PROGETTO EDUCATIVO DELL ORATORIO COCCAGLIO

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1 PROGETTO EDUCATIVO DELL ORATORIO COCCAGLIO

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3 UN PROGETTO EDUCATIVO PER IL NOSTRO ORATORIO Un po di storia Il testo che avete tra le mani è il punto d arrivo di un lavoro protrattosi per dodici anni: una riflessione già avviata all epoca del compianto don Bruno, quando si trattò di istituire il Consiglio dell Oratorio, proseguito durante il servizio pastorale di don Oscar, don Roberto e conclusosi durante quello di don Fabrizio. La lunghezza della gestazione, decisamente insolita, è dovuta anche all attesa che la Diocesi riformulasse il Progetto Educativo dell Oratorio edito verso la fine degli anni Ottanta del secolo scorso. Quel documento rimane basilare; infatti, il nuovo testo diocesano (2014) vi fa costantemente riferimento; anche la scelta del titolo DAL CORTILE IDEE E SCELTE PER L ORATORIO BRESCIANO, anziché PROGETTO EDUCATI- VO DELL ORATORIO indica che, nell intento degli estensori, il recente documento non ha lo scopo di soppiantare quello del 1988, ma intende aggiornarne le linee in riferimento ai mutamenti maturati nel corso di questi decenni. 3 Il testo del 1988 ha costituito, con l aiuto di una sua mediazione, la base principale del lavoro ed ha offerto la falsariga secondo cui il PROGETTO per il nostro Oratorio si snoda. I diversi paragrafi sono stati oggetto di riflessione e valutazione a più livelli: il Consiglio dell Oratorio, la Comunità Educativa dell Oratorio, di nuovo il Consiglio, che ha ripreso le osservazioni e puntualizzazioni offerte da quest ultima e le ha integrate nel testo che, passo per passo, è stato sottoposto al Consiglio Pastorale parrocchiale. Infine, uscito nel frattempo il nuovo documento diocesano, il Consiglio dell Oratorio ha provveduto ad attuare la necessaria integrazione. Struttura del testo Il frutto di questo lavoro, che ha conosciuto una notevole accelerazione in questi ultimi tre anni, è ora affidato a coloro che sono, a diverso titolo, coinvolti nella vita dell Oratorio. Esso costituisce un utile riferimento per capire

4 1. che cos è l Oratorio, perché è stato voluto, per quali scopi, secondo quale stile chi vi presta la sua opera è chiamato ad agire: è la prima parte, quella fondamentale; 2. qual è il posto della catechesi tra le altre attività dell Oratorio, secondo quali dimensioni e criteri essa va realizzata: è la seconda parte; 3. quali sono i compiti e lo stile di presenza delle persone o gruppi di persone che agiscono all interno dell Oratorio; qual è il modo di impiegare le strutture a disposizione e secondo quale tipo di attività; quali rapporti di collaborazione educativa l Oratorio è chiamato a costruire con le altre realtà educative presenti sul Territorio: terza parte. 4 Non un ricettario, ma una bussola In base ai criteri fondanti delineati nella prima parte e alle conseguenti indicazioni espresse nel resto del documento abbiamo la possibilità di valutare la validità delle proposte, delle loro finalità e del metodo con cui vengono attuate: ciò che corrisponde a quanto è delineato in questo Progetto ha diritto di cittadinanza nel nostro Oratorio, quanto non possiede determinate caratteristiche va corretto e adeguato o, all occorrenza, tralasciato. Progetto indica una realtà da costruire, da realizzare passo dopo passo; esso è una guida per il cammino, affinché non succeda che si attuino iniziative o modalità di presenza che demoliscono anziché edificare, in quanto vanno contro le finalità per cui l Oratorio esiste. Questo testo non è, però, una specie di ricettario per suggerire che cosa fare, quali tecniche e accorgimenti usare, ma piuttosto una bussola che orienta l impegno di tutti coloro che condividono la passione dell educare, un incoraggiamento, una traccia e una sorta di sfida alla fantasia e alla creatività da mettere in campo per il presente ed il futuro. Esprimo gratitudine a tutti coloro che hanno offerto il loro contributo all estensione di questo Progetto e a quanti, attuando il mandato ricevuto con il Battesimo e la Cresima, con passione ed impegno dedicano tempo ed energie a servizio di coloro per cui l Oratorio esiste, realizzando il Progetto stesso. A tutti, per il presente e l avvenire, auguro buon lavoro e tutti, attraverso l intercessione di Maria, dei nostri santi Patroni, s. Giovanni Bosco e s. Agnese, affido nella preghiera allo Spirito del Padre e di Gesù. 24 maggio 2015, solennità di Pentecoste don Giovanni parroco

5 UN PROGETTO CHE VIENE DA LONTANO Il vecchio oratorio di via Monauni, nel quale avevano profuso il loro impegno, per ricordarne alcuni tra gli ultimi, don Remo, don Andrea Ferronato e don Mario Pelizzari - questi nomi suscitano in molti non giovanissimi intensi e vivi ricordi - proprio durante il ministero di quest ultimo, in una Coccaglio che iniziava la sua espansione urbanistica e demografica, andò rivelandosi sempre più insufficiente rispetto alle esigenze dei ragazzi, dei giovani e delle famiglie. Fu, a quanto ne so, proprio dietro impulso di don Mario che don Remo, nel frattempo diventato parroco (l ultimo ad essere eletto dai capifamiglia), valorizzando l area ove sorgeva la cascina Bussaghe, mise mano alla costruzione del nuovo oratorio. Nelle sue intenzioni, esso doveva coprire un area assai più vasta, garantendo ampi spazi all aperto, forniti di impianti sportivi di vario tipo. Come si può vedere nella figura qui sotto, si trattava di un sogno alla grande, certamente ardito per quei tempi (e per quelle finanze). 5 Probabilmente per motivi di carattere economico, esso venne realizzato solo in parte. Quanto, però, si trovava al cuore di quel progetto rimase a dare motivo ispiratore a ciò che fu possibile realizzare; esso è indicato nel nome che venne scelto in riferimento a uno spazio, reale e simbolico al tempo stesso, che era stato posto a caratterizzare il tutto: Il Focolare. Il nuovo Oratorio, quindi, nasceva, come ogni altra struttura di questo genere, come ambiente destinato ai ragazzi e ai giovani, alla catechesi, alla

