Deliberazione n.19/2002/p

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1 Deliberazione n.19/2002/p REPUBBLICA ITALIANA La Corte dei conti in Sezione centrale di controllo di legittimità su atti del Governo e delle Amministrazioni dello Stato I Collegio nell adunanza del 10 ottobre 2002 ********** Visto il provvedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 25 luglio 2002; visti il rilievo istruttorio dell Ufficio di controllo sugli atti dei Ministeri istituzionali n. 105 del 7 agosto 2002 e la risposta dell Amministrazione in data 20 agosto 2002; viste le relazioni del Consigliere istruttore e del Consigliere delegato al controllo sugli atti dei Ministeri istituzionali, rispettivamente in data 26 e 27 settembre 2002; vista l ordinanza del 1 ottobre 2002, con la quale il Presidente della Sezione centrale di controllo di legittimità su atti del Governo e delle Amministrazioni dello Stato ha convocato per l adunanza odierna il I collegio della Sezione, ai fini della pronuncia sulla legittimità del decreto suindicato; vista la nota della Segreteria della Sezione centrale di controllo di legittimità su atti, in data 1 ottobre 2002, con la quale copia della predetta ordinanza è stata trasmessa alla

2 Presidenza del Consiglio dei Ministri, Segretariato generale, al Ministero dell interno, nonché al Ministero dell economia e delle finanze, Gabinetto e Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato; visto il testo unico delle leggi sull ordinamento della Corte dei conti, approvato con regio decreto 12 luglio 1934, n. 1214; vista la legge 21 marzo 1953, n. 161: vista la legge 14 gennaio 1994, n. 20; vista la deliberazione n. 14/2000 delle Sezioni riunite della Corte dei conti, adottata nell adunanza del 16 giugno 2000; visto l art. 27, comma 1, della legge 24 novembre 2000, n. 340; udito il relatore Cons. Gian Giorgio Paleologo; non comparsi i rappresentanti dell Amministrazione. Ritenuto in FATTO Il 29 luglio 2002 è pervenuto alla Corte dei conti, per il prescritto controllo preventivo di legittimità, il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, in data 25 luglio 2002, con cui è stata adottata una direttiva per l interpretazione dell art. 7, comma 3, della legge 20 ottobre 1990, n. 302, recante norme a favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata. Con la predetta direttiva viene prevista la possibilità per gli organi competenti, nell ipotesi di corresponsione in unica soluzione della speciale elargizione, di concedere una provvisionale fino al 90% dell ammontare complessivo ammesso dalla legge. Viene altresì prevista la ripetizione di quanto erogato, limitatamente alla parte della provvisionale medesima eccedente la misura del 20%, qualora gli organi competenti neghino la definitiva erogazione. In sede istruttoria l Ufficio di controllo sugli atti dei Ministeri istituzionali ha ritenuto che

3 l elevazione fino al 90% della provvisionale fosse illegittima, in quanto proveniente da una fonte normativa di rango inferiore direttiva rispetto all art. 7, comma 3, della legge n. 302 del 1990, che stabilisce la possibilità di disporre nei casi di elargizione in unica soluzione, una provvisionale pari al 20% dell ammontare complessivo dell elargizione stessa. Negli stessi termini si è pronunciato l Ufficio di controllo sugli atti dei Ministeri economicofinanziari, adito per il parere di competenza. In sede di risposta al rilievo l Amministrazione ha sostenuto che la direttiva per sua natura vincola solo gli uffici ministeriali, quindi non innova l ordinamento giuridico generale. Essa, pertanto, non integra, in alcun modo, una fons juris. Controdeduce ancora l Amministrazione che il contenuto precettivo della norma assunta a parametro di legittimità (art. 7, comma 3, legge 302/1990) concerne il limite (che è appunto del 20%) di irripetibilità della provvisionale corrisposta, mentre per principio generale è l Amministrazione, nell esercizio della sua prudente discrezionalità, a valutare l opportunità di effettuare eventuali anticipazioni di quanto presumibilmente dovuto, ferma restando in ogni caso la ripetibilità di esse, in conformità al vincolo legale surrichiamato. Con la direttiva in esame sarebbe stato appunto riconosciuto, in via generale, l ambito di potere discrezionale spettante in materia all Amministrazione. Il Consigliere istruttore non ha ritenuto che le controdeduzioni dell Amministrazione recassero elementi idonei a superare le censure prospettate in sede istruttoria. Pertanto, con relazione in data 26 settembre 2002, ha chiesto il deferimento alla Sezione centrale del controllo della summenzionata direttiva. Concordando con tale richiesta, il Consigliere delegato al controllo sugli atti dei Ministeri istituzionali, con nota del 27 settembre 2002, ha rimesso gli atti al Presidente della Sezione centrale del controllo di legittimità sugli atti del Governo e delle Amministrazioni dello Stato. Il Presidente, con ordinanza in data 1 ottobre 2002, ha deferito l esame della suindicata

