L arte della bellezza I gioielli di Gianmaria Buccellati

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1 L arte della bellezza I gioielli di Gianmaria Buccellati 21 marzo 30 agosto 2015 Reggia di Venaria Reale, Sale delle Arti Testi

2 Il gioiello è un oggetto che mantiene la memoria. Gianmaria Buccellati La mostra è un omaggio al genio e alla personalità di GIANMARIA BUCCELLATI, firma tra le più celebri dell alta gioielleria internazionale e voce d eccellenza dell italianità nel mondo. I gioielli, le creazioni orafe e gli argenti che Gianmaria Buccellati ha iniziato a disegnare da giovanissimo e ha prodotto senza sosta per tutta la vita, sono rappresentati in mostra da oltre cento preziosi esemplari, di cui molti pezzi unici, disposti in un percorso cronologico che ne esplora l origine creativa attingendo ai racconti autobiografici dello stesso Gianmaria. L amore per l arte del passato, la profonda conoscenza del mestiere di orafo e dei suoi segreti e il senso estetico di Gianmaria Buccellati sono esaltati dagli scatti del fotografo e amico GIÒ MARTORANA, che ha interpretato la personalità creativa e lo stile Buccellati in un ricco percorso visuale. La mostra, curata da Chiara Tinonin con Gianmaria e Rosie Buccellati, è realizzata in collaborazione con la Fondazione Gianmaria Buccellati e la Fondazione di Studi dell Arte Orafa e dei suoi Protagonisti. GIANMARIA BUCCELLATI Nasce il 21 maggio a Milano dal gioielliere Mario Buccellati e Maria Rodolfi A sedici anni interrompe gli studi per lavorare a fianco del padre nella gioielleria di via Santa Margherita a Milano, di cui diventerà direttore due anni più tardi. Nel contempo affianca il padre anche nella gestione dei laboratori di produzione A quattro anni dalla scomparsa del padre, si separa dai fratelli e intraprende una carriera indipendente. Lavorerà in sodalizio con il fratello Luca, che dal 1951 gestiva i negozi americani Sono gli anni d intensificazione della produzione creativa e di espansione internazionale: inaugura boutiques a Hong Kong e in Giappone, in Costa Smeralda e a Montecarlo, fino a raggiungere la tappa più prestigiosa: Place Vendôme a Parigi Gianmaria Buccellati è ormai uno dei protagonisti della scena internazionale dell alta gioielleria. Al crescente successo si accompagna il consolidamento del suo stile e l incremento della produzione: acquisisce nomi storici, leader nella lavorazione dell oro e dell argento, mantenendo l intera produzione sul territorio italiano. In questi anni è Presidente dell Istituto Gemmologico Italiano, da lui co-fondato, e partecipa attivamente a progetti per la valorizzazione delle imprese e dei beni culturali italiani, tra cui il FAI, il Comitato Leonardo, Altagamma Le sue creazioni vengono esposte in prestigiosi musei, quali la Smithsonian Institution di Washington, i Musei del Cremlino di Mosca, il Museo degli Argenti di Palazzo Pitti a Firenze, che quest anno ha inaugurato una sala permanente a lui dedicata. Per tutelare e valorizzare l importante patrimonio artistico e culturale delle sue collezioni, Gianmaria Buccellati ha dato vita a due progetti no profit: la Fondazione Gianmaria Buccellati, nata nel 2008 per gestire e valorizzare la collezione attraverso un programma di attività espositive e di ricerca, e la Fondazione di Studi d Arte Orafa e dei suoi Protagonisti, creata nel 2014 per promuovere e sostenere approfondimenti scientifici sulla storia dell oreficeria internazionale e lo studio dei grandi maestri orafi dagli antichi fino ai giorni nostri.