6 6 ricreazione e all aggregazione, ma non solo: esso voleva diventare anche luogo e occasione di incontro per le famiglie, ambiente in cui genitori e figli potessero stare insieme e ricordare così il compito e la bellezza del crescere insieme; voleva essere un luogo di incontro tra famiglie, affinché la Comunità parrocchiale imparasse a diventare famiglia di famiglie.purtroppo, don Remo poté godere solo per pochi anni l opera realizzata da lui e dalla Comunità di Coccaglio: dopo nemmeno tre anni, in età ancora relativamente giovane, sarebbe stato tolto ai suoi Coccagliesi dai quali era stato tanto amato.si avvicendarono i curati direttori dell Oratorio e così anche i parroci; generazioni di ragazzi e giovani passarono in quegli ambienti, seguiti da catechisti, educatori, allenatori: educatori, insomma. Il passare del tempo fece via via emergere esigenze, prima non avvertite, che, un po alla volta, produssero la decisione di rimettere mano all Oratorio, proprio a partire dalla sua parte nuova, quasi a portare a compimento quanto don Remo aveva iniziato a realizzare. Anche l angolo che dà nome al tutto è stato, per forza di cose, ristrutturato: il camino non è più quello di prima. È stato soltanto cambiato però, non abolito: se è vero che la famiglia, sempre e comunque, è stata fondamentale nell educazione di personalità umane e cristiane e nell edificazione della Comunità, l intuizione di don Remo ha precorso le odierne scelte della nostra Diocesi, che vedono la famiglia simboleggiata nel focolare - di nuovo riportata al centro dell azione pastorale della Chiesa, soprattutto per quanto riguarda il cammino di Iniziazione Cristiana. Tutto ciò, a partire dal nome stesso scelto per il nostro Oratorio, forniva indicazioni molto concrete per il Progetto Educativo (cfr numero unico per la riapertura del Focolare, novembre 2005, pagg. 2-3). Non dobbiamo dimenticare l altro ambiente di Oratorio, ben più antico e in anticipo sui tempi, chiamato, secondo i casi Oratorio femminile o, ancora da qualcuno, Casa delle Madri, a motivo della presenza delle Comunità religiosa canossiana, venuta meno, purtroppo, nel Tale ambiente porta oggi il nome di colei che, con grande slancio apostolico e ammirevole generosità, nel 1868 lo fondò e lo dotò della piccola chiesa tuttora accessibile da via Cavour, per l educazione delle bambine e della gioventù femminile. Dagli anni Venti del secolo scorso fino alla loro partenza fu gestito dalle Madri Canossiane. Ora esso, affianca il Focolare come ambiente di Oratorio. La storia di Coccaglio parla di una costante attenzione all educazione nella fede e nell umanità delle giovani generazioni. Questa storia ci consegna due ambienti, che costituiscono un unico Oratorio per un unico Progetto, che ora viene dato alle stampe. don Giovanni

7 Comunità Parrocchiale S. Maria Nascente - Coccaglio Oratorio Centro Giovanile Il Focolare Oratorio Maria Tonelli PROGETTO EDUCATIVO DELL ORATORIO

8 PARTE PRIMA PRINCIPI GENERALI 9 PARTE SECONDA ITINERARIO FORMATIVO CATECHISTICO 12 PARTE TERZA LA COMUNITÀ EDUCATIVA DELL ORATORIO 23 8

9 1 NATURA DELL ORATORIO PARTE PRIMA PRINCIPI GENERALI a. L Oratorio è l espressione della cura materna e paterna e quindi della carità e della sollecitudine educativa della comunità cristiana parrocchiale nei confronti delle giovani generazioni e delle famiglie a cui esse appartengono. È strumento del quale essa si serve per educare alla fede coloro che alla fede ha generato attraverso il battesimo. b. L Oratorio, dopo la famiglia, è pertanto il luogo privilegiato, anche se non l unico dell educazione alla fede. c. L Oratorio non è perciò, prima di tutto, il bar, il campo o altre strutture. Esso è dato invece dalle persone che vi operano e da quelle che lo frequentano, dai rapporti educativi che esse instaurano. 9 d. In quanto è espressione di una comunità cristiana consapevole della sua vocazione missionaria, l Oratorio riconosce la possibilità di una appartenenza diversificata: esso non ha preclusioni nei confronti di nessuno e non pone come condizione l essere credenti o disponibili, comunque, ad una proposta di fede. L Oratorio è aperto a tutti purché, da parte di ciascuno, non vi siano preclusioni nei confronti delle sue specifiche finalità e vi si rispettino le elementari norme della convivenza sociale civile. Nella Parrocchia, l Oratorio si propone come luogo privilegiato per favorire l integrazione e l accoglienza nei confronti di coloro che provengono da altri Paesi, quale che sia la religione da essi praticata. e. L Oratorio, nell educazione alla fede, tiene conto della gradualità della maturazione umana e cristiana e perciò non si limita a proporre la catechesi ma offre una vasta gamma di attività, capaci di coinvolgere educativamente quante più persone è possibile, partendo dal diverso livello di maturazione umana e cristiana in cui ciascuno si trova. Le attività che l Oratorio propone, per una educazione globale della persona, vanno da quelle specificatamente formative a quelle ludiche (gioco), sportive o di altro genere. In tal modo, l Oratorio non trascura

10 nulla di ciò che può aiutare la persona a raggiungere in pienezza la maturità umana e cristiana. In sintesi: L Oratorio è laboratorio di evangelizzazione, cantiere nel quale si testimonia, si annuncia, si celebra, si accoglie, si progettano e sperimentano iniziative, ponendo attenzione all educazione globale della persona, chiamata ad accogliere il dono della vita e a viverla. A tutti vengono proposti i valori cristiani, nel rispetto della libertà di ciascuno che liberamente li accoglie, nella misura della propria disponibilità a crescere e a vivere in Cristo, nella gioia di una vita liberamente donata a Lui e ai fratelli FINALITÀ DELL ORATORIO E SUOI DESTINATARI Il contesto sociale in cui opera l Oratorio è complesso, in continuo mutamento e transizione, dentro una società che se da una parte rimanda a valori quali la libertà e l amore come riferimenti per iniziare a proporre un percorso educativo d altra parte sembra aver smarrito la bussola di come educare le giovani generazioni. Oggi i giovani vivono una molteplicità di riferimenti valoriali, sperimentano culture e stili di vita differenti, accedono con facilità alle informazioni; al contempo appaiono più fragili nel percorso di crescita e nella maturazione necessaria a definire una propria identità. Svantaggiati nel realizzare il progetto di vita sperato, risultano più confusi nell adozione di regole, incerti verso le scelte ed i rischi personali, meno inclini ad assumere responsabilità e compiti di cittadinanza attiva. Consapevole di tale emergenza educativa, l Oratorio a. vuole accogliere fanciulli, ragazzi e giovani ed educarli a costruirsi secondo il modello di uomo proposto dal Vangelo. Uomo perfetto è Gesù Cristo; nel suo mistero trova luce il mistero dell uomo; b. strumento dell azione dello Spirito Santo, vuole accogliere l uomo e, attraverso un azione educativa, introdurlo gradualmente alla conoscenza del piano di salvezza di Dio realizzato in Gesù Cristo, coinvolgendovelo. L Oratorio si mette al servizio della vita di coloro che accoglie;

