aiutare molto nel regolare la nutrizione. Nel grafico si vedono le variazioni dal 2 al 30 marzo. Il peso varia fra i 32 e i 31 Kg (questo significa che sono presenti scorte adeguate). I rettangoli azzurri corrispondono all aumento di peso dovuto alla nutrizione, quelli rossi rappresentano le diminuzioni dovute ai consumi. In questo modo si può capire facilmente se la quantità di nutrimento somministrato e adeguata. Se la colonia su cui è installato il sistema rappresenta la media dell apiario questo dato può essere generalizzato e in base ai dati inviati si può decidere se nutrire ed eventualmente quanto. Se la colonia dovesse andare in crisi di fame si vedrebbe un drastico e continuo calo e il sistema manda un allarme. Buon lavoro a tutti con l augurio di una stagione 2018 ricca di soddisfazioni Romano Nesler Federazione Associazioni Apicoltori del Trentino Notiziario n. 21 aprile 2018 pag. 8

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