E. PASSIONE, MORTE, PASQUA DI RISURREZIONE E CONSEGUENTE RILETTURA MESSIANICA

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1 E. PASSIONE, MORTE, PASQUA DI RISURREZIONE E CONSEGUENTE RILETTURA MESSIANICA Leggendo i Vangeli possiamo notare una particolarità: lo spazio testuale dato alla narrazione della vita di Gesù fino alla soglia della passione (circa 35 anni) è poco di più di quello dato al racconto della sua passione, morte e risurrezione (alcuni giorni). Come avviene anche nei libri o nei film, quando si raccontano momenti importanti lo spazio dato si dilata, cioè si da più spazio (di tempo nel film o di pagine in un libro) per esempio ad un ora, che però è cruciale nella vita del protagonista, rispetto anche a moltissimi anni non significativi per la trama del racconto. E la Pasqua del Cristo prende nei Vangeli tanto spazio quasi quanto tutto il resto della vita, infatti il racconto è ben più dettagliato. Questo è un chiaro indizio dell importanza che la prima comunità cristiana e gli evangelisti riconoscevano alla passione, morte e risurrezione di Gesù, il Messia. Perché Gesù è morto? Rispondere a questa domanda richiede attenzione alla complessità della realtà, poiché c è una molteplicità di cause a seconda del piano che si prende in considerazione: Cause dal punto di vista storico 1. - Perché Gesù era scomodo e pericoloso per il Sinedrio, poiché aveva rivendicato come Figlio gli stessi diritti e poteri di Adonai sul popolo eletto (cfr. Mc 12,1-9), per esempio perdonando i peccati, sottoponendo a critica profetica alcuni aspetti di come singole persone o "correnti di pensiero" vivevano in concreto la fede d'israele (culto nel Tempio, disciplina della purità, osservanza del sabato, matrimonio, ecc.), presentandosi come Messia inviato da Dio, anche se un Messia inedito, diverso da ciò che la gente si aspettava: andare apparentemente contro la Legge, il gesto nel Tempio accompagnato dalla parola sulla sua distruzione, la mitezza e mansuetudine, il perdono dei nemici, ecc. Considerate poi le responsabilità di governo e di ordine pubblico sulla Giudea che dopo l'esilio di Archelao nel 6 d.c. erano di fatto ritornate al Sommo sacerdote (sotto la giurisdizione romana del 'Praefectus Iudeae') è probabile che Caifa temesse anche disordini e agitazioni, specialmente frequenti a Gerusalemme in occasione delle grandi feste. 80

2 2. - Perché era scomodo per il dominio dell Impero romano in quei territori già agitati e difficili. Vedi l entusiasmo suscitato dal suo ingresso a Gerusalemme, il titulus crucis Re dei giudei e la condanna alla pena infamante della crocifissione, riservata ai nemici dello Stato Perché ha tradito le aspettative di alcuni di coloro che lo seguivano. Per esempio secondo un ipotesi Giuda lo ha tradito perché lui per primo si è sentito tradito da Gesù, un Messia troppo mite, umile e mansueto. Egli non si stava comportando come il Messia che Giuda voleva (liberatore politico e rivoluzionario). Riguardo alle ragioni per cui Giuda ha fatto quel gesto ci sono in realtà numerose ipotesi, i Vangeli non sono chiari, probabilmente i primi apostoli non lo sapevano o non l avevano capito: forse per avidità, forse perché era deluso, forse per forzare la mano a Gesù quasi costringendolo a reagire e a fare il Messia come Giuda s'aspettava o forse per tutte queste cose insieme. Causa dal punto di vista teologico nella rilettura di fede 4. - Subito dopo il battesimo al Giordano Gesù viene sospinto dallo Spirito nel deserto, dove Satana lo tenta. Queste tentazioni hanno lo scopo di sviarlo dalla specificità della sua missione messianica. Gesù è sempre rimasto il Messia che doveva essere, per quanto diverso dalle aspettative, per quanto scomodo per i giudei e per i romani, per quanto incompreso