Comando Carabinieri per la Tutela dell Ambiente - Reparto Operativo - IL TRAFFICO ILLECITO DI RIFIUTI E MATERIALI RADIOATTIVI

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Comando Carabinieri per la Tutela dell Ambiente - Reparto Operativo - IL TRAFFICO ILLECITO DI RIFIUTI E MATERIALI RADIOATTIVI"

Transcript

1 Comando Carabinieri per la Tutela dell Ambiente - Reparto Operativo - IL TRAFFICO ILLECITO DI RIFIUTI E MATERIALI RADIOATTIVI Genova, 29 Marzo 2007

2 INDICE 1. La situazione italiana dopo il referendum del Le centrali in decommissioning 1.2 Le sorgenti utilizzate in campo medico 1.3 Le sorgenti per usi industriali 1.4 I rifiuti radioattivi (gestione, conferimento e smaltimento) 1.5 Le sorgenti orfane (definizione, tipologie e normativa) 2. La normativa di riferimento 2.1 Gli strumenti legali internazionali 2.2 La normativa nazionale 3. Gli eventi r.o.t.a 4. Il problema del terrorismo 5. Le campagne della Sez. Inquinamento da Sost. Radiaoattive 5.1 La campagna aghi di radio 5.2 La campagna cobalto 5.3 La campagna gammagrafie 5.4 L andamento dei furti delle sorgenti radioattive in Italia

3 1. LA SITUAZIONE ITALIANA DOPO IL REFERENDUM DEL 1987 Nel 1987, a seguito dell'incidente di Chernobyl, l'italia ha deciso con un referendum popolare di rinunciare alla tecnologia nucleare per la produzione di energia. Tale decisione ha ingenerato la diffusa quanto errata convinzione di aver così accantonato ogni problema legato alla presenza di materiali nucleari o radioattivi. Per smentire tale falsa certezza è sufficiente pensare solo all enorme quantità di rifiuti prodotti dall attività nucleare svolta in circa trenta anni (dal 1959, entrata in funzione del primo reattore di ISPRA, al 1987) tuttora stoccati in depositi temporanei ed in attesa di una destinazione definitiva oppure alle barre di combustibile nucleare ancora conservate nelle centrali in via di dismissione. Alle materie nucleari 1, si aggiungono inoltre le migliaia di sorgenti radioattive presenti sul territorio nazionale ed impiegate prevalentemente nei reparti di medicina nucleare, nelle attività di ricerca e nel settore industriale. Il problema è aggravato dalla mancanza di un sito di definitivo stoccaggio dei rifiuti radioattivi. L argomento, alimentato dalla sindrome di NIMBY (No In May Back Yard) tocca la sensibilità delle Comunità interessate alla costruzione del sito. Esemplare è il caso di Scansano Jonico. Riassumendo, il problema della radioattività in Italia coinvolge: le ex centrali nucleari ora in decommissioning di Borgo Sabotino (LT), Garigliano (CE), Caorso (PC) e Trino Vecellese (VC); i quattro reattori di ricerca ancora in funzione presso il Centro Ricerca Casaccia dell ENEA di Roma (due reattori), presso l Università degli Studi di Pavia e presso quella di Palermo; le attività di medicina nucleare; le attività industriali; i rifiuti radioattivi; le sorgenti orfane. L insieme di tali sorgenti o materiali rappresenta l oggetto delle ipotesi di traffico illecito 2. 1 Per materie nucleari si intende soltanto l Uranio, il Plutonio ed il Torio (come definito dalla Convenzione sulla protezione Fisica delle materie nucleari e delle installazioni), mentre con sostanze radioattive ci si riferisce ad ogni specie chimica contenente uno o più radionuclidi di cui, ai fini della radioprotezione, non si può trascurare l attività o la concentrazione

4 Dopo l 11 settembre e la successiva recrudescenza dei fenomeni terroristici, quelli che erano problemi di natura squisitamente ambientale hanno assunto importanti riflessi sull ordine e la sicurezza pubblica. 1.1 LE CENTRALI IN DECOMMISSIONING In conseguenza degli esiti referendari, venne dichiarato anche il fermo delle quatto centrali elettronucleari esistenti su territorio nazionale che, allo stato attuale, si trovano in fase di "decommissioning", ovvero di smantellamento degli impianti, con la rimozione dei componenti contaminati, mentre restano in funzione i soli 4 reattori per scopi didattici e di ricerca. L attività di decommissioning, affidata alla SOGIN, procede a rilento. Sono in corso contatti con alcuni Paesi esteri per depositare temporaneamente le barre di combustibile nucleare in attesa di realizzare un sito in Italia per il loro definitivo stoccaggio. Nel frattempo si registrano casi di parziali forme di contaminazione (acqua delle piscine di Saluggia) 1.2 LE SORGENTI UTILIZZATE IN CAMPO MEDICO I presidi ospedalieri ed i laboratori di ricerca si avvalgono di sorgenti radioattive sia in campo diagnostico sia in campo terapeutico. In campo diagnostico sono utilizzati radiofarmaci, ovvero composti chimici contenenti nella molecola un radionuclide, che trovano applicazione quale mezzo non invasivo per ottenere informazioni sui processi e sulle caratteristiche fisiologiche di organi danneggiati da varie malattie, con particolare riferimento alle forme tumorali. Questo tipo di pratiche tuttavia richiedono la contemporanea presenza in ambiente ospedaliero di strutture altamente sofisticate come un ciclotrone, un laboratorio radiochimico ed un sistema topografico poiché i farmaci da questi utilizzati devono essere preparati immediatamente prima dell uso, essendo la vita media dei radioisotopi utilizzati solo di alcuni minuti. In campo terapeutico sorgenti di radiazioni ionizzanti, sia in forma sigillata 3 che in forma non sigillata 4, sono utilizzate soprattutto per la cura delle diverse forme tumorali. Si 2 Si è in presenza di un traffico illecito...qualora senza autorizzazione, in maniera internazionale o meno, con o senza attraversamento dei confini nazionali, vengano svolte le seguenti attività: ricevimento, fornitura, uso trasferimento o smaltimento di materie nucleari o di altre sostanze radioattive. 3 Definizione di sorgente sigillata ai sensi del D.Lgs. 230/1995 art. 4 comma 3 lettera t): sorgente formata da materie radioattive solidamente incorporate in materie solide e di fatto inattive o sigillate in un involucro inattivo che presenti una resistenza sufficiente per evitare, in condizioni normali di impiego, dispersione di materie radioattive superiore ai valori stabiliti dalle norme di buona tecnica applicabili.

5 tratta di sorgenti caratterizzate generalmente da elevata attività tanto che per la loro manipolazione e somministrazione sono necessarie apposite camere calde site presso i servizi, unità e laboratori di Medicina Nucleare e di radioterapia. I radioisotopi maggiormente usati, sotto forma di sorgenti non sigillate, sono Iodio-125, Iodio-131, Tecnezio-99 metastabile, ottenuto per decadimento dal Molibdeno-99, Gallio-67, Xeno- 133, Tallio-201. Tra le sorgenti sigillate utilizzate in campo terapeutico, di particolare importanza sono il Radio ed il Cobalto-60. Si tratta di radionuclidi caratterizzati da elevata attività e lunghi tempi di dimezzamento (1620 anni per il Radio e di 6 anni per il cobalto). Per tale ragione essi sono oggetto di periodiche campagne di monitoraggio e controllo. 1.3 LE SORGENTI PER USI INDUSTRIALI Molti tipi di lavorazioni industriali (p.es. concerie, pastifici, cementifici, industrie petrolchimiche, acciaierie, impianti di sterilizzazione di dispositivi chirurgico-sanitari, impianti di irraggiamento per derrate alimentari, nonché tutte le attività concernenti i controlli non distruttivi quali le gammagrafie industriali e le radiografie neutroniche e radiografie neutroniche) prevedono l utilizzazione di sorgenti radioattive spesso assai più attive di quelle utilizzate in campo sanitario. In tutti questi casi, dette sorgenti debbono essere detenute in locali appositamente identificati dagli Esperti Qualificati che provvedono alla classificazione degli stessi in zone sorvegliate e/o zone controllate in relazione al tipo di sorgenti detenute o utilizzate. Al termine del loro impiego, le sorgenti possono essere conferite a ditte autorizzate per il loro successivo stoccaggio o smaltimento, cedute ad altra azienda interessata al riutilizzo della sorgente, oppure ancora restituite alla società fornitrice che provvede per contratto al ritro ed alla sostituzione mediante vettore autorizzato. I grandi impianti di sterilizzazione con irraggiamento gamma utilizzano sorgenti ad elevata attività la cui detenzione può avvenire conservando dette sorgenti sotto battente d acqua in apposite piscine ubicate al disotto degli impianti di irraggiamento in quanto le radiazioni emesse sarebbero sicuramente letali per chiunque ne venisse esposto e, pertanto, detti impianti vengono condotti con le stesse procedure di sicurezza adottate per gli impianti nucleari. Inoltre, i locali adibiti allo scopo sono di norma ubicati nelle zone centrali dell insediamento. La sostituzione delle sorgenti viene eseguita ad 4 Definizione di sorgente non sigillata ai sensi del D.Lgs. 230/1995 art. 4 comma 3 lettera s): qualsiasi sorgente che non corrisponde alle caratteristiche o ai requisiti della sorgente sigillata. 5 Per tempo di dimezzamento si intende il tempo necessario affinché l attività iniziale di una dato radionuclde si riduca alla metà.

6 intervalli prestabiliti per mantenere costante il loro livello di attività dalle stesse ditte che hanno realizzato l impianto. 1.4 I RIFIUTI RADIOATTIVI (gestione, conferimento e smaltimento) La Comunità Europea ha imposto agli stati membri di trovare una soluzione per la sistemazione dei rifiuti radioattivi entro il In Italia, in attesa dell individuazione di un sito unico nazionale per lo stoccaggio definitivo dei rifiuti radioattivi derivanti dalle attività di decommissioning, gli stessi sono ancora conservati in via provvisoria all interno delle centrali in disuso o in via di trasformazione. Il concetto di deposito ha spesso creato degli equivoci interpretativi. Il deposito per i rifiuti radioattivi non deve infatti essere confuso con i depositi realizzati presso le ditte che fanno uso di sorgenti radioattive per la conservazione delle stesse costituito da un ripostiglio di pochi metri quadrati oppure da un vero e proprio bunker in relazione alla loro attività. La tematica dei rifiuti radioattivi è presa in considerazione nella GUIDA TECNICA n. 26 redatta dall ENEA-DISP (ora APAT - Dipartimento Nucleare, Rischio Tecnologico e Industriale) nel 1987, dal titolo Gestione dei rifiuti radioattivi. La Guida Tecnica n. 26 si applica ai rifiuti radioattivi prodotti nelle attività disciplinate dalle norme di legge vigenti sull'impiego pacifico dell'energia nucleare facendo riferimento a tre specifiche categorie. Essa definisce inoltre i principi generali di radioprotezione e tutela dell ambiente nonché alcune modalità di gestione dei rifiuti di I e II categoria ed i relativi standard di trattamento e condizionamento. Le materie radioattive, ivi compresi i rifiuti, sono oggetto di trattamento normativo che prevede soglie specifiche per ogni radionuclide componente la materia stessa, in base al tempo di dimezzamento fisico, al contenuto di radionuclidi ed alla concentrazione di radioattività, al tipo di radiazione emessa, allo stato fisico ed all attività dei radioisotopi presenti. I rifiuti radioattivi sono classificati in tre categorie: I CATEGORIA: rifiuti derivanti da impieghi medici e di ricerca scientifica dove i radionuclidi utilizzati sono caratterizzati da tempi di dimezzamento relativamente brevi e comunque inferiori ad 1 anno (rifiuti a bassa attività); II CATEGORIA: rifiuti che richiedono tempi variabili da qualche decina fino ad alcune centinaia di anni per raggiungere concentrazioni di radioattività dell ordine di alcune centinaia di Bq/g nonché quei rifiuti contenenti radionuclidi a vita molto lunga purché in concentrazioni di tale ordine. In questa categoria rientrano rifiuti a media attività in gran parte provenienti da particolari cicli di produzione ed oggi dalle

