Art. 1 - DISPOSIZIONI GENERALI

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1 Art. 1 - DISPOSIZIONI GENERALI Art Contenuti e finalità del Piano delle Regole. Il Piano delle Regole disciplina, in base alla vigente legislazione nazionale e regionale, le parti del territorio comunali che riguardano: 1) gli ambiti del tessuto urbano consolidato; 2) le aree destinate all agricoltura; 3) le aree soggette a trasformazione urbanistica; 4) le aree invariante (salvaguardia). Le aree individuate dal Piano delle Regole sono contenute nella tavola D3.1/A- Quadro di sintesi delle strategie di piano: quadrante 1 e nella tavola D3.2/A- Quadro di sintesi delle strategie di piano: quadrante 2 del piano stesso. Le presenti norme tecniche integrano le indicazioni contenute negli elaborati grafici, secondo le indicazioni e/o orientamenti indicati nella relazione illustrativa di piano. Il Piano delle Regole è costituito dagli elaborati elencati al successivo articolo 15 delle presenti norme. Le indicazioni contenute nel Piano delle Regole hanno carattere vincolante e producono diritti sul regime giuridico dei suoli. Sono ammesse deroghe alle presenti norme solo per gli edifici pubblici o le attrezzature pubbliche, di uso ed interesse pubblico, come stabilito dall articolo 41 quater della Legge Urbanistica n del 17/08/1942. I vincoli, le destinazioni e le norme particolari risultanti dalle tavole di piano prevalgono sulla normativa generale delle presenti norme attuative. Art Coordinamento del Piano delle Regole con gli altri strumenti del PGT. Per quanto non trattato dalle presenti norme si rimanda ai contenuti degli altri strumenti previsti per il PGT (Documento di Piano e Piano dei Servizi). In particolare il Piano delle Regole recepisce le indicazioni previste dal Documento di Piano e definisce gli indici, i parametri edilizi e le classificazioni delle destinazioni d uso, come successivamente specificato. Le previsione del Manuale degli interventi previsti per l intervento sugli edifici del nucleo antico D7 contiene le indicazioni prescrittive per gli ambiti di trasformazione; esse prevalgono sulle prescrizioni contenute nelle presenti norme. Art Destinazioni d Uso. Il Piano delle Regole, in applicazione alle disposizioni degli articoli 10 e 51 della Legge Regionale 12 marzo 2005, definisce le destinazioni d uso principali, quelle complementari e quelle escluse. In generale, dove non diversamente contemplato nelle disposizioni relative alle singole aree, si devono considerare come destinazioni complementari o accessorie tutte le destinazioni non esplicitamente escluse. Pagina 1 di 52

2 Per la definizione delle destinazione d uso, il Piano delle Regole recepisce integralmente la classificazione contenuta nell Art. 18 delle norme tecniche del Documento di Piano. Nei documenti presentati per l ottenimento del titolo abilitativo ovvero per l approvazione dei piani attuativi, deve essere dimostrato il rispetto delle prescrizioni relative alle destinazioni d uso. Nelle convenzioni e negli atti d obbligo, cui fosse eventualmente subordinato il titolo abilitativo, deve essere incluso l impegno al rispetto di dette destinazioni. E sempre ammesso il mutamento della destinazione d uso da una destinazione principale a una secondaria o compatibile che comporti l esecuzione di opere edilizie. Il Piano dei Servizi potrà determinare in quali casi i mutamenti di destinazione d uso possono comportare una variazione del fabbisogno d aree e servizi pubblici e di interesse pubblico. Art Attuazione del Piano delle Regole. Il Piano delle Regole si attua mediante: a) Titolo abilitativo semplice: come previsto dalla legislazione vigente in materia (permesso di costruire, denuncia d inizio di attività, ecc.); b) Piani attuativi: ambiti di trasformazione urbanistica. Nelle tavole del Piano delle Regole sono individuati i comparti assoggettati alla formazione obbligatoria del piano attuativo con la relativa specifica tipologia di detto piano. La volumetria realizzabile all interno di ciascun comparto assoggettato a piano attuativo si calcola applicando i parametri ed i indici previsti per ciascuna delle aree nelle quali ricadono. E sempre assoggettata alla pianificazione attuativa la realizzazione delle medie strutture di vendita anche quando questa avvenga mediante il recupero di fabbricati destinati in precedenza ad altro uso. L Amministrazione Comunale si riserva la facoltà di promuovere piani attuativi anche per ambiti territoriali per la quale la formazione di un piano attuativo non risulta prescritta dal Piano delle Regole. L attuazione di detti piani comporta la cessione delle aree per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria nella misura indicata dal Piano dei Servizi. Art Salvaguardia dell ambiente. Per gli interventi da effettuarsi su aree in precedenza utilizzate da attività produttive o depositi di sostanze pericolose, il proponente dovrà produrre, a corredo della documentazione per la richiesta del titolo abilitativo, una indagine sulla qualità del suolo e del sottosuolo per accertare la qualità del sito con la destinazione prevista, con riferimento ai limiti disposti dalla legislazione nazionale e regionale in materia con particolare riferimento alle disposizioni contenute nel Decreto Legge 152/96. Pagina 2 di 52

3 Art Incentivazione risparmio energetico. Il Piano delle Regole incentiva la costruzione di immobili in grado di garantire una maggiore efficienza energetica ed un minore consumo di risorse primarie (calore, aria, acqua, luce, ecc.). A tale scopo, in sede di procedura abilitativa, può essere applicato un incentivo in misura non superiore al 15% del volume edificabile. L applicazione di detto incentivo sarà regolata dai criteri di valutazione stabiliti dai regolamenti comunali in materia e sarà autorizzabile soltanto se da questi esplicitamente richiesta. Pagina 3 di 52