dai suoi discepoli e questo lo ha portato alla morte. Per rimanere quello che era, cioè il Figlio, per fare la volontà del Padre, per essere Messia al modo di Dio è stato rifiutato, incompreso, odiato, tradito ed infine ucciso. Gesù quindi muore perché lui stesso lo ha accettato e lo ha voluto in obbedienza al Padre per la nostra salvezza e secondo le Scritture (vedi la parole sul pane e sul calice nell'ultima cena). Egli è morto a causa dei nostri peccati, perché anche i nostri peccati l hanno messo in croce. Questo è un passaggio di chiara lettura credente dell evento, che Paolo ad esempio riporta nella lettera ai Corinzi e nella lettera ai Romani. In 1Cor Paolo dice Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, quindi a causa e in redenzione per i nostri peccati. Questa morte di Gesù è nel prestabilito disegno di Dio, è il compimento delle Scritture (Legge, Profeti e Scritti) in obbedienza al Padre (cfr. At 2,22-24; 4,25-28). Com è andata? Terminata l ultima Cena Gesù esce e cantando i salmi va all orto degli ulivi, al Getsemani, a pregare. A quel punto arriva Giuda con le guardie del Tempio (forse anche con dei soldati romani) e lo arrestano. Nasce qui una domanda: se il Sommo sacerdote e il Sinedrio avevano le guardie e conoscevano Gesù poiché lo vedevano insegnare, perché hanno avuto bisogno di Giuda Iscariota? Inoltre sembra che ci sia una certa fretta da parte del Sinedrio di prendere Gesù, di notte, come mai? Per la Pasqua, al tempo di Gesù, a Gerusalemme arrivava moltissima gente per immolare gli agnelli, non solo arrivavano persone da zone limitrofe, ma per esempio anche dalla Galilea (da dove provenivano Gesù e Pietro). Di conseguenza è plausibile che secondo la valutazione del Sinedrio (e dei Romani?) ci fosse il rischio che Gesù 81

3 con i suoi compisse un atto violento (vedi l ingresso trionfale nella città santa), quindi è plausibile che decisero di eliminarlo prima che ci fosse troppa gente della Galilea a Gerusalemme. C è stata probabilmente una ragione politica di urgenza e di ordine pubblico, per evitare una folla che lo sostenesse, ed è probabile che abbiano avuto bisogno di Guida perché le autorità ignoravano qual era il luogo dove Gesù e i suoi abitualmente si ritiravano per la notte a pregare e dormire (vedi l annotazione come al solito in Lc 22,39). Preso e arrestato, Gesù viene portato davanti alle autorità del Tempio, dove è sottoposto ad un interrogatorio, il cui capo d accusa è la bestemmia: si era fatto Figlio di Dio, pari ad Adonai. Durante questo processo succede che Pietro rinnega Gesù. Poiché quest ultimo avvenimento è raccontato da tutti ed è imbarazzante per la Chiesa primitiva, deve essere necessariamente vero (come il tradimento di Giuda). Terminato l interrogatorio Gesù viene portato da Ponzio Pilato, il prefetto, il governatore della provincia e qui avviene il vero e proprio processo formale. Le autorità del Tempio presentano Gesù con delle accuse connesse alla Torah, ma a Pilato non interessa l aspetto meramente religioso, bensì la tutela dello Stato e dell ordine pubblico, da cui il titulus crucis: Re dei Giudei. La condanna a morte per crocifissione è rara e crudele. Veniva data non certo a cittadini romani, ma a schiavi o persone che avevano commesso crimini gravi, crimini contro lo Stato, contro l imperatore. Il processo si conclude quindi con la liberazione per acclamazione di Barabba e la condanna a morte per crocifissione di Gesù da parte di Ponzio Pilato. Dopo la condanna avviene la flagellazione: era una pratica romana orribile, ma per un certo aspetto di pietà, che serviva a sfinire il condannato in modo che fosse più breve l agonia in croce. Segue poi il cammino verso il Golgota e durante il cammino troviamo un dato interessante riportato