Cari Soci del Gemal, eccoci

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1 GEMAL Via Settevene Palo 1 Tronco, 18a Bracciano Rm - Tel.: Sito web: - Reg. Trib. di Civitavecchia n 2/09 - del 27/1/09 - Proprietario-Editore GEMAL - Direttore Responsabile: Paolo Tundo Sommario Editoriale 1 Il GEMAL si rinnova Sotto la lente 2 Storia e biologia fungina A lezione di micologia 3 Funghi commestibili, non commestibili e tossici a confronto Le nostre attività 5 Escursione agli Abeti soprani Dimmi che foglia hai 6 Il Cipresso Didattica 8 Parliamo di erbe e non solo Nuovi orizzonti 9 Progetto speciale dell ISPRA sui funghi Osservando 11 Il bianco gufo delle cascine Vita eccezzionale di un galletto 12 Il fantastico mondo delle api Il quizzone 13 Che fungo sarà? 15 Statuto del GEMAL Redazione: A. Arisci, P.Balanza, C. Bassanelli, A.Pinelli Veste grafica: G. Maccari Stampa: PROMO PUBBLICITÀ di Stefano Subiaco Via del Fornaccio snc Bracciano Tel.: Bollettino quadrimestrale di informazione micologica e non solo a cura del Gruppo Ecologico Micologico Alto Lazio Editoriale Il GEMAL si rinnova Cari Soci del Gemal, eccoci al numero 12, un numero dalle molte simbologie, un numero che ci accompagna e che ritroviamo in molte delle nostre attività quotidiane e in tutti i campi: a solo titolo di esempio 12 sono i mesi dell anno, 12 i segni dello zodiaco, 12 le ore che compaiono sul - l orologio, 12 sono state le fatiche di ercole, 12 le tavole della legge di Mose e così via, ma allora c è da chiedersi possiamo anche Noi dargli un significato? Ebbene sì, perché è l ultimo numero del IV anno di FunghiAmici e rappresenta allo stesso tempo il passaggio a un nuovo quadriennio di attività, opportunità e sfide che dovremo affrontare e che già si è aperto con alcune novità. Come già anticipato nell ultimo numero, dal 1 gennaio è entrato in carica il nuovo Consiglio Direttivo, rinnovatosi per la metà dei suoi componenti. Anzi, qui vogliamo cogliere l occasione per ringraziare i componenti del precedente Consiglio che con il loro continuo impegno, operato e dedizione hanno contribuito alla crescita del Gruppo e al raggiungimento degli obiettivi istituzionali. Un grazie di cuore va a Renato Boffo, Giacinto Di Paolo e agli amici di Viterbo Calabe Barbetta, Claudio Celestini, Alfredo Colognola e Claudio Rossi. Un saluto di buon lavoro invece va ai nuovi consi- funghiamici@gemal.it Anno IV settembre-dicembre 2012 N.12 glieri Giovanni Abbatangelo, Antonello Arisci, Manilo Frattari, Giorgio Licorni, Piero Parruccini e Mirco Tosoni. L Assemblea inoltre ha nominato anche come Revisori dei Conti i soci Remo Caponi, Rosa Rita Cintio e Alfredo Pizzituti. Tra le novità decise dal nuovo Direttivo nella sua prima riunione per affrontare i numerosi impegni a cui il Gruppo dovrà far fronte, in attuazione del nuovo Statuto (che trovate allegato in questo numero), citiamo: 1) l ampliamento del Comitato di Studio in cui entrano a far parte i soci micologi Laura Nicoletti e Antonello Arisci; 2) l Istituzione di una commissione che si occuperà dell Organizzazione delle Gite e della Vacanza estiva, in questo caso, Paolo Gennari sarà affiancato da Giovanni Abbatangelo, Manilo Frattari e Piero Parruccini; 3) la nomina dei Responsabili della Gestione del Casaletto Gaetano Diomaiuta e Giorgio Licorni; 4) la nomina di Mauro Mandrici e Piero Parruccini quali Referenti per il Gruppo degli eventi Mercato Km 0, una manifestazione organizzata dal Comune di Bracciano per favorire la ricettività turistica del territorio, a cui siamo stati invitati a partecipare per i riconoscimenti, i successi e il contributo portati con la realizzazione annuale della Mostra del Fungo. Da ultimo dobbiamo comunicare una bella notizia. Siamo stati accreditati dal - l ISPRA come Centro di Ec - cellenza per lo studio della Micologia e della Biodiversità del Suolo con la partecipazione al Progetto Speciale Funghi, d importanza nazionale. In un articolo dedicato (vedi pagina 9) si spiegano meglio i contenuti del progetto, al quale ogni socio è chiamato a partecipare anche con piccole e semplici attività. Un caloroso saluto a tutti. La Redazione 1

2 Sotto la lente Storia e biologia fungina IL GAMBO Ifunghi possono avere il gambo o possono non averlo, se il gambo è presente vengono definiti peduncolati, se non è presente vengono definiti sessili. Nei peduncolati il gambo è posto subito sotto il cappello, o la mitria, e può essere centrale (fig. 1) o laterale (sessile fig. 2). Non meno importante è la struttura del gambo rispetto a quella del cap- Fig.1 Centrale Fig. 2 Laterale separazione (es: Amanita). Si definiscono omogenei quelli dove cappello e gambo sono della stessa natura, per cui risultano non separabili senza un azione di frattura (es. Boletus). (fig. 3), radicante (Fig. 4) o bulboso (fig. 5), cilindrico o clavato, inguainato, obeso (fig. 6) o ventricoso, zonato, rugoloso, vellutato, scro - bicolato (fig. 7) o reticolato (fig. 8). Un esempio di fusiforme lo troviamo in Collybia fusipes, radicante in Hebeloma radicosum, clavato di Clitocybe clavipes, scrobicolato in Lactarius scrobiculatus, ventricoso e reticolato in diverse specie del genere Boletus, vellutato in Oudemansiella (Collybia, Xerula) longipes. Per quanto riguarda il gambo bulboso è bene ricordare che vi possono essere varie forme di bulbo: A cura del micologo A. Appolloni si riscontra in Amanita citrina; c) napiforme (fig. 9) quando assume un aspetto obconico del navone come in Amanita spissa; d) turbinato, cioè a forma di trottola come in Amanita rubescens; e) marginato (fig. 10), quando la sua parte superiore presenta un risalto circolare a mo di margine come si riscontra in moltissimi Cortinarius appartenenti al sottogenere Phlegmacium, sezione Scauri. Per quanto concerne l or - namentazione, similmen - te a quanto si verifica nel cappello, possiamo Fig.5 Bulboso Fig.3 Fusiforme fig,4 Radicante Fig.7 Scrobicolato Fig.9 Napiforme pello. Ne abbiamo già parlato nel n. 5 del maggio-agosto 2010 ma, trat - tandosi di un carattere molto importante per fare una prima scrematura, torniamo a rinfrescarci la memoria. Si definiscono eterogenei quei funghi dove il cappello e il gambo essendo di struttura diversa consentono una facile Forma e Ornamentazioni Sono elementi assai variabili, talora soprattutto il primo ed entro certi limiti anche nel - l ambito della stessa specie. Il gambo può essere arcuato o flessuoso, attenuato in alto oppure in basso, fusiforme a) depresso, se appare un poco schiacciato o compresso in senso verticale (Macrolepiota procera); b) subgloboso se di forma rotondeggiante analogamente a quanto Fig.6-8 Obeso e reticolato Fig.10 Marginato avere inoltre gambi squa - mosi ( Pholiota squar - rosa), fibrillosi (Tricholoma scalpturatum), a rivestimento granuloso (Suillus granulatus) oppure glutinoso ( Gom - phidius glutinosus). 2