4 Art. 2 - NORME URBANISTICHE Art Opere di urbanizzazione nozione. S intendono tutte quelle attrezzature di servizio necessarie per dotare il territorio delle opere indicate all'articolo 4 della Legge n 847 nonché quelle indicate all'articolo 44 della Legge n 865 e relative integrazioni, ivi comprese le opere infrastrutturali di ogni tipo necessarie ad allacciare le singole zone ai pubblici servizi o per il potenziamento di questi ultimi.- Art Opere di urbanizzazione primaria. Per urbanizzazione primaria s intende l'insieme delle aree ed opere che costituiscono i requisiti atti e necessari per rendere edificabili un'area e precisamente: a) la rete stradale, le aiuole spartitraffico, i marciapiedi; b) gli spazi di sosta e parcheggio pubblici lungo le pubbliche vie; c) la rete di fognatura; d) gli impianti di depurazione; e) la rete di distribuzione dell'energia elettrica con relativa cabina dell'energia elettrica di trasformazione, dell'acqua e del gas; f) l'impianto di illuminazione pubblica; g) la canalizzazione della rete telefonica; h) gli spazi di verde attrezzato a servizio dell'insediamento. I suddetti oneri, interamente a carico dei richiedenti, possono essere monetizzati dall'amministrazione Comunale con apposita delibera. Art Opere di urbanizzazione secondaria. Per opere di urbanizzazione secondaria devono intendersi, oltre alle opere tassativamente previste dall'articolo 44 della Legge 22 Ottobre 1971 n 855 le opere necessarie a dotare la zona delle più importanti infrastrutture urbane in rapporto alle esigenze sociali dell'insediamento, nonché le opere necessarie per allacciare la zona ai pubblici servizi ed esattamente: - Asili nido e Scuole materne; - Scuole dell'obbligo; - Mercati di quartiere; - Delegazioni e Uffici Comunali decentrati; - Edifici per servizi religiosi; - Impianti sportivi di quartiere; - Centri sociali ed attrezzature culturali; - Ambulatori e centri sanitari; - Aree verdi di quartiere; - Parcheggi pubblici in sede propria. Da tale nozione sono da escludere: - gli assi viari secondari o al diretto servizio di singoli insediamenti; - gli svincoli o allacciamenti a reti viarie di dimensione comunale o Pagina 4 di 52

5 sovracomunale; - le reti principali di servizi tecnologici di rilevanza per l'intero agglomerato urbano o potenziamento degli stessi.- Art Piani attuativi. Ai sensi dell'articolo 28 della Legge Urbanistica Nazionale e dell articolo 12 e primo comma Legge Regionale 11/03/2005 n.12 e Legge Regionale 14/03/2008, n.4 in tutte gli ambiti di ristrutturazione urbanistica (Aree A1 e B1) e trasformazione urbanistica (aree C1 e D2) è soggetta a preventivo piano attuativo come espressamente individuato nella tavola D4-Quadro di sintesi delle strategie di piano: dettagli e precisamente: a) Area A1 Piano Particolareggiato e/o Piani di Recupero; b) Area B1 Piano di Recupero; c) Area C1 Programma Integrato di Intervento; d) Area D2 Piano Insediamenti Produttivi. Tale piano è normalmente di iniziativa privata, ma può essere promosso dall'amministrazione Comunale come Piano Attuativo d'ufficio quando sia accertata l'inerzia dei proprietari interessati.- Art Convenzione di attuazione del piano attuativo. L'approvazione del piano di attuativo è subordinata alla stipulazione tra il Comune e le proprietà interessate di una convenzione inerente ai modi e i tempi di attuazione e l assunzione degli oneri di urbanizzazione. I contenuti essenziali degli elaborati del piano di lottizzazione devono essere i seguenti: 1) Stralcio del Piano delle Regole vigente con individuazione della zona oggetto dello strumento attuativo.; 2) Stralcio delle norme tecniche del Piano delle Regole vigente; 3) Planimetria del progetto di piano attuativo disegnata su mappa catastale; 4) Schemi tipologici, profili e sezioni significative; 5) Estratto di mappa con indicazione dei dati catastali relativi alle ditte comprese nel piano.; 6) Progetti esecutivi delle opere di urbanizzazione; 7) Schema di convenzione. Art Strumenti attuativi vigenti. Si applicano gli indici, i parametri urbanistici e i modi e i tempi di attuazione previsti negli atti convenzionali sottoscritti tra l Amministrazione Comunale e gli aventi diritto all edificazione. Art Piani di recupero stralcio. L Amministrazione Comunale potrà accettare piani di recupero stralcio, nelle aree A1, purché in attinenza con le seguenti norme morfologiche di rispetto ambientale: le coperture dovranno essere realizzate a falde piane con pendenza del Pagina 5 di 52

6 30/35% e prevedere l'uso di tegole curve di laterizio (coppo tradizionale) recuperando, ove possibile, il materiale originale. È vietata la creazione di volumi tecnici sporgenti dalle linee di falda; nelle coperture non dovranno realizzarsi nuove aperture salvo quelle strettamente indispensabili per garantire la manutenzione del tetto e il funzionamento tecnologico dell edificio, e comunque secondo i disposti della Legge Regionale 15 luglio 1996, n.15. Abbaini e comignoli dovranno essere di foggia tradizionale reimpiegando, ove possibile, il materiale originale; le gronde non dovranno aggettare più di 60 cm. rispetto al filo della facciata sia verso spazio pubblico che privato. Dovranno realizzarsi in legno o essere rivestite da mensole e frontali in laterizio di foggia tradizionale. È vietato in ogni caso l'uso di calcestruzzo armato a vista; i canali di gronda e i pluviali dovranno realizzarsi in rame o in altro materiale verniciato di colore scuro; i serramenti esterni di porte e porte-finestre dovranno realizzarsi in legno tinteggiato opaco o mordenzato scuro in forma di doppia anta piena o specchiata con gelosie (persiana tradizionale). È vietato in ogni caso l'uso di serramenti avvolgibili; i serramenti interni di finestre e porte - finestre visibili dall'esterno dovranno anch'essi realizzarsi in legno tinteggiato opaco in forma di doppia anta specchiata e risultare arretrati di almeno una testa di mattone rispetto al filo esterno di facciata; le finestre poste al piano terreno non potranno dotarsi di serramento esterno ma saranno difese da inferriate arretrate rispetto al filo esterno di facciata, reimpiegandosi, ove possibile, il materiale originale; i portoni dei passi carrai e i portoncini degli accessi pedonali andranno realizzati completamente in legno tinteggiato opaco a doghe orizzontali o secondo altra foggia che sarà prescritta dall Amministrazione Comunale in relazione alla natura dei luoghi; le vetrine dei negozi e laboratori potranno realizzarsi anche in vetro e metallo, purché verniciato opaco e di colore scuro; la larghezza delle finestre non potrà superare i l00 cm., quella dei passi carrai non potrà superare i 350 cm, quella dei negozi non potrà superare i 300 cm e comunque la porzione di facciata delimitata da due finestre successive; le aperture si adorneranno solamente di davanzali e soglie esterne che, ove non realizzati in cotto, potranno anche essere in pietra naturale o artificiale purché opaca (tipo arenaria) e di semplice disegno. È vietato in ogni caso l'uso di marmi; le facciate e frontespizi saranno intonacati al civile e tinteggiati lisci senza rilievi o graffiature salvo per le eventuali zoccolature che, non più alte di 80 cm. dalla quota marciapiede, potranno realizzarsi ad intonaco strollato o simili. È vietato in ogni caso l'uso di pietre naturali; non saranno ammessi balconi o altri corpi aggettanti dalle facciate visibili da spazi pubblici. all'interno degli edifici andrà comunque prevista la conservazione degli elementi architettonici di maggior pregio (le volte in muratura e in canniccio, i solai a cassettoni di buona fattura, porticati, logge, colonne, e quant'altro sia riconosciuto come meritevole di salvaguardia) ; Pagina 6 di 52

