GLI ITALIANI E LA CASA. sintesi dell indagine demoscopica svolta da Astra Ricerche nel settembre 2006 per Gewiss

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1 GLI ITALIANI E LA CASA sintesi dell indagine demoscopica svolta da Astra Ricerche nel settembre 2006 per Gewiss Nelle pagine che seguono vengono presentati alcuni dei principali risultati dell indagine commissionata da GEWISS e realizzata da Astra Ricerche nella prima settimana del settembre 2006 tramite interviste telefoniche, somministrate col metodo CATI (Computer Aided Telephone Interviewing) ad un campione rappresentativo della popolazione italiana dai 15 anni in su (esclusi i non residenti e i membri delle convivenze: carceri, ospedali, caserme, conventi, ecc.), pari ad un universo di 50.2 milioni di persone. Come sono le abitazioni e come dovrebbero essere Come giudicano la propria abitazione i nostri connazionali? In genere assai diversa da come la descrivono i periodici o gli articoli che si occupano di casa e di arredamento. Infatti, solo un adulto su dodici ha utilizzato un bravo architetto (8% e dunque 4.0 milioni di ultra14enni); solo uno su dieci la descrive come trendy e di moda (10%: 4.8 milioni su 50.2); meno di un terzo (31%: 15.0 milioni) ha mobili, luci, elettrodomestici, interruttori, ecc. con un bel design; non più del 32% (15.5 milioni) la descrive come elegante e raffinata. In effetti, è il passato a dominare: il 57% dice di vivere in un abitazione del tutto classica e tradizionale (sono 27.4 milioni su 50.2), mentre pesa la metà (27% e 13.0 milioni) la casa moderna e innovativa. Ciò vale sia che si parli di stile arredativo, sia ancor più che si tratti di tecnologia: non più d una casa su sei è ritenuta tecnologicamente all avanguardia (17% e 8.3 milioni) e una percentuale ancora inferiore dice di godere di molta tecnologia ma invisibile e facile da usare (13% e quindi 6.1 milioni). Anzi, ben 20.4 milioni (il 42%) lamentano l assoluta povertà in termini di dotazione di tecnologie, con gravi conseguenze anche per quel che riguarda, per esempio, la protezione dai ladri (del tutto carente per il 52% degli adulti: come a dire 27.0 milioni di adulti) e l assenza di rischi per la salute (il 43% reputa poco o per niente sicura la propria abitazione: e sono 27.8). Certo, gli italiani restano affezionati al nido dove vivono, che descrivono in grande maggioranza come comodo e confortevole (80%: 38.9 milioni su 50.2), funzionale (72%: 35.1 milioni), allegro e simpatico (62%: 29.8 milioni), razionale e ben organizzato (60% e 29.1 milioni), facile da gestire (57%: 27.8 milioni). Ma è diffusa l insoddisfazione per molte sue caratteristiche rilevanti. Sono tre le principali aree critiche: vediamole in sintesi, confrontando il 1

2 vorrei e l ho, ossia la differenza tra i desideri riferiti alla casa ideale e le connotazioni effettive dell abitazione attuale. Il primo e più drammatico divario tra desideri e realtà abitativa riguarda la tecnologia: il 66% di coloro che vorrebbero in casa tanta tecnologia, ad un tempo invisibile e facile da usare, non ne dispone; il 61% di chi aspira ad avere materiali e soluzioni d avanguardia resta per ora a secco; il 52% di chi amerebbe un abitazione tecnologicamente all avanguardia risulta del tutto insoddisfatto. La seconda area critica è quella dello stile: il 69% di chi avrebbe voluto ricorrere ad un bravo architetto non ha potuto farlo; quasi la metà di coloro che aspirano ad una casa trendy o almeno originale, diversa dalle altre e non banale, non ha visto i suoi sogni realizzarsi. Le domande di modernità, ecologicità e design non hanno avuto risposta in oltre quattro casi su dieci. E secondo tantissimi intervistati le loro abitazioni sono brutte, troppo piene di cose, rigide (non vi si possono spostare facilmente mobili, attrezzature, ecc.). La terza area critica è quella della sicurezza, per un terzo degli interessati del tutto carente, sia che si tratti di protezione contro le intrusioni (in un caso su tre il problema è drammatico), sia che si tratti di rischi gravosi per la salute umana (la situazione è drammatica in più di un caso su cinque). Il caso dell impianto elettrico In questo contesto non sorprende l inedita attenzione che gli italiani pongono nei confronti dell impianto elettrico, del quale si occupano personalmente ben 10.1 milioni di ultra14enni (il 20.9% del campione). Qui si osservano due fenomeni opposti. Da un lato il 40% circa degli italiani sottovaluta i rischi dell impianto obsoleto, spesso non a norma, moltiplicante rischi e costi, brutto. Dall altro lato, un altro 40% degli adulti, ben più consapevole, non è soddisfatto del tutto o per molti versi dell impianto della propria abitazione e vorrebbe il suo urgente miglioramento. Viene da chiedersi: quali sono le caratteristiche che dovrebbe avere (e troppo spesso non ha) l impianto elettrico d una casa? Sono sei: la prima è la sicurezza (81%), questione davvero di vita o di morte; la seconda è l efficienza, la funzionalità (81%); 2