3 A lezione di micologia A cura dei micologi A. Appolloni e V. Ciotti Funghi commestibili, tossici e non commestibili a confronto GENERE LEPISTA In questo numero riteniamo di dover trattare un fungo che gli amici del nostro Gruppo hanno imparato a conoscere e a consumare con una certa frequenza. Parliamo della Lepista nuda, chiamato volgarmente aromatico viola. Nei tempi trascorsi veniva annoverato nel genere Tricholoma (Tricholoma nudum) insieme ad altri funghi dalle caratteristiche similari; successivamente è stato da questo separato coniando il nuovo genere. Tre sono stati i caratteri macroscopici e microscopici che hanno diversificato il genere Lepista dal genere Tricholoma: la separazione delle lamelle dalla carne del cappello con una leggera pressione delle dita; il colore delle spore che sono appena rosate e non bianche; la decorazione della parete sporale che non è liscia ma verrucosa. Lo confronteremo con funghi appartenenenti al genere Cortinarius, con i quali può essere confuso; con l occasione proporremo alcuni Cortinari commestibili a confronto con altri dello stesso genere, tossici o comunque non commestibili. LEPISTA NUDA Ambiente di crescita (habitat) E un fungo ubiquitario che vive sul substrato ricco di humus vegetale dei boschi, spesso in linee o nei cosidetti cerchi delle streghe. Cresce in autunno-inverno ma, raramente, possiamo trovarlo anche in primavera. Cappello (pileo) Misura 5-12 cm, convesso poi conico e infine appianato, la superficie è liscia, opaca, color violetto, lillabluastra, più scura al centro dove presenta spesso un largo umbone. In vecchiaia si decolora all ocra-viola. Lamelle (imenoforo) Sono fitte, adnato-uncinate o appena decorrenti, larghe, grigio-lilla o lilla-bluastre, con numerose lamellule di varia lunghezza. Gambo (stipite) Misura 5-9 x 1,5-3 cm, cilindrico e talvolta ingrossato alla base, bulboso o clavato, fibroso, elastico, color lilla, lilla-violetto, ricoperto all apice da una pruina biancastra con alla base residui miceliari che inglobano parte del substrato. Carne Inizialmente soda, poi molle e acquosa. Il colore è grigiastro con toni viola ed ha un odore forte, aromaticopiccante. Commestibilità È abbastanza ricercato per la sua buona commestibilità. Microscopia Le spore sono ellissoidali, verrucose, misura 7,2-8,6 x 4,2-5,4 µm (micron). Sporata in massa rosa-salmone. CORTINARIUS LARGUS Ambiente di crescita (habitat) Vive nei boschi di faggio, in genere gregario, nel periodo autunnale. Cappello (pileo) Misura 4-12 cm, globoso poi convesso, margine sem - pre involuto, cuticola glutinosa poi asciutta, brillante, grigio-violetta, lilla, ornata da fibrille radiali più scure. Lamelle (imenoforo) Sono adnato-smarginate e talvolta arrotondate al gambo, fitte, grigio-lilla con filo intero o seghettato. Sono presenti lamellule di varia lunghezza. Gambo (stipite) Misura 5-9 x 1,5-3 cm, sodo, asciutto, concolore o poco più chiaro del cappello, fibrillato longitudinalmente, apice pruinoso, imbrunente alla manipolazione. Carne Blu-violetta, soda, a contatto dell aria al centro del cappello diventa bianca, odore vagamente fruttato e sapore dolce. Commestibilità Commestibile. Microscopia Spore da amigdaliformi a citriformi, alcune anche ellissoidali, con evidenti grossolane verruche, misura LEPISTA NUDA cappello: asciutto lamelle: con riflessi rosati (spore) cortina: assente sapore: interamente dolce gambo: leggermente allargato alla base crescita: ubiquitario, in linee o cerchi delle streghe CORTINARIUS SODAGNIDUS cappello: vischioso con umido lamelle: con riflessi bruno-rossastri (spore) cortina: presente sapore: dolce con cuticola amara gambo: con base nettamente marginata crescita: boschi di querce e faggi 3

4 LEPISTA NUDA lamelle: rettilinee, grigio-lilla cortina: assente odore: aromatico-piccante carne: igrofana crescita: ubiquitario, in linee o cerchi delle streghe CORTINARIUS TRAGANUS lamelle: panciute, giallo-ocra cortina: presente odore: acetilene o fruttato carne: non igrofana crescita: isolato o gregario, boschi conifere 10,5-12 x 5,5-6,2 µm (micron). Sporata in massa, ruggine. CORTINARIUS SODAGNITUS Ambiente di crescita (habitat) Cresce in boschi di latifoglie, soprattutto di querce e faggi, isolato o gregario, nel periodo estivo-autunnale. Cappello (pileo) Misura 4-8 cm, globuloso poi piano-convesso, margine sinuoso, cuticola vischiosa con umidità, pruinosa e asciutta con tempo secco, violacea sfumata di lilla, talvolta decorata da piccoli fiocchi rossastri. Lamelle (imenoforo) Sono adnate, sinuose, fitte, grigio-azzurro-lilla poi bru- no-rossastre con il filo intero. Sono presenti lamellule. Gambo (stipite) Misura 6-8 x 1-2 cm, subcilindrico con base bulbosa nettamente marginata, azzurro-lilla chiaro, con abbondante cortina. Carne Soda, biancastra, nel gambo sfumata di azzurro. Odore non significativo, sapore dolce ma non sulla cuticola che è amara. Commestibilità Non commestibile. Microscopia Le spore sono ellissoidaliamigdaliformi, ornate da verruche in rilievo, brunogialle al microscopio, misura 8-10 x 5,4-6 µm (micron). Sporata in massa bruno-ruggine. CORTINARIUS TRAGANUS Ambiente di crescita (habitat) Vive isolato o gregario nei boschi montani di conifere. È frequente nei periodi estivo-autunnali con clima abbastanza mite. Cappello (pileo) Misura 3-10 cm, emisferico poi appianato e talvolta con ampio umbone, margine involuto, cuticola asciutta, sericea, viola chiaro, lillabluastra chiara, poi con l età ocracea dissociata in finissime squame. Lamelle (imenoforo) Sono uncinate o adnatosmarginate, fitte, panciute, giallo-ocra poi bruno-ruggine. Sono presenti lamellule di varia lunghezza. Gambo (stipite) Misura 5-9 x 1-2 cm, claviforme, robusto, sodo, asciutto, concolore al cappello, con evidenti tracce lanose lilla di velo generale. È presente una cortina biancastra poi ruggine per la maturazione delle spore. Carne Non igrofana, soda, crema nel cappello e gialla zafferano nel gambo. Odore spesso di acetilene, talvolta fruttato e sapore amarognolo. Commestibilità Fungo tossico; è ritenuto responsabile di creare sindrome gastroenterica. Microscopia Le spore sono ellissoidali o amigdaliformi, con poche verruche, misura 8-9,5 x 5,5-6,5 µm (micron). Sporata in massa bruno-ruggine. 4 CORTINARIUS LARGUS cappello: spesso glutinoso lamelle: grigio-lilla sapore: dolce gambo: imbrunente alla manipolazione crescita: boschi di faggio CORTINARIUS TRAGANUS cappello: sempre asciutto lamelle: giallo-ocra sapore: amarognolo gambo: immutabile alla manipolazione crescita: boschi di conifere

