Individuazione delle tipologie strutturali per comune, provincia e regione

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1 CAPITOLO III - RISULTATI DELLE ELABORAZIONI RISULTATI DELLE ELABORAZIONI INERENTI ALL INDIVIDUAZIONE E ALLA CARATTERIZZAZIONE DELLE TIPOLOGIE EDILIZIE RISCONTRATE Premessa In Molise è stato rilevato un campione di n edifici distribuito in n. 27 comuni. Gli edifici rilevati per comune sono rappresentati sulla cartografia regionale suddivisi in cinque classi distinguibili dalla gradazione cromatica. I comuni sono concentrati prevalentemente nella zona montana del Matese-Sannio nelle province di Campobasso e Isernia e nella zona di Venafro (Is) e nella zona costiera intorno a Termoli (Cb). Figura n. 5 - Numero degli edifici rilevati per comune censito Individuazione delle tipologie strutturali per comune, provincia e regione Per ogni comune sono state individuate e rappresentate, con la descrizione della scheda GNDT, le tipologie strutturali prevalenti verticali, orizzontali e di copertura per numero di edifici e volume espressi sia in valore assoluto che in percentuale; esse sono state determinate individuando per ogni edificio la tipologia verticale e orizzontale del primo piano coincidente prevalentemente con il piano di verifica o con il primo livello e la copertura identificata con il solaio dell ultimo livello. Dopo l analisi degli edifici per singola tipologia strutturale sono state individuate le classi tipologiche caratterizzate da quelle aventi la stessa tipologia verticale e orizzontale (classi a due parametri) ed anche la stessa tipologia di copertura (classi a tre parametri). Il campione di edifici composto quindi da classi tipologiche (muratura 82,5% e cemento armato 17,5%) è stato esaminato in 346

2 REGIONE MOLISE dettaglio per la muratura e in particolare per quattro classi prevalenti e per le classi ad elevata vulnerabilità; le elaborazioni svolte riguardano la vulnerabilità, l età di costruzione, l età dell ultimo intervento, la resistenza a taglio della muratura (tk), il parametro tre della scheda di rilievo (resistenza convenzionale), inoltre si è operato un confronto tra i parametri di valutazione della scheda di rilievo in modo da individuare con facilità l influenza, per classe tipologica, dei singoli parametri che concorrono al calcolo della vulnerabilità. Strutture verticali: In Molise le tipologie prevalenti rilevate con il campione sono la muratura di differente materiale, circa l 82%, e il cemento armato, circa 14%, del totale; la muratura risulta essere costituita per circa il 73% da muratura in pietra di differente qualità, apparecchiatura ed organizzazione, per circa il 5% da muratura in mattoni e per circa il 3% da muratura in blocchetti di calcestruzzo pesante e alleggerito. Tra le tipologie in pietra è stata riscontrata una consistente prevalenza della muratura in pietra sbozzata di cattiva qualità in presenza di irregolarità classificata con la lettera C (53%), seguita dalla muratura in pietra squadrata (G 6,6%), dalla muratura a sacco (A 4,8%) e dalla muratura in pietre arrotondate (E 3,4%). Nella cartografia elaborata su base regionale (figure n. 7 e n. 9) è stata rappresentata la percentuale della tipologia verticale e orizzontale rilevata per ogni comune al fine di individuare ambiti geografici caratterizzati dalla stessa tipologia strutturale (es. pietra mattone, solai in putrelle e voltine). Tabella n. 4 Figura n. 6 - Distribuzione delle tipologie strutture verticali in % edifici e in % volume/

3 CAPITOLO III - RISULTATI DELLE ELABORAZIONI Figura n. 7 Tipologie strutturali verticali prevalenti per comune censito (> 9 edifici) Strutturali orizzontali: Per le strutture orizzontali sono risultate cinque tipologie significative di cui due prevalenti rispetto alle altre: la C (circa 42%) caratterizzata da solai in putrelle e voltine e tavelloni e la E (35,9%), che riguarda la tipologia in laterocemento o con solette in c.a.. Le due tipologie prevalenti sono seguite, con frequenze molto minori, dalla tipologia F (11%) che rappresenta le strutture con volte in pietra senza catene, dalla A (5,3%) in cui i solai hanno orditura principale e secondaria in legno e dalla D (2,5%), caratterizzata da solai in putrelle e voltine e tavelloni con catene. Le altre tipologie hanno una distribuzione percentuale inferiore al 2%. Le tipologie prevalenti, la C e la E, a loro volta sono distribuite con frequenza differente nella provincia di Isernia e in quella di Campobasso. Dei quattordici comuni in cui è risultata prevalente la tipologia C, sei appartengono alla provincia di Isernia e otto alla provincia di Campobasso; degli undici in cui è prevalente la tipologia E, quattro ricadono in provincia di Campobasso e sette in quella di Isernia. 348

4 REGIONE MOLISE Tabella n. 5 Figura n. 8 - Distribuzione tipologie strutture orizzontali in % edifici e in % volume/1000 al primo livello Figura n. 9 - Tipologie strutturali orizzontali prevalenti per comune censito (>9 edifici) Strutture di copertura: Per le strutture di copertura sono risultate quattro tipologie significative: la P (circa il 50%) relativa alle coperture realizzate in solai laterocementizi o solette in c.a.; la N (16,4%) relativa alle coperture in legno spingenti; la O (13,2%) relativa a quelle in legno a spinta eliminata e la R (7,3%) in cui la copertura ha un orditura principale in putrelle non 349

5 CAPITOLO III - RISULTATI DELLE ELABORAZIONI spingenti. Le coperture non spingenti sono pari a circa il 75%. Le tipologie prevalenti, P, N, O e R, a loro volta sono distribuite con frequenza differente nella province di Isernia e Campobasso. La P è prevalente in diciotto comuni di cui cinque in provincia di Isernia e tredici in provincia di Campobasso, la O in tre comuni, Frosolone (Is), Riccia (Cb) e Castellino sul Biferno (Cb), la N in quattro comuni, due in provincia di Isernia e due in provincia di Campobasso e la R a S. Maria del Molise (Is). In provincia di Campobasso si ha una prevalenza di comuni con coperture in laterocemento e in provincia di Isernia in putrelle in ferro e legno. Tabella n. 6 Figura n Distribuzione delle tipologie di copertura in % edifici e in % volume/1000 Figura n. 11 Tipologia di copertura prevalenti per comune censito 350

6 REGIONE MOLISE Classi tipologiche a due e tre parametri a livello regionale Dopo aver individuato le tipologie costruttive più frequenti, sono state identificate le classi caratterizzate da tipologie strutturali ricorrenti. La classe tipologica è stata individuata conteggiando le frequenze di edifici aventi la stessa tipologia prevalente verticale e orizzontale (individuazione a due parametri) e la stessa tipologia prevalente verticale, orizzontale e di copertura (individuazione a tre parametri). Classi tipologiche a due parametri verticale - orizzontale Di seguito si riporta la graduatoria di n. 13 classi tipologiche dove risulta che la classe tipologica CC (muratura in pietra sbozzata e solai in putrelle e voltine) è prevalente nel comune di Riccia (provincia di Campobasso) con circa il 52% di presenze sul campione analizzato, e nel comune di Frosolone (provincia di Isernia) con circa il 37% di presenze. Significativa è anche la presenza delle strutture in cemento armato con tamponature consistenti (R 13,9%) che hanno una distribuzione percentuale della volumetria maggiore rispetto alle altre classi in muratura. Figura n Distribuzione degli edifici per classi tipologiche a due parametri VO_verticale-orizzontale per % edifici e % volume/1000 Tabella n

7 CAPITOLO III - RISULTATI DELLE ELABORAZIONI Figura n. 13 Classi tipologiche a due parametri VO_verticale-orizzontale prevalenti per comune censito Classi tipologiche a tre parametri verticale orizzontale - copertura Le classi tipologiche VO sono state correlate con le coperture per l identificazione di quelle a tre parametri VOC (verticale-orizzontale-copertura). I comuni aventi una classe abbastanza rappresentativa del patrimonio edilizio comunale sono Riccia (Cb 27%) e Frosolone (Is 27%), entrambi con la classe CCO (muratura in pietra sbozzata, solai in putrelle e voltine e coperture in legno a spinta eliminata). La classe tipologica più rappresentativa a livello regionale è REP (13,5 %), struttura in c.a. con tamponature consistenti, seguita da 5 classi (31,6%) in muratura in pietra sbozzata di cui 4 (25,8 %) con solai in putrelle e voltine con differenti tipologie di copertura. Le classi tipologiche a due e tre parametri sono state rappresentate sulla carta regionale con il colore della tipologia verticale e all interno del comune con la sigla e la percentuale rilevata per la singola classe. 352

8 REGIONE MOLISE Figura n Distribuzione degli edifici per classi tipologiche a tre parametri VOC verticale-orizzontale-copertura > 3% Tabella n. 8 Figura n Classi tipologiche prevalenti a tre parametri VOC_verticale-orizzontale-copertura per comune censito 353

9 CAPITOLO III - RISULTATI DELLE ELABORAZIONI Analisi del campione in muratura Vengono esaminate quattro classi tipologiche relative alle strutture in muratura con solai e copertura di differente tipologia che rappresentano circa il 33% del campione e risultano essere composte prevalentemente da muratura in pietra sbozzata associata a diverse tipologie di solai e copertura. Tabella n. 9 Figura n Distribuzione degli edifici prevalenti in muratura per classi tipologiche a tre parametri VOC verticale-orizzontale-copertura Età di costruzione Figura n. 17 Regione Molise distribuzione dell età di costruzione per le prime quattro classi tipologiche a tre parametri VOC_verticale-orizzontale-copertura Le quattro classi tipologiche in muratura a tre parametri prevalenti a livello regionale risultano costruite quasi completamente prima del 1919 (50%); in provincia di Isernia si rileva un attività di costruzione per circa il 10% avvenuta dopo il 1971 per la classe CEP con copertura in laterocemento. Classi dell età di costruzione A prima del 1919 B tra il 1919 e il 1945 C tra il 1946 e il 1960 D tra il 1961 e il 1971 E tra il 1972 e il 1981 F e G dopo il

10 REGIONE MOLISE Vulnerabilità Tipologia verticale Figura n. 18 Distribuzione regionale della vulnerabilità per le prime quattro classi della tipologia strutture verticali Figura n. 19 Distribuzione regionale della vulnerabilità per le prime quattro classi della tipologia strutture orizzontali La Vulnerabilità per gli edifici in muratura è stata esaminata a livello regionale per la tipologia verticale e per le classi tipologiche a due e tre parametri. Per ogni tipologia e classe tipologica in ascissa è rappresentata la scala di vulnerabilità a 10 livelli con intervallo 10 normalizzata a 100 e in ordinata la percentuale sul totale della classe per ogni intervallo. Per la tipologia verticale V sono state esaminate le quattro classi prevalenti. Dai diagrammi si evidenzia la seguente situazione: - C, muratura in pietra sbozzata, distribuita in un intervallo molto ampio, da 10V a 60V, con massimo del 27% nell intervallo (30-39)V; - A, muratura a sacco e pietra sbozzata, con vulnerabilità distribuita in un intervallo tra 10V e 60V e distribuzione maggiore (29%) per (30-39)V; - G, muratura in blocchetti di tufo e pietra squadrata, con valori compresi tra 10V e 40V e distribuzione maggiore (40%) nell intervallo (20-29) V; - L, muratura in mattoni pieni con vulnerabilità distribuita nell intervallo (0-40)V e distribuzione maggiore (37%) tra 10V e 30V. Le tipologie orizzontali C e F, corrispondenti ai solai in putrelle e voltine e alle volte in pietra, hanno una distribuzione ampia della vulnerabilità con valori significativi compresi tra 10 V e 50 V e massimo di circa il 30 % nell intervallo (20-29) V per F e (30-39) V per C, mentre le 2 tipologie E ed F hanno una vulnerabilità sostanzialmente differente; più bassa per la E (max 40% per V) e più alta per la A (max 40-49) V. 355

11 CAPITOLO III - RISULTATI DELLE ELABORAZIONI Classi tipologiche a due parametri Figura n. 20 Distribuzione regionale della vulnerabilità per le prime quattro classi Tipologiche a due parametri VO_verticale-orizzontale Le 4 classi tipologiche prevalenti tutte in muratura in pietra sbozzata pari a circa il 52% del campione presentano una distribuzione delle vulnerabilità in funzione della tipologia dei solai. Le classi CC (solai in putrelle e voltine - 31,6%) e CF (solai in volte in pietra senza catene - 7,0%) hanno una vulnerabilità compresa in un intervallo ampio tra 10 V e 60 V con massimo del 30% per CF e 27 % per CC per (30-39) V, mentre le 2 classi con solai in legno e c.a. hanno una distribuzione differente, bassa per CF (solai in c.a.) con massimo (37%) per (10-19)V e alta per quella con solai in legno con valori compresi tra 30V e 60V e distribuzione maggiore (38%) per (40-49)V. La figura n. 20 evidenzia con chiarezza la differente distribuzione di V a parità di tipologia verticale (muratura in pietra sbozzata) in funzione della tipologia dei solai. Classi tipologiche a tre parametri VOC Figura n. 21 Distribuzione regionale della vulnerabilità per le prime quattro classi tipologiche a tre parametri VOC_verticale-orizzontale-copertura Le 4 classi prevalenti pari al 32,7% della muratura, anche in questa combinazione sono tutte in muratura di pietra sbozzata con solai in putrelle e voltine (25,8%) e laterocemento (6,9%) e hanno una distribuzione compresa tra 10 V e 60V. Le classi CEP e CCP con copertura in laterocemento sono a vulnerabilità più bassa, minore per CEP, massimo del 37 % per (10-19) V, e maggiore per CCP con massimo del 32% per (20 29) V. Le due classi CCO e CCN con solai in putrelle e copertura in legno con uguale distribuzione di V hanno il massimo per (40-49)V Caratteristiche di resistenza Le caratteristiche di resistenza del campione in muratura vengono esaminate attraverso l analisi del parametro 3 (resistenza convenzionale della scheda di II livello) e della 356

12 REGIONE MOLISE resistenza tangenziale a taglio della muratura tk. Nei grafici in ascissa è rappresentata la tk espressa in t/mq e in ordinate la distribuzione percentuale degli edifici. In provincia di Isernia le quattro classi hanno una distribuzione massima per il valore di 7 t/mq (CCO 45%) mentre in provincia di Campobasso si ha una distribuzione della tk differente nelle quattro classi. La classe CCP ha una distribuzione massima per tk 4=t/mq (52%) e le altre classi CCO, CCN e CCP presentano valori maggiori con massimi di 5 t/mq (CCO 40%) e 9 t/mq per (CCN 35%) e (CC0 30%). I valori differenti delle tk sono da mettere in relazione anche alla natura delle murature composte da pietre sbozzate provenienti da cave locali che hanno fornito spesso pietre con piani di taglio orizzontali; ciò ha consentito di ottenere una forma pseudo-regolare dei conci anche con una modesta lavorazione. Figura n. 22 Regione Distribuzione della tk per le classi tipologiche prevalenti a tre parametri VOC_verticale-orizzontale-copertura Figura n. 23 Provincia di Campobasso Distribuzione della tk per le classi tipologiche prevalenti a tre parametri VOC_verticale-orizzontale-copertura Figura n. 24 Provincia di Isernia Distribuzione della tk per le classi tipologiche prevalenti a tre parametri VOC_verticale-orizzontale-copertura 357

13 CAPITOLO III - RISULTATI DELLE ELABORAZIONI Parametro tre (residenza convenzionale) - scheda G.N.D.T. di II livello Il parametro 3, per le 4 classi tipologiche a livello regionale, presenta un andamento simile con un massimo (40-45%) per la classe C (0,4 < a<0,6) e una distribuzione significativa nella classe D (a< 0,4). Si rileva anche una sostanziale differenza tra le province di Isernia e Campobasso. In provincia di Campobasso si ha una presenza maggiore in classe C (>30%) ed è significativa la classe D (> 15%) mentre in provincia di Isernia si ha, per le stesse classi, una distribuzione prevalente nella classe B (0,6 < a<1) tranne che per la classe CCO che ha il massimo (58%) nella classe C. Per tutte le classi si rileva anche una distribuzione minima (< 0,1) in classe D A B C D CCP 2,2 31,2 40,9 25,8 CCO 11,4 27,3 40,9 20,5 CCN 7,1 33,3 42,9 16,7 CEP 5,6 31,0 45,1 18,3 Figura n. 25 Regione Distribuzione del parametro 3 per le classi tipologiche prevalenti a tre parametri VOC_verticale-orizzontale-copertura Figura n. 26 Provincia di Campobasso Distribuzione del parametro 3 per le classi tipologiche prevalenti a tre parametri VOC_verticale-orizzontale-copertura Figura n. 27 Provincia di Isernia Distribuzione del parametro 3 per le classi tipologiche prevalenti a tre parametri VOC_verticale-orizzontale-copertura 358

14 REGIONE MOLISE In ascissa sono rappresentate le quattro classi del parametro 3, resistenza convenzionale, della scheda GNDT, e in ordinate, la distribuzione degli edifici, all interno della singola classe Tipologia dell ultimo intervento Figura n. 28 Regione - Tipologia dell ultimo intervento per le classi ad elevata vulnerabilità a tre parametri VOC Figura n. 29 Provincia di Campobasso - Tipologia ultimo intervento per le classi ad elevata vulnerabilità a tre parametri VOC Figura n. 30 Provincia di Isernia - Tipologia dell ultimo intervento per le classi ad elevata vulnerabilità a tre parametri VOC Nei grafici in ascissa è indicata la tipologia dell ultimo intervento e in ordinata la distribuzione degli edifici all interno delle classi. 359

15 CAPITOLO III - RISULTATI DELLE ELABORAZIONI A livello regionale e provinciale sono prevalenti gli interventi di ristrutturazione e miglioramento sismico con percentuali significative di restauro e manutenzione per la classe CCO e di manutenzione per le altre classi senza previsione di miglioramento sismico. Tipologia degli interventi Tabella n Classi tipologiche ad elevata vulnerabilità Le classi tipologiche aventi una distribuzione della vulnerabilità media maggiore di 40 e numero di edifici superiore a 3, sono state rappresentate nella figura n. 31 insieme a quattro classi prevalenti aventi vulnerabilità media compresa tra 25 e 35. Le classi ad elevata vulnerabilità prevalenti sono caratterizzate da struttura verticale in pietra sbozzata combinata con solai in legno e volte in pietra e copertura in legno (CAO, CAN e CFO) mentre le classi prevalenti, sempre in muratura di pietra sbozzata, hanno solai in putrelle e voltine in cemento armato e coperture in legno o laterocemento. In figura n. 32 è stata analizzata la distribuzione della vulnerabilità per 4 classi, due ad elevata vulnerabilità (CAO e CAM ) e due prevalenti; per le prime due classi (V alta) si ha una distribuzione della vulnerabilità tra 30V e 70V con massimi di 60 V (45% ) per CAO e (40-60)V (30%) per CAM mentre le due classi prevalenti hanno massimi per (30-39)V con una distribuzione più ampia compresa tra 10V e 60V. La tk (figura n. 33) rilevata ha valori compresi tra 5 t/mq e 8 t/mq, tranne per la classe CAO che ha valori di 3 t/mq per il 20% del campione. Figura n Regione Molise Vulnerabilità media e numero di edifici di 12 classi ad elevata vulnerabilità e 4 prevalenti 360

16 REGIONE MOLISE Figura n. 32 Distribuzione regionale della vulnerabilità per due classi ad elevata vulnerabilità e due classi prevalenti Figura n. 33 Distribuzione regionale della tk per due classi tipologiche ad elevata vulnerabilità e due classi prevalenti Vulnerabilità media per comune censito Figura n. 34 Vulnerabilità media per comune censito 361

17 CAPITOLO III - RISULTATI DELLE ELABORAZIONI Nella figura n. 34 è stata rappresentata in mappa la vulnerabilità media per comune censito degli edifici in muratura; si nota come i valori massimi appartengono a comuni della zona del Matese-Sannio dove prevalgono le classi tipologiche in muratura di pietra sbozzata con strutture orizzontali. Nella zona intorno a Venafro e nella zona costiera si rileva una concentrazione di comuni nei quali il campione di muratura ha valori mediamente più bassi Confronto per le classi tipologiche prevalenti (a tre parametri) e sette parametri della scheda G.N.D.T. di II livello Per quattro classi tipologiche, due ad elevata vulnerabilità (CAO e CAM) e due prevalenti (CCP e CCO), si è rappresentata l influenza di sette degli undici parametri che concorrono al calcolo della vulnerabilità nella scheda GNDT. La classe CCP (muratura in pietra sbozzata, solai in putrelle e voltine e copertura in laterocemento - vulnerabilità media 31,8) ha la prevalenza di C (circa 65%) nei parametri 1 e 2 (murature in pietrame grossolanamente squadrato in presenza di irregolarità in edifici che pur non presentando cordoli o catene a tutti i livelli sono costituiti da pareti ben ammorsate), una distribuzione significativa di C e D nel parametro 5 (orizzontamenti dotati di deformabilità nel piano) e una prevalenza B nel parametro 9 (coperture poco spingenti in presenza e in assenza di cordoli); la classe CCO (muratura in pietra sbozzata, solai in putrelle e voltine e copertura in legno a spinta eliminata - vulnerabilità media 33,9) ha un distribuzione dei sette parametri più uniforme rispetto a CCP; la classe CAM (muratura in pietra sbozzata, solai e copertura in legno spingenti vulnerabilità media 48,8) ha la prevalenza di D nel parametro 1 (edifici con pareti ortogonali non efficacemente legate), nel parametro 5 (edifici con orizzontamenti mal collegati alle pareti) e nel parametro 9 (edifici con coperture spingenti) e di C nel parametro 2. Infine la classe CAO (muratura in pietra sbozzata, solai e copertura in legno a spinta eliminata vulnerabilità media 48,1) ha anch essa una distribuzione simile alla CAM tranne che per il parametro 9 con prevalenza di B (edifici con copertura non spingente in presenza e in assenza di cordolo). L analisi dei diagrammi consente di evidenziare rapidamente i parametri che influenzano maggiormente la vulnerabilità e di individuare le carenze costruttive degli edifici; tale analisi svolta su tutte le classi tipologiche consente di analizzare con rapidità le caratteristiche costruttive e di resistenza degli edifici del campione in esame a scala regionale, provinciale e comunale. 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% PA1 PA2 PA3 PA5 PA9 PA10 PA11 Classe dei parametri D C B A Figura n. 35 Classe CCP Distribuzione di 7 parametri della scheda di II livello Figura n. 36 Classe CCO Distribuzione di 7 parametri della scheda di II livello 362

18 REGIONE MOLISE Figura n. 37 Classe CAM Distribuzione di 7 parametri della scheda di II livello Figura n. 38 Classe CAO Distribuzione di 7 parametri della scheda di II livello Tipologie murarie prevalenti della regione Molise e del campione Non vi è dubbio sul fatto che la pietra sia stata usata in Molise sin dai tempi più antichi: ne è prova la scoperta del giacimento paleolitico di Isernia La Pineta dove è situato il più antico sito archeologico di Europa, un accampamento preistorico costruito su grossi blocchi di travertino utilizzati per realizzare le strutture su cui fu alloggiato l antichissimo abitato. Perché fu usata la pietra? Sicuramente perché era l unico materiale disponibile sul posto e facilmente utilizzabile. È impensabile, per l epoca, che l uomo preistorico trasportasse blocchi di quasi un metro di diametro da una località che non fosse posta nelle vicinanze dell accampamento. L analisi geologica ha del resto confermato la presenza sul luogo del travertino in varie fasi e stratificazioni, come pure di strati argillosi e limosi depositatisi a seguito delle esondazioni del fiume che scorreva nei pressi dell accampamento. Molti secoli dopo, siamo all epoca dei sanniti, la pietra servì per realizzare le imponenti fortificazioni disseminate in tutta la regione nei punti strategici che occorrevano per la pratica della transumanza e per il controllo militare del territorio. Città importanti come Boiano, Venafro, Isernia, Piettrabbondante e Sepino conservano ricche testimonianze dell uso della pietra già in epoca preromana. Alcuni tratti delle mura della città di Isernia, risalenti al III sec. a.c., costituite da grossi blocchi in opera poligonale, rappresentano il prototipo di murazioni diffuse in città dell Italia centro meridionale (mura di Bovianum Vetus - Pietrabbondante o Boiano -, Sulmo - Sulmona) dove la disponibilità di pietra ha consentito lo sviluppo di una tecnica costruttiva basata non sull uso di malte leganti quanto piuttosto sul principio che il notevole peso dei blocchi garantiva, da solo, la stabilità della struttura. Gli scavi archeologici hanno portato alla luce la città romana di Aesernia quasi totalmente realizzata in pietra calcarea locale e travertino: dalle campagne vicine al centro abitato provengono i pezzi lapidei attualmente conservati nell antiquarium comunale della città, lavorati in pietra locale in maniera poco raffinata e a livello provinciale e poco evoluto. Si trattava sicuramente di prodotti delle botteghe locali. Pezzi della stessa epoca, ma raffinati nella lavorazione, sono conservati, invece, nel museo di Venafro. 363

19 CAPITOLO III - RISULTATI DELLE ELABORAZIONI In età romana, è documentato, si continuava ad usare pietra locale mentre per la realizzazione degli elementi decorativi di pregio si importava marmo pregiato dalle province romane. Il fatto stesso che la pietra si trovasse sul posto, dunque, ha rappresentato un motivo sufficiente a rendere conveniente lo sviluppo di una tecnologia legata alla sua lavorazione fino a un grado molto più alto di quello che avrebbe raggiunto in una società con accesso ai materiali migliori. Di contro in epoca medioevale, quando la regione e in particolare la provincia di Isernia subirono l alternanza delle situazioni politiche che imponevano cambiamenti di governo e che ridussero il Molise in un notevole stato di indigenza, il sistema costruttivo subì notevoli modifiche. Le distruzioni dei vandali e dei saraceni, i frequenti terremoti, resero disponibile una grande quantità di materiale di risulta, a cui si aggiungeva quello proveniente dalle espoliazioni dei monumenti e delle case abbandonate dopo i crolli. Le cinte murarie di molti centri rivelano una commistione di materiali eterogenei denunciando un sistema costruttivo, tipicamente medioevale, basato sull uso dei materiali a disposizione, spesso di recupero. I terremoti del 1117, del 1123 e del 1131 danneggiarono i centri producendo molte rovine. A ciò si aggiungeva il fatto che doveva esistere, chiaramente, una sorta di specializzazione nel reimpiego di pietra antica. Anche nei secoli successivi, quando le città subirono lo stato di povertà dovuto alla lunga sottomissione ai feudatari e ai signori che si succedevano al governo, l edilizia locale risentì del malcontento e della miseria che serpeggiava tra la popolazione, decimata dalla peste e dalle carestie. Le abitazioni del basso popolo si realizzavano con materiali di fortuna e di riuso, e solo nei palazzi signorili si prestava una maggiore attenzione all uso di pietre squadrate e di uguali dimensioni, all impiego di malte di migliore qualità, all inserimento di elementi in pietra lavorata come timpani, triangolari e centinati, cornicioni, fregi e cimase, oltre che ai bugnati e ai portali lavorati. La maggior parte delle abitazioni era, dunque, costituita da muratura a sacco, per la quale non era necessario scegliere pietre di particolare resistenza o compattezza, potendo utilizzare il tipo più friabile e meno omogeneo, e quindi facilmente reperibile. Solo nell Ottocento, dopo le ricostruzioni conseguenti al catastrofico terremoto del 1805, si ricominciò ad estrarre pietra dalle cave locali: il lavoro in cava era affidato principalmente allo scalpellino, l unico esperto in grado di individuare le pietre da prelevare, ed era svolto per lo più da contadini e manovali che svolgevano le mansioni di spaccatori. L opera di ricostruzione fu lenta e difficile e in molti centri le case, poveramente costruite nei secoli precedenti, altrettanto poveramente furono rese agibili in gran fretta. Una conferma di questo stato di indigenza proviene dall inchiesta Murattiana del 1811, eseguita per scopi civili e sociali nelle province di Campobasso e Isernia. E così citato nei documenti d archivio riguardanti il circondario di Isernia: le abitazioni del basso popolo sono ordinariamente basse, anguste di forma quadrata, fabbricate di pietra con i loro legni corrispondenti e con coperture di tegole di creta, ma non molto difese 364

20 REGIONE MOLISE dall umido e quasi tutte manutenute con poca nettezza e decenza per il domicilio che si fa con polli ed altri animali di bassa corte. Non può dirsi abbastanza la quantità di immondezze e di fanghi delle strade anguste, non lastricate di questi comuni e specialmente del capoluogo, non apparisce palmo di strada che non sia lezzoso, immondo e mal lastricato. Non mancano letami vicino e dentro l abitato, né acque stagnanti, né cadaveri mal sepolti di bestie. Dall analisi delle murature, eseguita durante i lavori di riparazione a seguito del terremoto del 1984 in provincia di Isernia, risulta che i materiali impiegati per la realizzazione delle murature furono per lo più pietra calcarea friabile e porosa, di colore ocra, forse un sottoprodotto di cava, e malta confezionata con sabbia fine e poco omogenea, di cattiva qualità e per questo di scarsa tenuta. Le murature a sacco erano comunque composte, oltre che di pietre di varia qualità, di pezzi di laterizi di varia specie e, solo nelle abitazioni dei più abbienti, erano mascherate da una doppia faccia, lasciata a vista, realizzata con pezzi sbozzati in cava, a volte lavorati, se di facciata, e raramente ricoperti da intonaci. Anche le opere in legno lasciavano a desiderare come pure i solai realizzati, all ultimo piano, con una struttura di canne intrecciate e il riempimento con materiali più diversi, più volte ricostruiti o semplicemente riparati. Nei piccoli centri montani è stata invece rilevata una muratura costituita per la maggior parte da pietre sbozzate e pseudo-regolari estratte dalle cave locali in base a piani di taglio paralleli che hanno consentito la costruzione di murature con tessiture orizzontali costituite da due paramenti, in molti casi ben ammorsati con pietre di dimensioni maggiori disposte in senso trasversale. Una rappresentazione di queste murature è stata effettuata per Castelpizzuto (Is), Frosolone (Is) e Riccia (Cb). La pietra lavorata era invece molto presente nella decorazione dei palazzi nobiliari ottocenteschi. Dalla lettura delle loro caratteristiche architettoniche si rileva che la pietra lavorata era spesso sostituita da stucchi ornamentali nei punti meno visibili o per alcuni elementi difficili da lavorare. Nel ripristino ottocentesco la pietra viene abbondantemente adoperata nel piano terra, dove risulta più facilmente visibile, e solo parzialmente nei piani superiori. La superficie muraria del piano basso è in pietra scalpellata mentre nei piani superiori è in pietra, un tempo intonacata, in molti punti rovinata. Lateralmente il palazzo viene chiuso da bugnati angolari ritmati a conci Elemento tipico è il portale in pietra, tipologia tipica del portale è quella in cui l elemento ornamentale, il concio di chiave, riporta elementi allegorici, la data di costruzione, le iniziali del proprietario, o motivi scultorei decorativi e allegorici che raffigurano volti umani, fiori o semplici riquadri e geometrie. La tecnica esecutiva è per lo più comune in tutti i paesi della regione. Dall analisi degli elementi stilistici di edifici religiosi e civili di un certo pregio, emerge il richiamo a motivi provenienti all iconografia di estrazione extraregionale. In particolare gli spunti tratti dall area pugliese, campana e abruzzese accomunano alcune tra le testimonianze artistiche molisane più rilevanti. Le analogie testimoniano l esistenza di contatti tra le regioni meridionali che a loro volta hanno avuto rapporti commerciali con terre e tradizioni lontane. È il tipico caso delle architetture medioevali molisane; una citazione merita la chiesa di Santa Maria della Strada a Matrice (Cb), dove sono presenti motivi scultorei che si ritrovano nel duomo di Ravello e nella chiesa di San Pietro a 365

21 CAPITOLO III - RISULTATI DELLE ELABORAZIONI Minturno e che rappresentano un modello iconografico cristiano-medioevale pervenuto dalla Puglia, dalla Campania e dall Abruzzo attraverso la transumanza. Va sottolineato, pertanto, che la vicinanza, lungo la costa adriatica, delle località abruzzesi ai porti della Puglia, che partecipavano al commercio campano, rende plausibile la diffusione di alcune immagini simboliche di estrazione orientale nell Italia meridionale, pervenute in Molise attraverso il tratturo. Diversa, dunque, la storia architettonica degli edifici poveri da quella delle costruzioni nobiliari e religiose. Se nel primo caso la soggiogazione politica aveva limitato le risorse dei cittadini che costruivano le loro abitazioni con materiali di fortuna o di riuso, nel secondo caso furono gli stessi dominatori stranieri a favorire l ingresso nel Molise di scalpellini e maestri scultori di altre regioni, in possesso di tecniche di produzione più evolute, solo in seguito assimilate dalle botteghe locali. Aspetti storici, economici e culturali hanno dunque caratterizzato l architettura in pietra molisana. Un territorio a lungo devastato da invasioni, distruzioni ed eventi disastrosi, più volte ricostruito nel corso dei secoli, in cui l influenza della tecnica proveniente da territori più evoluti attraverso gli scambi economici e culturali delle classi nobiliari ha prodotto una marcata divisione tra l architettura civile di tipo popolare e quella religiosa di stampo nobiliare. Descrizione delle murature in alcuni centri campione Si riportano le schede descrittive di due centri campioni rappresentativi sia della provincia di Isernia che di quella di Campobasso; i centri rappresentati sono Castelpizzuto (Is) e Riccia (Cb). Le murature rilevate vengono classificate con la descrizione della scheda di I livello del GNDT e rappresentate con una scheda che trae origine da ricerche precedentemente effettuate. La scheda è composta di due sezioni: nella prima vengono illustrate le caratteristiche della muratura attraverso la descrizione degli elementi costitutivi, del tipo di malta, della posa degli elementi, della sezione trasversale, dei collegamenti tra le pareti murarie; nella seconda si riporta una documentazione fotografica del paramento. Per il comune di Castelpizzuto sono state individuate due tipologie strutturali verticali della matrice in pietra caratteristica della zona, classificate secondo le descrizioni della scheda di I livello in muratura con pietra sbozzata di cattiva qualità in presenza di irregolarità ( C) e muratura di pietra sbozzata con spigoli, mazzetti e ricorsi in mattoni pieni e/o pietra squadrata (D). Le murature appartengono ad edifici individuati prevalentemente nella classe CCO con solai e putrelle e voltine con coperture in legno a spinta eliminata valutata ad elevata vulnerabilità (V media 33,9) con valori della tk di 7 t/mq. Per il comune di Riccia sono state rilevate le tipologie C, D, E e G; per la tipologia C gli edifici appartengono alle classi CCN e CCO con solai in putrelle e voltine e copertura in legno con vulnerabilità media di 32,7 e 33,9 e valori stimati di tk pari a 9 t/mq e 5 t/mq rispettivamente Osservazioni conclusive Il campione di edifici in muratura e cemento armato esaminato è risultato rappresentativo del patrimonio edilizio privato e ha evidenziato le differenze presenti a livello regionale. In 366

22 REGIONE MOLISE particolare è stata esaminata in dettaglio la muratura, attualmente, più vulnerabile ad eventuali azioni sismiche; le analisi effettuate confermano la prevalenza della muratura in pietra in tutta la regione e una presenza modesta del mattone nella fascia costiera; per il campione esaminato la distribuzione della vulnerabilità risulta essere molto influenzata dalla tipologia delle strutture orizzontali e di copertura e dagli interventi eseguiti negli ultimi decenni. Lo studio iniziato su questi dati fornisce le basi per elaborazioni più approfondite e indica una metodologia di analisi e sintesi dei risultati. Per il campione di edifici censito si possono fare le seguenti considerazioni: - le classi tipologiche esaminate hanno evidenziato, per un numero significativo di edifici, la presenza di valori della vulnerabilità maggiori di 50; per questi edifici, danneggiabili severamente anche con terremoti di modesta intensità, è consigliabile la individuazione, a livello comunale, e la esecuzione di interventi per la mitigazione del rischio sismico; - l individuazione delle classi tipologiche più vulnerabili e delle carenze costruttive, associata ad una successiva analisi per meccanismi di collasso, può consentire di individuare comportamenti omogenei in caso di sisma in particolare nei comparti urbani dei centri storici; - le analisi speditive effettuate a tappeto, elaborate con la medesima metodologia e rapportate al danneggiamento rilevato in altre regioni in condizioni di danno (oggi disponibili in numero elevato), consentono di individuare le risorse necessarie per la prevenzione e la riparazione in caso di danno sismico. Attraverso l analisi delle classi tipologiche è possibile pervenire rapidamente ad una graduatoria (anche su base comunale) della vulnerabilità strutturale che associata ad una analisi degli effetti di sito può indirizzare gli interventi di prevenzione e mitigazione del danno sismico; - l analisi delle classi tipologiche ricavate dalla scheda di secondo livello, confrontate con il danneggiamento rilevato dopo i recenti terremoti in Italia (Umbria-Marche 1997 e Pollino 1998), consente di individuare gli interventi di riparazione e miglioramento sismico compatibili con le murature storiche; - combinando l analisi del danneggiamento con le classi tipologiche a livello provinciale e regionale è possibile pervenire a dei codici di pratica regionalizzati per gli interventi di miglioramento sismico da introdurre nei regolamenti edilizi per la tutela del patrimonio edilizio. Gruppo di lavoro: GNDT - L Aquila (Giovanni Cialone, Giandomenico Cifani, Livio Corazza, Domenico Lazzaro, Antonio Martinelli, Carlo Mutignani, Aurelio Petracca, Gabriele Petrucci, Sandro D Alessandro), Luciana Cusmai, Donato Giordani, Paolo Giunta, Alberto Lemme, Luciano Pellegrino. 367

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