7 attività di decommissioning degli impianti nucleari e soprattutto dalle centrali elettronucleari di potenza nonché da alcuni particolari impieghi medici, industriali e di ricerca scientifica. III CATEGORIA: a questa categoria appartengono in particolare i rifiuti radioattivi ad alta attività che richiedono tempi dell ordine di migliaia di anni ed oltre per raggiungere concentrazioni di radioattività dell ordine di alcune centinaia di Bq/g. In tale Categoria rientrano i rifiuti liquidi ad elevata attività specifica derivanti dal primo ciclo di estrazione degli impianti di riprocessamento (ciclo del combustibile nucleare) ed i solidi in cui questi possono essere convertiti; i rifiuti contenenti emettitori alfa e neutroni provenenti essenzialmente dai laboratori di ricerca scientifica, da usi medici ed industriali, dagli impianti di fabbricazione degli elementi di combustibile ad ossido misto e dai già citati impianti di riprocessamento. Dalle precedenti definizioni discende che i rifiuti radioattivi di più problematica trattazione sono quelli classificati in II e III categoria, questi una volta caratterizzati saranno destinati al trattamento, ovvero al complesso di operazioni che mediante l applicazione di processi fisici e/o chimici, modificano la forma fisica e/o la composizione chimica dei radionuclidi. La classificazione dei rifiuti radioattivi nel nostro paese non deriva da una disposizione normativa a differenza di quanto avviene per le atre tipologie di rifiuti infatti, ai sensi dell art. 183 comma 1 lett. a) del D.L.vo. 3 aprile 2006, n.152 (Testo Unico) è rifiuto: qualsiasi sostanza od oggetto che rientra nelle categorie riportate nell allegato A all parte quarta del presente decreto e di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l obbligo di disfarsi. L Allegato A non menziona i rifiuti radioattivi perché esclusi dallo stesso art. 185 comma 1 lett. c) (limiti al campo di applicazione) del D.L.vo 3 aprile 2006, n.152. La parte più delicata della gestione dei rifiuti radioattivi è quella inerente al decommissioning, ossia l attività di smantellamento delle centrali nucleari scaturita dalle decisioni prese dai governi susseguitisi dopo il referendum del Nelle centrali si trovavano ancora materiali radioattivi, ivi compresi i rifiuti ad alta attività, che oggi vengono a far parte di ampi progetti che prevedono lo stoccaggio in un sito geologico definitivo, il quale non essendo ancora stato individuato, sana di fatto la situazione transitoria di vari depositi provvisori in situ dislocati sul territorio nazionale, che hanno già ripetutamente sollevato l attenzione dell opinione pubblica. Diversa è la situazione dei rifiuti ospedalieri di natura radioattiva, prodotti da pratiche prevalentemente diagnostiche, ma anche terapeutiche. Nella fattispecie si tratta di rifiuti a bassa attività e brevi tempi di dimezzamento (in genere inferiori a 75 giorni) che non comportano, per la natura intrinseca dei materiali stessi, particolari problemi di messa in sicurezza, basta infatti confinarli in depositi autorizzati aventi caratteristiche di sicurezza tali che, attesi i brevi intervalli temporali necessari, una volta decaduti sotto una

8 determinata soglia, possano essere smaltiti come normali rifiuti ospedalieri mediante il conferimento a ditte autorizzate. Altri tipi di rifiuti della medesima specie sono quelli provenienti da tipi di attività che, con l attuale normativa, non sono più consentite. Tra queste possono essere elencati, ad esempio, i materiali provenienti dallo smantellamento di parafulmini concepiti e costruiti con introduzione di sorgenti radioattive, i rilevatori di fumo con all interno sorgenti radioattive (solitamente Americio-241), la vecchia strumentazione aeronautica o militare contenente nei quadranti vernici luminescenti miscelate con sorgenti radioattive (Trizio H3 o Radio-226). Tale materiale, una volta conferito ad una ditta autorizzata deve necessariamente essere trasportato presso l unico deposito temporaneo di rifiuti radioattivi presente in Italia, il Centro E.N.E.A. della Casaccia. Qui, una volta trattato e stoccato, resterà depositato sino a che verrà individuato quello che sarà il sito nazionale definitivo. Unica forma possibile di smaltimento dei rifiuti radioattivi. 1.5 LE SORGENTI ORFANE (definizione, tipologie e normativa) Si definiscono orfane tutte le sorgenti radioattive delle quali, a seguito di furto, smarrimento, interramento, abbandono, mancanza di documentazione, non sia possibile risalire alla loro origine e proprietà e sono quindi fuori da ogni controllo. Questo peculiare aspetto si ricollega ad un problema di scala internazionale che coinvolge anche l Italia, in quanto paese produttore di acciaio. La presenza di sorgenti radioattive orfane nei carichi di rottami metallici destinati alle fonderie rappresenta un aspetto particolarmente importante nel quadro della protezione ambientale. Tali sorgenti infatti, se non prontamente individuate e neutralizzate, sono destinate a contaminare il prodotto finito e quindi a venire in contatto con gli utilizzatori finali. Questa problematica, ben nota fin dai primi anni 90, è destinata ad aumentare in relazione alle attività di dismissione o di ristrutturazione degli impianti nucleari esistenti soprattutto nei paesi dell ex blocco sovietico dai quali vengono importati ingenti quantitativi di rottami metallici. A fronte di tale situazione, l azione di contrasto risente del carente impianto normativo vigente atteso che: i portali a scintillazione per il controllo dei livelli di radioattività dei carichi di materiale metallico a suo tempo acquistati ed istallati dal ministero delle Attività Produttive, non sono ancora funzionanti in attesa del decreto attuativo che ne disciplini il passaggio al Ministero dell Interno Dipartimento dei Vigili del Fuoco materialmente incaricati del loro utilizzo; l applicazione dell art.157 decreto legislativo 230/1995 (il quale prevede espressamente che: I soggetti che a scopo industriale o commerciale, compiono

9 operazioni di fusione di rottami o di altri materiali metallici di risulta, sono tenuti ad effettuare una sorveglianza radiometrica sui predetti materiali e rottami, al fine di rilevare la presenza in essi di eventuali sorgenti dimesse ), è subordinata, a norma del terzo comma, alla pubblicazione di un decreto dell allora Ministero della Sanità, mai redatto. Il fine del legislatore è quello di impedire che sorgenti radioattive orfane possano entrare nel territorio nazionale attraverso i canali del commercio e la gestione del rottame metallico, diventando un onere ed un pericolo radiologico a carico del paese importatore e non per coloro che lo hanno cagionato. In effetti, una volta sdoganato e sul territorio nazionale, salvo articolate e quasi mai utilizzate procedure di restituzione valide solo per i carichi di provenienza extracomunitaria, su detto materiale incombe da parte dello stato Italiano l onere relativo alla sicurezza della popolazione e dei lavoratori, nonché dello smaltimento mediante stoccaggio dello stesso. Attività quest ultima particolarmente critica visto che l Italia non dispone di depositi definitivi per i rifiuti radioattivi ma solo di pochi e piccoli depositi temporanei a gestione privata e di un solo medio deposito temporaneo. Il problema menzionato non riguarda una situazione eccezionale o estemporanea. Un monitoraggio sul rinvenimento di sorgenti orfane all interno di carichi di rottami metallici destinato alla fusione nel biennio effettuato da questo Comando, ha evidenziato una percentuale di carichi positivi tra quelli di provenienza comunitaria pari a l 11,2% del totale dei carichi risultati contaminati. L impianto normativo in questo caso appare carente ed una soluzione sarebbe possibile solo attraverso l interpolazione delle norme che regolano analoghe situazioni per carichi di provenienza extra-comunitaria e per spedizioni transfrontaliere di rifiuti.

10 I CARICHI DI ROTTAMI FERROSI DI PROVENIENZA COMUNTARIA. - RIFERIMENTI NORMATIVI - La particolare situazione relativa al rinvenimento di una sorgente orfana all interno di un carico di rottami metallici destinati alla fusione trova una sua perfezionabile ma efficace soluzione solo nel caso di carichi di provenienza extra-comunitaria. In questi casi infatti la circolare del Ministero delle Finanze Dipartimento delle Dogane. 13/D del , che stabilisce a livello frontaliero le modalità di controllo dei carichi di rottami metallici, prevede espressamente il respingimento del carico (salvo diversa indicazione degli organi di controllo) - a cura e spese dei soggetti interessati qualora dalle misure risultino valori superiori alla fluttuazione media del fondo ambientale. Restano quindi esclusi dal campo di applicazione di tale norma tutti i carichi di provenienza comunitaria che per la loro stessa origine non sono soggetti ad eventuali controlli presso i varchi doganali e per i quali è prevista una procedura semplificata. Parimenti non è possibile applicare a tali carichi le procedure di respingimento previste dall art. 25 del Regolamento 259/93/CEE del Consiglio del 1 febbraio sulle spedizioni di rifiuti all interno dei Paesi comunitari (espressamente richiamato dall art. 194 del D.Lgs. 03 aprile 2006 n. 152 dedicato alle spedizioni transfrontaliere ) che si rifà a sua volta ai principi generali della Convenzione di Basilea del 22 marzo 1989 sul controllo dei movimenti transfrontalieri di scorie tossiche e della loro eliminazione, ratificata dal nostro Paese con la legge 18 agosto 1993, n Come espressamente indicato all art. 1, comma 2, punto c, infatti, sono esclusi dal campo di applicazione del presente regolamento le spedizioni di residui radioattivi di cui all articolo 2 della direttiva 92/3 Euratom del consiglio del 3 febbraio 1992, relativa alla sorveglianza ed al controllo delle spedizioni di residui radioattivi tra gli Stati membri e di quelle verso la Comunità e fuori di essa. La soluzione al problema non può essere trovata neanche nell ambito del decreto legislativo nr. 230 del 17 marzo 1995 emanato in attuazione della direttiva di cui sopra. Tale norma infatti, pur disciplinando all art. 32 le spedizioni, importazioni ed esportazioni di rifiuti radioattivi, nulla dice circa l obbligo di per l eventuale importatore di riprendere la sorgente radioattiva illecitamente importata salvo i casi di cui all art. 126-bis del decreto legislativo 230/95 il quale espressamente prevede che: nelle situazioni che comportino una esposizione prolungata dovuta agli effetti di un emergenza radiologica o di una pratica non più in atto le autorità competenti per gli interventi ai sensi della legge 25 febbraio 1992 n.225 (istituzione del servizio di protezione civile) adottano i provvedimenti opportuni tenendo conto dei principi generali di cui all art. 115-bis (principi generali per gli interventi), delle necessità e del rischio di esposizione L ampia formulazione dell articolo, opportunamente generica ed astratta, lascia quindi altrettanto ampia discrezionalità alle autorità individuate che possono ben trovarsi ad affrontare situazioni assai diverse tra loro. Tuttavia l uso generalizzato di tale procedura non può non rappresentare una evidente forzatura del dettato normativo nella considerazione che la premessa a tale tipologia di intervento sarebbe una esposizione prolungata e quindi un altrettanto grave ed imminente pericolo per l incolumità pubblica, difficilmente riscontrabile nel caso delle normali tipologie di sorgenti rinvenute nei carichi di rottemi metallici. Al fine di chiarire l entità del problema, si riportano alcuni dati. Provenienza dei carichi di Rottami ferrosi L origine del materiale, poiché non sempre espressamente dichiarata nella documentazione di trasporto ed in alcuni casi probabile frutto di antecedenti

