Coltivazione indoor: progettazione e controllo delle condizioni 2019 Venerdì H:18
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- Fabia Vitali
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1 Coltivazione indoor: progettazione e controllo delle condizioni 2019 Venerdì H:18
2 PROGETTAZIONE IL PROGETTO COSTITUISCE UN INTERFACCIA FRA LE ESIGENZE DI UN CLIENTE E LA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO STESSO ESIGENZE Analisi dei processi produttivi che si vogliono realizzare PROGETTAZIONE Analisi del sito produttivo e organizzazione degli spazi DIMENSIONAMENTO IMPIANTI Dimensionamento attrezzatura tecnica ANALISI DEI COSTI business plan, ROI (return on investment) GESTIONE CANTIERE E REALIZZAZIONE
3 PROGETTAZIONE SUDDIVISIONE DEL SITO PRODUTTIVO : - AMBIENTI DI COLTIVAZIONE growroom per i vari processi produttivi: germinazione/propagazione vegetativa e fioritura AMBIENTI DI SERVIZIO processi post produttivi: pulizia, essicazione, lavorazione e conservazione del prodotto finito. LOCALI TECNICI impianti tecnici locali di servizio
4 PROGETTAZIONE PROGETTAZIONE DELL AMBIENTE DI COLTIVAZIONE INFORMAZIONI NECESSARIE: INFORMAZIONI ARCHITETTONICHE - planimetrie e sezioni quotate degli ambienti - immagini interne ed esterne della struttura - tipologia e prestazioni termiche dell edificio INFORMAZIONI GEOGRAFICHE E AMBIENTALI - orientamento geografico - altitudine
5 PROGETTAZIONE PROGETTAZIONE DELL AMBIENTE DI COLTIVAZIONE INFORMAZIONI NECESSARIE: temperature medie in inverno ed estate sia interne che esterne INFORMAZIONI AGRONOMICHE - Tecniche di coltivazione - Processi produttivi Dati indispensabili per la progettazione architettonica, funzionale, illuminotecnica e climatica.
6 PROGETTAZIONE AMBIENTE SCELTA DEL TIPO DI INVOLUCRO GROWTEND CELLA ISOTERMICA AMBIENTE Pro: medio basso investimento pensata per la coltivazione mobile igienizzabile Pro: isolamento termico (no carico esogeno) sanitizzazione standard igienicosanitari massimizzazione dell area coltivata Da valutare in funzione alle caratteristiche architettoniche e prestazionali. Contro: - basso isolamento termico - bassa fruibilità spazio interna - superfice di coltivazione non ottimizzabile - perdita di spazio per strutture Contro: maggiore investimento Contro: carico termico esogeno
7 PROGETTAZIONE AMBIENTE DEFINITA L ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI PER IL CICLO PRODUTTIVO E POSSIBILE PASSARE ALLA PROGETTAZIONE TECNICA E AL DIMENSIONAMETO DELLE PARTI
8 PROGETTAZIONE AMBIENTE DEFINIZIONE DEL LAYOUT DELLE AREE DI COLTIVAZIONE Scelta della tecnica di coltivazione - su banchi - a terra OBBIETTIVO: OTTIMIZZAZIONE DEGLI SPAZI E DELLE RISORSE Coltivazione su tutta la superfice Coltivazione a isole
9 PROGETTAZIONE AMBIENTE Consiglio: coltivare utilizzando vassoi traslabili /roll bench 90% della superfice coltivata a parità di impianto di illuminazione. OBBIETTIVO: EVITARE LA DISPERSIONE DI LUCE
10 PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA SCEGLIERE LA SORGETE LUMINOSA in funzione alla fase di sviluppo dei vegetali. - TIPO DI SORGENTE LUMINOSA: HPS: fioritura CMH vegetativa o fioritura LED vegetativa o fioritura FLUORESCENZA: germinazione MH: vegetativa / fine fioritura - QUANTITA : densità flusso fotonico PPFD µmol/m2s
11 PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA Il progetto illuminotecnico viene realizzato con l utilizzo di un software di calcolo. In funzione alle dimensioni dello spazio, tecniche di coltivazione e PPFD desiderato; STEP : - PPFD corretto per la fase di sviluppo voluta. - definizione numero e posizione dei punti luce - carico termico endogeno (interno) OBBIETTIVO: uniformità della luce; Specie vegetale Germinazione Taleaggio Vegetativa Riproduttiva/ -2-1 fioritura Raccomandazioni PPFD (µmol m s ) Cannabis Pomodoro Cetrioli
12 PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA ES. PROGETTO ILLUMINOTECNICO: ASSONOMETRIA Area: 9,10x10,20x3,20h Lampade: 50 unità RIFLETTORE ELETTRONICO GAVITA PRO 1000 DE FLEX CON LAMPADA E-SERIE 1000W
13 PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA PIANTA CON IL POSIZIONAMENTO DELLE SORGENTI LUMINOSE
14 PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA PPFD A 1,5 METRI DAL PIANO DI COLTIVAZIONE
15 PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA PPFD A 2 METRI DA TERRA
16 PROGETTAZIONE CLIMATICA DEFINIZIONE DEL CARICO TERMICO Di natura endogena: impianto di illuminazione dato da tipologia, numero e potenza riflettori utilizzati. Di natura esogena: temperatura esterna, esposizione geografica e prestazione termica dell edificio (isolamento).
