INEA, istituito con regio decreto 10 maggio 1928, n.1418

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2 INEA, istituito con regio decreto 10 maggio 1928, n.1418 L per volere di Arrigo Serpieri, trasse le sue origini dall Istituto nazionale di economia e statistica fondato dallo stesso Serpieri nel Con il decreto legislativo 29 ottobre 1999, n.454, successivamente modificato dalla Legge 6 luglio 2002, n.137 è stato previsto, tra le altre cose, il riordino dell INEA che è stato, recentemente, completato. L INEA, è dotato di autonomia scientifica, statutaria, organizzativa, amministrativa e finanziaria ed è sottoposto alla vigilanza del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. L Istituto svolge attività di ricerca socioeconomica in campo agricolo, agroindustriale, forestale e della pesca, in ambito nazionale, comunitario ed internazionale. Per il raggiungimento delle sue finalità, l Istituto promuove attività di ricerca in collaborazione con le Università ed altre Istituzioni scientifiche, nazionali, comunitarie ed internazionali. L INEA è stato designato con Decreto del Presidente della Repubblica 30 dicembre 1965, n.1708, quale organo di collegamento tra lo Stato italiano e l Unione europea per la creazione e la gestione della Rete di Informazione Contabile Agricola. L Istituto fa, inoltre, parte del sistema statistico nazionale (SISTAN) (D.Lgs.454/99, art.10).

3 L agricoltura italiana conta 2007

4 Tutti i dati statistici contenuti nel testo, salvo diverse indicazioni, sono di fonte ISTAT e INEA. Per i confronti internazionali sono state utilizzate fonti EUROSTAT. L Agricolura Italiana Conta è disponibile anche in versione inglese. Su Internet, al sito è possibile consultare la pubblicazione in lingua italiana, inglese, francese e spagnola. È consentita la riproduzione citando la fonte.

5 Giunto alla 20ª edizione L agricoltura italiana conta, edito dall Istituto Nazionale di Economia Agraria (INEA), costituisce uno strumento informativo agile ed aggiornato sull andamento del sistema agroalimentare italiano. Questa edizione approfondisce, come di consueto, i principali temi d interesse per il settore agricolo ed alimentare: il ruolo del settore primario all interno del sistema economico nazionale, i rapporti con l industria alimentare, la distribuzione, il mercato, il rapporto con il territorio e la sostenibilità ambientale dell agricoltura, le produzioni di eccellenza, le politiche ai diversi livelli istituzionali (comunitario, nazionale, regionale). La peculiarità della pubblicazione è anche quella di comparare, per quanto è possibile con riferimento alla disponibilità dei dati statistici, i risultati del nostro settore agroalimentare con quelli degli altri paesi dell Unione europea. Tra le novità segnaliamo l inserimento del quadro aggiornato delle aziende agricole, della SAU utilizzata, degli allevamenti, delle persone presenti in agricoltura, secondo l ultima fotografia offerta dall indagine campionaria sulle strutture e produzioni delle aziende agricole 2005 dell ISTAT. Nella sezione Multifunzionalità agricola trovano posto il tema delle agro-energie, vista l importanza crescente che stanno assumendo anche a livello nazionale per differenziare le fonti di approvvigionamento e per ottemperare agli obiettivi di Kyoto, nonchè le foreste che sempre più assumono un ruolo polifunzionale nello sviluppo del territorio, diventando uno strumento strategico non solo nelle politiche ambientali ma anche in quelle economiche e sociali. Anche questa edizione, al fine di accrescere il suo valore comunicativo, presenta una versione in lingua inglese, alla quale è associato un CD contenente le edizioni in francese e spagnolo. Sia la versione in lingua italiana che quelle in lingua straniera sono disponibili anche nel sito dell Istituto. Con questo lavoro, l INEA conferma, ancora una volta, il suo impegno svolto nel campo dell informazione agricola, riuscendo nell apprezzabile compito di fornire uno strumento che, alla facile ed immediata consultazione, associa la qualità e la completezza dei dati offerti. Il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Paolo De Castro 3

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7 INDICE

8 TERRITORIO E POPOLAZIONE Clima pag. 10 Superficie e Popolazione pag. 11 ECONOMIA E AGRICOLTURA Prodotto Interno Lordo pag. 14 Valore Aggiunto pag. 15 Occupazione pag. 16 Produttività pag. 18 SETTORE PRIMARIO Strutture in Agricoltura pag. 20 Lavoro in Agricoltura pag. 26 Mercato Fondiario pag. 29 Risultati Produttivi pag. 31 Reddito Agricolo pag. 36 Consumi Intermedi pag. 37 Prezzi e Costi pag. 38 Credito all Agricoltura pag. 39 Investimenti pag. 40 Risultati Produttivi secondo la RICA pag. 41 FILIERA AGROINDUSTRIALE Composizione pag. 52 Industria Alimentare pag. 53 Distribuzione pag. 56 Consumi Alimentari pag. 58 Commercio Estero pag. 60 6

9 MULTIFUNZIONALITÀ AGRICOLA Ambiente e Territorio pag. 66 Agro-energie pag. 70 Foreste pag. 72 Uso dei Prodotti Chimici pag. 75 Agricoltura Biologica pag. 77 Investimenti Irrigui pag. 81 Agriturismo pag. 83 Prodotti a Denominazione pag. 85 POLITICA AGRICOLA PAC in Italia: I Pilastro pag. 90 PAC in Italia: II Pilastro pag. 94 Spesa Regionale pag. 97 Leggi Nazionali pag. 99 APPENDICE Revisione dei Conti Economici pag. 110 Glossario pag. 111 Glossario RICA pag. 114 Indirizzi e Siti Utili pag

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11 TERRITORIO E POPOLAZIONE

12 Clima Scarti rispetto alla norma della temperatura media annua ( C), 2006 Precipitazione totale annua (mm.), Fonte: UCEA. 10

13 Superficie e Popolazione Caratteri generali Il territorio italiano è caratterizzato dalla prevalenza di terreni collinari e montani. Su circa 30 milioni di ettari di superficie territoriale solo il 23% è rappresentato da pianure, incidenza che nel Mezzogiorno scende al 18% e nel Centro al 9%. Nel 2006, la popolazione residente è aumentata del 4,0 per mille abitanti rispetto al 2005, avvicinandosi alla soglia dei 59 milioni di abitanti. La crescita si è concentrata nel Centro- Nord (6,6 per mille). Le caratteristiche insediative confermano la concentrazione della popolazione in pianura (47,7%) ed in collina (39,3%), mentre solo il 13% risiede in montagna. La SAU rappresenta il 38,2% del territorio totale delle regioni del Nord, il 39,9% di quelle del Centro e il 47,1% del Sud ed Isole. Rapporto popolazione/superficie agricola (abitanti/100 ha di SAU), 2005 Italia Media UE 25 Bulgaria 147 Romania Utilizzazione del territorio agricolo, 2004 (000 ha) Italia UE 25 Bulgaria Romania Superficie Totale Coltivazioni agricole di cui in % Cereali e riso 29,1 32,3 34,8 43,6 Barbabietola da zucchero 1,3 1,3 0 0,1 Semi oleosi 1,9 4,7 11,7 8,4 Tabacco 0,2 0,1 0,9 0,1 Patate 0,5 1,3 0,6 1,9 Leguni secchi 0,5 1,2 0,3 1,1 Ortaggi e legumi freschi 3,4 1,3 1,2 2,0 Frutta e agrumi 6,6 1,6 2,0 1,7 Olivo 7,9 2,7 - - Vite 4,9 2,0 2,9 1,5 Fiori e piante ornamentali 0,1 0,1 0,1 0 Erbai e prati avvicendati 13,9 10,7 3,0 4,2 Foraggere permanenti e altre colture 29,7 42,7 47,5 37,4 Coltivazioni agricole/ superficie totale 48,8 41,2 47,4 59,9 Fonte: EUROSTAT. 11

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15 ECONOMIA E AGRICOLTURA

16 Prodotto Interno Lordo Andamento del PIL (mio euro), dal 2000 al Prezzi correnti Valori concatenati Andamento del PIL per abitante (euro), dal 2000 al 2006 PIL/Abitante (euro) Anni Prezzi correnti Valori concatenati Valori concatenati: esprimono la dinamica reale (in quantità) dell aggregato economico con riferimento all anno Andamento del PIL per unità lavorativa (euro), dal 2000 al 2006 PIL/Unità lavoro (euro) Anni Prezzi correnti Valori concatenati

17 Valore Aggiunto VA a prezzi di base per settore (mio. euro), ,4% 2,0% Agricoltura, silvicoltura, pesca Industria, incluse costruzioni Servizi, inclusa pubb. amm.ne 26,6% TOTALE Nel 2006 il valore aggiunto (VA) ai prezzi di base del settore primario, inclusa la silvicoltura e la pesca, è diminuito, in valore, rispetto al 2005, del 3,1% circa, a causa di una flessione in termini reali. Il contributo dell agricoltura alla formazione del valore aggiunto dell economia italiana è stato del 2%. In termini di volume, nell ultimo decennio, l incidenza del VA agricolo sul totale nazionale è scesa dal 2,8% al 2,5%. Nello stesso periodo la quota dell industria, in senso stretto, è calata dal 24,5% al 21,4%, mentre la pubblica amministrazione e gli altri servizi pubblici si sono stabilizzati intorno al 20-21%. In crescita, viceversa, risultano i comparti delle costruzioni, dal 5,3 al 5,6%, del commercio, trasporti e comunicazioni, dal 23,0% al 24,7% e delle attività di intermediazione finanziaria, informatica, ricerca, ecc., dal 23,9 al 25,2%. L incidenza del settore agricolo italiano sul totale dell economia si è avvicinata a quella degli altri paesi dell Europa centro-settentrionale pur con la permanenza di una forte differenziazione territoriale: nel Centro- Nord, infatti, l agricoltura pesa per il 2,1% in termini di VA a prezzi base e Incidenza % dell agricoltura sul totale dell economia, 2005 Paesi Valore aggiunto 1 Germania 0,6 Grecia 4,7 Spagna 2,8 Francia 1,7 Italia 1,9 Ungheria 2,7 Olanda 1,7 Austria 1,0 Polonia 2,5 Finlandia 0,9 Svezia 0,4 Regno Unito 0,4 UE 25 1,3 Bulgaria 7,2 Romania 8,0 USA 0,9 Giappone 2 1,4 1 Valore aggiunto lordo ai prezzi di base. 2 Banca Mondiale, anno per il 3,8% in termini di unità di lavoro, mentre al Sud tali valori salgono, rispettivamente, al 4,6% e 8,8%. 15

18 Occupazione Nel 2006 il numero complessivo degli occupati, espressi in unità di lavoro (UL), è aumentato dell 1,6%. In particolare, si è registrato un incremento dell 1,3% nelle attività industriali, in senso stretto, dello 0,6% UL per settori (000 unità), ,8% 5,3% TOTALE Agricoltura Industria Servizi 1 1 Inclusa pubblica amministrazione e attività assimilate ,9% nelle costruzioni e dell 1,9% nei servizi. Per quanto attiene alla partecipazione delle donne al mercato del lavoro, l occupazione femminile è cresciuta di più (+2,5%) di quella maschile (+1,5%). Nel settore agricolo si è registrato un incremento dell occupazione dello 0,6%, in controtendenza con il calo che perdurava dal Vi ha contribuito il lavoro dipendente, cresciuto del 3,1%, mentre il lavoro indipendente si è ridotto dello 0,8%. L incidenza del lavoro autonomo del settore agricolo sul totale componente lavoro indipendente è dell 11,6%, mentre quella del lavoro dipendente si colloca sul 2,9%. Il 69,2% degli occupati agricoli, espressi in termini di persone fisiche, è costituito da persone di sesso maschile. Il 49% del totale lavoro agricolo è impegnato nel Mezzogiorno, il 36% al Nord e il 15% al Centro. Il rapporto tra lavoro agricolo e popolazione è mutato rapidamente nel corso degli ultimi dieci anni: nel 1996 per ogni unità di lavoro agricolo vi erano 34 abitanti, nel 2006 essi salgono a 45. Occupati agricoli a tempo pieno e parziale per sesso e ripartizione geografica, 2006 Occupati a tempo pieno Occupati a tempo parziale 000 unità % donne 000 unità % donne Nord , ,5 Centro , ,1 Sud e Isole , ,4 ITALIA , ,6

19 Dotazione di lavoro agricolo nella UE (UL/100 ha SAU), 2005 Incidenza % degli occupati in agricoltura* sul totale dell economia, 2005 Belgio Danimarca Germania Grecia Spagna Francia Irlanda Italia Lussemburgo Ungheria Olanda Austria Polonia Portogallo Finlandia Svezia Regno Unito UE 25 Bulgaria Romania 2,4 3,4 2,5 1,8 3,8 3,2 3,9 3,1 4,2 5,1 5,0 5,7 7,9 8,9 10,2 9,9 13,5 14,4 16,0 17,6 Occupati Paesi Totale Donne 1 Germania 2,4 1,7 Grecia 12,4 13,8 Spagna 5,3 3,6 Francia 3,8 2,4 Italia 4,2 3,3 Ungheria 4,9 2,7 Olanda 3,3 2,2 Austria 5,5 5,6 Polonia 17,4 16,7 Finlandia 4,8 2,9 Svezia 2,3 1,0 Regno Unito 1,4 0,7 UE 25 4,9 3,9 Bulgaria 8,9 6,9 Romania 32,3 33,1 USA 0,7 - Giappone 3,9 - * Inclusa silvicoltura, caccia e pesca. 1 Incidenza % delle donne occupate in agricoltura sul totale donne impiegate in economia. Fonte: EUROSTAT. 17

20 Produttività VA ai prezzi di base per UL per settore (euro)* Industria 1 Servizi 2 Agricoltura Nel 2006, il valore aggiunto agricolo ai prezzi di base, per unità di lavoro, è pari al 48,5% di quello dell industria, incluse le costruzioni, ed al 38,4% dei servizi, che includono commercio, attività alberghiera e ristorazione, trasporti, comunicazioni, intermediazione finanziaria ed altre attività professionali. Rispetto al 2005, in agricoltura si è verificata una sensibile diminuzione della produttività (-3,7%), come conseguenza soprattutto della riduzione del valore aggiunto, mentre nell industria si è avuto un aumento (+1,2%) ed i servizi sono rimasti stazionari * Valori concatenati - anno di riferimento esprimono la dinamica reale (in quantità) dell aggregato economico. 1 Incluse le costruzioni. 2 Esclusa pubblica amministrazione, istruzione, sanità ed altri servizi pubblici e sociali. 18

21 SETTORE PRIMARIO

22 Strutture in Agricoltura Secondo i dati ISTAT dell ultima indagine campionaria sulle strutture e produzioni delle aziende agricole (SPA), nel 2005 in agricoltura sono attive poco più di 1,7 milioni di unità che coltivano 12,700 milioni di ettari. La superficie media aziendale è quindi pari a 7,4 ettari, in crescita di 1,3 ha (+21,3%) rispetto alla fotografia censuaria del 2000 e che deriva dalla progressiva marcata contrazione del numero di aziende (-19,7%) a fronte di una contenuta riduzione della SAU (-2,7%). I dati nazionali sono generalizzabili a livello regionale, seppur il fenomeno di contrazione assuma intensità diversa: al Sud infatti si registra un calo di aziende pari al 17,1% con l Abruzzo che si ferma al 9,2% e la Campania che raggiunge il 26,7%; il Nord perde il 21,8% di unità, passando dal 17,7% in Trentino A.A. al 27,7% del Friuli Venezia Giulia; mentre il Centro registra una ridu- 20 Aziende agricole e superficie agricola utilizzata, 2005 Regioni Aziende SAU (ha) Sup. totale 2005 var. % 2005 var. % / /2000 Piemonte , , Valle d Aosta , , Lombardia , , Trentino-Alto Adige , , Veneto , , Friuli-Venezia Giulia , , Liguria , , Emilia-Romagna , , Toscana , , Umbria , , Marche , , Lazio , , Abruzzo , , Molise , , Campania , , Puglia , , Basilicata , , Calabria , , Sicilia , , Sardegna , , ITALIA , ,

23 zione del 25% con il Lazio che arriva al 33,8% e le Marche che si fermano all 11,8%. In termini di SAU invece il quadro è più eterogeneo, al Mezzogiorno infatti si registra una lieve inversione di tendenza con un recupero dello 0,3% di superficie rispetto al 2000, grazie all incremento del 3,8% della Basilicata e del 4,9 % della Sardegna, mentre il Centro e il Nord vanno in direzione opposta con un calo rispettivamente del 3,9% e del 5,7%. Emerge ancora con chiarezza la forte polverizzazione dell agricoltura italiana: nel 2005 quasi la metà (49,3%) delle aziende ha meno di 2 ettari e coltiva solo il 6% circa della SAU totale mentre il 2,2% delle aziende risulta maggiore di 50 ettari concentrando però quasi il 40% della SAU totale. Tale caratteristica è presente in tutta la penisola seppur con alcune sfumature: infatti al Nord le aziende inferiori ai 2 ettari Distribuzione % delle aziende e della SAU per classi di superficie, ,9% 7,6% 24,2% AZIENDE 4,7% 2,2% Meno di 1 ha ha ed oltre 20,9% 28,4% 38,9% SAU Meno di 1 ha ha ed oltre 2,0% 3,9% 10,3% 19,6% 11,1% 14,3% 21

24 22 sono il 23,3% e coltivano l 1,2% della SAU, al Centro sono il 23,7% con il 1,5% di terra, mentre al Sud rappresentano il 32,1% e hanno a disposizione il 2,8% degli ettari; rovesciata la situazione delle grandi aziende che sono il 3,3% al Nord e gestiscono il 4,1% della superficie coltivata, il 2,5% al Centro con il 42,3% di SAU e solo l 1,7% al Mezzogiorno e una dotazione di terra pari al 33,4% degli ettari agricoli. A livello regionale, il primato della polverizzazione spetta alla Liguria in cui le aziende più piccole sono il 53,3% e coltivano l 11,3% della SAU; all estremo opposto la situazione in Emilia-Romagna dove le aziende con meno di due ettari sono l 11,8% e rappresentano solo lo 0,5% della superficie agricola regionale. Viceversa, la Lombardia e la Sardegna si distinguono per la più alta quota di grandi aziende: rispettivamente l 8,2% e il 7,7% del totale regionale, tali aziende concentrano oltre il 50% della SAU (54,4% e 56,1%). La superficie totale delle aziende agricole nazionali risulta principalmente utilizzata per i seminativi (39,7%), seguiti da boschi e arboricoltura da legno (21,2%), dai prati permanenti e pascoli (18,8%) e, infine, dalle coltivazioni permanenti (12,8%), mentre tare e altra superficie rappresentano solo il 7,4%. Fra le regioni emergono ampie differenze nell uso del suolo: in Valle d Aosta la superficie utilizzata è solo il 55% con una netta prevalenza di prati e pascoli (44,9%) e una modesta percentuale di boschi (10,1%); in Piemonte e in Sicilia, invece, solo il 5,3% della terra disponibile risulta non utilizzata. La Calabria è l unica regione in cui l arboricoltura da frutto è predominante con il 27,9% della superficie totale; Liguria e Trentino A.A. si distinguono per la prevalenza delle superfici forestali che rappresentano rispettivamente il 55,9% e il 53% del totale, mentre la Sicilia si colloca all estremo opposto con solo il 5,6% di ettari ricoperti da colture boschive. Il 40% della SAU nazionale è investita a seminativi, oltre un quarto a prati permanenti e pascoli (circa 3,3 milioni di ettari), meno di un quinto (18%) è occupata dalle coltivazioni permanenti da frutto (2,3 milioni di ettari). Fra le coltivazioni erbacee, prevalgono i cereali e le leguminose da granella cui sono destinati quasi un terzo degli ettari coltivati (31,7%) seguite dalle piante sarchiate da foraggio (14,2%); sommando la superficie foraggera a quella dei prati e pascoli permanenti si evidenzia che ben il 40,6% della SAU nazionale è destinata all alimentazione del bestiame. L olivo si caratterizza come specie arborea