da Mc, un indizio di sicura autenticità: la figura di Simone di Cirene, padre di Alessandro e Rufo che aiuta Gesù a portare la croce. Secondo tutti gli storici, visto che era stato chiamato per nome e cognome, voleva dire che era una persona conosciuta dalla prima comunità cristiana, è stato sicuramente un personaggio storico 1. Infine sul Golgota avviene la crocifissione tra due lhesta, la morte abbastanza rapida (dato annotato da tutti e quattro gli evangelisti), la deposizione dalla croce con l intervento di Giuseppe d Arimatea e la sepoltura in un giardino lì vicino. Questioni dubbie e/o controverse Qual è stata la cronologia della Passione? Leggendo i racconti della Passione, si possono notare alcune diversità. Innanzitutto vi è una differenza cronologica: i sinottici raccontano gli eventi in certi giorni, mentre Gv segue un altra cronologia; è una differenza significativa e importante che ha portato ad una certa divisione degli studiosi. Secondo Mc, Mt e Lc Gesù muore il venerdì, che quell anno era il giorno di Pasqua, per cui l ultima Cena corrisponderebbe alla cena pasquale, il banchetto pasquale della comunità ebraica. Invece secondo Gv Gesù muore sempre di venerdì, ma la 1 Caso ben diverso è quello del personaggio della Veronica, di cui non si ha alcuna certezza circa l esistenza reale. 82

4 Pasqua cade di sabato, quindi l ultima Cena non poteva essere il banchetto pasquale (doveva essere il venerdì sera). Per cui c è una differenza cronologica di un giorno che è importante per il significato che si da all ultima Cena, alla morte, ecc. Per esempio stando alla cronologia giovannea Gesù è crocifisso e muore circa nello stesso tempo in cui al Tempio si immolano gli agnelli per la cena pasquale della sera. Gli studiosi sono divisi su questo tema, anche se ultimamente ci si attiene alla cronologia giovannea. In essa vi è l anticipo da parte di Gesù di almeno alcuni elementi del banchetto pasquale, probabilmente perché sapeva che non avrebbe potuto mangiare la Pasqua con i suoi discepoli; in tal modo poi si evidenzia come tutto il senso di quella Cena viene da Gesù: è la sua Cena, lui imprime in essa la sua specificità per un alleanza nuova. Quadra anche perché crocifiggere un uomo il giorno di Pasqua era praticamente inaccettabile secondo i riti e le tradizioni di quel tempo. Giovanni è più coerente con gli usi e le tradizioni giudaiche. La cronologia dei Sinottici è bella perché sottolinea il senso pasquale ebraico dell ultima Cena, per cui gli studiosi che optano per la cronologia giovannea, interpretano questo spostamento dei sinottici dal punto di vista teologico. Qualche studioso risolve la discrepanza ipotizzando l'uso di due calendari: quello lunisolare (come a Qumran, Pasqua fissa di mercoledì, per cui l'ultima Cena sarebbe avvenuta il martedì sera) e quello lunare (come al Tempio, Pasqua mobile, che in quell'anno secondo Gv cadeva in giorno di sabato). Qual è stato l andamento e quale tipo di processo giudaico? Troviamo anche differenze nel processo giudaico (se realmente ne è avvenuto uno in modo formale). Secondo Mc e Mt c è stata una sessione notturna del Sinedrio presieduto dal sommo sacerdote con una breve udienza all alba, secondo Lc invece c è stata un unica sessione mattutina del Sinedrio ed infine secondo Gv c è stata un udienza informale nella notte, sotto la guida dell ex sommo sacerdote Anna, suocero di Caifa. Il Sinedrio godeva della potestas gladii? Un elemento su cui ci sono discussioni era se il Sinedrio godeva o meno della potestas gladii, cioè il diritto di condannare a morte. Non si sa per certo quindi se Gesù era stato già condannato a morte dal Sinedrio e si aspettava solo la ratifica del potere romano, oppure se il Sinedrio non aveva il potere di condannare a morte