5 Le nostre attività Escursione agli Abeti soprani Nel tornare a casa dalla gita di Agnone, della scorsa primavera, decidemmo di percorrere una strada all interno dell Appennino Abruzzese-Molisano attraversando grandi distese di Abeti bianchi, Abeti rossi e Faggi con destinazione Roccaraso. Rimanemmo incantati dalle varie sfumature di colore che si presentavano ai nostri occhi, dalla maestosità di quegli alberi e ancor più attratti dalla rinnovata struttura e dalla gentilezza della signora Daniela che ci consentì di visitare il suo ostello che ci è sembrato perfetto per programmare la nostra prossima escursione. Così una volta tornati a casa facemmo partecipi i nostri amici ed in poco tempo concordammo di trascorrere proprio lì un weekend nei primi giorni di ottobre alla ricerca di funghi. Così un nutrito gruppetto di Soci partì da Bracciano destinazione Montagna Amica, questo è il nome dell ostello, situato in una zona splendida denominata Abeti Soprani a pochi chilometri da Pescocostanzo. Il sole ci ha accompagnato ed ha reso ancora più spettacolari quei luoghi affascinanti e anche un po misteriosi. Una volta preso possesso delle camere ci siamo ritrovati a consumare un ottima cena fatta di cose tradizionali ma molto semplici. L indomani mattina e il giorno dopo ancora, appuntamento al passo di Guado Liscia con gli inseparabili amici di Vasto Andrea e Costantina e dopo il caffè di rito, indossati adeguati vestiti e impugnati gli attrezzi del fungarolo ci siamo immersi in quei grandi boschi alla ricerca dei prelibati funghi di stagione. Lactarius salmonicolor, varie specie di Russule e qualche prelibato porcino del Gruppo dell Edulis, hanno riempito i cesti degli amici. I pomeriggi sono stati de- Ricetta: CROSTONE AI FUNGHI Ingredienti: pane in cassetta, uova, farina, prosciutto cotto, mozzarella, funghi prugnoli, burro, insalata lattuga, radicchio, peperoni rossi. Puliamo accuratamente e tagliamo a fette funghi prugnoli (Calocybe gambosa) che faremo sbollentare per alcuni minuti. Prepariamo in un recipiente una pastella di acqua e farina non troppo liquida. In un piatto amalgamiamo un uovo comprensivo di albume e alla fine aggiungiamo della mozzarella tritata mescolando. Adagiamo su una sfoglia di pane in cassetta della mozzarella tagliata a fette, dei pezzettini di prosciutto cotto, i prugnoli e dicati alla visita dei piccoli borghi molisani, ad altri posti caratteristici, a scoprire, assaggiare e far provvista di salumi e formaggi tipici della zona. Dopo la cena si trascorreva la serata a ridere e scherzare con la signora Daniela ed il marito, persone gradevoli e di ottima compagnia. Come sempre quando si sta bene il tempo vola e la domenica pomeriggio, dopo una visita a Roccaraso, ci siamo incamminati per ritornare al nostro paesello. La Redazione copriamo con un altra fetta di pane in cassetta. Immergiamo il preparato nella pastella e adagiamo il tutto su una teglia cosparsa con del burro bagnando con la miscela di uovo e mozzarella. Lasciamo cuocere per circa 7-8 minuti e serviamo caldo adagiando il tutto su foglie di insalata lattuga, radicchio e pezzetti di peperoni. Buon appetito. Erboristeria IN Sole a CERVETERI Via Paolo Borsellino 16 Tel.: anche sul WEB info@erboristeriainsole.it RIVENDITORE BIRKENSTOCK DIETE PERSONALIZZATE ALIMENTAZIONE BIOLOGICA PRODOTTI PER SPORTIVI FITOCOSMESI FITOTERAPIA FIORI DI BACH FIORI AUSTRALIANI TRUCCATRICE IN SEDE (sabato pomeriggio su prenotazione) 10,00 5

6 6 Dimmi che foglia hai Il Cipresso In questo numero parliamo del cipresso (Cupressus sempervirens L.), che con la sua chioma sempreverde ci regala un po di colore nel periodo invernale, quando tutti gli altri alberi sono ormai spogli. Il cipresso è facile da riconoscere, grazie alla sua fisionomia sottile e slanciata, e soprattutto perché è generalmente presente nei cimiteri e nei luoghi di culto, quasi a incutere, con la sua presenza, maggiore rispetto e solennità. La sua chioma verticale ha da sempre rappresentato per l uomo una sorta di collegamento tra il cielo e la terra, tra il mondo dei vivi e quello dei morti, diffondendolo così nei luoghi sacri e avvicinandolo al culto dei morti. Il cipresso è diventato così simbolo di morte, ma anche di vita eterna, a indicare le anime partite per il regno celeste. Nella mitologia greca, viene associato al dio Ade, dio dei morti, i cui sacerdoti si adornavano di corone realizzate con foglie di cipresso che, con il loro colore verde scuro, contribuivano a dare un atmosfera di malinconia e dolore durante le cerimonie. C è anche un aspetto pratico nell impianto dei cipressi nei cimiteri: la fitta chioma consente all albero di inserirsi in spazi stretti così da interagire in minima parte con le infrastrutture limitrofe ed anche l apparato radicale, sviluppandosi nel terreno in profondità con scarse radici superficiali, non crea danni e rotture alle pavimentazioni. Passando agli aspetti mor - fologici ed ecologici, il cipresso sempreverde ha un fusto cilindrico, che ben presto viene coperto dalla chioma bassa e fitta, ricoperto da una corteccia grigia e sottile, fessurata longitudinalmente. I rami sono numerosi, composti a loro volta da ramuli sottili e ricoperti da foglie squamiformi, ovali e in parte fuse nei ramuli. La specie è monoica: in una medesima pianta troviamo cioè gli sporofilli maschili e femminili, le strutture adibite alla riproduzione. Gli strobili del cipresso sono chiamati generalmente galbule, sono portati singolarmente e hanno una forma rotondeggiante, con grosse squame legnose che dopo un anno si aprono per liberare piccoli semi alati. In base a questo tipo di disseminazione, possiamo capire che il cipresso è una specie pioniera, in grado di crescere A cura della dottoressa forestale A. Pinelli (Cupressus sempervirens) su suoli di qualsiasi tipo, anche calcarei e argillosi, in ambienti caldi e siccitosi. Per tale motivo viene spesso usato nei rimboschimenti e come fasce frangivento, sebbene abbia una crescita lenta. All interno di questa specie abbiamo due varietà distinte: la var. sempervirens, che possiamo identificare nel cipresso classico, con la chioma stretta e allungata al cielo; la var. horizontalis, facile da riconoscere per la chioma che al contrario si presenta maggiormente allargata con rami orizzontali e più disordinata. L impiego di questa pianta da parte dell uomo è legato anche al legno, particolarmente pregiato per la sua durevolezza, il colore chiaro e la grana fine, tanto che viene usato per le bare dei pontefici defunti. Data la sua grande importanza per l uomo che lo ha ampiamente diffuso, non è più possibile risalire all areale di provenienza originale di questa pianta, ma si ritiene comunque che provenga dal Mediterraneo orientale (Grecia, Cipro, Libano, Siria, Turchia). Negli ultimi secoli il cipresso ha acquisito inoltre una importanza paesaggistica, soprattutto in Toscana e nel Lazio. Non possiamo non ricordare il Viale dei Cipressi presso Bolgheri, crea-