3 TS1 L EREDITÀ PATERNA LE CREAZIONI STORICHE DI MARIO BUCCELLATI Mario Buccellati, gioielliere raffinato così come il figlio Gianmaria sarà dopo di lui, diede inizio alla storia di successo del nome Buccellati nei primi anni del Novecento, in una Milano provata dalla Prima Guerra Mondiale appena conclusa, e teatro di forti agitazioni sociali. Disegnatore geniale, audace sperimentatore e abile imprenditore, Mario aprì la sua prima gioielleria nel 1919 accanto al Teatro La Scala. Ebbe l idea di riprendere e rinnovare antiche tecniche orafe, in particolare quella dell incisione a bulino, e sperimentò originali lavorazioni del metallo che insegnò man mano ai suoi artigiani. Tecniche e lavorazioni che Gianmaria riprenderà e affinerà per ottenere gioielli leggeri ed estremamente flessibili. Tra i clienti della gioielleria milanese figuravano re, grandi industriali e celebrità dell epoca. Mario creò gioielli per Casa Savoia, per la famiglia reale d Egitto, per Gabriele d Annunzio, cliente fedele e amico affezionato. Nel 1925 Mario aprì una gioielleria a Roma, in via Condotti, e nel 1929 a Firenze, in via Tornabuoni, due strade che poco più tardi diventeranno luoghi iconici del lusso italiano. Nel secondo dopoguerra approdò negli Stati Uniti dove nel 1951 inaugurò un negozio a New York, nella 51esima Strada, che trasferì poco più tardi nella famosissima 5 Strada. Due anni più tardi aprì in Worth Avenue a Palm Beach, in Florida. A gestire le attività in America fu designato il primogenito Luca. Gli altri figli Lorenzo e Federico collaborarono nei negozi italiani; Gianmaria continuò ad affiancarlo nella creazione dei gioielli, nei laboratori di produzione e nella gestione dell azienda. L ultimogenito Giorgio, invece, divenne archeologo e professore universitario negli USA. Mario non lasciò mai la sua amata Milano, dove morì il 5 maggio 1965.

4 T1 La gioielleria di via Santa Margherita nella Milano déco Self-made man, Mario Buccellati aprì la sua prima gioielleria a soli 28 anni al numero 5 di via Santa Margherita, nel centro di Milano, dove in precedenza era il negozio Beltrami&Besnati in cui era stato apprendista. Avviò la sua produzione affidandosi alle capaci mani di artigiani con cui mantenne sempre strette relazioni di fiducia e amicizia. Tra le due Guerre mondiali i suoi gioielli esprimevano il gusto Déco, con predilezione di forme geometriche e motivi naturalistici, incassature di pietre a taglio cabochon e riletture di modelli e forme rinascimentali, come il disegno ramage. Il negozio di via Santa Margherita conobbe da subito il successo e Mario non smise mai di affinare le tecniche che rendevano il suo stile di un eleganza inimitabile, dai gioielli regali come la Tiara lavorata a tulle eseguita per Casa Savoia, agli oggetti per occasioni mondane come le Borsette da sera con chiusure impreziosite da turchesi o rubini che le signore milanesi portavano per le serate alla Scala. La prima memoria visiva della mia vita è una corsa emozionatissima lungo il corridoio di casa per abbracciare mio padre la sera di ritorno dal negozio. Nella mia famiglia esisteva una grande passione per la musica, tanto che i miei genitori chiesero a ciascuno di noi figli di imparare a suonare uno strumento: io scelsi il violino e il sabato sera, con i fratelli, suonavo il quartetto in salotto.

5 POP-UP > LE TECNICHE ORAFE DELLO STILE BUCCELLATI Incatenatura: unione di elementi compositivi incatenati tra loro sul retro del gioiello attraverso piccoli anelli per ottenere massima flessibilità. Ramage: traforo di un foglio d oro dello spessore di un millimetro per ottenere rami e foglie su cui incassare le gemme. Rigato o Effetto Seta: fine incisione a bulino realizzata sempre nella stessa direzione per conferire alla superficie un originale effetto opaco. Ornato: sovrapposizione di ornamenti incisi a bulino su un inciso rigato. Tulle o Nido d Ape: traforo di una lastra d oro fino a creare un reticolo di piccolissimi fori triangolari, quadrangolari o pentagonali. Zigrinato o Segrinato : incisione a bulino fino a ottenere sulla superficie un effetto poroso. POP-UP > I PRINCIPALI TAGLI DELLE PIETRE Brillante: taglio rotondo utilizzato per il diamante, presenta 57 faccette: 33 nella corona e tavola e 24 nel padiglione inferiore, più una 58esima nell apice del padiglione. Fu ideato da Marcel Tolkowsky nel Cabochon: taglio privo di faccettature con sommità convessa e base piatta o concava. Il termine deriva dal francese caboche (testa, dal latino caput). a Baguette: rettangolare con la parte superiore piatta, della famiglia dei tagli a gradino. Spesso le pietre tagliate a baguette sono di piccole dimensioni e servono a contornare le gemme centrali. a Cuore: della famiglia dei tagli brillante, presenta mediamente 59 faccette. a Goccia: della famiglia dei tagli brillante, presenta mediamente 71 faccette. a Navette o Marquise: ha una forma ovale allungata con i lati ricurvi che si uniscono alle estremità a formare due punte. Il numero standard di faccette è 57. a Rosa: taglio antico la cui forma assomiglia a quella di un cabochon tondo con 24 faccette triangolari nella parte superiore, mentre la base inferiore è piatta. Esiste anche una variante più semplice, il taglio a rosetta, con un numero minore di faccette. Erano soprattutto i diamanti a presentare questi tagli, dato che molti li preferivano ai primi grossolani tagli brillante. a Smeraldo: della famiglia dei tagli a gradino molto in voga negli anni dell Art Déco, ha un profilo apparentemente rettangolare o quadrato, ma è in realtà ottagonale per via degli angoli tronchi.