7 la pavimentazione degli spazi esterni sarà realizzata in ciottoli, in cotto o in pietre naturali (tipo granito o beola) o altro materiale preventivamente autorizzato; andranno salvaguardate le piantumazioni esistenti. Le nuove alberature dovranno essere di tipo tradizionale con l'esclusione categorica delle conifere. Tutti gli interventi edilizi, qualora si debbano effettuare sugli immobili soggetti a tutela monumentale o ambientale, siano essi inclusi o meno in piani attuativi, sono comunque subordinati all acquisizione preventiva del relativo nulla-osta delle competenti autorità amministrative. Pagina 7 di 52

8 Art. 3 - PEREQUAZIONE URBANISTICA Art Obiettivi della perequazione. È assunto come obiettivo, del presente Piano delle Regole, la perequazione tra i proprietari delle aree interessate dalle previsioni edificatorie ed i proprietari dei terreni vincolati dal sistema dei servizi. Le disposizioni di cui al presente articolo sono applicate, nei limiti consentiti dalla vigente legislazione e dagli accordi sottoscritti dai proprietari interessati, nelle seguenti zone omogenee: Area A1 (nucleo di antica formazione); Area B1 (aree di ristrutturazione urbanistica); Area B2 (aree residenziali di recente impianto urbano semi intensive); Area B3 (aree residenziali di recente impianto urbano intensivo). Gli ambiti all interno dei quali potranno essere applicata la perequazione urbana tra i proprietari è individuata nella tavola D5 - Ambiti perequativi attribuendo ai soli fini perequativi, a tutte le aree in previsione del sistema dei servizi pubblici, un indice d edificabilità pari a 0,50 mc/mq. I proprietari delle aree, ricadenti nelle previsioni indicate al precedente comma, hanno la facoltà di trasferire in tutto o in parte, alle condizioni del successivo articolo, la volumetria di pertinenza della stessa, negli ambiti di comparto sui quali le presenti norme ne consentono la concentrazione. Art Trasferimenti di diritti edificatori delle aree vincolate in ambiti insediativi privati. I proprietari di aree ricadenti nelle aree A1, B1, B2 e B3 potranno chiedere all Amministrazione Comunale di trasferire, ai fini e negli ambiti di cui ai punti dell articolo precedente, i volumi di pertinenza dell intera area stessa o parte di essa avente i requisiti dei cui al successivo articolo 3.3. Al fine del suddetto trasferimento, con le norma previste al successivo articolo, dovrà essere ceduta gratuitamente l area di appartenenza del volume riguardante. Il trasferimento del volume è consentito solo ai fini della realizzazione di interventi di nuova costruzione, ivi compresi quelli di ampliamento di edifici esistenti. Il volume di cui ai commi precedenti potrà essere utilizzato al fine di coprire, in tutto o in parte, la differenza tra la volumetria minima e quella massima prevista per la zona. Nei casi di interventi di nuova costruzione promossi da demolizione di edifici esistenti, i parametri urbanistici eccedenti trovano applicazione solo per i volumi in aggiunta a quelli già in essere. Art Atti convenzionali. Ai fini del trasferimento del volume consentito (minimo 50 mc.) dagli articoli precedenti occorre che le aree vincolate, oggetto di calcolo, siano cedute Pagina 8 di 52

9 gratuitamente al Comune. Tale cessione potrà avvenire con convenzione relativa all attuazione dello strumento attuativo nella quale sarà concentrata la volumetria oggetto di trasferimento oppure con apposito successivo atto. Nella prima ipotesi dovrà essere, in modo puntuale, indicato il volume trasferito, secondo il calcolo previsto all articolo 3.1, i mappali ed il foglio di riferimento e i dati della proprietà intestataria. L Amministrazione Comunale potrà accettare le convenzioni, anche per la presentazione dei permessi di costruire, ma per il suo rilascio dovrà essere predisposto l atto di passaggio tra il proprietario dell area e l Amministrazione Comunale. Tutti gli atti di cessione al Comune dovranno essere a cura e spese degli operatori interessati. Pagina 9 di 52

10 Art. 4 - DISCIPLINA DELLE AREE Art Norme edilizie a carattere generale Art Parcheggi e autorimesse Nelle nuove costruzioni assoggettate a preventivo Piano Attuativo, devono essere ricavati nell'area edificabile aree attrezzate a parcheggio nella misura di 1 mq. ogni 10 mc. di costruzione, come previsto dall'articolo 2 della Legge 122/89. Art Sistemazione aree prospicienti le strade Le aree esterne alla costruzione, ove possibile, dovranno essere sistemate a giardino e piantumate. Nelle zone d espansione la superficie non filtrante (pavimentazione) non potrà superare il 30% dell intera area esterna. Art Recinzioni Per il nucleo antico e per gli edifici di antica formazione sono ammesse lungo le strade recinzioni in muratura conforme al profilo architettonico esistente. Per le recinzioni interne sono da preferire le recinzioni naturali (siepi verdi). Le recinzioni non trasparenti non potranno superare l'altezza di ml Per le aree B sono ammesse recinzioni fino a ml di altezza di cui ml in muratura, la parte sovrastante in ferro o grigliati trasparenti. Per le aree C sono ammesse recinzioni fino a ml.1.80 di altezza di cui ml in muratura, la parte sovrastante in cancellata di ferro o grigliati trasparenti. La suddivisione dei lotti potrà essere attuata con recinzioni diverse quando conseguono da uno studio ambientale con propria dignità architettonica e non determinano contrasto con l'ambiente circostante. Per le aree D ove lo richiedono ragioni inerenti le lavorazioni effettuate nei nuovi complessi produttivi, sono ammesse recinzioni murarie fino all'altezza di ml Lungo le pubbliche vie le recinzioni non potranno superare l altezza di ml di cui ml in muratura, la parte sovrastante in cancellata di ferro o grigliati trasparenti. Per le aree E sono ammesse recinzioni chiuse fino a ml lungo le aziende agricole. Norma generale. Al fine di consentire la visibilità veicolare, nelle intersezioni tra strade pubbliche, la posa di siepi verdi dovrà essere arretrata di ml.2.00 da punto d intersezione. Pagina 10 di 52

