Il viaggio dell'anima oltre nascita e morte

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1 Il viaggio dell'anima oltre nascita e morte Seminario Maggio Erba (CO) Marco Ferrini Relazione a cura di Manola Farabollini

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5 La morte come punto di svolta La morte può aprirci ad una dimensione che può riservare grandi gioie ed esperienze di felicità, così come esattamente il contrario.

6 Temporaneità e immortalità Prendiamo in considerazione un aspetto che la vita incarnata ci obbliga a considerare: la temporaneità del corpo fisico, che noi siamo abituati a considerare una parte importante della nostra identità individuale. Dalla nascita alla morte il corpo fisico si trasforma in maniera visibile, eclatante, indiscutibile, inequivocabile, ma questa temporaneità colpisce per la sua continua impossibilità ad essere compresa, poiché in ognuno sempre risalta l'idea della propria natura eterna ed immutabile.

7 Nel Bhagavata Purana ci si pone la seguente domanda: Che cosa c'è nel mondo che più sbalordisce? Yudhisthira Maharaja risponde: Tutti testimoniano la morte degli altri, dei propri cari, partenti, amici e sconosciuti e nonostante ciò nessuno prende sul serio la possibilità della propria morte. Quest'ultima viene vista come qualcosa di distante, lontano, astratto, teorico, mentre noi sappiamo che la morte accompagna la vita così come la nascita. Come camminare vuol dire alzare e riposare il piede, vivere da incarnati vuol dire nascere e morire.

8 La morte come passaggio I grandi testi della tradizione indovedica insegnano: invece che rimuovere la realtà della morte, possiamo imparare a considerarla non come fine di tutto e completa dissoluzione del nostro essere, ma come passaggio di qualità ad una vita in un'altra dimensione, se vogliamo anche migliore di quella attuale.

9 La continuità della coscienza La vita è una realtà eterna anche se passiamo attraverso diversi stadi e dimensioni, inclusi quelli di nascita e morte. Esercitandosi nel realizzare la continuità della consapevolezza attraverso gli stati di coscienza della veglia, del sogno e del sonno, possiamo gradualmente familiarizzare con l'idea della morte come semplice passaggio da una dimensione di esistenza ad un'altra. Il viaggio dell'anima oltre la morte è riportato in diverse scritture di varie tradizioni spirituali, che descrivono le varie trasformazioni di percezione e visione dell'essere.

10 Oltre gli pseudo-valori convenzionali Ciò a cui noi generalmente diamo importanza non è detto che sia veramente importante; spesso è un'attribuzione di pseudo-valore dettata dall'educazione ricevuta, dalle nostre passate esperienze anche di vite precedenti o dai nostri pregiudizi. Ci ritroviamo così spesso a considerare la vita solo per quello che convenzionalmente ci viene detto che è. Adesso facciamo almeno l'ipotesi che la vita e i suoi autentici valori non siano quelli che la gente comunemente intende. Riguardo alla morte chiediamoci: se a noi piace così tanto vivere nel corpo, perché non possiamo rimanere nel corpo?.

11 Apriamoci alla prospettiva della possibilità evolutiva che offre la morte. Paradossalmente le più grandi ed arricchenti lezioni che possiamo apprendere nella vita sono quelle che hanno come soggetto la morte. Perché?

12 Riflettere sulla natura della morte, realizzandola come passaggio da una dimensione di esistenza ad un'altra, ci permette di meglio comprendere la realtà della vita. Qual è l'importanza e l'urgenza di fare ora questa riflessione? Si può vivere in tanti modi diversi. Si può morire in altrettanti differenti modi. Dipende dal proprio livello di coscienza.

13 Io vivo oppure: Il mio corpo vive Nella tradizione vedica viene spiegato il concetto di anima eterna che travalica il passaggio tenebroso della morte. Una persona che attribuisce eternità all'anima tratta la vita e la morte in modo molto diverso rispetto a chi, non attribuendo tale immortalità al proprio essere, investe tutto il proprio capitale nel corpo e considera e apprezza la vita solo come legata ad esso: io vivo fintanto che il corpo vive. A ciò si oppone l'atteggiamento trascendente: la vita sono io, non il mio corpo, e continuerò ad esistere anche dopo la sua distruzione.

14 La lezione dell'impermanenza Una delle prime lezioni da apprendere nella vita è la lezione dell'impermanenza di tutta la realtà psicofisica di questo mondo. Se impariamo a distinguere l'impermanente dal permanente, ciò che non si muove da ciò che si muove, ciò che è immutabile da ciò che è mutabile, possiamo gradualmente evolvere nella nostra consapevolezza. Permanente e immutabile è l'identità profonda del nostro sé spirituale.

15 Ciò che è eterno e immutabile è la nostra natura spirituale; tutte le volte che investiamo fuori di essa andiamo incontro ad un sicuro insuccesso. Ciò non vuol dire rinunciare a fare esperienze nel mondo, ma dobbiamo ben selezionare il nostro obiettivo e la nostra motivazione. Ciò che si muove è in continua trasformazione; la trasformazione è movimento. Anche il movimento può essere utilizzato per costruire, integrare, consolidare i nostri stati di coscienza armonica e impedire che essa ceda all'illusione di credersi anch'essa soggetta alle leggi fisiche.

