Gli Eserciti Etruschi

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1 Gli Eserciti Etruschi Tra l VIII e il VII secolo si compì in Etruria il definitivo processo di urbanizzazione e affermazione economica e culturale che in epoca villanoviana aveva avuto un primo consistente impulso: la presenza degli Etruschi nel bacino del Mediterraneo si fece sempre più consistente, il flusso di merci, idee, persone ebbe conseguenze immediate nella società etrusca, di cui beneficiarono soprattutto le città costiere dell Etruria meridionale: l introduzione della scrittura, le innovazioni tecniche e culturali, l accumulo di ricchezze furono le più evidenti conquiste generate dal dominio dei mari. 26 TESORI ETRUSCHI GUERRIERI 27

2 Questa nuova situazione portò ad un indiscutibile arricchimento della cultura artistica con altissimi risultati conseguiti in particolare nella ceramica e nella metallurgia, ma ancora di più generò una più marcata differenziazione sociale, a causa del nuovo apporto di ricchezze e della loro diseguale distribuzione. La società etrusca divenne quindi fortemente oligarchica, con un egemonia schiacciante esercitata da una ricca e potente aristocrazia su una maggioranza della popolazione povera e quasi del tutto esclusa dalla vita sociale; riproduzione fedele di queste accentuate differenze si avevano negli eserciti etruschi, che rispetto al villanoviano si delinearono come formazioni più organizzate grazie alla ripartizione interna dei ruoli militari. A partire dal VII secolo, la netta affermazione in Etruria di varie città su altre, la diversa influenza che subirono dagli scambi con l esterno e le vicende storiche alterne, fecero sì che ogni nucleo urbano maturasse un autonomia tale da dare vita ad eserciti differenziati; una nuova omogeneità dell ordinamento che in un certo senso aveva già caratterizzato il periodo villanoviano, tornerà solo in epoca ellenistica ed in particolare negli scontri con Roma. L ingresso degli Etruschi come navigatori e mercanti nel Mediterraneo con ingenti interessi ovviamente li rese più esposti ad attacchi esterni, ma fu soprattutto la minaccia, a partire dal V secolo, prima dei Celti poi dei Romani a spingere gli Etruschi ad organizzare eserciti più consistenti; nonostante ciò però essi non ebbero mai una spiccata vocazione militare e la maggior parte delle guerre che si trovò a combattere furono per lo più di difesa dei propri confini e meno di conquista. Le alterne e movimentate vicende storiche del popolo etrusco, con ripetuti cambiamenti nel corso dei secoli e situazioni diverse talvolta da città a città, inevitabilmente si rifletterono sia sugli ordinamenti politici che militari; nell epoca della netta affermazione delle oligarchie, è evidente come la stessa schiacciante egemonia detenuta nella società da pochi personaggi di spicco fosse presente anche nell esercito. Gli incarichi di comando e di organizzazione militare e soprattutto l arduo compito di difesa della città, erano affidati quindi ad un gruppo ristretto di cittadini, esponenti della ricca aristocrazia; non è possibile stabilire con certezza se il potere militare fosse prerogativa di uno o più magistrati, anche se è probabile che il loro numero dipendesse dalla grandezza e dall importanza della città, mentre la guida effettiva dell esercito sul campo di battaglia doveva essere affidata ad un solo comandante, il cui ruolo autorevole di condottiero era sottolineato da evidenti simboli di potere, primo fra tutti l ascia bipenne: si trattava di un ascia dalla doppia lama, nota sia grazie ai numerosi esemplari ritrovati, sia alle frequenti rappresentazioni iconografiche di guerrieri di alto rango, come nelle celebri stele funerarie di Avele Feluske a Vetulonia e di Larth Ninie a Fiesole; al possesso dell ascia era associato anche quello dei fasci, anche se non nei combattimenti ma solo nelle parate, talvolta la scure stessa poteva assumere la forma di fascio: tali simboli, concepiti nella cultura etrusca, saranno poi ereditati dai Romani a connotare il potere militare assoluto, il cosiddetto imperium, detenuto dai comandanti in guerra. Quando, tra il VII e il VI secolo, i contatti culturali ed economici con i Greci si fecero più intensi, in particolare nelle città meridionali confinanti con le colonie greche, gli Etruschi subirono influenze anche nelle tattiche e negli armamenti militari e nelle fortificazioni di città: pur non arrivando mai ad avere eserciti consistenti né perfettamente strutturati al loro interno, fece la comparsa in questo periodo nelle formazioni militari la figura dell oplita, ovvero del guerriero di professione, adeguatamente addestrato a combattere e dotato di armi pesanti, che andò a costituire la I classe di guerrieri, il nerbo dell esercito etrusco. Dal momento che il numero degli opliti era però ridotto, ad essi si dovettero affiancare corpi predisposti a compiti speciali, quali la difesa delle città o il controllo dei porti e dei traffici, armati alla leggera, poiché mai impiegati in campo aperto, ma ugualmente addestrati. Il resto dell esercito veniva poi reclutato tra la popolazione secondo il censo, in modo che i ceti più ricchi e in grado di equipaggiarsi convenientemente andassero a costituire le prime classi, mentre il resto dei guerrieri meno abbienti fosse incluso negli ultimi reparti: in base a questa suddivisione l esercito era ripartito in quattro classi militari. In battaglia gli opliti combattevano in formazione compatta, con il compito fondamentale di provocare l urto decisivo contro lo schieramento nemico, ad essi era direttamente affiancata la fanteria di II e III classe che apriva il combattimento provocando le fila nemiche e preparando al meglio il terreno per permettere agli opliti di sferrare l attacco finale; le altre operazioni, come l esplorazione degli schieramenti opposti o la difesa delle ali laterali dell esercito erano invece affidate alla IV classe di guerrieri, armati alla leggera, specializzati nel colpire da lontano con lance e giavellotti per creare scompiglio tra i nemici; all ultima classe apparteneva anche la cavalleria leggera reclutata tra la popolazione italica a cui spettavano incarichi gravosi: poiché la sua forza era nella rapidità degli spostamenti e non nella dotazione delle armi, ad essa erano affidati compiti di ricognizione, di schermaglia e di inseguimento contro il nemico, ma anche di approvvigionamento e rifornimento di armi all interno dell esercito. Il corpo della cavalleria pesante invece, seppur dotato di un efficiente armamento 28 TESORI ETRUSCHI GUERRIERI 29

