Lavori di stagione: Prima stringere poi allargare, dare spazio e nutrire

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1 Lavori di stagione: Prima stringere poi allargare, dare spazio e nutrire Essere buoni apicoltori significa saper correttamente interpretare le esigenze delle nostre colonie di api intervenendo tutte le volte che serve con tempestività ed efficacia. Nei climi continentali ad inverno freddo come i nostri il glomere viene invernato in autunno fra due diaframmi che chiudono in una camera calda tutti i telai ben popolati da api. Durante l inverno però il numero di api diminuisce e può succedere che alcuni dei telai laterali restino spogli di api. In questo caso la nostra camera calda è troppo grande e non è più veramente calda come potrebbe essere. Così in febbraio si può stringere Stringere Quando si fa questa operazione? Tutto dipende dalla quota e dall andamento climatico dell annata. In generale si fa quando: 1. E presente la prima covata che, nonostante il freddo, deve essere mantenuta sui gradi di temperatura 2. Il numero di api sta ancora diminuendo perché muoiono più api di quelle che nascono 3. Si possono prevedere ragionevolmente ritorni di freddo Nei nostri climi a quote medie (500 metri s.l.m) questa operazione si fa normalmente durante la prima visita primaverile di febbraio. Su quali colonie di api? Può essere fatta su tutte le famiglie di api, ma sicuramente possiamo dire che una colonia molto forte che copre bene ancora 8 o più favi con le proprie api non teme i ritorni di freddo e potrebbe cavarsela bene anche senza questo intervento. Le colonie più deboli invece ne hanno assolutamente bisogno. Primo esempio, bisogna stringere:

2 I diaframmi sono marcati con la lettera F e formano una camera calda di 5 favi. In questo caso stringere è assolutamente necessario perché il glomere è molto piccolo: le api coprono bene a mala pena 4 favi. Il quinto favo in basso prima del diaframma è popolato da poche api solo nella parte anteriore. In questo caso è necessario portare il diaframma in basso di un posto verso il centro dell arnia spostando il favo poco popolato fuori dalla camera calda. Secondo esempio In questo caso il glomere è molto piccolo ed è appena stato stretto su 4 favi spostando il quinto favo con in po di api verso la periferia e portando il diaframma verso l interno. Le poche api rimaste fuori dalla camera calda si ricompatteranno ben presto nel glomere dentro ai diaframmi. Si noti che il glomere non copre bene nemmeno i 4 favi che sono popolati solo nella parte anteriore. Una colonia come questa è fortemente esposta ai rischi dei ritorni di freddo. Potrebbe essere ulteriormente aiutata rimuovendo tutti i favi all esterno dei diaframmi e sostituendoli con pannelli coibentanti che riempiano completamente gli spazi vuoti.

3 Terzo esempio: In questo caso la camera calda è costituita da 5 favi coperti da api chiusa fra due diaframmi riconoscibili per il dorso di colore più chiaro e privo di cera. Verso il basso fuori dalla camera è stato mantenuto un favo di scorte per due ragioni: 1. Nelle ore calde le api possono passare al di là del diaframma per alimentarsi se dovesse servire 2. Al momento opportuno il favo potrà essere portato all interno allargando la camera calda La restante parte (in basso) è stata riempita di pannelli di polistirolo che è un materiale più morbido che le api possono rosicchiare e quindi va mantenuto in zona non a contatto diretto con il glomere. Volendo anche lo spazio occupato dal favo di scorte in basso poteva essere riempito con un ulteriore pannello di polistirolo aumentando la coibentazione. La scelta dipende dalle scorte presenti sui favi della camera calda e dall eventuale presenza di candito sopra al coprifavo.

4 Quarto esempio: non serve stringere: In questa colonia il glomere è calato poco, è ancora piuttosto grosso e copre bene i telai. Non vi sono favi quasi completamente scoperti. In questo caso non serve stringere, questa famiglia ha una massa di api in grado di tenera calda anche una camera più grande come questa. In questi casi si lavora meno e si ottengono risultati migliori: la famiglia parte più velocemente perché è in grado di tenere caldo un nido più grande che può accogliere anche 3 o 4 favi di covata.