6 T2 Mario Buccellati, il gioielliere amico di Gabriele d Annunzio Adoperi le scaramazze con un arte acutissima. E i talismani si accrescono di efficacia per l incisione di Mastro Paragon Coppella che è il tuo nome di gloria nella posterità. Gabriele d'annunzio a Mario Buccellati, 5 dicembre 1926 L incontro tra Gabriele d Annunzio e Mario Buccellati avvenne nel pomeriggio del 3 agosto 1922, quando il Vate entrò nella gioielleria di Via Santa Margherita, poco prima di pronunciare il famoso Discorso per l Italia degli italiani dal balcone di Palazzo Marino. Da quel giorno, il Vate intrattenne con il suo principe degli orafi un rapporto costante, testimoniato da un corpus di 83 lettere scritte dal 1922 al 1936, in cui gli commissionava opere uniche destinate agli uomini illustri della sua cerchia, alle celebri amiche, tra cui la stravagantissima marchesa Luisa Casati, o per gli arredi del Vittoriale, che aveva da esser saturo di strabilianti invenzioni simboliche. La comune vampa creativa e la condivisione di una poetica incentrata sulla rilettura della storia, trasformò il loro rapporto di stima in una profonda amicizia, tanto che d Annunzio coniò per l amico Buccellati lo speciale appellativo di Mastro Paragon Coppella: un nome glorioso che lo celebrasse nel tempo. POP-UP > Le targhe dannunziane La collezione di targhe eseguite da Mario Buccellati su richiesta di d Annunzio per celebrare l impresa di Fiume è qui esposta per la prima volta nella sua interezza. d Annunzio selezionava i suoi motti attingendo a un formulario vastissimo, unendo la tradizione classica alla contemporaneità: SUFFICIT ANIMUS: motto della Prima Squadriglia Navale per la quale Adolfo De Carolis disegnò uno sperone di nave sostenuto da ali d aquila. TI CON NU, NU CON TI: motto della Squadriglia d Aviazione comandata da d Annunzio, chiamata la Serenissima o Squadra San Marco. È accompagnato dalla figura di San Marco che si libra nel cielo. La frase è tratta dal discorso che il capo della comunità di Perasto, piccolo porto della Dalmazia, tenne nel 1797 al popolo prima di aprire le porte della città agli austriaci. COMINUS ET EMINUS FERIT: coniato sul Cominus et eminus di Luigi XII di Francia che aveva come simbolo un istrice, che la credenza popolare riteneva potesse lanciare gli aculei da lontano. Il motto è citato in appendice al capitolo XIV de Il Cannocchiale aristotelico di Emanuele Tesauro del INDEFICIENTER: si trova sullo stemma che Leopoldo I d Asburgo concesse alla città di Fiume nel 1659, sotto un urna che versa acqua perenne, sovrastata da un aquila bicipite. L urna inesausta fu ripresa da d Annunzio come simbolo della città occupata. Mario Buccellati incise anche i famosi ARDISCO NON ORDISCO, HIC MANEBIMUS OPTIME, IO HO QUEL CHE HO DONATO. Quest ultimo, secondo alcuni, sarebbe stato letto da d Annunzio sul camino in pietra di una casa nobiliare. Secondo altri, proverrebbe dal verso del poeta latino Rabirio, Hoc habeo quodcumque dedi, ripreso poi da Seneca nel De beneficiis e nel Teatro delle Imprese di Giovanni Ferro (1629), a commento della liberalità dell aquila.