7 rato, a pochi chilometri da Bracciano. La pianta è collocata Fig. 4 Fig. 1 Fig. 5 proprio accanto alla chiesa, e sebbene si sia stimato che abbia più di 200 anni, è tuttora in ottime condizioni vegetative e di dimensioni considerevoli. Il cipresso, con i suoi molteplici pregi, è stato duramente attaccato e decimato da un cancro derivato dal patogeno fungino Seiridium cardinale, che causa numerose lesioni cancerose con disseccamento di rametti e parti della chioma, fino alla morte della pianta, fenomeno a cui si è cercato di porre rimedio selezionando vari ibridi resistenti alla malattia e impiegando altre specie di cipresso. Le specie fungine più significative che possiamo trovare Fig. 2 in prossimità di questo to nel XIX secolo per collegare il paese alla Via Aurelia, pianta molto longeva, si cocus xanthodermus (fig. 1) e domande su alberi o piante Il cipresso inoltre è una albero sono: i tossici Agari- Cari amici, se avete e attualmente composto da noscono infatti individui Lepiota cristata (fig. 2) e i che vi destano curiosità, più di mille alberi, che hanno reso unico il paesaggio nostro territorio esiste un procera (fig. 3), Coprinus approfondire qualche plurisecolari. Proprio nel commestibili Macrolepiota o delle quali vorreste tanto da ispirare a Giosuè esemplare che è assolutamente da vedere: è presen- comatus (fig. 4) e Armillaria aspetto, potete scrivermi Carducci la poesia Davanti alla mellea (fig. 5). adolfa81@tiscali.it San Guido. te nella Tenuta di San Libe- Fig. 3 RISTORANTE PIZZERIA L ISOLA CHE NON C È da Matteo Lanzi Via Doganale, 201 Borgo San Martino (Cerveteri) Tel Cell

8 Didattica A cura di Vittorio Ciotti (erbarolo autodidatta) Parliamo di erbe e non solo 8 COLEOSTEPHUS MYCONIS (Margherita gialla-occhio di bue) Famiglia: Asteraceae La troviamo anche sotto il nome di Chrisanthemum myconis. Il nome del genere sembra derivi dal greco Koleos (guaina) e stephus (corona), la specie invece dall isola greca di origine. Pianta erbacea annua alta fino a 50/60 cm (talune raggiungono anche il metro), in genere glabra o appena lanuginosa che cresce negli incolti ma anche nei campi coltivati, fino agli 800 mt. s.l.m. In Italia la troviamo nelle regioni centrali e meridionali, comprese le isole; è totalmente assente al Nord. La radice è a fittone, il fusto è eretto, pentagonale, duro e ramificato. Le foglie sono verdi e alterne, quelle inferiori picciolate con margine dentato o seghettato, le su- periori oblunghe e abbraccianti il fusto. I fiori sono solitari, a forma di cucchiaio, gialli o bianco-gialli; il frutto è un achenio con pappo. La fioritura avviene tra i mesi di Aprile e Luglio. Non è pianta commestibile, è impiegata però per la produzione di specialità medicinali. REGOLE GENERALI DA TENERE BEN PRESENTI: le erbe spontanee, come d altronde tutti gli alimenti, vanno mangiate con moderazione e non tutti i giorni, in quanto ognuna di esse contiene minerali e princìpi attivi che, se assunti in quantità eccessiva, possono creare disequilibrio all organismo umano. Le erbe devono essere raccolte, ovviamente, lontano da fonti inquinanti quali strade, stabilimenti, depositi, raffinerie o altra fonte di pericolo e per il consumo alimentare, quando foglie e germogli sono più teneri. RUSCUS ACULEATUS (Pungitopo-Rusco-Piccasorci-Asparago pazzo) Famiglia: Liliacee Arbusto sempreverde che arriva anche al metro d altezza. Cresce su terreni secchi, calcarei, magri e teme il gelo. È comune nei boschi fino ai 700/1000 mt. Ha un rizoma obliquo, strisciante, nodoso; il fusto è eretto, verde, ramificato, ricco di cladodi (simili a foglie) coriacei, alterni, sessili e terminanti con una spina (nelle campagne, qualcuno usa ancora i fusti legati per pulire le canne fumarie dei camini). I fiori violacei o verdastri, sono molto piccoli, la bacca è rotonda, rossa con all interno due grandi semi gialli. È pianta ricca di sali di calcio e di potassio. Dioscoride antico medico, botanico e farmacista greco, ai tempi dell Imperatore Nerone, già ne conosceva l utilità e fin da allora era denominata Ruscus. I medici tradizionali e i fitoterapisti usano le foglie e il rizoma, per questo motivo la pianta viene coltivata e poi impiegata sotto varie forme. Avendo anche proprietà antinfiammatorie, suggerisco l impiego della pomata a base di rusco contro le punture della zanzara tigre nell attimo appena successivo alla puntura stessa; l eventuale gonfiore e il prurito svaniranno in pochi minuti. La raccolta indiscriminata nel tempo conosciuta e impiegata come pianta augurale durante le feste natalizie ha reso questo arbusto specie protetta in alcune regioni tra cui il Lazio, per questo ne è stata vietata la raccolta. Nelle regioni non interessate da questo provvedimento, i germogli (simili a un grosso asparago) sono raccolti, lessati e mangiati come i comuni asparagi anche se più amari. I semi, invece, venivano e forse qualcuno ancora ne fa uso, seccati e tostati per prepararne una bevanda simile al caffè.