4 questione al primo collegio, convocato per l adunanza odierna. Considerato in DIRITTO La questione sottoposta all esame della Sezione del controllo concerne la legittimità della direttiva adottata dal Presidente del Consiglio dei Ministri in data 25 luglio 2002, nella parte in cui dispone che l art. 7, comma 3, della legge 20 ottobre 1990, n. 302 (norme a favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata) va interpretato nel senso che, in caso di elargizione in unica soluzione dello speciale assegno previsto dalla legge stessa, gli organi competenti possono disporre la corresponsione di una provvisionale fino al 90 per cento del complessivo ammontare del beneficio. Tale facoltà non è incondizionata; al fine, infatti, di circoscrivere l ambito della potestà discrezionale dell Amministrazione, ne è previsto l esercizio nei soli casi in cui, dal rapporto delle circostanze che hanno dato luogo alle situazioni legittimanti la corresponsione del beneficio, risultino evidenti il carattere di adempimento del dovere o la natura terroristica od eversiva dell azione lesiva, nonché il nesso di causalità tra l azione stessa e l elemento invalidante o mortale. Si intende, così, far adeguatamente fronte alle evenienze in cui maggiormente si pongono esigenze di equità e di solidarietà nei confronti di soggetti che hanno subito danni gravissimi nell adempimento del proprio dovere o per effetto di fenomeni terroristici o eversivi. Pur prendendo atto delle apprezzabili finalità perseguite dal Governo, l Ufficio di controllo sugli atti dei Ministeri istituzionali ha rilevato che lo strumento prescelto si pone in contrasto con il disegno delineato dalla legge n. 302 del Quest ultima, infatti, nell art. 7, comma 3, statuisce che ove si giunga a decisione positiva per il conferimento di benefici, in assenza di sentenza, ancorché non definitiva, i competenti organi possono disporre, su istanza degli interessati, esclusivamente una provvisionale pari al 20 per cento dell ammontare complessivo dell elargizione.

5 Dispone, inoltre, il comma successivo che all esito della sentenza di primo grado gli organi competenti delibano le risultanze in essa contenute e verificano nuovamente la sussistenza dei presupposti per la concessione di benefici, disponendo o negando la definitiva erogazione dell assegno vitalizio o del residuo dell elargizione in unica soluzione. Non si dà comunque luogo a ripetizione di quanto già erogato. La violazione di legge prospettata dall ufficio di controllo è fondata. Dal testo del citato comma 3 dell art. 7 risulta chiaramente che la potestà discrezionale spettante all Amministrazione in ordine alla corresponsione di provvisionali è circoscritta entro il limite del 20 per cento. Nessuna possibilità di deroga è prevista in relazione al verificarsi nella situazione che può condurre a decisione definitiva per il conferimento dei benefici di specifiche circostanze che, ad un primo esame, rendono maggiormente probabile la spettanza della speciale elargizione. Né appare fondata la tesi sostenuta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, secondo la quale il contenuto della norma assunta a parametro di legittimità concerne il limite (che è appunto del 20 per cento) di irripetibilità della provvisionale corrisposta. Questa tesi, in contrasto con la lettera della legge, attribuisce alla proposizione fondamentale contenuta nel comma 3 dell art. 7 - un valore secondario e derivato rispetto alla norma contenuta nel successivo comma 4. Diverso è, invece, il sistema contemplato dal legislatore, il quale configura l irripetibilità di quanto corrisposto come una connotazione della provvisionale erogata. E proprio in relazione a ciò non è prevista alcuna autonoma quantificazione delle somme dichiarate non ripetibili. Risulta da quanto precede che il fine perseguito dalla direttiva in esame può essere assicurato soltanto con un provvedimento legislativo di modifica delle disposizioni in vigore, provvedimento che provveda pure alla quantificazione e copertura dei maggiori oneri

6 conseguenti all aumento delle provvisionali, qualora le definitive pronunce relative alla spettanza dei benefici non dovessero risultare favorevoli agli interessati. Ciò tenuto anche conto delle obiettive difficoltà che inevitabilmente si porrebbero nel recupero delle somme anticipate. P.Q.M. Ricusa il visto e la conseguente registrazione del provvedimento in epigrafe. IL PRESIDENTE Danilo DELFINI IL RELATORE Gian Giorgio PALEOLOGO

7 Massima La direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri nella parte in cui dispone che nella corresponsione del beneficio previsto dall art. 7 comma 3 delle legge n. 302/1990 (norme a favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata) gli organi competenti hanno la facoltà di disporre la concessione di una provvisionale fino al 90 per cento del complessivo ammontare del beneficio, è illegittima per violazione di legge in quanto tale facoltà non è incondizionata, bensì può essere esercitata disponendone la corresponsione esclusivamente fino al 20 per cento dell ammontare complessivo della elargizione.