7 T3 L arte orafa di padre in figlio L invenzione nasce dalla storia: è questo l insegnamento condiviso da maestro e allievo, padre e figlio, ciascuno con le proprie declinazioni. Come Mario, anche Gianmaria ha subito il fascino della storia dell arte e in particolare di quella rinascimentale, che gli ha ispirato le soluzioni per costruire la bellezza nell equilibrio delle proporzioni, e dello stile Rocaille francese, con la sua eleganza gioiosa. La padronanza degli strumenti d incisione, sbalzo e cesellatura, ha consentito a entrambi di misurarsi con gli antichi e inventare nuove tecniche esecutive come il tulle, il rigato, lo zigrinato o segrinato. È stata soprattutto la curiosità per le gemme a portare le loro mani a disegnare gioielli sempre inediti. La forma irregolare allungata di quattro perle scaramazze suggerì a Mario il volo dell insetto e quindi la spilla Libellula degli anni Trenta. Allo stesso modo, settant anni più tardi la rara perla barocca Abalone ha suggerito a Gianmaria la figura dello Gnomo ispirato ai gobbi di Jacques Callot, incisore e disegnatore al servizio di Cosimo II de Medici. Ho disegnato il mio primo gioiello, un anello con una pietra cabochon e il gambo a tratto moderno, a 14 anni. Ho raggiunto mio padre sul balcone dove era solito fumare il sigaro e gliel ho mostrato. Lui ha tolto il sigaro dalla bocca, ha guardato bene il foglio e ha detto: Te set minga stupid! Poi mi ha reso il disegno.

8 POP-UP > IL TULLE Portare l intreccio rarefatto del tulle sulla lastra d oro fu una delle maggiori sfide che il giovane Mario Buccellati rivolse a se stesso. Dal suo esordio negli anni 20, la tecnica del tulle o nido d ape contraddistingue ancora oggi lo stile Buccellati. Il tulle si ottiene traforando la lastra con il seghetto fino a creare un reticolo di piccolissimi fori che possono essere triangolari, quadrangolari o pentagonali. L estrema precisione esecutiva, poiché il minimo errore porta alla perdita di tutto il lavoro, dilata i tempi di produzione ma aumenta esponenzialmente la preziosità del gioiello. Nella broche vediamo il nido d ape finemente decorato con brillanti, mentre il bracciale, eseguito recentemente, presenta le caratteristiche di flessibilità e leggerezza date dalla peculiarità della incatenazione sul retro. La bellezza di un gioiello sta sì nella qualità delle materie prime, ma soprattutto nella sua finitura e nella palpabilità. Il tulle è la ricerca della leggerezza assoluta.

9 TS2 UN NOME ITALIANO NEL MONDO I GIOIELLI DI GIANMARIA BUCCELLATI La scomparsa del padre Mario nel 1965 portò Gianmaria Buccellati a intraprendere un avventura imprenditoriale indipendente. Unico disegnatore tra i fratelli, da cui si separò nel 1969, Gianmaria raccolse l eredità creativa del padre, riunì intorno a sé gli artigiani che avevano lavorato con lui e, forte della sua visione imprenditoriale, costruì un Gruppo internazionale divenuto sempre più importante e prestigioso. Lo stile che Gianmaria andò consolidando fin da quegli anni esprimeva i valori della precisione esecutiva e della conoscenza delle tecniche orafe antiche e si traduceva in una ricerca continua dell equilibrio e della purezza delle forme, come si può vedere nella Parure Ghirlanda, sintesi dei suoi ideali di disegno ed esecuzione. I gioielli di Gianmaria Buccellati, pezzi unici in cui le gemme preziose sono componenti di un progetto architettonico e mai mere protagoniste, in oltre mezzo secolo sono stati indossati da principesse e regine, attrici hollywoodiane e icone della dolce vita italiana e internazionale. Sempre accompagnato dal suo bloc notes a quadretti, Gianmaria ha costruito la sua fama mondiale passo dopo passo, riunendo in se stesso la duplice natura di artista e imprenditore. Dall estremo Oriente alla California, passando per la Costa Smeralda, Montecarlo, e la piazza più importante, Place Vendôme a Parigi, i negozi Gianmaria Buccellati sono stati la sua seconda casa; li ha curati e seguiti con visite regolari, che lo hanno portato a compiere ogni anno un viaggio intorno al mondo.