9 Nuovi orizzonti Progetto speciale dell ISPRA sui funghi Intervista al Dott. Carmine Siniscalco sul Centro di Eccellenza per lo studio della biodiversità del suolo nell ambito del Progetto Speciale Funghi dell ISPRA presso il Gemal-AMB a Bracciano In questo numero abbiamo il piacere d intervistare il Dott. Carmine Siniscalco, Primo Ricercatore del l ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) presso il Dipartimento Difesa della Natura e responsabile del Progetto Speciale Funghi dell ISPRA, nonché membro del Comitato Scientifico dell AMB, della Commissione di Micotossicologia della Fondazione Centro Studi Micologici dell AMB (CSM-AMB) e Presidente del Gruppo Micologico del l Etruria Meridionale- AMB (GMEM-AMB), queste solo alcune delle varie cariche che riveste in campo micologico e ambientale. D. Dott. Siniscalco, il GEMAL- AMB è stato da poco accreditato a Bracciano come uno dei Centri di Eccellenza per lo studio delle componenti di biodiversità del suolo, nel - l ambito del Progetto Speciale Funghi dell ISPRA, ci può spie gare qual è lo scopo di questi Centri? R. Il Vostro Gruppo, pur se relativamente giovane, ha manifestato negli anni scorsi interesse ed entusiasmo a partecipare a uno dei progetti ISPRA più importanti rivolti allo studio della biodiversità del suolo, cioè quello del Progetto Speciale Funghi e del pari di altri Gruppi AMB sul territorio nazionale anche il GEMAL come tale era meritevole di avere questa opportunità. La collaborazione del - l AMB con ISPRA dura ormai da dieci anni nel corso dei quali sono stati compiuti grossi passi in avanti in campo ambientale con l ausilio della scienza micologica. Importanti sono i risultati nel campo della mappatura e censimento dei macromiceti e mixomiceti a livello nazionale e del loro uso come indicatori di qualità ambientale. L articolata strutturazione dei temi di ricerca del Progetto Speciale Funghi dell ISPRA consente di studiare, tramite le conoscenze micologiche, il funzionamento degli ecosistemi nella loro complessità e di poterne indicare lo stato. A supporto di tutto ciò è stata strutturata in ISPRA la fase conoscitiva-formativa su larga scala con una serie di Seminari a cadenza men sile che per quattro anni ( ) hanno visto la presenza di qualificati es perti, anche di livello internazionale per tracciare la strada della bioindicazione con i funghi per il monitoraggio della qualità dell ambiente. Tutti i lavori scientifici frutto del Progetto Speciale Funghi sono poi finalizzati alla redazione di rapporti, manuali, linee guida e quaderni ISPRA per diventare il supporto bibliografico di riferimento per i tecnici ambientali delle amministrazioni pubbliche e privati. Inquadrati in questo ambito i Centri di eccellenza per lo studio delle componenti di biodiversità del suolo del Progetto Speciale Funghi dell ISPRA non sono più un punto di arrivo del disegno scientifico, ma un punto di partenza di ogni Unità Operativa accreditata del progetto stesso. Quindi l obiettivo dei Centri di Eccellenza è quello di fornire un importante contributo all accrescimento delle conoscenze sulla biodiversità dei suoli italiani in particolari aree del territorio nazionale, dove non solo lo studio dei macromiceti e mixomiceti è fondamentale, ma grande importanza è anche la disponibilità delle varie Unità Operative del Progetto Speciale Funghi dell ISPRA all esecuzione contemporanea di studi multidisciplinari per addivenire nel minor tempo possibile ad una conoscenza più completa sia delle componenti di biodiversità del suolo sia delle relazioni trofiche che in esso si instaurano. A questo punto è opportuno ricordare che in Italia abbiamo il tasso di biodiversità più elevato in Europa, ed è anche il più complesso da studiare per le varietà di ambienti e di ecosistemi che lo caratterizzano. D. Ma perché la biodiversità? E cosa c entrano i funghi in questo contesto? R. La conoscenza e lo studio delle relazioni degli esseri viventi includono anche quelle dei funghi in generale e in particolare dei macromiceti e mixomiceti. Fra gli studi sulla biodiversità, quella dei funghi è storicamente la più trascurata sia per la difficoltà della materia sia per la sporadicità della nascita dei carpofori, che sono l unico segnale della presenza del micelio nel substrato di crescita. Infatti, mentre le conoscenze e gli studi ambientali per le piante e gli animali sono molto avanzati, per quelli sui funghi, nel loro complesso, siamo a conoscenza solo del 4-5% delle specie stimate sul nostro pianeta. Da ciò si evince quanto siano importanti e fondamentali gli studi sulla biodiversità dei funghi e del suolo in generale e quindi conoscere e approfondire le relazioni che s instaurano tra tutte le componenti viventi nei primi centimetri del suolo, perché da esse si ricavano gli indicatori sia di qualità biologica sia della salute degli ecosistemi. D. Quindi i funghi, oltre le funzioni biologiche, possono rivestire anche il ruolo di Indicatori. Ce ne può citare qualcuno? R. Certamente, i funghi recentemente hanno assunto il ruolo di indicatori dello stato dell ecosistema che li ospita per cui ormai la loro conoscenza è fondamentale. Molti sono gli aspetti che essi bioindicano, ma per essere breve ne posso citare alcuni tra i più rappresentativi. I funghi sono: indicatori di particolari caratteristiche del suolo. Ad esempio possiamo dire che a certi valori di ph corrispondono boschi con una copertura vegetale senza perdita di rami e/o foglie, segno di ottima salute di quell ambiente; indicatori dell esistenza di processi di degrado già in corso o di possibili futuri processi di degrado. È stato dimostrato che la presenza in un bosco dei basidiomi di determinate specie fungine,come ad esempio Mycena rosea o Megacollybia pla - typhylla, che si nutrono dei prodotti di scarto di altre specie fungine, con funzioni di degradatori primari, indica un alterazione dell ecosistema che percepiremo solo molto dopo tempo, cioè quando fruttificheranno i degradatori primari; indicatori di diversità di habitat. In base ai dati di mappatura e censimento è possibile creare degli elenchi di specie per ciascun habitat in base alla frequenza delle segnalazioni. Le specie caratteristiche e differenziali sono quelle che emergono dal confronto con altri habitat in base a frequenza e presenza. Le specie frequenti 9

10 10 sono quelle con elevato numero di segnalazioni, ma presenti in altri habitat. Tali specie rappresentano un primo campionario di elementi di pregio ecologico e di indicatori di qualità ambientale; Indicatori di fertilità del suolo. I funghi insieme ai batteri e ad altri microrganismi provvedono sia alla degradazione della sostanza organica fino a ottenere molecole semplici e organico-minerali che partecipano alla formazione dell humus. I funghi e i microrganismi rappresentano dunque una componente di fondamentale importanza per la fertilità del suolo e svolgono un ruolo insostituibile, in mancanza del quale, il suolo rappresenterebbe semplicemente un inerte supporto meccanico; Indicatori di aspetti fitopatologici. Ad esempio le ectomicorrize (=uno dei tipi di micorrize fra alberature e funghi) costituiscono una barriera fisica alla penetrazione di parassiti nel - l apice radicale delle piante e modificano qualitativamente e quantitativamente i metaboliti vegetali emessi nella rizosfera (=è la porzione di suolo che circonda le radici delle piante, dove queste assorbono i nutrienti essenziali e l acqua necessaria per crescere). Inoltre esse generalmente producono anche dei composti antibiotici che rappresentano una barriera tossica nei confronti di molti microrganismi del terreno. È stato dimostrato che l albero deperisce gradualmente perdendo progressivamente la capacità di selezionare i simbionti micorrizici più efficienti, lasciando che essi vengano sostituiti da altri più adatti alle mutate condizioni ambientali. La frequenza relativa della comunità delle ectomicorrize più frequenti varia significativamente tra le piante sane e quelle deperienti permettendo di identificare tale comunità come un valido bioindicatore della presenza e del grado di deperimento; Indicatori di accumulo di metalli pesanti e sostanze estranee xenobiotiche (=so stanze estra nee a un organismo). I carpofori fungini possono rivelare eccessi di accumulo di elementi chimici e sostanze sintetiche estranee alla vita che entrano a far parte dei cicli metabolici degli organismi. Queste sostanze assorbite dalla lettiera ed accumulate dai funghi all interno delle cellule possono diventare ottimi indicatori di presenza di sostanze inquinanti, se scoperte e rivelate tempestivamente, impedendo le contaminazioni di altri comparti ambientali. A tale scopo è stato recentemente creato il concetto di fungo di riferimento per ogni specie micologica che in un prossimo futuro permetterà di far luce sulla funzionalità fisiologica che le concentrazioni degli elementi chimici nei funghi possono avere sulla bioindicazione e sulla stima dei metalli pesanti che vengono assunti tramite l alimentazione sia dell uomo, sia degli altri esseri viventi. In merito vorrei ricordare l EUR-Report Elementi chi - mici nei funghi superiori. I funghi di riferimento come strumento di lavoro per la bioindicazione e la biodiversità pubblicato nel 2010 dal Joint Research Centre European Commission unica banca dati al mondo sui funghi con oltre record, scaricabile gratuitamente dal sito: u/esdb_archive/eusoils_doc s/doc_other.html che suggerisco a chi ne ha il tempo di visionare e in cui mi troverà come uno degli autori insieme ad altri cari colleghi delle Unità Operative del Progetto Speciale Funghi. D. Torniamo al progetto sui Centri di eccellenza? In pra - tica che attività deve svolgere? Ci sono fasi da seguire? R. Come detto in precedenza, essi hanno il ruolo di dare un contributo importante alla crescita delle conoscenze sulla biodiversità dei suoli tramite il biomonitoraggio. Il progetto in cui i Centri di eccellenza s inquadrano consiste di tre fasi principali: 1) la prima riguarda la mappatura e censimento della flora micologica che serve per elaborare elenchi di specie per ciascun habitat, 2) poi seguirà l abbinamento delle specie fungine agli habitat secondo i sistemi di classificazione europei, que sta fase sarà a cura di ISPRA per poter produrre una delle prime formulazioni di carta dei funghi d Italia, 3) infine la mappatura e il censimento della micro-meso-macro fauna del suolo da correlare alle funzioni dei microrganismi e redigere i primi rapporti sull ecologia dello stesso. Questa terza e complicata fase i Centri la svolgeranno in collaborazione con ISPRA ed i Centri di Ricerca (Unità Operative accreditate del Progetto Speciale Funghi ) interessati. Tutti i dati che ogni sede di Centro di eccellenza ISPRA metterà a disposizione del Progetto Speciale Funghi verranno valorizzati con il nome del Gruppo o Ente che li ha prodotti ed altresì verrà valorizzato l impegno sostenuto dai singoli soggetti con il riconoscimento nelle banche dati del legit (=nome del raccoglitore) e il determinavit (=nome del micologo determinatore). Dottor Siniscalco, le notizie che ci ha fornito sono state veramente molto interessanti e ci hanno aiutato ad inquadrare e capire meglio l importanza del progetto. La ringrazio a nome del GEMAL per il tempo dedicato a questa intervista. Sono io che vi ringrazio per l interesse dimostrato e resto a vostra disposizione per gli impegni comuni che ci attendono e Vi auguro buon lavoro. ******** I nostri primi risultati! Nel corso della Mostra di Ottobre e nelle uscite autunnali alla Calandrina, alla Caldara e alla Macchia di Manziana, si è dato luogo in via sperimentale al l inizio della fase 1 affinché anche noi potessimo capire come procedere mettendo in conto eventuali difficoltà o aspetti da migliorare anche sulla base dell operato di molti soci i cui risultati sono stati certamente al di sopra delle aspettative. I nostri micologi hanno determinato ben oltre 250 specie fungine e tutto grazie alla partecipazione di almeno 27 Soci i cui nomi compaiono in un data base inseriti con i rispettivi ritrovamenti effettuati. Un altro aspetto positivo da considerare è che i primi feedback dei Soci sono stati positivi ed entusiasti oltre al fatto che con questo metodo il raccoglitore ha la possibilità di accrescere le proprie conoscenze sulla materia e sul l am - biente circostante come l associare le alberature ai ritrovamenti. C è sempre qualcosa da imparare. La primavera si avvicina e i funghi primaverili anche. Non possiamo che aspettarvi numerosi alle uscite programmate. La Segreteria