11 Art Fattibilità geologica Tutti gli interventi relativi alla modificazione del territorio, inerente ai sistemi infrastrutturali, le nuove costruzioni, le ristrutturazioni e gli ampliamenti, dovranno essere verificati con la carta di sintesi, dei vincoli, della fattibilità geologica delle azioni di piano, che fanno parte integrante del presente piano. I progetti dovranno essere predisposti secondo le classi e sottoclassi di fattibilità, per ciascuno delle quali sono indicate le indagini da effettuare e le cautele da adottare per ogni singolo intervento progettuale. Art Norme Geologiche di Piano Le norme geologiche di piano costituiscono la normativa d uso della Carta di Fattibilità e riportano per ciascuna classe le indicazioni in merito alle indagini di approfondimento ed alla loro estensione, da effettuarsi prima degli interventi urbanistici, con riferimento alla tipologia ed all intensità del fenomeno che ha determinato l assegnazione della classe di fattibilità. Va comunque ricordato che tali norme tecniche si sommano a quelle di tutela ambientale previste dai vari vincoli, che di volta in volta possono imporre soluzioni e studi aggiuntivi rispetto a quanto esposto in tale sede, secondo le intenzioni degli enti gestori dei vincoli. Di seguito si riportano le norme geologiche inerenti gli studi di approfondimento e le opere di mitigazione del rischio, eventualmente da realizzare, organizzate in articoli da inserire integralmente in futuro nel Piano delle Regole e nel Documento di Piano del P.G.T.. Art Classe di fattibilità 1 (Fattibilità senza particolari limitazioni) La classe comprende quelle aree che non presentano particolari limitazioni all'utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d'uso e per le quali deve essere direttamente applicato quanto prescritto dal D.M. 14 settembre 2005 "Norme tecniche per le costruzioni". Il territorio di Capralba, per la conformazione geotecnica del sottosuolo e per l assetto idrogeologico che lo caratterizzano, è sprovvisto di zone in classe 1. Art Classe di fattibilità 2 (Fattibilità con modeste limitazioni) La classe comprende le zone nelle quali sono state riscontrate modeste limitazioni all'utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d'uso, che possono essere superate mediante approfondimenti di indagine e accorgimenti tecnico-costruttivi e senza l'esecuzione di opere di difesa. Per le medesime ragioni esposte in precedenza non vi sono sul territorio di Capralba aree in classe 2. Art Classe di fattibilità 3 (Fattibilità con consistenti limitazioni) La classe comprende le zone nelle quali sono state riscontrate consistenti limitazioni all'utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d'uso per le condizioni di pericolosità/vulnerabilità individuate, per il superamento Pagina 11 di 52

12 delle quali potrebbero rendersi necessari interventi specifici o opere di difesa. Tutto il territorio di Capralba è inserito in classe 3, a causa della scarsa qualità geotecnica dell immediato sottosuolo e della ridotta profondità dal piano campagna della falda freatica. Studi di approfondimento per interventi privi di rischio di inquinamento delle acque sotterranee In questo caso la realizzazione di edifici residenziali, fabbricati industriali e manufatti deve essere preceduta da un indagine geotecnica finalizzata all acquisizione, mediante prove in sito e/o di laboratorio, dei parametri meccanici che caratterizzano il terreno, alla valutazione della capacità portante e dei cedimenti della fondazione ed all analisi di stabilità dei fronti di scavo. Il quadro geologico non comporta di per sé complicazioni insuperabili, ma la progettazione edilizia non può prescindere dalla conoscenza approfondita delle proprietà meccaniche del sottosuolo. Lo studio di approfondimento dovrà essere corredato obbligatoriamente da specifiche indagini geognostiche finalizzate alla predisposizione della relazione geotecnica, articolata secondo i seguenti contenuti: inquadramento del sito nel contesto morfologico territoriale definizione delle proprietà geologiche dell area individuazione degli elementi idrogeologici ed idraulici dell area (questi ultimi solo per le zone in prossimità delle rogge) eventuale definizione delle tecniche di dispersione nel sottosuolo atte a garantire il rispetto dei corpi idrici sotterranei verifica idraulica delle sezioni di deflusso sulla base delle portate di massima piena dei corsi d acqua (solo per le zone in prossimità delle rogge) eventuale acquisizione della stratigrafia del sottosuolo caratterizzazione geotecnica dei terreni ottenuta mediante indagini in sito e/o in laboratorio valutazione delle condizioni di stabilità dei fronti di scavo determinazione per le nuove strutture della capacità portante e dei cedimenti del terreno di fondazione esame dell interferenza della falda con le operazioni costruttive indicazione delle modalità di esecuzione dei lavori e delle eventuali opere da costruire allo scopo di assicurare la protezione dei fabbricati da inconvenienti di carattere geotecnico. Studi di approfondimento per interventi connessi al rischio di inquinamento delle acque sotterranee Il territorio di Capralba è stato identificato dalla Regione Lombardia, tramite la D.G.R n. 8/3297, nell elenco dei comuni interamente compresi nell area vulnerabile ai nitrati di origine zootecnica ed agricola e derivanti da prodotti fitosanitari. L assetto idrogeologico del territorio di Capralba richiede quindi, nell ambito di interventi di edificazione e/o di creazione di nuove attività artigianali e produttive, uno studio dettagliato sulle proprietà litostratigrafiche dell immediato Pagina 12 di 52