e poteva solo presentare accuse. Secondo alcuni studiosi la potestas gladii era stata tolta al Sinedrio da Roma, da quando cioè in Israele c era la dominazione romana, secondo altri invece manteneva ancora questo potere (l unico caso certo era se un pagano entrava nel recinto sacro del Tempio). Dove si è tenuto il processo e la condanna di Gesù? Secondo una tradizione il processo sarebbe avvenuto nella Fortezza Antonia, in quello che al giorno d oggi è indicato ai pellegrini come litòstroto. Altri invece sostengono che il prefetto romano era insediato nel luogo già del potere, quindi il processo si sarebbe tenuto o nel palazzo di Erode (cfr. anche Lc 23,6-12) o nell'antico palazzo degli Asmonei, sito nella città alta e non lontano dal monte del Tempio. 83

5 Era in uso a quel tempo l amnistia pasquale? Altra questione discussa è l amnistia pasquale. Mt e Mc annotano che era abitudine pasquale liberare un prigioniero, mentre Lc e Gv non ne parlano, si dice invece che i sommi sacerdoti sobillarono il popolo per far crocifiggere Gesù e liberare Barabba. Nella legge romana l amnistia non esisteva, era invece presente nella legge greca. Visto che non vi sono altre fonti sull amnistia, diversi studiosi non la ritengono reale. Esistono però testimonianze sulla cosiddetta abolitio, per cui si poteva abolire un processo o sulla venia per rimettere la pena, e si sa che talvolta i governatori, per ragioni politiche o dietro compenso di denaro facevano ricorso a queste forme. In conclusione la prospettiva di Gv e Lc è la più plausibile secondo il diritto romano del tempo però, vista la scarsità di documentazione pertinente, non si può escludere che l istituto giuridico dell amnistia fosse entrato nella prassi romana in oriente. Ai confini della storia e oltre la storia: la Risurrezione Ciò di cui abbiamo parlato finora è oggetto della nostra fede ma anche della storia, ha un tempo, un luogo, una data. La risurrezione invece è un evento ai confini della storia e che va oltre la storia, è metastoria. Dire che è oltre la storia significa che è svincolato da spazio e tempo (evento trascendente, ma reale): Gesù nella risurrezione è entrato in una condizione di eternità. La risurrezione è divenuta quindi il cardine della nostra fede come dice Paolo nella prima lettera ai cristiani di Corinto (1Cor 15,13-17). Ritornando alle due professioni di fede paoline troviamo la lettera ai Romani in cui si parla come di una seconda nascita o inizio (generato secondo la carne stabilito secondo lo spirito di santità). Il prof. R. PENNA, assieme a molti altri, sostiene un duplice inizio del cristianesimo: la prima con la vita, i miracoli, la predicazione del Regno di Gesù, e la seconda volta con la risurrezione. In un certo senso è vero perché la risurrezione ha svelato tante cose. Mettendoci nei panni dei discepoli quei discepoli che conoscono Gesù, hanno visto i segni, hanno vissuto insieme a lui e lo hanno ascoltato dopo aver visto o saputo della morte di Gesù, per tutti è stata una delusione, un fallimento causa di sconforto, percepito come se fosse stato un inganno e la storia neotestamentaria dice proprio questo. Poi però c è la risurrezione e l apparizione di Gesù risorto. Questo cambia tutto, perché questo vuol dire che egli aveva ragione, quindi non c è stato un fallimento ma un trionfo, alla luce della risurrezione ha tutto un altro senso. Per esempio Paolo che non ha conosciuto il Gesù terreno, ne aveva sentito parlare, quindi sapeva chi era e cosa gli era successo, ma lo riteneva un impostore, tanto che perseguitava coloro che credevano in lui. Poi lo incontra risorto sulla via di Damasco, per cui le stesse cose che sapeva prendono il giusto ordine, si risistemano nella sua mente. La risurrezione getta quindi una luce nuova su tutto, come conferma della veridicità e validità dell'autorità e delle "pretese" del Gesù pre-pasquale e non solo. Anche la croce alla luce della risurrezione assume le tonalità di salvezza, del riscatto, della redenzione, della vittoria. Come abbiamo detto però questo avvenimento è oltre la storia, per cui è ostico trattarla con l'approccio basato sui criteri (si può forse utilizzare quello della molteplice attestazione), meglio con gli approcci basati sulle testimonianze e quello della spiegazione sufficiente, poiché ne vediamo 84