3 sia di protezione che di offesa, raramente era impiegato negli attacchi veri e propri, mentre i cavalieri migliori venivano scelti come guardie del corpo affiancate ai comandanti. Oltre agli italici impiegati nella cavalleria, nell esercito etrusco c erano, seppur in numero esiguo, anche altre truppe mercenarie di varia origine, Celti, Apuli, e sicuramente Greci a cui venivano affidati compiti specifici secondo il loro addestramento e le loro attitudini, è probabile ad esempio che i Greci, per le loro riconosciute competenze tecniche, fossero chiamati per consulenze, sia nelle opere di fortificazione che nell addestramento dei soldati. Ma l esercito etrusco non era composto di soli reparti militari, al suo efficiente funzionamento erano preposti corpi dai compiti più vari: ingegneri, fabbri e falegnami erigevano fortificazioni, provvedevano allo smantellamento di quelle nemiche durante le operazioni e forse erano impiegati nella costruzione di macchine d assedio, sull uso delle quali in ambito etrusco si è però scarsamente documentati; un numero elevato di schiavi ed attendenti provvedevano al carico e al trasporto di vestiario, viveri, tende, armi e munizioni; i suonatori con i loro corni e buccine trasmettevano gli ordini dei generali tra le fila dei guerrieri; i portatori di insegne erano impiegati tanto nelle parate che come punti di riferimento per radunare i guerrieri. Particolare importanza aveva la presenza di sacerdoti nell esercito, i quali, in virtù della loro capacità di comprendere il volere favorevole o sfavorevole degli dei e di interpretare i presagi, venivano interpellati prima di intraprendere ogni operazione militare, dal loro responso potevano quindi dipendere le sorti dei combattimenti; tra questi un ruolo fondamentale avevano gli aruspici, che traevano auspici dalle viscere degli animali e gli auguri in grado di interpretare il volo degli uccelli. La considerazione dei sacerdoti etruschi nella cultura antica era tale che anche i Romani consultavano il loro parere prima di prendere decisioni sia politiche che militari. Da questo quadro deriva quindi che l esercito etrusco, sebbene non vantando mai dimensioni imponenti, seppe con il tempo raggiungere ottimi livelli tanto nell organizzazione e nella tattica militare che nell addestramento e nell armamento dei guerrieri, testimonianza eloquente è il reclutamento degli Etruschi stessi all interno dell esercito romano, dopo la riforma di Servio Tullio del VI secolo, a costituire le truppe legionarie scelte della I classe militare. 30 TESORI ETRUSCHI GUERRIERI 31