13 sottosuolo e della falda idrica sotterranea, al fine di determinare la condizione di rischio effettivo e stabilire le eventuali soluzioni tecniche da impiegare per ridurre al minimo la possibilità di provocare l inquinamento delle acque sotterranee. Per tutti gli interventi in aree sprovviste di allacciamento alla fognatura, per i quali si renda indispensabile il ricorso a dispositivi di dispersione nel sottosuolo di acque meteoriche e/o di acque nere dovrà essere prodotta una relazione idrogeologica nella quale si fornisca la stratigrafia del sottosuolo, ricavata da trincee esplorative eseguite in loco o da scavi edilizi in aree adiacenti, si effettui un pre-dimensionamento delle opere di dispersione idrica sulla base del regime pluviografico dell area e si attesti infine la fattibilità delle operazioni in progetto. Gli studi di carattere idrogeologico condotti sul territorio dovranno sempre riferirsi alle norme contenute nel Programma di Tutela ed Uso delle Acque, approvato dalla Regione Lombardia mediante D.G.R n. 8/2244 ai sensi dell art. 44 del D.Lgs 152/1999 e della Legge Regionale 26/2003. Art Norme tecniche per gli studi di approfondimento Le procedure di calcolo e le tecniche esecutive inerenti l ambito edilizio sono stati regolati dallo Stato Italiano mediante l emanazione delle Norme tecniche per le costruzioni, pubblicate con Decreto Ministeriale del e modificate con Decreto Ministeriale del , che ha recepito per quanto attiene gli aspetti riguardanti le costruzioni in zone sismiche l OPCM 3274 del , successivamente modificata in varie occasioni sino alla versione definitiva dell Ordinanza 3431 del L individuazione delle zone sismiche del territorio italiano è riferita alla nuova classificazione, contenuta nella suddetta Ordinanza e recepita dalla Regione Lombardia con D.G.R n Al termine di numerose proroghe il Decreto Ministeriale del è entrato definitivamente in vigore a partire dal ; le indagini geognostiche e la progettazione strutturale degli edifici dovranno avvenire secondo i criteri stabiliti dalla nuova normativa, eccezion fatta per i fabbricati strategici e rilevanti, così come individuati dal Decreto n del , per i quali è possibile applicare nelle aree sismiche i contenuti tecnici del Decreto Ministeriale del e delle norme connesse. Qualora si optasse per l utilizzo della normativa previgente in materia, per il Comune di Capralba, inserito in zona 4 nella classificazione nazionale, si dovrà considerare un valore del grado di sismicità basso S = 5. La relazione geotecnica ed idrogeologica, eventualmente da realizzare in forma unitaria nel caso in cui vi siano interventi compresi nella casistica indicata agli art. 3.1 e 3.2, dovrà essere firmata da tecnico abilitato e redatta ai sensi delle sopra citate norme. Gli studi di approfondimento dovranno essere realizzati prima della progettazione degli interventi edilizi e la relazione geologica di supporto dovrà essere consegnata in sede di presentazione dei Piani Attuativi o in sede di richiesta del permesso di costruire. La D.G.R n. 8/1566 e la D.G.R n. 8/7374 contengono le direttive inerenti gli studi di approfondimento indispensabili per analizzare con maggior dettaglio le condizioni di pericolosità del territorio. Tali procedure Pagina 13 di 52

14 dovranno essere applicate allorquando si desideri riperimetrare ambiti soggetti a vincolo o declassare aree precedentemente inserite in classe 4 di fattibilità geologica. In ogni caso la scelta e la facoltà di riperimetrare o declassare un sito spetta all Amministrazione Comunale. Art Classe di fattibilità 4 (Fattibilità con gravi limitazioni) L'alta pericolosità/vulnerabilità comporta gravi limitazioni all'utilizzo a scopi edificatori e/o alla modifica della destinazione d'uso. Deve essere esclusa qualsiasi nuova edificazione, se non opere tese al consolidamento o alla sistemazione idrogeologica per la messa in sicurezza dei siti. Per gli edifici esistenti sono consentite esclusivamente le opere relative ad interventi di demolizione senza ricostruzione, manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, risanamento conservativo, come definiti dall'art. 27, comma 1, lettere a), b), e) della l.r. 12/05, senza aumento di superficie o volume e senza aumento del carico insediativo. Sono consentite le innovazioni necessarie per l'adeguamento alla normativa antisismica. Eventuali infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico possono essere realizzate solo se non altrimenti localizzabili; dovranno comunque essere puntualmente e attentamente valutate in funzione della tipologia di dissesto e del grado di rischio che determinano l'ambito di pericolosità/vulnerabilità omogenea. A tal fine, alle istanze per l'approvazione da parte dell'autorità comunale, deve essere allegata apposita relazione geologica e geotecnica che dimostri la compatibilità degli interventi previsti con la situazione di grave rischio idrogeologico. Il territorio di Capralba è provvisto di aree identificate in classe 4 nell ambito della fascia di rispetto dei fontanili. Come previsto dall art. 16 delle norme di attuazione del PTCP non sono consentite opere di urbanizzazione e di nuova edificazione, ad esclusione, per gli edifici esistenti, degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di ristrutturazione edilizia, di restauro, di risanamento conservativo e di adeguamento funzionale. Non sono altresì consentiti azioni o interventi che possano compromettere le risorse idriche superficiali e sotterranee, in particolare le alterazioni del sistema idraulico del capofonte e del relativo micro- ambiente, ad eccezione delle normali operazioni di manutenzione. La fascia di rispetto dei fontanili è stata tracciata utilizzando un raggio di 50 m attorno alla testata del fontanile ed una fascia di 10 m su entrambi i lati lungo i primi 200 m dell asta. Art Regolamento di polizia idraulica Le norme inerenti la polizia idraulica sono state redatte dallo Studio Agriter in occasione dell individuazione del reticolo idrico superficiale. Di seguito si riportano gli articoli che compongono il regolamento, per i cui dettagli si rimanda al suddetto lavoro. Classificazione dei corsi d acqua Pagina 14 di 52