11 Osservando Il bianco gufo delle cascine «D icono che porto sfortuna e di me hanno paura forse perché ho una faccina a cuore e due occhi color prugna che mi danno un espressione assorta. Il mio piumaggio è bianco macchiato un po di grigio ed è soffice e morbido tanto da galleggiarmi intorno mentre sono nell aria. Quando volo tra le cascine e la campagna, ai margini del bosco così silenzioso e leggero, candido contro il nero della notte, appaio come un fantasma». Questo strano uccello è il Barbagianni (Tyto alba) della famiglia dei Titonidi. Ha un altezza tra i 33 e i 39 cm, un apertura alare di cm e lunghe zampe con artigli. Le femmine pesano 400 grammi e sono più grandi dei maschi che ne pesano 300. Il barbagianni utilizza il grande cerchio facciale come fosse un padiglione per incanalare le onde sonore verso i canali auricolari, riuscendo a percepire anche i piccoli passi di un topolino tra il grano. Le orecchie sono prive di ciuffi e le parti superiori delle penne hanno un colore fulvo-dorato. I barbagianni sono uccelli difficili da osservare per la loro capacità di mimetizzarsi e per il loro volo silenziosissimo ed oscillante. Inoltre sono molto schivi nei confronti dell uomo al quale non si affezionano e si avvicinano solo se è offerto loro del cibo. Vivono negli edifici abbandonati, negli anfratti rocciosi, nelle soffitte sopra robuste travi e nelle cupole delle chiese. Il barbagianni non costruisce il nido ma depone le uova su una base dura e piana che viene coperta con le borre (parti del cibo non digerite dal succo gastrico come ossa, penne, peli) che sono feltrose e che la femmina sbriciola e accumula durante la cova. Per molti giorni il maschio torna dalla caccia notturna con una preda che offre alla femmina per invitarla all accoppiamento. Nascono dai 3 ai 5 pulcini che vengono nutriti da entrambi i genitori e prendono il volo dopo dodici settimane. Il periodo riproduttivo va da aprile a maggio e da luglio ad ottobre. L abbandono delle cascine nelle campagne, la scomparsa di fienili e granai, quasi la totale assenza di siepi, fossati e margini boschivi incolti, hanno reso difficile la sopravvivenza di questi rapaci che cacciano topi selvatici, avicole, toporagni, rane, talpe e piccoli uccelli. Inoltre, come per altri rapaci, le sostanze chimiche come i pesticidi sparsi nelle campagne e assimilati da queste piccole prede, si accumulano nel - l organismo in concentrazioni letali. Il barbagianni è un rapace stanziale, non abbandona il suo territorio e svolge un ruolo fondamentale nell ecosistema del - la catena alimentare. Il suo repertorio vocale è fatto da una gamma di soffi, brontolii e strida, come fosse una pentola a vapore, tali da generare timore e renderlo leggendario. E diffuso in tutta l Europa Centrale, in Asia Minore, Arabia, Africa, India, Indocina, Australia, America settentrionale, centrale e meridionale. In Italia in particolare è protetto nel Parco Nazionale del Vesuvio, Cilento e Valle di Diano. Questo Angelo della notte non ha nemici; se si sente costretto o in pericolo si mette supino e sgambetta per difesa tanto da emozionarci e stupirci. Patrizia Vita eccezionale di un galletto Era già da qualche giorno che, nel bosco Macchia Grande di Manziana continuavo tranquillo la mia vita di fungo, quando l amico micofago mi ha fotografato. Amico perché non mi ha raccolto, anzi dopo aver scattato le foto, mi ha coperto con le foglie per nascondermi agli eventuali nemici. Questo avveniva il giorno 07 gennaio Tra il 17 e 18 gennaio c è stata una bufera di neve a Manziana, ma essendo io in una posizione protetta dalla vegetazione, non ne ho risentito se non in minima misura. Infatti il 29 gennaio l amico micofago è ritornato per vedere che cosa poteva essermi accaduto, ed io ero vivo e vegeto ancora nello stesso luogo! Mi ha fotografato di nuovo e di nuovo mi ha mimetizzato con le foglie secche. Il giorno 11 febbraio si è verificata un altra bufera, già annunciata dalle previsioni meteo, con neve e pioggia; io sono rimasto sempre al mio posto, e poiché il giorno dopo splendeva il sole, quando il mio solito amico è tornato mi ha trovato in perfetta forma. Nessuno mi ha raccolto, anche perché con la mimetizzazione ero poco visibile, e data la stagione particolarmente fredda, in quei giorni solo poche persone si avventuravano in giro per il bosco. A farmi compagnia, c era giusto qualche bucaneve già fiorito. Il giorno di San Valentino l amico micofago è venuto a trovarmi, meravigliandosi per come io abbia potuto resistere per tanto tempo a tutte quelle vicissitudini me - teorologiche. Non voglio più chiamarlo micofago ma micofilo, come persona che si interessa con curiosità e generosità ai funghi, e lo ha dimostrato proteggendomi e seguendo con attenzione il mio iter vitale, abbastanza lungo per la mia specie. Dal giorno 7 gennaio al 14 febbraio, sono trascorsi ben 38 giorni, esclusi quelli prima del ritrovamento e quelli che ho continuato a vivere dopo San Valentino. Dopo avermi scattato l ultima foto, mi ha salutato con la speranza di rivedermi presto, tempo e impegni permettendo. Giorgio 11