4 Vulci, Porta Ovest, 280 a.c. Fervono i preparativi per l ultima difesa della città dall invasore romano. Illustrazione di Paolo Pero 32 TESORI ETRUSCHI GUERRIERI 33

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6 La ripartizione in classi all interno dell esercito etrusco comportava la divisione dei compiti militari tra i guerrieri, ciascuno dei quali aveva un proprio ruolo durante il combattimento, e una marcata differenziazione degli armamenti a disposizione di ognuno, sia per le armi da offesa che da difesa. La sempre maggiore competenza tecnica acquisita nel tempo dagli Etruschi nella metallurgia e l abbondanza di metalli sul suolo italico, permisero di eccellere nella produzione di oggetti metallici ed in particolare delle armi, equipaggiando i guerrieri con armamenti robusti e caratterizzati da accurata manifattura. L abbondanza di armi rinvenute in ottimo stato di conservazione e le frequenti rappresentazioni di guerrieri, ci permettono di delineare per l epoca storica etrusca il diverso armamento delle varie classi militari e l evoluzione dell uso delle armi nel corso del tempo, conseguenza di nuove acquisizioni tecniche e della sempre più marcata influenza di popolazioni straniere. Particolarmente utile è il contributo iconografico in ambito funerario, nei cippi o nelle stele, o proveniente dalla decorazione vascolare: nella celebre situla della Certosa del VI secolo a.c. ad esempio, così chiamata perché ritrovata in una tomba della necropoli della Certosa a Bologna, è rappresentata con dovizia di particolari una parata militare di cavalieri, fanti ed opliti, ciascuno con la propria veste da combattimento, probabilmente vicina alla reale diversità degli equipaggiamenti dei guerrieri in base all appartenenza ad una delle quattro classi militari. Parata di guerrieri etruschi rappresentata sull Olpe Chigi, a.c.,formello, Tumulo di Monte Aguzzo (Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma) 36 TESORI ETRUSCHI GUERRIERI 37

7 La prima classe, reclutata tra i più abbienti della società, era formata dagli opliti dotati di un armamento completo: provvisti di lunga lancia e della spada, vantavano un ricco apparato di protezioni; l elmo di varia foggia, d e l tipo di Negau, corinzio o montefortino, tipologie delle quali si tratterà in seguito, la corazza, che poteva essere di lino rivestito, cuoio, o completamente di bronzo, gli spallacci e gli schinieri; completava la ricca dotazione il grande scudo circolare di bronzo. La seconda e la terza classe differivano dalla prima soprattutto per le armi da difesa: la vera e propria corazza era talvolta sostituita da piastre protettive metalliche, mentre nella terza classe poteva essere del tutto assente, così come gli schinieri; gli scudi erano quadrangolari e spesso in materiale deperibile con il sole ambone centrale di bronzo come rinforzo; gli elmi erano simili, con la presenza q u i dei più comuni elmi nati da influenze locali e non orientali; le armi da offesa erano le stesse, sicuramente meno rifinite rispetto ai guerrieri di rango superiore. Più marcate erano le differenze con gli armamenti della quarta classe che, formata da corpi militari dai ruoli specifici, presentava varie tipologie di equipaggiamenti; molto numerosi erano ad esempio gli arcieri, che, combattendo nelle ultime fila dell esercito dietro al compatto schieramento degli opliti, non necessitavano né di particolari protezioni né di armi per il combattimento corpo a corpo, ma di una scorta di armi da tiro. All interno della stessa classe simile dotazione avevano poi i cavalieri armati alla leggera che scompigliavano il nemico lanciando frecce e giavellotti e, combattendo a cavallo spesso in posizioni defilate, avevano poche armi da difesa, il loro scudo ad esempio, rispetto a quello imponente degli opliti, era di dimensioni minori e spesso in legno o in vimini. Un ruolo importante avevano gli ascieri muniti dell ascia a due mani, potente arma da attacco usata per disarmare i nemici; durante il combattimento questi coadiuvavano le operazioni degli opliti, per questo motivo, pur trovandosi nel pieno degli scontri, spesso erano protetti dalla sola corazza senza lo scudo, poiché difesi dagli opliti stessi. Considerando poi che tra le fila militari erano arruolati anche contingenti mercenari composti da guerrieri stranieri o dagli alleati, è probabile che ognuno combattesse armato secondo l usanza del paese di origine arricchendo così la già ricca varietà di armamenti presenti all interno dell esercito etrusco. Coperchio bronzeo con opliti armati, dettaglio (Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, Roma) 38 TESORI ETRUSCHI GUERRIERI 39