Sala Falck Assolombarda 30 gennaio Salvatore La Fata Primo Dirigente Polizia di Stato

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1 Sala Falck Assolombarda 30 gennaio 2006 Convegno LA SICUREZZA NEL TRASPORTO DELLE MERCI PERICOLOSE Intervento Salvatore La Fata Primo Dirigente Polizia di Stato Tutte le relazioni e le documentazioni della Mobility Conference Exhibition saranno rese disponibili sul sito

2 Il Controllo del Trasporto Il tema che mi è stato assegnato è stato inserito nel contesto della tavola rotonda subito dopo l intervento in caso di incidente. Tale scelta non è casuale. Il controllo del trasporto stradale delle merci pericolose serve soprattutto a prevenire il verificarsi di sinistri. Come tale va inquadrato nell obiettivo generale di tutela della sicurezza pubblica che va perseguito attraverso l emanazione di regole mirate e con la predisposizione di un efficace apparato operativo. Quando si affrontano le tematiche della sicurezza pubblica il riferimento normativo è chiaramente individuato nell art. 1 del R.D. 18 giugno 1931, n. 773: L Autorità di Pubblica Sicurezza veglia al mantenimento dell ordine pubblico, alla sicurezza dei cittadini e alla loro incolumità,...(...). Spetta quindi la Ministero dell Interno, da cui dipendono la Polizia di Stato e le altre Forze dell Ordine, adottare le misure idonee alla salvaguardia della sicurezza dei cittadini. Il tema della sicurezza stradale viene però ripreso in più articoli dal Codice della Strada, tra questi vorrei richiamare l attenzione di chi mi ascolta sull art. 140: Gli utenti della strada devono comportarsi in modo da non costituire pericolo o intralcio per la circolazione ed in modo che sia in ogni caso salvaguardata la sicurezza stradale. Con tale affermazione, il legislatore non inteso scaricare l intera responsabilità sull Autorità ma si è rivolto a tutti coloro che sono sulla strada, che si servono di essa e che vi fanno circolare le loro merci. Come abbiamo ascoltato dalle altre relazioni, per l ADR questi soggetti sono: lo speditore, il caricatore, l imballatore, il riempitore, il vettore ed il conducente. Da questa filosofia essenziale, che riscontriamo nelle norme ADR, ne è derivato un progetto per la sicurezza del trasporto delle merci pericolose che non è solo un programma operativo per le forze di polizia ma che coinvolge le industrie, gli operatori commerciali, gli autotrasportatori, le maestranze. Tutti sono accomunati dall obiettivo condiviso di dare priorità alla prevenzione degli incidenti, e nel caso sia avvenuto un sinistro, di conseguire la riduzione del danno alle persone o all ambiente nella misura massima possibile.

3 Se si affrontano tali tematiche con serietà, si raggiunge un altro obiettivo, per certi aspetti non tanto secondario: il contenimento della paura percepita dalla quasi totalità dei cittadini per la vicinanza ai siti industriali a rischio o ai mezzi che trasportano merci pericolose. E naturale che al concetto di controllo debba essere associato quello sanzionatorio. L attività di polizia non può che essere indirizzata a perseguire e punire i comportamenti illeciti ed assicurare l affermazione della Giustizia. In tal modo vengono dissuasi quanti effettuano trasporti di merci in ADR e mettono a rischio la propria e l altrui incolumità per incompetenza professionale, superficialità o insufficiente impiego di mezzi o risorse economiche. Nelle norme dell ADR, del Codice della Strada e del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, del Codice Penale e Civile che, per il poco tempo disponibile, mi limiterò solo a richiamare emerge una caratteristica permeante: il coinvolgimento del pubblico e del privato, da una parte le Istituzioni che hanno il dovere di informare e controllare, dall altra gli operatori interessati che devono curare la formazione dei propri addetti ed impegnare o meglio investire risorse adeguate per la sicurezza. Il Codice della Strada ha un solo articolo specificamente diretto a disciplinare il trasporto di merci pericolose. Chi legge l articolo 168, si accorge però che in esso non appaiono le prescrizioni alle quali si deve attenere, trova elencate le sanzioni per le violazioni di norme che sono riportate in altre disposizioni. Questa mancanza di immediatezza visiva, di obblighi e divieti a cui ci deve attenere, è di per sé un pericolo occulto per la sicurezza stradale. Le norme dell ADR hanno cercato di porvi rimedio attraverso l imposizione di percorsi formativi per i conducenti, per i consulenti ADR e per gli altri soggetti che per le loro incombenze entrano in contatto con le merci pericolose. L Unione Europea ha voluto fornire un ulteriore strumento ai soggetti interessati al trasporto di merci pericolose con l emanazione della DIRETTIVA n. 112 del 13 dicembre 2004 che stabilisce le procedure uniformi in materia di controllo dei trasporti su strada di merci pericolose. Attraverso 3 allegati della stessa Direttiva è possibile avere un quadro d insieme delle modalità di esecuzione dei controlli su strada da parte degli Organi di Polizia Stradale.

