Resuscitation. 2005; 67S1, S7-S23.
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- Luciano Cuomo
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1 Resuscitation. 2005; 67S1, S7-S European Resuscitation Council. Queste linee guida sono liberamente disponibili su Internet all indirizzo: Traduzione e adattamento per l uso interno del gruppo dei Volontari del Soccorso di Roma, Croce Rossa Italiana, a cura di Paolo Grimaldi e Daniela Corvisieri. Linee Guida European Resuscitation Council 2005 per la Rianimazione Sezione 2. Supporto di base alle funzioni vitali nell adulto e uso di defibrillatori automatici esterni Il Basic Life Support (BLS) tratta il mantenimento della pervietà delle vie aeree e il sostegno della respirazione e della circolazione, senza l utilizzo di altro equipaggiamento che di dispositivi protettivi. Questa sezione contiene le linee guida per il BLS adulti per soccorritori laici, e per l uso di un defibrillatore automatico esterno (DAE). Sono inclusi anche il riconoscimento dell arresto cardiaco improvviso, la posizione di sicurezza e la gestione del soffocamento (ostruzione delle vie aeree da corpo estraneo). Le linee guida per il BLS intraospedaliero e per l uso dei defibrillatori manuali sono illustrate nelle sezioni 3 e 4b. Introduzione L arresto cardiaco improvviso (Sudden Cardiac Arrest, SCA) è una causa frequente di morte in Europa, colpendo circa individui all anno. Nel momento della prima analisi del ritmo cardiaco, circa il 40% delle vittime di SCA presentano una fibrillazione ventricolare (FV). È verosimile che al momento del collasso siano molte di più le vittime che esordiscono con una FV, o con una tachicardia ventricolare ad alta velocità (TV), ma che poi, quando viene registrato il primo tracciato ECG, hanno ormai subito un deterioramento del ritmo fino all asistolia. La FV è caratterizzata da un miscuglio di depolarizzazioni e ripolarizzazioni caotiche e rapide. Il cuore perde la sua funzionalità coordinata, e smette di pompare efficacemente il sangue. Molte vittime di SCA potrebbero sopravvivere, se gli astanti agissero immediatamente, mentre è ancora presente la FV; invece, il successo della rianimazione diviene improbabile una volta che il ritmo si è deteriorato fino all asistolia. Il trattamento ottimale per l arresto cardiaco da FV è la RCP immediata eseguita dagli astanti (combinando compressioni toraciche e insufflazioni), più la defibrillazione elettrica. Il meccanismo predominante che determina l arresto cardiaco nelle vittime di traumi, overdose da farmaci, sommersione, e in molti bambini, è l asfissia; per la rianimazione di queste vittime le insufflazioni sono di importanza critica. Il concetto seguente, la Catena della Sopravvivenza, riassume i passi essenziali per il successo di una rianimazione. La maggior parte di questi punti sono importanti per le vittime di entrambi i tipi di arresto cardiaco, sia da FV che da asfissia. 1. Riconoscimento precoce dell emergenza, e chiamata di aiuto: attivazione del Servizio di Emergenza Medica (Emergency Medical System, EMS), o del sistema di emergenza locale, ad esempio chiamando il 118. Un soccorso precoce ed efficace può prevenire l arresto cardiaco. 2. RCP precoce praticata dagli astanti: la RCP immediata può raddoppiare e anche triplicare la sopravvivenza a SCA da FV. 1