5 Allargare Quando si fa questa operazione? Anche in questo caso tutto dipende dalla quota e dall andamento climatico dell annata. In generale si fa quando: 1. Il numero di api sta aumentando perché nascono più api di quelle che muoiono 2. E presente un numero di api maggiore e in aumento che sono in grado di mantenere una camera calda più grande 3. Cominciano ad essere presenti api sui diaframmi o addirittura sui favi lasciati all esterno di essi 4. I ritorni di freddo, se pur sempre possibili, son meno probabili e si prevede comunque che possano essere ben superati dalle nostre famiglie di api ormai in fase di espansione Qui sono appena stati tolti dei diaframmi inserendo dei favi, nella foto si può vedere un diaframma con costruzioni di cera: certamente in questo caso l allargamento andava fatto prima perché le api, a corto di spazio, popolavano il diaframma e cercavano di sfruttare il poco spazio a disposizione. Allargamento in due fasi e in una fase 1. Se il glomere è piccolo l allargamento viene fatto in due o più fasi 2. Se il glomere è grande può essere allargato in una sola fase Allargamento in più fasi Più il glomere è piccolo più deve essere allargato gradualmente in più fasi che si sviluppano così: 1. Sposto verso la periferia un diaframma facendo rientrare un favo e ripeto gradualmente questa operazioni fino a che i due diaframmi sono completamente decentrati contro la parete dell arnia. 2. Tolgo i diaframmi e li sostituisco con favi

6 Se le colonie di api sono molto forti e coprono già 7-8 favi si può passare direttamente alla fase due. Esempio: In questo caso sono presenti solo due disframmi: si allarga in una sola fase perché una colonia così non teme certo ritorni di freddo, si tolgono i diaframmi si inseriscono due favi. Inserimento dei favi per allargare Se si hanno a disposizione favi essi sono sempre preferibili ai fogli cerei per due ragioni: 1. Generalmente si fa questa operazione abbastanza presto quando le api non sono ancora in grado di costruire dei fogli cerei 2. I favi offrono spazio immediatamente disponibile nel momento in cui serve. Nella figura in alto i favi pronti per la fase di allargamento, nella prima cassetta quelli pieni di score, nella seconda quelli con spazio per la covata. Naturalmente gli alveari sono stati visitati la volta precedente per verificare quali tipologie di favi servono (vuoti, pieni del tutto, con scorte e spazio per la covata) e quanti

7 per ciascuna tipologia. Il lavoro dell apicoltore deve essere preciso e adeguatamente programmato. Ovviamente se non si hanno favi bisogna fare di necessità virtù, ma posso garantire che i risultati ottenuti a seconda dei casi sono ben diversi: mettendo a disposizione dei favi già fatti la regina parte subito con la deposizione di uova e o sviluppo della colonia è molto più rapido. Non solo sarebbe opportuno avere favi, ma la situazione ideale sarebbe quella di disporre di tipologie diverse usabili a seconda dei casi: 1. Favi completamente vuoti che vanno bene se il nido è molto carico di scorte e serve spazio per la covata. In questo caso i favi si inseriscono all interno in mezzo alla covata 2. Favi completamente pieni di scorte utili se il nido è poverissimo di miele che vanno inseriti all esterno, dopo il favo del polline. 3. Favi con scorte e spazio per la covata utili se il nido contiene già un quantitativo adeguato di scorte, essi possono essere inseriti a bordi della covata E chiaro che prima di togliere i diaframmi ed inserire i favi bisogna visitare accuratamente tutte le arnie per capire che tipo di favo conviene inserire: Completamente vuoto? Con scorte e spazio? Con sole scorte? Si prende nota delle esigenze complessive per recarsi in apiario con il materiale che effettivamente serve. Due colonie abbastanza ben sviluppate: quella di sinistra va allargata togliendo il diaframma presente a destra e inserendo un favo costruito. Quella di destra invece è già stata allargata inserendo due favi sulla sinistra che si presentano ovviamente non popolati, ma saranno ben presto coperti di api perché la covata opercolata è molta.