15 Per corsi d acqua s intendono quelli a carattere costante, a carattere stagionale a cielo aperto, interrati o pensili, a sezione completamente o parzialmente chiusa (tombinati), individuati nella documentazione allegata. Nel territorio comunale sono presenti i seguenti corsi d acqua, così distinti: 1. Reticolo Idrico Principale, (individuato ai sensi dell Allegato A della D.G.R. n 7/7868 del e n. 7/13950 del ); nessun corso d acqua; 2. Reticolo di competenza dei Consorzi di Bonifica, (individuato ai sensi dell Allegato D della D.G.R. n 7/7868 del e n. 7/13950 del ): nessun corso d acqua; 3. Reticolo Idrico Minore, (individuato ai sensi dell Allegato B della D.G.R. n 7/7868 del e n. 7/13950 del ): Roggia Alchina Roggia Rino Fontana Roggia Misana 4. i corsi d acqua appartenenti alla Rete Irrigua Principale sono: Roggia Gradella Roggia Benzona Roggia Nodello Roggia Nodellino Bissone della Bondenta Roggia Oriolo Roggia Quarantina Roggia Oretta Roggia Ora Roggia Colombera Bocchello Ca Bianca (bocchello di roggia Misana) Bocchello Volpino (bocchello di roggia Misana) Bocchello di Farinate (bocchello di roggia Misana) Bocchello della Remuscita (ramo roggia Rino Fontana) Roggia Bissone (ramo roggia Rino Fontana) Rinetto Bissone (ramo roggia Rino Fontana) Bocchello Rino (ramo roggia Rino Fontana) Roggia da fontanile Delle Lotte (da omonimo fontanile) Roggia da fontanile Delle Canne (da omonimo fontanile) Roggia da fontanile Del Cimitero Est (da omonimo fontanile) Roggia da fontanile Del Cimitero Ovest (da omonimo fontanile) Roggia da fontanile Quaranta (da omonimo fontanile) Roggia Fontana Maccherone (da omonimo fontanile) Roggia da fontanile Fontanone (da omonimo fontanile). Tali corsi d acqua non risultano di competenza del Comune ma sono di competenza e gestione dei Consorzi Irrigui qualora fossero presenti. 5. I corsi d acqua appartenenti alla Rete Irrigua Secondaria rappresentati da canali di irrigazione e di colo di interesse aziendale o interaziendale, individuati in colore azzurro nella cartografia allegata. Pagina 15 di 52

16 Disposizioni generali I corsi d'acqua appartenenti al Reticolo Idrico Minore e alla Rete Irrigua Principale presenti sul territorio del Comune sono oggetto di particolare tutela poiché costituiscono un elemento paesistico ambientale e/o funzionale essenziale della pianura cremasca. Essi vanno salvaguardati nel loro percorso, mantenuti nella piena funzionalità idrogeologica ed integrati nel contesto paesistico ambientale in cui scorrono. Per essi vale la seguente disciplina: su tutti i corsi d'acqua sono consentiti interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria; tutti i canali saranno mantenuti con fondo e sponde in terra, gli interventi di impermeabilizzazione dovranno essere limitati, circoscritti alle sole opere idrauliche che razionalizzano la distribuzione dell'acqua irrigua e la raccolta di quella di colo e dovranno essere giustificati da apposita relazione tecnica di cui al successivo apposito articolo; su tutti i corsi d'acqua, qualsiasi opera ed intervento dovrà essere preferibilmente eseguito con criteri di ingegneria naturalistica e per i manufatti e le opere idrauliche dovranno essere impiegati materiali tipici; per tutti i corsi d acqua nella fascia di 10 m misurati in orizzontale dal ciglio superiore del canale, è vietato lo stoccaggio, anche temporaneo, di rifiuti di ogni genere e specie e di stallatico, ed è tanto più vietato lo spargimento di ogni tipo di fango o rifiuto di provenienza civile ed industriale; saranno consentiti e favoriti gli interventi che ricostituiscano la vegetazione ripariale con essenze autoctone sia arboree che arbustive. Per le rogge Alchina, Misana e Rino Fontana, in considerazione del loro rilevante valore, sia paesistico ambientale che idraulico, e vista la loro importanza come corridoi ecologici di collegamento, tutti gli interventi che saranno intrapresi sulle opere idrauliche di cui sono dotate dovranno essere eseguiti con criteri conservativi, impiegando cioè i materiali tradizionali e restaurandone le forme tipiche; a ciò si potrà derogare solo in caso di comprovate esigenze di natura idrogeologica e/o idraulica purché motivate da apposita relazione tecnico-ambientale. Funzione della fascia di rispetto Su entrambe le sponde dei corsi d acqua è istituita la fascia di rispetto dove non è consentita nuova edificazione e la cui profondità è differenziata secondo l importanza ed il valore dei corsi d acqua. La profondità delle fasce di rispetto deve intendersi misurata, in orizzontale, dal piede della sponda esterna o, in presenza di argini e rilevati di sponda, dal piede esterno dello stesso. La fascia di rispetto, deve garantire la conservazione dell ambiente di ripa, mantenere in piena efficienza il canale e la funzionalità delle sue opere idrauliche, consentire i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria del corso d acqua. Profondità delle fasce di rispetto dei corsi d acqua La profondità delle fasce di rispetto dei corsi d acqua è così differenziata: Pagina 16 di 52