11 c. mette Cristo al centro, come motivazione prima ed ultima di ciò che in esso si fa. Accoglie Cristo, presente in ogni persona. Essa va educata e stimolata: alla conoscenza di sé alla consapevolezza del valore che è, in quanto persona umana, creata ad immagine di Dio e chiamata ad unirsi a Gesù Cristo, nello Spirito Santo; alla scoperta dei doni che possiede, affinché possa svilupparli, arricchirli e metterli a servizio degli altri, nell ambito di una scelta di vita che ciascuno dev essere aiutato ad individuare. La persona viene accolta anche con i suoi limiti e le sue fragilità personali e viene educata a superarli; d. accoglie il ragazzo e il giovane senza pregiudizi o selezioni, promuovendo il rispetto, il dialogo, la tolleranza, la responsabilità, puntando, sempre nel rispetto delle libere scelte personali, all educazione della capacità di integrare fede e vita. e. Proprio perché nasce come espressione della carità della comunità parrocchiale nei confronti dei giovani e, in particolare, dei più bisognosi, l Oratorio è quindi aperto a tutti. Servire i più piccoli, in particolare i poveri, i più svantaggiati (materialmente e spiritualmente) e i disabili è proprio della sua vocazione originaria. Allo stesso modo, l Oratorio, in quanto ambiente aperto all accoglienza di tutti, nei termini su indicati (cap. 1, par. d), nel contesto sempre più multietnico e multiculturale della nostra terra, diventa, insieme ad altre realtà educative o aggregative, luogo, occasione e motore di integrazione, reciproca conoscenza e stima, rispetto e accoglienza. 11 f. Le strutture dell Oratorio sono pensate per accogliere le famiglie e gli adulti della comunità cristiana e sempre più sono chiamate a farlo. L Oratorio collabora con la soggettività educativa delle famiglie nella crescita dei loro figli, valorizza e stimola la partecipazione degli adulti, si sforza di allargare e coinvolgere il maggior numero di persone nella corresponsabilità. L Oratorio è attento ai bisogni delle giovani coppie, di fronte ai sogni e alle difficoltà per la costruzione di una nuova famiglia; ai bisogni dei giovani genitori, sia rispetto alla crescita dei figli, che rispetto alla propria necessità di formazione umana e cristiana. Le persone in età evolutiva sono, però, i principali destinatari dell azione educativa dell Oratorio; sarà opportuno vigilare affinché tempi e spazi

12 d uso delle strutture da parte degli adulti non rendano difficile o scoraggino la presenza dei più piccoli, dei ragazzi e dei giovani. In sintesi: L Oratorio vuole aiutare il fanciullo, il ragazzo, il giovane a trovare il suo posto nella società e nella Chiesa, mettendo la propria vita a servizio degli altri, sull esempio di Cristo, modello di umanità riuscita, che chiama tutti a seguirlo. Infatti, la finalità ultima dell Oratorio consiste nell aiutare ogni giovane a prendere posizione liberamente ed efficacemente a favore della realtà, di sé stesso, degli altri, di Dio; per aprirsi a questa possibilità l Oratorio offre l incontro e la conoscenza della persona di Gesù. L esito della proposta è il dono di sé, perché il valore supremo dell esistenza umana è l amore; l amore si compie nel dono di sé, a imitazione del dono che Cristo ha fatto per noi OBIETTIVI a. Ogni attività dell Oratorio deve avere obiettivi chiari, che i vari educatori perseguono con consapevolezza e verificano al termine dell iniziativa. Insieme agli obiettivi vanno determinati i mezzi più adatti per raggiungerli: occorre un minimo di metodologia. Obiettivi e attività proposti devono essere adatti ai destinatari e rispondere ai loro bisogni di vita e di crescita. b. Ogni cammino educativo deve essere costruito secondo tappe chiare, possibili da raggiungere e da verificare. c. Gli obiettivi delle singole attività o proposte, come quelli di ogni intervento educativo, devono essere in linea con la natura e la finalità generale dell Oratorio, della quale costituiscono le tappe intermedie. 4 METODOLOGIA a. Lo stile: l animazione Il metodo dell animazione, propriamente inteso, è tipico dell esperienza

13 educativa dell Oratorio. L animazione non è semplicemente un repertorio di tecniche di comunicazione o un insieme di strumenti relazionali privi di contenuto, ma un metodo basato su relazioni gratuite, generose e fedeli che testimonino la vita nuova in Cristo, e nello Spirito. Caratteristiche tipiche dell animazione in Oratorio sono: l attivazione di tutte le dimensioni della persona (corporeità, intelligenza, sensibilità, emotività) attraverso l utilizzo di linguaggi e strumenti diversificati (lettura, ballo, ascolto, teatro, musica, dinamiche di gruppo, sport, nuove tecnologie...); la sobrietà e la semplicità dei mezzi utilizzati che cerca un equilibrio tra la bontà e le bellezza dei contenuti proposti e la fruibilità e contemporaneità delle forme; la scelta privilegiata del gruppo e di altre forme di aggregazione (come occasione di confronto, di scambio di esperienze, di lettura critica delle proprie idee). la dinamica tra esperienza, rilettura e riappropriazione della vita, nella quale la molteplicità del vissuto viene integrata in una narrazione e diventa significativa. 13 b. Principi fondamentali di metodo Gli operatori di ogni singola attività educativa determinano i mezzi concreti per raggiungere gli obiettivi ad essa inerenti. Qui si danno alcuni principi metodologici fondamentali: 1. Fedeltà all Incarnazione. In Cristo, Figlio di Dio fatto uomo per opera dello Spirito Santo, Dio assume la vita umana come veicolo della sua presenza. Pertanto: l azione educativa dell Oratorio produce proposte grazie alle quali sia possibile incontrare Dio dentro la vita; ogni proposta va fatta partendo dalle esigenze dei destinatari, dalle loro domande e dai loro interessi, per far scaturire da tutto ciò i segni della presenza di Dio in ciascuno e nella sua vita; le attività che l Oratorio propone sono tutte importanti, anche se non lo sono allo stesso modo. Si annuncia il Vangelo, si prega, si gioca, si fa sport, ecc., con l intento di far crescere una cultura della vita che apra alla fede; non devono mancare esplicite e chiare proposte di fede; la cate-