8 Allargare: quando si arriva in ritardo Qui siamo già in ritardo: la famiglia di destra è molto popolata (su 9 favi di api) e con molta covata opercolata. Nel contempo in basso è presente ancora un diaframma che andava rimosso prima e sostituito con un favo vuoto. Qui bisognerà fare attenzione perché questa colonia è già ben avviata verso la sciamatura. Nel caso di destra erano stati inseriti sulla sinistra due favi con scorte al di là del diaframma, ma le api li hanno colonizzati stabilmente portando anche molto polline e il diaframma sta rappresentando una barriera che impedisce lo sviluppo armonico della famiglia. A conclusione delle operazioni:

9 Se l operazione è fatta al momento giusto in breve tempi i nuovi favi inseriti sono ricoperti di api che ne prendono possesso. Ben resto la covata aumenterà e la famiglia di api sarà in condizione di ostruire i primi fogli cerei. Nutrire con sciroppo liquido Quando nutrire? La nutrizione con sciroppo zuccherino liquido può essere iniziata solo quando le api escono dall arnia tutti i giorni e quindi possono fare giornalmente voli di purificazione. In genere queste condizioni si hanno circa 40 giorni prima dell inizio della fioritura della robinia. A quote medie (500 metri s.l.m.) si inizia di solito nella seconda metà di marzo, verso S. Giuseppe. Che sciroppi usare? In primavera è bene usare sciroppi molto concentrati a base di fruttosio e glucosio. Esistono in commercio prodotti con un quantitativo di acqua di poco superiore a quello del miele (23 25%). Se si fa lo sciroppo in caso consiglio un rapporto fra acqua e zucchero pari a 1:2 vale a dire un litro di acqua ogni due chilogrammi di zucchero. Quanto nutrire? Molti apicoltori mi chiedono quanto nutrire, ma purtroppo non si può dare una regola generale perché tutto dipende da quante scorte sono presenti nel nido. Prima di iniziare serve una visita di verifica per capire le esigenze: un nido con quantità adeguata di scorte porta l arnia ad un peso di circa Kg. I favi laterali (almeno 2) sono pieni di scorte e quelli centrali con la covata hanno la loro bella corona di miele. Valutazione delle scorte presenti per capire quanto nutrire Questa valutazione è utile per due scopi: Decidere che tipologia di favi inserire al posto di pannelli e diaframmi (vuoti, pieni ) Decidere se e quanto nutrire nel periodo successivo alla visita La valutazione della quantità di scorte richiede un po di esperienza e per il principiante è spesso un po difficoltosa. Proprio per questo motivo voglio dare qualche indicazione che possa orientare una corretta stima. Vanno analizzati tutti i favi del nido. Qui in basso due favi di covata decisamente troppo poveri di miele. Caso 1 scorte adeguate La valutazione di quante scorte siano presenti non è facile ed intuitiva. Serve considerare come sono i favi centrali con covata e anche quelli laterali con scorte. Per facilitare mi aiuto con immagini. Se i favi centrali con covata sono come quelli di questa foto con una bella corona di miele visibile in alto e sulla sinistra

10 In alto due favi di covata ben bilanciati, con una giusta quantità di scorte, in entrambi i casi intorno alla covata vi è una bella corona di miele e polline. A sinistra un favo di covata con scorte eccessive, lo spazio per la covata è ridotto a meno della metà della superficie totale del favo. Questo favo contiene almeno 2-2,5 Kg di miele, se tutti i favi di covata fossero così avremmo troppe scorte (20 Kg circa solo nella parte con covata). Invece lo spazio disponibile per la covata sarebbe troppo scarso. Regole di valutazione Favi interni di covata. Un favo interno del nido contenente covata può essere considerato ben bilanciato fra scorte e covata quando le proporzioni di superficie occupata sono circa: Due terzi di covata Un terzo di scorte Come avviene ad esempio più o meno nei due favi delle figure Favi esterni di scorte. Un favo esterno di scorte può essere considerato un buon favo quando è pieno di scorte per almeno i due terzi della sua superficie (peso approssimativo almeno 2 Kg). E opportuno siano presenti nel nido da 2 a 3 favi di scorte pieni per almeno i due terzi.