6 gli effetti storici. Come si spiegherebbe altrimenti che coloro che erano tornati in Galilea a riprendere i loro lavori, avviliti, tra cui anche Pietro che aveva rinnegato Gesù pubblicamente, ad un certo punto tornano a Gerusalemme a predicare e rischiano la morte? Perché ci sia un incendio è necessario che ci sia stata una scintilla: anche se la risurrezione è oltre la storia, gli effetti (tomba vuota, racconti di apparizioni, discepoli pronti al martirio, vicenda personale di Saulo-Paolo, predicazione universale del Vangelo, ecc.) sono storici. Nei Vangeli abbiamo due tipi di racconti circa la risurrezione di Cristo: i racconti detti della tomba vuota e i racconti delle apparizioni. Le parole che tutti i Vangeli riportano nei racconti della tomba vuota sono: Non è qui. Le donne che avevano visto dove Giuseppe d Arimatea aveva deposto Gesù, e stavano andando là per completare i riti d unzione, trovano la tomba vuota con i lini piegati e gli angeli che dicono: Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l avevano deposto. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto (Mc 16,6-7). La tomba vuota quindi non è l origine della fede, poiché le donne non cominciano a credere nella risurrezione, però è un segno che dà inizio alla ricerca dell incontro con Gesù Risorto. La forma letteraria dei racconti delle apparizioni è una tipologia che si ritrova nei diversi Vangeli anche se ogni evangelista racconta qualcosa. Essi hanno una connotazione soprannaturale e trascendente: Gesù passa attraverso le porte, alcuni che ben lo conoscevano non lo riconoscono subito (cfr. Lc 24,13-35; Gv 20,11-18), ecc. Una questione delicata e assai controversa è se la risurrezione, scrostando la redazione e l interpretazione degli evangelisti e prendendo le parole che sono sicuramente uscite dalla bocca di Gesù prima della sua Pasqua, era qualcosa che ci si aspettava o meno. Pensando alla parabola dei vignaioli omicidi, si può notare che essa finisce con la morte del figlio senza risurrezione, senza prospettiva di vittoria. Per cui diversi studiosi, ricostruendo le parole uscite dalla bocca di Gesù, trovano che di annuncio esplicito della risurrezione c è ben poco e che questo evento è inatteso per i Dodici e i discepoli, e qualcuno arriva a dire persino per Gesù stesso. Altri invece sostengono una posizione diversa, ricorrendo a passi come Q 12,8-9 e come Mc 9,31; 14,62. Altro tema importante, guardando alla passione, morte e risurrezione è quello soteriologico, cioè la riflessione credente circa la salvezza dell uomo. Questo discorso riguarda la comprensione della Pasqua di Gesù come un mistero per noi, per i nostri peccati, per la nostra redenzione e liberazione. Questo sarà approfondito nella seconda parte del nostro per-corso di cristologia. Da notare, infine, che mentre Gesù durante la sua vita ha predicato il Regno di Dio, i suoi Apostoli hanno predicato la morte e resurrezione del Cristo (cfr. 1Cor 15,3b-5). Ciò però non significa che le due predicazioni si contrappongano, poiché la persona e il mistero di Gesù Cristo tiene insieme tutto. La sua Pasqua, Pasqua del Figlio dell uomo, è il cuore del Regno di Dio che viene e questo tema ci immette nella fede della Chiesa, come vedremo nella prossima lezione dedicata alla testimonianza della Chiesa, cioè alla universale ed ininterrotta Traditio. 85