11 importazioni tra altri Stati o di materiale già sdoganato, è stata associata a quella di provenienza dell ultimo vettore. Totale rinvenim. e respingim. Provenienza Exta CEE Provenienza CEE Provenienza Nazionale Provenie nza Ignota % 57,3 % 11,2 % 24,7 % 6,7 % Russia (0,54%) Israele (0,54%) Tunisia (1,62%) Albania (0,54%) Senegal (0,54%) Congo (0,54%) Algeria (0,54%) Giordania (0,54%) Kazakistan (0,54%) Serbia (2,7%) Bosnia (5,94%) Ungheria (2,7 %) Romania (7,56 %) Croazia (9,72%) Slovenia (8,64%) Slovacchia (2,16%) Bulgaria (1,62%) Marocco (3,78 %) Inghilterra (0,54%) Francia (3,78 %) Germania (5,94%) Austria (0,54%) Bari (0,54 %) Taranto (0,54% ) Torino (1,08 %) Alessandria (0,54%) Ancona (1,08 %) Bergamo (4,32 %) Napoli (1,62 %) Venezia (0,54 %) Viterbo (0,54 %) Brescia (2,7 %) Teramo (0,54 %) Roma (1,62 %) Terni (5,94 %) Perugia (1,62 %) Milano (0,54%) Cassino (0,54 %) Tipologia radionuclidi oggetto di spettrometria Numero complessivo rinvenimenti Numero dei rinvenimenti di sorgenti proprie o improprie * Numero dei rinvenimenti di materiale contaminato Tipologia del radionuclide * 29 Ra Th Am Co Cs U Ir Sr Kr

12 Tipologia delle sorgenti rinvenute Rinvenimento Numero % note Sorgenti 9 9,3 % Sorgenti Improprie 22 22,9 % Contaminazione 10 10,4 % Contaminazione (probabile N.O.R.M) 55 57,3 % Sorgenti di taratura, gammagrafia ecc.. Parafulmini, strumentazione aerea, rilevatori di fumo ecc. Polveri di abbattimento fumi, lastre metalliche ecc.. Materiale metallico, tubazioni, cisterne ecc.. Principali tipologie di vettori Vettore Nr. Carichi positivi % note Marittimo 58 32,7% Ferroviario 54 30,5 % Per oltre i 2/3 trattasi di container rispediti al mittente a seguito delle misurazioni radiometriche effettuate durante le fasi di sdoganamento. Per oltre i 2/3 trattasi di container/vagoni rispediti al mittente a seguito delle misurazioni radiometriche effettuate durante le fasi di sdoganamento. Gomma 66 36,9 % 2. LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO La normativa di settore è data da un insieme di norme e regolamenti internazionali in parte di immediata applicazione nell ordinamento nazionale ed in parte ratificati o in via di ratifica. 2.1 GLI STRUMENTI LEGALI INTERNAZIONALI Il Trattato di Non-Proliferazione delle Armi Nucleari - Treaty on the No- Proliferation of Nuclear Weapon (NPT): rappresenta il più ampio strumento di controllo delle armi nucleari, ed è tuttora valido. Sancisce l obbligo fondamentale per gli stati aderenti di non ricevere o trasferire armi nucleari o altri congegni esplosivi nucleari o il controllo su tali armi e proprio per questo fornisce un importante meccanismo di prevenzione ed individuazione di atti illegali riguardanti materiali nucleari o radioattivi e cose ad essi correlate. Fanno parte del trattato tutti gli Stati membri dell ONU, con la solo eccezione di Israele, India e Pakistan. La

13 AIEA (Agenzia Internazionale per l Energia Atomica) è l Autorità responsabile del controllo. Linee Guida per i Paesi Fornitori di Materiali Nucleari - Nuclear Suppliers Gruop Guideline: costituiscono un ulteriore meccanismo per il controllo delle esportazioni di materiali nucleari a supporto di quanto sancito con il Trattato di Non Proliferazione. Il documento mette in evidenza le procedure operative, la documentazione necessaria ed il sistema di scambio da attivare in caso di trasferimento del materiale cui si riferisce il TNP, inoltre sofferma la sua attenzione anche sul materiale classificato come Dual-Use. Gli Accordi di salvaguardia (Safeguards Agreements): il sistema di salvaguardie della IAEA è costituito da una serie di attività di verifica svolte sugli impianti nucleari o altri luoghi dove è stata dichiarata la presenza di materiale nucleare. Tutte le attività hanno l obiettivo di verificare la correttezza e la completezza delle dichiarazioni rilasciate dagli Stati circa le attività connesse al nucleare. Sommariamente la salvaguardia si sintetizza in tre funzioni: la contabilizzazione (controllo tipologia e quantità dei materiali radioattivi dichiarati), il contenimento e la sorveglianza (controllo dei sistemi di sicurezza, come per esempio i sigilli sui containers che contengono materiali nucleari e l impiego di sistemi di video sorveglianza per registrare i movimenti nelle aree limitrofe ad impianti nucleari o aree sensibili). Convenzione sulla Protezione Fisica dei Materiali Nucleari - Convention on the Physical Protetction of the Nuclear Materials (CPPNM): la Convenzione rappresenta il primo strumento normativo che definisce quali sono le materie nucleari con l obiettivo di realizzare adeguate misure di protezione per le stesse, siano esse impiegate o in corso di trasporto, per prevenire furti, sabotaggi o qualsiasi altra azione non autorizzata. Essa contiene molteplici importanti prescrizioni circa la detenzione e la risposta ad atti illegali. Facendo riferimento ai principi contenuti nel NPT ed alle linee guida della IAEA, individua tra l altro i punti fondamentali per lo sviluppo di un sistema nazionale di protezione fisica delle materie nucleari ed i criteri per la definizione di specifici reati connessi alla gestione dei materiali nucleari. Emendamento alla Convenzione sulla Protezione Fisica dei Materiali Nucleari Amendament to the Convention on the Physical Protetction of the Nuclear Materials: questo importante documento serve ad estendere alle installazioni nucleari quanto già previsto dalla Convenzione per le sole materie nucleari. Convenzione sulla Tempestiva Notifica di Incidenti Nucleari o Emergenze Radiologiche - Convention on Early Notification of a Nuclear Accident or Radiological Emergency (CENNA): la Convenzione nasce sulla scia dell incidente di Chernobyl, con il preciso intento di garantire una tempestiva diffusione delle informazioni in ordine agli incidenti nucleari, al fine di minimizzare le conseguenze di un inquinamento radiologico trans-frontaliero. Specifica il tipo di informazioni e dati che debbono essere forniti nella notifica dell evento e stabilisce l obbligo del loro costante aggiornamento. Convenzione sulla Assistenza in Caso di Incidenti Nucleari o Emergenze Radiologiche - Convention on Assistance in Case of a Nuclear Accident or Radiological Emergency (CACNARE) la Convenzione evidenzia la necessità di una struttura internazionale per facilitare gli interventi di assistenza in caso di incidenti nucleari o emergenze radiologiche ed aiuti a minimizzare le conseguenze di tali incidenti. Se un incidente da traffico illecito causa o contribuisce a causare

14 una emergenza radiologica, la CACNARE fornisce un meccanismo pronto per ricercare e fornire l assistenza necessaria. Convenzione Europol - Europol Convention: l Ufficio Europeo di Polizia (Europol) è un importante strumento per la cooperazione internazionale per combattere il terrorismo ed il crimine organizzato. Questa cooperazione riguarda la gestione e lo scambio di informazioni sensibili e di intelligence riguardo a possibili terroristi ed altre attività criminali. Convenzione Internazionale per la Soppressione di Atti di Terrorismo Nucleare Internazional Convenction for the Suppression of Acts of Nuclear Terrorism (CNT): questa convenzione rappresenta il più recente strumento sviluppato per garantire la sicurezza nucleare, comprensiva della individuazione e della risposta ad atti illegali che comportino l impiego di materiali nucleari o radioattivi. La convenzione prevede inoltre che gli Stati firmatari assumano l impegno di criminalizzare una largo spettro di attività connesse all impiego di materiali nucleari o radioattivi. Un importante aspetto della CNT è la previsione dei R.D.D. (Radioactive Dispersal Devise) ovvero azioni terroristiche che causano la dispersione di materiale nucleare in modo tale da contaminare cose e persone, ma senza produrre un esplosione nucleare. Codice di Condotta sulla Safety e Security delle Sorgenti Radioattive - Code of Conduct on the Safety and Security of Radioactive Sources: questo Codice di Condotta nasce per rispondere alla richiesta di safety e security concernenti le sorgenti radioattive. Insieme a questi regolamenti internazionali, ci sono numerose iniziative per individuare e rispondere ad azioni illegali che comportano l impiego di materie nucleari o radioattive adottate dalle organizzazioni internazionali che hanno una responsabilità nel campo dell energia nucleare, della tutela della sicurezza pubblica e del commercio internazionale, quali la IAEA, il WCO (World Custom Organization), Interpol, Europol e UPU (Universal Postal Union). In particolare: Iniziative della International Atomic Energy Agency (I.A.E.A.) La IAEA è il centro mondiale della cooperazione internazionale in campo nucleare. L Agenzia lavora con i suoi Stati Membri e ulteriori partners mondiali per promuovere la sicurezza ed il pacifico uso delle tecnologie nucleari. L Agenzia ha competenza anche su le attività relative alla prevenzione, alla risposta, alla preparazione ed allo scambio di informazioni [ ] per combattere il traffico illecito. Gli ambiti di lavoro della IAEA sono molti, ma tutti incentrati sull attività di contrasto al traffico illecito e la garanzia di sicurezza nucleare. Fra questi giova citare la presenza di un Database sul traffico illecito (ITDB), creato nel 1995, che contiene i dati di tutti gli incidenti da traffico illecito (rientrano nella definizione di incidente da traffico illecito i furti, le perdite di possesso, gli smarrimenti, i ritrovamenti e gli smaltimenti illegali di sorgenti radioattive). A seguito poi dei noti eventi dell 11 settembre 2001, la IAEA ha realizzato un ambito di lavoro speciale dedicato al terrorismo nucleare, con lo scopo di supportare l attività degli Stati membri nella realizzazione dei Nuclear Security Plan (Paini di sicurezza Nazionali) Attuale situazione Italiana Anche l Italia partecipa al mantenimento di questo DataBase. A tal proposito il Punto di Contatto con la IAEA è l APAT (Agenzia per la Protezione Ambientale e