10 T5 La ricerca della bellezza fino allo spasimo Gianmaria Buccellati ha vissuto con grande entusiasmo i primi anni della sua autonomia imprenditoriale. Il carattere caparbio e la forte personalità l hanno spinto a immergersi senza sosta nel disegno e nel monitoraggio severo delle fasi esecutive di ogni sua creazione. L aperture di boutiques nelle località più glamour del mondo e il conseguente incremento della produzione non hanno scalfito la qualità dello stile Buccellati, rimasto sempre inconfondibile. Il suo ideale di bellezza, allora come oggi, si basa sulla supremazia della struttura architettonica del gioiello e una grande passione per le gemme, soprattutto quelle dalle forme più stravaganti. Ogni nuovo disegno è l occasione per Gianmaria di inseguire la bellezza, libero dai condizionamenti delle mode o dalle richieste del mercato. Nel 1968 questo stesso anelito verso la perfezione lo ha spinto a misurarsi con i maestri orafi rinascimentali e ad avviare la straordinaria collezione di Oggetti Preziosi, di cui fa parte anche la Coppa del Sacro Graal. In ogni periodo storico l uomo è stato in grado di creare bellezza applicando precise matrici formali, e per chi fa il mio mestiere confrontarsi con l ideale di bellezza è un esercizio quotidiano di tensione verso l assoluto. Io credo che la conquista della bellezza sia sempre relativa al momento in cui la si vive, per questo bisogna continuare a rincorrerla fino allo spasimo. POP-UP > La Coppa del Sacro Graal La Coppa del Sacro Graal può essere legittimamente definita la summa estetica di Gianmaria Buccellati. Come il Graal è il simbolo dei simboli, questa coppa è il gioiello dei gioielli: quello che li racchiude tutti, non per superarli, ma per abbracciarli idealmente. In questo oggetto sono raccolte quasi tutte le tecniche orafe come a dare vita a un enciclopedia di ciò che l uomo è riuscito a fare con le pietre in millenni di pratica e ricerca costante. Si presenta come un micro-monumento, sovraccarico di segni e di materiali e caratterizzato da una ridondanza visiva che costringe l osservatore a percorrerne le forme come se si trovasse all interno di un paesaggio frastagliato, denso di dettagli importanti ma allo stesso tempo nascosti. Alla base il calice poggia su un piede circolare in argento, inciso a graffito con un bordo di oro giallo modellato che si raccorda al corpo in quarzo citrino lavorato a losanghe, tramite una serie di cornici, tra cui ne spiccano una ornata da una successione di granati cabochon in castoni tondi in oro giallo e una di tanzaniti cabochon in castoni circolari di oro bianco. Le cornici delimitano a loro volta una fascia in argento, sempre incisa a graffito, su cui si alternano croci greche brunite con diamanti e spade in oro: la doppia valenza simbolica del Graal come oggetto cristologico e come motore misterico del racconto cavalleresco. La coppa, impostata su un collarino con granati cabochon, consiste di un grande blocco di quarzo citrino istoriato da tralci di vite in oro rosa con foglie impreziosite da smeraldi, e grappoli di uva di tanzanite. Nel sottocoppa un fondo in oro bianco inciso con fili d erba è ravvivato da spighe in oro puro con baffi in oro bianco.

11 T6 L amato Oriente «Questo gioiello sarà tramandato di generazione in generazione per tenere vivo il ricordo di mia moglie» Sono innumerevoli le storie di vita e le dimostrazioni di stima che Gianmaria Buccellati ha raccolto in oltre quarant anni di lavoro in Oriente. Vi approdò per la prima volta nel 1971, quando fu invitato a partecipare a un esposizione di alta gioielleria presso l Hotel Hilton di Hong Kong. La clientela orientale non era abituata a gioielli ispirati ai canoni orafi antichi, quindi il suo stile apparve originale, inatteso, e particolarmente interessante. Il grande successo ottenuto in quell occasione gli valse la firma di successivi accordi con le più prestigiose aziende del lusso, a Hong Kong e in Giappone, Paesi che ha continuato a visitare regolarmente, legandosi alla cultura orientale e arricchendo la sua fantasia di nuove forme e suggestioni. L Anello Pagoda ne è esplicita testimonianza. Grazie alle esposizioni che teneva con regolarità a Hong Kong e in Giappone, Gianmaria intrecciò in Oriente forti relazioni personali. I clienti che desideravano conoscerlo personalmente erano moltissimi e sovente gli sottoponevano pietre preziose che lui trasformava immediatamente in disegni per gioielli unici. Le pubblicazioni che accompagnavano questi eventi speciali presentavano in copertina una farfalla, una delle forme predilette dal gusto orientale. Ancora oggi il profilo della farfalla continua a ispirarlo: in mostra si può ammirare la Parure del Alcune componenti della cultura e della tradizione orientale mi hanno molto ispirato, come se fossi riuscito a interiorizzare l eleganza della loro ritualità, che ti entra nello spirito e poi riemerge nei momenti più impensati. POP-UP > Imelda Marcos Tra le clienti orientali più note spicca Imelda Marcos, sposa di Ferdinando Marcos, Presidente delle Filippine dal 1965 al Personaggio discusso e controverso, la First Lady accumulò una straordinaria collezione di oggetti di lusso, tra cui gioielli, pietre preziose e le famose duemila e settecento paia di scarpe rinvenute al Malacañang Palace, il palazzo presidenziale, subito dopo il rovesciamento del governo del marito e la loro fuga negli Stati Uniti. Per Imelda Gianmaria disegnò e realizzò moltissimi gioielli, tra cui il collier-tiara regalatole dal marito per i venticinque anni di matrimonio, e oggetti in argento, come la Jatte sbalzata con trenta perle Osmenia, coltivate nei mari delle Filippine. La brama di Mrs Marcos per i gioielli era risaputa e con i miei fu amore a prima vista. POP-UP > I negozi nel mondo dal 1951: New York

