I quattro dogmi mariani. La verginità perpetua

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1 I quattro dogmi mariani I dogmi mariani riguardano: la verginità perpetua, la maternità divina, l immacolata concezione e l assunzione; La prima coppia (verginità e maternità divina) è più riscontrabile nella Sacra Scrittura, a differenza della seconda coppia (immacolata concezione e assunzione) che è fondata principalmente sulla tradizione e sulla riflessione della Chiesa; La prima coppia è stata promulgata dalla Chiesa ecumenica del primo millennio mentre la seconda coppia è stata promulgata unilateralmente dalla Chiesa cattolica e non da Concili ecumenici ma direttamente dal Papa, sulla base della sua infallibilità in materia di fede; ecco il motivo per cui non sono riconosciuti né dalle chiese protestanti né da quella ortodossa, anche se quest ultima li ha ben presenti nella propria tradizione, dove Maria è venerata come sempre vergine; La prima coppia ha attinenza con la cristologia: ci dice che Gesù è vero Dio e vero uomo (maternità divina) e che è nato da una vergine che è anche madre di Dio (verginità); La seconda coppia è antropologica, orientata alla condizione umana: ci dice che uomini e donne sono destinati alla santità (immacolata concezione) e che tutti possono aspirare alla condivisione della gloria di Dio nel suo regno (assunzione); Riferimenti del docente alle differenze coi protestanti, che sono ancorati al principio sola fides, sola Scriptura, e alla non influenza della apparizioni mariane sulla proclamazione dei dogmi; le apparizioni infatti, anche quando approvate dalla Chiesa, sono e restano apparizioni private, alle quali non si è obbligati a credere; La verginità perpetua Per verginità perpetua si intende lo stato di verginità prima, durante e dopo il parto: in latino ante, in, post: Verginità ante: lo testimoniano gli stessi vangeli, Luca nell annunzio dell angelo a Maria e Matteo nel sogno di Giuseppe; Gesù è stato concepito verginalmente da Maria e dallo Spirito Santo; Verginità in: la verginità durante il parto (e anche quella dopo il parto) appare più problematica, in quanto nessun passo della Scrittura ci dice esplicitamente come sia avvenuta la nascita di Gesù, né ci riferisce sulla vita coniugale di Maria successivamente al parto stesso; Sono stati molti i tentativi di individuare nella Scrittura riferimenti, indizi e allusioni alla nascita di Gesù: fra questi ricordiamo Ignace de la Potterie che ha concentrato la sua riflessione sulla frase con la quale l angelo Gabriele annuncia la nascita di Gesù a Maria; Nella versione italiana si legge Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio ; mentre nell originale greco il verbo sarà è posto alla fine della frase, in una costruzione del tipo Colui che nascerà santo chiamato Figlio dell Altissimo sarà ; Normalmente si tende a riferire il sarà a entrambe le condizioni santo e Figlio; secondo l esegeta invece il verbo va riferito solo alla condizione di Figlio di Dio mentre la prima parte della frase è indipendente dalla seconda: in sostanza si dovrebbe leggere così: Colui che nascerà santo sarà chiamato Figlio dell altissimo ; Nascere santo dovrebbe esprimere la condizione particolare del parto verginale di Maria, contrapposta, fra l altro, alla normale visione ebraica del parto come un momento immondo, tanto da rendere necessaria la purificazione della donna dopo il parto;

2 Verginità post: ancora più problematica (almeno dal punto di vista scritturale) la verginità dopo il parto; Abbiamo già trattato il caso dei fratelli/cugini/parenti di Gesù, per cui non è il caso di ritornarvici; È invece opportuno riflettere su quali siano le vie possibili per raggiungere la certezza dogmatica, anche quando non si sia in presenza di precisi riferimenti biblici; La Chiesa ammette, oltre all infallibilità nell insegnare (in materia di fede) del Papa con o senza il Collegio Episcopale anche l infallibilità nel credere (detta anche sensus fidei) ovvero la particolare condizione che si determina quando lo Spirito Santo ispira e indirizza la Chiesa, intesa come comunità dei credenti, a credere unanimemente ad una certa verità; E l idea della verginità dopo il parto è nata proprio attraverso l esperienza della Chiesa della purezza di Maria, della necessità di questa verginità perpetua a completamento di una figura particolare e straordinaria come la Madre del Salvatore; per fare un paragone è come ad un concerto, quando a uno strumentista sfugge una nota clamorosamente stonata: tutti se ne accorgono, anche se sono privi di cultura musicale in quanto la nota stonata viene percepita come estranea all