14 chesi continua ad essere la più importante attività dell Oratorio Centralità della persona. La persona è valore fondamentale. L Oratorio non misura la riuscita educativa delle sue iniziative in base alla consistenza quantitativamente notevole della massa anonima che occasionalmente riesce ad aggregare. Pertanto: la persona va conosciuta e accostata singolarmente. Il rapporto personale per un accoglienza personalizzata è la via educativa privilegiata; delle varie categorie di persone (fanciulli, ragazzi, giovani) vanno conosciuti i bisogni e le domande di vita; si curi, per quanto possibile, che vi sia un numero sufficiente di educatori; scelta prioritaria del gruppo, come luogo normale di crescita per la persona; nell opera educativa alla fede si deve avere attenzione allo specifico maschile e femminile, offrendo sia momenti comuni ai rappresentanti di entrambi i sessi, sia momenti diversificati, secondo l opportunità e l età. 3. Pluralità delle presenze educative: l Oratorio valorizza le capacità di quanti prestano il loro servizio come educatori o collaboratori di vario genere; all occorrenza ne sollecita la disponibilità o ne propone l adesione. 4. Molteplicità delle proposte. Riaffermato come primario l impegno della catechesi, si riconferma pure la necessità di attività ludiche, artistiche, ricreative, sportive o, in genere, tese all animazione del tempo libero. La vita dell Oratorio si basa infatti su un processo educativo dinamico che alterna tempi strutturati (catechesi, incontri, proposte, momenti associativi e di gruppo, allenamenti, spettacoli ) e informa- L Oratorio è aperto a tutto l uomo, è aperto alla vita. lità, tra cortile e aule, tra invito ed uscita. I momenti meno formalizzati (la parola, il bar, il gioco libero, la pastorale del tempo estivo con grest, campi estivi, ecc le sale prova e i campi da gioco, lo sport, le esperienze espressive, artistiche, musicali e teatrali ) se vissuti con spontaneità ed attenzione rendono l Oratorio più gioioso e accogliente. Questi tempi e spazi dovranno sempre prevedere la presenza discreta, amichevole e attiva di un giovane o un adulto.

15 c. Tappe della vita di Oratorio: convocazione: l Oratorio crea motivi e momenti di aggregazione con proposte attraenti ; accoglienza: chi entra in Oratorio deve sentirsi accettato, atteso, amato. Per essere ambiente educativamente accogliente, l Oratorio sa farsi esigente nel chiedere rispetto per le sue finalità e per le norme della civile convivenza; proposta: in maniera esplicita o meno esplicita, secondo le opportunità e il grado di formazione raggiunto, a coloro che l Oratorio ha aggregato e accolto va annunciato Gesù Cristo. Alla catechesi vanno consacrate le migliori energie. d. Oratorio in uscita La consapevolezza di una sempre più necessaria dimensione missionaria, che ci chiama ad essere Chiesa in uscita, e l evidenza del fatto che l Oratorio da tempo non costituisce più il punto di riferimento per la grande maggioranza degli adolescenti e dei giovani mostrano necessario che anch esso si metta in cammino ed annunci, nei luoghi della vita, che Gesù è la strada, la risposta, la vita. Dagli educatori dell Oratorio va quindi accolta con entusiasmo la sfida della scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l evangelizzazione del mondo attuale, più che per l autopreservazione. È un Oratorio in missione: sebbene continui a convocare, accogliere e fare proposte, sceglie, come prima opzione evangelizzatrice, di andare, uscire, incontrare, ascoltare. 15

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17 PARTE SECONDA ITINERARIO FORMATIVO CATECHISTICO A - LINEE GENERALI 1 CENTRALITÀ E NATURA DELLA CATECHESI; SUA FINALITÀ GENERALE a. La catechesi è una dimensione essenziale e connaturale della vita dell Oratorio, che accoglie lo stile catecumenale del nuovo Progetto di Iniziazione Cristiana, riconoscendolo affine al proprio metodo educativo, che pone al centro l esperienza. Da un lato sono annunciate e spiegate la verità rivelata e i comportamenti insegnati da Gesù, dall altro i contenuti di fede sono messi in relazione con la vita di ognuno, in un rapporto personale di fiducia, amore e obbedienza con il Signore Gesù e, tramite Lui, con il Padre e i fratelli. 17 b. La catechesi è educazione alla vita di fede; questa non è, prima di tutto, un insieme di verità da credere ma, soprattutto, è scoperta, incontro e rapporto vivo che lo Spirito Santo ci fa realizzare con Gesù Cristo, dono del Padre. (cfr. RdC 56-68; DCE1). c. Perciò la catechesi non consiste solo nell insegnare e nell apprendere delle nozioni riguardanti la dottrina cristiana; non è la pura e semplice comunicazione di verità. Essa è cammino comunitario di fede che conduce alla scoperta e all accettazione, nella vita, di questa Persona, con cui condividere il cammino della propria esistenza personale e comunitaria. Essa mira alla formazione di personalità cristiane, consapevoli ed autonome: è percorso di iniziazione alla vita cristiana. d. Va pertanto superata la mentalità che vede l incontro di catechismo come una sorta di lezione scolastica, affinché prenda consistenza la capacità di vivere l incontro come esperienza di gruppo, nel quale sia il catechista o l educatore, sia i fanciulli i ragazzi o i giovani, insieme, camminano verso Cristo, guidati dallo Spirito (cfr. RdC ).