12 dal 1958: Palm Beach 1970: Hong Kong 1971: Cala di Volpe, Costa Smeralda 1972: Tokyo, Osaka, Nagoya 1975: Montecarlo 1979: Parigi 1982: Porto Cervo in Costa Smeralda 1984: Porto Ferraio Isola d Elba 1984: Milano Montenapoleone (Piazzetta la Pyramide) 1989: Los Angeles 1995: Venezia 1995: Capri 2004: Firenze 2005: Mosca 2006: Aspen 2007: Londra 2009: Sidney 2012: Chicago T7 Place Vendôme: la piazza mondiale della gioielleria Verso la fine degli anni Settanta Gianmaria Buccellati era un gioielliere di successo. Aveva aperto diverse boutiques in Europa, tra cui quella di Montecarlo alla cui inaugurazione intervenne la Principessa Grace di Monaco. Tuttavia, mancava ancora la tappa più importante: Place Vendôme a Parigi. La famosissima piazza ottagonale dove, dalla seconda metà dell Ottocento, si aprivano le vetrine delle grandi firme francesi dell haute joaillerie, era considerata il tempio della gioielleria mondiale. Nel dicembre 1979, con l inaugurazione del negozio Gianmaria Buccellati, si arricchiva della prima firma italiana. Alla grande festa d inaugurazione parteciparono Jacques Chirac, allora sindaco della città, Marcello Mastroianni, Anouk Aimée e molte altre personalità internazionali. La boutique era il fiore all occhiello dell azienda: nei suoi saloni elegantemente arredati dove trovavano ampio spazio anche le sue creazioni in argento, Gianmaria Buccellati organizzava eventi indimenticabili e riceveva amici e clienti da tutto il mondo. Da allora Milano-Parigi diventò la tratta più frequente dei suoi viaggi e la Francia il suo Paese d adozione, tanto che nel 1994 l Associazione Haute Joaillerie de France modificò la sua denominazione in Haute Joaillerie en France per poterlo inserire tra i soci. Nel 2014 Gianmaria Buccellati è stato nominato Chevalier des Art set des Lettres. Ho inaugurato il negozio più importante della mia carriera il 10 dicembre Quella sera è stata un tripudio e ricordo bene la sensazione di essermi sentito come trasportato da una dolce corrente di fiume tra amici, mentre Mozart echeggiava in tutte le sale. T8 Le gemme spettacolari e l architettura del gioiello Le pietre preziose hanno sempre suscitato un grande interesse in Gianmaria Buccellati, tanto che non si è mai limitato a utilizzare unicamente rubini, smeraldi e zaffiri, ma ha sempre accolto con grande interesse anche gemme più inusuali, come diamanti grezzi, alessandriti, ioliti, tanzaniti e