7 EXCURSUS: GESÙ NATO A BETLEMME DA MARIA VERGINE? In questa prima parte del per-corso ci siamo volutamente limitati secondo il criterio enunciato in At 1,21-22 e non è possibile entrare qui nella complessa questione del genere letterario dei racconti dell'infanzia di Gesù con le problematiche e il dibattito ad esso connessi. Mi limito soltanto a raccogliere alcuni dati, senza alcuna pretesa di esaustività. Betlemme 1. Innazitutto le narrazioni di Mt e Lc che con le loro diversità e problematiche portano a supporre a monte due tradizioni differenti concordano nel porre la nascita di Gesù a Betlemme. 2. Indicativo è anche il fatto che lungo i secoli non vi siano mai stati luoghi "concorrenti", a differenza di quanto avvenuto in altri casi (Cana, Emmaus, ecc.). 3. Le testimonianze fuori del NT iniziano già a metà del II sec., quando Giustino, filosofo nativo di Nablus in Palestina, scrive che gli abitanti del villaggio trasmettevano di padre in figlio i ricordi sulla grotta, sita fuori del centro abitato e adibita a stalla, nella quale era nato Gesù (cfr. GIUSTINO, Dialogo con Trifone, 78, 5). Nei primi decenni del secolo successivo, Origene attesta che il luogo dove era nato Cristo era ben conosciuto nella zona, anche da chi non era cristiano: In intesa con quello scritto nei Vangeli, a Betlemme si mostra la grotta in cui nacque Gesù e dentro la grotta la mangiatoia dove fu deposto, avvolto in fasce. E questo luogo è ben conosciuto anche dalle persone lontane dalla fede; in questa grotta, si dice, è nato quel Gesù amato e adorato dai cristiani (ORIGENE, Contra Celsum, 1, 51). Sotto l imperatore Adriano, si edificarono templi pagani su varie località come il Santo Sepolcro e il Calvario venerate dai primi cristiani, con il proposito di cancellare le vestigia del passaggio di Cristo sulla terra: Dai tempi di Adriano fino all impero di Costantino, per un periodo di 180 anni, là dove avvenne la resurrezione si dava culto a una statua di Giove, e sul monte della croce, per i gentili veniva installata una statua marmorea di Venere. Indubbiamente i persecutori immaginavano che contaminando i sacri luoghi con gli idoli, sarebbe svanita la fede nella passione e resurrezione (GIROLAMO, Lettere, 58, 3). Qualcosa di simile accadde a Betlemme, poiché il luogo della nascita di Gesù fu trasformato in un bosco sacro in onore di Adone. Il vescovo di Gerusalemme Cirillo, nel territorio della cui diocesi era anche Betlemme, vide i luoghi dov era la grotta coperti da alberi (CIRILLO DI GERUSALEMME, Catechesi, 12, 20: «Fino a pochi anni fa era un luogo pieno di boschi»), e anche Girolamo fa riferimento al tentativo fallito di paganizzare questo luogo cristiano con parole non prive di ironia: La nostra Betlemme, il luogo più venerato del mondo, che fece dire al salmista: Verità germoglierà dalla terra (Sal 84,12), era coperta 86

8 dall ombra di un bosco dedicato a Thamuz, cioè Adone, e nella grotta dove si udirono i primi vagiti di Cristo, si pregava l amante di Venere (GIROLAMO, Lettere, 58, 3). Ulteriori testimonianze circa gli indizi che confermano la nascita di Gesù a Betlemme si trovano nell'apocrifo detto Protovangelo di Giacomo, in Eusebio di Cesarea, nell'anonimo di Bordeaux e nel diario di Egeria; i sondaggi archeologici effettuati hanno poi confermato che l'attuale grotta venerata era anticamente fuori del centro abitato, che è invece stato individuato nella zona in cui oggi è venerata la cosìdetta "grotta del latte". 