SERGEI PROKOFIEV ANALISI DELLA SINFONIA CLASSICA
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- Adamo Di Lorenzo
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1 SERGEI PROKOFIEV ANALISI DELLA SINFONIA CLASSICA Nella sua autobiografia, a proposito della Sinfonia Classica Prokofiev scrive: Trascorsi l'estate del 1917 nella piú completa solitudine vicino a Pietroburgo; leggevo Kant e lavoravo molto. Il pianoforte l'avevo lasciato di proposito in città. Avevo l'intenzione di comporre un'opera sinfonica senza l'aiuto del pianoforte. In un'opera siffatta i timbri orchestrali avrebbero dovuto essere piú puri. Nacque cosí l'idea di una Sinfonia nello stile di Haydn, poiché la tecnica di Haydn mi era divenuta piú familiare in seguito agli studi compiuti nella classe di Cerepnin... Credo che se Haydn fosse vissuto fino ad oggi avrebbe mantenuto la sua scrittura arricchendola però di alcune novità: volevo dunque comporre una Sinfonia di questo genere, una Sinfonia in stile classico. Quando cominciò a prendere forma concreta la battezzai col nome di Sinfonia classica. Condotto a termine verso la fine dell'estate 1917, il lavoro fu eseguito per la prima volta sotto la direzione dell'autore, a Leningrado il 21 aprile 1918, due settimane prima che Prokofiev lasciasse la Russia per recarsi in America. Come osserva Roman Vlad, la decantazione e la semplificazione neoclassica non assumono in Prokofiev quegli aspetti di ascetica rinuncia e scarnificazione che definiscono il senso recondito di tante musiche neoclassiche di Stravinskij, ma nascono dalla spontanea tendenza alla piú diretta immediatezza espressiva, aliena da tormentosi approfondimenti introspettivi, che abbiamo già additato quale una delle piú autentiche caratteristiche della natura musicale di Prokofiev. Una sinfonia come avrebbe potuta scriverla un Haydn del Novecento (Haydn, non Mozart né il primo Beethoven), quindi, e l analisi di tutti i parametri forma, armonia, ritmo, melodia, contrappunto e strumentazione consentirà di verificare i tratti che Prokofiev ha alterato rispetto ai canoni di una sinfonia di Haydn. Si dovranno cercare pertanto le note sbagliate.
2 2 PRIMO MOVIMENTO Allegro in forma sonata Esposizione primo tema re maggiore bb ponte modulante bb secondo tema la maggiore bb codetta bb Sviluppo bb Ripresa primo tema do maggiore bb ponte modulante bb secondo tema re maggiore bb codetta bb coda bb Dallo schema si può evincere come Prokofiev abbia mantenuto una forma del tutto compatibile a quella delle sinfonie di Haydn. Le differenze salienti consistono nella mancanza del tradizionale ritornello dell esposizione e della ripresa del primo tema in do maggiore anziché in re maggiore. Quest ultimo aspetto sarebbe stato per Haydn inconcepibile: nella forma sonata settecentesca, basata sul dualismo tonica-dominante, vige la regola ferrea della ripresa, rigorosamente nel tono d impianto, con funzioni risolutive delle tensioni del materiale esposto nel corso dell esposizione e dello sviluppo. Unica eccezione può essere l impiego sostitutivo della sottodominante, ragione delle riprese al IV grado, come per esempio nella sonata per pianoforte di Mozart in do maggiore K.545. Nel nostro caso la ripresa in do maggiore è del tutto coerente con l esposizione, dove a battuta 11 il primo tema risulta esposto, per l appunto, in do maggiore: si tratta quindi di una ripresa ridotta con l omissione delle prime 8 battute in re maggiore. Il primo tema, di otto battute, riunisce i tipici caratteri di grazia e assertività dei temi haydniani. A b.15, dove il tema è ripresentato in do maggiore, violoncelli e contrabbassi, sporcano l armonia con il si naturale in salto d ottava. A b.18 una cadenza V-I riporta in re maggiore dove ha inizio il ponte modulante, anch esso un tema haydniano, guastato però alle battute 36-40, quando si porta sulla dominante del V, per l insistenza dei clarinetti in ottava con il si-do#. Anche il secondo tema presenta i caratteri delle melodie dello stile classico, compreso l accompagnamento in staccato del fagotto tipico di Haydn. Alla battuta 50 è presente l accordo di fa maggiore, VI armonico di la maggiore (il VI grado della scala di ugual tonica minore). La cadenza evitata V-VI armonico nel periodo classico è utilizzata molto raramente e quando usata risulta molto espressiva. In Mozart la si trova a b.130 dell aria Madamina, il catalogo è questo del Don Giovanni, allorquando Leporello comunica a Donna Elvira che il suo padrone delle vecchie fa conquista pel piacer di porle in lista, mentre Beethoven la utilizza a b. 7-8 dell introduzione della sonata Les Adieux. Nella Sinfonia Classica la successione compare numerose volte, ma Prokofiev smussa la forte espressività utilizzando un rivolto del V. Il VI armonico ha anche la caratteristica di essere il II napoletano del V e qui Prokofiev fa appunto seguire al VI armonico il V del V (si maggiore).