2 3. Defibrillazione precoce: la RCP insieme alla defibrillazione, entro 3-5 minuti dal collasso, può consentire tassi di sopravvivenza dal 49 al 75%. Ogni minuto di ritardo nella defibrillazione riduce la probabilità di sopravvivenza fino alla dimissione dall ospedale del 10-15%. 4. Sostegno avanzato delle funzioni vitali precoce, e assistenza postrianimatoria: la qualità dei trattamenti durante la fase postrianimatoria condiziona il risultato a distanza. In molte comunità, il tempo fra la chiamata all EMS, e l arrivo dei soccorsi EMS (tempo di risposta), è di 8 minuti o più. Durante questo intervallo di tempo la sopravvivenza della vittima dipende dalla precoce applicazione, da parte degli astanti, dei primi tre anelli della Catena della Sopravvivenza. Le vittime di un arresto cardiaco necessitano di RCP immediata. Ciò fornisce un flusso di sangue piccolo, ma di importanza cruciale, al cuore e al cervello. Ciò inoltre incrementa la probabilità che lo shock erogato da un defibrillatore possa interrompere la FV, permettendo al cuore di riprendere un ritmo efficace con una perfusione sistemica valida. La compressione del torace è particolarmente importante se non è possibile praticare la defibrillazione entro i primi 4 o 5 minuti successivi al collasso. La defibrillazione interrompe il processo scoordinato di depolarizzazione-ripolarizzazione che si verifica durante la FV. Se il cuore è ancora in grado di riavviarsi, i suoi pacemaker fisiologici possono riassumere la loro funzione producendo un ritmo efficace, e un ristabilimento della circolazione. Nei primissimi minuti successivi ad una defibrillazione efficace, il ritmo può essere lento e insufficiente a garantire un circolo adeguato; può essere necessario praticare compressioni toraciche, finché non si ristabilisce una funzione cardiaca valida. Gli astanti possono essere addestrati all utilizzo di un defibrillatore automatico esterno (DAE) per analizzare il ritmo cardiaco della vittima, e rilasciare uno shock se è presente una FV. Un DAE usa comandi vocali per guidare il soccorritore. Esso analizza il ritmo ECG e informa il soccorritore se sia necessario uno shock o meno. I DAE sono estremamente accurati, e rilasciano lo shock soltanto quando è presente la FV (o il suo stadio precursore, la tachicardia ventricolare ad alta velocità). Il funzionamento e la sequenza operativa del DAE sono trattati nella Sezione 3. Diversi studi hanno dimostrato il beneficio, per la sopravvivenza, della RCP immediata, e l effetto deleterio del ritardo nella defibrillazione. Per ogni minuto che passa senza RCP, la sopravvivenza nei casi di FV testimoniata diminuisce del 7-10%. Quando gli astanti iniziano la RCP subito, la diminuzione della sopravvivenza è più graduale e mediamente è del 3-4% al minuto. In conclusione, la RCP praticata dagli astanti raddoppia o triplica la sopravvivenza nei casi di arresto cardiaco testimoniato. Sequenza BLS adulti Il BLS consiste nella seguente sequenza di azioni (Figura 2.1). 2
3 NON RISPONDE? Chiama aiuto Apri le vie aeree NON RESPIRA NORMALMENTE? Chiama il compressioni toraciche 2 insufflazioni 30 compressioni Figura 2.1 Algoritmo basic life support adulti 1. Assicuratevi che voi, la vittima e ogni altro presente siano al sicuro. 2. Controllate se la vittima risponde (Figura 2.2). scuotetelo leggermente per le spalle, e chiedetegli ad alta voce Si sente bene? Si sente bene? Figura 2.2 Controllo dello stato di coscienza 3. Se risponde lasciatelo nella posizione in cui lo avete trovato, assicurandovi che non ci siano eventuali pericoli provate a capire cosa c è che non va, e se necessario chiamate aiuto ricontrollatelo regolarmente 3
4 4. Se non risponde chiamate aiuto ad alta voce (Figura 2.3) girate la vittima sulla schiena, e aprite le vie aeree tramite l iperestensione della testa e il sollevamento del mento (Figura 2.4) o mettete la vostra mano sulla sua fronte, e delicatamente tirategli indietro la testa, mantenendo liberi il vostro pollice e il vostro indice per chiudergli il naso se saranno necessarie le insufflazioni (Figura 2.5) o con la punta delle vostre dita sotto il mento della vittima, sollevategli il mento per aprire le vie aeree Aiuto, una persona sta male! Figura 2.3 Chiamate aiuto Figura 2.4 Iperestensione della testa e sollevamento del mento 4