12 12 Osservando Il fantastico mondo delle api Il genere Apis comprende diverse specie d ape e appartiene all ordine degli imenotteri; quattro sono le specie principali ma quella che ci interessa è l ape mellifera ligustica (ape italica), la più apprezzata per le sue caratteristiche di produttività e di grande vitalità riproduttiva. E allevata per produrre miele, polline, pappa reale, propoli, cera e veleno. Le api mellifere sono insetti sociali che vivono in colonie molto numerose, una forma di vita senza dubbio tra le più perfezionate e affascinanti che si possano osservare, costituite da decine di migliaia di individui (da a ) al cui interno troviamo tre caste ben distinte: l ape regina: unica femmina feconda, nasce 15/17 giorni dopo la deposizione di un uovo in una cella particolare detta cella reale, viene nutrita esclusivamente con la pappa reale, depone fino a uova al Ape regina giorno e vive fino a 5 anni; l ape operaia: nasce da uova fecondate dopo 3 settimane dalla deposizione in celle esagonali orizzontali, svolge in successione tutte le mansioni necessarie alla famiglia prima all interno Operaie dell alveare e poi all esterno (pulitrice, nutrice, guardiana-ventilatrice-ceraiola, bottinatrice), vive 30/45 gg in estate e fino a 6 mesi in inverno; i fuchi: sono i maschi che nascono dopo 24 giorni dalla deposizione di uova non fecondate in celle simili a quelle delle operaie ma più grandi, hanno il compito di accoppiarsi con la regina, produrre calore necessario allo sviluppo della covata, partecipare alla circolazione del cibo all interno dell arnia per la trasformazione del nettare in miele, vivono mediamente 50 giorni. Il legame che unisce tra loro le api di una famiglia è così intimo e forte che spesso è l intera famiglia ad essere paragonata ad un singolo individuo: un superorganismo. La regina, le operaie e i fuchi, possono essere viste come cellule ed organi, ognuno con una propria importante funzione. Ovvia mente non come quelle di altri organismi, perché non sono unite fisicamente fra loro. Però come la vita di una singola cellula di un organismo superiore è impossibile al di fuori del corpo, così un ape non vive a lungo al di fuori dell alveare. Ogni attività svolta dalle api può essere vista non come l azione di un singolo individuo, ma come una funzione, finalizzata al benessere dell intero superorganismo. Fuco Le api e la sciamatura il fenomeno più vistoso, meraviglioso e ammirato della loro vita Le persone che vivono in campagna assistono ogni anno allo sbocciare primaverile degli alberi e la sciamatura, come fenomeno naturale che si ripete puntualmente ad ogni ritorno di primavera, è simile a quello che avviene nel regno vegetale: il tepore primaverile risveglia in piante ed animali le forze che portano alla moltiplicazione della specie. Fiorisce il ciliegio, il melo, il biancospino, e con essi gli alveari sono invitati dalle condizioni favorevoli a moltiplicare la specie con la sciamatura, che avviene con prepotenza in questo periodo e non si ripete più, se non rara- Parte 1 a mente per situazioni anomale. La preparazione alla sciamatura induce le api a lavorare più freneticamente. Allevano spontaneamente un abbondante covata e le migliori regine, accumulano scorte di cibo necessario alla nuova famiglia che si verrà a costituire. L impegno nei complessi lavori le assorbe totalmente. Dal punto di vista biologico la sciamatura è l opportunità che hanno le api di diffondere la specie, rappresenta cioè la modalità di riproduzione del superorganismo alveare e consiste nella partenza definitiva da una colonia di una regina seguita da una parte delle operaie. La sciamatura è influenzata da vari fattori (età della regina, spazio disponibile, stato di salute, andamento climatico, abbondanza di raccolto, posizione dell arnia, ecc), gran parte dei quali sono riconducibili al livello di presenza del feromone della regina la cui carenza determina una serie di eventi che culminano appunto nella sciamatura. Poco prima che la nuova regina nasca, la vecchia regina si invola seguita da parte delle api operaie per stabilirsi in un altra dimora, lo sciame si riunisce in un grappolo in prossimità del - l alveare di origine e le api esploratrici riprendono la ricerca di una nuova dimora già iniziata da qualche giorno. Enrico

13 Il quizzone! Che fungo sarà? A cura di Antonello Arisci Siamo ormai alla terza edizione del QUIZZONE. Nel ringraziare ancora una volta quanti hanno voluto partecipare al gioco presentiamo un altro fungo misterioso. Questa volta vogliamo proporvi un fungo semplice ma visto da una prospettiva inusuale. Sappiate solo che questo fungo è comunissimo nella nostra zona, non da tutti conosciuto ed apprezzato ma sicuramente un fungo che merita una discreta attenzione. Le modalità per partecipare al QUIZZONE sono sempre le stesse e cioè è sufficiente collegarsi a eseguire il Login e cliccare sulla voce del menu che vi appare sulla sinistra dello schermo, poi è sufficiente seguire pedissequamente le istruzioni che vi vengono indicate, è semplice! Che ce vo? Risultati del QUIZZONE num. 11 Anche la seconda edizione del QUIZZONE ha visto una nutrita partecipazione di soci che hanno voluto cimentarsi nella ricerca della soluzione. Sono d accordo con voi riguardo la troppa facilità del fungo presentato, ma il nostro gruppo è formato da tante persone con differenti livelli di conoscenza, quindi diamo un op - portunità a tutti. Si trattava del ricercatissimo Pioppino, ma siccome noi siamo un gruppo micologico che i funghi non solo li mangia ma li studia allora lo chiamiamo con il suo vero nome. Agrocybe aegerita quindi! Come al solito troverete la descrizione dettagliata di questo fungo nel nostro sito all indirizzo ma per il momento vogliamo segnalare la storia travagliata che ha fatto si che questo fungo ora si chiami con questo nome. Nell elenco che segue sono riportati i nomi con cui il fungo è stato classificato dai vari studiosi nel tempo, non solo ha cambiato nome della specie ma ha cambiato anche diverse volte il nome del Genere. Prossimamente nel nostro sito verrà aperta una sezione in cui verranno descritte tutte le vicissitudini della storia della Micologia. Nome corrente: Agrocybe cylindracea (DC.) Maire, Mém. Soc. Sci. Nat. Maroc. 45: 106 (1938) Synonymy: Agaricus aegerita V. Brig., Rev. Bot. Courrensan 1: tab. 1 (1824) Agaricus capistratus Cooke, J. Bot., Lond. 1: 65 (1863) Agaricus cylindraceus DC., in de Candolle & Lamarck, Fl. franç., Edn 3 (Paris) 5/6: 51 (1815) Agaricus cylindricus DC., in de Candolle & Lamarck Agaricus leochromus Cooke, Illustrations of British Fungi (Hymenomycetes) (London) 3: pl. 384 (363) (1863) Agrocybe aegerita (V. Brig.) Singer, Lilloa 22: 493 (1951) [1949] Agrocybe aegerita (V. Brig.) Singer, Lilloa 22: 493 (1951) [1949] var. aegerita Pholiota aegerita (V. Brig.) Quél., Mém. Soc. Émul. Montbéliard, Sér. 2 5: 164 (1872) Pholiota capistrata (Cooke) Sacc., Syll. fung. (Abellini) 5: 743 (1887) Pholiota cylindracea (DC.) Gillet, Hyménomycètes (Alençon): 439 (1876) Pholiota leochroma (Cooke) Sacc., Syll. fung. (Abellini) 5: 742 (1887) Togaria cylindracea (DC.) Romagn., (1937) 13