3 3 Alle misure la cadenza conclusiva del secondo tema vede l utilizzo di accordi prettamente novecenteschi : IV7-II9-V13-I. La stessa successione armonica è utilizzata per la codetta conclusiva. Alle battute è presenta la successione V-IV, non propriamente tipica di Haydn. Si è detto che manca il ritornello dell esposizione, ma la gran pausa prima dello sviluppo e il suo inizio con il primo tema nella stessa forma orchestrale danno proprio l idea della ripetizione dell esposizione. Però il tema è ora in re minore, tonica minore. A b.95 l idea della falsa ripetizione prosegue con il ponte modulante esposto in lab maggiore (ancora VI armonico del precedente do maggiore). La concitazione dello sviluppo s inizia da b.103: a b.111 si raggiunge il tono di mi maggiore con gli archi che sviluppano il secondo tema; a misure una successione V 4 2-VI armonico (do-mi-sol) è poi posta in progressione in si maggiore (VI armonico sol-si-re). A b.131, dopo triadi diminuite in progressione, si raggiunge il tono di do maggiore, con lo sviluppo della codetta. La ripresa inizia a b.140 con le due battute introduttive. Come già detto, la ripresa ripropone soltanto la parte del primo tema in do maggiore. Il ponte risulta opportunamente modificato per giungere a re maggiore per la ripresa del secondo tema; a b.194 la codetta e il movimento si conclude con la coda costituita dalle due battute iniziali. SECONDO MOVIMENTO Larghetto in forma Lied A-B-A A la maggiore bb B la maggiore do maggiore bb A la maggiore bb Dopo un introduzione di quattro battute, i primi violini espongono il tema subito riproposto con il raddoppio in ottava del flauto nell estensione acuta. L armonia presenta successioni non classiche : V-IV a bb. 2-3; IV - V del VI VI del VI a bb.6-8; I6 di do# - II6 IV di la maggiore. A b.20 ribattuti di archi e fagotti introducono la parte centrale. Dall iniziale la maggiore si giunge a do maggiore. A b. 32 i flauti presentano delle scale per quarte che probabilmente Haydn non avrebbe orchestrato in tal modo. A b.36 è presente l accordo di IV9: contrabbassi, violoncelli, violini e oboi presentano note lunghe a distanza di quinta fa-do-sol, mentre flauti e clarinetti il mi della settima maggiore dell accordo. La ripresa inizia a b. 42: il la della melodia è ora non più fondamentale dell accordo di tonica ma terza dell accordo di fa maggiore, ancora una volta VI armonico. A b.50 ricompaiono le note ribattute che caratterizzavano la parte centrale nonché i salti di quinta nei flauti. Alla misura 57, sull accordo V 4 3 nel tono di si maggiore il salto di quinta dei flauti diventa di sesta maggiore discendente: il sol# è nona dell accordo e il si naturale appoggiatura del la#, terza dell accordo. L accordo risolve sul V7 di mi maggiore ove è riesposta la melodia del tema di A: ora il la della melodia è settima dell accordo.
4 4 TERZO MOVIMENTO Gavotta in forma Lied A-B-A Il terzo movimento è una pungente Gavotta, in cui la genialità di Prokof'ev si esplicita nel risalto al parallelismo dei salti di ottava, nelle libere sovrapposizioni di triadi maggiori, nelle cadenze impreviste. Un episodio mediano della Gavotta è costituito da una tradizionale musette ove si colgono echi di canti popolari russi. Più tardi Prokofiev utilizzò la melodia della Gavotta nel terzo movimento del balletto Romeo e Giulietta, scrivendo una seconda versione del brano. Nella 2^ e 3^ battuta i flauti armonizzano i salti di ottava dei primi violini con una successione di quinte giuste impensabili ai tempi di Haydn. Altrettanto lontana dalle atmosfere di Haydn risulta essere la parte centrale della gavotta. Su un pedale di sol con le quinte vuote di archi e timpani, i legni in stile omofonico presentano una semplice melodia. A b.21 gli archi si dividono e gli oboi espongono la melodia. QUARTO MOVIMENTO Finale in forma sonata Esposizione primo tema re maggiore bb ponte modulante bb secondo tema la maggiore bb codetta bb Sviluppo bb Ripresa primo tema re maggiore bb ponte modulante bb secondo tema re maggiore bb codetta bb Ancor più che nel primo movimento, la forma risulta concorde con i modelli settecenteschi. Il primo tema si basa sulle note dell accordo di tonica, come usa spesso fare Haydn, e anche il carattere è simile a tanti suoi temi. A b. 9 il tema è riproposto in sol maggiore. Il ponte modulante prende avvio a b. 21 con l accordo di la bemolle, II napoletano di sol e VI grado armonico di do maggiore, tono in cui prosegue la transizione. Alla b. 31 l accordo di Sib, VII grado armonico di do maggiore; a b V-IV che altro non è che il VI armonico di la maggiore, tono nel quale è presentato il secondo tema basato su note ribattute con fagotti, clarinetti e oboi a 2 in unisono e flauto a 2 due ottave sopra, con effetto d organo. A b.75 la codetta esposta dai flauti e ripresa dai violini primi. L esposizione questa volta prevede la ripetizione.
5 5 Lo sviluppo prende avvio con la codetta in si bemolle e poi in do maggiore. A b.113 ancora una volta V-VI armonico di do maggiore in fortissimo. La ripresa giunge a b.129, il ponte a b.155 è in si bemolle, VI di re maggiore, a cui segue il secondo tema nel tono d impianto. La codetta a b.201 porta alla conclusione del movimento. Conclusioni L analisi evidenzia il mantenimento di forma, ritmo e carattere tematico compatibili con lo stile classico e di Haydn in particolare. Sullo sfondo di un elegante ironia sorridente e mai distruttiva, Prokofiev agisce con grande perizia sull armonia e sull orchestrazione, dove rivela la sua modernità. "Sorridiamo più che ridiamo agli stravaganti giri di frasi e armonie inaspettate", scrive Jonathan Kramer della Classical Symphony, "perché non hanno totalmente torto. Fuori posto in una sinfonia di Mozart o Haydn, queste note "sbagliate" guadagnano nelle mani di Prokofiev un'integrità e una correttezza appropriate al Essi conferiscono alla sinfonia fascino e grazia."
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