5 Figura 2.5 Dettaglio dell iperestensione della testa e del sollevamento del mento 5. Mantenendo le vie aeree aperte, guardate, ascoltate e sentite per stabilire se c è un respiro normale (Figura 2.6). Guardate se ci sono movimenti del torace. Ascoltate se dalla bocca della vittima escono suoni respiratori. Sentite se sulla vostra guancia rilevate un flusso di aria. Nei primissimi minuti dopo un arresto cardiaco, una vittima può respirare a malapena, oppure essere in un gasping saltuario e rumoroso. Non confondete ciò con una respirazione normale. Guardate, ascoltate e sentite per non più di 10 secondi per determinare se la vittima sta respirando normalmente. Se avete dubbi sul fatto che il respiro sia normale, agite come se non fosse normale. Figura 2.6 Guarda, ascolta e senti per atti respiratori normali 6. Se sta respirando normalmente giratelo nella posizione di sicurezza (vedi sotto) (Figura 2.7) mandate a chiamare aiuto o un ambulanza, o andateci voi stessi controllate che continui a respirare Figura 2.7 La posizione laterale di sicurezza 5
6 7. Se non sta respirando normalmente mandate qualcuno a chiamare aiuto, o, se siete soli, lasciate la vittima ed allertate il Servizio di Emergenza Sanitaria; tornate, ed iniziate le compressioni toraciche come segue: o inginocchiatevi al lato della vittima o mettete il calcagno di una mano al centro del torace della vittima (Figura 2.8) o mettete il calcagno dell altra mano sul dorso della prima (Figura 2.9) o intrecciate le dita delle mani, ed assicuratevi che la pressione non venga esercitata sulle coste della vittima (Figura 2.10). Non applicare alcuna pressione sulla parte superiore dell addome, o sulla parte inferiore dello sterno o posizionatevi verticalmente sopra il torace della vittima e, con le braccia dritte, premete fino ad abbassare lo sterno di 4-5 cm (Figura 2.11) o dopo ogni compressione, rilasciate completamente la pressione sul torace senza perdere il contatto fra le vostre mani e lo sterno; ripetete ad una frequenza di circa 100/minuto (un po meno di 2 compressioni/secondo) o compressione e rilasciamento dovrebbero durare la stessa quantità di tempo Figura 2.8 Mettete il calcagno di una mano al centro del torace della vittima Figura 2.9 Mettete il calcagno dell altra mano sul dorso della prima 6
7 Figura 2.10 Intrecciate le dita delle mani Figura 2.11 Premete fino ad abbassare lo sterno di 4-5 cm 8. Combinate le compressioni toraciche con le insufflazioni. Dopo 30 compressioni aprite di nuovo le vie aeree usando l iperestensione della testa e il sollevamento del mento (Figura 2.12). Chiudete la parte molle del naso della vittima pinzandola usando il vostro indice e il pollice della mano sulla fronte. Permettete l apertura della bocca, ma mantenete il mento sollevato. Figura 2.12 Dopo 30 compressioni aprite di nuovo le vie aeree usando l iperestensione della testa e il sollevamento del mento 7
8 Prendete aria come per un respiro normale, e posizionate le vostre labbra intorno alla sua bocca, assicurandovi di avere una buona aderenza. Insufflate regolarmente nella sua bocca, mentre controllate che il torace si sollevi (Figura 2.13), impiegando circa 1 secondo come in un normale atto respiratorio; questo corrisponde ad una insufflazione efficace. Figura 2.13 Insufflate regolarmente nella sua bocca, mentre controllate che il torace si sollevi Mantenendo l iperestensione della testa e il sollevamento del mento, staccate la vostra bocca dalla vittima e controllate che il torace si abbassi man mano che l aria esce (Figura 2.14). Figura 2.14 Staccate la vostra bocca dalla vittima e controllate che il torace si abbassi man mano che l aria esce Prendete un nuovo respiro e insufflate una seconda