18 2 OBIETTIVI DELLA CATECHESI a. La catechesi, con le altre attività formative ad essa connesse (vedi parte 3, sez. B, par. 2), raggiunge la sua finalità generale mediante il perseguimento di questi essenziali e fondamentali obiettivi: 1. sviluppo costante di una mentalità di fede: Educare al pensiero di Cristo, a vedere la storia come Lui, a giudicare la vita come Lui, a scegliere e ad amare come Lui, a sperare come insegna Lui, a vivere con Lui la comunione con il Padre e lo Spirito Santo (RdC 38) formare atteggiamenti conseguenti, conformi al Vangelo, in modo tale che il cristiano sia segno sacramentale di Cristo nel mondo; la catechesi, in quanto incontro con la Parola di Dio, fa sorgere un impegno di costante conversione per una vita nuova in Cristo risorto (cfr RdC 52-53). 3. introdurre gradualmente alla conoscenza della Storia della Salvezza e dei contenuti principali della fede cristiana (Dio - Trinità, Gesù Cristo, la Chiesa, i Sacramenti) e delle esigenze morali derivanti dalla vita nuova in Cristo. Tutto questo viene presentato non come astratta dottrina ma come insieme di realtà che gettano continua luce sulla storia e sulla vita di ciascuno e la interpellano continuamente (cfr. RdC 39-41). b. Il conseguimento di questi obiettivi viene realizzato tenendo presenti alcuni aspetti o dimensioni che devono costantemente caratterizzare il cammino di Iniziazione Cristiana. 1. dimensione ecclesiale: la vita cristiana a cui la catechesi educa è autentica se realizzata nella consapevolezza di appartenere ad una comunità, la Chiesa (cfr. RdC ). 2. dimensione apostolica-missionaria: il cristiano che riceve il dono della vita nuova in Cristo Gesù, si sente impegnato a renderne partecipi gli altri, testimoniando, attraverso la carità, l amore che Dio nutre per tutti. Fanciulli, ragazzi e giovani vanno perciò educati ad un vivo senso dell apostolato tra i coetanei e i compagni di studio, di gioco odi lavoro; devono sentirsi impegnati nel

19 collaborare, secondo le possibilità concrete di ciascuno, all opera di annuncio del Vangelo ad ogni uomo, missione essenziale della Chiesa (cfr RdC ; AG2). 3. dimensione liturgica: la catechesi, in quanto nel suo svolgersi fa costante riferimento alla liturgia, sia per quanto riguarda i Sacramenti, sia per ciò che concerne i periodi e le feste liturgiche, educa alla partecipazione consapevole alle celebrazioni della comunità cristiana (cfr RdC 44-46). 4. dimensione vocazionale: la catechesi, in quanto introduce i soggetti alla vita cristiana, educa alla ricerca del progetto di Dio sulla vita di ciascuno, del posto che ognuno deve occupare nella Chiesa e nella società; insieme all atteggiamento di ricerca, mira a far nascere in tutti la disponibilità a Dio e al suo progetto, accolto con fiduciosa e gioiosa docilità, quando esso viene scoperto. Rientra in tale ambito anche il compito di educare all impegno sociale e politico, realizzato secondo i principi del Vangelo e della Dottrina sociale della Chiesa. In conformità a questa natura vocazionale della sua proposta educativa, l Oratorio insiste nella prospettiva dell uscire da sé, del decentrarsi, dell aprirsi all altro e a Dio; vive come dimensioni tipiche della sua proposta educativa la relazione personale e la gratuità; incoraggia scelte generose e coraggiose in risposta alla chiamata del Signore. 19 c. Dal parlare di Dio deve gradualmente scaturire l esigenza e la capacità di parlare con Dio: la catechesi, almeno in forma essenziale, ha il compito di educare alla preghiera, personale e comunitaria (v. Parte III, sez. B, cap. 2, par. d). 3 NOTE DI METODO a. Il cammino di Iniziazione Cristiana (catechesi) dev essere: graduale, perché adattato alle capacità delle diverse età; continuo: è tutto il cammino di catechesi che, in quanto educa alla vita cristiana, rende capaci di accogliere la grazia dei Sacramenti;

20 attivo: il gruppo sia continuamente coinvolto nella realizzazione dell incontro mediante opportune tecniche di animazione; sia offerta ai suoi membri la possibilità di una concreta partecipazione attiva alla vita dell Oratorio, della Parrocchia e della Chiesa universale (opere di carità, iniziative missionarie, ecc.); aperto sulla vita e sulla storia (vedi cap. 2, paragrafo a-b di questa sezione): l annuncio di Cristo deve avvenire anche partendo dai fatti della vita dei ragazzi e dei giovani come pure dagli avvenimenti della cronaca locale, nazionale e mondiale. b. Nel cammino di catechesi vengono coinvolti i genitori e le famiglie. Con loro si promuovono perciò incontri periodici, secondo quanto indicato dal Progetto diocesano di ICFR e catechesi, come anche -auspicabilmente- momenti di preghiera e/o celebrativi e di festa (cfr parte 3, sez. A, par. 7). 20 c. Il rapporto tra catechista e ragazzi dovrebbe continuare, nel limite del possibile, anche al di fuori dell incontro catechistico, in momenti di amicizia, di gioco, ecc. 4 SPIRITUALITÀ E FORMAZIONE DEL CATECHISTA a. Il catechista si sente impegnato in prima persona a vivere e praticare ciò che comunica al suo gruppo; ne fa oggetto di personale riflessione e preghiera. Anch egli si sente in cammino e in ricerca con i fanciulli, i ragazzi, gli adolescenti, i giovani o gli adulti che gli sono affidati. In questo modo, l incontro di catechesi risulterà sempre meno un insegnamento cattedratico di nozioni e sempre più un cammino di crescita nella fede, compiuto insieme. b. Il catechista prega costantemente per tutti e singoli i membri del gruppo; all azione dello Spirito Santo affida, sempre nella preghiera, ogni incontro di catechesi affinché, al di là dei segni esteriori di riuscita o fallimento, il seme gettato con la parola e la testimonianza attecchisca nei cuori e porti frutto. c. Per gli adolescenti o i giovani che decidono di svolgere questo prezioso e fondamentale servizio, è auspicabile l istituzione di un corso a livello

21 parrocchiale o zonale o la partecipazione a quelli organizzati dalla Diocesi. È pure opportuno un periodo di tirocinio come assistente di un catechista già dotato di una certa esperienza. d. Vale in primo luogo per il catechista quanto viene affermato degli educatori in genere, in modo particolare per quanto riguarda la formazione personale: partecipazione al magistero dei catechisti e agli incontri di preparazione in gruppo (vedi Parte Terza, sez. A, cap. 6). B - CONTENUTI FORMATIVI SECONDO LE TAPPE DELL ETÀ EVOLUTIVA Si rimanda ai già citati Progetti indicati dalla Diocesi di Brescia. 21