25 Superficie totale per forma di utilizzazione e per regione (%), 2005 ITALIA Piemonte Valle díaosta Lombardia Trentino-Alto Adige Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna 0 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Seminativi Coltivazioni permanenti Prati permanenti e pascoli Boschi e arboricoltura da legno Superficie agricola non utilizzata e altra superficie 23

26 Superficie investita per principali coltivazioni (%), ,4% 26,4% 4,2% 7,9% 5,7% 3,7% 14,2% 31,7% 2,1% 3,7% TOTALE Cereali e leguminose da granella Patate e ortaggi Piante industriali Foraggere Terreni a riposo Vite Olivo Agrumi e Frutta Altri (vivai, orti familiari) Prati permanenti e pascoli nazionale (7,9%) seguito dalla vite (5,7%). I terreni a riposo rappresentano il 3,7% della SAU. Nel 2005 le aziende con allevamenti sono il 17,5% del totale con un alta variabilità regionale: in Lombardia e in Valle d Aosta, infatti, il bestiame è allevato in circa il 40% delle aziende agricole, mentre in Puglia solo nel 2,3%. La Campania è la regione in cui si concentra la maggior quota delle aziende con allevamenti (11,4%), all estremo opposto la Valle d Aosta con lo 0,6% della zootecnia italiana. La Lombardia registra il primato nazionale di capi bovini (25%) e suini (47,1%), la Sardegna di quelli ovini (42,9%) e caprini (29,9%), il Veneto quello dei conigli (47,6%) e degli allevamenti avicoli (27,2%). 24

27 Aziende con allevamenti e numero di capi per specie di bestiame, 2005 Regioni Aziende con Numero di capi allevamenti Bovini Suini Ovini Caprini Equini Conigli Allevamenti e bufalini avicoli Piemonte Valle d Aosta Lombardia Trentino-Alto Adige Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna ITALIA

28 Lavoro in Agricoltura Secondo l indagine SPA del 2005 il 60,2% della manodopera complessivamente impiegata nell agricoltura italiana si concentra nel Mezzogiorno, con Puglia, Sicilia e Campania ai primi posti. Tra il 2005 e il 2003 il numero totale di persone impegnate in agricoltura è diminuito a livello nazionale dell 11,8%. Tale decremento si distribuisce in maniera molto diversificata: il Mezzogiorno presenta una riduzione media del 15,7%, con un massimo del 26,5% in Sardegna; il Centro registra valori più contenuti e pari in media al 10,6%. Al Nord invece il numero di persone impegnate in agricoltura è rimasto mediamente piuttosto stabile e in alcune regioni addirittura in crescita: in Piemonte (+7,8%), in Valle d Aosta (+2,5%) e in Veneto (+1,3%). La riduzione media complessiva è da attribuirsi soprattutto alla manodopera familiare (-13,2%), non- 26 Numero di persone presenti in agricoltura per categoria di manodopera aziendale, 2005 Conduttore Altra Altra Totale Var. % manodopera manodopera generale 2005/2003 familiare aziendale Piemonte ,8 Valle d'aosta ,5 Lombardia ,5 Trentino-Alto Adige ,4 Veneto ,3 Friuli-Venezia Giulia ,2 Liguria ,3 Emilia-Romagna ,7 Toscana ,3 Umbria ,7 Marche ,3 Lazio ,4 Abruzzo ,9 Molise ,8 Campania ,5 Puglia ,3 Basilicata ,3 Calabria ,4 Sicilia ,9 Sardegna ,5 ITALIA ,8

29 ché agli addetti a tempo determinato (-10,9%). Si registra invece un aumento molto sostenuto del numero di dipendenti a tempo indeterminato (+46,5%), motivato probabilmente dal miglioramento delle modalità di rilevazione delle informazioni presso le aziende. In tutte le regioni, la manodopera familiare è preponderante sul totale della manodopera aziendale. Il modo in cui si configura questa prevalenza a livello territoriale varia, però, sia riguardo all intensità che rispetto alla distribuzione tra le diverse categorie. Ai primi posti per presenza di manodopera familiare si trovano la Puglia e la Sicilia. Tra le regioni del Nord è il Veneto a mostrare i valori più elevati. Il coniuge è, dopo il conduttore, la figura familiare più impiegata in tutte le regioni, con valori più elevati al Sud piuttosto che nelle altre ripartizioni. Occupati dipendenti in agricoltura per tipologia di impiego, 2005 Piemonte Valle d Aosta Lombardia Trentino-Alto Adige Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna TOTALE ITALIA: A TEMPO INDETERMINATO A TEMPO DETERMINATO A tempo indeterminato A tempo determinato

30 Ripartizione della manodopera familiare per categoria, % 14% 54% TOTALE Conduttore % Coniuge che lavora in azienda Altri familiari che lavorano in azienda Parenti del conduttore Sul lavoro prestato da soggetti non appartenenti alla famiglia, il Nord è caratterizzato da una maggiore presenza di manodopera a tempo indeterminato. In particolare la Lombardia detiene da sola una porzione pari al 26% del totale nazionale. Il lavoro extrafamiliare avventizio si concentra, invece, nel Mezzogiorno. 28

31 Mercato Fondiario Nel 2005 il mercato fondiario ha registrato una brusca frenata. Le quotazioni medie a livello nazionale hanno evidenziato una sostanziale stabilità rispetto all anno precedente (+0,1%), in contrasto con gli aumenti segnalati negli anni passati. A livello territoriale si osserva una significativa riduzione del valore della terra in quasi tutte le fasce altimetriche delle regioni nord-orientali (-1,3%). Modesti aumenti sono stati registrati nel Nord-ovest e nelle regioni meridionali, mentre una discreta crescita ha interessato le regioni dell Italia centrale e in particolare della collina litoranea. Nel 2005 si è inoltre verificata un erosione del patrimonio fondiario, espresso in termini reali, a seguito di un aumento del tasso di inflazione (+1,9%) superiore a quello dei valori fondiari (+0,1%). Tale andamento viene attribuito alla contrazione dei prezzi dei prodotti Valori fondiari medi (migliaia di euro/ha), 2005 Zona Altimetrica Var. % Montagna Montagna Collina Collina Pianura Totale 2005/2004 interna litoranea interna litoranea Nord-Ovest 5,6 14,2 18,2 36,4 32,2 21,7 1,1 Nord-Est 18,2-26,9 25,2 36,1 29,8-1,3 Centro 7,0 11,0 10,8 16,2 20,0 11,7 1,6 Meridione 6,4 9,9 10,0 15,0 14,2 10,8 0,6 Isole 5,7 9,4 7,3 9,2 12,4 8,3 0,2 TOTALE 8,7 9,9 11,8 13,5 26,7 15,8 0,1 Fonte: INEA, Banca dati dei valori fondiari. agricoli e all aumento dei costi di produzione. Il volume degli scambi di terreni è stato inoltre influenzato dalla riforma della PAC che ha determinato un clima di incertezza e una certa prudenza nelle trattative. Gli aumenti più consistenti (oltre il 60%) dei prezzi medi della terra negli ultimi dieci anni sono concentrati nell area centrale della Pianura Padana, dove i sistemi agricoli intensivi e specializzati e il forte dinamismo dell economia locale inducono un elevata capitalizzazione dei terreni agricoli. Un altra area che ha subito notevoli incrementi è l area vitata del Chianti in Toscana, mentre la crescita riscontrata in alcune zone al confine tra Basilicata e Puglia sembra imputabile al rinnovato interesse per terreni quasi marginali e con valori fondiari piuttosto bassi. Le contrazioni dei valori fondiari sono concentrate nel territorio abruz- 29

32 Variazione percentuale del valore medio dei terreni per regione agraria fra il 1995 e il 2005 < di > di 60 zese e laziale: in Abruzzo la flessione riguarda soprattutto i terreni marginali e di scarsa fertilità di collina e montagna; nel Lazio la riduzione è imputabile ai terreni di collina. Le regioni meridionali e insulari sono state, in genere, interessate da aumenti molto contenuti dei prezzi della terra che hanno portato a una erosione del patrimonio fondiario in termini reali. La flessione della redditività nel settore agricolo ha influito sul livello dei canoni di affitto dei terreni, stabili o in leggera diminuzione rispetto al A sostenere la domanda ha contribuito la necessità di disporre di superfici ammissibili da associare ai nuovi titoli introdotti con la riforma della PAC. È rimasta elevata anche la richiesta di terreni in affitto da parte delle aziende zootecniche, per il rispetto dei limiti del carico di bestiame per ettaro. 30

33 Risultati Produttivi Nel 2006, la produzione agricola ai prezzi di base, inclusa la silvicoltura e la pesca è diminuita in valore dell 1%, rispetto al 2005, come risultato di una contrazione delle quantità prodotte (-2,4%) e di un aumento dei prezzi di base (+1,5%). I risultati per comparto evidenziano una flessione dei livelli produttivi soprattutto per le colture erbacee (-4,9%), una lieve diminuzione per le arboree (-1%), una stazionarietà per le foraggere (0,2%) ed infine una caduta del 2,7% della zootecnia. Il settore cerealicolo è stato caratterizzato da una notevole flessione delle quantità prodotte (-5,5%), soprattutto del frumento duro (-12,1%), che ha risentito del ridimensionamento della superficie investita, in seguito alla riforma della PAC e all introduzione del regime di aiuto disaccoppiato. Anche le produzioni industriali hanno registrato un significativo calo produttivo (-3,5%), imputabile soprattutto al ridimensionamento della bieticoltura (-62,3%), che ha subito anch essa le conseguenze della riforma della OCM, con il taglio del 50% della quota zucchero italiana. Nel settore floricolo si è registrato un modesto recupero delle coltivazioni (+1,4%), associato però ad una diminuzione dei prezzi (-3,3%). Il settore orticolo ha presentato, in complesso, una flessione del livello produttivo (-1,2%), sintesi di dinamiche alquanto differenziate tra le varie produzioni: in aumento risultano piselli (+22,7%), poponi (+7,8%), melanzane (+4,1%), patate (+1,9%); in diminuzione pomodori (-11,6%), ce- Produzione e servizi ai prezzi di base per principali comparti, 2006 Italia Variazione % 2006/05 mio. euro % quantità prezzi Erbacee ,3-4,9 3,8 Arboree ,1-1,0-3,5 Foraggere ,3 0,2-0,2 Zootecnia ,1-2,7 2,4 Servizi connessi ,0-0,3 4,5 Attività secondarie ,5 2,1 1,3 Silvicoltura 451 0,9-4,8 3,9 Pesca ,8 2,3 2,7 TOTALE ,0-2,4 1,5 1 Comprende contoterzismo attivo e passivo, confezionamento prodotti agricoli, manutenzione parchi e giardini, servizi annessi all allevamento, fecondazione artificiale, nuovi impianti produttivi. 2 Agriturismo, trasformazione latte, frutta, carne ed altre attività esercitate dalla branca agricola. 3 Al lordo delle attività secondarie a carattere agricolo esercitate da altre branche di attività economica. 31

34 Produzione agricola ai prezzi di base per principali settori (mio. euro), ,7% 19,9% 2,1% 10,9% 3,6% 9,0% 8,4% 5,0% 7,2% 16,0% 1,7% 6,4% 1 Legumi secchi (83 mio. euro). 2 Incluse patate (661 mio. euro) e fagioli freschi (266 mio. euro). 3 Barbabietola da zucchero (258 mio. euro), tabacco (323 mio. euro), girasole (60 mio. euro) e soia (93 mio. euro). 4 Di cui miele 27 milioni euro. TOTALE Cereali e legumi secchi Ortaggi Colture industriali Florovivaismo Vite Olivo Frutta e agrumi Foraggere Carni Latte Uova e altri Servizi connessi

35 Principali produzioni vegetali, 2006* Quantità Valore t var. % 2006/05 mio. euro var. % 2006/05 Frumento tenero , ,8 Frumento duro , ,7 Mais ibrido , ,8 Riso , ,3 Barbab. da zucchero , ,6 Tabacco 112-0, ,1 Soia 543-1,9 93-4,9 Girasole 307 6,0 60 2,2 Patate , ,6 Pomodori , ,5 Uva tavola , ,9 Uva da vino venduta , ,8 Vino 2 (000 hl) , ,0 Olio , ,9 Mele , ,3 Pere 915-1, ,4 Pesche e nattarine , ,5 Arance , ,0 Limoni 577-4, ,9 Mandarini e clementine 642-0, ,3 Actinidia 453 9, ,3 * Dati provvisori. 1 Ai prezzi di base. 2 Secondo la metodologia SEC95, rientrano nelle produzioni agricole il vino e l olio prodotto da uve e olive proprie dell azienda, ad esclusione di quello prodotto dalle cooperative ed industria alimentare. trioli (-6,9%), radicchio (-5,4%), fragole (-3%). In crescita le leguminose da granella (+1,4%). Nelle colture arboree si sottolinea il calo della produzione dell olio d oliva (-8,8%), che ha risentito delle scarse condizioni climatiche. Anche per la frutta si è registrato un andamento negativo, che ha riguardato soprattutto le produzioni di albicocche (-4,8%), nettarine (-3,8%), mele (-6,5%) e pere (-1,2%); incrementi si segnalano, tuttavia, per nocciole (+48,9%), actinidia (+9,1%), ciliegie (+7,4%). Nel settore vitivinicolo si è registrata una flessione delle uve vinificate ed una riduzione della produzione di vino (-2%); il livello qualitativo del vino è comunque risultato buono in tutte le regioni italiane. Per gli agrumi si segnala una modesta crescita produttiva (+1%), accompagnata da una sensibile diminuzione dei prezzi (-7,4%). In forte crescita le produ- 33

36 Principali produzioni zootecniche, 2006* zioni vivaistiche (+5,8%). Il settore zootecnico è stato caratterizzato da una forte contrazione della produzione delle carni avicole (-11,4%), che hanno continuato a risentire del crollo dei consumi a seguito dell influenza aviaria. Per gli ovicaprini è proseguita la crisi derivante dal persistere di focolai di lingua blu con una flessione della 34 Quantità 1 Valore t var. % 2006/05 mio. euro var. % 2006/05 Carni bovine , ,8 Carni suine , ,3 Carni ovicaprine 66-1, ,7 Carni avicole , ,5 Carni di coniglio e selvaggina 479-1, ,8 Uova (milioni di pezzi) , ,9 Latte vaccino 3 (000 hl.) , ,4 Latte ovicaprino (000 hl.) , ,6 Miele 119-4,8 27-1,3 * Dati provvisori. 1 Peso vivo per la carne. 2 Ai prezzi di base. 3 Incluso latte bufalino. produzione dell 1,6%. Nel comparto della silvicoltura la produzione sia del legname da lavoro che della legna da ardere è scesa in generale del 4,8%. Nella pesca si è registrata una ripresa delle quantità pescate (+2,1%), che ha interessato anche la pesca in acque interne. Riguardo ai servizi connessi all agricoltura e zootecnia si registrano risultati stazionari (-0,3%), mentre per le attività secondarie delle aziende agricole (agriturismo, trasformazione, ecc.) si evidenzia una significativa ripresa (+ 2,1%), accompagnata da un aumento dei prezzi (+3,6%). Nella UE, l annata agricola 2006 è stata caratterizzata da una flessione del volume della produzione di circa l 1,6%, compensata da un aumento dei prezzi alla produzione di circa l 1,8%. La diminuzione delle quantità prodotte ha interessato soprattutto le colture vegetali (-2,7%) ed in misura più limitata, la zootecnia (-0,6%). Tra le colture vegetali sono diminuite la barbabietola da zucchero (-17,8%), l olio di oliva (-12,7%), i cereali (-5,6%), gli ortaggi (-2,6%); in aumento la frutta (+3,6%). Per la zootecnia, si è registrata una più accentuata flessione per le carni avicole (-4,3%) e per le uova (-2,3%); in modesto recupero le carni bovine e suine (+0,7%).

37 Produzione agricola ai prezzi base e consumi intermedi nei paesi dell UE, 2005 (%) Produzione Consumi intermedi Belgio 2,1 2,6 Danimarca 2,5 3,1 Germania 12,4 15,3 Grecia 4,0 2,3 Spagna 12,8 8,8 Francia 20,3 20,7 Irlanda 1,8 2,1 Italia 14,2 10,6 Lussemburgo 0,1 0,1 Ungheria 2,0 2,2 Olanda 6,7 7,4 Austria 1,8 1,8 Polonia 4,8 5,3 Portogallo 2,1 2,3 Finlandia 1,4 1,7 Svezia 1,4 1,9 Regno Unito 6,6 7,9 UE 25 (mio. euro) Bulgaria (mio. euro) Romania (mio. euro) Peso dei consumi intermedi sulla produzione (%) Belgio Danimarca Germania Grecia Spagna Francia Irlanda Italia Lussemburgo Ungheria Olanda Austria Polonia Portogallo Finlandia Svezia Regno Unito UE 25 Bulgaria Romania 31,8 37,4 40,5 55,1 54,1 54,0 50,8 61,8 59,6 61,1 59,3 56,8 59,4 60,1 63,9 66,3 67,7 66,8 68,3 74,1 35

38 Reddito Agricolo Nel 2006 la composizione del valore della produzione agricola, inclusi i contributi alla produzione e le imposte indirette, mostra una incidenza dei consumi intermedi (sementi, concimi, mangimi, energia,servizi, ecc.) pari al 38,2%. I redditi da lavoro dipendente contano per il 17,9%. La remunerazione del lavoro autonomo (coltivatori, coadiuvanti familiari, imprenditori, ecc.), del capitale e dell impresa, al lordo degli ammortamenti, ha assorbito il 33,4%. I contributi e le sovvenzioni erogati dallo Stato, amministrazioni centrali e dalla UE hanno inciso per il 9%. Ripartizione del valore della produzione agricola, 2006* 33,4% 17,9% * Inclusa la silvicoltura e la pesca. 1 Al lordo degli ammortamenti. 9,0% 38,2% 1,5% TOTALE Consumi intermedi Imposte indirette sulla produzione Contributi alla produzione Redditi da lavoro dipendente Redditi da lavoro autonomo, capitale e impresa

39 Consumi Intermedi Consumi intermedi dell agricoltura, silvicoltura e pesca (mio. euro), ,6% 11,0% 0,5% 3,8% 6,0% 5,6% 12,8% 3,5% 25,2% TOTALE Concimi Sementi Mangimi 1 Antiparassitari Energia Altri beni e servizi 2 Reimpieghi Totale silvicoltura Totale pesca 1 Incluse spese varie per il bestiame. 2 Spese generali, servizi di intermediazione finanziaria, attività di consulenza, acqua, trasporti, quote associative, manutenzioni, ecc Nel 2006 la spesa per i consumi intermedi dell agricoltura, inclusa silvicoltura e pesca, è aumentata in valore del 2,1%, in seguito ad una contrazione delle quantità utilizzate (-1,4%) e ad una sensibile crescita dei prezzi (+3,5%). Ad eccezione delle sementi (+1%), la diminuzione delle quantità utilizzate ha riguardato quasi tutti i mezzi tecnici. Si registrano contrazioni soprattutto per i prodotti fitosanitari (-6,1%), per i mangimi e spese per il bestiame (-2%) e per i servizi ed altri beni connessi all attività agricola (-1,5%). Questi dati confermano l orientamento degli agricoltori verso il contenimento dei costi di produzione e l utilizzo di pratiche agronomiche ecocompatibili. Circa un terzo della spesa per consumi intermedi deriva dai servizi e beni connessi, mentre circa un quarto è da attribuirsi ai mangimi ed alle spese per il bestiame. I consumi intermedi forestali registrano una diminuzione (-4,1%), mentre quelli della pesca ed acquacoltura risultano in aumento (+1,2%). Prosegue con ritmo sostenuto la crescita dei prezzi dell energia motrice (+10,1%), in particolare quelli dell energia elettrica (+14%); consistente anche l aumento dei prezzi dei fitosanitari (+9,3%) e dei concimi (+3,5%); più contenuto l aumento dei prezzi dei reimpieghi (+2,9%) e dei mangimi (+1%). 37

40 Prezzi e Costi Nel 2006 i prezzi dei consumi intermedi agricoli sono aumentati mediamente del 3,5%, mentre quelli degli investimenti sono cresciuti di circa il 3%. Il costo del lavoro dipendente è aumentato dell 1%, circa, anche a motivo della crescita dell impiego del lavoro dipendente nel settore (+3,1%). I prezzi alla produzione per i prodotti agricoli e servizi hanno presentato un incremento medio dell 1,4%, dopo la sensibile flessione avvenuta nel 2005 (-5,7%). Aumenti si sono registrati, in particolare, per i prodotti cerealicoli ed orticoli (+2%), dopo il crollo delle quotazioni degli anni precedenti. Si segnala la forte crescita dei prezzi delle patate (+16,5%). Anche nel comparto zootecnico le quotazioni sono risultate in aumento (+4,3%), soprattutto le uova (+8,5%) e le carni. L evoluzione della ragione di scambio dell agricoltura, misurata dal 38 Numeri indice (base 2000 = 100) Prezzi agricoli alla produzione Prezzi consumo - Alimentari e bevande Costo lavoro dipendente Investimenti Consumi intermedi rapporto fra l indice dei prezzi alla produzione e quello dei consumi intermedi, ha presentato un ulteriore deterioramento (-2%), in linea con quanto avvenuto negli anni precedenti.

41 Credito all Agricoltura Finanziamenti bancari per l agricoltura, silvicoltura e pesca* Totale Breve termine Medio - lungo termine % su Produzione 1 mio. euro % % ,0 65,0 51, ,8 67,2 56, ,1 67,9 58, ,0 69,0 67, ,0 70,0 73,1 * I dati tengono conto dell ammontare complessivo dei finanziamenti bancari e non solo di quelli delle operazioni classificate come credito agrario. 1 Produzione ai prezzi base. Fonte: Osservatorio banche e imprese - ABI. Finanziamenti oltre il breve termine all agricoltura (mio. euro), 2006 Finanziamenti Totale Var. % 2006/05 Agevolato su tot. % Macchine e attrezzature ,2 18,7 Acquisto immobili rurali ,3 7,8 Costruzioni e fabbricati rurali ,1 0,4 IN COMPLESSO ,1 7,6 1 Inclusi terreni agricoli. Fonte: Banca d Italia. Nel 2006 la crescita degli impieghi bancari per il settore agricolo è stata del 7,3% rispetto all anno precedente, meno elevata di quella registrata per il complesso delle attività economiche (12%). Tale crescita ha interessato in modo omogeneo tutte le ripartizioni geografiche del nostro paese. Il rapporto fra impieghi totali e produzione agricola è salito dal 67,5% al 73,1%. È proseguito il processo di ricomposizione della struttura finanziaria delle imprese verso fondi a più lunga scadenza: gli impieghi a medio e lungo termine sono cresciuti dal 69% al 70% del totale impieghi, registrando un incremento dell 8,8%, a fronte del 3,8% per quelli a breve termine. Le erogazioni per gli investimenti hanno subito una flessione di circa il 4% riguardo alle costruzioni e fabbricati rurali, in controtendenza con la forte crescita del 2005; è proseguita la flessione per gli acquisti di terreni ed altri immobili rurali (-1,3%), mentre si è avuta una ripresa per le macchine ed attrezzature (+7,2%). 39

42 Investimenti Nel 2006 gli investimenti fissi lordi in agricoltura hanno fatto registrare una lieve ripresa (+0,6%), a parziale recupero della flessione verificatasi nel 2005 (-2,4%). L incidenza degli investimenti agricoli sul totale dell economia si mantiene stabile negli ultimi anni (intorno al 4%). Lo stock di capitale netto, in termini reali, è cresciuto in agricoltura dello 0,7%, mostrando una decelerazione rispetto al 2005 (+1%). La spesa per macchine ed attrezzature rappresenta circa il 56% della spesa complessiva per investimenti del settore. Gli investimenti agricoli in tecnologie della informazione e comunicazione rappresentano una quota piuttosto ridotta, pur manifestando una dinamica in crescita (+9,1% nel 2005 e +6,2% nel 2006). 40 Andamento degli investimenti fissi lordi agricoli Anni Valori correnti Valori concatenati* % su 1 mio. euro mio. euro tot. invest. VA agricolo ,0 32, ,8 32, ,9 36, ,1 39, ,3 37, ,3 37, ,2 39,3 * Valori concatenati: esprimono la dinamica reale (in quantità) dell aggregato economico con riferimento all anno Incidenza su valori concatenati; VA agricoltura a prezzi base. Investimenti fissi lordi: rapporti caratteristici per principali settori, 2006* Agricoltura Industria Servizi Totale Investimenti per addetto euro % 82,5 95,6 103,3 100,0 Var. % 2006/05 0,0 0,9 0,9 1,0 Stock netto di capitale per addetto 000 euro 119,7 112,1 184,6 161,0 % 74,3 69,6 114,7 100,0 Var. % 2006/05 7,6 1,6-1,2-0,2 * Valori concatenati, anno di riferimento I servizi sono al lordo degli investimenti in abitazioni.

43 Risultati Produttivi secondo la RICA La RICA è stata istituita con reg. (CEE) 79/65 per raccogliere, con analoga metodologia in tutti i paesi membri, i dati contabili aziendali allo scopo di determinare il reddito e analizzare i risultati della gestione delle imprese agricole. A partire dal 2004, il numero complessivo di aziende RICA dell UE-25 ammonta a circa unità, selezionate fra quelle professionali, ovvero quelle orientate al mercato. In ogni azienda vengono registrati i dati relativi a circa variabili fisiche strutturali economiche e contabili; sono anche raccolte le informazioni relative all accesso e utilizzo delle misure PAC. I dati rilevati, inoltre, consentono la classificazione di ciascuna azienda per tipologia produttiva e dimensione economica (OTE e UDE), parametri utilizzati anche per la classificazione delle aziende rilevate durante i censimenti; ciò rende possibile la comparabilità dei dati del campione con l universo di riferimento. A seguito di accordi istituzionali fra MIPAAF, ISTAT, Regioni ed INEA, a partire dall anno 2003 sono state integrate le due indagini economiche sull agricoltura (RICA e REA). Ciò ha determinato un rinnovamento radicale del campione RICA, estratto secondo criteri probabilistici a partire dall universo delle aziende agricole definito dal censimento ISTAT del Di seguito si presenta un anteprima delle elaborazioni dei dati RICA relativi all anno contabile 2004; per ragioni di corretta utilizzazione del dato stati- Italia: risultati per OTE - media aziendale 2004 SAU UL ULF PLV Contributi Costi variabili Costi fissi Reddito netto ha euro euro euro euro euro Seminativi 18,7 1,04 0, Ortofloricoltura 3,5 2,40 1, Arboreo 7,3 1,27 0, Erbicolo 31,1 1,81 1, Granivoro 14,9 2,46 2, Fonte: RICA - INEA. 41

44 Aziende specializzate in seminativi: composizione % della PLV media aziendale, 2004 Aziende specializzate in ortofloricoltura: composizione % della PLV media aziendale, 2004 ITALIA Piemonte Lombardia Liguria Bolzano Trento Veneto Friuli V.G. Emilia-Romagna Toscana Marche Umbria Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Costi variabili Costi fissi Reddito netto ITALIA Piemonte Lombardia Liguria Bolzano Trento Veneto Friuli V.G. Emilia-Romagna Toscana Marche Umbria Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Costi variabili Costi fissi Reddito netto 42

45 Aziende specializzate in arboricoltura: composizione % della PLV media aziendale, 2004 Aziende specializzate in allevamento di erbivori: composizione % della PLV media aziendale, 2004 ITALIA Piemonte Valle d Aosta Lombardia Liguria Bolzano Trento Veneto Friuli V.G. Emilia-Romagna Toscana Marche Umbria Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Costi variabili Costi fissi Reddito netto ITALIA Piemonte Valle d Aosta Lombardia Liguria Bolzano Trento Veneto Friuli V.G. Emilia-Romagna Toscana Marche Umbria Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Costi variabili Costi fissi Reddito netto 43

46 stico si fa presente che vengono pubblicate solo le informazioni relative alle regioni in cui la numerosità campionaria per il polo OTE è almeno superiore a 10 unità. RICA Europa L eterogeneità dell agricoltura comunitaria si riflette nei dati RICA che evidenziano come, tra i paesi membri, si registrino consistenti differenze di produttività e reddito, riconducibili alla diversa dotazione di terra e lavoro, ma anche ad una diversa efficienza gestionale. I nuovi paesi membri dal 2004, insieme al Portogallo, registrano risultati consistentemente inferiori alla media comunitaria, mentre i paesi dell UE-15 manifestano comportamenti diversi a seconda del comparto. In quello ortofloricolo, i dati confermano la forte vocazione delle aziende olandesi che ottengono i migliori 44 Aziende specializzate in allevamento di granivori: composizione % della PLV media aziendale, 2004 ITALIA Piemonte Lombardia Trento Veneto Friuli V.G. Emilia-Romagna Toscana Marche Umbria Lazio Abruzzo Molise Campania Basilicata Sicilia Sardegna Costi variabili Costi fissi Reddito netto risultati in termini di produttività sia della terra sia del lavoro, performance però che si ridimensionano considerevolmente in termini di redditività, specialmente per il fattore umano. Concorrono a determinare tali risultati una superficie specializzata doppia rispetto alla media (5,5 ha vs. 2,6) e una dotazione di lavoro in linea con gli altri paesi

47 (0,7 UL/ha), ma fortemente sbilanciata sul lavoro salariato che rappresenta il 71,2% delle UL contro un dato medio del 55,7%. Le aziende spagnole si caratterizzano invece per comportamento opposto: ad una produttività inferiore alla media si affianca un elevata redditività di entrambi i fattori, che nel caso del lavoro risulta addirittura superiore al valore della produzione. Tale risultato è raggiunto grazie al peso contenuto dei costi totali sulla PL (specialmente in virtù della quota ridotta di oneri per ammortamento, 2,9% vs. 9,3%) che garantisce la trasformazione di quasi la metà della PL in un reddito pressoché doppio rispetto alla media comunitaria disponibile per i lavoratori familiari, che rappresentano il 41,6% delle unità impiegate in azienda. Le aziende italiane si distinguono per la redditività del lavoro e soprattutto della terra, più che doppia rispetto alla media; risultati ascrivibili all inferiore disponibilità sia di superficie specializzata (2,6 ha), sia di lavoro (0,6 UL/ha, di cui il 66% è rappresentato da manodopera familiare). Nel comparto vitivinicolo emerge la Francia, le cui aziende specializzate ottengono ottimi risultati in termini di produttività e reddito specialmente riguardo al fattore lavoro, la cui redditività è superiore del 73% rispetto alla media, grazie anche alla minore dotazione di lavoro (0,12 UL/ha vs. 0,14) per metà rappresentato da manodopera familiare. La maggiore incidenza del lavoro salariato determina anche una più alta quota sulla PL dei costi legati alla retribuzione (il 27,6% a fronte di una media del 21,2%). La Spagna raggiunge risultati produttivi e di reddito nettamente inferiori alla media, con una estensione della superficie vitata ampiamente superiore a quella europea, 11,6 ettari e un impiego di lavoro pari alla metà della disponibilità media (0,07 UL/ha). Le aziende italiane registrano risultati in linea con la media comunitaria, manifestando una bassa efficienza del lavoro a causa del maggior impiego di manodopera (0,20 UL/ha) in parte compensata dal fattore terra grazie alla minore estensione del vigneto (4,9 ha). Le prestazioni delle aziende olivicole specializzate, secondo i dati RICA, appaiono altamente eterogenee; ciascun paese sembra infatti caratterizzato da una propria olivicoltura, diversa per dotazione, produttività e redditività dei fattori e per struttura dei costi. Le aziende cipriote e portoghesi sono accomunate da insoddisfacenti valori dei quattro indicatori sebbene si discostino anche fortemente in termini di struttura produttiva e dotazione lavoro. 45

48 Aziende specializzate in ortofloricoltura: risultati aziendali medi (euro), 2004 PL/UL RN/ULF PL/ha RN/ha Belgio Rep. Ceca Danimarca Germania Grecia Spagna Estonia Francia Italia Ungheria Lituania Paesi Bassi Polonia Portogallo Finlandia Regno Unito UE Fonte: elaborazioni su dati UE-RICA, Commissione Europea, DG-AGRI. Aziende specializzate in ortofloricoltura: composizione percentuale della PL, 2004 Belgio Rep. Ceca Danimarca Germania Grecia Spagna Estonia Francia Italia Ungheria Lituania Paesi Bassi Polonia Portogallo Finlandia Regno Unito UE Consumi intermedi Ammortamento Fattori esterni e Stato Reddito netto familiare 46

49 In tutti i paesi prevale la manodopera familiare che rappresenta mediamente oltre i tre quarti del lavoro (79,4%), con un minimo nelle aziende spagnole (74,5%) e italiane (75,4%) e un massimo in quelle cipriote (89,9%), portoghesi (86,4%) e greche (88,5%). Le aziende spagnole conseguono risultati in linea con la media anche se risultano più efficienti in termini di incidenza dei costi complessivi, anche grazie alla ridotta quota impiegata per gli ammortamenti (5,2 % vs. 8,9%). Le aziende italiane primeggiano in termini di produttività e redditività dei fattori, avendo a disposizione 7 ettari, di cui 5,3 sono oliveti, e impiegando 0,15 UL/ha. Il comparto frutticolo (comprensivo di alberi da frutta, agrumi, frutta in guscio, piccoli frutti, con esclusione delle fragole, e relativi vivai) risulta ampiamente variegato, con paesi del Nord Europa che primeggiano con indici di produttività più che doppi rispetto alla media (Paesi Bassi, Belgio, Danimarca, Regno Unito) ma con redditività non altrettanto elevate a causa della quota PL molto più alta per i consumi intermedi, per la remunerazione dei fattori esterni (compreso il lavoro salariato) e per le tasse ed imposte. Fra i paesi mediterranei, l Italia si distingue per i buoni risultati di tutti gli indici, specialmente con riferimento alla redditività del lavoro ma soprattutto della terra. Tali performance delle aziende italiane possono essere ricondotte alla minore estensione (5,8 ha vs. 7,8 ha), alla dotazione di lavoro in linea con la media (0,2 UL/ha) ma più sbilanciata sulla manodopera familiare, che rappresenta il 79% del totale a fronte di un dato medio del 68% e alla maggiore efficienza nella gestione che permette di impiegare solo metà (50,7%) della PL per coprire i costi aziendali. Le aziende spagnole, insieme con quelle greche, risultano in assoluto le più efficienti in termini di costi di produzione che assorbono solo circa il 45% della PL. Fra Centro-Nord e Sud dell Europa si evidenzia anche una diversa dotazione dei fattori: al Nord le aziende frutticole specializzate hanno una maggiore estensione (dai 12 ettari di quelle austriache e olandesi, ai 18,4 di quelle ungheresi e ai 22 di quelle danesi e tedesche fino ai 27,2 di quelle francesi e ai 41,7 di quelle britanniche) e ricorrono maggiormente al lavoro salariato (oltre il 62% in quelle belghe, francesi, ungheresi e inglesi); nell Europa del Sud le aziende sono più piccole (8 ettari quelle spagnole, 6,7 le portoghesi, 5,8 le italiane e 3,4 le greche) e prevale la manodopera familiare, che rappresenta circa l 80% in Spagna, Italia, Grecia, e Portogallo e raggiunge il 95,6% a Cipro. 47

50 Aziende specializzate in vitivinicoltura: risultati aziendali medi (euro), 2004 PL/UL RN/ULF PL/ha RN/ha Cipro Rep. Ceca Germania Grecia Spagna Francia Italia Lussemburgo Ungheria Austria Portogallo Slovenia UE Fonte: elaborazioni su dati UE-RICA, Commissione Europea, DG-AGRI. Aziende specializzate in vitivinicoltura: composizione percentuale della PL, 2004 Cipro Rep. Ceca Germania Grecia Spagna Francia Italia Lussemburgo Ungheria Austria Portogallo Slovenia UE Consumi intermedi Ammortamento Fattori esterni e Stato Reddito netto familiare 48

51 Aziende specializzate in olivicoltura: risultati aziendali medi (euro), 2004 PL/UL RN/ULF PL/ha RN/ha Cipro Grecia Spagna Italia Portogallo UE Fonte: elaborazioni su dati UE-RICA, Commissione Europea, DG-AGRI. Aziende specializzate in olivicoltura: composizione percentuale della PL, 2004 Cipro Grecia Spagna Italia Portogallo UE Consumi intermedi Ammortamento Fattori esterni e Stato Reddito netto familiare 49

52 Aziende specializzate in frutticoltura: risultati aziendali medi (euro), 2004 PL/UL RN/ULF PL/ha RN/ha Belgio Cipro Danimarca Germania Grecia Spagna Francia Italia Ungheria Paesi Bassi Austria Polonia Portogallo Regno Unito UE Fonte: elaborazioni su dati UE-RICA, Commissione Europea, DG-AGRI. Aziende specializzate in frutticoltura: composizione percentuale della PL, 2004 Belgio Cipro Danimarca Germania Grecia Spagna Francia Italia Ungheria Paesi Bassi Austria Polonia Portogallo Regno Unito UE Consumi intermedi Ammortamento Fattori esterni e Stato Reddito netto familiare 50

53 FILIERA AGROINDUSTRIALE

54 Composizione Il sistema agroindustriale costituisce un complesso di attività in cui l agricoltura interagisce con tutti i settori ad essa collegati: produzione di mezzi tecnici (fertilizzanti, antiparassitari, mangimi, energia, ecc.), industria alimentare, distribuzione al consumo e ristorazione collettiva. Per il 2006, la dimensione economica del complesso agroindustriale viene stimata in circa 229 miliardi di euro ai prezzi di base, pari al 15,5% del PIL. Le principali componenti sono rappresentate da circa 27,2 miliardi di valore aggiunto (VA) agricolo, 19,5 miliardi di consumi intermedi agricoli, 18,6 miliardi di investimenti agroindustriali, 24,3 miliardi di VA dell industria alimentare, 34 miliardi di VA dei servizi di ristorazione e 89,2 miliardi di valore della commercializzazione e distribuzione. 52 Utilizzando i valori ai prezzi di mercato, il VA dell agricoltura e quello dell industria alimentare risultano alquanto dissimili dai dati a prezzi base, con valori, rispettivamente, di circa 28 e 34,8 miliardi di euro. Principali componenti del sistema agroindustriale* ai prezzi di base (mio. euro), ,4% 8,1% 11,9% TOTALE ,6% VA dell Agricoltura ,5% Consumi intermedi agricoli ,9% Commercio e distribuzione VA Industria alimentare ,6% VA Servizi di ristorazione Imposte indirette settori agroindustriali Sostegni alla produzione 1 Investimenti agroindustriali ,0% * NellÕagricoltura è co mpresa la silvicoltura e la pesca; nell industria alimentare sono comprese le bevande e il tabacco. 1 Importo riferito alle sovvenzioni per l agricoltura sulla produzione ed attività d'impresa ; la quota di sovvenzioni sui prodotti agricoli, pari a milioni di euro, è inclusa nel valore aggiunto agricolo, ai prezzi di base. 2 Stima su dati ISTAT.

55 Industria Alimentare L industria alimentare e bevande italiana annovera nel 2006 circa aziende (unità locali), di cui solo il 3,7% con almeno 20 addetti (ISTAT). L occupazione ha raggiunto unità di lavoro ed una incidenza del 9,5% sul totale industria. Permangono forti squilibri di diffusione territoriale: nel Centro- Nord si concentrano il 70% degli occupati e il 78% circa del valore aggiunto ai prezzi base. La produzione dell industria alimentare e delle bevande ha registrato un aumento dello 0,6%, molto al di sotto della media dell intero comparto industriale (+2,7%). L industria del tabacco ha registrato una flessione dell 1,8%. Il valore aggiunto del settore ha evidenziato un aumento, in valore, del 3,4% rispetto al 2005; l incidenza sul VA dell industria in senso stretto (attività estrattive e manifatturiere) e su quello dell agricoltura è pari rispettivamente al 9% ed all 89,3%. Rispetto al 2005, si segnalano aumenti per la produzione di biscotti, pane e altri prodotti da forno *Incluse bevande e tabacco. 1 A prezzi di base. Fonte: stime su dati ISTAT. (+2,7%), lavorazione e trasformazione di prodotti ortofrutticoli (+3%), produzioni lattiero-casearie (+3,2%) e prodotti dolciari (+2,3%). Industria alimentare*: principali aggregati macroeconomici, , , ,1 89,3 (mio. euro) Produzione totale 1 Valore aggiunto 1 Contributi produzione UL (000) Occupati totali di cui dipendenti VA dell industria alimentare in % su VA del totale industria VA dell agricoltura 53

56 Fatturato dell industria alimentare per settori (mio. euro), TOTALE mio. euro (%) Altri comparti 1 Lattiero-caseario Dolciario Salumi Carni bovine Mangimistico Avicolo Pasta Conserve vegetali Olio di oliva e di semi Molitorio Surgelati Vino 2 Birra Zucchero Succhi di frutta Riso Ittici 1 Di cui, infanzia e dietetici milioni di euro, bevande gassate 1.750, caffè 2.200, acque minerali Incluse le cooperative e le filiere corte (agricoltori - produttori). Fonte: Federalimentare ,4 12,9 9,2 6,7 5,3 4,5 3,5 3,2 2,9 3,8 2,2 1,9 9,7 2,2 1,0 1,0 0,8 0,8 Variazione della produzione alimentare, per comparti, in quantità (%) Var. 2006/05 Lavorazione granaglie 1-2,2 Pasta -0,5 Riso lavorato -8,8 Biscotti e panificazione 2,7 Lavorazione ortofrutticoli 2 3,0 Oli e grassi vegetali e animali -8,9 Macellazione bestiame e lav.ne carni 0,7 Lattiero-caseario 3 3,2 Zucchero -60,1 Dolciario 2,3 Condimenti e spezie -3,8 Vino 4 3,4 Birra 0,8 Acque minerali e bibite analcoliche 1,8 Mangimi -1,7 TOTALE 0,6 1 Incluse farine di grano tenero, semole di grano duro e prodotti amidacei. 2 Inclusi succhi di frutta e ortaggi (var. 5,1%). 3 Inclusa fabbricazione gelati (var. 12,9%). 4 Da uva non autoprodotta.

57 In aumento anche le bevande, in particolare il vino (+3,4%). Sono viceversa diminuite le produzioni di granaglie e farine (-2,2%), riso lavorato (-8,8%), oli e grassi raffinati (-12%). Da sottolineare la forte caduta della produzione saccarifera (-60%), che ha risentito dei nuovi livelli produttivi imposti dalla OCM zucchero. Considerando il complesso dei 25 paesi dell UE nel 2003, ultimo anno per cui sono disponibili i dati, l agroalimentare incluso il tabacco ha raggiunto un valore aggiunto di circa 192 miliardi di euro e 4,5 milioni di occupati, pari, rispettivamente al 11,3% del valore aggiunto e al 12,8% degli occupati del settore industriale. Industria alimentare e tabacco nell UE, 2003 VA Su VA industria Occupati Su occupati industria VA/occupato mio. euro % 000 unità % 000 euro Totale UE , ,8 42,8 Carne , ,9 30,5 Lattiero-caseari , ,1 46,2 Pane, paste e altro , ,4 34,9 Trasf. frutta e ortaggi , ,8 41,1 Grassi e oli veg./anim ,2 59 0,2 67,8 Farine, granaglie e amidi , ,3 55,8 Mangimi , ,4 53,8 Bevande , ,2 77,4 Prodotti ittici , ,4 29,1 Tabacco ,6 60 0,2 166,7 Bulgaria ,6 Romania ,7 1 Zucchero, dolciari, thè, caffè,alimenti dietetici e per l infanzia, condimenti, spezie. Fatturato industria alimentare nei paesi UE, 2003* Fatturato Paesi mio euro % Belgio ,7 Danimarca ,5 Germania ,4 Spagna ,6 Francia ,9 Italia ,9 Regno Unito ,6 Olanda ,0 Polonia ,4 Altri ,0 Totale UE ,0 Bulgaria Romania * Esclusa manifattura tabacco. 55

58 La rete commerciale al dettaglio fisso, con attività prevalente nel settore alimentare, presenta a fine 2006 una consistenza di esercizi, con un incremento di unità (+1,1%), rispetto all anno precedente. Il risultato è frutto di un diverso andamento degli esercizi despecializzati, che registrano un aumento di Esercizi commerciali alimentari, 2006* Distribuzione unità (+4,1%) e degli specializzati, che diminuiscono di 640 unità (-2,9%) per le tipologie frutta e verdura, di 442 unità (-1,2%) per le carni e di 658 unità (-3,3%) per gli altri specializzati. In crescita, invece, gli esercizi specializzati in vini, oli e bevande (+6%). A livello territoriale, la consistenza della rete alimentare presenta un aumento più accentuato nel Centro (+3,4%). Nel 2006 il valore delle vendite alimentari del commercio fisso al dettaglio è aumentato dell 1,5%, evidenziando però un incremento più consistente nella grande distribuzione (+1,8%) e assai meno nelle imprese operanti su Nord Centro Sud e Isole Italia numero % numero % numero % numero % Frutta e verdura , , , ,2 Carne e a base di carne , , , ,9 Pesci e prodotti della pesca , , , ,3 Pane e pasticceria , , , ,6 Vini, oli e bevande , , , ,6 Altri alimentari specializzati , , , ,9 Alimentari non specializzati , , , ,5 In complesso , , , ,0 % su Totale esercizi 23,1 22,8 27,7 25,0 DENSITÀ * Sedi ed unità locali. 1 Abitanti/esercizio alimentare. Fonte: Osservatorio nazionale del commercio, Ministero dello Sviluppo Economico. 56

59 piccole superfici (+0,4%). Le vendite sono aumentate soprattutto nel Nord-Est (+2,1%) e nel Centro-Sud (+1,8%). La grande distribuzione Al 1 gennaio 2006 sono stati censiti supermercati (+4,6% rispetto al 2005). Le unità di vendita presentano una crescita maggiore nel Mezzogiorno (+7,7%). È aumentata la superficie complessiva di vendita, che ha superato i 7 milioni di mq (+5,5%) e l occupazione, che ha sfiorato i addetti (4,8%). Anche gli ipermercati sono in aumento, raggiungendo 459 unità (+10,1%), con una superficie complessiva di vendita di oltre 2,7 milioni di mq (+11,6%) e circa addetti (+5,3%). Nel Mezzogiorno, in particolare, si è registrata una crescita particolarmente intensa della loro consistenza (+28,3%), superficie (+30,7%) ed addetti (+12,6%). Nel 2006 le vendite dei supermercati sono aumentate in valore dell 1,4%; quelle degli ipermercati - settore alimentare - sono cresciute del 2,5% e quelle degli hard discount del 3,7%. Grande distribuzione alimentare per ripartizione territoriale*, 2005 Unità operative Sup. di vendita 1 Addetti 1 Numero di unità Sup. di vendita numero var.% mq var% numero var.% per mq/ / / /05 abitanti abitanti Nord , , ,9 17,5 214,4 Centro , , ,6 14,6 161,6 Sud e Isole , , ,5 11,0 107,6 TOTALE , , ,0 14,7 166,6 * Supermercati e ipermercati. Dati al 1 gennaio Superficie ed addetti per il complesso dei reparti alimentari e non alimentari. Fonte: Osservatorio nazionale del commercio, Ministero dello Sviluppo Economico. 57

60 Consumi Alimentari Nel 2006 la spesa delle famiglie italiane per generi alimentari e bevande, incluse le alcoliche, è stata di circa 139 miliardi di euro, con un incremento in valore del 4,2%. Il livello complessivo dei consumi è aumentato di circa il 2,6% in volume. Rispetto al Struttura dei consumi alimentari, , la quota dei consumi alimentari, in valore, sulla spesa totale delle famiglie è scesa dal 17,9% al 15,9%. La spesa per i servizi di ristorazione (mense, ristoranti e fast-food), secondo l ISTAT, è stata di circa 64,5 miliardi di euro, con un incremento del Prodotti % sulla spesa Tasso % medio annuo di variazione 2006/1996 alimentare quantità prezzi Carne 22,1 0,8 1,7 Pane e trasformati di cereali 18,1 2,2 1,5 Lattiero-caseari e uova 12,8 1,2 1,4 Ortaggi e patate 10,5 0,5 2,6 Frutta 6,7 1,4 1,8 Pesce 6,5 1,0 2,6 Zucchero e dolciari 1 6,4 1,3 1,8 Vino e bevande alcoliche 5,1 0,9 2,5 Acque minerali e altre bevande 2 5,4 2,5 1,2 Oli e grassi 4,7 0,6 1,5 Caffè, tè e cacao 1,3 0,9 0,8 Altri alimentari 3 0,3 2,8 0,9 IN COMPLESSO 100,0 1,2 1,7 1 Marmellata, miele, sciroppi, cioccolato e pasticceria. 2 Bevande gassate, succhi, ecc. 3 Dietetici, spezie, prodotti per l'infanzia, ecc. 58 4,4%, dovuto sia all aumento dei prezzi (+2,4%), che delle quantità (+2%). Tra il 1996 ed il 2006 l incidenza di questa voce, in rapporto al valore dei consumi alimentari, è salita dal 38,2% al 46,5%, mostrando il progressivo cambiamento nelle abitudini dei consumatori. Le categorie più rilevanti, in termini di spesa, sono la carne (30,7 miliardi di euro), il pane e trasformati di cereali (25,1 miliardi di euro), i lattiero-caseari ed uova (17,8 miliardi). Rispetto al 2005, si sono registrati aumenti, in volume, soprattutto per pane e prodotti a base di cereali (+3,6%), carne (+3,8%), frutta (+6%), caffè, tè e cacao (+6,6%). Flessioni si registrano per oli e grassi (-4,2%) e bevande alcoliche (-1,4%). Rispetto al 1996, diminuisce il peso relativo della carne, ortaggi, oli e grassi, bevande alcoliche, mentre aumenta quello del pane e prodotti a base di cereali, frutta, acque minera-

61 Consumi alimentari in alcuni paesi UE (Kg pro capite), 2005 Prodotti Germania Grecia Spagna Francia Italia Ungheria Polonia UE 25 Bulgaria Romania Cereali e derivati 107,3 210,0 101,0 105,5 160,9 158,4 152,2 124,3 200,0 203,8 Riso lavorato 4,7 10,5 6,2 6,3 10,4 5,7 2,6 nd 3,8 3 Patate 66,5 101,0 81,9 44,0 46,0 70,3 129,4 nd 37,2 86,5 Pomodori freschi 7,9 46,8 nd 14,0 19,5 6,7 7,6 nd 29,4 12,0 Frutta fresca 1 25,7 99,4 nd 40,1 78,0 35,4 18,1 nd 14,1 nd Agrumi 44,5 66,7 nd nd 59,7 13,7 16,3 nd 12,6 8,0 Latte 2 64,1 64,4 103,8 70,3 57,7 64,4 93,7 nd nd nd Formaggi 20,4 25,6 10,1 23,5 21,0 6,1 12,8 16,9 nd nd Uova 13,0 10,3 18,0 15,2 11,9 nd 11,7 nd nd nd Burro 6,4 0,8 1,0 7,8 2,8 0,8 3,5 nd nd nd Carni totale 87,1 83,3 122,6 102,3 92,2 nd 79,1 nd nd nd bovina 12,1 15,3 15,5 26,6 24,1 nd 6,6 nd nd nd suina 53,8 28,7 60,9 35,5 38,5 nd 48,1 nd nd nd Oli e grassi vegetali nd 48,6 33,3 12,9 13,4 nd 5,9 nd nd 12,6 Zucchero 37,4 29,0 29,0 36,5 nd 33,9 39,8 nd 45,9 25,0 Vino 3 23,7 28,9 32,2 47,1 46,2 30,4 1,6 27,9 12,2 26,9 1 Mele, pere, pesche, uva da tavola. 2 Compresi altri prodotti freschi, crema esclusa. 3 Litri pro capite. li e bevande. La spesa media delle famiglie per generi alimentari e bevande si è attestata, nel 2006, su un livello analogo a quello dell anno precedente (456 euro mensili), risultando più elevata nel Centro (467 euro mensili). La spesa media delle famiglie per generi alimentari e bevande ha rappresentato il 19% della spesa mensile totale: la carne è stata la spesa più alta (+4,3%) con un incremento degli acquisti di vitellone, manzo e salumi; in calo, viceversa, i consumi di pollame, coniglio e tacchino. 59

62 Commercio Estero 60 Nel 2006 i risultati per il sistema agroindustriale e per gli scambi commerciali denotano un miglioramento della posizione dell Italia nello scenario mondiale rispetto all anno precedente. La produzione agroindustriale registra un incremento pari all 1,3%, in controtendenza rispetto al trend negativo degli ultimi anni, ed anche il ritmo di crescita degli scambi è accentuato: le esportazioni riportano un aumento del 6,2%, superiore di un punto percentuale rispetto a quello delle importazioni (5,2%). L effetto sul saldo della bilancia è positivo e, nonostante il segno sia ancora negativo, si registra un miglioramento del 13,3% del valore rispetto all anno precedente. I principali indicatori sul commercio forniscono un quadro di relativa stabilità dei rapporti tra i vari aggregati in quanto sia il grado di approvvigionamento che il grado di copertura rimangono quasi invariati rispetto al 2005, mentre le propensioni all import e all export aumentano della stessa entità (1,4%). Rispetto agli scambi totali dell Italia verso il mondo, il peso della Bilancia agroindustriale e sistema agroindustriale* componente agroalimentare è pari all 8,8% per le importazioni e al 6,9% per le esportazioni, entrambi in leggera diminuzione rispetto al L UE si conferma il nostro partner AGGREGATI MACROECONOMICI Totale produzione agroindustriale 1 (P) Importazioni (I) Esportazioni (E) Saldo (E-I) Volume di commercio 2 (E+I) Consumo apparente 3 (C = P+I-E) INDICATORI (%) Grado di autoapprovvigionamento 4 (P/C) 89,0 89,9 89,8 Propensione a importare 5 (I/C) 33,0 36,7 38,0 Propensione a esportare 6 (E/P) 24,7 29,6 31,0 Grado di copertura commerciale 7 (E/I) 66,8 72,5 73,1 * Milioni di euro correnti, i dati relativi alla produzione agroindustriale e al commercio comprendono anche la voce tabacco lavorato. 1 Produzione agricoltura, silvicoltura e pesca e valore aggiunto dell'industria alimentare a prezzi di base. 2 Somma delle esportazioni e delle importazioni. 3 Produzione agroindustriale più le importazioni e meno le esportazioni. 4 Rapporto tra produzione e consumi. 5 Rapporto tra importazioni e consumi. 6 Rapporto tra esportazioni e produzioni. 7 Rapporto tra esportazioni e importazioni.

63 Destinazione delle esportazioni agroalimentari italiane (mio. euro), % 9% 12% 3% 1% 5% UE 25 Germania 68% Altri paesi europei (non mediterranei) Svizzera TOTALE Paesi Terzi Mediterranei Nord America Stati Uniti d America Centro - Sud America Asia (non mediterranei) Giappone Altri commerciale più importante: la quota di scambi dell Italia con i 25 paesi dell Unione per le esportazioni ammonta al 68,3%, in leggera diminuzione rispetto al 2005, e per le importazioni si attesta al 70,1%, praticamente invariata rispetto all anno precedente. Tra i primi 5 paesi nostri principali fornitori, infatti, compaiono Francia, Germania, Spagna, Olanda e Austria, mentre tra i più importanti destinatari delle nostre vendite, oltre a Germania e Francia ci sono gli Stati Uniti, seguiti da Regno Unito e Spagna. Nell ambito del settore primario, sia le importazioni che le esportazioni crescono di circa il 6% e l andamento è analogo anche per i flussi dell industria alimentare, che aumentano entrambi di quasi il 10% da un anno all altro. Come conseguenza, i saldi normalizzati di entrambi gli aggregati rimangono invariati, rispettivamente a -38% e -7%. Per quanto riguarda il vantaggio competitivo italiano in termini di prodotti esportati, esso è sostenuto dai prodotti tradizionali del made in Italy, dato che tra i primi 5 prodotti venduti all estero si trovano i vini rossi e rosati VQPRD, la pasta alimentare, l olio di oliva vergine ed extravergine, le conserve di pomodoro e la biscotteria e pasticceria. Al contrario, le importazioni italia- 61

64 ne si concentrano su comparti strutturalmente più deboli nel nostro paese, come la zootecnia e i prodotti ittici. Tra le principali voci di importazione troviamo le carni suine e bovine, l olio vergine ed extravergine (per il quale l Italia detiene un rilevante flusso in entrata e in uscita), i crostacei e molluschi congelati e i bovini da allevamento. Provenienza delle importazioni agroalimentari italiane (mio. euro), % 5% 4% 9% 6% 4% 69% TOTALE UE 25 Francia Altri paesi europei (non mediterranei) Paesi Terzi Mediterranei Turchia Nord America Centro - Sud America Argentina Asia (non mediterranei) Thailandia Altri

65 Commercio estero per principali comparti agroalimentari (mio. euro), 2006 Import Export Sn* (%) Cereali ,9 di cui da seme ,9 Legumi ed ortaggi freschi ,4 di cui da seme ,7 Legumi ed ortaggi secchi ,3 Agrumi ,9 Frutta fresca ,1 Frutta secca ,0 Vegetali filamentosi greggi ,8 Semi e frutti oleosi ,5 di cui da seme 8 7-9,0 Cacao, caffè, tè, droghe e spezie ,4 Fiori e piante ornamentali ,9 Tabacco greggio ,0 Animali vivi ,6 di cui da riproduzione ,2 di cui da allevam. e da macello ,6 di cui altri animali vivi ,6 Altri prodotti degli allevamenti ,0 Prodotti della silvicoltura ,2 di cui legno ,9 Prodotti della pesca ,0 Altri prodotti ,2 TOTALE SETTORE PRIMARIO ,0 Import Export Sn* (%) Derivati dei cereali ,7 di cui pasta alimentare ,5 Zucchero e prodotti dolciari ,4 Carni fresche e congelate ,1 Carni preparate ,4 Pesce lavorato e conservato ,8 Ortaggi trasformati ,7 Frutta trasformata ,2 Prodotti lattiero-caseari ,7 di cui latte ,6 di cui formaggio ,7 Oli e grassi ,9 Panelli, farine di semi oleosi ,5 Bevande ,7 di cui vino ,4 Altri prodotti dell industria alimentare ,1 TOTALE INDUSTRIA ALIMENTARE ,7 TOTALE BILANCIA AGROALIMENTARE ,3 Tabacchi lavorati ,8 TOTALE AGROINDUSTRIALE ,3 *Sn = saldo normalizzato. 63

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67 MULTIFUNZIONALITÀ AGRICOLA

68 Ambiente e Territorio Riduzione dei gas serra e tutela della biodiversità Nel marzo 2007 l UE si è impegnata a ridurre entro il 2010 le emissioni di gas serra del 20%, ad aumentare l efficienza energetica del 20% e a contare su un mix energetico proveniente per il 20% da fonti rinnovabili; tra queste l 8% dovrà essere generato da biomasse e biocarburanti, arrivando a fissare per i carburanti verdi un minimo obbligatorio pari al 10% del mercato dei carburanti tradizionali. Gli obiettivi comunitari lasciano ai paesi membri piena facoltà di scelta del proprio mix energetico, a fronte della messa a punto di piani nazionali con obiettivi specifici per elettricità, biocarburanti e riscaldamento. Il 2 aprile 2007 è nato in Italia il mercato volontario nazionale per l acquisto e la vendita dei diritti di emissione di CO 2 delle grandi 66 Attuazione della Rete Natura 2000 in Italia Regione ZPS Superficie ZPS SIC Superficie SIC (n. siti) (ha) (n. siti) (ha) Piemonte Valle d Aosta Lombardia Trentino-Alto Adige Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna ITALIA Fonte: APAT su dati Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, luglio 2006.

69 industrie gestito dal Gestore del mercato elettrico; nel maggio 2007 la Commissione europea ha accolto il piano italiano per ridurre l emissione dei gas serra, autorizzando un assegnazione annua di 195,8 milioni di tonnellate di CO 2. La salvaguardia della biodiversità è una delle priorità individuate nel bilancio di medio termine del VI Programma comunitario di azione in materia di ambiente Secondo l Unione mondiale per la conservazione della natura, le specie animali e vegetali a rischio di estinzione sono , di cui 600 nella UE e 266 in Italia. Nel 2006 la UE ha adottato cinque strategie tematiche per interventi futuri in materia di inquinamento atmosferico, ambiente marino, ambiente urbano, uso delle risorse e rifiuti; ha ratificato l Accordo sulla conservazione degli uccelli acquatici migratorii; ha firmato il protocollo di attuazione della Convenzione delle Alpi sull agricoltura di montagna e ha emanato la direttiva 118 sulla protezione delle acque sotterranee dall inquinamento. I finanziamenti comunitari per l ambiente Lo strumento finanziario di sostegno alla politica ambientale della UE è LIFE, suddiviso per tematiche di progetti: natura, ambiente e paesi terzi. L Italia, nel 2006, ha beneficiato di 7 progetti finanziati per LI- FE Ambiente (7,2 milioni di euro) e 4 per LIFE Natura (3,3 milioni di euro) per la tutela della biodiversità, la conservazione di habitat costieri e fluviali e la salvaguardia dei rapaci. Per il periodo la UE ha stanziato 2,1 miliardi di euro per il nuovo programma LIFE+, in vigore dal 12 giugno La rete Natura 2000, estesa anche alle aree marine, è costituita dalle aree destinate alla conservazione della diversità biologica e alla tutela di habitat e specie animali e vegetali; essa comprende Zone di protezione speciale (ZPS), pari a kmq terrestri (9,9% del territorio UE) e kmq marini, e Siti di importanza comunitaria (SIC), pari a kmq terrestri (12,2% del territorio UE) e kmq marini. Per la gestione della Rete Natura 2000 e delle reti ecologiche nazionali, nella programmazione gli Stati membri devono utilizzare e integrare più fondi (strutturali, sviluppo rurale, LIFE+); dal 1 gennaio 2007, inoltre, gli agricoltori beneficiari di indennità per le aree Natura 2000 nell ambito dei PSR, devono rispettare gli impegni di condizionalità definiti in ambito PAC. 67

70 68 Superficie delle aree naturali protette in Italia* Nord Centro Sud ITALIA * Migliaia di ettari, censimento Fonte: ISTAT, Italia in cifre La politica nazionale a favore dell ambiente Il ministero dell Ambiente ha accelerato il percorso di istituzione per nuove aree marine e per la tutela delle coste ed ha ottenuto il coordinamento dell Istituto nazionale di fauna selvatica. Al dicastero sono stati assegnati, per il 2007, 490 milioni di euro per il Fondo per la difesa del suolo e la tutela dell ambiente, di cui 200 per la difesa del suolo, 100 per interventi di bonifica e ripristino ambientale, 70 per migliorare la qualità dell aria e ridurre le polveri sottili, 51 per la tutela dal rischio idrogeologico e oltre 20 per interventi a difesa del mare. La legge 266/06 (finanziaria 2007) ha assegnato al Fondo per la montagna 25 milioni di euro, ha attribuito alle Regioni la responsabilità diretta nella gestione dei siti Natura 2000, ha aumentato i fondi per i parchi, ha lanciato il programma straordinario di demolizione delle opere abusive nelle aree protette (9 milioni di euro fino al 2009) Totale Parchi nazionali Superficie di mare e un piano d azione per acquisti verdi della pubblica amministrazione; la legge, inoltre, ha istituito il Fondo

71 per lo sviluppo sostenibile, il Fondo per la mobilità sostenibile ed il Fondo rotativo per Kyoto, dotati rispettivamente di 75, 270 e 600 milioni di euro fino al 2009, e il Fondo per l acqua, alimentato con un contributo sulle bottiglie di plastica. Biodiversità: aree protette e rete ecologica nazionale L Italia ha aderito per primo tra gli Stati membri dell UE all iniziativa internazionale Countdown 2010 che coinvolge 188 paesi, per frenare la perdita della biodiversità: su un totale di 198 habitat presenti in Europa ed elencati dalla direttiva Habitat, 127 sono nel nostro paese, di cui 43 sono a rischio tra ambienti umidi paludosi e costieri, macchia mediterranea e foreste ripariali. L Italia ha anche promosso una Carta per le 50 zone umide che interessano ettari, riconosciute nell ambito della Convenzione internazionale di Ramsar. Le aree naturali protette (la lista è sul sito e le numerose altre zone tutelate coprono una superficie di 5,7 milioni di ettari, pari al 19% della superficie territoriale; la superficie a mare tutelata è di ettari e rappresenta il 3,8% delle acque costiere nazionali; ad essa si aggiungono i 2,5 milioni di ettari marini del santuario dei mammiferi marini che interessa Liguria, Sardegna e Toscana). Aree protette di recente istituzione Parco naturale dei Colli di Bergamo (Lombardia) Parco naturale Nord Milano (Lombardia) Riserva naturale regionale orientata dei Laghi di Conversano e Gravina di Monsignore (Puglia) Riserva naturale speciale e zona di salvaguardia di Fontana Gigante (Piemonte) Riserva naturale speciale e zona di salvaguardia della Palude di San Genuario (Piemonte). 69

72 Agro-energie 70 Fonti energetiche dell UE-25, ,4% 24,0% Fonte: EUROSTAT. 6,5% Petrolio Combustibili solidi 36,9% Gas naturale Nucleare Rinnovabili 18,2% La produzione Il ruolo delle fonti energetiche rinnovabili (FER) - eolica, geotermica, idroelettrica, fotovoltaica e biomasse - sul totale del fabbisogno energetico europeo è ancora piuttosto contenuto nonostante l importanza che potenzialmente la Commissione gli riconosce sia per la sicurezza dell approvvigionamento che nel contrastare il cambiamento climatico in atto. Nel 2005, la biomassa solida per la produzione di energia elettrica ha raggiunto i 58,7 Mtep, con Francia, Svezia, Germania e Finlandia principali produttori (EurObserv ER, 2006). La produzione UE di biogas da deiezioni animali e rifiuti è stata di 4,7 milioni di tonnellate, per oltre il 47% prodotta da Regno Unito e Germania (EurObserv ER, 2006). Due terzi di biogas sono utilizzati per la produzione di energia elettrica e un terzo per la produzione di energia termica, mentre ancora residuale è la trasformazione in carburante per autotrazione. La produzione UE di biocarburanti è stata di 3,9 milioni di tonnellate (EBB 2006). L Italia si è collocata al terzo posto dopo Germania e Francia, con tonnellate di biodiesel, di cui l 80% Biomassa e rifiuti 4,2% Idrica 1,7% Eolica 0,3% Geotermica 0,3% Solare 0,04% proveniente da oli di colza e girasole importati; gli ettari nazionali coltivati a oleaginose sono stati appena La produzione UE di bioetanolo è alquanto modesta, con quasi 1,5 milioni di tonnellate complessive di Etbe, a cui hanno contribuito Spagna, Svezia, Germania, Francia

73 e Polonia, mentre irrisoria è stata la produzione in Italia, con appena tonnellate. Secondo il Gestore dei servizi elettrici, la produzione di energia elettrica da FER in Italia, nel 2006, è stata di 52,3 miliardi di kilowattora (+4,5% rispetto al 2005), il 12,8% prodotta da biomasse e rifiuti. Gli incrementi maggiori si sono avuti nell eolico (+37%), nel fotovoltaico (+12,9%) e nell energia da biomasse (+9,2%). La politica di incentivazione delle filiere agro-energetiche La Finanziaria 2007 propone un quadro organico di interventi finalizzato allo sviluppo della filiera agro-energetica, dall agricoltura all industria di trasformazione. Gli interventi si focalizzano, in particolare, sul rafforzamento degli obblighi legati al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto; sulla creazione di un Produzione energetica italiana per fonte, ,8% 43,1% 5,5% 8,6% 36,0% Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico - Osservatorio statistico energetico, mercato delle agro-energie, attraverso l obbligo di immissione in commercio di quantitativi di biocarburante di origine agricola. Nel gennaio 2007 è stato sottoscritto il primo contratto quadro nazionale per la produzione di biodiesel da semi oleosi prodotti da terreni eleggibili a uso energetico o set-aside, previo idoneo processo industriale di trasformazione; l obiettivo, per il 2007, è quello di estendere la coltivazione di oleaginose a fini energetici - colza, girasole, brassica e soia - su una superficie di ettari (circa tonnellate di biodiesel) per poi raggiungere i ettari nel Solidi Gas Petrolio Rinnovabili Energia elettrica importata 71

74 Foreste La superficie forestale nazionale è valutata dall ISTAT in poco più di 6,8 milioni di ettari pari a circa il 25% del territorio italiano. Su una differente base metodologica di rilevamento, l Inventario forestale nazionale e del carbonio (IFNC) attribuisce invece alle foreste una superficie superiore ai 10 milioni di ettari, pari al 34,7% del territorio nazionale. Nel solo decennio , il tasso di espansione forestale è stato stimato intorno allo 0,3% annuo, a fronte di una media europea dello 0,1%. La graduale crescita delle foreste è avvenuta soprattutto a discapito di pascoli e aree agricole. Più del 50% della superficie forestale nazionale risulta governata a ceduo e ceduo composto, in particolare nelle regioni del Centro Italia. Le fustaie sono invece rappresentate per quasi il 46% da formazioni pure di conifere, le più produttive localizzate nelle regioni del Nord-Est. Il 72 Superficie forestale per zona altimetrica, 2005 (%) 60% dei boschi produttivi si trova in montagna e il 35% in collina. In pianura prevale l arboricoltura da legno, costituita da impianti artificiali con specie a rapido accrescimento a turno breve. Negli ultimi venti anni la loro produzione è passata da ettari del 1982 ai ettari del Le foreste italiane appartengono per il 60% ai privati, con notevoli differenze nel grado di frammentazione e nella tipologia di gestione e conseguente Montagna Collina Pianura Fustaie di conifere 81,4 15,1 3,4 Fustaie di latifoglie 57,7 31,1 11,3 Cedui semplici 56,0 41,1 2,9 Cedui composti 49,3 46,4 4,3 Macchia meditterranea 10,0 77,1 12,9 ITALIA 59,2 35,6 5,1 Fonte: ISTAT. produttività. Nel 2004, sono state rilasciate più di autorizzazioni di taglio, di cui circa per le proprietà private le cui tagliate medie risultano inferiori all ettaro. Le regioni con il maggior numero di tagliate e la maggior superficie soggetta a taglio presentano un indice di boscosità elevato (Calabria, Trentino, Lombardia). L intensità dei tagli risulta più elevata in regioni meno boscose, quali Umbria, Lazio, Molise e Campania.

75 Superficie percorsa dal fuoco e numero di incendi boschivi, 2006 Superficie percorsa dal fuoco (ha) Numero incendi Area Area non Totale Media boscata boscata (ha/n) Piemonte ,2 Valle d'aosta ,8 Lombardia ,2 Trentino-Alto Adige ,1 Veneto ,6 Friuli-V.G ,9 Liguria ,1 Emilia-Romagna ,4 Toscana ,2 Umbria ,6 Marche ,6 Lazio ,0 Abruzzo ,1 Molise ,7 Campania ,7 Puglia ,2 Basilicata ,0 Calabria ,1 Sicilia ,4 Sardegna ,5 ITALIA ,1 Fonte: Corpo Forestale dello Stato. La salute del patrimonio forestale italiano La Rete nazionale per il controllo degli ecosistemi forestali evidenzia una situazione preoccupante per oltre un quarto della superficie forestale nazionale. Nei 255 punti di osservazione monitorati dal Corpo forestale dello Stato (circa alberi), si rileva una defoliazione con intensità media pari a circa il 25% della chioma nel 40% dei casi. Tra le patologie e i danni più comuni si annoverano gli attacchi di parassiti, che interessano il 9% dei boschi, seguiti dai danni provocati da eventi meteorici o climatici intensi (5,6%) e da pascolo o selvaggina (3,2%). Questi fenomeni hanno interessato soprattutto i consorzi di latifoglie. La più evidente minaccia degli ecosistemi forestali rimane comunque il fuoco, con circa incendi all anno ed una media di ha 73

76 danneggiati o distrutti. Le regioni del meridione rimangono le più colpite ed in particolare le isole maggiori. In genere la superficie maggiormente interessata è rappresentata dalla forma di governo a ceduo. Fra le fustaie, quelle di conifere presentano la maggior vulnerabilità ed in particolare le pinete costiere di pino marittimo, domestico e d Aleppo. Superficie percorsa dal fuoco e numero incendi Ettari Superficie boscata (ha) Superficie non boscata (ha) Numero di incendi Numero incendi

77 Uso dei Prodotti Chimici L uso di pesticidi nell agricoltura italiana è in graduale diminuzione: nell arco di 15 anni è diminuito mediamente del 35%, soprattutto per insetticidi (-46%) e fungicidi (-39%). Questo andamento è riconducibile a diversi fattori: alle condizioni climatiche favorevoli e alla tipologia delle colture, allo sviluppo di prodotti con molecole innovative e a bassi dosaggi di impiego, alla formazione e sensibilizzazione degli imprenditori agricoli. Nel 2006, il minor utilizzo di fungicidi rispetto all anno precedente (-13,1%) è dovuto alle nuove strategie di difesa delle colture, mentre la riduzione della superficie coltivata a bietola, per effetto della riforma della OCM zucchero, ha contribuito al calo dell uso di diserbanti (-1,5%). Il mix di sostanze attive utilizzate, pari a tonnellate, si è ridotto complessivamente del 10,3%. Si conferma, come per l ultimo triennio, la Evoluzione dell utilizzo di fitofarmaci (000 t) ,1 3,6 5,6 5,1 5,7 5,7 3,5 4,7 7,1 8,0 19,5 21,4 22,1 21,7 22,0 20,9 19,7 22,7 23,6 21,2 Altri Fungicidi Fumiganti e nematocidi Insetticidi, acaricidi Diserbanti Fonte: Agrofarma, dati riferiti alle aziende associate. 40,2 39,8 41,4 44,2 46,3 75

78 Utilizzo di fitofarmaci per circoscrizione (t), 2006 tendenza all aumento del valore di mercato dei fitofarmaci (+1,3% rispetto al 2005), per effetto dell aumento dell uso di prodotti innovativi e dei prezzi unitari di vendita ,0% 13,8% Nord Centro Sud e Isole 1 Dati riferiti al 99,1% delle aziende associate. Fonte: Agrofarma. TOTALE 1 53,2% Composizione dei fertilizzanti impiegati (000 t), ,2% 24,3% Fonte: Assofertilizzanti. TOTALE Azoto Fosforo Potassio 52,5% 1.496,9 785,7 364,1 347,1 Negli ultimi anni la percentuale di irregolarità nei prodotti agroalimentari ha subito un decremento, spiegabile con la restrizione degli impieghi ammessi, con l attività di controllo ufficiale e con un uso più consapevole delle sostanze da parte degli operatori agricoli. Nel 2006, il 96,1% degli campioni di frutta e verdura analizzati dall Osservatorio nazionale residui sono risultati entro i limiti di legge, il 58,6% privo di residui e solo il 3,9% con residui oltre i limiti di legge. Anche i risultati del ministero della Salute su campioni di ortofrutta sono rassicuranti, con il 98,5% entro il limite di legge e il 65,8% privo di residui. I consumi di fertilizzanti a base di azoto fosforo e potassio si sono lievemente ridotti nel 2006, per un totale di impieghi pari a 1,49 milioni di tonnellate (- 2,3%). Ciò a causa dell aumento dei prezzi internazionali, in particolare per l azoto, e della riduzione dell uso di prodotti fosfatici (-4,2%), come conseguenza delle scelte colturali dovute alla PAC (riduzione di semine di cereali, in particolare di grano duro).

79 Agricoltura Biologica Il nuovo regolamento sull agricoltura biologica (reg. (CE) n. 834/07), che abroga il reg. (CEE) n. 2092/91, introduce un logo obbligatorio e l origine dei prodotti in etichetta, fissa la soglia massima di presenza accidentale e tecnicamente inevitabile di OGM dello 0,9% e rafforza la vigilanza sulle importazioni. In Italia, il piano di azione nazionale per il biologico ha ottenuto un finanziamento di 30 milioni di euro per il triennio , mentre il nuovo quadro sull agricoltura biologica, approvato dal Consiglio dei Ministri ad aprile 2007, introduce una serie di strumenti per favorirne lo sviluppo e la competitività: i distretti biologici su base regionale; le intese di filiera; l acquacoltura biologica; il vino ottenuto da filiera interamente biologica; l estensione dell uso di cibi biologici a mense ospedaliere, asili e scuole; viene rafforzato, inoltre, il si- Aziende biologiche in Italia, 2005 Produzione Trasformazione Importazione Totale numero var. % 2005/04 Piemonte ,6 Valle d Aosta ,3 Lombardia ,7 Trentino-Alto Adige ,7 Veneto ,6 Friuli-Venezia Giulia ,3 Liguria ,1 Emilia-Romagna ,6 Toscana ,4 Marche ,1 Umbria ,4 Lazio ,4 Abruzzo ,8 Molise ,7 Campania ,1 Puglia ,1 Basilicata ,5 Calabria ,8 Sicilia ,6 Sardegna ,5 ITALIA ,7 Fonte: SINAB. 77

80 Superficie a biologico e in conversione per colture, 2005 (ha) 10,0% 2,9% 2,2% 5,9% 21,3% 6,3% 24,3% 27,1% TOTALE Prati e pascoli Foraggi Cereali Olivo Ortofrutta Vite Colture industriali Altre colture (57,1%), mentre nel Nord quelle di trasformazione e importazione. Scende, invece, il numero degli importatori (-6,6%), a conferma della ripresa della produzione nazionale. Riguardo alla zootecnia biologica, a fronte del crollo dell allevamento del pollame (-29,5%) dovuto all emergenza dell influenza aviaria, si registra la crescita di suini (+18,2%), ovi-caprini (+48,2%) e bovini (+3,5%). Fonte: SINAB. stema di controllo, con Regioni e Province autonome competenti per territorio. 78 Produzione L Italia, con aziende biologiche, è il leader in Europa nonché quarto produttore mondiale. I principali orientamenti produttivi rimangono foraggi, cereali, prati e pascoli che, nell insieme, rappresentano il 73% della superficie ad agricoltura biologica. L aumento delle superfici ha interessato, in particolare, le colture industriali (+62,1%), i cereali (+35,3%) e l olivo (+20,2%). Le aziende di produzione biologica si concentrano nel Sud e nelle Isole Mercato Secondo l IFOAM, il volume del mercato biologico nella UE, è valutato intorno ai 14 miliardi di euro, quasi la metà di quello mondiale. In Italia il fatturato complessivo del biologico nel 2006 è stimato (Coldiretti e Ispo) in 1,5 miliardi di euro, pari al 2% del mercato dei prodotti alimentari. Si tratta di prodotti in scatola (22%), latte e derivati

81 Numero di capi allevati con metodo biologico, 2005 TOTALE Api Bovini Ovini Caprini Suini Pollame Equini aziende e agriturismi (+7,5%), 288 gruppi d acquisto (+29,7%) e 193 mercatini (+4,3%). Nei canali dei consumi extradomestici, a fronte di una leggera flessione dei ristoranti (-3%), si diffondono i consumi nei negozi da asporto, fast food, enoteche, pizzerie e catering. Anche le mense scolastiche che impiegano almeno l 80% di ingredienti biologici continuano a crescere in tutte le regioni, attestandosi a quota 658 (+1,7%). 1 Numero di arnie. Fonte: SINAB. (21%), ortofrutta (18%), pane, pasta e riso (13%), bevande (12%), carne e uova (9%) e prodotti dietetici (5%). L industria alimentare della trasformazione dei prodotti biologici conta oltre imprese, pari al 12,6% delle imprese alimentari italiane. Nel 2006, si registra una flessione delle vendite nella GDO pari al 2,6%, che incide per il 65% sul complesso dei canali di vendita del bio (Ismea). Al contrario, secondo Bio Bank, si registra un aumento del dettaglio specializzato, con punti di vendita (+7,9%) e della vendita diretta, con Coesistenza tra agricoltura biologica e transgenica Sono gli ettari di colture a mais e soia GM coltivati in Europa nel 2006 (Isaaa), con in testa la Spagna ( ha). 31 i prodotti GM legalmente commerciabili nell UE: 17 varietà di mais, 6 di colza, 5 di cotone (uno dei quali è autorizzato in Italia come additivo per l alimentazione 79

82 umana e animale), una di soia, un lievito e una proteina batterica. In seguito alla raccomandazione della Commissione del luglio 2003, la legge 5/05 ha dettato il quadro normativo minimo per la coesistenza per l Italia, che lascia fermo il divieto di colture transgeniche destinate all immissione sul mercato e richiede la predisposizione di piani regionali (per i quali la Conferenza Stato-Regioni ha chiesto una moratoria temporanea). Di fatto, anche le autorizzazioni per fini di ricerca e sperimentazione sono ferme, con 20 protocolli per la valutazione del rischio di colture GM sperimentali per mais, vite, olio d oliva, melanzane e pomodoro attualmente all esame del ministero dell Ambiente. 80 L agricoltura biologica nell UE, 2005 Aziende (numero) Var. % 2005/04 Superficie (ha) Var. % 2005/04 Belgio 693 0, ,1 Repubblica Ceca 829-0, ,2 Danimarca , ,2 Germania , ,1 Estonia , ,1 Grecia , ,5 Spagna , ,1 Francia , ,0 Irlanda 978 9, ,0 Italia , ,8 Cipro , ,8 Lettonia , ,2 Lituania , ,3 Lussemburgo 72 0, ,7 Ungheria , ,1 Malta 6 500,0 14 7,7 Olanda , ,3 Austria , ,7 Polonia , ,8 Portogallo , ,4 Slovenia , ,0 Slovacchia , ,4 Finlandia , ,9 Svezia , ,9 Regno Unito , ,2 UE , ,4 Fonte: FiBL.

83 Investimenti Irrigui La materia delle acque è competenza svolta in sintonia tra il ministero dell Ambiente, ministero delle Infrastrutture, ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e ministero dell Economia e delle Finanze. Il MIPAAF, sin dal 2002, ha avviato il processo di programmazione per 22% 19% 8% 21% 30% Programma irriguo nazionale: risorse per ripartizione, 2007 TOTALE Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud Isole , , , , , ,00 il settore irriguo, d intesa con le Regioni, che ha portato all impostazione della realizzazione del Piano irriguo nazionale previsto dalla legge n. 350/03 (Finanziaria 2004). Le risorse finanziarie complessive rese disponibili per la programmazione al 2007, pari a milioni di euro, sono state ripartite sul territorio nazionale secondo la seguente distribuzione: - con la legge n. 350/03 è stato assegnato per l irrigazione un importo pari a milioni di euro, di cui 770 milioni di euro destinati alle aree del Centro-nord e 330 milioni di euro a quelle meridionali, utilizzabili per 550 milioni di euro nell anno 2005 e 550 milioni di euro nell anno 2008; - con la legge n. 266/05 è stato stanziato un importo pari a 500 milioni di euro per il programma di completamento degli interventi irrigui di cui alla legge 350/03, interamente destinato alle aree centro-settentrionali ed utilizzabile dal Infine, la Finanziaria 2007 ha permesso di superare taluni problemi amministrativi e di dare avvio al Programma irriguo nazionale. La ripartizione delle risorse finanziarie, riportata nel grafico che se- 81

84 gue, è stata operata considerando la superficie irrigua presente a livello di singola regione. Come tipologie di intervento sono stati privilegiati gli adeguamenti che prevedono azioni di miglioramento, adeguamento, manutenzione straordinaria o riconversione delle reti irrigue con finalità di risparmio nell uso della risorsa e i completamenti di investimenti già finanziati. Programma irriguo nazionale: tipologie di intervento 1% 10% 54% TOTALE Adeguamenti 29% Adeguamento e completamento Adeguamento e nuovo intervento Completamento Nuovo intervento 1% Altro 5%

85 Agriturismo L agriturismo rappresenta la più diffusa attività multifunzionale delle imprese agricole italiane e costituisce una realtà tipicamente nostrana, in quanto parte integrante delle attività agricole a differenza del turismo rurale, diffuso negli altri paesi europei, che non ha un collegamento diretto con l attività agricola. L ISTAT segnala per il 2005 un incremento delle aziende agricole autorizzate all esercizio dell agriturismo (+9,3% rispetto al 2004); flessioni si registrano solo in Molise (-12,7%) e Campania (-3,9%). Pur restando un settore di nicchia, l agriturismo cresce sia a livello complessivo sia nelle singole tipologie: si evidenziano valori in aumento per gli alloggi (+8,8%), la ristorazione (+5,4%) e altre attività (+6,3%), tra cui equitazione, escursionismo, osservazioni naturalistiche, mountain bike, corsi e sport, a Aziende agrituristiche per regione, 2005 Piemonte Valle díaosta Lombardia P.A. Bolzano P.A. Trento Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Marche Umbria Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Fonte: ISTAT. TOTALE

86 fronte di una riduzione delle autorizzazioni per degustazioni (-7,1%). Gli agriturismi sono localizzati soprattutto in collina (50,6%) e in montagna (35,8%). Quasi la metà (45,7%) si concentra nel Nord Italia (Alto Adige in testa con unità) e il 35% nel Centro (Toscana leader con unità); al Sud si distinguono Campania (710 unità) e Sardegna (611). Il 52,6% delle aziende autorizzate all alloggio offre il solo pernottamento, il 14,5% vi unisce anche la prima colazione, il 28,4% offre pensione completa e il 15,3% propone la mezza pensione; i posti letto sono , con una media per azienda di 10,8 posti. I dati Agriturist 2006 stimano in 880 milioni di euro il giro d affari Aziende agrituristiche per tipo di servizio*, Alloggio Ristorazione Degustazione Altre attività del settore, con una crescita del fatturato medio per azienda del 3,7%. Cresce l interesse del pubblico per le attività ricreative, culturali e didattiche promosse in agriturismo, con * Un azienda può essere autorizzata all esercizio di una o più tipologie di attività agrituristiche. Fonte: ISTAT circa fattorie didattiche strutturate sul territorio nazionale e aziende connesse con centri di recupero, strutture per terza età, ed altro. 84

87 Prodotti a Denominazione Denominazioni d origine protetta Con 159 prodotti registrati DOP e IGP l Italia detiene il paniere più ricco dell UE (il 21% del totale). La maggior parte delle DOP e IGP si concentra nei prodotti vegetali (30,8%), negli oli extra vergine d oliva (quasi il 24%) e nei formaggi (più del 20%). Gli ultimi riconoscimenti sono andati ai seguenti: Carota dell altopiano del Fucino (IGP), Limone femminello del Gargano (IGP), Formaggio Stelvio (DOP), Olio d oliva extra vergine Sardegna (DOP) (per la lista completa delle DOP e IGP consultare il sito: I formaggi rappresentano più del 52% dell intera produzione a denominazione, i prodotti ortofrutticoli il 22,8% e l olio d oliva non raggiunge neppure l 1% (stime Quali- Numero di DOP e IGP per regione* Regioni Ortofrutticoli Oli d oliva Formaggi Salumi Altri prodotti 2 Totale e cereali Piemonte Valle d Aosta Lombardia Liguria Trentino-Alto Adige Veneto Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna ITALIA * Situazione aggiornata a giugno Alcuni prodotti sono interregionali. 2 Comprende: panetteria, miele, spezie, aceti, carni, prod. non alimentari. 85

88 vita sulla produzione certificata del 2005). Il valore della produzione delle DOP e IGP si aggira sui 4,6 miliardi di euro e quello al consumo a 9,3 miliardi di euro: formaggi e salumi totalizzano il 95% di entrambi i valori, l ortofrutta all incirca il 3%, l olio d oliva appena l 1%. Più del 60% del valore della produzione è attribuibile a soli 4 prodotti: Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Prosciutto di Parma, Prosciutto di San Daniele. Nel Nord (Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna) si registra il maggior numero di denominazioni riconosciute (il primato spetta all Emilia-Romagna con 25 DOP-IGP), il livello più alto di produzione certificata e il valore più elevato del fatturato. Il Sud del paese, ad eccezione della Campania, continua a non sfruttare le proprie potenzialità, nonostante l idonea collocazione geografica e la gamma dei prodotti registrati. 86 Vini DOC Sul versante dei vini, l Italia gode di un nutrito patrimonio di denominazioni e di un elevato standard qualitativo delle produzioni. I vini DOC sono 350, di cui 35 DOCG. Gli ultimi riconoscimenti sono andati ai seguenti vini: Morellino di Scansano (DOCG), Terre di Casole (DOC), Terracina (DOC). La produzione a DOC-DOCG, nella vendemmia 2006, rappresenta poco più del 31% del vino complessivamente prodotto in Italia e si attesta sui 14,8 milioni di ettolitri. Spetta sempre al Nord il primato nella produzione di qualità: 8,3 milioni di ettolitri, pari al 56% della produzione a DOC nazionale. I vini a denominazione mostrano un buon andamento commerciale, confermandosi al 1 posto all interno della graduatoria delle esportazioni agroalimentari italiane per un valore complessivo di milioni di euro. Vini DOCG, DOC e IGT per regione* DOCG DOC IGT Piemonte Valle d Aosta Lombardia Trentino-Alto Adige Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna ITALIA * Situazione al 19 giugno N.B. Il totale dei vini DOC e IGT è inferiore alla somma dei vini per regione, in quanto alcuni sono interregionali.

89 Prodotti tradizionali I prodotti agroalimentari tradizionali non sono equiparabili alle denominazioni di origine ma rispondono ad un esigenza di salvaguardia della tipicità e della lavorazione tradizionale. L elenco, istituito con d.l. 173/98, è curato dal MIPAAF e aggiornato annualmente dalle Regioni. Dalla sesta revisione, i prodotti tradizionali risultano 4.253, di cui: tipi di pane e prodotti da forno, prodotti vegetali, 716 prosciutti, insaccati e carni, 146 bevande, distillati e liquori, 143 tipi di miele e ricotta, 136 preparazioni di pesci, crostacei, molluschi, 126 ricette gastronomiche. Numero di prodotti agroalimentari tradizionali per regione, 2006 TOTALE Piemonte Valle d Aosta Lombardia P.A. Bolzano P.A. Trento Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Fonte: elaborazioni sull Elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali del MIPAAF, Sesta revisione (2006). 87

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91 POLITICA AGRICOLA

92 PAC in Italia: I Pilastro 90 Dal 2006 la riforma della politica agricola comunitaria si è estesa ai settori dell olio d oliva, del tabacco, del cotone, del luppolo e dello zucchero, con l inclusione dei relativi aiuti diretti nel regime di pagamento unico. L Italia ha inoltre deciso di procedere con un anno di anticipo all introduzione del pagamento unico degli aiuti diretti assegnati dal 2004 ai produttori lattiero-caseari. Al momento dell assegnazione, il valore dei titoli definitivi 2006 è stato ridotto dell 8,03% (riduzione simile a quella subita nel 2005) al fine di rispettare il massimale nazionale e di costituire la riserva nazionale. Sul valore degli aiuti ricevuti dagli agricoltori si applicherà poi la trattenuta relativa alla modulazione, che per il 2006 è pari al 4% (con una franchigia sui primi euro di aiuti). Tra le diverse opzioni messe a disposizione agli Stati membri dalla riforma Fischler si ricorda che l Italia ha deciso di applicare l art. 69 del regolamento (CE) n. 1782/03 ai settori dei seminativi, delle carni bovine, delle carni ovicaprine e dello zucchero. L adozione di questo articolo permette di effettuare una trattenuta sui relativi plafond settoriali per erogare pagamenti supplementari in favore dei produttori che, sulla base di condizioni di ammissibilità definite a livello nazionale, si impegnano in favore del miglioramento della qualità della produzione, della commercializzazione e dell ambiente. Per il secondo anno consecutivo, l adesione dei produttori all art. 69 è stato consistente. Ciò ha determinato il superamento del plafond finanziario a disposizione dei pagamenti supplementari, con conseguente abbattimento dell importo unitario liquidato ai produttori. Tra le altre modalità applicative della riforma Fischler, l Italia ha Massimali di bilancio per l attuazione del regime di pagamento unico in Italia, 2006 (000 euro) - Massimale per il regime di pagamento unico Art. 69 seminativi Art. 69 carni bovine Art. 69 carni ovicaprine Art. 69 zucchero Art. 71 esclusione sementi MASSIMALE NAZIONALE Fonte: regolamento (CE) n. 1156/06.

93 Applicazione dell art. 69 del reg. (CE) n. 1782/03 in Italia, 2006 Settore Trattenuta Importo massimo Superficie/capi Importo (teorico) ammessi ad aiuto liquidato Seminativi 8% 180 /ha ha 53,66 /ha Carni bovine 7% 180 /capo capi 27,35 /capo Carni ovicaprine 5% 15 /capo capi 1,31 /capo Zucchero 8% 180 /ha ha 105,80 /ha Fonte: elaborazioni su dati AGEA. optato per il totale disaccoppiamento degli aiuti per il settore olivicolooleario, prevedendo solo il finanziamento annuale dei programmi di attività elaborati da organizzazioni di operatori con un importo del valore di poco meno di 36 milioni di euro. Per quel che riguarda il tabacco, sono stati destinati ai pagamenti accoppiati alla produzione poco più di 189 milioni di euro (il 60% del plafond settoriale), da distribuire ai produttori tabacchicoli (ad esclusione di quelli pugliesi per i quali si applica il totale disaccoppiamento degli aiuti) sulla base degli aiuti alla produzione fissati per le diverse varietà di tabacco. Per lo zucchero, infine, l Italia ha deciso di partecipare allo schema di ristrutturazione del settore rinunciando al 50% della quota nazionale di produzione (con la conseguente chiusura di 13 stabilimenti). Ai produttori bieticoli rimasti in produzione viene assegnato un aiuto addizionale transitorio accoppiato alla produzione. Alle imprese bieticole e alle industrie saccarifere che cessano la produzione è destinato un aiuto transitorio alla ristrutturazione decrescente nel tempo (per il 2006 pari a 657 /t per l industria e a 73 /t per le imprese bieticole), per un totale di 568 milioni di euro. Alle regioni interessate dalla ristrutturazione è assegnato un fondo per la diversificazione pari a 85,2 milioni di euro (per un aiuto unitario di 109,5 /t di quota rinunciata); un ulteriore ammontare di 42,6 milioni di euro è destinato ai bieticoltori che cessano la produzione (per un ammontare unitario di 54,75 /t di quota rinunciata). Tra le altre misure di intervento del I pilastro della PAC, di un certo rilievo è l applicazione in Italia del regime delle quote latte. Anche nella campagna 2006/07 (aprile-marzo) si prospetta una situazione di eccedenza simile alla campagna precedente. Infatti, sulla base del riepilogo regionale delle dichiarazioni mensili, si evi- 91

94 denzia un superamento di poco più di tonnellate. Se questi dati verranno confermati, i produttori potranno subire una multa dell ordine di 180 milioni di euro. Nella campagna precedente, sulla scorta dei Spese FEOGA-Garanzia per paese, 2006 mio. euro % Var. % 2006/05 Belgio 943,7 1,9-8,8 Repubblica Ceca 319,8 0,6 13,5 Danimarca 1.162,2 2,3-5,1 Germania 6.543,4 13,1 0,6 Estonia 32,9 0,1 21,9 Grecia 3.070,6 6,2 11,5 Spagna 6.654,5 13,3 3,9 Francia ,6 20,2 0,8 Irlanda 1.723,2 3,5-4,6 Italia 5.461,0 11,0-0,7 Cipro 23,7 0,0-29,7 Lettonia 41,3 0,1 50,2 Lituania 168,0 0,3 32,2 Lussemburgo 44,7 0,1-0,7 * Spese effettuate su programmi comunitari non imputabili ad un singolo paese. Fonte: Commissione UE. 92 dati provvisori diffusi dalla Commissione europea, l Italia ha fatto registrare un esubero di produzione di circa tonnellate, sanzionato con una multa di circa 189 milioni di euro. mio. euro % Var. % 2006/05 Ungheria 606,9 1,2 17,9 Malta 1,4 0,0 55,6 Olanda 1.209,6 2,4-3,7 Austria 1.271,5 2,6 2,9 Polonia 990,5 2,0 12,8 Portogallo 946,4 1,9 6,1 Slovenia 40,1 0,1 21,9 Slovacchia 149,5 0,3 30,7 Finlandia 817,1 1,6-9,5 Svezia 923,9 1,9-3,4 Regno Unito 4.287,2 8,6 1,7 CE* 2.371,0 4,8 8,3 TOTALE ,7 100,0 1,9 Il FEOGA-Garanzia La spesa del FEOGA-Garanzia in favore dell Italia nel 2006 si è ridotta di poco meno di un punto percentuale rispetto all anno precedente, attestandosi su milioni di euro. Occorre sottolineare che la spesa del FEOGA contabilizza le uscite di cassa e quindi fa sostanzialmente riferimento ai pagamenti effettuati per interventi relativi al 2005 e agli anni precedenti. Quasi tutti i paesi di nuova adesione hanno fatto registrare consistenti aumenti di spesa per via del progressivo phasing-in degli aiuti diretti, ma questi aumenti non sono ancora in grado di modificare sostanzialmente le posizioni relative dei paesi. La quota dell Italia, infatti, sebbene in lieve riduzione, rimane ancorata all 11% della spesa totale dell UE-25. Le dinamiche della spesa per tipologia di intervento confer-

95 mano la preminenza degli aiuti diretti quale principale fonte di finanziamento. Nel 2006 la voce relativa al pagamento unico in Italia si attesta sul 38% a cui si deve aggiungere un ulteriore 30% di altri aiuti diretti ancora parzialmente o totalmente accoppiati alla produzione. Nell UE, al contrario, risultano preminenti gli altri aiuti diretti rispetto al pagamento unico. Perdono sempre più rilevanza le voci connesse agli strumenti classici di intervento della PAC, restituzioni alle esportazioni e stoccaggio, che nel complesso superano di poco il 3% del totale, rispetto ad una media europea di poco più del 6%. In Italia perdono lievemente peso le spese per lo sviluppo rurale mentre aumentano in misura consistente le risorse dedicate alle altre misure (distillazioni, ristrutturazioni e riconversioni, ecc.) che raggiungono il 17% del totale, a fronte di un 10% medio comunitario. Spese FEOGA-Garanzia per tipo di intervento, 2006 Italia UE Italia/UE mio. euro % mio. euro % % Restituzioni alle esportazioni 89,3 1, ,2 4,9 3,6 Stoccaggio 98,6 1,8 653,6 1,3 15,1 Pagamento unico 2.098,8 38, ,5 32,0 13,2 Altri aiuti diretti 1.656,6 30, ,7 36,4 9,1 Sviluppo rurale 591,1 10, ,3 15,5 7,7 Altre misure 926,5 17, ,4 9,9 18,8 TOTALE 5.461,0 100, ,7 100,0 11,0 Fonte: Commissione UE. 93

96 PAC in Italia: II Pilastro Il 2006 rappresenta un passaggio fondamentale per la politica di sviluppo rurale, essendo infatti l ultimo anno di programmazione, nel corso del quale si sono quindi conclusi tutti gli interventi finanziati attraverso la sezione Garanzia del FEOGA e quindi quelli contenuti nei Piani di sviluppo rurale (PSR). I pagamenti relativi agli interventi finanziati dalla sezione FEOGA- Orientamento, contenuti nei Programmi Leader+ e nei Programmi operativi regionali (POR), potranno protrarsi, invece, fino al termine del Nel complesso, in Italia sono state erogate risorse pubbliche finalizzate all agricoltura ed allo sviluppo rurale pari a circa 12,4 miliardi di euro per l intero periodo Per quel che riguarda i PSR, nel 2006 la spesa pubblica è stata di poco superiore a 1 miliardo di euro. La distribuzione della spesa dei PSR 94 Spesa per i programmi di sviluppo rurale (000 euro), Spesa pubblica Spesa pubblica programmata erogata PSR POR PLR PSR POR PLR Regioni fuori obiettivo 1 Piemonte Valle d Aosta Lombardia P.A. Bolzano P.A. Trento Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Regioni obiettivo 1 Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna TOTALE Fonte: elaborazioni INEA su dati AGEA - MIPAAF.

97 12,4% 8,9% 46,2% 0,9% 19,0% 5,9% 6,6% per categoria di intervento evidenzia la forte incidenza delle misure ambientali al cui interno hanno trovato posto anche gli impegni derivanti dal precedente regime. Si sottolinea il calo dell incidenza di questa tipologia di spesa nel corso del triennio , a causa della diminuzione degli impegni Si è avuto, invece, un forte incremento della spesa per la categoria degli investimenti, che comprende le misure investimenti nelle aziende agricole e trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli. Anche per gli interventi previsti dall articolo 33 del reg. 1257/99 sono state erogate risorse che arrivano quasi al 10% del totale. L analisi per tipologia di spesa dei POR, finanziati dalla sezione Orientamento del FEAOG nelle regioni Obiettivo 1, si differenzia nettamente da quella relativa ai PSR. La composizione della spesa vede prevalere, accanto alle spese per gli investimenti, gli interventi infrastrutturali attuati tramite alcune misure dell articolo 33. Superiori al 10% sono anche gli interventi per l insediamento dei giovani e quelli per le misure forestali. Contenute rimangono le risorse erogate per l attuazione degli interventi per la formazione e la diversificazione delle attività, mentre per i servizi alla popolazione delle aree rurali anche il 2006 ha fatto registrare un netto incremento della spesa. Spesa FEOGA-Garanzia per categorie di misure (000 euro), TOTALE PSR Investimenti Capitale umano Indennità compensative Ambiente Foreste Misure articolo 33 Valutazione - misure in corso

98 Programma Leader+ Il trend di intensificazione dell attività dei Programmi Leader regionali, mostrato a partire dal 2005, è stato confermato anche nel L avanzamento finanziario dei 22 programmi italiani ha, infatti, registrato ulteriori progressi, raggiungendo nel complesso una capacità di spesa quasi del 60%. Spesa FEOGA-Orientamento per categorie di misure (000 euro), ,8% 1,1% 4,5% 4,9% 4,4% 10,2% 0,1% 1,2% 12,3% 31,6% TOTALE POR Investimenti Insediamento giovani Formazione Altre misure forestali Art Ambiente Art Ammodernamento Art Diversificazione Art Infrastrutture Art Servizi Altro

99 Nel periodo la politica regionale è stata caratterizzata da un progressivo affermarsi dell autonomia regionale. Con riferimento al settore agricolo, le Regioni hanno acquisito una ampia capacità di governo sia per quanto concerne le azioni dirette di incentivazione che per quanto riguarda gli interventi di indirizzo e di coordinamento sul territorio di competenza, nel rispetto dei vincoli imposti dalla UE e dallo Stato. Questa capacità non è come in passato limitata ad alcune Regioni di punta ma appare ormai fattore caratterizzante la maggior parte delle amministrazioni regionali. Con riferimento al il complesso degli interventi pubblici per il settore agricolo è stato di oltre 15 miliardi di euro, di 11 miliardi di Spesa Regionale euro se si escludono le agevolazioni derivanti dalla riduzione delle imposizioni tributarie e contributive di cui beneficiano gli operatori agricoli. L ammontare del sostegno riferito alla sola componente regionale è significativo perché si colloca su più di 6 miliardi di euro. Il sostegno regionale al settore che transita attraverso il bilancio delle Regioni, attinge, a sua volta, alle tre fonti di finanziamento che corrispondono ai tre livelli decisionali della politica agraria: quello comunitario, per la componente PSR delle regioni Obiettivo 1, rappresenta il 14% della spesa regionale, quello nazionale oltre il 31% e quello regionale il 55%. Se si esamina la sola componente di spesa che si riferisce alla sfera di esclusiva competenza regionale si osserva che le Regioni decidono sulla base di un attività programmatoria autonoma che si attua mediante l approvazione di una legge finanziaria regionale. Riguardo alla tipologia degli interventi finanziati, si osserva una grande variabilità tra le Regioni anche se si può rilevare una prevalenza di interventi in favore della competitività del settore, come lo sviluppo dell associazionismo e dei servizi alla produzione e commercializzazione. Si rileva anche una consistente presenza di interventi di agevolazione al credito per favorire iniziative di ristrutturazione, di ricapitalizzazione del capitale fondiario e di sostegno al mondo cooperativo. Molto diffusi sono anche gli interventi connessi alla promozione economica di prodotti e territori. 1 Il dato per il 2005 è in corso di rilevazione attraverso l indagine annuale dell INEA per la quantificazione dell intervento pubblico in agricoltura e sarà disponibile a fine

100 Spesa delle Regioni, totale erogato (000 euro) Piemonte Valle díaosta Lombardia Trentino-Alto Adige Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna

101 Leggi Nazionali Principali orientamenti e strategie per il settore Il DPEF ha individuato le priorità d intervento e le opportunità di crescita del settore agroalimentare, che la legge finanziaria 2007 (l. 27 dicembre 2006, n. 296, L.F. nel testo) ed altre normative hanno tradotto in disposizioni per il rafforzamento competitivo del sistema agroalimentare nazionale e lo sviluppo del settore. Agevolazioni fiscali e contributive IRAP (Imposta regionale sulle attività produttive) La L.F. ha fissato, per gli operatori dell agricoltura e della pesca, l aliquota per il 2006 all 1,9%, anziché al 3,75% e per il 2007 al 3,75% (art. 1, co. 390). IVA La legge 24 novembre 2006, n. 286, (cosiddetto collegato fiscale ), ha modificato il regime IVA e IRAP per i produttori agricoli (art. 2, c. 31 e 32), prevedendo che gli agricoltori, con un volume d affari inferiore a euro l anno, sono esonerati dal versamento dell IVA e da tutti gli obblighi documentali e contabili, compresa la dichiarazione annuale. Reddito domenicale e fabbricati La legge n. 286/06 ha modificato l obbligo di denuncia delle variazioni del reddito domenicale per i soggetti che richiedono i contributi Legge finanziaria 2007: stanziamenti a favore del settore agricolo e confronto con il 2006 (milioni di euro) Stanziamenti Fondo speciale di parte corrente (A) 6,41 0,05 Fondo speciale di conto capitale (B) 0,00 0,40 Stanziamenti autorizzati in relazione a disposizioni di legge (C) (Agea, Piano pesca, CRA, Enti vari) 324,82 370,83 Rifinanziamento di norme di sostegno all economia (D) (fondo solidarietà nazionale, fondo unico investimenti ecc.) 205,80 475,80 Leggi pluriennali di spesa (F) (comprensive dei rifinanziamenti del punto D) 333,21 425,60 Altri stanziamenti (F) (piano irriguo, internazionalizzazione, credito d imposta, piano forestale, ecc.) 4,80 180,30 In complesso 669,24 977,18 Fonte: La manovra finanziaria Le misure di interesse per l agricoltura, l agroalimentare, le foreste e la pesca. 99

102 agricoli (art. 2, c ); ha individuato i fabbricati che hanno perso le caratteristiche di ruralità e disciplinato la loro iscrizione in catasto (art. 2, c ); ha disciplinato l imposta sulle successioni e donazioni (art. 2, c ). Proroghe La L.F. ha prorogato a tutto il 2007 (art. 1, co. 394) l accisa zero per il gasolio utilizzato per le colture sotto serra e (art. 1, co. 392) il termine per le agevolazioni fiscali previste per la formazione e l arrotondamento della proprietà contadina. La legge 26 febbraio 2007, n.17, ha prorogato: - al 31 dicembre 2007 il termine per la denuncia dei pozzi (art. 2, comma 1). - il termine per l adeguamento degli statuti dei consorzi agrari al 30 aprile 2008 (art. 2, comma 5- quater) i termini per la ripresa dei pagamenti dei contributi previdenziali ed assistenziali sospesi per l influenza aviaria, prevedendo che la prima e la seconda rata si intendono utilmente versate, senza aggravio di interessi e sanzioni, entro il 29 dicembre 2006; la terza e la quarta rata potranno essere versate entro il 30 giugno 2007 (art. 2). - al 31 luglio 2007 l entrata in vigore della seconda parte del Codice ambientale, recante disposizioni in tema di VIA (Valutazione di impatto ambientale), VAS (Valutazione ambientale strategica) e AIA (Autorizzazione ambientale integrata) (art. 5, comma 2). - ha fissato la decorrenza dal 1 febbraio 2008 della disciplina del risarcimento diretto per i sinistri che coinvolgono le macchine agricole (art. 5, comma 5-ter). Ambiente e territorio La legge finanziaria per il 2007: - sostiene gli investimenti finalizzati all attuazione del Protocollo di Kyoto, istituendo un apposito fondo con una dotazione di 200 milioni di euro/anno. Le imprese agricole possono ricevere agevolazioni per impianti di microgenerazione diffusa, utilizzazione di fonti rinnovabili e sostituzione di motori elettrici (art. 1, commi ); - garantisce la realizzazione del Piano irriguo nazionale, stanziando circa 920 milioni di euro, quali contributi in conto capitale per le opere irrigue (art. 1, commi ); - stanzia 25 milioni di euro nel 2007 per il Fondo per la Montagna (art. 1, comma 1278); - prevede l adeguamento da parte delle Regioni per le Zone di prote-

103 zione speciale (ZPS), da operarsi con decreto del ministero dell Ambiente (art. 1, comma 1226). La legge 6 aprile 2007, n. 46, art. 2 bis, ha dettato disposizioni per l attuazione degli articoli 5, 6 e 9 del Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l alimentazione e l agricoltura, ratificato ai sensi della legge 6 aprile 2004, n Il d.m. 7 aprile 2006 del MIPAAF ha fissato i criteri e le norme tecniche generali per la disciplina regionale dell utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, di cui all articolo 38 del decreto legislativo 11 maggio 1999, n Il d. lgs. 5 aprile 2006, n. 190, ha dettato la disciplina sanzionatoria per le violazioni al regolamento (CE) n. 178/02 sui principi e requisiti generali della legislazione alimentare. Il d.m. 21 dicembre 2006 del MI- PAAF ha aggiornato la disciplina del regime di condizionalità della PAC, abrogando il precedente decreto del 15 dicembre Calamità naturali, emergenze sanitarie e crisi di mercato Calamità naturali La L.F. ha prorogato la rateizzazione dei crediti INPS, consentendo anche alle imprese agricole colpite da calamità naturali, fino al 31 dicembre 2005, di accedere alla rateizzazione decennale (art. 1, co. 1086). Influenza aviaria La legge n. 286/06 ha dettato disposizioni sui contributi previdenziali ed assistenziali agricoli, sospesi per l influenza aviaria. Crisi di mercato La L.F. ha istituito, presso il MIPAAF, il fondo per le crisi di mercato che consente di sbloccare gli stanziamenti milioni di euro - della legge n. 81/2006 (art. 1, co. 1072). Piano assicurativo agricolo Il decreto 27 dicembre 2006 del MI- PAAF ha disciplinato il Piano assicurativo agricolo per l anno 2007, integrando i precedenti piani e confermando il principio dell alternatività tra interventi compensativi e la copertura assicurativa (esclusione dalle agevolazioni dei danni alle produzioni e alle strutture ammissibili all assicurazione agevolata). Il decreto 12 febbraio 2007 del MI- PAAF ha emanato ulteriori disposizioni per la gestione dei rischi con polizze agevolate, al fine di semplificare le procedure ed assicurare maggiore trasparenza alla spesa ammissibile a contributo. Costo del lavoro e previdenza La L.F. ha disciplinato la materia del cosiddetto cuneo fiscale, consen- 101

104 tendo anche ai datori di lavoro agricoli di dedurre nel calcolo IRAP l importo di euro, su base annua, per ogni lavoratore indipendente a tempo indeterminato impiegato nel periodo d imposta. La deduzione è raddoppiata per i lavoratori impiegati nelle regioni del Meridione. Ha confermato, inoltre, la riduzione dei contributi per le assicurazioni obbligatorie contro gli infortuni sul lavoro, prevista per tutte le categorie di lavoratori (art. 1, co ). La legge 6 aprile 2007, n. 46, recante disposizioni per l attuazione di obblighi comunitari ed internazionali, art. 4-bis, ha previsto norme per la compensazione degli aiuti comunitari con i contributi previdenziali. Promozione internazionalizzazione La legge finanziaria per il 2007: ha disposto l integrazione della normativa sui provvedimenti per il sostegno alle esportazioni italiane, di cui all art. 10 del d.l. n. 251/81 relativo alla concessione di contributi ai consorzi export multiregionali dei settori agroalimentare, ittico e turistico alberghiero (art. 1, co. 935). - ha promosso l internazionalizzazione delle imprese agroalimentari, attraverso benefici fiscali per gli investimenti in attività di promozione pubblicitaria realizzati all estero. Il beneficio fiscale prevede l esclusione, dalla base imponibile del reddito, del 25% del valore di tali investimenti (art. 1, co ). - ha rifinanziato con 20 milioni di euro nel 2007 e 26 nel 2008 e 2009, le azioni promozionali a sostegno del made in Italy anche dei prodotti agroalimentari (art. 1, co. 936). Programmazione negoziata e contratti di filiera Il d.m. del 20 marzo 2006 del MI- PAAF ha definito alcune procedure relative alla stipula e gestione dei contratti di filiera, le modalità di presentazione dei rispettivi progetti esecutivi e le variazioni al programma di investimenti, successivi all approvazione da parte del CIPE. Il d.m. 27 aprile 2006 del ministero dello Sviluppo Economico (MSE) ha introdotto ulteriori disposizioni per l erogazione delle agevolazioni relative ai contratti d area ed ai patti territoriali. Il provvedimento, in particolare, ha disciplinato: le erogazioni a favore delle iniziative imprenditoriali nei settori dell agricoltura e della pesca; la revoca delle agevolazioni per mancato raggiungimento dell obiettivo occupazionale. La legge n. 286/06 ha previsto cambiamenti per i finanziamenti al-

105 la programmazione negoziata (cfr. commi 1 e 2, art. 8), facendo slittare al 1 gennaio 2007 l applicazione della riforma degli incentivi, introdotta dalla legge n. 80/05. Inoltre, ha revocato tutte le autorizzazioni concesse dal CIPE ai contratti di programma approvati dopo tale riforma. Pertanto, sino al 31 dicembre 2006 è rimasto bloccato il meccanismo che riduceva l erogazione dei contributi in conto capitale in favore di finanziamenti agevolati. I contratti di programma, già approvati dal CIPE secondo la riforma, sono stati revocati fino a nuove disposizioni, per consentire al MSE di riesaminare la concessione delle agevolazioni. Le risorse recuperate da tali revoche sono state destinate a favore dei contratti di programma precedentemente autorizzati. La delibera 22 dicembre 2006 del CIPE ha fissato il quadro finanziario delle risorse disponibili (408,51 milioni di euro) per il finanziamento di contratti di programma, tra cui diversi hanno riguardato la filiera agroalimentare, deliberati in precedenti sedute, secondo quanto previsto dalla legge n. 286/06. Promozione ed utilizzo di biocombustibili e bioenergie La legge finanziaria per il 2007: - ha introdotto modifiche per l immissione in consumo e per la tassazione dei biocarburanti. In particolare, viene modificata la normativa che ha fissato gli obiettivi indicativi nazionali per l immissione in consumo di biocarburanti ed altri carburanti rinnovabili. L obiettivo del 2,5% è anticipato al 31 dicembre 2008 e viene previsto un ulteriore innalzamento al 5,75%, entro il 31 dicembre 2010 (art.1, co. da 367 a 379). - ha esteso l aliquota IVA del 10% alle forniture di energia prodotta da fonti rinnovabili o da impianti di cogenerazione ad alto rendimento (art. 1, comma 384). - ha disposto l esenzione dall accisa, entro l importo massimo di 1 milione di euro/annui a decorrere dal 2007, per l olio vegetale puro utilizzato a fini energetici nel settore agricolo (art. 1, co. 380 e 381). - prevede la revisione della disciplina dei certificati verdi, per incentivare l impiego di prodotti di origine agricola e zootecnica (art. 1, co ). Il d.m. 8 novembre 2006 del MI- PAAF ha modificato il decreto 15 marzo 2005, concernente la normativa sui regimi di aiuto per le colture energetiche e l uso di superfici ritirate dalla produzione per ottenere materie prime, estendendo le possibilità concesse ai produttori agricoli nel campo delle energie rinnovabili. 103

106 104 Settori Bieticolo-saccarifero La delibera CIPE del 22 marzo 2006, n. 29, ha individuato nuove aree, interessate alla crisi del settore saccarifero, oggetto di estensione degli interventi di promozione industriale, di cui alla legge n. 181/89. La L.F. ha stanziato per il 2007, 65,8 milioni di euro per il fondo per la razionalizzazione e riconversione della produzione bieticolo-saccarifera. (art. 1, co. 1063). Il decreto del 25 settembre 2006 del MIPAAF ha apportato modifiche al regime di aiuti per la ristrutturazione della filiera bieticolo-saccarifera, con riferimento alle modalità di assegnazione della quota di aiuto alla ristrutturazione prevista per i bieticoltori e contoterzisti danneggiati dalla chiusura degli zuccherifici. La Conferenza Stato-Regioni del 21 dicembre 2006 ha approvato il programma nazionale di ristrutturazione del settore bieticolo-saccarifero che riguarda le misure di sostegno per la diversificazione produttiva del settore zucchero, da realizzare a livello regionale, come previsto dal reg. (CE) n. 320/06 per la ristrutturazione dell industria saccarifera nell UE. Frutta in guscio Il d.m. 14 aprile 2006 del MIPAAF ha individuato le procedure attuative per il regime di aiuti alle superfici per la frutta in guscio, previsto dalla normativa comunitaria (reg. (CE) n. 1973/04 e n. 1782/03). Vitivinicolo Il d.m. 27 aprile 2006 del MIPAAF ha ripartito tra le Regioni e le Province autonome le risorse finanziarie e gli ettari oggetto del regime di ristrutturazione e riconversione dei vigneti per la campagna (reg. (CE) n. 1493/99). Il decreto 29 marzo 2007 ha effettuato la ripartizione per la campagna Il d.m. 16 maggio 2006 del MI- PAAF, relativo all adozione del Codice di buone pratiche vitivinicole ha dettato disposizioni sulle caratteristiche, fabbricazione, distribuzione, uso e controllo delle fascette sostitutive dei contrassegni di Stato per i vini a denominazione di origine controllata e garantita (DOCG). Allevamenti bufalini La L.F. ha rilanciato il piano triennale per il contenimento e l eradicazione della brucellosi, previsto dalla legge n. 292/02 (art. 1, comma 1073). Quote latte La L.F. ha previsto per gli allevatori colpiti da blu tongue, in caso di eccedenza del 20% rispetto alla quo-

107 ta, che il prelievo supplementare non operi sulla parte eccedente (art. 1, comma 1087). Avicolo Il d.m. 14 settembre 2006 del MI- PAAF ha emanato le disposizioni applicative del reg. (CE) n. 1010/06, che attua in Italia le misure di sostegno cofinanziate dall UE per l avicoltura in seguito all emergenza aviaria. Apicoltura La L.F. ha disposto un accisa agevolata sul gasolio e sulla benzina a favore degli apicoltori (art. 1, co. 1066). Il d.m. 10 gennaio 2007 del MI- PAAF ha emanato il Documento programmatico per il settore apistico ; il decreto 16 gennaio 2007 ha disciplinato i contributi previsti per l assistenza tecnica, promozione, ricerca e investimenti nelle aziende apistiche, per un ammontare di risorse finanziarie di 2 milioni di euro annuali, per il periodo Agricoltura biologica e denominazione di origine La L.F. ha incrementato le risorse per l attuazione del Piano nazionale per l agricoltura biologica ed i prodotti biologici, attraverso un autorizzazione di spesa di 10 milioni di euro/annui, per il triennio e l art. 1, comma 1051 ha previsto un contributo per le spese di registrazione delle denominazioni di origine (art. 1, co. 1085). Tracciabilità e qualità prodotti agroalimentari Il d.m. 10 aprile 2006 del MIPAAF ha disciplinato la concessione dei contributi per la realizzazione di progetti finalizzati all adozione e diffusione di sistemi per la tracciabilità dei prodotti agroalimentari. Il d.m. 25 gennaio 2007 del MIPAAF ha stabilito criteri e modalità per la concessione di contributi a favore delle iniziative riguardanti la valorizzazione delle caratteristiche di qualità dei prodotti agricoli ed alimentari. Piano forestale La L.F. ha incentivato il Piano forestale nazionale con uno stanziamento di 10 milioni di euro per il 2007 e 50 milioni annui per il 2008 e 2009 (art. 1, co ). Legge comunitaria 2006 La legge 6 febbraio 2007, n. 13, recante Disposizioni per l adempimento di obblighi derivanti dall appartenenza dell Italia alle Comunità europee ha previsto alcune disposizioni sulla materia dei prodotti fitosanitari (artt. 16, 17) e sulla produzione d olio d oliva (art. 20). Per i fitosanitari, l articolo 16 ha introdotto modifiche sull immissione in commercio dei prodotti fitosanitari. 105

108 Per l olio di oliva le disposizioni sono finalizzate all adempimento degli obblighi di comunicazione all AGEA relativamente al regime di aiuto all ammasso privato di olio di oliva. Strumenti finanziari e sviluppo di impresa Credito d imposta La legge finanziaria 2007: - ha concesso, per il triennio ed entro il limite di spesa di 10 milioni di euro per ciascun anno, un credito d imposta alle imprese agricole e agroalimentari che producono prodotti biologici o prodotti a denominazione protetta (art. 1, co. 289 e 290). - ha riattivato lo strumento del credito d imposta per i nuovi investimenti nelle aree svantaggiate, prevedendo il sostegno per l acquisizione di beni strumentali nuovi anche per il settore agricolo 106 ed agroalimentare nelle regioni del Sud (art. 1, commi ). - ha previsto l applicazione specifica del credito d imposta per gli imprenditori agricoli, imprese e cooperative, su tutto il territorio nazionale. Il sostegno può essere erogato nei limiti di 10, 30 e 30 milioni di euro per il triennio (art. 1, co. 1075). Fondo per la competitività e lo sviluppo La L.F. ha istituto il Fondo per la competitività e lo sviluppo presso il MSE, prevedendo di concerto con il MIPAAF, il finanziamento di progetti innovativi per l efficienza energetica e per le nuove tecnologie per il made in Italy (art. 1, co. 841). Imprenditoria giovanile La L.F. ha previsto l istituzione di un apposito fondo per lo sviluppo dell imprenditoria giovanile in agricoltura con una dotazione finanziaria di 50 milioni di euro (art. 1, comma ). Il d.m. 28 dicembre 2006 del MI- PAAF ha dato disposizioni sul trasferimento delle risorse per l imprenditorialità giovanile in agricoltura da Sviluppo Italia a ISMEA. Sviluppo proprietà coltivatrice La L.F. ha autorizzato la Cassa depositi e prestiti a concedere all I- SMEA mutui ventennali di incentivo alla formazione della piccola proprietà coltivatrice, con pagamento degli interessi a carico dello Stato, con un limite di impegno di 2 milioni di euro/anno, a decorrere dal 2007 (art. 1, co. 1081). Sviluppo società in agricoltura La L.F. ha dato la possibilità alle società di persone e alle società agricole a responsabilità limitata, di optare per l applicazione di un regi-

109 me fiscale più favorevole (tassazione in base al reddito catastale agrario, art. 32, testo unico imposte sui redditi) (art. 1, co e 1096). Attività di vendita La L.F., per promuovere la vendita diretta di prodotti agricoli da parte degli imprenditori agricoli, ha innalzato da a euro, per gli imprenditori individuali e, da 2 milioni a 4 milioni di euro, per le società, il valore della produzione non proveniente dalla propria azienda che gli imprenditori agricoli possono vendere direttamente, in deroga alla disciplina generale del commercio (art. 1, co ). Ricerca e sviluppo La L.F. ha attivato il credito d imposta per attività di ricerca e sviluppo, consentendo anche alle imprese agricole ed agroalimentari di accedere ai benefici entro il limite del 10% dei costi sostenuti per attività di ricerca industriale e sviluppo (art. 1, comma 280). 107

110

111 APPENDICE

112 Revisione dei Conti Economici Dal 2006 l ISTAT ha adottato la revisione generale dei conti nazionali. Le principali novità dei conti dell agricoltura riguardano: Produzione: l integrazione delle stime ha riguardato principalmente le attività dei servizi connessi e le attività secondarie tipiche delle aziende agricole, nonché singoli prodotti quali vivaismo ornamentale, paglia, allevamenti minori e produzioni minori. Consumi intermedi: vi è stata una profonda revisione di gran parte delle componenti dei costi, con particolare riguardo all energia, mangimi e spese di stalla, sementi e piantine, servizi e spese varie. I nuovi costi intermedi comprendono anche i SIFIM - Servizi d intermediazione finanziaria indirettamente misurati. Costi e ricavi: la consueta stima, sia della produzione che dei consumi intermedi, viene integrata con i dati della rilevazione diretta di costi e ricavi, ottenuti con l indagine sui risultati economici delle aziende agricole REA. Attività secondarie: nell aggregato vengono considerate sia le attività effettuate nell ambito della branca agricoltura (agriturismo, trasformazione aziendale latte, frutta e carne, acquacoltura, vendite dirette) sia quelle esercitate da altre branche di attività economiche, soprattutto commercio e trasformazione, per la produzione di beni agricoli. Indici a catena: per le valutazioni in volume sono utilizzati gli indici a catena che determinano i valori concatenati, con l anno di riferimento Questi valori sostituiscono gli aggregati a prezzi costanti. 110

113 Contributi alla produzione Con l entrata in vigore nel 2005 della riforma della PAC e l introduzione del pagamento unico per azienda è stata rivista la classificazione degli aiuti che prima confluivano nel prezzo base. Ora vengono classificati in: Contributi ai prodotti, Altri contributi alla produzione, e Contributi per altre attività economiche. Solo la prima categoria contributi ai prodotti rientra nella valutazione del prezzo base. Consumi intermedi Aggregato delle spese correnti delle aziende agricole. Accanto a quelle tradizionali (sementi, concimi, antiparassitari, mangimi, energia, acqua irrigua e servizi vari) sono state calcolate anche: manutenzione e riparazione di macchine e attrezzature agricole, spese veterinarie, spese di trasformazione e imbottigliamento, Glossario collaudi e analisi tecniche, spese di pubblicità, studi di mercato e servizi di ricerca, spese associative, assicurative, bancarie e finanziarie, per consulenze legali e contabili. A queste voci vanno aggiunti i reimpieghi. Contoterzismo Fornitura di mezzi meccanici da parte di ditte e/o società specializzate nello svolgimento di attività produttive aziendali (aratura, semina, raccolta, ecc.). Famiglia del conduttore L insieme delle persone coabitanti legate da vincoli di matrimonio o parentela, affinità, adozione, tutela o affettivi. Fatturato L ammontare di tutte le fatture emesse nel periodo di riferimento per vendite sul mercato interno ed estero. Il valore del fatturato si intende al netto dell IVA fatturata ai clienti, degli abbuoni e sconti e al lordo delle spese (trasporti, imballaggi, ecc.) e delle altre imposte addebitate ai clienti (per es. imposta di fabbricazione). Nel fatturato sono comprese anche le vendite di prodotti non trasformati dall impresa e le fatture per prestazioni di servizi e per lavorazioni eseguite per conto terzi su materie prime da essi fornite; sono escluse le vendite dei capitali fissi dell impresa. Grande distribuzione L impresa che possiede punti vendita operanti nella forma di supermercato, ipermercato, discount, grande magazzino, altra impresa specializzata di grande superficie. Imposte I prelievi obbligatori operati dalle amministrazioni pubbliche. Sono di 111

114 due specie: le imposte dirette, che sono prelevate periodicamente sul reddito e sul patrimonio; le imposte indirette, che operano sulla produzione e sulle importazioni di beni e servizi, sull utilizzazione del lavoro, sulla proprietà e sull utilizzo di terreni, fabbricati o altri beni impiegati nell attività di produzione. Manodopera extrafamiliare Operai a tempo indeterminato, categorie speciali, impiegati, dirigenti, operai a tempo determinato e coloni impropri. Manodopera familiare Persone di 15 anni e più appartenenti alla famiglia del conduttore che svolgono lavoro agricolo nell azienda. 112 PIL - Prodotto interno lordo Il PIL è costituito dal valore complessivo dei beni e servizi prodotti all interno di un paese, durante un determinato periodo di tempo (di solito un anno solare). Non comprende il valore dei beni e servizi intermedi. Produzione al prezzo di base Con il SEC 95 vengono inclusi nella produzione i reimpieghi e gli scambi fra le aziende agricole, nonché i servizi annessi all agricoltura. La valorizzazione della produzione viene effettuata al prezzo di base, cioè al prezzo ricevuto dal produttore per unità di prodotto, dedotte le imposte sul prodotto e inclusi tutti i contributi legati al prodotto stesso. Si escludono i contributi non commisurati ai prodotti. Reimpieghi Con il SEC 95 si distingue tra quelli reimpiegati nell ambito della stessa azienda e quelli oggetto di scambio tra aziende agricole con contropartita di carattere economico. Dalla nuova valutazione vanno escluse dal calcolo le seguenti produzioni: uve per la produzione di vino da parte delle aziende agricole, in quanto il relativo valore è compreso nella trasformazione del vino; olive destinate alla produzione di olio direttamente da parte delle aziende agricole; il latte destinato all alimentazione dei redi nell ambito della stessa azienda agricola; le foraggere permanenti non oggetto di compravendita tra aziende agricole; i sottoprodotti senza valore economico; le sementi riutilizzate nell ambito della stessa azienda agricola. Vanno invece incluse nel calcolo dei reimpieghi: le sementi, che hanno un valore economico e che sono vendute ad altre aziende agricole; i prodotti utilizzati anche nell alimentazione del bestiame; le produzioni foraggere direttamente com-

115 mercializzabili (fieno, insilati di mais, ecc.). Servizi connessi Esercizio per conto terzi e noleggio di mezzi e di macchine agricole con personale; raccolta, prima lavorazione (esclusa trasformazione), conservazione di prodotti agricoli e altre attività dei servizi connessi all agricoltura svolti per conto terzi; sistemazione di parchi, giardini e aiuole; attività dei servizi connessi all allevamento del bestiame, esclusi i servizi veterinari. SN - Saldo normalizzato È dato dal rapporto percentuale tra il saldo semplice (esportazioni - importazioni) e il volume di commercio (esportazioni + importazioni); varia tra -100 (assenza di esportazioni) e (assenza di importazioni) e consente di confrontare la performance commerciale di aggregati di prodotti diversi e di diverso valore assoluto. SAU - Superficie agricola utilizzata Costituita dall insieme dei seminativi, prati permanenti e pascoli, coltivazioni legnose agrarie, orti familiari e castagneti da frutto. UL - Unità di lavoro Unità di analisi che quantifica in modo omogeneo il volume di lavoro svolto da coloro che partecipano, con diverse modalità ed intensità di tempi, al processo di produzione realizzato sul territorio economico di un paese, a prescindere dalla loro residenza. L insieme delle unità di lavoro è ottenuto dalla somma delle posizioni lavorative a tempo pieno e dalle posizioni lavorative a tempo parziale (principali e secondarie), trasformate in unità a tempo pieno. VA - Valore aggiunto È il saldo tra la produzione e i consumi intermedi, in cui la produzione è valutata ai prezzi di base, cioè al netto delle imposte sui prodotti e al lordo dei contributi ai prodotti. La produzione valutata ai prezzi di base si differenzia da quella valutata al costo dei fattori: quest ultima è al netto di tutte le imposte (sia quelle sui prodotti, sia le altre imposte sulla produzione) e al lordo di tutti i contributi (sia i contributi commisurati al valore dei beni prodotti, sia gli altri contributi alla produzione). 113

116 Ammortamenti Calcolati secondo il criterio del valore di sostituzione per piantagioni (inclusi gli impianti forestali), fabbricati, impianti fissi, miglioramenti fondiari, macchine e attrezzi. Consumi intermedi Derivano dalla somma dei costi specifici (inclusi i reimpieghi) e dei costi generali di produzione sostenuti nell anno contabile di riferimento (costi non attribuibili specificatamente ad una singola produzione: manutenzione ordinaria di edifici e macchine, energia, contoterzismo acqua, assicurazioni sulle produzioni, utenze, ecc.). Costi fissi Comprendono gli oneri sostenuti per l impiego di fattori produttivi (ammortamenti, salari, oneri sociali, quote di accantonamento per il TFR, 114 Glossario RICA affitti passivi di terreni, interessi di capitali presi a prestito, imposte e tasse, altre spese generali e fondiarie, contributi IVA passivi) che vengono impiegati per più anni nel processo produttivo, nonché le sopravvenienze passive (derivanti da crediti, portafoglio, debiti). Costi variabili Includono tutti gli oneri sostenuti, compresi i reimpieghi di prodotti aziendali, per i mezzi tecnici a logorio totale, quelli cioè che esauriscono il loro effetto nel corso dell annata (sementi, concimi, mangimi, energia, ecc.), nonché per l impiego di manodopera avventizia. Fattori esterni e Stato Questa voce rappresenta i costi sostenuti dall azienda per salari e oneri sociali, per affitti passivi, interessi passivi, e per tasse e IVA (sia sulle operazioni correnti, sia sugli investimenti). OTE - Orientamento tecnico economico La classificazione delle aziende agricole per OTE si basa sulla determinazione del peso economico delle varie attività produttive presenti in azienda e sulla loro combinazione. A tal fine, utilizzando i RLS della zona in cui ricade l azienda, si moltiplicano gli ettari coltivati o il numero dei capi allevati per il corrispondente RLS. La combinazione ottenuta si confronta con uno schema tipologico che serve ad individuare gli OTE secondo criteri stabiliti a livello comunitario e validi per tutte le statistiche ufficiali. Un azienda viene detta specializzata quando il RLS di una o più attività produttive affini supera i 2/3 del RLS totale dell azienda. Dal 2001

117 la tipologia adottata è quella del reg. 1555/01. PL - Produzione lorda Valore delle produzioni delle colture e degli allevamenti e di altri prodotti aziendali; comprende: vendite, reimpieghi, autoconsumi, variazioni delle scorte vive e del magazzino, prodotti aziendali. A tale valore è stato sommato l ammontare dei contributi pubblici ricevuti da ciascuna azienda; la variabile così ottenuta misura quindi l ammontare effettivo ricevuto dall agricoltore per i propri prodotti in accordo con il criterio del prezzo di base indicato nella metodologia del SEC95. PLV - Produzione lorda vendibile Valore dei prodotti aziendali venduti, di quelli destinati all autoconsumo, alla remunerazione dei salariati, alle immobilizzazioni; tiene conto delle variazioni delle giacenze di prodotti in magazzino. Per gli allevamenti, l utile lordo, oltre che delle vendite e degli acquisti, tiene conto degli incrementi di valore registrati nell esercizio per i capi destinati all ingrasso e per quelli di allevamento che passano di categoria. La produzione vendibile comprende anche le sopravvenienze attive (derivanti da crediti, portafoglio, debiti) e altre entrate aziendali tra le quali quelle derivanti da attività agrituristiche collegate all azienda, dagli affitti attivi e dal noleggio di macchine aziendali (se occasionale), nonché i contributi pubblici percepiti dall azienda per calamità, per sostegno agli oneri, per terreni presi in affitto, per contributi IVA attivi. Reddito netto familiare Calcolato come (PL - (consumi intermedi + ammortamenti + fattori esterni e Stato). Rappresenta la remunerazione dei fattori fissi di produzione apportati dall imprenditore e dalla sua famiglia (terra, lavoro familiare e capitale) e del rischio imprenditoriale. RLS - Reddito lordo standard Si tratta di un parametro determinato per definite attività produttive mediante differenza tra la produzione vendibile e l importo di alcuni costi specifici (sementi, concimi, antiparassitari, mangimi, foraggi, ecc.) esclusi quelli per l impiego della manodopera e delle macchine. I redditi lordi così determinati vengono definiti standard in quanto la produzione vendibile ed i costi sono calcolati su una media triennale e con riferimento a determinate aree geografiche (regioni e province autonome). I RLS sono espressi in euro ed aggiornati dall INEA in 115

118 occasione delle indagini strutturali e dei censimenti condotti dall ISTAT. L ammontare dei RLS corrispondenti alle attività produttive aziendali diviso equivale alla dimensione economica dell azienda ed è espresso in UDE. UDE - Unità di dimensione europea È dato dal RLS aziendale diviso ULF - Unità di lavoro familiare Persone che lavorano in azienda e che non ricevono salario o stipendio ma sono remunerate attraverso il reddito che rimane alla famiglia derivante dallo svolgimento dell attività agricola. 116

119 Indirizzi e Siti Utili Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali 06/ ASSESSORATI REGIONALI PER L AGRICOLTURA Abruzzo 085/ Basilicata 0971/ Calabria 0961/ Campania 081/ Emilia-Romagna 051/ Friuli-Venezia Giulia 0432/ Lazio 06/ Liguria 010/ Lombardia 02/ Marche 071/ Molise 0874/ Piemonte 011/ Puglia 080/ Sardegna 070/ Sicilia 091/ Toscana 055/ Provincia Autonoma di Trento 0461/ Provincia Autonoma di Bolzano 0471/ Umbria 075/ Valle d Aosta 0165/ Veneto 041/

120 ENTI ED ISTITUTI DI RICERCA DI INTERESSE NAZIONALE AGEA Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura APAT Agenzia per la Protezione dell Ambiente e per i Servizi Tecnici APRE Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche CRA Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura ENEA Ente per le Nuove Tecnologie, l Energia e l Ambiente ENSE Ente Nazionale Sementi Elette ENTERISI Ente nazionale risi Federalimentare INFS Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica Ozzano dell Emilia - Bologna Via Cà Fornacetta, 9 INRAN Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione IREPA Istituto Ricerche Economiche per la Pesca e l Acquacoltura ISMEA Istituto di Servizi per Mercato Agricolo Alimentare ISTAT Istituto Nazionale di Statistica ISAE Istituto di Studi e Analisi economica Istituto Superiore di Sanità NOMISMA Istituto Agronomico per l Oltremare ICRAM Istituto Centrale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica Applicata al Mare

121 ISTITUZIONI NAZIONALI, EUROPEE ED INTERNAZIONALI Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Senato della Repubblica Camera dei Deputati Corpo Forestale dello Stato Eurostat Unione Europea Commissione Europea Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale _it.htm FAO INRA IFAD WTO 119

122 Comitato di redazione Francesca Marras (coordinamento), Laura Aguglia, Antonella De Cicco, Maria Carmela Macrì, Raoul Romano e Roberta Sardone Gruppo di lavoro Laura Aguglia, Davide Bortolozzo, Lucia Briamonte, Antonella De Cicco, Roberto Giordani, Sabrina Giuca, Maria Carmela Macrì, Francesca Marras, Roberto Murano, Maria Cristina Nencioni, Maria Rosaria Pupo d Andrea, Raoul Romano, Mauro Santangelo, Roberta Sardone, Raffaella Zucaro Coordinamento editoriale Federica Giralico Elaborazioni Fabio Iacobini e Marco Amato Progettazione grafica Sofia Mannozzi Realizzazione grafica Laura Fafone Segreteria Giulia Foglia e Roberta Ioiò Edizione Internet Massimo Perinotto Stampa Stilgrafica s.r.l. Via Ignazio Pettinengo, 31/ Roma Finito di stampare nel mese di Settembre 2007

123 NORD-OVEST Piemonte Valle d Aosta Lombardia Liguria NORD-EST Trentino-Alto Adige Veneto Fiuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna CENTRO Toscana Umbria Marche Lazio SUD e ISOLE Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna PAESI UE 1 Belgio ( ) 2 Francia ( ) 3 Germania ( ) 4 Italia ( ) 5 Lussemburgo ( ) 6 Paesi Bassi ( ) 7 Danimarca 8 Irlanda ( ) 9 Regno Unito 10 Grecia ( ) 11 Portogallo ( ) 12 Spagna ( ) 13 Austria ( ) 14 Finlandia ( ) 15 Svezia 16 Polonia 17 Ungheria 18 Lituania 19 Lettonia 20 Estonia 21 Slovenia 22 Rep. Ceca 23 Rep. Slovacca 24 Cipro 25 Malta 26 Bulgaria 27 Romania

124 ISBN

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