4 Questa prassi evita errori sia ai controllori che ai controllati. Si tratta di una lista di controllo che ciascun autotrasportatore e speditore dovrebbero utilizzare per effettuare un auto verifica prima di iniziare il viaggio. Portandoci direttamente al cuore del tema affidatomi, volendo sintetizzare le finalità del controllo stradale, possiamo individuare 5 aree di intervento da parte delle Forze dell Ordine finalizzate : 1. alla corretta raccolta di informazioni sulla circolazione dei veicoli che trasportano merci pericolose; 2. all azione preventiva, attraverso interventi operativi di vigilanza sul territorio; 3. alla vigilanza sull'osservanza di leggi, regolamenti, ordinanze e di ogni disposizione normativa; 4. all accertamento delle violazioni e la corrispondente attività sanzionatoria; 5. al supporto operativo all'autorità Giudiziaria e ad altri Organi istituzionali preposti alla sicurezza ed all'ordine pubblico, attraverso accurate informative. Il conducente ha l obbligo di non ostacolare l attività di controllo delle Forze dell Ordine. L art. 192 del Codice della Strada stabilisce che I funzionari, ufficiali ed agenti...(...)... possono procedere ad ispezioni del veicolo al fine di verificare l'osservanza delle norme relative alle caratteristiche e all'equipaggiamento del veicolo medesimo...(...). Il dispositivo sanzionatorio adottato dal nostro ordinamento è rapportato alla gravità delle infrazioni e segue, in linea di massima, le ipotesi indicate nelle tre categorie di rischio connesso al trasporto. A. Prima Categoria di rischio Dal comportamento illecito possono derivare il rischio elevato di morte, gravi lesioni personali o danni significativi all ambiente. Ipotesi: 1. trasporto di merci per le quali è vietato il trasporto; 2. fuga di sostanze pericolose; 3. trasporto con modalità proibite o inadeguate; 4. trasporto alla rinfusa in container strutturalmente inadeguati; 5. trasporto in un veicolo sprovvisto del pertinente certificato di omologazione;

5 6. veicolo non più conforme alle norme di omologazione e che presenta un rischio immediato (negli altri casi è inserito nella categoria di rischio II); 7. uso di imballaggi non autorizzati; 8. imballaggio non conforme alle istruzioni di imballaggio applicabili; 9. mancato rispetto delle disposizioni relative all imballaggio misto; 10. mancato rispetto delle norme in materia di sistemazione e fissaggio del carico; 11. mancato rispetto delle disposizioni relative al carico misto di imballaggi; 12. mancato rispetto dei livelli ammissibili di riempimento di cisterne o imballaggi; 13. mancato rispetto delle disposizioni che limitano le quantità trasportate in una unità di trasporto; 14. trasporto di merci pericolose senza indicarne la presenza (ad es., documenti, marcatura o imballaggio dei colli, segnalazioni o marcature sul veicolo ); 15. trasporto senza segnalazioni o marcature sul veicolo; 16. assenza di informazioni relative alle sostanze trasportate che permettano di accertare un infrazione della categoria di rischio I (ad es., numero ONU, denominazione della merce inviata, gruppo d imballaggio ); 17. conducente privo del certificato regolamentare di formazione professionale; 18. uso di fuoco o di luci non protette; 19. mancato rispetto del divieto di fumare. B. Seconda Categoria di rischio Dal comportamento illecito possono derivare il rischio di lesioni personali o danni all ambiente. Le infrazioni riguardano: 1. unità di trasporto che comprende più di un rimorchio/semirimorchio; 2. veicolo non conforme alle norme di omologazione ma non presenta un rischio immediato; 3. veicolo sprovvisto degli estintori funzionanti prescritti; 4. veicolo sprovvisto dell attrezzatura prevista nell ADR o nelle istruzioni scritte;

6 5. mancato rispetto delle date delle ispezioni e dei controlli e delle disposizioni sui periodi di uso degli imballaggi, degli IBC o degli imballaggi di grosse dimensioni; 6. trasporto di imballaggi vuoti danneggiati e non ripuliti; 7. trasporto di merci imballate in container strutturalmente inadeguati; 8. cisterne o i tank container (inclusi quelli vuoti e non ripuliti) che non sono stati chiusi adeguatamente; 9. trasporto di un imballaggio combinato con un imballaggio esterno non chiuso adeguatamente; 10. etichette, marcature o segnalazioni errate; 11. assenza di istruzioni scritte conformi all ADR o istruzioni scritte non pertinenti per le merci trasportate; 12. veicolo non adeguatamente sorvegliato o parcheggiato. C. Terza Categoria di rischio Dalle violazioni consegue il rischio ridotto di lesioni personali o di danni all ambiente. Gli illeciti si riferiscono a: 1. dimensioni delle targhe o delle etichette o delle lettere, figure o simboli sulle targhe e le etichette non sono conformi alle norme; 2. documentazione a bordo insufficiente; 3. certificato di formazione professionale del conducente non esibito su strada. Concluderò la mia esposizione con alcune slide nelle quali ho sintetizzato le violazioni più ricorrenti, le norme di riferimento e la sanzione prevista. Per chi è interessato ad approfondire tali aspetti consiglio la lettura di prontuari pubblicati da alcune case editrice specializzate. Ringrazio tutti per la cortese attenzione.

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