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23 PARTE TERZA LA COMUNITÀ EDUCATIVA DELL ORATORIO A - I SOGGETTI 1 NATURA, STILE E SPIRITUALITÀ DELLA CEO a. La Comunità Educativa dell Oratorio (CEO) è l insieme di tutti coloro che si impegnano, a diversi livelli e con compiti diversi, a realizzare il Progetto Educativo dell Oratorio. La Comunità Educativa non è qualcosa di astratto, ma una comunità reale che trova modi e tempi per vivere occasioni di comunione fraterna, condivisione e formazione; si confronta con le finalità educative dell Oratorio, con la vita e le situazioni concrete dei propri giovani, verificando periodicamente la coerenza del proprio agire educativo con il progetto dell Oratorio. La Comunità Educativa aiuta i propri membri a formarsi, anche personalmente, sia in relazione al servizio offerto che, più in generale, per la propria crescita. 23 b. Ogni collaboratore vive la sua presenza in Oratorio con atteggiamento di servizio e di umile disponibilità; in quanto condivide con loro lo stesso ideale di servizio educativo, cerca e promuove l unità e l armonia tra tutti coloro che si dedicano all animazione e alla gestione dell Oratorio. Grazie a questo stile di presenza, coloro che compongono la CEO sono chiamati a proporsi come figure esemplari e modelli positivi, anche nella capacità di accettarsi vicendevolmente nei propri limiti e di riconoscere ciascuno le qualità di cui l altro è portatore, il dono che ognuno è. c. La Comunità Educativa dell Oratorio deve quindi essere aiutata a vivere e praticare il significato del dono, proponendo momenti di ritiro e formazione spirituale, curando con attenzione i momenti di preghiera, attingendo con sensibilità alla Sacra Scrittura come fonte di riflessione e di approfondimento. Tutta la tensione educativa dell Oratorio apre alla dimensione dell altro, testimonia la necessità di fondare la propria vita su atteggiamenti, valori e scelte che derivano dal Vangelo

24 ed esprime un idea di uomo costituzionalmente aperta al rapporto con Dio ed, in particolare, all azione trasformante dello Spirito sulla vita propria e della comunità. d. Lo sguardo dell educatore in Oratorio non si ferma a giudicare in base all esistente, ma è orientato alla crescita, che valorizza il bene da costruire: è uno sguardo contemplativo, frutto di preghiera, di ascolto e di un serio discernimento. Vissuto in questo senso, il processo educativo che avviene in Oratorio assume sempre una caratterizzazione spiritualmente vivace ed arricchente LA COMUNITÀ PARROCCHIALE a. L Oratorio è parte integrante della Parrocchia e di essa costituisce un espressione fondamentale (vedi Principi Generali 1a). b. La partecipazione alla vita dell Oratorio è il modo fondamentale con cui ragazzi, adolescenti e giovani sono inseriti nella Parrocchia: essi, in quanto vivono nell Oratorio e partecipano alle sue attività, sono parte di essa. Per molti di loro, l Oratorio rimane addirittura l unico punto di contatto con la realtà parrocchiale. c. In quanto educa alla vita di fede e alla partecipazione responsabile, l Oratorio prepara i futuri membri attivi della Comunità parrocchiale: l Oratorio è il vivaio per il futuro della Comunità. d. Vista questa sua funzione in rapporto alla Parrocchia, l Oratorio dev essere oggetto di particolare cura ed attenzione da parte di essa. Di quest attenzione si fa particolarmente carico il Consiglio Pastorale Parrocchiale (CPP). e. La presenza dei sacerdoti e di alcuni educatori dell Oratorio nel CPP, garantisce il collegamento tra quest ultimo e l Oratorio stesso. f. Il CPP fornisce eventuali indicazioni o proposte ai responsabili dell Oratorio; cura che l azione educativa dell Oratorio si inserisca nella più vasta azione pastorale della Parrocchia.

25 3 IL PARROCO a. In quanto responsabile primo, a nome del Vescovo, di tutta la Parrocchia, il Parroco è il punto di riferimento principale anche dell Oratorio. Come tale, egli presiede, di diritto, gli organismi di gestione dell Oratorio stesso (Comunità Educativa e Consiglio dell Oratorio, ecc.). b. Delle osservazioni e proposte di questi saprà mettersi in ascolto con sensibilità, secondo lo stile della comunione (v. sotto cap. 9, premessa al par. b). c. Nell adempimento delle sue responsabilità, si avvale della collaborazione del Direttore dell Oratorio, al quale spetta il compito di agire concordando con lui scelte e iniziative, sulle quali lo tiene costantemente informato. 4 IL DIRETTORE (O GUIDA) a. La figura del Direttore o della Guida dell Oratorio si ispira al don Bosco dell Oratorio: vocazione, simpatia e competenza per il lavoro tra i giovani, passione educativa ed evangelizzatrice, capacità di rapporti diretti e profondi con i collaboratori e di presenza incoraggiante tra i ragazzi e i giovani. Suo ruolo primario è l animazione e il coordinamento della Comunità Educativa. Di questa e del Consiglio dell Oratorio sa mettersi in ascolto, secondo lo stile già indicato per il parroco (v. cap. precedente, par. b). 25 b. Suo punto di riferimento è il Parroco, responsabile primo anche dell Oratorio alla cui gestione è da lui delegato. c. Con i collaboratori si mostra disponibile nell ascoltare esigenze, idee e proposte. Da parte dei collaboratori va tenuto un atteggiamento consapevole delle sue responsabilità e di accettazione del suo ruolo, anche quando non si condividessero alcune sue scelte. Il Direttore usa particolare attenzione per la formazione degli educatori. d. È sua responsabilità il collegamento e la collaborazione con le varie forze operanti per l educazione dei ragazzi e dei giovani nel Territorio.