4. A livello di metodologia è bene ricordare il caso emblematico dei ritrovamenti archeologici in rapporto a Gv: il quarto vangelo racconta alcuni particolari (piscina a cinque portici; idrie di pietra; segni dei chiodi) che potendosi prestare a una lettura simbolica e teologica furono "sospettati" di essere pure invenzioni create appositamente dall'evangelista senza alcun fondamento nella realtà e invece tre dei principali ritrovamenti archeologici circa il contesto dei tempi di Gesù hanno costretto ad ammettere il fondamento reale e "storico" di quei dettagli. Questi avvenimenti devono in generale rendere assai prudenti nel "sospettare" di pura invenzione priva di qualunque fondamento nella realtà alcuni fatti narrati dagli evangelisti soltanto perché possono prestarsi anche ad una lettura simbolica, teologica e /o di compimento di profezie del Primo Testamento, poiché dal puro fatto di non avere ancora trovato riscontri non si può ragionevolmente inferire che tale o talaltra notizia offerta dagli evangelisti è frutto di pura invenzione (anche il caso delle sinagoghe è istruttivo: fino ai sempre più numerosi ritrovamenti archeologici quanti illustri studiosi hanno sospettato di "invenzione" le menzioni di sinagoghe ai tempi di Gesù che si trovano nei quattro vangeli). Alla luce di ciò è bene operare una lettura critica dell'argomentazione proposta ad esempio in E. P. SANDERS, Gesù. La verità storica, pp , confrontandola con quanto esposto ad esempio in K. BERGER, Gesù, pp Maria sempre vergine Mt, Lc e Gv, prima del battesimo di Gesù al Giordano con cui inzia Mc, collocano una risposta alla domanda sull'origine (cfr. Gv 19,9): i racconti dell'infanzia e il prologo circa il Logos di Dio. Pur nella diversità di prospettive, risalente con ogni probabilità alle differenti tradizioni cui attingono, Mt e Lc concordano circa il concepimento di Gesù nel grembo verginale di Maria senza il consueto concorso del seme umano maschile. Ben presto la comunità dei credenti percepirà il senso e l'importanza di questo dato, come testimoniano ad esempio le lettere di sant'ignazio d'antiochia (Agli Smirnesi, 1,1; Agli Efesini, 18,2-19,1), risalenti agli inizi del II sec., e l'inclusione nelle professioni di fede (già nelle forme arcaiche sia del simbolo detto 'degli Apostoli' che di quello detto 'Niceno-Costantinopolitano'), nonché per contrasto la reazione del filosofo pagano platonico-stoico Celso nella seconda metà del II secolo (favola inventata del parto verginale, adulterio di Maria con il soldato romano Panthera, ecc; vedi R. PENNA, 87

9 L'ambiente storico-culturale delle origini cristiane, pp ). Il Magistero ecclesiale approfondirà e preciserà poi il dato di fede circa la perpetua verginità di Maria: prima, durante e dopo il parto di Gesù il Cristo. Circa la connessa problematica dei "fratelli" di Gesù si veda il recente studio di R. REGGI, che presenta, prende in esame e sottopone a verifica tutte le proposte di soluzione emerse lungo i secoli. Circa poi i genitori di Gesù e circa Giacomo fratello di Gesù detto Cristo si veda il recentissimo e ben circostanziato studio di M.-L. RIGATO. BIBLIOGRAFIA SPECIALE BERGER, K., Gesù, Queriniana, Brescia DUCAY, A., La morte di Cristo nel disegno di Dio, pro manuscripto, PUSC, Roma FUSCO, V., Le prime comunità cristiane. Tradizioni e tendenze nel cristianesimo delle origini (La Bibbia nella storia, 8), EDB, Bologna JOSSA, G., La condanna del Messia. Problemi storici della ricerca su Gesù (Studi biblici, 164), Paideia, Brescia REGGI, R., I «fratelli» di Gesù. Considerazioni filologiche, ermeneutiche, storiche, statistiche sulla verginità perpetua di Maria (Studi biblici, 60), EDB, Bologna RIGATO, M.-L., I.N.R.I. Il titolo della Croce, EDB, Bologna RIGATO, M.-L., I genitori di Gesù. Una rilettura di Matteo e Luca, EDB, Bologna SESBOÜÉ, B., Cristologia fondamentale, Piemme, Casale Monferrato

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