16 Se la nostra finalità è evolutiva e se agiamo coerentemente ad essa, riusciamo a comprendere le ragioni della nostra incarnazione, fino a vivere la morte non più come tragedia ma come occasione di liberazione.

17 La paura della morte Il problema della paura della morte è soggettivo, non oggettivo. Più siamo attaccati alle cose del mondo, più sarà duro, difficile e tormentoso il morire e anche il dopo, il post mortem, quando vedremo che non siamo più in grado di utilizzare quelle cose alle quali eravamo molto attaccati e di cui magari eravamo diventati anche schiavi. Approfondiamo il seguente tema: il distacco dalle cose del mondo e il costituire un patrimonio di valori sul piano indivisibile, indistruttibile, inalienabile che è quello della nostra coscienza. Il successo spirituale è costituito dalla realizzazione di sé e di questo patrimonio eterno attraverso la fonte interna della coscienza illuminata, fino alle vette dell'esperienza: l'amore.

18 Cos'è l'immortalità? E' la forza vivente che sostiene la materia e non viceversa. Da questa comprensione traiamo quella profondità di consapevolezza che ci conduce all'esperienza della continuità della coscienza anche attraverso le varie fasi di cambiamento della realtà del corpo. Cos'è l'immortalità? E' la coscienza che passa indenne attraverso le varie fasi di ristrutturazione,destrutturazione e ristrutturazione della materia. Nella Bhagavad-gita (II.20) si spiega che anche quando il corpo va in pezzi, l'anima non è mai anche solo minimamente lesa.

19 Il viaggio dell'anima Quale viaggio l'anima farà dopo aver lasciato il corpo? Questo è il cuore del nostro Seminario sul quale riflettere non solo in questi due giorni, ma per il resto della nostra vita. Queste riflessioni strutturano la nostra coscienza! Il viaggio dell'anima è continuo: anche ora, per tutti! Siamo tutte anime in viaggio.

20 Le dinamiche del post-mortem In che modo le dinamiche che viviamo in questa vita creano le strutture nelle quali viene poi costretta la nostra coscienza nel post mortem? Mentre in vita abbiamo strumenti per poter riorientare la nostra coscienza, nel post mortem il viaggio si fa molto più difficile e frustrante: si cercano gli strumenti che eravamo abituati ad utilizzare e non ci sono più, come succede negli incubi in cui ci si sente trascinati - impotenti - in una situazione terribile, laddove non si vuole andare.

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22 Domande e risposte Nel momento della morte possiamo riuscire a guidare la nostra coscienza? Come trasformare le difficoltà in esperienze evolutive? Guide spirituali e punti di riferimenti valoriali che possono aiutarci nella vita e nel processo del morire. La rinuncia all'illusione non produce sofferenza in chi ha realizzato le conseguenze negative di visioni e comportamenti non fondati sulla realtà. Il senso di completezza e l'estasi dell'amore spirituale vissuto in separazione dall'amato.

23 Differenza tra distacco emotivo, attaccamento, attaccamento egoico, indifferenza. Come prendere coscienza dei nostri attaccamenti egoici e come superarli?

24 La modalità dell'offerta è quella che manda in frantumi i nostri attaccamenti. Non dobbiamo guardare con indifferenza al mondo, ma con amore! Possiamo innamorarci del mondo non in termini egoistici ma nello spirito dell'offerta a Dio, per il bene di ogni essere. Non attacchiamoci alla conoscenza di per sé, ma al donare conoscenza; impariamo a vivere nello spirito dell'offerta! In questo modo possiamo scoprire i talenti di ogni essere e le bellezze del mondo, l'ordine che sostiene ogni espressione della vita, ogni spazio infinitesimale e infinito dell'universo!

25 L'universo è un progetto ordinato finalizzato all'evoluzione di ogni essere. Non siamo assoggettati ad un'ingiustizia assoluta, ma ad un'ingiustizia relativa. Ci appare come ingiustizia ma è un'ingiustizia relativa: relativa ad azioni che noi non ricordiamo ma che abbiamo compiuto, perché ad ogni azione corrisponde una reazione della stessa natura. Possiamo realizzare il senso del nostro umano vivere, riconoscere il valore delle nostre e altrui qualità e potenzialità, imparare a volgere lo sguardo al cielo, verso le stelle, per leggere il disegno divino del nostro destino.

26 In spirito di ricerca, con grande sete di libertà, con umiltà, interroghiamoci sulle grandi verità dell'esistenza e comportiamoci coerentemente. La verità va servita, non solo ascoltata. Qui ed ora possiamo fare molto per trasformare la nostra posizione e qualità della vita, per elevare il nostro livello di coscienza. Ciò è possibile se coltiviamo verità, generosità, rigorosa coerenza, misericordia. Se viviamo ricercando l'evoluzione della coscienza, sentiamo esplodere nel cuore la gioia interiore: invece che camminare possiamo danzare nel mondo!

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