17 a) corso d acqua del Reticolo Idrico Minore ed importanza sovracomunale, roggia Alchina, roggia Misana e roggia Rino Fontana: 20 m b) corsi d acqua di rilievo comunale, individuati nell elenco della Rete Irrigua Principale (come da RD 523/1904 e successivi): 10 m Le suddette fasce di rispetto, per i tratti interni all area urbanizzata o di edificato significativo, come definita negli allegati grafici alla scala 1:5.000, è ridotta a 4 m. La fascia di rispetto è inoltre determinata come segue : per piantagioni, alberature e siepi che non influiscono negativamente sull equilibrio idrogeologico e ambientale del corso d acqua: nessuna distanza; per le recinzioni: 4 m; la distanza minima degli scavi dal corso d acqua dovrà essere maggiore della fascia di rispetto; scavi permanenti in falda dovranno mantenersi alla distanza minima di 10 m dal corso d acqua incrementata della profondità di scavo. Su edifici esistenti, posti a distanza minori di quelle indicate nei precedenti punti, potranno essere eseguiti interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, risanamento, restauro conservativo e ristrutturazione. Attività vietate Sono vietate, entro le fasce di rispetto, sopra definite ed esterne alle aree urbane, i seguenti interventi: nuove edificazioni, anche in sotterraneo purchè non influiscano negativamente, né direttamente né indirettamente, sul regime idrogeologico e sull equilibrio ambientale del corso d acqua; tombinatura dei corsi d acqua, ai sensi D. Lgs. 152/99, art. 41; sradicamenti di alberi; installazione di nuove piantagioni arboreo e arbustive che abbiano finalità economico produttive e che influiscano negativamente, direttamente o indirettamente, sul regime idrogeologico e sull equilibrio ambientale del corso d acqua; esulano da tale vincolo interventi volti alla rinaturalizzazione e alla tutela ambientale, per i quali verrà fornito parere esaminando le proposte di intervento caso per caso; bruciare sterpaglie a distanza tale da recare danno alle sponde, alle staccionate o alle opere di bonifica, cosi come sradicare o bruciare i ceppi degli alberi e delle palificate che sostengono le ripe dei corsi d acqua; recinzioni in muratura che si elevano oltre il piano di campagna nella fascia di 10 m, e recinzioni fisse nella fascia di 4 m; recinzioni interne al centro edificato, debbono distare almeno 2 m dal corso d acqua, ogni tipo di impianto tecnologico, salvo quelli idroelettrici, quelli attinenti alla regimazione delle acque, regolazione del deflusso, derivazione e captazione per approvvigionamento idrico e per il trattamento di acque reflue, attraversamenti viari e percorsi pedonali, ciclabili o funzionali alle pratiche agricole meccanizzate, opere di protezione e sicurezza da rischio di caduta nei canali, Pagina 17 di 52

18 movimenti di terra entro i 4 m dalla sommità della sponda incisa, che alterino in modo sostanziale e stabilmente il profilo dei terreni, con la sola eccezione di quelli connessi al recupero ed alla bonifica ambientale e di messa in sicurezza da rischio idrogeologico. realizzazione di scavi di fabbricati o di opere anche totalmente interrate a una distanza inferiore di 10 m apertura di canali e fossi nei terreni laterali ai corsi d acqua a distanza minore della loro profondità dal piede degli argini o dal ciglio delle sponde.tale distanza non può comunque mai essere inferiore a 2 m; dissodare terreni boscati o cespugliati nelle scarpate interne dei corsi d acqua; apertura di cave, temporanee e permanenti, che possano modificare le condizioni ambientali e alterare il regime idraulico del Reticolo Idrico Minore; qualsiasi forma di deposito e stoccaggio di materiale. Attività consentite Sui corsi d acqua, appartenenti al RIM, potranno essere, in generale e con specifica autorizzazione comunale, consentiti i seguenti interventi e lavori: la piantumazione e il taglio di alberi di alto fusto, non di coltura specializzata, subordinata alla preventiva autorizzazione scritta dal Sindaco ed all impegno alla contestuale ripiantumazione con alberi indigeni ad alto fusto di essenza analoga o superiore; sistemazione a verde, percorsi pedonali e ciclabili, senza attrezzature fisse e tali da non interferire con periodiche operazioni di manutenzione e pulizia del corso d acqua; parcheggi, in area urbana, laddove gli stessi prevedano la corretta raccolta dell acqua. Il parcheggio prevederà, verso il corso d acqua, uno spazio verde adeguatamente arredato, di profondità proporzionale all ampiezza del parcheggio stesso; interventi che non influiscano negativamente, né direttamente né indirettamente, sul regime idrogeologico e sull equilibrio ambientale del corso d acqua; difese, eseguite senza restringimento della sezione d alveo, a quota non superiore a piano campagna, che non provochino deviazione del flusso della corrente verso la sponda opposta. Tali opere dovranno essere caratterizzate da pendenze e modalità costruttive tali da consentire l accesso al corso d acqua; muri di sponda verticali o ad elevata pendenza, unicamente all interno dell area urbana, per motivi di sicurezza o di carattere igienico sanitario e dove non siano possibili alternative; attraversamenti (ponti, gasdotti, fognature, tubature e infrastrutture a rete in genere) qualora dimostrino che le opere di progetto non comportino danno alle condizioni di funzionalità idrogeologica. In particolare i manufatti di attraversamento non dovranno: - restringere la sezione di deflusso con spalle e rilevati di accesso; - disporre di intradosso a quota inferiore a piano campagna o agli argini Pagina 18 di 52

19 del canale qualora esso sia pensile, - ridurre la pendenza del corso d acqua mediante soglie di fondo, - influire negativamente sui corridoi ecologici e di collegamento. Regime delle acque superficiali Nuove opere di regimazione idraulica, proposte da Enti pubblici o Privati, per i corsi d acqua appartenenti al RIM, saranno finalizzate al riassetto dell equilibrio idrogeologico, al ripristino della funzionalità del deflusso superficiale, alla messa in sicurezza dei manufatti e delle strutture, alla rinaturalizzazione, al miglioramento ambientale e a favorire la fruizione pubblica. Esse dovranno essere concepite privilegiando le tecniche dell ingegneria naturalistica. All interno dei corsi d acqua è vietata qualunque trasformazione, manomissione, immissione di acque reflue, ad eccezione di quelle meteoriche e di reflui depurati. Sono ammessi solo interventi volti al disinquinamento, al miglioramento della vegetazione riparia e dell equilibrio idrogeologico, alla manutenzione delle infrastrutture idrauliche ed alla realizzazione di attraversamenti. Potranno essere eseguiti interventi di manutenzione straordinaria e risanamento dei corsi d acqua, qualora ne sia documentata la necessità con relazione idrogeologica, idraulica ed ambientale. I lavori di manutenzione ordinaria dovranno essere eseguiti senza alterare l ambiente di ripa. Sottopassi I sottopassi dovranno garantire il mantenimento della sezione preesistente del corso d acqua, evitandone restringimenti. La sezione dell alveo, a valle dell attraversamento, dovrà sempre risultare migliore e/o uguale a quella di monte. I sottopassi dovranno essere dotati di idonei manufatti di imbocco e di sbocco allo scopo di evitare rigurgiti, malfunzionamenti od erosioni di sponda in corrispondenza della sezione di collegamento. Allo scopo di mantenere la piena efficienza e funzionalità idraulica del corso d acqua, questi manufatti dovranno essere dimensionati, in base alle specifiche esigenze idrauliche ed in modo che ne sia garantita l ispezione e lo svolgimento dei lavori di manutenzione. Non potranno essere realizzati sottopassi in botte a sifone ; salvo impossibilità di soluzioni alternative, come sarà dimostrato da relazione idraulica e solo per casi di pubblica utilità. Le opere in subalveo dovranno essere realizzate a quote compatibili con l evoluzione prevista dal fondo alveo, non tenendo conto di specifiche opere trasversali volte a ristabilire la quota di fondo in corrispondenza degli attraversamenti. Griglie All imboccatura dei tratti dei corsi d acqua intubati dovranno essere posti elementi filtranti, o griglie, allo scopo di evitare l intasamento delle tubazione da parte di detriti e di materiali trasportati dall acqua. Gli elementi filtranti dovranno essere dimensionati e posizionati in modo da non diminuire la sezione utile di deflusso. Pagina 19 di 52