3 la terza è la facilità d uso sempre in piena sicurezza per tutti e in particolare per i bambini, gli anziani, i malati, i disabili, gli stranieri che non conoscono bene l italiano (a partire dalle badanti ) secondo il 78% degli intervistati; poi la semplicità sia d uso (73%), sia d installazione senza troppi lavori (65%), sia di controllo e manutenzione (61%), sia in termini di agevole spostabilità di prese/interruttori/ecc. senza dover rompere i muri (46%); al quarto posto troviamo la marca seria e affidabile (64%) consigliata anche dall elettricista (62%) per la quale il 56% è disposto a pagare anche prezzi significativi pur di avere sicurezza e qualità tecnica ed estetica; al quinto incontriamo la modernità innovativa (59%) in termini non solo di performance (il 57%, per esempio, vorrebbe poter verificare i consumi elettrici in tempo reale), ma pure di buon gusto e di bel design degli interruttori e delle prese quanto a colori (56%), materiali (dal legno al vetro, dalla pietra alla pelle e alla plastica: 48%), ecc.; infine, al sesto posto osserviamo una domanda diffusa di flessibilità, la quale è un poliedro a molte facce: l impianto elettrico non va rifatto tutte le volte che si creano nuovi interruttori, prese, punti-luce (56%); deve occupare poco spazio (48%); deve offrire la possibilità di spostare facilmente prese e interruttori senza rompere muri (46%); deve permettere la programmazione semplice e centralizzata dell accensione, dello spegnimento, della regolazione di luci, tapparelle, allarme, ecc., anche usando programmi prefissati (42%); deve o dovrà nel prossimo futuro usare comandi a distanza senza fili (35%). Le cinque Italie e la casa Con l aiuto dell analisi fattoriale e della cluster analisys è stata approntata una tipologia ad hoc, suddividente i 50.2 milioni di italiani ultra14enni in cinque tipi o cluster. Diamo un occhiata alla torta qui sotto: 3

4 I TOP AVANZATI con case super ma con fortissime domande di più design, originalità, domotica ( ) 33.4% I MARGINALI DEPRESSI viventi in case mediocri, brutte e arretrate ( ) LE MEDIE COLTE pro-più tecnologia facile, estetica, ecologicità ( ) LE SEMPLICI INSODDISFATTE aspiranti alla modernità tecnologica, estetica, della sicurezza ( ) 14.7% I TRADIZIONALISTI SODDISFATTI ma volenti più tecnologia semplice, sicura, non costosa ( ) Il primo tipo è quello dei Marginali depressi (il 16% dei nostri connazionali e cioè 7.9 milioni di persone). Costoro sono appunto depressi in vari sensi. Sono spesso poveri e ignoranti, risiedono in comuni medio-piccoli e piccoli, risultano marginali dal punto di vista sociale e culturale. Hanno una bassissima autostima e dicono di non essere mai considerati dagli altri, anche perché amorfi, tristi, privi di ogni appeal o leadership, semplici, seri e seriosi, molto preoccupati della salute e della sicurezza. Hanno abitazioni brutte, cupe e depressivanti, lontane dai loro desideri (salvo che per una modesta comodità). Soffrono di arretratezza tecnologica domestica e di totale assenza di eleganza e design sia dell abitazione, sia dell arredamento. Il secondo è il tipo dei Tradizionalisti soddisfatti (il 26% del campione e dunque 12.5 milioni di adulti). È, questo, un cluster assai al di sopra della media ultracinquantaquattrenne e spesso anziano, con reddito e consumi medio-bassi e bassi, con la licenza media o elementare, non accedente a Internet, con un forte peso di pensionati e di casalinghe tradizionali. Non è certo composto da gente abbiente o moderna, ma è felicemente identificato col proprio ruolo di antico pater familias o di regina del focolare. Si descrive come semplice, affidabile, informato, molto attento agli aspetti spirituali dell esistenza (è il tipo più religioso), attento alla salute, conservatore e attaccato alle tradizioni, misoneista e tecnòfobo (ostile o almeno estraneo al mondo della tecnologia). Ama le abitazioni classiche, semplici e calde, funzionali e flessibili, con totale rigetto di ciò che è innovazione, tecnologia, originalità, design, raffinatezza. E tale è la sua casa, povera, ma creata negli anni a propria immagine e 4