26 e. Ha il compito di presenza e di sensibilizzazione nel Consiglio Pastorale. A lui tocca far sentire l Oratorio come un attuazione della Comunità cristiana e aiutarne l inserimento nella programmazione parrocchiale. 26 f. Le indicazioni di questo Progetto valgono sia se a ricoprire il ruolo di direttore è un sacerdote o diacono, sia se è un laico che fa riferimento a un sacerdote che ha in carico più Oratori, eventualmente nell ambito di un Unità Pastorale. A tale proposito si ricorda che, in mancanza del sacerdote o del diacono che svolge il compito di direttore, la Guida dell Oratorio è uomo o donna o famiglia che offra sincera testimonianza di fede cristiana e, in accordo con il Parroco, sarà il riferimento per le scelte operative dell Oratorio. La Guida dell Oratorio dovrà dare una disponibilità di tempo adeguata, dovrà formarsi in modo permanente, potrà essere retribuita per il servizio prestato. È un incarico che deriva da un mandato esplicito della propria Comunità parrocchiale, previa approvazione diocesana. 5 PERSONE CONSACRATE a. La Persona consacrata eventualmente presente in Oratorio è segno e testimonianza innanzitutto per quello che è che per quello che fa: il valore della sua presenza è radicato nella sua appartenenza a Dio. È una figura di valore, portatrice di un dono singolare, derivante dalla sua vocazione di appartenenza totale a Dio in una comunità di vita consacrata, da cui è inviata a compiere il servizio educativo nell Oratorio. b. Essa è in stretta collaborazione col direttore dell Oratorio, ne condivide responsabilmente le scelte mediante uno scambio fraterno e franco e un dialogo costruttivo. c. La Persona consacrata è educatrice con gli educatori, soprattutto i catechisti, e collabora attivamente nell opera di formazione. Tale presenza gioiosa e generosa testimonia, pubblicamente, che l amore-servizio è possibile e che è via di realizzazione e di libertà. d. Essa partecipa a momenti di formazione promossi dalla Parrocchia,

27 dalla Zona o dalla Diocesi perché nell opera educativa tra fanciulli, ragazzi, adolescenti e giovani e tra gli altri educatori, si esprima con avvedutezza e competenza. 6 EDUCATORI a. Si ritengono educatori: i responsabili di gruppi, i catechisti, i coordinatori di servizi e programmi, i dirigenti e gli allenatori sportivi, gli educatori di attività artistiche, ricreative ecc. In linea di massima, sono quindi ritenuti educatori tutti coloro che svolgono attività in Oratorio, comprese quelle eventualmente promosse in collaborazione con altre Istituzioni. b. Essi svolgono il loro servizio in stretta collaborazione con il direttore dell Oratorio, con il quale concordano iniziative, discutono di eventuali problemi e intrattengono un rapporto personale di fiducia e di stima. Nel caso in cui il Direttore dell Oratorio sia un sacerdote, essi per primi devono vedere in lui innanzitutto il sacerdote, a cui chiedere, prima di ogni altra cosa, la Parola di vita e la Grazia dei Sacramenti. 27 c. Nessun educatore compie la sua opera senza collegarsi a quella della Comunità Educativa di cui è parte. Oltre al Direttore dell Oratorio, suo punto di riferimento è perciò il Consiglio dell Oratorio. d. Caratteristiche dell educatore di Oratorio e sua personale spiritualità: 1. Un atteggiamento costante di umiltà e conversione, per mettersi in ascolto della persona e a servizio della sua crescita. 2. Un atteggiamento di condivisione della vita delle persone a lui affidate e uno spirito di dedizione; esse si esprimono attraverso la conoscenza, la disponibilità, la solidarietà, l accettazione di tutti coloro che gli sono affidati. 3. Una precisa - per quanto possibile - qualificazione nel suo ruolo specifico, per una conduzione seria ed educativa delle varie esperienze. 4. L attenzione a mantenere in ordine gli ambienti di Oratorio utilizzati nelle attività a cui partecipa. 5. impegno nello stimolare la partecipazione dei ragazzi e dei giovani alla vita dell Oratorio, coinvolgendoli nelle varie attività. 6. Al di sopra di tutto, l educatore deve curare la propria forma-

28 zione cristiana e trovare, nella sua giornata, spazi di preghiera e riflessione che culminano in una intensa vita sacramentale. Con ciò egli testimonia che il servizio di cui si fa carico è espressione del suo personale rapporto con Cristo e da esso trae alimento; ciò gli permetterà altresì di vivere con sempre maggior coerenza sia il suo servizio educativo, sia la sua vita personale. In essa deve comunque sempre essere di esempio nei confronti di tutti, specialmente dei ragazzi e dei giovani, sia nei momenti strettamente legati alla sua opera educativa sia in tutte le altre circostanze. Egli è il primo ad assumere, sia in Oratorio che fuori, un comportamento ed un linguaggio conformi alla natura e alle finalità educative dell Oratorio GENITORI a. La testimonianza e l inserimento dei Genitori nell Oratorio sono importanti e necessari a motivo della ricchezza della loro esperienza e in quanto sono essi i primi educatori dei figli. b. Spetta infatti a loro per primi educare cristianamente i figli sul piano civile, morale e, soprattutto, su quello della fede. All interno dell Oratorio è possibile attuare una efficace complementarietà educativa tra Genitori cristiani e Comunità parrocchiale, evitando indebite ingerenze e nello stesso tempo deleghe deresponsabilizzanti. c. In concomitanza col cammino di fede dei figli, l Oratorio organizza incontri con i Genitori: affinché questi si accompagnino ad esso, secondo quanto indicato dal progetto della nostra Diocesi per i soggetti coinvolti nell I- CFR ed anche negli anni successivi; per conoscere meglio i problemi tipici della preadolescenza e dell adolescenza. d. Una rappresentanza dei genitori è chiamata a far parte del Consiglio dell Oratorio. e. Per i genitori che svolgono attività di animazione, vale quanto affermato al punto cap. 6.

29 8 ALTRI COLLABORATORI a. Nell Oratorio prestano la loro collaborazione altri collaboratori, la cui presenza è caratterizzata dalla continuità del servizio: baristi, persone addette alla cucina, volontari e volontarie delle pulizie. b. Prestano la loro opera anche collaboratori occasionali, legati a specifiche attività. Essi possono essere singoli o gruppi, parrocchiali e non, la cui presenza si rivela utile e preziosa. c. Queste figure educative, anche quando la loro presenza è caratterizzata dall occasionalità, sono chiamate a tenere un atteggiamento consono all ambiente; perciò nello svolgimento della loro opera devono agire in conformità al Progetto Educativo, sentendosi partecipi dell azione formativa dell Oratorio. 9 IL CONSIGLIO DELL ORATORIO a. Natura e compiti Il Consiglio dell Oratorio (CdO) è espressione della Comunità Educativa dell Oratorio; I. di essa promuove le attività e le iniziative II. le coordina, in modo che siano tra loro in armonia III. valuta se siano conformi alla finalità generale dell Oratorio, se siano utili o opportune e se il modo concreto della loro attuazione è in linea con la natura dell Oratorio e la sua metodologia, così come sono indicate in questo Progetto IV. studia modi adeguati per coinvolgere, nella vita dell Oratorio un sempre maggior numero di persone, allargando la composizione della Comunità Educativa e garantendo la continua presenza di nuovi collaboratori. 2. Nell attuazione di tali compiti il CdO tiene conto: I. delle indicazioni del Consiglio Pastorale Parrocchiale; II. dei suggerimenti e delle richieste di coloro che operano nelle varie attività dell Oratorio e di quelle di coloro che lo frequentano; III. delle stimolazioni che si rivelassero utili o valide, anche se