20 La manutenzione ordinaria delle griglie dovrà prevedere la ripulitura degli elementi filtranti, in particolare modo dopo ogni eventuale piena. Intubamenti E vietata, ai sensi del D. Lgs. 152/99 art. 41 e successive modificazioni ed integrazioni, la tombinatura di corsi d acqua appartenenti al Reticolo Idrico Minore e alla Rete Irrigua Principale, come pure le opere che concorrano all interramento dei fossi, al restringimento delle sezioni di deflusso, alla riduzione della funzionalità idraulica dei manufatti e del corso d acqua. Potranno essere consentiti gli intubamenti per brevi tratti, qualora ne sia documentata l indispensabilità per motivi di incolumità delle persone e delle cose, igiene e salute pubblica, accertata la compatibilità idrogeologica e comprovato il miglioramento nell assetto del territorio interessato e dietro presentazione di specifica relazione tecnica ed ambientale. Per le tombinatura regolarmente autorizzate anteriormente l entrata in vigore del D. lgs. 152/99, non è possibile ordinare la rimozione se non sulla base di sopraggiunte mutate condizioni idrauliche. Scarichi in corsi d acqua L autorizzazione di scarichi nel corso d acqua, deve essere assentita solo qualora l effluente recapitato abbia caratteristiche congrue ed accettabili, sotto l aspetto della qualità e quantità, con il corpo ricettore. La materia è regolata dall art. 12 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico. L autorizzazione allo scarico dovrà verificare, preliminarmente, la capacità del corpo idrico ricettore a smaltire le portate immesse, con particolare riferimento alla sezione di deflusso, al regime e alla recettività idraulica del corpo ricettore finale. I limiti di accettabilità di portata di scarico dovranno rispettare le indicazioni disposte dal Piano di Risanamento Regionale delle Acque, che sono qui di seguito compendiati: - 20 l/s per ettaro di superficie colante impermeabile, relativamente alle aree di ampliamento e di espansione residenziali, industriali e di servizio; - 40 l/s per ettaro di superficie colante impermeabile, relativamente alle aree già dotate di pubbliche fognature. Il recapito dovrà garantire che lo scarico avvenga secondo il flusso di corrente del corpo ricettore e dovrà prevedere accorgimenti tecnici, quali manufatti di dissipazione dell energia o altro, tali da evitare fenomeni erosivi o turbolenze. Qualora si ravvisi l impossibilità di convogliare le acque di scarico in un corso d acqua, si dovrà prevedere ed eseguire sistemi autonomi di laminazione o smaltimento degli effluenti in bacini di accumulo temporaneo delle acque meteoriche. Bacini di accumulo temporaneo delle acque meteoriche Nelle aree di nuova espansione, destinate ad insediamenti residenziali, attività industriali e artigianali, per cui sono previsti piani attuativi, le acque meteoriche provenienti da coperture e da aree impermeabilizzate, dovranno essere Pagina 20 di 52

21 recapitate in appositi bacini di accumulo temporaneo, evitandone il conferimento diretto in fognatura, nella rete superficiale e/o lo spaglio sui terreni. I manufatti di raccolta, recapito e accumulo delle acque meteoriche dovranno obbligatoriamente essere compresi nelle opere di urbanizzazione primaria. I bacini di accumulo, dimensionati in relazione alla superficie delle aree impermeabili e alla massima pioggia prevista nelle 24 ore, con un tempo di ritorno 100 anni, dovranno raccogliere le acque meteoriche con apposite opere di captazione. I bacini di accumulo dovranno essere provvisti di soglia tarata per il rilascio regolato dei volumi d invaso da conferire nel recapito. Qualora si preveda un fondo impermeabile, per il mantenimento di uno specchio d acqua permanente, si dovrà garantire il riciclo, anche forzato, dell intero volume di acqua, onde evitarne il ristagno ed il deterioramento della qualità. La dimensione dei bacini deve essere calcolata, indicativamente, considerando il volume di raccolta di 130 mm d acqua per ogni metro quadrato di superficie impermeabile, salvo quanto diversamente motivato da specifica relazione idraulica. Canali di interesse aziendale ed interaziendale I canali di interesse aziendale e interaziendale sono individuati nell elenco della Rete Irrigua Secondaria. Per tali corsi d acqua vale la normativa vigente in materia (RD 523/1904 e successivi). Tutti gli interventi che coinvolgono i canali di interesse aziendale ed interaziendale, dovranno essere volti al mantenimento dell efficienza drenante e/o di distribuzione dell acqua irrigua e delle canalizzazioni, provvedendo, in ogni caso, al ripristino delle loro funzionalità laddove questa risulti essere stata compromessa anche da lavori legati a temporanee esigenze delle colture e delle cose. E vietato interrompere e/o impedire, con la costruzione di rilevati o altro, il deflusso superficiale dei canali aziendali ed interaziendali senza prevedere un nuovo e/o diverso recapito per le acque di scorrimento intercettate. Per interventi che possono interessare i canali di interesse aziendale e interaziendale si richiede relazione tecnico-agronomica che documenti che tali interventi non influiscano negativamente, direttamente o indirettamente, sulla funzionalità irrigua e sull equilibrio ambientale del corso d acqua Relazione tecnica ed ambientale Le richieste di autorizzazione all esecuzione delle opere e degli interventi previsti nelle presenti norme dovranno essere corredate, almeno, dai seguenti documenti: A) Relazione tecnica, redatta da professionista abilitato, iscritto all Albo professionale, contenente: luogo, foglio e mappale; motivazione della realizzazione dell opera; caratteristiche tecniche dell opera; Pagina 21 di 52

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