volta nella bocca della vittima, per ottenere un totale di due insufflazioni efficaci. Quindi riposizionate le vostre mani sullo sterno, senza perdere tempo, nel punto corretto, e praticate una ulteriore serie di 30 compressioni toraciche. Continuate con le compressioni toraciche e le insufflazioni, con un rapporto di 30:2. Fermatevi per ricontrollare la vittima solo se ricomincia a respirare normalmente; altrimenti non interrompete la rianimazione. Se la vostra insufflazione iniziale non ha fatto sollevare il torace come in un normale respiro, allora, prima del tentativo successivo: o Controllate la bocca della vittima e rimuovete ogni ostruzione. o Ricontrollate che abbiate realizzato adeguatamente l iperestensione della testa e il sollevamento del mento. 8
9 o Non provate più di due insufflazioni ogni volta, prima di ritornare alle compressioni toraciche. Se è presente più di un soccorritore, bisognerebbe darsi il cambio nella RCP ogni 1-2 minuti, per evitare l esaurimento. Assicurate il minimo tempo necessario per lo scambio dei soccorritori. 9. La RCP con sole compressioni toraciche può essere impiegata come segue. Se non siete capaci, o non volete, fornire insufflazioni, eseguite soltanto le compressioni toraciche. Se vengono eseguite soltanto le compressioni toraciche, queste dovrebbero essere continue, ad una frequenza di 100/minuto. Fermatevi per ricontrollare la vittima solo se ricomincia a respirare normalmente; altrimenti non interrompete la rianimazione. 10. Continuate la rianimazione finché: arriva il soccorso qualificato e prende in carico la situazione la vittima inizia a respirare normalmente siete esausti. Rischio per il soccorritore La sicurezza del soccoritore e della vittima sono di primaria importanza durante ogni tentativo di rianimazione. Si sono verificati alcuni casi di soccoritori che hanno subìto infortuni nel praticare la RCP, ma tra questi, c è stato solo qualche caso isolato di trasmissione di malattie infettive, quali la tubercolosi (TBC) e la sindrome respiratoria acuta grave (SARS). Non è stato mai riportato alcun caso di contagio da HIV duante la RCP. Non esiste alcuno studio sull uomo che riguardi l efficacia dei presidi potettivi durante la RCP; tuttavia, alcuni studi in laboratorio hanno dimostrato che alcuni tipi di filtri, o presidi protettivi muniti di valvole unidirezionali, impediscono la trasmissione di batteri per via orale dalla vittima al soccoritore durante la respirazione bocca a bocca. Quando possibile, i soccorritori devono prendere tutte le necessarie precauzioni, in particolar modo se si sa che la vittima ha una malattia infettiva importante, come ad esempio la TBC o la SARS. In situazioni ad alto rischio infettivo, come nel corso dell epidemia di SARS, i soccoritori devono applicare e rispettare tutte le misure precauzionali previste per il caso specifico. Pervietà delle vie aeree La tecnica della sublussazione della mandibola non è consigliata al soccoritore occasionale, perché è difficile da imparare e potrebbe causare il movimento della colonna vertebrale. Quindi, si consiglia al soccoritore occasionale di aprire le vie aeree tramite l iperestensione della testa e il sollevamento del mento, indipendentemente dal fatto che il paziente sia traumatizzato o meno. Riconoscimento dell arresto cardiorespiratorio Il controllo del polso carotideo è un metodo impreciso per valutare la presenza o l assenza di circolo. Tuttavia, non vi è evidenza che la ricerca dei segni di circolo, quali i movimenti degli arti, la presenza di tosse o di atti respiratori, siano superiori a livello diagnostico. I professionisti del soccorso, come anche i soccoritori laici, riscontrano delle difficoltà nel valutare la presenza o l assenza di una respirazione adeguata o normale nelle persone