30 b. Funzioni del CdO provenienti da persone o da enti esterni all ambito oratoriano o parrocchiale. Il CdO rispecchia lo stile di vita della Chiesa, della quale è espressione. In essa, il sacerdote, in quanto pastore, è investito della responsabilità ultima delle scelte di carattere educativo e formativo e di quelle ad esse collegate (la Chiesa è gerarchica: in essa i pastori hanno il compito di guida). Tale responsabilità va però condivisa con coloro che, in base ad una scelta personale, radicata nel Battesimo e nella Cresima, fanno parte della Comunità Educativa dell Oratorio (la Chiesa è comunione). Questo, da parte del Sacerdote, richiede capacità di ascolto e attenta valutazione dei pareri che vengono espressi dai membri del CdO e da tutti coloro che fanno parte della Comunità Educativa, in ordine alle varie scelte e iniziative. Ciò premesso, al CdO viene attribuita: funzione direttiva per quanto concerne: la gestione dei fondi a disposizione dell Oratorio; gli aspetti amministrativi delle diverse attività: di ognuna di esse l amministratore dà al Consiglio puntuale e dettagliato rendiconto economico; l uso per fini extraoratoriani di ambienti, strumenti o sussidi dell Oratorio; l acquisto di mobili, attrezzature e sussidi, sia per l Oratorio maschile che per quello femminile; ciò che attiene le specifiche competenze dei laici. 2. funzione consultiva o propositiva per ciò che riguarda: la specifica competenza del Direttore, sacerdote o laico. Rientra nell ambito ditale competenza il compito di fornire valutazioni, nel caso di urgenza, sulla validità educativa di talune iniziative; la specifica competenza dei singoli membri del Consiglio stesso e dei gruppi di cui sono rappresentanti, fatto salvo quanto affermato al par a. 3 di questo capitolo 9. c. Composizione e funzionamento del CdO 1. Fanno parte del CdO:

31 il Parroco, che di esso è presidente di diritto; il Direttore o Guida dell Oratorio, vicepresidente; i rappresentanti delle eventuali Associazioni presenti in Oratorio e quelli dei diversi gruppi o settori di attività (catechesi, animazione, ricreazione, sport, ecc.); i rappresentanti dei genitori; tali rappresentanti, possibilmente, non siano scelti tra quelli comunque presenti in Oratorio in quanto operatori di uno dei gruppi che vi lavorano. 2. Incarichi particolari all interno del CdO sono quelli di segretario e amministratore, nominati dal Consiglio stesso. 3. Il CdO viene convocato dal Parroco o dal Direttore a scadenza mensile e/o, eventualmente, su richiesta di un terzo dei suoi componenti. La convocazione viene effettuata tramite il Segretario o la Segretaria che la notifica almeno cinque giorni prima, presentando l ordine del giorno che egli stende secondo le indicazioni del Presidente, del direttore e, eventualmente di altri membri del CdO Ogni anno il CdO, tramite l Amministratore o il Direttore, rende conto della situazione economica dell Oratorio al Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici, qualora quest ultimo ne facesse richiesta. In ogni caso va presentata relazione scritta affinchè il bilancio dell Oratorio possa essere rendicontato alla Diocesi nell ambito di quello della Parrocchia. d. Coordinamento tra Consigli di più Oratori Nell eventualità che la responsabilità dell Oratorio fosse affidata ad un sacerdote che espleta il medesimo incarico presso analoga realtà di un altra Parrocchia, eventualmente nell ambito di un Unità Pastorale (UP), si valuta da ambedue le parti se sia opportuno conservare a ciascun Oratorio il suo proprio Consiglio oppure, in toto o solo per alcuni aspetti, dare vita ad un unico coordinamento, avendo come riferimento il Consiglio dell UP o, qualora non si desse questa realtà, l eventuale Consulta Zonale (o interparrocchiale) di Pastorale Giovanile. Tale valutazione ha valore transitorio, ma può essere confermata o riformata dopo periodica verifica.

32 B - LE ATTIVITÀ, LE STRUTTURE La Comunità educativa dell Oratorio realizza il suo compito mediante molteplici attività, tra loro coordinate, servendosi delle strutture a sua disposizione. Tutte le attività dell Oratorio devono avere carattere educativo, secondo quanto affermato riguardo alla natura dell Oratorio, alle sue finalità e agli obiettivi di ciascuna iniziativa (vedi Parte I) LE DUE SEDI DELL ORATORIO a. Nella tradizione della Comunità parrocchiale di Coccaglio esistono due ambienti nei quali si attua la vita di Oratorio: il Focolare e l oratorio Maria Tonelli. b. Se distinti sono gli ambienti, c è però un solo Oratorio: unico è il sacerdote responsabile della pastorale oratoriana eventualmente coadiuvato da una o più figure di coordinatore laico o consacrato-, unico è il Consiglio dell Oratorio che coordina le iniziative di ambedue gli ambienti, unico è il gruppo dei Catechisti, convergenti le iniziative di formazione di questi e degli altri Educatori. 2 CATECHESI ED ATTIVITÀ FORMATIVE a. L Oratorio cura la formazione dei fanciulli, dei ragazzi, degli adolescenti e dei giovani mediante varie iniziative miranti all esplicito annuncio della fede, all educazione del rapporto con Dio e alla formazione delle coscienze. Queste attività sono: la catechesi, i ritiri spirituali, le celebrazioni, le proposte di preghiera, l animazione liturgica, ecc., opportunamente integrate con momenti ricreativi e di socializzazione. b. Di molta utilità può risultare il contributo offerto dalle Associazioni o dai Movimenti ecclesiali: Azione Cattolica dei Ragazzi e dei Giovani, Agesci (Scouts), ecc. Secondo l opportunità se ne favorisce la nascita e / o l inserimento in Oratorio, ferma restando la loro finalizzazione a servizio della sua azione educativa. c. La Catechesi. Continua ad essere il principale mezzo educativo dell O-

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