armonia del brano suonato; A proposito del sensus fidei del popolo è il caso di ricordare che, secondo san Basilio, molti esegeti, fra i quali san Girolamo e Origene, si sono impegnati a risolvere il problema dei fratelli di Gesù o, per meglio dire, dell unicità di Gesù come figlio di Maria, non tanto e non solo per l importanza della questione in se, ma per evitare che il popolo di Dio inorridisse al sentir parlare di altri figli di Maria; ecco perché si dice che, in un certo senso, è stata la fede del popolo di Dio che ha avviato lo studio del dogma della verginità perpetua di Maria, poi ratificato dalla Chiesa; Riflessione teologica sull importanza della verginità di Maria per la Chiesa Come sappiamo i protestanti non riconoscono il dogma della verginità perpetua, ma solo quella ante; ci chiediamo che cosa cambierebbe in presenza di un Salvatore nato da un parto normale e, ancora più, se Maria avesse avuto altri figli? Non sarebbe cambiata certo la condizione di Salvatore e Figlio di Dio, in quanto non risulterebbe compromessa la sua concezione verginale in Spirito Santo; la nascita da un parto normale e l eventuale presenza di fratelli potrebbe persino farci avvertire l umanità di Gesù più vicina alla nostra; Ci chiediamo come mai la Chiesa cattolica abbia così a cuore la verginità perpetua di Maria, tanto da ribadirla con un dogma; per trovare una risposta a questa domanda cercheremo di sviluppare una breve riflessione teologica sui tre momenti ante, in e post della verginità della Madre di Cristo; Verginità ante: è un dato teologico fondamentale in quanto compendia in sé l umanità e la divinità di Gesù: uomo in quanto figlio di Maria dalla quale ha ricevuto un corpo umano, come il nostro; vero Dio in quanto Figlio del Padre incarnato in Maria per l azione dello Spirito Santo; Nello studio del concepimento e della nascita di Gesù si sono sviluppate nel passato due linee di pensiero: la prima orientata all indagine scientifica, la seconda incline a riconoscere e accettare il mistero divino sotteso a questi due eventi; Queste due linee sono poi, per così dire, confluite in una terza linea di sintesi che è tipica dell epoca moderna:

3 Linea scientifica: risale già ai primi secoli della Chiesa e tenta di comprendere l azione dello Spirito Santo in Maria alla luce delle conoscenze scientifiche e biologiche (decisamente approssimative e incomplete) del tempo; Si deve ricordare che, nei tempi antichi, la concezione della fecondazione ignorava completamente la presenza dell ovulo e quindi il ruolo attivo della donna nel concepimento; Il principio generatore era esclusivamente legato al seme maschile che veniva accolto e nutrito nel grembo della donna dove fermentava e veniva nutrito dal suo sangue; Partendo da questi principi si immaginava l azione dello Spirito come l introduzione di un seme divino nel grembo di Maria, dal quale si sarebbe poi sviluppato l uomo Gesù; È una linea che è stata seguita da molti teologi del passato, anche dallo stesso san Tommaso; Linea del mistero divino: è una linea più contemplativa, anch essa molto antica, detta anche linea del silenzio ; Uno dei suoi seguaci, sant Ignazio di Antiochia, riteneva che il parto di Maria, la nascita di Gesù, la sua morte e risurrezione fossero parti di un unico mistero avvenuto nel nascondimento e nel silenzio di Dio ; In sostanza si sosteneva che davanti a eventi così straordinari che sfuggono alle categorie e ai metodi di indagine e di studio umani è necessario fermarsi in quanto un tale mistero oggettivamente supera le nostre capacità di comprensione; Linea intermedia: è una linea che si interessa del come è stato concepito e del come è nato Gesù, ma non sotto l aspetto biologico bensì sotto quello dei significati teologici sottesi a questi eventi; Ci si chiede, ad esempio, perché Gesù è nato da Maria vergine? Il nostro Salvatore è stato concepito da Maria come un uomo, prendendo da lei la carne, a partire da un seme non umano ma divino; Gesù dunque è veramente uomo e veramente Dio e i racconti contenuti nei vangeli sono da considerare prima di tutto come fonte di significati cristologici più che mariologici; Verginità in: la necessità di questa particolare nascita viene spiegata con due riflessioni teologiche: In riferimento alla condanna comminata alla donna in Genesi 3,16 Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli : Il dolore dunque accompagna la vita dell uomo (e della madre che lo partorisce) sin dalla nascita; questa condanna viene annullata dal parto verginale di Gesù e Maria appare come la nuova Eva dell umanità; In riferimento alla risurrezione gloriosa di Gesù: durante la nascita, Gesù avrebbe goduto delle prerogative del suo corpo glorioso del quale esistono precise testimonianze neotestamentarie; si veda ad esempio il capitolo 20 di Giovanni: 19La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e ancora 26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c`era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro ; Appare evidente che il corpo di Gesù risorto non è soggetto alle normali leggi della materia; d'altronde, anche durante la vita pubblica di Gesù non mancano gli episodi che, più o meno chiaramente, testimoniano della possibilità di Gesù di avvalersi di poteri straordinari: ricordiamo l episodio in cui cammina sulle acque e ancora quando, trasportato sul ciglio della montagna di Nazaret per essere precipitato giù (Lc 4,30) passando in mezzo a loro se ne andò ;

4 Ecco dunque la possibilità, da parte di Gesù, di nascere preservando la verginità della madre durante il parto e senza recare dolore né a lei ne a se stesso; È il caso di ricordare che vi era anche chi, fra i cristiani dei primi secoli, negava questa verginità di Maria per motivi apologetici; Tertulliano (II/III secolo), nella sua opposizione al docetismo, sosteneva l apparente e non sostanziale umanità di Gesù e riteneva che il parto di Maria doveva essere stato assolutamente normale, con perdita dello stato della verginità, proprio come conseguenza della piena e reale umanità di Gesù; Verginità post: la verginità perpetua di Maria è conseguenza della particolare condizione di Gesù: (Ap 22,13) 13Io sono l`alfa e l`omega, il Primo e l`ultimo, il principio e la fine ; Gesù è dunque la rivelazione definitiva, la porta della salvezza per gli uomini di tutti i tempi; non vi può essere stato nessuno come lui prima di lui né tantomeno dopo; È evidente che, stabilito questo paletto teologico, il particolare sentiero aperto dalla misericordia del Padre, per la salvezza degli uomini, è destinato ad essere percorso solo dal Verbo incarnato; qualsiasi altra ipotesi svilirebbe la condizione eccezionale e unica che ha permesso al Figlio di Dio di condividere la nostra natura umana; È il caso di ricordare il grande apporto dato alla riflessione sulla verginità perpetua di Maria dal monachesimo che proponeva la Madre di Cristo come modello verginale assoluto a coloro che, uomini o donne, emettevano il voto religioso di castità; una visione della vita che portava a proporre lo stato verginale come superiore a quello matrimoniale; Nei tempi moderni, anche a seguito delle nuove prospettive introdotte dal Vaticano II, questa visione limitata e riduttiva della vita coniugale rispetto a quella verginale è stata superata dalla rivalutazione del ruolo e della funzione del matrimonio cristiano nel progetto di Dio; Circa l obiezione sollevata da taluni che ipotizzano una non validità del matrimonio fra Maria e Giuseppe, proprio in forza dello stato verginale perpetuo della sposa, si può rispondere con le tesi già sostenute da sant Agostino, che attribuiva a Giuseppe e Maria un ruolo vero ed effettivo di sposi e genitori del Salvatore, nell ambito di un progetto eccezionale e particolare di Dio che, quando lo ritiene opportuno, può modificare, sospendere o cambiare la validità e l efficacia di schemi, regole e principi per il bene supremo dell umanità: la nostra salvezza; La maternità divina Il dogma della maternità divina sarà ribadito dalla Chiesa già nei primi secoli, con il Concilio di Efeso del 431, contro l eresia Nestoriana; uno dei più forti oppositori dell eresia di Nestorio fu Cirillo di Alessandria; Eresia Nestoriana Nestorio accetta le conclusioni del precedente concilio di Nicea del 325 (che aveva ribadito la pienezza della natura umana e divina di Cristo) ma ritenendo inspiegabile la reale compresenza di due nature diverse ipotizza che il Verbo abbia assunto nella sua effettiva e piena divinità (ecco l accettazione di Nicea) il figlio di Maria, dopo il suo concepimento: ne derivano due conseguenze: Il mancato riconoscimento della piena, reale ed effettiva natura umana del Salvatore, gravemente lesivo della missione salvifica del Messia; La negazione per Maria del ruolo di Madre di Dio ;

5 Cirillo ribadisce la piena legittimità della maternità divina di Maria in forza di un miracolo che permette la presenza di due nature in una sola persona; la natura divina è stata unita a quella umana sin dal primo concepimento di Gesù nel grembo di Maria: Maria è dunque veramente Madre di Dio; Il Concilio di Efeso (431) Stabilisce dogmaticamente che la natura divina, preesistente da sempre, e la natura umana, generata da Maria per volontà e intervento diretto di Dio, sono entrambe presenti in una sola persona: non è mai esistito, neppure per un istante, un figlio di Maria privo della sua ipostatica divinità; in questa affermazione è contenuto il pieno valore del sacrificio salvifico di Gesù che solo così può portare con sé, alla condizione di santità divina, coloro che a buon diritto, per dono d amore del Padre, sono suoi veri fratelli. L immacolata concezione Il dogma dell immacolata concezione si è affermato nella Chiesa attraverso non poche difficoltà: infatti, se vi è sempre stato un largo consenso nel considerare Maria come una creatura che si è aperta e resa disponibile alla grazia di Dio in maniera tutta particolare, raggiungendo un grado di santità eccezionale, non allo stesso modo è stato accettato il principio che la sua concezione sia stata particolare, preservata cioè dalla macchia del peccato originale; Lo stesso sant Agostino, pur affermando che quando si parla di Maria il peccato non deve nemmeno essere nominato non può riconoscere alla Madre di Cristo l esenzione dal peccato originale in quanto, come afferma la Scrittura, tutti hanno peccato e tutti hanno bisogno della redenzione di Cristo: l immacolata concezione di Maria incrinerebbe il principio della redenzione universale e questo il santo di Ippona non si sente di ammetterlo: (Rm 3,23) 23tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, 24ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù ; Anche san Tommaso affermava che l immacolata concezione non poteva essere accettata: ammetteva invece una redenzione particolare dopo il primo istante della concezione; anche Maria sarebbe quindi stata sottomessa alla schiavitù del peccato, ma solo per un brevissimo istante, in forza di una particolare redenzione attuata, solo per lei, per una grazia speciale di Dio; Il dibattito fra macolisti e immacolisti si è protratto per secoli: nel primo gruppo particolarmente presente la scuola domenicana, nel secondo la scuola francescana; Gli immacolisti erano consapevoli del problema rappresentato dall universalità della redenzione divina: erano convinti della necessità dell immacolatezza di Maria ma cercavano di conciliare questa eccezionalità col dato della Scrittura; Fu appunto un francescano Dun Scoto, nel XIV secolo, a individuare una lettura teologica che sembrava salvaguardare il principio della salvezza universale: questo teologo affermò che Maria non presenta un eccezione nel piano di salvezza universale del Signore anche se non è stata toccata dal peccato originale: in lei infatti sarebbe stata ugualmente presente l opera redentrice di Gesù, manifestatasi peraltro con una forza e una efficacia tutta particolare che non si sarebbe limitata a liberarla dal peccato ma, grazie all onnipotenza divina, avrebbe impedito al peccato di corromperla; Per fare un paragone, se un uomo è destinato a cadere in un burrone posso pensare di salvarlo in due modi: o lo salvo fermandolo mentre sta per precipitare, afferrandolo per un braccio, o gli impedisco di raggiungere il burrone e di trovarsi in una condizione di pericolo; il risultato è lo stesso, sono diverse le modalità dell intervento che preserva dalla caduta;

6 Le tesi di Scoto presentarono un punto di vista nuovo, teologicamente importante ma non segnarono la fine del dibattito fra macolisti e immacolisti che continuò fino alla proclamazione del dogma da parte di Pio IX con la bolla Ineffabilis Deus del 1854; L assunzione È un dogma legato e consequenziale a quello dell immacolata concezione: se il salario del peccato sono la morte e la corruzione è ben giusto che colei che non ha conosciuto la corruzione del peccato originale sia anche preservata dalle sue conseguenze; L assunzione al cielo in anima e corpo è una conseguenza naturale della santità tutta particolare di Maria; Il dogma è proclamato nel 1950 da Pio XII e afferma l assunzione al cielo senza nulla dire circa la morte o la cosiddetta dormizione di Maria; La distinzione non è di poco conto: nel primo caso Maria sarebbe risorta prima di ascendere al cielo, nel secondo caso sarebbe rimasta estranea alla risurrezione che attende tutti coloro che muoiono; La teologia recente, e anche lo stesso Santo Padre, ritengono più corretta la tesi della morte e risurrezione di Maria; sostanzialmente per Maria si individuerebbe un percorso sì particolare, ma in linea con quello già tracciato da Gesù, con la sua stessa morte e risurrezione gloriosa; Il rapporto di Maria con la Chiesa Maria membro della Chiesa La Chiesa ha sempre dibattuto sul ruolo di Maria, nel progetto divino di redenzione dell uomo, alla luce del suo ruolo particolarissimo di teotokos: fino al Vaticano II le prerogative di