non coscienti. Ciò potrebbe essere dovuto alla mancata apertura delle vie aeree o al fatto che la persona può essere in gasping (respiro agonico). Spesso accade che, quando gli operatori telefonici del 118 chiedono agli astanti se la vittima respira, questi confondano il gasping con una respirazione normale. Questo tipo di informazione errata porta alla mancata pratica della RCP da parte dell astante su una persona in arresto cardiaco. Respiri agonici del tipo del gasping si presentano in circa il 40% delle persone in arresto cardiaco. Spesso gli astanti descrivono il gasping come una respirazione appena percettibile oppure affannosa, saltuaria o rumorosa. 9
10 Ai laici si dovrebbe, quindi, insegnare d iniziare immediatamente la RCP se la persona non è cosciente (non risponde) e non respira in modo normale. E si dovrebbe enfatizzare, durante la formazione, che il gasping è molto comune nei primissimi minuti dopo l arresto cardiaco improvviso. Insufflazioni iniziali Dopo i primi minuti di arresto cardiaco non dovuto ad asfissia il livello di ossigeno nel sangue rimane alto; la distribuzione di ossigeno al cuore e al cervello viene a mancare, non tanto per la mancanza d ossigeno nei polmoni, quanto per una ridotta gittata cardiaca. È per questo motivo che inizialmente le ventilazioni sono meno importanti rispetto alle compressioni toraciche. Ventilazione Durante la RCP, l obiettivo della ventilazione è di mantenere un ossigenazione adeguata. Comunque, non conosciamo esattamente quali siano i livelli ottimali per quanto riguarda il volume da insufflare, la frequenza respiratoria e la concentrazione di ossigeno da erogare, necessari per ottenere un ossigenazione adeguata. Le indicazioni attuali si basano sui seguenti risultati: 1. Durante la RCP, il flusso di sangue ai polmoni è significativamente ridotto, quindi un adeguato rapporto ventilazione/perfusione può essere mantenuto con un volume di insufflazione più basso e un numero minore di atti respiratori rispetto al normale. 2. Non solo l iperventilazione (troppe insufflazioni, oppure volumi di insufflazione eccessivi) non è necessaria, ma è addirittura dannosa, perché aumenta la pressione intratoracica, diminuendo così il ritorno venoso al cuore e la gittata cardiaca. La sopravvivenza ne viene conseguentemente ridotta. 3. Nel caso di vie aeree non protette, un volume di insufflazione di 1 l produce una distensione gastrica significativamente maggiore che un volume di insufflazione di 500 ml. 4. Durante la RCP, una bassa ventilazione-minuto (volume corrente e frequenza respratoria più bassi rispetto al normale) può contribuire al mantenimento di una ventilazione e un ossigenazione efficace. Nella RCP adulti, volumi di insufflazione approssimativamente di ml (6-7 ml kg -1 ) dovrebbero essere adeguati. 5. L interruzione delle compressioni toraciche (ad esempio per effettuare le insufflazioni) ha un effetto dannoso sulla sopravvivenza. Insufflazioni più brevi e meno frequenti aiuteranno a ridurre il tempo di interruzione delle compressioni. Le attuali linee guida, quindi, consigliano di far durare ogni insufflazione circa 1 secondo, con un volume d aria che sia sufficiente a far sollevare il torace del paziente, ma evitando insufflazioni troppo veloci o troppo profonde. Questa raccomandazione vale per qualsiasi tipo di insufflazione durante la RCP, sia bocca a bocca che con pallone di ventilazione (BVM, bag-valve mask), con e senza ossigeno aggiuntivo. La respirazione bocca a naso costituisce un alternativa valida a quella bocca a bocca. Può essere presa in considerazione quando il paziente ha un trauma importante della bocca, oppure quando non gliela si riesca ad aprire, quando il soccorritore assiste una persona in acqua, o quando risulta difficile praticare la