Il Tesoro di Spilamberto. Signori longobardi alla frontiera

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1 Il Tesoro di Spilamberto. Signori longobardi alla frontiera Spilamberto, Spazio Eventi L. Famigli 11 dicembre aprile 2011 Lo scavo della necropoli di Ponte del Rio risale al 2003 ma lo studio è iniziato solo da poco, e non poteva essere inaugurato sotto auspici migliori di questa piccola mostra che sta ricevendo una notevole attenzione da parte del pubblico. Aperta solo nei fine settimana (ma il venerdì l apertura è solo serale, dalle alle 22), sembra pensata apposta per essere visitata senza fretta il sabato o la domenica pomeriggio, cogliendo l occasione per una breve passeggiata nelle stradine del centro, attorno alla Rocca, e magari dopo un salto nell angusto Antiquarium che a breve sarà trasferito in una sede più consona e

2 arricchito grazie ai materiali di diverse epoche e tipologie che continuano a emergere dagli scavi nei terreni attorno a Spilamberto. Protagonista della mostra è la necropoli longobarda di Ponte del Rio, sulle sponde del fiume Panaro, dove tra il 570 e il 590 si stabilì un piccolo avamposto longobardo a guardia del confine. Le sepolture sono una trentina e testimoniano l occupazione della zona da parte di un solo gruppo famigliare (fara) durata solo poche decine di anni. C è ancora molto lavoro da fare per giungere a una piena comprensione e interpretazione di tutti gli aspetti del sito, e di questo vi è traccia nei dubbi e nelle ipotesi alternative ancora da verificare di cui si parla onestamente nei pannelli e nelle didascalie, ma certo questa prima parte dello studio ha dato risultati decisamente apprezzabili. Alla mostra, realizzata dal Comune di Spilamberto e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell Emilia- Romagna, ha partecipato anche la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. Gli aspetti della vita quotidiana Lungo le pareti le brevi sezioni introducono con chiarezza a quanto della cultura e dei costumi longobardi si può ricostruire a partire dalle necropoli come quella protagonista della mostra: l abbigliamento, la cura del corpo, le armi e la guerra, i bicchieri e le stoviglie da tavola, i riti funebri e i cavalli, spesso sepolti accanto al proprio padrone defunto. Il tutto accompagnato da epigrafi tratte dalla celebre Historia Langobardorum di Paolo Diacono, una delle fonti più ricche per ricostruire storia, usi e costumi di questa popolazione. I testi sono semplici e chiari e tramite ricostruzioni (come quella che illustra la lavorazione dei pettini d osso) e fotografie di confronto con reperti provenienti da altri contesti archeologici si mira a fornire un quadro essenziale e facilmente assimilabile, nella speranza non malriposta di suscitare curiosità e interesse nei confronti di un periodo e di una cultura con cui il grande pubblico ha solitamente scarsa dimestichezza. Il testo viene spesso affiancato da disegni ricostruttivi e in due casi addirittura totalmente sostituito da questi: il combattimento e i riti funebri sono rappresentati da due grandi disegni nei quali il visitatore può divertirsi a trovare riscontro di quanto ha letto negli altri pannelli e nelle didascalie delle sepolture. Il percorso inizia con una concisa introduzione generale sulle vicende dei Longobardi in Italia, sulle sepolture e sugli insediamenti rintracciati nella provincia di Modena. Quindi si passa ad introdurre l argomento vero e proprio della mostra, la piccola ma ricca necropoli del Ponte del Rio: essa si situa all interno di una vasta rete di ritrovamenti archeologici che hanno costellato tutta questa parte della provincia modenese, all interno di un sito

3 interessato da frequentazioni che risalgono addirittura al Neolitico, con numerosi impianti produttivi, pozzi, necropoli e strade di età romana e tardo antica. Nella sezione dedicata all abbigliamento spicca la splendida spilla in argento dorato e vetro dalle calde tinte, a forma di sinuoso mostro dal duplice capo di volatile, proveniente dalla tomba 36, accompagnata da due conchiglie-amuleto e da una selezione dei numerosi elementi metallici e fibbie che facevano parte delle cinture e delle borse appese alla vita, che contenevano tutto il necessaire di uomini e donne, dal coltellino all acciarino e alle pietre focaie. In foto sono presentati gli altri spettacolari gioielli rinvenuti nella necropoli, visibili tra il corredo delle quattro sepolture ricostruite al centro della sala. Per i riti funerari si è scelto di affidare la spiegazione a un grande pannello che raffigura tutte le fasi del funerale di una donna di nobile famiglia, in cui il visitatore può trovare puntuale riscontro di tutte le informazioni fornitegli dai pannelli delle altre sezioni e dalle didascalie poste accanto alle quattro sepolture. La sezione sulla cura della persona è dedicata in particolar modo ai pettini di osso, immancabili accessori per le chiome fluenti di uomini e donne di cui si descrive il processo di lavorazione anche grazie a una ricostruzione. Completano il quadro relativo alla cura del corpo spilloni per capelli, una pinzetta e un minuscolo balsamario di vetro di età tiberiana, evidentemente rinvenuto in una delle sepolture romane di cui la zona è ricca e scelto come accompagnamento funebre per una bambina, forse affezionata al suo giocattolo preferito. La sezione dedicata alle armi riguarda le spathae, i coltelli, gli acciarini e le punte di lancia rinvenute nelle tombe degli unici tre guerrieri sepolti nella necropoli, accompagnati da alcune fotografie di reperti da altri siti e ricostruzioni. La sezione dedicata alla tavola, sormontata dall epigrafe tratta da Paolo Diacono relativa alla celeberrima coppa ricavata per volere di Alboino dal cranio di Cunimondo, presenta stoviglie da mensa meno originali di questa e senz altro meno macabre, come i tipici bicchieri altomedievali a calice, una padella e una brocchetta di bronzo e alcuni bicchieri di ceramica a sacchetto punzonati. A un disegno è affidata la sezione riguardante la battaglia, mentre un piccolo spazio è dedicato alle indagini sui tre scheletri equini ritrovati in corrispondenza di altrettante ricche tombe femminili: uno di questi scheletri decapitati è presentato al centro della sala di fianco alla ricca sepoltura della padroncina. Le sepolture e i corredi