5 somiglianza, per lui massimamente soddisfacente, salvo che per tre aspetti: la vecchiezza a volte fatiscente dell edificio, l assenza di tecnologie basiche semplici e facili da usare, l obsolescenza pericolosa dell impianto elettrico. Il terzo tipo è costituito dalle Semplici insoddisfatte (il 15% degli intervistati, come a dire 7.1 milioni di italiani dai 15 anni in su). Costoro sono soprammedia donne non giovani, residenti al nord, né moderne né tanto meno avanzate o opinion leader. Assomigliano, per certi versi, al tipo precedente da un punto di vista socio-economico, ma se ne differenziano per un aspettochiave: non sono affatto contente della loro abitazione e più in generale del loro ambiente sociale, talché risultano ambivalenti nei confronti della loro casa, che descrivono da un lato come comoda e tradizionale (come la desiderano), ma anche dall altro lato insopportabilmente vecchia e a volte decadente, brutta, troppo piccola e piena di cose, irrazionale e difficilmente gestibile, priva di ogni design, non protetta dai ladri, con materiali e tecnologie arcaiche e per quanto riguarda l impianto elettrico ad alto rischio per la sicurezza e la salute. Il quarto tipo è quello delle Medie colte (10% degli adulti e quindi quasi 4.8 milioni). Qui troviamo molte donne 35-54enni, diplomate o laureate, colte ma non affluenti (prevale assai il ceto medio impiegatizio e autonomo), attive e con figli, residenti nel sud più evoluto e ovunque nella provincia non minuta. Hanno peculiarità marcate: la sensibilità ecologica, l attenzione acuta alla salute e alla sicurezza propria e altrui, il favore moderno per la tecnologia se invisibile e semplice da usare, l orientamento al comfort e alla funzionalità ma al di fuori di ogni tradizionalismo. Questa classe media evoluta, senza grilli per il capo, laboriosa e dotata di sensibilità sociale, informata e di buon gusto ma certo non trendy, descrive la propria abitazione come moderna e calda, simpatica e informale, non raffinata ma sobria e con molte dotazioni avanzate, ecologica ma ancora assai carente sui terreni-chiave della sicurezza, della tecnologia user friendly, dell originalità e dell utilizzo dei suggerimenti di un bravo architetto (in particolare per quel che riguarda l impianto elettrico, desiderato ad un tempo bello, arredante, sicuro, tecnologico, piccolo per dimensioni e flessibile per utilizzo). Il quinto e ultimo cluster è costituito dai cosiddetti Top avanzati (il 33% del campione e cioè 16.2 milioni di italiani ultra14enni su un totale di 50.2 milioni). Qui incontriamo l Italia benestante e a volte affluente, 18-44enne, urbano-metropolitana o residente nella ricca provincia del centro-nord, colta e scolarizzata, internauta, opinion leader (in più di quattro casi su dieci) e dunque la più capace di influenzare gli altri. È un Italia a volte un po ostentativa e arrogante ma comunque evoluta, spesso all avanguardia (specie nei consumi), elegante, trendy e modaiola. È dotata di abitazioni moderne e ricche in ogni senso: dagli arredi ai 5

6 prodotti tecnologici, dal design agli spazi, dalla sicurezza alla funzionalità, dall originalità alle soluzioni e ai materiali più rinnovativi. È e sa di essere privilegiata, eppure appare anche massimamente insoddisfatta ( più ha e più vorrebbe...) in tre ambiti: l aggiornamento rispetto alle tendenze-moda e al design, gli spazi disponibili (desiderati ancor maggiori), le dotazioni tecnologiche super-avanzate. A conferma esprime il massimo favore per la domotica ad alto contenuto di design, che in larga misura non è stata ancora installata nelle sue abitazioni. Una conclusione Questa indagine di Astra Ricerche per GEWISS mostra che nell autunno 2006 la modernizzazione delle culture dell abitare corre velocemente: ormai solo il 42% si attarda nel nostro passato collettivo, mentre un analogo 43% appare iscritto nella piena modernità funzionale, tecnologica, estetica (all insegna dell essenzialità delle linee e delle soluzioni), col resto del Paese ancora indietro ma attratto dal nuovo che avanza ( vorrei ma non posso...). Epperò molti desideri anche nei ceti superiori - rimangono insoddisfatti, specie se si parla di dimensioni, articolazione degli ambienti, design, stile e sapore della casa, mix di stili diversi, tecnologia, sicurezza. La prima conseguenza è che si rafforzano e si rafforzeranno le spinte collettive verso nuovi modi d abitare, ad un tempo più sicuri e gradevoli, meno orpellati e più informali, più personalizzati (l abitazione risulta sempre più abbigliamentarizzata...) e tecnologici (ma con tecnologie semplici da usare e da manutenere, interattive e sistemiche, con forte contenuto di design). 6