15 per i servizi tecnici) che provvede ad inoltrare alla IAEA le informazioni inerenti gli eventi illeciti, avvenuti in territorio Italiano tramite la modulistica prevista (Notification Form), e alla diffusione agli organi Nazionali competenti tutte le informazioni relative agli incidenti avvenuti in altri Stati che riceve dalla IAEA stessa. Iniziative de Worl Customs Organization (W.C.O.) L Organizzazione mondiale delle dogane coopera con la IAEA da alcuni anni per combattere il contrabbando di materiale nucleare e sostanze radioattive. E stato appurato che la prima linea di difesa per combattere il traffico di questo tipo di materiale sarebbe il continuo scambio di informazioni fra le varie amministrazioni doganali degli stati costituenti il WCO, in quanto la dogana è l agenzia primaria che alle frontiere può interdire il movimento illecito di materiali incluso quindi materiali nucleari e sostanze radioattive. A seguito della consapevolezza di questo importante ruolo nella gestione delle merci il WCO ha sottoscritto con la IAEA un Protocollo d Intesa, Memorandum of Understanding (MOU), per promuovere la cooperazione a livello internazionale fra le agenzie doganali e le forze dell ordine responsabili del controllo del materiale radioattivo. Il WCO, nel 2000, ha anche sviluppato uno strumento di comunicazione e cooperazione conosciuto come CEN, Customs Enforcement Network (rete di sostegno alle dogane), ovvero un sistema elettronico, sicuro e criptato, per lo scambio in tempo reale di informazioni fra i vari uffici doganali. Iniziative dell Organizzazione Internazionale di Polizia Criminale (Interpol) L Interpol è l organizzazione di Polizia Internazionale più grande del mondo ed ha iniziato la sua lotta al traffico illecito di materiale nucleare e sostanze radioattive nel corso del lontano Consapevole delle iniziative della IAEA e del WCO, ha riconosciuto che il problema non era relativo semplicemente ai movimenti trans-frontalieri (nel dominio delle amministrazioni doganali) ma era d interesse per tutte le forze che a vario titolo erano competenti i materia. A tal proposito ha svolto vari studi analitici sui casi di traffico illecito di materiale radioattivo individuando molto spesso l origine delle sostanze nei paesi della Ex Unione Sovietica. Ad oggi l Interpol continua a collezionare e ad analizzare dati forniti dalla IAEA e dal WCO. Il loro data base e le valutazioni analitiche offrono una pronta referenza a tutte le forze di polizia mondiali (progetto Geiger). Iniziative dell Europol. L Europol è l organizzazione delle Forze di Polizia europee, che mira al miglioramento della cooperazione nella prevenzione e lotta al traffico di droga ed altre forme di crimine organizzato internazionale, incluso il traffico illecito di materiale nucleare e sostanze radioattive. Europol ha sponsorizzato in collaborazione con la IAEA, Interpol ed il WCO, la realizzazione di pubblicazione tecniche sugli argomenti della prevenzione individualizzazione e risposta al traffico illecito di materiale nucleare e sostanze radioattive. Dopo gli eventi dell 11 settembre 2001, Europol sta lavorando, in collaborazione con altre organizzazioni internazionali, per combattere il terrorismo nucleare e radioattivo, promuovendo una serie di attività coordinate e riepilogate nel Counter Proliferation Program del 2003, che include il traffico illecito di materiale nucleare e radioattivo, il traffico armi da fuoco, munizioni ed esplosivi e l uso di armi chimiche, biologiche, nucleari e radioattive. Iniziative dell Universal Postal Union (UPU). L UPU è il primo forum per la cooperazione fra i servizi postali per assicurare veramente una rete efficiente. L organizzazione definisce le regole per lo scambio internazionale della posta e provvede a simulare gli aumenti del volume postale per migliorare la qualità del

16 servizio per i clienti. L Universal Postal Union e la IAEA hanno riconosciuto che il sistema di posta internazionale potrebbe essere un veicolo per la movimentazione non autorizzata di materiale radioattivo, pertanto nel 2002 hanno firmato un memorandum volto ad assicurare la sicurezza dei trasporti di materiale radioattivo attraverso la posta e l individuazione di materiale radioattivo illecito nei flussi di posta internazionale. Un concreto sforzo sotto l accordo UPU IAEA è stato lo sviluppo di un documento guida inerente le procedure di controllo e gli strumenti che potrebbero essere utilizzati per l individuazione di radiazioni gamma e neutroni prodotti dal traffico illecito all interno del sistema di posta pubblica o privata. 2.2 LA NORMATIVA NAZIONALE Nel nostro paese l'attuale regolamentazione sulle sorgenti radioattive sigillate è dettata dal Decreto Legislativo n 230 del 17 marzo 1995, ovvero un decreto attuativo delle direttive in materia di radioprotezione generale, informazione della popolazione per i casi di emergenza radiologica, lavoratori dipendenti da imprese esterne e spedizioni transfrontaliere di rifiuti radioattivi. Il decreto è stato successivamente modificato e integrato con il DM 26 maggio 2000, n. 187, per l'attuazione della direttiva 97/43/Euratom, ed il DM 26 maggio 2000, n. 241 per l'attuazione della direttiva 96/29/Euratom e il DM 9 maggio 2001, n. 257, di integrazione e correzione al D.L.vo n. 241/2000. Il Decreto stabilisce i campi di applicazione ed i principi generali, nonché il regime giuridico per le sorgenti e per il regime autorizzativo. Definisce le pratiche, gli interventi, i criteri di radioprotezione, le soglie di non rilevanza radiologica. Identifica i rifiuti radioattivi, espressamente esclusi dal Decreto 152/2006, identificando per essi le condizioni di applicazione. Infine, al capo X è prevista la norma penale di riferimento. E importante sottolineare che il D.L.vo. 230/95 non considera diversamente, l uso o la semplice detenzione di sorgenti radioattive, mentre trova invece specifici riferimenti normativi il solo trasporto del materiale radioattivo. Riguardo tale aspetto il trasporto di radioisotopi per usi industriali, medici e di ricerca oltre al movimento dei rifiuti e alle spedizioni legate al ciclo del combustibile. Le norme tecniche che lo regolano a livello internazionale e nazionale sono elaborate ed aggiornate dalla Agenzia Internazionale dell Energia Atomica (AIEA) nella pubblicazione Regulations for the Safe Transport of Radioactive Material TS-R-1, che garantisce fin dal 1961, anno della prima pubblicazione, la sicurezza delle popolazioni delle proprietà e dell ambiente riguardo i rischi da radiazioni durante il trasporto di sostanze radioattive. La Regulations for the Safe Transport of Radioactive Material della AIEA ha lo status di raccomandazione e pertanto viene presa a riferimento dai regolamenti internazionali

17 che governano il trasporto di tutte le merci pericolose di cui le materie radioattive rappresentano la Classe 7. I regolamenti internazionali, applicati in virtù di accordi e convenzioni sottoscritti dall Italia, stabiliscono le norme tecniche da osservare per il trasporto di merci pericolose attraverso le diverse modalità di trasporto (stradale, ferroviario, aereo, via mare e per acque interne). A tal proposito i regolamenti internazionali (ADR, per i trasporto si strada, e RID, per il trasporto ferroviario) sono adottati in Italia ed utilizzati come norme nazionali attraverso il recepimento di direttive della Commissione Europea. Al fine di regolamentare ed intensificare il controllo sulle sorgenti sigillate ad alta attività, è in fase di pubblicazione un nuovo D. L.vo. che in particolar modo evidenzia l obbligo per il richiedente l autorizzazione di prevedere specifiche procedure gestionali per il trasporto, la tenzione e l utilizzo della sorgente finalizzate ad impedire, in relazione alle caratteristiche della sorgente, l accesso non autorizzato, lo smarrimento, il furto o il danneggiamento della sorgente anche a seguito di incendi. 3. GLI EVENTI R.O.T.A Un evento R.O.T.A. (Release Other Than Attack) può essere causato dalla dispersione di agenti Nucleari, Biologici, Chimici e Radiologici i quali possono provocare, alle persone che ne vengono esposte, gravi danni. Gli incidenti di tipo industriale, stradale, navale, aereo-portuale, legati e riconducibili alle sostanze predette, possono verificarsi a seguito di errori umani dovuti alla non corretta manipolazione di sostanze pericolose o allo stoccaggio delle stesse ovvero a condotte omissive delle procedure che, di norma, vengono adottate in presenza di sostanze e/o preparati pericolosi. E vero, altresì, che eventi naturali potrebbero compromettere insediamenti industriali con analoghe ripercussioni sulla popolazione. L evento R.O.T.A. si differenzia da un evento terroristico in quanto non vi è l intenzionalità, mediante attentati o atti di sabotaggio, di immettere e/o disperdere nell ambiente sostanze N.B.C.R. al fine di arrecare un danno all uomo nonché rendere inutilizzabili materiali, ambienti e superfici, anche per lungo tempo. Un esempio di evento R.O.T.A. è quello verificatosi nel gennaio 2004 presso un acciaieria del Veneto, ove veniva rilevata la presenza di radioattività da un camion che, in uscita dallo stabilimento, trasportava un carico di polveri residue della fusione. Il fatto generava immediatamente un allarme all interno dell impianto che sospendeva le linee di fusione

18 e richiedeva l intervento tecnico dell ARPA per l individuazione e quantificazione della contaminazione radioattiva. Gli accertamenti successivi portavano a stabilire che una sorgente radioattiva di Cesio 137 era finita nel processo di fusione interessando tutto il sistema di captazione delle polveri. Venivano, quindi, attivati una serie di interventi che coinvolgevano sia i VV. FF., i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Treviso e quelli della dipendente Sezione Inquinamento da Sostanze Radioattive, sia funzionari dell APAT che, nelle rispettive competenze, operavano per la messa in sicurezza delle sostanze radioattive rinvenute, per la predisposizione dei piani, per la bonifica dell impianto e per l individuazione del produttore della sorgente radioattiva finita nel processo di fusione. L insieme di queste attività induceva il Prefetto ad attuare il Piano d Emergenza previsto per tali eventi, coordinando le procedure necessarie al fine di garantire la messa in sicurezza dell impianto ed effettuando una valutazione del rischio cui poteva incorrere la popolazione locale, con particolare attenzione ai lavoratori impiegati nell acciaieria. Le cause dell evento comportavano le seguenti conseguenze: l ARPA attivava un sistema di monitoraggio sulla diffusione atmosferica, al fine di rilevare la presenza del contaminante radiogeno in aria, che non evidenziava valori superiori alle fluttuazioni del fondo ambientale. Analoghi valori erano riscontrati dalle misurazioni effettuate dai Vigili del Fuoco; i Vigili del Fuoco, inoltre, provvedevano a verificare se dalle reti di rilevamento e di allarme di ricaduta radioattiva, a loro in uso e prossime all impianto, si fossero rilevate situazioni di allarme. L esito, pertanto, risultava negativo. Analoga verifica, a seguito di ciò, veniva effettuata dall APAT, che si avvaleva della propria rete automatica di rilevamento della radioattività in aria; nell impianto erano state fermate, per lungo tempo, le linee di trattamento delle polveri ed era stato interdetto un deposito di raccolta per le polveri in fusione. Dette aree erano state, per quanto sopra, oggetto di ripetuti campionamenti e misurazioni da parte della NUCLECO spa, incaricata di procedere alle operazioni di decontaminazione dell impianto; il complesso delle informazioni disponibili indicava che le conseguenze dell evento avevano inciso considerevolmente sotto il profilo economico e sociale, quali la perdita della produzione, spese per la decontaminazione, cassa integrazione per oltre 500 dipendenti. Gli effetti prodotti dall evento sopra descritto, anche se di notevole rilevanza, risultavano sicuramente mitigati dall esperienza degli enti ed organismi intervenuti, che cooperavano sinergicamente nell attuazione del Piano d Emergenza. Inoltre, sotto l aspetto investigativo, le indagini espletate dal NOE di Treviso e dalla Sezione Inquinamento da Sostanze Radioattive permettevano di ricostruire la provenienza della sorgente radioattiva di Cesio 137 che, per caratteristiche, conduceva all individuazione e al conseguente sequestro di altre due sorgenti analoghe, risultate

19 abbandonate in un cantiere del napoletano destinato all esecuzione dei lavori previsti per i mondiali di calcio Italia 90, consentendo, così, di procedere alla messa in sicurezza del materiale radioattivo che, altrimenti, rischiava di poter essere trafugato o irregolarmente smaltito. 4. IL PROBLEMA DEL TERRORISMO I servizi d intelligence concordano nel ritenere che il terrorismo nucleare, in tutte le sue variegate forme, possa rappresentare un pericolo grave ed imminente. L attuale contesto nazionale ed internazionale vede quindi l evoluzione della minaccia terroristica interessare anche le strutture presenti sul territorio nazionale coinvolte nella gestione di materiale nucleare, sostanze o rifiuti radioattivi, sotto il duplice profilo di: possibili obiettivi dell azione terroristica al fine di massimizzare gli effetti dannosi di una esplosione convenzionale poiché, a fronte di danni relativamente ridotti in termini di vite umane, ne scaturirebbe un danno ecologico immenso e durevole; costituire la fonte primaria di approvvigionamento per la confezione di congegni nucleari improvvisati (I.N.D. Improvised Nuclear Devices) o dispositivi per la dispersione della radioattività (R.D.D. Radioactive Dispersal Devices), le c.d. bombe sporche, il cui impatto psicologico ed emotivo può essere assai più devastante della reale portata dei danni cagionati. In particolare, si intende per bomba sporca è un ordigno ordinario combinato con isotopi radioattivi in modo da poter disperdere il materiale contaminante. L impiego di tale arma ha una bassa probabilità di provocare effetti deterministici sulla popolazione colpita, ad eccezione dell effetto diretto dell onda d urto dell esplosione, mentre gli effetti a lungo termine sul territorio dipendono dal quantitativo e tipo di radionuclide utilizzato, dalle condizioni meteorologiche (soprattutto il vento) e dalla presenza o meno di incendi nell area contaminata. 5. LE CAMPAGNE DELLA SEZIONE INQUINAMENTO DA SOSTANZE RADIAOTTIVE Il delicato problema relativo alla gestione e messa in sicurezza del materiale contenente sostanze radioattive, così importante nel quadro delle attività volte alla tutela dell ambiente e della salute pubblica, iniziò ad intensificarsi verso la fine degli anni 80 in concomitanza con la disgregazione del blocco sovietico e quindi del conseguente smantellamento di vecchie centrali nucleari, di svariati tipi di apparecchiature contenenti sorgenti di radiazioni ionizzanti, pericolosamente