11 Il quantitativo ideale di scorte alcuni calcoli. Facciamo un esempio: Tre favi di scorte di 2 2,4 Kg ciascuno (circa 7 kg di scorte) Sette favi di covata con scorte di 1-1,3 Kg ciascuno (9 Kg circa di scorte) Il totale risulta essere 16 Kg. Un quantitativo fra i 15 e i 20 kg di scorte è adeguato. Una corretta e precisa stima delle scorte presenti in ogni colonia ci permette di : 1. Allargare usando i materiali giusti (favi vuoti o pieni di scorte) 2. Evitare fenomeni di fame con regressione delle colonie 3. Posare i melari sapendo di poter contare su nidi che contengono scorte adeguate Quanto nutrire? Se sappiamo quante sono le scorte si può dire Caso 1 scorte adeguate Se abbiamo favi con covata e miele come questo della figura in basso o un po meno e 2-3 favi laterali pieni la situazione è ideale e le scorte sono adeguate: possiamo nutrire solo il minimo indispensabile per stimolare. In questa situazione è sufficiente circa mezzo nutritore piccolo ogni 5-7 giorni perché basta stimolare coprendo il fabbisogno dei consumi. Caso 2 scorte insufficienti Quando le scorte sono insufficienti abbiamo favi magari pieni di covata, ma completamente o quasi privi di miele. Se poi anche i favi laterali sono vuoti la situazione può essere considerata a rischio per la sopravvivenza stessa della famiglia di api. In questi casi la nutrizione non serve solo di stimolo, ma è necessaria prima di tutto per ripristinare le scorte: si parla di nutrizione di soccorso. E necessario nutrire con quantitativi maggiori (per esempio un nutritore piccolo peno ogni 5 giorni)

12 verificando periodicamente le scorte per capire per quanto tempo proseguire con dosi alte. Caso 3 scorte eccessive In questo caso in fase iniziale non si nutre per niente attendendo che i consumi liberino spazio per la deposizione di covata da parte della regina e solo successivamente si può se mai stimolare con quantitativi molto piccoli come ad esempio un terzo di nutritore piccolo ogni 8 giorni. Costruzione di nuovi favi e ricambio della cera nel nido (da aprile a giugno) E buona pratica cambiare ogni anno almeno tre favi del nido in modo da rinnovare tutta la cera ogni 3-4 anni. Il telaio con il foglio cereo va sempre inserito a lato della covata e prima dei favi di scorte. Nella famiglia della figura in basso sono presenti tre favi di scorte, due a destra e uno a sinistra. In questo caso ho preferito inserirlo a destra in modo che rimanga in posizione più centrale. Un foglio cereo viene costruito se e solo se si verificano tutte le tre condizioni qui elencate: 1. le api e la covata sono molte (ben coperti di api anche i favi laterali sulle facce esterne) 2. il tempo è bello con temperature miti 3. vi è importazione di nettare (o nutrizione con sciroppo zuccherino da parte dell apicoltore)

13 Nella figura in basso una situazione tipica dopo l inserimento del foglio cereo (visibile per il legno più chiaro con il dorso più bianco). La colonia e ben popolata se le temperature sono abbastanza miti sarà costruito in breve tempo. Se il tempo diventasse stabilmente brutto è necessario nutrire per favorirne la costruzione. Si tenga presente che inserendo 3 fogli cerei in media all anno si coprono le esigenze di rinnovo dei favi vecchi del nido, ma non quelle di avere un po di favi a agazzino per ogni necessità (e abbiamo visto in questo articolo che i favi di magazzino sono molto utili e sarebbe opportuno avere una ricca scelta). Concludendo penso che un buon apicoltore che non intende produrre nuclei possa coprire le proprie esigenze facendo costruire in media 4-5 fogli cerei all anno ad ogni famiglia. Chi vuole produrre nuclei dovrebbe arrivare a medie per arnia decisamente più alte (6-8 fogli cerei costruiti). Si tenga anche presente che nelle annate con andamento stagionale favorevole bisogna produrne un po di più per compensare le annate difficili Buon lavoro a tutti e auguri per una stagione ricca di soddisfazioni. Romano Nesler

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