respirazione bocca a bocca per qualsiasi altro motivo. Non esistono pubblicazioni sulla sicurezza, sull efficacia, e sulla praticabilità della respirazione bocca a tracheostomia, ma si può provare a praticarla quando la persona da soccorrere ha una cannula per tracheostomia oppure uno stoma tracheale. L utilizzo di un pallone da ventilazione richiede pratica e manualità. Il soccoritore singolo dovrebbe riuscire ad aprire le vie aeree tramite la sublussazione della mandibola, mantenendo simultaneamente la maschera ben salda sulla faccia della vittima. Questa tecnica è consigliata solo per quei soccoritori laici che lavorano in settori altamente specializzati, come in ambienti ad alto rischio di avvelenamento da cianuro o dove c è un rischio elevato di esposizione ad altri agenti tossici. Ci sono altri casi specifici in cui soccoritori non 10
11 professionisti seguono dei corsi di primo soccorso nei quali viene insegnato l uso del pallone da ventilazione. In questi casi la formazione dei soccorritori laici dovrebbe essere tanto scrupolosa quanto quella per i soccorritori professionisti. Compressioni toraciche Le compressioni toraciche determinano la circolazione del sangue sia grazie all aumento della pressione intratoracica (pompa toracica, meccanismo indiretto), che alla compressione diretta del cuore (pompa cardiaca, meccanismo diretto). Sebbene le compressioni toraciche possano produrre una pressione arteriosa sistolica di mmhg, se effettuate correttamente, la pressione diastolica rimane tuttavia bassa, e la pressione arteriosa media nella carotide raramente supera i 40 mmhg. Le compressioni toraciche generano un piccolo flusso di sangue al cervello e al miocardio; piccolo, ma comunque di vitale importanza, aumentando così le probabilità che la defibrillazione sia efficace. Sono assolutamente essenziali nel caso in cui il primo shock elettrico sia praticato dopo oltre 5 minuti dall arresto. La maggior parte delle informazioni a disposizione sulla fisiologia delle compressioni toraciche e degli effetti ottenuti variando la loro frequenza, il rapporto tra insufflazioni e compressioni e il ciclo di carico (il rapporto fra il tempo durante il quale il torace è compresso, e il tempo totale fra una compressione e la successiva) sono derivate da modelli animali. Tuttavia, la Consensus Conference 2005 è giunta alle seguenti conclusioni: 1) Il soccorritore deve posizionare le mani al centro del torace ogni volta che inizia un ciclo di compressioni, senza perdere tempo prezioso. 2) Si devono effettuare circa 100 compressioni al minuto. 3) Bisogna fare attenzione alla profondità delle compressioni, che dovrebbe essere di circa 4-5 cm (per un adulto). 4) Bisogna aspettare che dopo ogni compressione il torace si risollevi completamente. 5) La durata della compressione e del rilasciamento devono essere uguali. 6) Ridurre al minimo le interruzioni delle compressioni. 7) Non fare affidamento sul polso carotideo o femorale come indice di un flusso arterioso valido. Non ci sono sufficienti prove per supportare l efficacia di una particolare posizione delle mani nella pratica delle compressioni durante la RCP adulti. Le linee guida precedenti raccomandavano di cercare il centro della parte inferiore dello sterno posizionando un dito sul margine inferiore dello sterno, e poi di far scorrere l altra mano fino a quel punto. È stato dimostrato che nell addestramento dei soccoritori professionali la stessa posizione della mano può essere raggiunta più velocemente se ai soccoritori viene insegnato di mettere il calcagno della mano al centro del torace posizionandovi sopra l altra mano, purché l addestramento preveda una dimostrazione pratica di come si posizionano le mani sulla parte inferiore dello sterno. È ragionevole insegnare questa tecnica