4 Proprio questa sepoltura, la tomba 62, è quella che presenta il corredo più ricco, composto da oggetti di innegabile pregio e significato come la sella plicatilis di bronzo, anch essa in mostra, fittamente ageminata in ottone, il corno potorio di vetro verde chiaro scelto come simbolo della mostra e la pesante spilla/medaglione che porta incastonato al centro un cammeo antico in pasta vitrea a più colori sovrapposti. Questo splendido medaglione realizzato in argento dorato, perle di fiume e paste vitree verdi e azzurre a imitazione di smeraldi e zaffiri è uno degli esempi più belli della sopravvivenza e della rielaborazione di materiali romani e tardo antichi. Completano il ricco corredo una lucerna fittile, una brocca di bronzo, uno spillone, un pettine e una conchiglia entrambi racchiusi in una perduta cassettina lignea, una bottiglia di vetro, gli elementi metallici di una cintura e l armatura di un borsellino ricavata da una zanna d elefante. Numerosissime perline multicolori dovevano decorare il sontuoso abito scelto per la sepoltura, coordinato a un prezioso broccato intessuto di sottili fili d oro di cui rimane solo un lucente groviglio vicino al cranio della ragazzina. Anche l altra sepoltura femminile (tomba 60) in mostra, appartenente a una bambina tra i quattro e i sei anni, è caratterizzata da un corredo molto ricco, in cui spiccano due pezzi romani di particolare interesse, una lucerna di bronzo a due canali con catenella per la sospensione e un cucchiaio d argento tardo romano con l iscrizione PERFILIVSVIVAI (lunga vita a Perfilio). Altri pregevoli oggetti provenienti dalla tomba sono un sonaglio d argento, un ciondolo sferico di cristallo di rocca legato in argento, rinvenuto in corrispondenza della tibia della ragazzina e quindi probabilmente legato alla cintura da un lungo nastro, tre pendenti d oro filigranati che formavano assieme a un nugolo di vaghi multicolori di vetro e pasta vitrea una preziosa e vivace collana, una spilla d argento impreziosita da vetri rosso cupo, ravvivati sul fondo da una lamina d oro zigrinata. Ancora a due individui subadulti dal sesso incerto appartiene la semplice sepoltura 39, l unica della necropoli condivisa da due individui, inumati nello stesso momento con il semplice corredo di due coltellini, una fibula, una brocca e una laminetta. La tomba 37 è una delle tre sepolture di guerrieri rinvenute a Ponte del Rio, quella che presenta la panoplia più completa: l umbone e i pochi resti dell imbracciatura del tipico scudo ligneo rivestito di pelle, il coltello, la spatha (sospesa alla cintura secondo un complesso sistema di cinghie di cui rimangono solo le fibbie) e una punta di lancia a foglia di salice spezzata intenzionalmente prima delle esequie.

5 La presentazione delle sepolture è molto scenografica e al contempo estremamente felice dal punto di vista della fruizione, in quanto permette un ottima visione sia laterale che dall alto, grazie allo scivolo su cui si può salire per considerare la deposizione nel suo insieme. L estrema chiarezza ed efficacia della presentazione, che ha come unico trascurabile difetto il fatto di costringere il visitatore a zigzagare tra pannelli e sepolture alla ricerca dei pezzi descritti, risponde appieno alle esigenze di un pubblico curioso e non esperto nella materia, senza mai annoiare gli addetti ai lavori. Fotografie pubblicate col permesso del Comune di Spilamberto, che si ringrazia per la disponibilità. Autore/autrice scheda: Chiara Ballestrazzi Nome dell'evento: Il Tesoro di Spilamberto. Signori longobardi alla frontiera Comune: Spilamberto Provincia: MO Regione: Emilia-Romagna Data visita: 16 gennaio 2011 Responsabili scientifici Paolo de Vingo (Università di Torino), Donato Labate (Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'emilia Romagna), Gruppo Naturalisti di Spilamberto, Patrizia Farello (Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'emilia Romagna), Elena Fiorin Comitato scientifico: Andrea Breda (Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia) Enti promotori Comune di Spilamberto Francesco Lamandini (Sindaco), Daniela Barozzi (Assessore alla Cutura) Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'emilia Romagna Luigi Malnati (Soprintendente) Responsabili organizzativi Coordinamento Organizzativo Antonella Tonielli (Comune di Spilamberto) Segreteria Organizzativa Paola Corni (Comune di Spilamberto), Cristina Quartieri (Comune di Spilamberto), Alessandra Anderlini

6 Sponsors Era 2000, Gruppo Cremonini, Banca Popolare dell'emilia-romagna, Banca CRV, Banco S. Geminiano e S. Prospero Patrocini Sotto l'alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, con il Patrocinio del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati Responsabili allestimento Fausto Ferri Ufficio stampa mpa: Ombretta Guerri (Comune di Spilamberto), Carla Conti (Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'emilia Romagna) Altri servizi Visite guidate a pagamento Genere/i: arte antica Classi di oggetti esposte: armi, ceramiche, glittica, oreficeria, utensili Area espositiva: numero degli ambienti: 1 Costo biglietto: Gratuito Catalogo Comune di Spilamberto 2010, a cura di Andrea Breda Sito web: