E POSSIBILE RENDERE LA RIMOZIONE DELL AZOTO DIFFUSO SOSTENIBILE PER LE AZIENDE AGRICOLE?

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1 E POSSIBILE RENDERE LA RIMOZIONE DELL AZOTO DIFFUSO SOSTENIBILE PER LE AZIENDE AGRICOLE? Barbara Lazzaro insieme con Irene Martini, Sergio Measso, Francesco Lamo, Cettina Girgenti (Regione del Veneto Direzione Agroambiente) Riassunto L intervento presenta la sintesi di venti anni di applicazione delle misure agroambientali nel Veneto (dal regolamento 2078/92 alla valutazione in itinere sul Programma di Sviluppo Rurale ) mettendo in evidenza il patrimonio di siepi e fasce tampone che è stato finora realizzato, ripristinato o conservato con le iniziative agroambientali di carattere volontario promosse dalla Regione, sia con risorse recate dalla Programmazione comunitaria di settore, sia con le risorse derivanti dai riparti finanziari assegnati al settore agricolo dalla Legge Speciale per Venezia (questo a partire dal 1998). Sulla base di quanto finora promosso e sviluppato in ambito regionale, viene presentato il lavoro di ricognizione gis attualmente in fieri da parte degli uffici riguardante tutte le tipologie di formazioni lineari arboree ed arbustive attualmente oggetto di finanziamento da parte della programmazione regionale di settore e sono infine esposte alcune considerazioni riguardo alla sostenibilità agronomica/economica del controllo mediante buffer strips dei carichi di azoto diffuso. Parole chiave: siepi e fasce tampone, nitrati, programmazione agroambientale comunitaria, Legge Speciale per Venezia. Introduzione e sviluppo Con l applicazione a partire dal 1993 della Misura D1a azioni di conservazione e/o ripristino di spazi naturali e seminaturali, di elementi dell agroecosistema e del paesaggio agrario del Regolamento 2078/92, la Regione del Veneto ha iniziato a promuovere una pluralità di interventi finalizzati al recupero di aspetti del paesaggio rurale tradizionale, tra cui le siepi. Come osservava INEA nel Rapporto regionale sulle misure agroambientali in Italia, fino al 1996 l attuazione della Misura D1a in Veneto, se confrontata con le altre regioni del nord Italia, risultava una delle minori in termini assoluti. Nel 1997, invece, viene registrato un raddoppio delle adesioni, che porta a 850 ettari le superfici destinate alla messa a dimora di nuove siepi e filari di alberi. La prima applicazione di finanziamenti ad adesione volontaria per la conservazione di siepi arboreo/arbustive mette in luce le difficoltà dovute alla scarsa informazione degli operatori, quelle associate all elevata superficie minima aziendale da investire con l impegno agroambientale (almeno il 5% della SAU), nonché la difficoltà operativa connessa alla valorizzazione di ambiti che da tempo ormai dimostravano di aver perduto interesse economico per l azienda agricola (ciò dovuto anche alla sostituzione nell uso comune della legna da ardere con i combustibili fossili). Quanto traspare dalle conclusioni di INEA è la buona potenzialità di tali interventi nel futuro, oltre alla necessità di sensibilizzare gli operatori a rendersi parte attiva in tal senso, considerato che le iniziative di recupero di siepi e filari avevano nel complesso riguardato solo l 1% della superficie regionale e l 1,4% delle aziende agricole complessivamente operanti in regione. Altro aspetto di interesse è che, già nelle conclusioni dell attività , INEA proponeva di potenziare la diffusione di tali interventi introducendo, fra le altre, anche le fasce tampone lungo i corsi d acqua tra gli interventi cui riconoscere premi agroambientali. Veneto Agricoltura, dal canto suo, nel 1 rapporto sull agro-ambiente del Veneto, affrontando il monitoraggio quali-quantitativo degli interventi agroambientali realizzati con la Misura D1a dal 1993 al 2000 evidenzia che, per raggiungere la superficie minima finanziabile, l azienda beneficiaria si è trovata spesso nella condizione di realizzare nuovi impianti, oltre che a ripristinare le siepi in stato di degrado compositivo e strutturale, per le quali era più semplice e conveniente un intervento di recupero. Altro aspetto importante da segnalare, è che in tutte le tipologie di formazioni arboreo-arbustive lineari il rapporto di Veneto Agricoltura evidenzia un elevato valore percentuale della localizzazione lungo i corsi d acqua, i fossi e le scoline. Ancora, il rapporto di Veneto Agricoltura segnala che la mancanza di una superficie minima da porre a contributo, definita in termini assoluti, ha consentito il finanziamento di molti tratti di siepi e filari poco rilevanti dal punto di vista ambientale e paesaggistico, se considerati singolarmente. Riguardo alla composizione specifica delle siepi è stata rilevata una marcata presenza di specie quali salici, platano e robinia, cui si associano pioppo bianco, acero campestre, olmo campestre, ontano nero e sambuco nero. Il monitoraggio ambientale di Veneto Agricoltura stima che le formazioni finanziate per la prima volta nell anno , una presenza in Regione di 151 km di alberature interpoderali, 93 km di siepi alte, 78

2 km di siepi basse e 950 km di siepi medie soggette a premi agroambientali (che rappresenta un aumento del 64% rispetto alla lunghezza stimata per la stessa tipologia di interventi nelle 6 annate agrarie precedenti [lunghezza complessiva stimata = 1475 km]). Ecco che la siepe media, normalmente già presente lungo i confini e i fossati aziendali, ripristinata, riportata a densità colma e mantenuta a cura del proprietario, rappresenta la realtà aziendale più frequentemente proposta a finanziamento. Nella maggioranza dei casi (89,5%) si tratta di interventi di ripristino, in particolare di recupero della densità colma e di manutenzione di entità già esistenti. Da segnalare anche che il rapporto di Veneto Agricoltura non riscontra differenze significative né nella distribuzione degli interventi, né nelle caratteristiche aziendali delle aziende beneficiarie rispetto a quanto verificatosi nel primo quinquennio di applicazione della Misura D1a. Diversamente, viene segnalato come il crescente continuo interesse delle aziende per le azioni di mantenimento delle siepi sia in grado di suggerire le buone potenzialità che potrebbero dimostrare gli elementi di rinaturalizzazione del territorio rurale e la riqualificazione paesaggistica. Stimando il 95% della superficie interessata attribuibile a siepi e filari con una fascia media di rispetto tra i 4,5 e i 5 metri, nel in Veneto 2000 risultavano interessati dalle misure agroambientali circa 3000 km di formazioni arboree lineari. Di queste, una esigua minoranza era costituita da siepi di nuovo impianto, in media il 15%. Nonostante il notevole successo, un fattore limitante che emergeva era la mancata differenziazione del premio agroambientale fra nuovi impianti e manutenzione degli esistenti, che sottocompensava le aziende dove erano rilevanti gli impianti ex novo. Sarebbe, infatti, stato opportuno considerare che conservare siepi esistenti implicava minori investimenti e minore sottrazione di SAU aziendale rispetto a quanto accade con la realizzazione di nuovi impianti. Il rapporto di Veneto Agricoltura chiude segnalando l opportunità di incentivare lo sviluppo di interventi concentrati in aree sensibili in modo da rendere più efficaci i benefici ambientali plurimi connessi alla presenza di siepi, non ultimo quello di effetto tampone dei nutrienti dilavati dai campi coltivati. La svolta decisiva nel rafforzare la presenza di nuovi impianti di formazioni lineari arboreo-arbustive con funzione filtro dei nutrienti soggetti a run-off superficiale e a percolazione profonda si ha con il bando di apertura termini attivato con la DGR 2116/2002 con le risorse notificate come Aiuto di Stato in agricoltura della Legge Speciale per Venezia (Aiuti nn. 412/2001, 53/2003 e 367/2004). Con la misura C5.1.3.b del Piano Direttore 2000 sono stati realizzati in Bacino scolante interventi su 652 km di fasce tampone che hanno interessato 406 aziende agricole per un totale di aiuti agroambientali riconosciuti per impegni quinquennali volontari pari a poco meno di Euro. Che si sommano, in questo ambito delicato, alle risorse nel contempo già stanziate a livello regionale dal Piano di Sviluppo Rurale con la Misura 6 Agroambiente, rivolte al mantenimento e all introduzione di siepi e fasce tampone con l Azione 13 (siepi e boschetti) e l Azione 4 (Fasce tampone). Con la Misura C5.1.3b del Piano Direttore per la prima volta la programmazione regionale definisce la fascia tampone, intesa come superficie decorrente lungo corsi d acqua, fossi o scoline, in diretta connessione idraulica di emungimento con le aree coltivate. Per la prima volta l obiettivo specifico ESCLUSIVO è il contenimento dell inquinamento diffuso determinato dall attività agricola tramite lo sfruttamento della capacità depurativa della vegetazione erbacea ed arboreo-arbustiva. L orientamento della proposta è infatti quello di valorizzare il sistema di relazioni fra il terreno interessato dalla coltivazione ed il sistema idrico superficiale, massimizzandone l efficacia in termini di effetto tampone, anche tramite l aumento della superficie di interscambio. La sfida è ambiziosa, perché permette all agricoltore di interessare alla Misura fino al 20% della SAU aziendale, a partire da una dimensione minima di 0,25 ha. Per la realizzazione dell azione costituisce documento scientifico di riferimento la pubblicazione edita da Veneto Agricoltura e dal Consorzio di bonifica Dese-Sile intitolata Fasce tampone boscate in ambiente agricolo realizzata nell ambito del progetto LIFE 99 su finanziamento della Commissione Europea. L importo del compenso riconosciuto è ben distinto fra siepi in conservazione (0,5 mq/anno) e siepi di nuovo impianto (1,5 mq/anno), mentre ai metri quadri di superficie inerbita pertinente alla formazione arboreo-arbustiva è riconosciuto un compenso di 0,1 /mq/anno. Gli importi del premio agroambientale sono gli stessi che sono riconosciuti dal PSR per le azioni 13 e 4 della Misura 6, che in ambito regionale risultano aver finanziato (Valutazione ex post PSR ) rispettivamente 134 e 1368 ettari di impianti lineari, per una spesa complessiva di euro e euro circa. Quanto contraddistingue in termini operativi l attività svolta con la Legge Speciale per Venezia è stato l aver potuto mettere in atto una vera e propria esperienza pilota anche dal punto di vista tecnico-amministrativo.

3 E il primo caso di impegno agroambientale regionale esclusivo per ambito (ambito di applicazione è il Bacino Scolante in laguna di Venezia, che comprende parte delle province di Venezia, Padova e Treviso, oltre a quattro comuni della Provincia di Vicenza). E il primo caso nel quale tutti gli interventi realizzati sono stati, uno ad uno, soggetti a verifica e collaudo prima di essere ammessi a contributo. Per ogni formazione lineare aziendale è stata verificata la connessione diretta degli impianti con la rete scolante aziendale/interaziendale. Ogni formazione lineare è stata inserita, catalogata e georeferenziata su GIS, e ciò permette tutt ora di classificare tutte le formazioni lineari con certa funzione di fascia tampone laddove anche oggi siano oggetto di pagamento agroambientale nell ambito del Programma di Sviluppo Rurale con la Misura 214a. La realizzazione ed il mantenimento di fasce tampone intese come ecosistemi filtro trova continuità nelle attuali pianificazioni e programmazioni territoriali per la tutela delle risorse idriche ed ambientali, in linea con le strategie comunitarie di settore. Infatti, nell ambito della Misura 214a del PSR Veneto è stata introdotta la priorità al mantenimento e conservazione degli impianti arboreo-arbustivi realizzati nell ambito del Bacino Scolante in laguna di Venezia proprio al fine di dare continuità operativa e gestionale all azione di starter promossa nel territorio con la Legge Speciale per Venezia, al fine di garantire continuità ed efficacia nell azione ambientale a margine degli appezzamenti coltivati. Anche la Valutazione intermedia (dicembre 2010) del PSR redatta dal Soggetto valutatore indipendente Agriconsulting sottolinea per la Misura 214a la elevata e potenziale efficacia principalmente rispetto agli obiettivi di riduzione dei fattori di inquinamento di origine agricola della risorsa idrica, rimarcando che le domande che riguardano almeno in parte aziende localizzate in almeno una delle aree ritenute prioritarie (ZVN, punti di captazione, ) sono limitate al 22% del totale. Attualmente le aziende beneficiarie dell azione con i primi tre bandi (2008, 2009, 2010) sono 1922, per un totale di superfici interessate in forma diretta dalle fasce tampone pari a ettari. In Allegato alla relazione di Valutazione intermedia è interessante soffermarsi sull approfondimento curato dal Prof. Carlo Giupponi dell Università degli Studi di Venezia per Agriconsulting in merito alla stima del beneficio ambientale delle fasce tampone, utilizzando come caso studio i rilievi dei nuovi impianti messi a dimora in Provincia di Venezia e quelli in corso di mantenimento nel area del Bacino Scolante in laguna di Venezia. Dopo una attenta analisi bibliografica degli effetti misurati in ambito internazionale sulle fasce tampone, viene posta attenzione agli studi condotti in particolare in Veneto dall Università di Padova, da Veneto Agricoltura e dai Consorzi di bonifica. Dall analisi dei dati di abbattimento ottenuti da Borin et. al (2005, 2010) oltre che dai lavori di Gumiero e Boz (in particolare 2007 e 2010) sul sito NICOLAS viene consolidata la stima della percentuale di abbattimento delle forme azotate da parte di una FTB matura intorno al valore dell 80%. Sono state, poi, definite le percentuali medie rispetto al carico generato per i rilasci di azoto nei deflussi superficiali e sottosuperficiali facendo riferimento ai risultati ottenuti dalle simulazioni di ARPAV con il modello MACRO nelle elaborazioni fatte per la redazione del Piano di Tutela delle Acque del Veneto (2009) valutando la quota di carico azotato che può mediamente transitare con i deflussi berso la fascia tampone, e che quindi è soggetta successivamente a fenomeni di riduzione (mediamente circa il 6%). Identificate le fasce tampone con il piano tematico GIS, quantificati i carichi di nutrienti sulle superfici coltivate che possono potenzialmente veicolare i flussi, è stata definita la quota parte dei carichi di input che viene veicolata nei deflussi superficiali e sottosuperficiali rispetto al carico complessivo, utilizzando anche una serie di profili pedologici dalla Carta dei suoli ARPAV che risultano rappresentativi dell area studio. Dopo aver definito i coefficienti di abbattimento per stimare la frazione di azoto sottratta al potenziale deflusso dai corpi idrici superficiali, i risultati ottenuti sono stati i seguenti: - considerando l area studio, la lunghezza delle FT esaminate era pari a 562 km corrispondente ad un area tributaria di 1686 ha; - a fronte di un carico lordo di azoto nell area tributaria di kgn, il carico di azoto veicolato dall area tributaria è di kgn e quello rimosso dalle fasce tampone oggetto di pagamento agroambientale pari a kgn. Conclusione Sebbene sia scientificamente riconosciuta l efficacia ambientale delle fasce tampone nel controllo dei carichi di azoto diffuso, sebbene tali strutture lineari siano divenute nel corso degli ultimi 20 anni parte integrante della programmazione comunitaria e nazionale, sebbene siano fortemente volute anche dall applicazione

4 nazionale e regionale della Direttiva Nitrati 1, sono principalmente frutto della VOLONTARIA consapevolezza ambientale e operativo-gestionale dell agricoltore, sia quando sono oggetto di recupero e riqualificazione, sia quando sono formazioni di nuovo impianto. Ora nel Veneto costituiscono un patrimonio irrinunciabile, dal punto di vista ecologico, naturalistico e paesaggistico, e devono essere tutelate evitando di inserirle in un contesto d obbligo, quale può dimostrarsi l applicazione, a partire dal 1 gennaio 2012, del nuovo standard obbligatorio 5.2 di Condizionalità stabilito dal Reg. 73/2009. I timori degli agricoltori a questo riguardo sono dimostrati dalla poca appetibilità che ha suscitato l adesione alla Misura del PSR, che finanzia il nuovo impianto di fasce tampone. Ampia è la discussione al riguardo in campo internazionale. Ma ogni discussione scientifica o decisione amministrativa, anche collegiale, per essere efficace e tradursi in impatti ambientali concreti e misurabili, si deve sempre confrontare con la realtà operativa. Anni di valutazioni, programmazioni e analisi sulle programmazioni dimostrano che la siepe/fascia tampone, sebbene ecologicamente efficace, non si sposi affatto nel contesto ordinario regionale veneto con la possibile e definibile valenza economica derivante dalla produzione di legna da ardere (la produzione non è comunque uniforme, visto l obbligo imposto di non mettere a dimora siepi monospecifiche), né dalla produzione di paleria o di miele, Diversamente, significativi sono i costi gestionali connessi alla gestione della componente erbacea, arborea ed arbustiva, quella delle piante lianose invadenti, nonché quella dovuta al necessario mantenimento in efficienza della rete scolante aziendale contigua e pertinente (le avversità atmosferiche che hanno colpito il Veneto a novembre 2010 rendono prioritarie valutazioni su tale aspetto). La ricostituzione ventennale di questo patrimonio arboreo ed arbustivo negli ambiti di pianura e collina deve essere preservato. Varrebbe la pena di ricordare che l efficacia ambientale degli impianti ricostituiti o di nuovo impianto permane e continua anche laddove il beneficiario non intendesse più avvalersi, per motivi diversi, del pagamento agroambientale connesso. Molti sono infatti i casi di coloro che, a causa della complessità burocratica della domanda PSR, dell obbligo introdotto nel 2008 di non sfalciare la fascia erbacea di rispetto prima della metà del mese di luglio, dell incremento dei possibili controlli in azienda dovuti non solo alla verifica degli Atti e delle Norme di condizionalità, ma anche del rispetto dei requisiti minimi in materia di fitofarmaci e fertilizzanti, hanno deciso di non aderire alla programmazione PSR C è da chiedersi cosa accadrebbe di tante di queste formazioni lineari a fronte dell imposizione di un obbligo di mantenimento da Condizionalità. Bibliografia Borin, M., Vianello, M., Morari, F., Zanin, G., Effectiveness of buffer strips in removing pollutants in runoff from a cultivated field in North-East Italy. Agriculture Ecosystems and Environment 105, Borin, M., Passono, M., Thiene, M., Tempesta, T., Multiple functions of buffer strips in farming areas. European Journal of Agronomy 32, Gumiero, B., Boz, B., Il sito sperimentale "NICOLAS". Relazione tecnica aprile 2007-aprile PERIODO : Applicazione della Misura D1A. Le Misure agroambientali nel Veneto - Rapporto di valutazione periodo Commissione europea e Direzione per la tutela del territorio rurale. Marzo 2000; PERIODO : Applicazione della Misura D1A. Analisi e valutazione del Reg. (CEE) n. 2078/1992 Rapporti Regionali. INEA; PERIODO : Applicazione della Misura D1A. 1 Rapporto sull agroambiente nel Veneto Monitoraggio quanti-qualitativo degli interventi agroambientali realizzati ai sensi del Reg. CE 2078/92 nel periodo dal 1993 al 2000 nella Regione Veneto. Veneto Agricoltura; PERIODO : Applicazione della Misura D1A. Monitoraggio degli interventi agroambientali nella Regione del Veneto Reg. (CEE) n. 2078/1992 annata agraria 1999/2000 Seconda fase. Veneto Agricoltura; 1 il DM , art. 22, comma 3 recita nelle fasce di divieto [dell utilizzo agronomico del letame e dei materiali assimilati, nonché dei concimi azotati e ammendanti organici] è obbligatoria una copertura vegetale permanente anche spontanea, ed è raccomandata la costituzione di siepi e/o di altre superfici boscate.

5 PERIODO : Applicazione della Misura D1A. Le Misure agroambientali nel Veneto. Rapporto di valutazione periodo Direzione per la tutela del territorio rurale e Veneto Agricoltura. Maggio 2003; Approfondimenti ed elaborazioni sui carichi zootecnici della Regione del Veneto e sugli interventi agro ambientali finalizzati al loro contenimento.regione Veneto e ARPAV. 27 febbraio 2007 PERIODO : Stima del beneficio ambientale della Sottomisura 214/A (Fasce tampone boscate). Valutazione in itinere del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Veneto. Agriconsulting. Dicembre 2010; ALLEGATO B alla Dgr n. 132 del 8/02/2011. Esempio di attuazione di misure di mitigazione: le Azioni del Piano per la Prevenzione dell Inquinamento delle acque del Bacino sversante nella Laguna di Venezia; INEA (1999), Le misure agroambientali in Italia, Rapporto nazionale, Osservatorio sulle politiche strutturali, INEA, Roma.

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