anche ai laici. La frequenza delle compressioni si riferisce alla velocità con cui si effettuano le compressioni, e non al numero di compressioni effettuate in un minuto. Il numero di compressioni effettuate in un minuto è determinato dalla frequenza, ma anche dal numero di interruzioni fatte per aprire le vie aeree, effettuare le insufflazioni e consentire l analisi del DAE. In uno studio extraospedaliero i soccoritori hanno registrato una frequenza di compressione intorno a /minuto, ma il numero medio di compressioni realmente effettuate era 64/minuto, a causa delle frequenti interruzioni. Rapporto compressioni-ventilazioni Non esistono risultati sufficienti sull uomo a supporto di un rapporto compressoni-ventailazioni preciso, mentre alcuni studi effettuati sugli animali suggeriscono di aumentare l attuale rapporto 11
12 15:2. Un modello matematico suggerisce che il rapporto 30:2 porterebbe al miglior compromesso tra il flusso di sangue e il trasporto di ossigeno. Il rapporto di 30 compressioni e 2 ventilazioni è consigliato per il soccorritore solo che si trova a dover rianimare un adulto o un bambino in ambiente extraospedaliero. Dovrebbero così diminuire il numero di interuzioni durante le compressioni e l incidenza dell iperventilazione. Contemporaneamente vengono semplificate le procedure durante l addestramento e migliora la capacità di memorizzare le informazioni. RCP con sole compressioni Sia i soccoritori professionali che i soccoritori laici ammettono di sentirsi restii a praticare la respirazione bocca a bocca su persone sconosciute in arresto cardiaco. Gli studi effettuati sugli animali dimostrano che, nei primissimi minuti dopo arresto non dovuto ad asfissia, la RCP con sole compressioni potrebbe essere efficace quanto la combinazione compressioni-ventilazioni. Negli adulti, i risultati ottenuti praticando la RCP senza ventilazioni sono comunque significativamente migliori di quelli ottenuti senza praticare per nulla la RCP. Se le vie aeree sono aperte, un gasping occasionale e il movimento passivo del torace durante il massaggio cardiaco esterno possono comunque produrre uno scambio d aria, anche se minimo. Una ventilazione-minuto bassa durante la RCP potrebbe essere ugualmente sufficiente per mantenere un normale rapporto ventilazioneperfusione. Quindi si dovrebbe incoraggiare i soccoritori occasionali a praticare una RCP con sole compressioni se non sono in grado, oppure non vogliono, effettuare delle insufflazioni, fermo restando che la migliore RCP è quella effettuata con le compressioni e le insufflazioni. RCP in spazi ristretti Nel caso in cui la rianimazione debba necessariamente essere eseguita in spazi ristretti, si può prendere in considerazione, per un singolo soccorritore, la posizione alla testa della vittima, mentre per due soccorritori quella a cavalcioni della vittima. Posizione di sicurezza Ci sono diverse varianti della posizione di sicurezza, ognuna con specifici vantaggi. Non esiste un unica posizione che si adatti a tutte le persone che necessitano di soccorso. La posizione deve essere stabile, il più simile possibile ad una posizione laterale con la testa stabilizzata, e non ci deve essere nessun tipo di pressione sul torace che ostacoli la respirazione. Per mettere la vittima in posizione di sicurezza L ERC raccomanda la seguente sequenza di azioni: Rimuovete gli occhiali. Inginocchiatevi vicino alla persona ed assicuratevi che le gambe siano allineate. Posizionate il braccio più vicino a voi in modo che formi un angolo retto con il corpo, gomito piegato e palmo della mano rivolto verso l alto (Figura 2.15) Portate il braccio più distante da voi sul torace, mantenendo il dorso della mano della persona appoggiato sulla guancia più vicina a voi (Figure 2.16) Con l altra vostra