13 tantissime altre. Una libertà d espressione tipica del suo stile, tanto che i pietrai di tutto il mondo si rivolgevano immediatamente a lui quando entravano in possesso di rarità straordinarie. Esempio di questa strategia creativa è la spilla Gran Dama, allegoria della fecondità, il cui grembo è formato da una perla Melo Melo pescata nei mari del Vietnam, rarissima e tredicesima al mondo per dimensioni e colore. Oppure la Collezione Animalier in cui ogni sagoma delle spille è stata ispirata dalla forma fantasiosa di una perla barocca. In ogni creazione la centralità della gemma non è casuale ma è sempre funzionale al disegno che nasce nella mente e dalla mano di Gianmaria nel momento in cui incontra e interroga la gemma. Questa cultura della forma e la passione per l architettura del gioiello origina nella sua giovinezza. Sedicenne, Gianmaria decise di lasciare gli studi per lavorare in gioielleria a fianco del padre, ma tutte le sere, nel retrobottega, incontrava l amico architetto Mario Galvagni con cui studiava e discorreva di storia dell arte e di estetica, costruendo la sua personale e inesauribile cultura, fonte di continua ispirazione. Ogni giorno della mia vita ho disegnato per creare dei gioielli seguendo il mio istinto e un grande divertimento nel cogliere i suggerimenti che le pietre mi sussurravano. Mi sono fidato del mio talento, perché ero convinto che non potessi fare altro che investire tutto me stesso su ogni oggetto, senza riserve. Spesso avevo modo di mostrare all amico Mario i disegni dei miei gioielli e lui non esitava a rilevare l espressività di alcuni particolari senza che io avessi consciamente voluto approfondirli, così citava Benedetto Croce: «l arte è pura intuizione». Dal suo punto di vista la mia ricerca sull arte orafa rinascimentale e classica costituiva un patrimonio estetico, la mia personale concezione della forma, che emergeva spontaneamente nell atto di disegnare ma che, intrecciandosi al mio stile, dava origine alla creazione di gioielli sempre nuovi. POP- UP > L Istituto Gemmologico Italiano All inizio degli anni 70, nonostante quasi un terzo della produzione dei gioielli mondiali avvenisse in Italia, il Paese non aveva un istituto formativo sulla gemmologia. Gli operatori del settore e i pietrai italiani dovevano quindi formarsi all estero; i centri migliori si trovavano a Ginevra, Ider-Oberstein, Londra e in California. Nel 1973, unitamente a un gruppo di amici gioiellieri, Gianmaria Buccellati si convinse dell importanza di fondare un istituto italiano. Nello stesso anno a Milano nacque l Istituto Gemmologico Italiano, di cui Gianmaria è stato Presidente per oltre 25 anni.

14 TS3 I CAPOLAVORI D ARTE IL LAVORO CULTURALE E LE GRANDI MOSTRE L ultima sezione della mostra è dedicata agli oggetti d arte che Gianmaria Buccellati ha disegnato dagli anni 70 fino ad oggi per celebrare l arte orafa sfidando continuamente la propria creatività. Veri capolavori per disegno e maestria esecutiva, le coppe della Collezione Boscoreale e della Collezione Oggetti Preziosi qui esposte raccontano il suo modo di intendere ed elaborare la materia per creare opere che dialogano sempre con il passato ma che costituiscono un innovazione per il presente. Le Coppe riproducono gli originali del Tesoro di Boscoreale rinvenuto alla fine del XIX secolo durante gli scavi nella Villa La Pisanella in Boscoreale, vicino a Napoli. Sono raffinati esempi moderni dell antica tecnica romana dello sbalzo, che gli abili artigiani di Gianmaria sono stati in grado di eseguire ai nostri giorni. Gli Oggetti Preziosi sono una collezione che oggi conta diciassette esemplari tra coppe, scrigni e urne, avviata da Gianmaria nel 1968 dopo una visita al Museo degli Argenti di Palazzo Pitti a Firenze. Quel giorno quanto più si soffermava ad ammirare le opere dei grandi maestri orafi rinascimentali, tanto più cresceva in lui l interesse a dimostrare che anche in epoca moderna potevano essere concepiti ed eseguiti oggetti in grado di competere con i capolavori delle collezioni medicee. Queste creazioni sono state esposte nei più importanti musei del mondo. Nell epoca delle mirabolanti tecnologie della comunicazione e della conquista dello spazio cosmico, pensiamo troppo poco di poter creare innovazione volgendo uno sguardo attento agli antichi. Non dobbiamo guardare alle grandi conquiste del passato con uno sguardo nostalgico, ma farle rivivere per compiere nuovi passi. POP-UP > Il Tesoro di Boscoreale Il tesoro di Boscoreale è un corpus di 109 oggetti in argento e oro risalenti al I secolo d.c. rinvenuti nel 1895 nella villa romana della Pisanella a Boscoreale, vicino a Napoli. Il tesoro è un sommo esempio dell arte romana dello sbalzo e comprende un servizio da tavola, tre specchi in argento e alcuni monili d oro. Si salvò dall eruzione del Vesuvio del 79 d.c. perché nascosto nel torcularium della villa, il locale adibito alla spremitura delle uve. Subito dopo il ritrovamento, il tesoro fu esportato in Francia dagli antiquari Canessa. Il Barone Edmond James de Rothschild ne acquistò la quasi totalità che, in epoca successiva, donò in parte al museo del Louvre.