20 abbandonate e/o occultate in tonnellate di rottami metallici importati in Europa. Purtroppo, l esperienza maturata nello specifico campo ha molto spesso documentato come diversi rinvenimenti di c.d. sorgenti orfane verificatisi nel territorio nazionale siano frutto di datati utilizzi o detenzioni spesso antecedenti al 1960, ove l assenza di una normativa in materia unita alla poca conoscenza del fenomeno ha fatto in modo che la corretta gestione di detto materiale sia stata nel corso degli anni del tutto trascurata. La problematica, oggi più che mai, riguarda oltre l aspetto radioprotezionistico anche quello di un eventuale uso improprio di dette sostanze. Considerato infatti l attuale momento storico politico, caratterizzato da forti tensioni internazionali che alimentano un terrorismo di matrice integralista particolarmente aggressivo ed efferato, esso ha assunto anche una notevole rilevanza sotto il profilo della sicurezza pubblica. Il pericolo di un attacco con ordigni non convenzionali (tra i quali le c.d. bombe sporche o R.D.D. Radioactive Dispersal Devices,) rende opportuna ogni iniziativa volta alla individuazione, monitoraggio e controllo di tutte le fonti radiogene presenti sul territorio nazionale con particolare riferimento a quelle c.d. orfane. Per meglio conoscere ed analizzare tali specifiche problematiche, nel 2004 l allora Ministro dell Ambiente disponeva una vasta indagine conoscitiva sulla situazione delle materie nucleari e dei rifiuti radioattivi presenti sul territorio nazionale. 5.1 LA CAMPAGNA AGHI DI RADIO Tra gli aspetti che più destarono motivo di approfondimento ci fu indubbiamente quello relativo alla detenzione da parte delle strutture sanitarie dei così detti preparati radiferi (aghi, piastre, placche e capsule) a base di Radio Dai lavori, svolti in collaborazione con l Istituto Superiore di Sanità e recentemente conclusi, è emerso che del radio distribuito dall ISS alle strutture ospedaliere sul territorio nazionale (ad esclusione di quello acquistato all epoca in forma privata e quindi non monitorato), l 85% risulta essere depositato in un sito autorizzato, il 10% 6 Il Radio-226 (Dal latino radius, "raggio"), è un elemento metallico radioattivo, argenteo, fonde a circa 700, è un prodotto della disintegrazione radioattiva dell'uranio. Il tempo di dimezzamento del radio-226 è di 1620 anni; esso decade con emissione di particelle alfa, liberando il gas radon anch esso radioattivo. La sovraesposizione alle radiazioni di radio ha effetti dannosi sulle cellule degli organismi; tuttavia poiché le cellule tumorali sono molto più sensibili alle radiazioni delle cellule normali, la radioterapia con radio-226 veniva utilizzata nella cura di alcuni tipi di cancro, cercando di porre particolare attenzione all'intensità e alla direzione delle radiazioni. Piccole quantità di radio erano utilizzate, un tempo, nella produzione di vernici luminescenti, che venivano applicate a oggetti come ad esempio le lancette degli orologi o le maniglie delle porte, per renderli visibili nell'oscurità.

Parere n. 65/2010 Quesiti relativi al servizio di trasporto rifiuti gestito da Consorzio.

Parere n. 65/2010 Quesiti relativi al servizio di trasporto rifiuti gestito da Consorzio. Parere n. 65/2010 Quesiti relativi al servizio di trasporto rifiuti gestito da Consorzio. Vengono posti alcuni quesiti in relazione al servizio di trasporto dei rifiuti. Un Consorzio di Enti Locali, costituito

Dettagli

La formazione degli addetti alle attività che comportano esposizione ad amianto

La formazione degli addetti alle attività che comportano esposizione ad amianto La formazione degli addetti alle attività che comportano esposizione ad amianto 1 Riferimenti normativi Decreto Legislativo 19 settembre 1994 n. 626 capo VI Decreto Ministeriale 16 gennaio 1997 Decreto

Dettagli

Organizzazione della radioprotezione Dott.ssa Alessandra Bernardini

Organizzazione della radioprotezione Dott.ssa Alessandra Bernardini Organizzazione della radioprotezione Dott.ssa Alessandra Bernardini 1 Compiti e responsabilità L organizzazione della radioprotezione è strutturata in modo da distribuire alle varie figure di riferimento

Dettagli

Paola Angelini. Servizio Sanità pubblica

Paola Angelini. Servizio Sanità pubblica Paola Angelini Servizio Sanità pubblica Modena, 1 aprile 2011 D.Lgs. 230/95 e s.m.i. detenzione = impiego comunicazione preventiva nulla osta all'impiego Categoria B Categoria A LIMITI LIMITI INFERIORI

Dettagli

Decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare 7 agosto 2015

Decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare 7 agosto 2015 Decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare 7 agosto 2015 Classificazione dei rifiuti radioattivi, ai sensi dell'articolo 5 del decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 45.

Dettagli

Modulo di Registrazione RIFIUTI RADIOATTIVI. Sopralluogo

Modulo di Registrazione RIFIUTI RADIOATTIVI. Sopralluogo Pagina 1 di 6 Sopralluogo Materiale a corredo del sopralluogo: dosimetri personale e integratore, geiger, camera a ionizzazione Si No copia dei N.O. ex art. 27 D. Lgs. 230/95 o convalida di autorizzazione

Dettagli

Materiale Radioattivo da attività di medicina nucleare Trasporto, normative e problematiche

Materiale Radioattivo da attività di medicina nucleare Trasporto, normative e problematiche Materiale Radioattivo da attività di medicina nucleare Trasporto, normative e problematiche Tavola rotonda: «Esperienze e tecnologie per le bonifiche ambientali» Ing. Roberto Vespa Direttore Tecnico -

Dettagli

DECOMMISSIONING DEGLI IMPIANTI NUCLEARI: Compatibilità Ambientale, Sicurezza e Radioprotezione

DECOMMISSIONING DEGLI IMPIANTI NUCLEARI: Compatibilità Ambientale, Sicurezza e Radioprotezione V Convegno Nazionale NAD 10 Anni di impegno guardando al futuro DECOMMISSIONING DEGLI IMPIANTI NUCLEARI: Compatibilità Ambientale, Sicurezza e Radioprotezione Fabio Chiaravalli - SOGIN Direttore Ambiente,

Dettagli

BONIFICARE I SITI NUCLEARI E METTERE IN SICUREZZA TUTTI I RIFIUTI RADIOATTIVI: UNA PRIORITÀ PER L ITALIA

BONIFICARE I SITI NUCLEARI E METTERE IN SICUREZZA TUTTI I RIFIUTI RADIOATTIVI: UNA PRIORITÀ PER L ITALIA APPROFONDIMENTI / 75 BONIFICARE I SITI NUCLEARI E METTERE IN SICUREZZA TUTTI I RIFIUTI RADIOATTIVI: UNA PRIORITÀ PER L ITALIA LUCA CITTADINI, Direttore Gruppo Sogin L e applicazioni del nucleare non si

Dettagli

Indicazioni per l elaborazione della Pianificazione provinciale di emergenza per il trasporto di materie radioattive e fissili

Indicazioni per l elaborazione della Pianificazione provinciale di emergenza per il trasporto di materie radioattive e fissili Indicazioni per l elaborazione della Pianificazione provinciale di emergenza per il trasporto di materie radioattive e fissili ing. Roberto Gullì ing. Valeria Palmieri Ufficio Rischi Antropici - DPC Roma,

Dettagli

PROCEDURA. Gestione del processo di radioprotezione per personale esterno all AOU Careggi esposto a radiazioni ionizzanti SOMMARIO 1. SCOPO...

PROCEDURA. Gestione del processo di radioprotezione per personale esterno all AOU Careggi esposto a radiazioni ionizzanti SOMMARIO 1. SCOPO... SOMMARIO 1. SCOPO... 2 2. CAMPO DI APPLICAZIONE... 2 3. RIFERIMENTI... 2 4. DEFINIZIONI ED ABBREVIAZIONI... 3 5. RESPONSABILITÀ... 3 6. MODALITÀ OPERATIVE... 4 6.1. VALUTAZIONE DELLA RICHIESTA... 4 6.2.

Dettagli

Sogin - Linee Guida sui cantieri temporanei o mobili

Sogin - Linee Guida sui cantieri temporanei o mobili Sogin - Linee Guida sui cantieri temporanei o mobili 1. PREMESSA La disciplina dei cantieri temporanei e mobili ha trovato preciso regolamentazione nel Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, e nel successivo

Dettagli

BREVI CENNI SULLE NOVITA INTRODOTTE NEL DM 19 MARZO 2015 STRUTTURA D.M. 19 MARZO 2015

BREVI CENNI SULLE NOVITA INTRODOTTE NEL DM 19 MARZO 2015 STRUTTURA D.M. 19 MARZO 2015 BREVI CENNI SULLE NOVITA INTRODOTTE NEL DM 19 MARZO 2015 Sulla GU 2573/2015, n. 70 è stato pubblicato il D.M. 19 marzo 2015 recante "Aggiornamento della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione,

Dettagli

ORGANISMO TECNICO DI SUPPORTO ALL AZIENDA USL DI FERRARA

ORGANISMO TECNICO DI SUPPORTO ALL AZIENDA USL DI FERRARA ORGANISMO TECNICO DI SUPPORTO ALL AZIENDA USL DI FERRARA PER LA TUTELA SANITARIA DELLA POPOLAZIONE DAI RISCHI DERIVANTI DALL IMPIEGO DI SORGENTI DI RADIAZIONI IONIZZANTI L Organismo Tecnico istituito ai

Dettagli

Protocollosicurezzacnism.doc vers. 17 luglio 2006 - pag. 1 di 5

Protocollosicurezzacnism.doc vers. 17 luglio 2006 - pag. 1 di 5 PROTOCOLLO DI INTESA SULLA SICUREZZA E SALUTE SUL LUOGO DI LAVORO TRA CONSORZIO NAZIONALE INTERUNIVERSITARIO PER LE SCIENZE FISICHE DELLA MATERIA (CNISM) E UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PISA Art. 1. Generalità

Dettagli

DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI

DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI DM.9 agosto 2000 LINEE GUIDA PER L ATTUAZIONE DEL SISTEMA DI GESTIONE DELLA SICUREZZA TITOLO I POLITICA DI PREVENZIONE DEGLI INCIDENTI RILEVANTI Articolo 1 (Campo di applicazione) Il presente decreto si

Dettagli

Su proposta dell Assessore alle Politiche per la Salute; A voti unanimi e palesi D E L I B E R A

Su proposta dell Assessore alle Politiche per la Salute; A voti unanimi e palesi D E L I B E R A Prot. n. (PRC/05/30252) Visti: LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA - il Decreto Legislativo 17 marzo 1995, n. 230 e successive modificazioni e integrazioni, recante Attuazione delle direttive 89/618/EURATOM,

Dettagli

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: OHSAS 18001 AV2/07/11 ARTEMIDE.