mano, afferrate la gamba più distante appena sopra il ginocchio e tiratela su, lasciando che il piede tocchi terra (Figura 2.17). Sempre mantenendo la mano della persona sulla guancia, tirate la gamba più distante di voi in modo da girare la persona sul suo fianco, verso di voi. Sistemate la gamba superiore in modo che anca e ginocchio piegati formino un angolo retto. Assicurate la pervietà delle vie aeree iperestendendo la testa all indietro. Se necessario, sistemate la mano sotto la guancia in modo da mantenere l iperestensione. Controllare regolarmente la respirazione. 12
13 Figura 2.15 Posizionate il braccio più vicino a voi in modo che formi un angolo retto con il corpo, gomito piegato e palmo della mano rivolto verso l alto Figura 2.16 Portate il braccio più distante da voi sul torace, mantenendo il dorso della mano della persona appoggiato sulla guancia più vicina a voi Figura 2.17 Con l altra vostra mano, afferrate la gamba più distante appena sopra il ginocchio e tiratela su, lasciando che il piede tocchi terra 13
14 Figura 2.18 La Posizione di Sicurezza Ostruzione delle vie aeree da corpo estraneo (soffocamento) L ostruzione delle vie aeree da corpo estraneo (FBAO, foreign body airway obstruction) non capita frequentemente, ma è una causa di morte accidentale potenzialmente evitabile. Ogni anno nel Regno Unito circa fra adulti e bambini vengono trattati in pronto soccorso per FBAO. Fortunatamente, meno dell 1% di questi casi risulta mortale. La causa più comune di soffocamento per gli adulti è l ostruzione delle vie aeree da cibo, in particolar modo pesce, carne e pollame. Anche nei neonati e nei bambini oltre la metà degli episodi di soffocamento riportati avvengono mentre si mangia (soprattutto dolci), e gli altri episodi di soffocamento si devono all inserimento in bocca di oggetti quali monete o giocattoli. La morte da soffocamento nei neonati e nei bambini è rara; tra il 1986 e il 1995 nel Regno Unito sono morti in media 24 bambini all anno, oltre la metà dei quali non aveva ancora compiuto un anno. La maggior parte degli episodi di soffocamento avviene mentre si mangia, in presenza di testimoni. Per questo motivo spesso si può intervenire quando la persona è ancora cosciente. Tabella 2.1 Differenza tra ostruzione lieve e ostruzione grave delle vie aeree da corpo estraneo (FBAO) Segno Ostruzione Lieve Ostruzione Grave Ti senti soffocare? Risponde Sì Non è in grado di parlare, potrebbe fare cenno di si con il capo Altri segni Può parlare, respirare e tossire Non respira / tentativi affannosi di respirare / tentativi di tossire, ma senza emettere suoni / perdita di coscienza Segni generali di FBAO: l attacco si verifica mentre si mangia; la vittima si porta le mani al collo. Riconoscimento Il riconoscimento dell ostruzione delle vie aeree è essenziale per un esito favorevole; è molto importante non confondere questo tipo di emergenza con svenimento, attacco di cuore, attacco epilettico o altre patologie che potrebbero causare difficoltà nella respirazione, cianosi o perdita di coscienza. I corpi estranei possono causare un ostruzione parziale o completa delle vie aeree. Nella Tabella 2.1 vengono riassunti i principali segni e sintomi che permettono di distinguere tra un ostruzione lieve e un ostruzione grave. Dobbiamo sempre chiedere alla persona in difficoltà ti senti soffocare? Sequenza FBAO (soffocamento) per adulti (Questa sequenza può essere adatta anche nei bambini con più di un anno) (Figura 2.19). 1 Se la vittima presenta sintomi di un ostruzione lieve delle vie aeree Incoraggiarla a tossire senza fare altro 2 Se la vittima presenta sintomi di un ostruzione grave delle vie aeree, ma è ancora cosciente Dare 5 colpi dorsali nel modo seguente. 14
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