15 Sala 10 Gli Oggetti Preziosi Alla fine degli anni 90 Jeffrey Post, curatore della collezione di minerali del Museo di Storia Naturale alla Smithsonian Institution di Washington, visitò il caveau di Gianmaria Buccellati a Milano. «E una follia tenere nascosto tutto questo in cassaforte. Queste coppe devono essere mostrate al mondo!» gli disse dopo aver visionato la collezione degli Oggetti Preziosi. Dopo pochi mesi, nell ottobre del 2000, la grande istituzione americana inaugurava la mostra «Buccellati: Art in gold, silver and gems» e da allora gli Oggetti Preziosi sono stati esposti nei più prestigiosi musei del mondo. Oggi hanno trovato la loro definitiva e debita collocazione nel Museo degli Argenti di Palazzo Pitti, il luogo che ha generato la loro stessa ispirazione e che quest anno ha inaugurato una sala permanente dedicata all arte di Gianmaria Buccellati e del padre Mario. Dopo millenni di vita l oreficeria non nasconde più niente, ma si svela come grande arte nell inseguimento del gioiello perfetto. La mia collezione di Oggetti Preziosi asseconda il desiderio di questo inseguimento estetico. E la collezione che testimonia la mia grande passione per il mio mestiere. POP-UP > Tre coppe femminili In mostra sono esposte tre coppe, esemplari dell eleganza, della bellezza e dell espressione artistica di Gianmaria Buccellati: la Coppa della Regina, la Coppa dell Arcobaleno e la Coppa Florentia, ultima nata della Collezione di Oggetti Preziosi. Tutte e tre sono impostate su un corpus in cristallo di rocca con elementi decorativi in oro e gemme. La Coppa della Regina è decorata con circa 220 zaffiri faccettati di diversi colori, incastonati su fasce di oro giallo inciso a bulino. Il motivo traforato del bordo e delle anse ricorda la corona di una regina, da cui la coppa prende il nome. La Coppa dell Arcobaleno è sovrastata dalla figura sinuosa di Venere eseguita in oro rosa con la tecnica della fusione a cera persa, che si posa delicatamente su un motivo scultoreo bombato in oro giallo finemente inciso, mentre tre puttini giocano con un nastro in oro bianco e brillanti. La coppa, tuttavia, prende il nome dai colori di rubini, zaffiri, smeraldi e brillanti incassati nello stelo e nella decorazione del bordo del coperchio. La Coppa Florentia è dedicata alla città di Firenze e al Rinascimento: riunisce in sé elementi pittorici, con oltre tsavoriti e circa zaffiri faccettati; scultorei, nella fine molatura del cristallo, ma soprattutto architettonici, nella forma a cupola rovesciata e nel bugnato dei vari motivi decorativi. POP-UP > Le mostre nel mondo 1995 San Francisco, The San Francisco Academy of Sciences 1996 Toronto, Royal Ontario Museum 1998 Honolulu, The Honolulu Academy of the Arts 2000 Washington, Smithsonian Institution, The National Museum of Natural History 2001 Montgomery, Alabama, The Montgomery Museum of Fine Arts 2001 St. Petersburg, The St. Petersburg Museum of Arts 2005 Boca Raton, Florida, The Boca Raton Museum of Arts 2005 New York, The Forbes Gallery 2006 Huntsville, The Huntsville Museum of Art

16 2008 Mosca, Museo del Cremlino 2014 Firenze, Museo degli Argenti di Palazzo Pitti

DIDASCALIE 02. Mario Buccellati, 1929 Tiara

DIDASCALIE 02. Mario Buccellati, 1929 Tiara DIDASCALIE 02. Mario Buccellati, 1929 Tiara Sforata a tulle, in argento platinato e foderato in oro giallo, incassato con brillanti e diamanti taglio a rosa. Disegnata per una principessa Savoia, questa

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