I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: OHSAS 18001 AV2/07/11 ARTEMIDE. I SISTEMI DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO: OHSAS 18001 AV2/07/11 ARTEMIDE. 1 Nel panorama legislativo italiano la Salute e la Sicurezza sul Lavoro sono regolamentate da un gran numero di

Dettagli

IL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI di concerto con IL MINISTRO DELLA SALUTE

IL MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI di concerto con IL MINISTRO DELLA SALUTE Decreto del Ministero dell interno 4 febbraio 2011 Definizione dei criteri per il rilascio delle autorizzazioni di cui all art. 82, comma 2, del D.Lgs. 09/04/2008, n. 81, e successive modifiche ed integrazioni.

Dettagli

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. ALLEGATO A MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. il sistema organizzativo che governa le modalità di erogazione delle cure non è ancora rivolto al controllo in modo sistemico

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

Manuale di Gestione Integrata POLITICA AZIENDALE. 4.2 Politica Aziendale 2. Verifica RSGI Approvazione Direzione Emissione RSGI

Manuale di Gestione Integrata POLITICA AZIENDALE. 4.2 Politica Aziendale 2. Verifica RSGI Approvazione Direzione Emissione RSGI Pag.1 di 5 SOMMARIO 4.2 Politica Aziendale 2 Verifica RSGI Approvazione Direzione Emissione RSGI. Pag.2 di 5 4.2 Politica Aziendale La Direzione della FOMET SpA adotta e diffonde ad ogni livello della

Dettagli

La sicurezza sul lavoro. Concetti di base e accenni alla normativa vigente

La sicurezza sul lavoro. Concetti di base e accenni alla normativa vigente La sicurezza sul lavoro Concetti di base e accenni alla normativa vigente BENVENUTI! Contenuti: - Cenni storici; - Concetti di base: Infortunio e Malattia lavoro-corr. Pericolo Rischio Valutazione dei

Dettagli

REGOLAMENTO IN MATERIA DI TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI MEDIANTE SISTEMI DI VIDEOSORVEGLIANZA

REGOLAMENTO IN MATERIA DI TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI MEDIANTE SISTEMI DI VIDEOSORVEGLIANZA I REGOLAMENTI PROVINCIALI: N. 72 PROVINCIA DI PADOVA REGOLAMENTO IN MATERIA DI TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI MEDIANTE SISTEMI DI VIDEOSORVEGLIANZA Approvato con D.G.P. in data 17.10.2005 n. 610 reg. SOMMARIO

Dettagli

PO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A.

PO 01 Rev. 0. Azienda S.p.A. INDICE 1 GENERALITA... 2 2 RESPONSABILITA... 2 3 MODALITA DI GESTIONE DELLA... 2 3.1 DEI NEOASSUNTI... 3 3.2 MANSIONI SPECIFICHE... 4 3.3 PREPOSTI... 4 3.4 ALTRI INTERVENTI FORMATIVI... 4 3.5 DOCUMENTAZIONE

Dettagli

REGOLAMENTO (CE) N. 183/2005 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO

REGOLAMENTO (CE) N. 183/2005 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO REGOLAMENTO (CE) N. 183/2005 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 12 gennaio 2005 che stabilisce requisiti per l igiene dei mangimi Regolamento 183/2005 Applicazione sul territorio regionale L applicazione

Dettagli

Circolare N.85 del 23 Maggio 2013

Circolare N.85 del 23 Maggio 2013 Circolare N.85 del 23 Maggio 2013 Dal 01.06.2013 obbligatorie le procedure standardizzate per la valutazione dei rischi Gentile cliente con la presente intendiamo informarla che a partire dal 01.06.2013

Dettagli

REGOLAMENTO SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

REGOLAMENTO SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI COMUNE DI VIANO PROVINCIA DI REGGIO EMILIA REGOLAMENTO SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI Approvato con deliberazione di G.C. n. 73 del 28.11.2000 INDICE TITOLO 1 ART. 1 ART. 2 ART. 3 ART. 4 ART. 5 ART.

Dettagli

I rifiuti radioattivi in Italia

I rifiuti radioattivi in Italia La disattivazione degli impianti nucleari piemontesi e la gestione dei rifiuti radioattivi I rifiuti radioattivi in Italia Roberto Mezzanotte Torino, 28 Gennaio 2016 Classificazione attuale ex Decreto

Dettagli

OBBLIGHI IN MATERIA DI SICUREZZA PER DATORI DI LAVORO, PREPOSTI, DIRIGENTI E LAVORATORI

OBBLIGHI IN MATERIA DI SICUREZZA PER DATORI DI LAVORO, PREPOSTI, DIRIGENTI E LAVORATORI OBBLIGHI IN MATERIA DI SICUREZZA PER DATORI DI LAVORO, PREPOSTI, DIRIGENTI E LAVORATORI Gli accordi Stato- Regioni del 21 dicembre sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale n. 8 dell 11 gennaio 2012.

Dettagli

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N

SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N SCHEMA DI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 23 DELLA LEGGE N.262 DEL 28 DICEMBRE 2005 CONCERNENTE I PROCEDIMENTI PER L ADOZIONE DI ATTI DI REGOLAZIONE Il presente documento, recante lo schema di

Dettagli

Il decommissioning nucleare: l esperienza italiana

Il decommissioning nucleare: l esperienza italiana Il decommissioning nucleare: l esperienza italiana Milano, 12 dicembre 2014 Emanuele Fontani Amministratore Delegato Nucleco 1 SOMMARIO o Gruppo Sogin o Nucleco o Il decommissioning degli impianti nucleari

Dettagli

REGOLAMENTO SULLA FACOLTÀ DI ACCESSO TELEMATICO E RIUTILIZZO DEI DATI

REGOLAMENTO SULLA FACOLTÀ DI ACCESSO TELEMATICO E RIUTILIZZO DEI DATI REGOLAMENTO SULLA FACOLTÀ DI ACCESSO TELEMATICO E RIUTILIZZO DEI DATI REGOLAMENTO SULLA FACOLTA DI ACCESSO TELEMATICO E RIUTILIZZO DEI DATI Sommario Art. 1 - Principi, finalità, e oggetto...3 Art. 2 -

Dettagli

REGOLAMENTO PER L ORGANIZZAZIONE E LA GESTIONE DELLE EMERGENZE ALL INTERNO DEGLI EDIFICI DELL UNIVERSITA

REGOLAMENTO PER L ORGANIZZAZIONE E LA GESTIONE DELLE EMERGENZE ALL INTERNO DEGLI EDIFICI DELL UNIVERSITA REGOLAMENTO PER L ORGANIZZAZIONE E LA GESTIONE DELLE EMERGENZE ALL INTERNO DEGLI EDIFICI DELL UNIVERSITA (Emanato con D.R. n. 1215 del 28 giugno 2007, pubblicato nel Bollettino Ufficiale n. 69) Sommario

Dettagli

La nuova direttiva UE sulle sostanze radioattive nell acqua potabile

La nuova direttiva UE sulle sostanze radioattive nell acqua potabile Abteilung 29 Landesagentur für Umwelt Amt 29.8 Labor für physikalische Chemie Ripartizione 29 Agenzia provinciale per l ambiente Ufficio 29.8 Laboratorio di chimica fisica La nuova direttiva UE sulle sostanze

Dettagli

PARLIAMO DI. ATTIVITA PRODUTTIVE E RIFIUTI SPECIALI

PARLIAMO DI. ATTIVITA PRODUTTIVE E RIFIUTI SPECIALI CITTÀ DI BARLETTA COMANDO POLIZIA MUNICIPALE PARLIAMO DI. ATTIVITA PRODUTTIVE E RIFIUTI SPECIALI Tutte le attività produttive, che nell esercizio del ciclo lavorativo producono rifiuti speciali, devono

Dettagli

RISOLUZIONE N.15/E QUESITO

RISOLUZIONE N.15/E QUESITO RISOLUZIONE N.15/E Direzione Centrale Normativa Roma, 18 febbraio 2011 OGGETTO: Consulenza giuridica - polizze estere offerte in regime di libera prestazione dei servizi in Italia. Obblighi di monitoraggio

Dettagli

Le regole del parlamento europeo per garantire qualità e sicurezza nel trattamento di cellule e tessuti umani (Direttiva 2004/23/CE) E stata recentemente recepita anche dall Italia, la direttiva europea

Dettagli

Allegato I. Parte A Obiettivi formativi

Allegato I. Parte A Obiettivi formativi Allegato I Parte A Obiettivi formativi Tenuto conto dei contenuti formativi riportati nell Allegato I del decreto legislativo n. 150/2012, si riportano di seguito i contenuti comuni degli specifici corsi

Dettagli

RISOLUZIONE N. 220/E. Con l interpello specificato in oggetto, concernente l interpretazione del D.M. 23 gennaio 2004, è stato esposto il seguente

RISOLUZIONE N. 220/E. Con l interpello specificato in oggetto, concernente l interpretazione del D.M. 23 gennaio 2004, è stato esposto il seguente RISOLUZIONE N. 220/E Direzione Centrale Normativa e Contenzioso Roma, 13 agosto 2009 OGGETTO: Istanza di interpello - Art. 11 della legge n. 212 del 2000 - Conservazione sostitutiva dei documenti analogici

Dettagli

Deliberazione 15 giugno 2000

Deliberazione 15 giugno 2000 Deliberazione 15 giugno 2000 Adozione del regolamento di cui all articolo 3 della deliberazione dell Autorità per l'energia elettrica e il gas 18 febbraio 1999, n. 13/99, e integrazione della medesima

Dettagli

REGOLAMENTO SUL DIVIETO DI FUMO NEI LOCALI DELL UNIVERSITA TELEMATICA e-campus

REGOLAMENTO SUL DIVIETO DI FUMO NEI LOCALI DELL UNIVERSITA TELEMATICA e-campus REGOLAMENTO SUL DIVIETO DI FUMO NEI LOCALI DELL UNIVERSITA TELEMATICA e-campus Art. 1 - Finalità e riferimenti normativi 1. Il presente Regolamento viene emanato al fine di disciplinare il divieto di fumo

Dettagli

Documento in attesa di approvazione definitiva Nota per la Commissione Consultiva Permanente

Documento in attesa di approvazione definitiva Nota per la Commissione Consultiva Permanente Commissione Consultiva Permanente Comitato n. 4 Modelli di Organizzazione e di Gestione (MOG) Documento in attesa di approvazione definitiva Nota per la Commissione Consultiva Permanente Prima di procedere

Dettagli

Agenzia delle Dogane Roma, 20 novembre 2013 e dei Monopoli

Agenzia delle Dogane Roma, 20 novembre 2013 e dei Monopoli Agenzia delle Dogane Roma, 20 novembre 2013 e dei Monopoli Direzione centrale gestione accise e monopolio tabacchi Ufficio circolazione tabacchi Prot. n. DAC/CTL/ 8443 /2013 All. Risposta al foglio n.

Dettagli

RACCOMANDAZIONE N. R (91) 10 DEL COMITATO DEI MINISTRI AGLI STATI MEMBRI SULLA COMUNICAZIONE A TERZI DI DATI PERSONALI DETENUTI DA ORGANISMI PUBBLICI

RACCOMANDAZIONE N. R (91) 10 DEL COMITATO DEI MINISTRI AGLI STATI MEMBRI SULLA COMUNICAZIONE A TERZI DI DATI PERSONALI DETENUTI DA ORGANISMI PUBBLICI CONSIGLIO D EUROPA RACCOMANDAZIONE N. R (91) 10 DEL COMITATO DEI MINISTRI AGLI STATI MEMBRI SULLA COMUNICAZIONE A TERZI DI DATI PERSONALI DETENUTI DA ORGANISMI PUBBLICI (adottata dal Comitato dei Ministri

Dettagli

Consulenza per la gestione dei rifiuti

Consulenza per la gestione dei rifiuti Consulenza per la gestione dei rifiuti ECORADAR DI GRAMEGNA ALESSANDRO - VIA DELLA REPUBBLICA, 41/A 20011 CORBETTA TEL. 02.97272190 MOB. +393661585997 - e-mail: info@ecoradar.it P.IVA 08738030967 - C.F.