Maria erano lette secondo una mariologia che finiva per assegnarle un ruolo così particolare da isolarla quasi dal contesto della Chiesa, intesa come comunità di tutti i credenti, in comunione coi santi che hanno già raggiunto la gloria del Signore; Nel capitolo VIII della L.G. il ruolo di Maria viene riscoperto più vicino a noi, come un membro a pieno titolo della Chiesa; Certo Maria ha delle prerogative particolari: Maria è immacolata ma anche la Chiesa può e deve essere vista immacolata in Cristo (non a caso la definiamo una, santa, cattolica e apostolica); si può anzi affermare che la santità della Chiesa si è pienamente manifestata proprio in Maria che è il modello di santità al quale devono ispirarsi e guardare tutti i fedeli di Cristo; Maria è madre di Cristo come anche la Chiesa è madre che concepisce il Salvatore nel cuore dei fedeli: in entrambi i casi è per l azione dello Spirito che si realizzano queste straordinarie azioni salvifiche; Maria è assunta in cielo, come anche la Chiesa, futura Gerusalemme celeste, ha davanti a se un destino di glorificazione; Maria è immagine dei santi e della Chiesa; è colei che ci precede e precede la Chiesa tutta nel cammino che terminerà con la consegna del Regno al Padre tramite il Figlio, al tempo della sua seconda venuta gloriosa; Un altro effetto importante dell immacolata concezione è la riflessione che stimola sulla santità dell uomo, una santità che è e resta, nel progetto di Dio, la condizione naturale nella quale il

7 Signore ha pensato e creato l uomo; il peccato e la corruzione sono successivi al dono della santità; in Maria risplende particolarmente quella santità alla quale tutti avevamo diritto, prima del peccato originale, ma che ancora ci attende e può essere raggiunta per la misericordia di Dio, solo che lo vogliamo; Maria e la redenzione Il Vaticano II ha espresso il ruolo di Maria usando il termine mediazione in luogo di corredenzione, un termine che era stato proposto e si era non poco diffuso prima del Concilio; Maria partecipa quindi dell opera salvifica, della mediazione di Gesù; Taluni hanno obbiettato su questa mediazione partendo da un passo molto chiaro di san Paolo: (1Tim 2,5-6) 5Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l`uomo Cristo Gesù, 6che ha dato se stesso in riscatto per tutti ; Se uno solo è il redentore e il mediatore come leggere il ruolo di Maria? Il Concilio spiega al n. 62 della L.G. dicendo che se Gesù è con la sua morte e risurrezione è il solo mediatore è anche vero che il nostro Signore, dopo aver offerto il sacrificio della croce che ci dona la salvezza, ha voluto partecipare la sua unica mediazione alle creature: ecco il sacerdozio comune dei fedeli, il sacerdozio ministeriale, i sacramenti che altro non sono che partecipazione dell unica mediazione di Cristo; Per fare un esempio, se un cristiano annuncia il vangelo a un non credente che si converte la salvezza non è merito del fedele; tutti i cristiani infatti sono semplici strumento del Signore che, nella sua magnanimità, ci associa alla mediazione di Cristo per la salvezza nostra e dei nostri fratelli; È in questo senso che si può parlare di mediazione anche per Maria: anche lei partecipa dell unica mediazione di Cristo, certo ad un livello qualitativamente molto superiore al nostro, ma sostanzialmente non diverso dal nostro; Il termine corredenzione, scartato dal Concilio, sembra nuovamente al centro dell interesse di molti fedeli: in America si è diffuso un movimento che sostiene la richiesta di un quinto dogma mariano appunto sulla corredenzione di Maria: la Santa Sede però ha fatto chiaramente capire, nell attuale contesto, che non vi sarebbero i presupposti per procedere lungo questa strada; Una simile iniziativa porrebbe problemi all ecumenismo in quanto, come affermato al n. 67 della L.G., si devono evitare espressioni o termini che inducano in errore i fratelli separati: in altre parole si deve evitare che insorgano ulteriori motivi di equivoci e/o di contrapposizione coi nostri fratelli cristiani non cattolici; Il termine corredentrice è infatti un termine molto più forte di mediatrice che sembra mettere Maria sullo stesso piano di Gesù: la creatura sullo stesso piano del Creatore, mettendo fra l altro in secondo piano lo Spirito Santo, più di quanto già non si faccia oggi; È decisamente il caso di rimanere nell ambito del termine mediazione che, diversamente da corredenzione, si inserisce molto bene nelle dinamiche d amore che, nello Spirito Santo, uniscono tutti i credenti (pellegrini sulla terra o gloriosi in cielo) nella comunione dei santi.

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