17 PROGETTAZIONE CLIMATICA TIPOLOGIA DI IMPIANTO TRATTAMENTO ARIA RICAMBIO ARIA Consigliabile in climi con temperature esterne basse tutto l anno e altezze interne elevate. TRATTAMENTO ARIA CON AC/UTA Adatta a tutti i climi è consigliata una coibentazione per incrementare efficienza del sistema. CONTRO: - necessità grandi impianti aerazione (aspiratori, tubazioni e filtri per odori, parassiti e pollini) - basso controllo parametri ambientali. PRO:massimo controllo dei parametri ambientali (T UR ) - Standardizzazione processi produttivi - Sanitizzazione - Riduzione ricambi aria esterno PRO: minor investimento CONTRO: maggiore investimento
18 CONTROLLO DEI PARAMETRI AMBIENTALI I PARAMETRI PRINCIPALI - Temperatura Umidità relativa UR% Intensità sorgente luminosa PPFD Acqua/irrigazione EC/fertilizzanti CO2 ppm COSE E IL VPD: Vapor Pressure Deficit (unita di misura KPa) Definisce il livello di traspirazione della pianta (corretta apertura stomi) e permette di controllare il metabolismo della pianta. E in relazione all umidità relativa, alla temperatura aria e alla temperatura della foglia
19 VPD: MIGLIORARE I PROPRI RISULTATI Relazione tra condizioni ambientali Temperatura aria Umidità relativa Evapotraspirazione fogliare Richiesta H2O radici VPD aumenta Diminuisce Aumenta aumenta aumenta diminuisce Aumenta diminuisce diminuisce diminuisce Indicatore dello stato di stress della pianta: - Basso VPD= bassa traspirazione, si riduce la traslocazione nei nutrimenti e rischio patogeni di origine fungina. - Alto VPD= eccessiva traspirazione, rischio disidratazione della pianta, gli stomi si chiudono e si interrompe il processo di fotosintesi clorofilliana Corretto livello di VPD : 0,5 a 1,20
20 VPD: MIGLIORARE I PROPRI RISULTATI
21 VPD: MIGLIORARE I PROPRI RISULTATI Il controllo VPD consente: - Diminuzione dello sviluppo delle muffe e patogeni. - Aumento o diminuzione del tasso metabolico vegetale. - Determinazione dello stress della pianta. - Efficiente assorbimento di anidride carbonica - Miglioramento della qualità della resa.
22 C02: MIGLIORARE I PROPRI RISULTATI Quanta CO2 dovresti dare alle tue piante? La CO2 può migliorare la resa delle tue colture che richiedono alto PPFD. La fotosintesi è normalmente limitata dalla quantità di CO2 disponibile non dall'intensità della luce Con alti livelli di PPFD i ppm di CO2 possono salire da 800 a ppm
23 DIMLUX: CONTROLLO AUTOMATICO DEI PARAMETRI
24 DIMLUX: CONTROLLO AUTOMATICO DEI PARAMETRI La tecnologia DimLux è l'unico sistema di controllo che permette di controllare il VPD mantenendolo in EQUILIBRIO attraverso il controllo e la gestione dei seguenti parametri ambientali: - Illuminazione PPDF Temperatura Umidità relativa CO2 Ventilazione
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