Dettagli

MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE DECRETO 7 agosto 2015

MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE DECRETO 7 agosto 2015 MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE DECRETO 7 agosto 2015 Classificazione dei rifiuti radioattivi, ai sensi dell'articolo 5 del decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 45. (15A06407)

Dettagli

N O M I N A INCARICATI DELLE MISURE DI PREVENZIONE INCENDI, LOTTA ANTINCENDIO E GESTIONE DELLE EMERGENZE

N O M I N A INCARICATI DELLE MISURE DI PREVENZIONE INCENDI, LOTTA ANTINCENDIO E GESTIONE DELLE EMERGENZE DESIGNAZIONE DEI LAVORATORI INCARICATI DELL'ATTUAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE INCENDI E LOTTA ANTINCENDIO, DI EVACUAZIONE DEI LUOGHI DI LAVORO IN CASO DI PERICOLO GRAVE E IMMEDIATO, DI SALVATAGGIO

Dettagli

La valutazione del rischio chimico

La valutazione del rischio chimico La valutazione del rischio chimico Introduzione Per sua stessa definizione, l agente chimico è una sostanza o un preparato di natura chimica. L agente chimico può presentarsi sotto forma di gas, vapore,

Dettagli

LEGGE REGIONALE 15 dicembre 2008, n. 33

LEGGE REGIONALE 15 dicembre 2008, n. 33 LEGGE REGIONALE 15 dicembre 2008, n. 33 Norme per il rilascio del nulla osta all impiego di sorgenti di radiazioni ionizzanti di categoria B per le attività comportanti esposizioni a scopo medico. IL CONSIGLIO

Dettagli

apparecchi e dei PCB in esso contenuti in attuazione del decreto legislativo 209/1999 e della direttiva 69/59/CE

apparecchi e dei PCB in esso contenuti in attuazione del decreto legislativo 209/1999 e della direttiva 69/59/CE Allegato di Piano 9 - Decontaminazione e smaltimento degli apparecchi e dei PCB in esso contenuti in attuazione del decreto legislativo 209/1999 e della direttiva 69/59/CE. SOMMARIO PREMESSA : I PCB 3

Dettagli

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo.

della manutenzione, includa i requisiti relativi ai sottosistemi strutturali all interno del loro contesto operativo. L 320/8 Gazzetta ufficiale dell Unione europea IT 17.11.2012 REGOLAMENTO (UE) N. 1078/2012 DELLA COMMISSIONE del 16 novembre 2012 relativo a un metodo di sicurezza comune per il monitoraggio che devono

Dettagli

REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELLE NORME IN MATERIA DI PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI

REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELLE NORME IN MATERIA DI PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELLE NORME IN MATERIA DI PROTEZIONE DEI DATI PERSONALI PARTE I - Disposizioni generali... 2 ART. 1 - Ambito di applicazione... 2 ART. 2 - Circolazione dei dati all'interno dell'università...

Dettagli

I Sistemi di Gestione Integrata Qualità, Ambiente e Sicurezza alla luce delle novità delle nuove edizioni delle norme ISO 9001 e 14001

I Sistemi di Gestione Integrata Qualità, Ambiente e Sicurezza alla luce delle novità delle nuove edizioni delle norme ISO 9001 e 14001 I Sistemi di Gestione Integrata Qualità, Ambiente e Sicurezza alla luce delle novità delle nuove edizioni delle norme ISO 9001 e 14001 Percorsi di ampliamento dei campi di applicazione gestiti in modo

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

COMUNE DI MARIGLIANO Provincia di Napoli REGOLAMENTO PER L INSTALLAZIONE E LA GESTIONE DEGLI IMPIANTI DI VIDEOSORVEGLIANZA

COMUNE DI MARIGLIANO Provincia di Napoli REGOLAMENTO PER L INSTALLAZIONE E LA GESTIONE DEGLI IMPIANTI DI VIDEOSORVEGLIANZA COMUNE DI MARIGLIANO Provincia di Napoli REGOLAMENTO PER L INSTALLAZIONE E LA GESTIONE DEGLI IMPIANTI DI VIDEOSORVEGLIANZA (approvato con delibera del Commissario Prefettizio n.5 dell.01.12.2008) 1 I N

Dettagli

CONVEGNO regionale DIRIGENTI SCOLASTICI LA GESTIONE DELLA SICUREZZA NELLE ISTTITUZIONI SCOLASTICHE: 1 Dicembre 2014

CONVEGNO regionale DIRIGENTI SCOLASTICI LA GESTIONE DELLA SICUREZZA NELLE ISTTITUZIONI SCOLASTICHE: 1 Dicembre 2014 CONVEGNO regionale DIRIGENTI SCOLASTICI LA GESTIONE DELLA SICUREZZA NELLE ISTTITUZIONI SCOLASTICHE: RUOLI E RESPONSABILITÀ 1 Dicembre 2014 IS E. MOLINARI Via Crescenzago, 110 - Milano Formazione ed informazione

Dettagli

Azienda Pubblica di Servizi alla Persona Opere Sociali di N.S. di Misericordia Savona

Azienda Pubblica di Servizi alla Persona Opere Sociali di N.S. di Misericordia Savona PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA La trasparenza è uno strumento per il controllo diffuso da parte dei cittadini dell attività amministrativa e un elemento dell azione di prevenzione

Dettagli

Rapporto dal Questionari Insegnanti

Rapporto dal Questionari Insegnanti Rapporto dal Questionari Insegnanti SCUOLA CHIC81400N N. Docenti che hanno compilato il questionario: 60 Anno Scolastico 2014/15 Le Aree Indagate Il Questionario Insegnanti ha l obiettivo di rilevare la

Dettagli

CARTA DEI SERVIZI. Premessa:

CARTA DEI SERVIZI. Premessa: CARTA DEI SERVIZI Premessa: La Carta dei Servizi è uno strumento utile al cittadino per essere informato sulle caratteristiche del servizio offerto, sulla organizzazione degli uffici comunali, sugli standards

Dettagli

CONDIZIONI GENERALI DI LAVORO PRESSO GLI STABILIMENTI AGUSTAWESTLAND ITALIA

CONDIZIONI GENERALI DI LAVORO PRESSO GLI STABILIMENTI AGUSTAWESTLAND ITALIA CONDIZIONI GENERALI DI LAVORO PRESSO GLI STABILIMENTI AGUSTAWESTLAND ITALIA 1. Nelle presenti Condizioni Generali, le parole elencate qui di seguito saranno da intendersi con i significati qui descritti:

Dettagli

Circolare N.24 del 07 Febbraio 2013. Sicurezza sul lavoro. Obblighi e scadenze

Circolare N.24 del 07 Febbraio 2013. Sicurezza sul lavoro. Obblighi e scadenze Circolare N.24 del 07 Febbraio 2013 Sicurezza sul lavoro. Obblighi e scadenze Sicurezza sul lavoro: obblighi e scadenze Gentile cliente, con la presente desideriamo informarla che, il D.Lgs n. 81/2008

Dettagli

Normativa di riferimento. Relatore Dr. Domenico Acchiappati Direttore S.C. Fisica Sanitaria AUSL Modena

Normativa di riferimento. Relatore Dr. Domenico Acchiappati Direttore S.C. Fisica Sanitaria AUSL Modena Normativa di riferimento Relatore Dr. Domenico Acchiappati Direttore S.C. Fisica Sanitaria AUSL Modena 1 Comma 3 Art. 180 D.Lgs. 81/08 La Protezione dei lavoratori dalle radiazioni Ionizzanti è disciplinata

Dettagli

Una metodologia da utilizzare può essere così sintetizzata:

Una metodologia da utilizzare può essere così sintetizzata: 10 CRITERI TECNICI DELLE PRIORITÀ L elenco dei siti con gli indici di priorità contenuti nel presente piano, dovrà essere rivisto ed aggiornato alla luce delle risultanze emergenti dai piani di caratterizzazione.

Dettagli

ANALISI DI RISCHIO SEMIQUANTITATIVA IN SUPPORTO ALLE VALUTAZIONI IN PRESENZA DI ATMOSFERE ESPLOSIVE (ATEX)

ANALISI DI RISCHIO SEMIQUANTITATIVA IN SUPPORTO ALLE VALUTAZIONI IN PRESENZA DI ATMOSFERE ESPLOSIVE (ATEX) ANALISI DI RISCHIO SEMIQUANTITATIVA IN SUPPORTO ALLE VALUTAZIONI IN PRESENZA DI ATMOSFERE ESPLOSIVE (ATEX) T. Pezzo *, D. Vannucci *, G. Uguccioni + * D Appolonia SpA, Genova + D Appolonia SpA, San Donato

Dettagli

CONVENZIONE SUL QUADRO PROMOZIONALE PER LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO, 2006 1

CONVENZIONE SUL QUADRO PROMOZIONALE PER LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO, 2006 1 Convenzione 187 CONVENZIONE SUL QUADRO PROMOZIONALE PER LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO, 2006 1 La Conferenza generale dell Organizzazione Internazionale del Lavoro, Convocata a Ginevra dal Consiglio

Dettagli

I rifiuti speciali e pericolosi nel contesto universitario: principali aspetti legati alla corretta gestione

I rifiuti speciali e pericolosi nel contesto universitario: principali aspetti legati alla corretta gestione I rifiuti speciali e pericolosi nel contesto universitario: principali aspetti legati alla corretta gestione I rifiuti derivanti dalle attività didattiche, sperimentali e di ricerca Università degli Studi

Dettagli

1 La politica aziendale

1 La politica aziendale 1 La Direzione Aziendale dell Impresa Pizzarotti & C. S.p.A. al livello più elevato promuove la cultura della Qualità, poiché crede che la qualità delle realizzazioni dell Impresa sia raggiungibile solo

Dettagli

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE MAZZOCCHI, GAVA

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE MAZZOCCHI, GAVA Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 2429 PROPOSTA DI LEGGE D INIZIATIVA DEI DEPUTATI MAZZOCCHI, GAVA Disposizioni concernenti il recupero degli imballaggi, per la reintroduzione

Dettagli

4.5 CONTROLLO DEI DOCUMENTI E DEI DATI

4.5 CONTROLLO DEI DOCUMENTI E DEI DATI Unione Industriale 35 di 94 4.5 CONTROLLO DEI DOCUMENTI E DEI DATI 4.5.1 Generalità La documentazione, per una filatura conto terzi che opera nell ambito di un Sistema qualità, rappresenta l evidenza oggettiva

Dettagli

Norme di sicurezza e comportamentali del personale autorizzato a lavorare nei locali adibiti a Camera Pulita

Norme di sicurezza e comportamentali del personale autorizzato a lavorare nei locali adibiti a Camera Pulita Pag. 1 di 5 Norme di sicurezza e comportamentali del personale autorizzato a lavorare nei locali adibiti a Camera Pulita Premessa Questa nota è indirizzata al personale, dipendente e/o associato, autorizzato

Dettagli

Tavolo della Trasparenza

Tavolo della Trasparenza 1 Tavolo della Trasparenza Regione Piemonte Torino, 14 gennaio 2010 2 Indice Attività in Piemonte Impianto Fabbricazioni nucleari - Bosco Marengo Centrale E. Fermi - Trino Impianto EUREX - Saluggia Sicurezza

Dettagli

Comune di Rieti Assessorato Protezione Civile

Comune di Rieti Assessorato Protezione Civile 1 Comune di Rieti Assessorato Protezione Civile PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE STRUTTURA DEL PIANO COMUNE DI RIETI SETTORE VI - Ufficio Protezione Civile CODICE DOCUMENTO ELABORATO 0 1-0 1-0 2-0 4

Dettagli

Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica.

Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica. Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica. Art. 1 Ambito di applicazione 1. Il presente Regolamento è adottato ai sensi della normativa

Dettagli

Il Ministro delle Attività Produttive

Il Ministro delle Attività Produttive Il Ministro delle Attività Produttive VISTO l articolo 21, del Decreto legislativo 23 maggio 2000, n.164, che stabilisce che, a decorrere dal 1 gennaio 2003, le imprese di gas naturale che svolgono nel

Dettagli

Portale Acqua e Salute

Portale Acqua e Salute Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali Portale Acqua e Salute Liana Gramaccioni 23/06/2008 Roma Liana Gramaccioni Portale Acqua e Salute L acqua è il bene strategico del terzo millennio.

Dettagli

OGGETTO: Interpello ai sensi dell art. 11 della legge n. 212 del 2000 conservazione elettronica dei titoli di acquisto di beni agevolati

OGGETTO: Interpello ai sensi dell art. 11 della legge n. 212 del 2000 conservazione elettronica dei titoli di acquisto di beni agevolati RISOLUZIONE N. 52/E Roma, 17 giugno 2010 Direzione Centrale Normativa OGGETTO: Interpello ai sensi dell art. 11 della legge n. 212 del 2000 conservazione elettronica dei titoli di acquisto di beni agevolati

Dettagli

REGOLAMENTO SUGLI INTERVENTI DI VOLONTARIATO

REGOLAMENTO SUGLI INTERVENTI DI VOLONTARIATO REGOLAMENTO SUGLI INTERVENTI DI VOLONTARIATO Approvato con deliberazione del Consiglio Comunale n. 126 del 22.11.1999 www.comune.genova.it Regolamento sugli interventi di volontariato ART. 1 Finalità In

Dettagli

LA DISTRIBUZIONE ENTRA NEL SISTEMA RAEE

LA DISTRIBUZIONE ENTRA NEL SISTEMA RAEE 1 LA DISTRIBUZIONE ENTRA NEL SISTEMA RAEE Protocollo di intesa ANCI CDC RAEE e DISTRIBUZIONE Ing. Fabrizio Longoni Milano, 23 novembre 2010 IL VECCHIO SISTEMA RAEE 2 Cittadini Enti Locali Produttori (attraverso

Dettagli

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE DELIBERAZIONE DELLA 2 L. 196/97 Art. 17. Approvazione del Regolamento istitutivo del Dispositivo di accreditamento delle strutture formative della Regione Marche (DAFORM). LA VISTO il documento istruttorio

Dettagli

FIDEURO MEDIAZIONE CREDITIZIA S.R.L.

FIDEURO MEDIAZIONE CREDITIZIA S.R.L. 1 FIDEURO MEDIAZIONE CREDITIZIA S.R.L. MANUALE DELLE PROCEDURE INTERNE PARTE GENERALE 2 INDICE 1. Informazioni sulla Società ed attività autorizzate 3 2. Autore del manuale delle procedure interne 3 3.

Dettagli

Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici

Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici Disposizioni per favorire l accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici DISEGNO DI LEGGE Art. 1. (Obiettivi e finalità) 1. La Repubblica riconosce e tutela il diritto di ogni persona ad accedere

Dettagli

RISOLUZIONE N. 81/E. Direzione Centrale Normativa Roma, 25 settembre 2015

RISOLUZIONE N. 81/E. Direzione Centrale Normativa Roma, 25 settembre 2015 RISOLUZIONE N. 81/E Direzione Centrale Normativa Roma, 25 settembre 2015 OGGETTO: Interpello - ART. 11, legge 27 luglio 2000, n. 212 Comunicazione del luogo di conservazione in modalità elettronica dei

Dettagli

R e g i o n e L a z i

R e g i o n e L a z i o R e g i o n e L a z i Titolo del Progetto o del programma: E possibile rendere sicure le sostanze pericolose Identificativo della Linea o delle Linee di intervento generale/i : Prevenzione degli eventi

Dettagli

La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti

La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti La manutenzione come elemento di garanzia della sicurezza di macchine e impianti Alessandro Mazzeranghi, Rossano Rossetti MECQ S.r.l. Quanto è importante la manutenzione negli ambienti di lavoro? E cosa

Dettagli

DECRETO 14 febbraio 1997 ( Gazz. Uff. n. 58 11 marzo 1997 )

DECRETO 14 febbraio 1997 ( Gazz. Uff. n. 58 11 marzo 1997 ) DECRETO 14 febbraio 1997 ( Gazz. Uff. n. 58 11 marzo 1997 ) Determinazione del tipo, modalità e periodicità del controllo di qualità da parte del fisico specialista o dell esperto qualificato delle apparecchiature

Dettagli

CITTA DI PISTICCI COMMERCIO AL DETTAGLIO SU AREE PRIVATE CRITERI PER IL RILASCIO AUTORIZZAZIONI COMMERCIALI INERENTI MEDIE STRUTTURE DI VENDITA

CITTA DI PISTICCI COMMERCIO AL DETTAGLIO SU AREE PRIVATE CRITERI PER IL RILASCIO AUTORIZZAZIONI COMMERCIALI INERENTI MEDIE STRUTTURE DI VENDITA CITTA DI PISTICCI (Provincia di Matera) COMMERCIO AL DETTAGLIO SU AREE PRIVATE CRITERI PER IL RILASCIO AUTORIZZAZIONI COMMERCIALI INERENTI MEDIE STRUTTURE DI VENDITA (Art. 8 D.Lgs. n. 114/98 ed art. 19

Dettagli

Strategia di classificazione della clientela relativamente ai servizi d investimento offerti dalla Banca Nazionale del Lavoro SpA

Strategia di classificazione della clientela relativamente ai servizi d investimento offerti dalla Banca Nazionale del Lavoro SpA relativamente ai servizi d investimento offerti dalla Banca Nazionale del Lavoro SpA Classification Policy PREMESSA, FONTI NORMATIVE ED OBIETTIVO DEL DOCUMENTO... 3 1. DEFINIZIONI... 3 1.1. CLIENTI PROFESSIONALI...

Dettagli

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA IL GAS E IL SISTEMA IDRICO

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA IL GAS E IL SISTEMA IDRICO PARERE 16 APRILE 2015 172/2015/I/EFR PARERE AL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO SULLO SCHEMA DI DECRETO RECANTE APPROVAZIONE DI UN MODELLO UNICO PER LA REALIZZAZIONE, LA CONNESSIONE E L ESERCIZIO DI PICCOLI

Dettagli

REGOLAMENTO OPERATIVO PER L UTILIZZO DELL IMPIANTO ESTERNO DI VIDEOSORVEGLIANZA

REGOLAMENTO OPERATIVO PER L UTILIZZO DELL IMPIANTO ESTERNO DI VIDEOSORVEGLIANZA REGOLAMENTO OPERATIVO PER L UTILIZZO DELL IMPIANTO ESTERNO DI VIDEOSORVEGLIANZA Approvato con delibera consiglio comunale n. 175 del 22/11/2006 Modificato con delibera consiglio comunale n. 36 DEL 14/03/2013

Dettagli

visto il trattato sul funzionamento dell Unione europea,

visto il trattato sul funzionamento dell Unione europea, 17.11.2012 IT Gazzetta ufficiale dell Unione europea L 320/3 REGOLAMENTO (UE) N. 1077/2012 DELLA COMMISSIONE del 16 novembre 2012 relativo a un metodo di sicurezza comune per la supervisione da parte delle

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA PUBBLICAZIONE DI ATTI E PROVVEDIMENTI ALL ALBO CAMERALE. (Adottato con delibera della Giunta Camerale n.72, del 17 ottobre 2014)

REGOLAMENTO PER LA PUBBLICAZIONE DI ATTI E PROVVEDIMENTI ALL ALBO CAMERALE. (Adottato con delibera della Giunta Camerale n.72, del 17 ottobre 2014) REGOLAMENTO PER LA PUBBLICAZIONE DI ATTI E PROVVEDIMENTI ALL ALBO CAMERALE. (Adottato con delibera della Giunta Camerale n.72, del 17 ottobre 2014) Art.1 - Oggetto Il presente Regolamento disciplina, ai

Dettagli

La normativa sui rifiuti di apparecchiature elettriche

La normativa sui rifiuti di apparecchiature elettriche La normativa sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) AIRI TUTORIAL MEETING TECNOLOGIE MODERNE ED EMERGENTI PER LE PMI Perché una regolamentazione La politica ambientale dell'unione

Dettagli

TERRE E ROCCE DA SCAVO art. 186 del D.lgs. n. 152/2006, così come modificato dall art. 2, comma 23 del D.lgs n. 4/2008 LINEE GUIDA

TERRE E ROCCE DA SCAVO art. 186 del D.lgs. n. 152/2006, così come modificato dall art. 2, comma 23 del D.lgs n. 4/2008 LINEE GUIDA TERRE E ROCCE DA SCAVO art. 186 del D.lgs. n. 152/2006, così come modificato dall art. 2, comma 23 del D.lgs n. 4/2008 LINEE GUIDA Con le modifiche apportate dall art. 2, comma 23 del D.lgs n. 4/2008 al

Dettagli

su proposta dell Assessore alla Sanità, Salute e Politiche sociali, Antonio Fosson;

su proposta dell Assessore alla Sanità, Salute e Politiche sociali, Antonio Fosson; LA GIUNTA REGIONALE Richiamato il decreto legislativo n. 541 del 30 dicembre 1992 recante Attuazione della direttiva 92/28/CEE concernente la pubblicità dei medicinali per uso umano ; richiamato il decreto

Dettagli

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO COMUNITÀ VALLE DI NON

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO COMUNITÀ VALLE DI NON All. 1 PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO COMUNITÀ VALLE DI NON DISCIPLINARE DI SERVIZO PER LE ATTIVITÀ DI CONTROLLO E VIGILANZA DELLA DISCARICA PER RIFIUTI URBANI IN LOC. "ISCLE" DI TAIO E DISCIPLINA DELL UTILIZZO

Dettagli

D. LGS 81/2008. Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza

D. LGS 81/2008. Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza D. LGS 81/2008 I RAPPORTI CON I RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza 1. Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza è istituito a livello territoriale o di

Dettagli

4. Essere informati sui rischi e le misure necessarie per ridurli o eliminarli;

4. Essere informati sui rischi e le misure necessarie per ridurli o eliminarli; Lezione 3 Le attribuzioni del Rappresentante dei Lavoratori per la sicurezza Il diritto alla salute Abbiamo già sottolineato che il beneficiario ultimo del testo unico è la figura del lavoratore. La cui

Dettagli

LINEE GUIDA IN MERITO ALL ACQUISTO E ALL USO DI MACCHINE E/O APPARECCHI ELETTRICI SOMMARIO

LINEE GUIDA IN MERITO ALL ACQUISTO E ALL USO DI MACCHINE E/O APPARECCHI ELETTRICI SOMMARIO Pag. 1 / 6 1 MODIFICHE 2 PREMESSA 3 DEFINIZIONI SOMMARIO 4 PRINCPALI NORMATIVE DI RIFERIMENTO 5 MESSA IN SERVIZIO E UTILIZZO 6 INDICAZIONI PER UN CORRETTO ACQUISTO 7 SICUREZZA E MARCATURA CE 8 PROTOTIPI

Dettagli

D. LGS 81/2008. Informazione ai lavoratori

D. LGS 81/2008. Informazione ai lavoratori D. LGS 81/2008 L INFORMAZIONE E LA FORMAZIONE DEI LAVORATORI L ADDESTRAMENTO Informazione ai lavoratori 1. Il datore di lavoro provvede affinché ciascun lavoratore riceva una adeguata informazione: a)

Dettagli