14 Se durante la primavera e i primi mesi della stagione estiva qualcuno avesse detto che avremmo raccolto così tanti funghi in autunno, gli avremmo dato del pazzo. Le temperature non eccessivamente calde e i propizi acquazzoni caduti tra le Due Madonne (cioè nel periodo compreso tra l Annunciazione di Maria Vergine il 15 agosto, e l Addolorata il 15 settembre), come il vecchio detto dei nostri avi, hanno consentito la splendida buttata che ha deliziato gli amanti fungaroli, prima con tantissimi ovoli (Amanita caesarea) e porcini (Boletus edulis, aereus e reticulatus), poi con galletti (Canthaellus cibarius, alborufescens e ferruginascens) e dopo ancora con le trombette da morto (Craterellus cornucopioides) e gli eccezionali straordinari (Clitocybe geotropa). Bisogna pensare che pur andando a funghi nel pomeriggio, e in posti ampiamente frequentati sin dalla mattina, si usciva dal bosco con due-tre chili di funghi. Belli, schietti e talmente grandi o con forme molto particolari, da turbare la vista anche ai non conoscitori. E stata L Autunno 2012 una stagione da ricordare una stagione lunga e molto particolare. Era tanto tempo che non si vedeva una buttata di ovoli così. In alcuni boschi si intravedeva un tappeto di colore arancio, in altri un tappeto di colore giallo insomma, non si sapeva dove guardare. Fuori dai boschi, intorno alle macchine, si vedevano gruppetti di cercatori commentare l uno o l altro ritrovamento; lungo le vie del paese, fuori dai bar, ognuno aveva qualcosa da raccontare. Forse le bugie del fungarolo? No, quest anno era proprio tutta verità. Ma quando le stagioni sono così propizie, sono sempre in agguato fuori e dentro i boschi, anche camuffati da semplici raccoglitori, gli agenti della Polizia Provinciale. Questi hanno effettuato numerosi controlli e proceduto al sequestro dei funghi raccolti al di fuori dei giorni consentiti, o senza l apposito tesserino regionale, dando molto lavoro anche al - l Ispettorato Micologico della ASL per il loro riconoscimento, prima di devolvere il tutto agli enti ecclesiastici o di recupero come prevede la vigente normativa. La Redazione Anche il GEMAL ha i suoi SOCI ONORARI Ci teniamo a comunicare ai nostri Soci che con immenso piacere il Consiglio Direttivo nella seduta del 13 settembre del 2012 ha voluto conferire agli amici Andrea Schieda e Costantina Toro la qualifica di Soci Onorari con la seguente motivazione: Ad Andrea e Costantina, per aver contribuito sin dalla sua fondazione alle attività estivoricreative mettendo la propria persona sempre a servizio del Gruppo e per aver partecipato con entusiasmo e professionalità alla crescita della Mostra del Fungo, il GEMAL conferisce con immenso piacere la nomina di Socio Onorario. Nella stessa data sempre per meriti e per aver dimostrato attaccamento al Gruppo il Consiglio Direttivo ha voluto conferire la carica di Socio Onorario all amico Dr Vincenzo Migliozzi con la seguente motivazione: Per aver instaurato un rapporto di fattiva collaborazione met - tendo la propria persona a servizio del Gruppo partecipando con entusiasmo e professionalità alla crescita della Mostra del Fungo il GEMAL conferisce con immenso piacere la nomina di Socio Onorario. La Redazione MS IMMOBILIARE di Emanuela Accorrà VENDITE AFFITTI MUTUI PRESTITI 14 via Marotta, FREGENE (Rm) tel./fax: cell.: sito: info.msimmobiliare@libero.it

15 TITOLO I Art.1) COSTITUZIONE Il Gruppo Ecologico Micologico dell Alto Lazio, fondato in Viterbo il 14/06/04, costituisce un Associazione che riunisce i cultori della micologia e chiunque abbia interesse alla conoscenza e conservazione del patrimonio botanico ed ambientale. Esso aderisce all Associazione Micologica Bresadola (A.M.B.) ed assume la denominazione di ASSOCIAZIONE MICOLOGICA BRESADOLA - GRuPPO ECOLO- GICO MICOLOGICO DELL ALTO LAZIO, in breve (GEMAL). La Sede legale del Gruppo è in Bracciano, via Settevene Palo I Tronco 18/a; può subire variazioni, nel qual caso è sufficiente la delibera del Consiglio Direttivo con la ratifica nella prima seduta dell Assemblea dei Soci e la sua durata è indefinita. Art.2) FINALITA 1. Il Gruppo persegue i suoi scopi senza fini di lucro, con divieto assoluto di distribuire ai propri associati, anche in modo indiretto, utili o avanzi di gestione, nonché fondi, riserve o capitali durante la sua vita, salvo che la destinazione o la distribuzione non siano imposte per legge: a) promuovere una cultura ecologica, intesa come conoscenza delle problematiche relative alla tutela e al miglioramento degli ecosistemi naturali, che come promozione dei comportamenti relativi; b) promuovere lo studio dei funghi e dei problemi connessi alla micologia, con tutte le iniziative atte a raggiungere lo scopo; c) promuovere la realizzazione e l ammodernamento della normativa concernente, la raccolta e allo studio dei funghi, con particolare riferimento alla tutela dell ambiente e alla ricerca scientifica; d) raccogliere materiale didattico, bibliografico e scientifico relativo alla micologia e alle scienze affini per metterlo a disposizione dei Soci, anche mediante la stampa e diffusione di bollettini, riviste, periodici e pubblicazioni in genere attinenti alla micologia; e) collaborare e promuovere iniziative comuni con Enti, Istituzioni e Associazioni che perseguono finalità analogiche; f) promuovere l educazione sanitaria relativa alla micologia; g) promuovere con ogni opportuna iniziativa una coscienza ecologica e micologica presso giovani e nelle scuole. 2. In attuazione delle succitate finalità, qualora il Gruppo intenda in seguito pubblicare un notiziario periodico che diverrà in tal caso il mezzo ufficiale d informazione dei Soci, esso verrà registrato previa idonea autorizzazione del Tribunale Territoriale competente. 3. Il Gruppo non può svolgere attività diverse da quelle elencate ad eccezione di quelle ad esse strettamente connesse o accessorie alle attività statutarie, in quanto integrative alle stesse. TITOLO II I SOCI Art.3) ISCRIZIONI L iscrizione al Gruppo è aperta a tutti. Possono aderire anche Enti, Istituzioni e Associazioni ma, in tal caso, la qualifica di Socio è assunta STATuTO DEL G.E.M.A.L. dal legale rappresentante pro-tempore dell Ente iscritto. 2. L iscrizione è ammessa a domanda presentata al Consiglio Direttivo del Gruppo, con l indicazione dei dati anagrafici e la dichiarazione di attenersi allo Statuto e alle deliberazioni degli Organi Sociali. 3. Il Consiglio Direttivo delibera sull accoglienza della domanda ed iscrive il richiedente nel libro dei Soci. L eventuale rifiuto deve essere motivato. 4. Il Consiglio Direttivo trasmette alla sede nazionale del - l A.M.B. nomi e dati dei Soci con le relative quote di iscrizione. Il Consiglio Direttivo dell A.M.B. può respingere le domande di iscrizione, dandone adeguata motivazione. Art.4) I SOCI. 1. L iscrizione al Gruppo dà la qualifica di Soci Ordinari o di Soci Sostenitori. a) Socio Ordinario - è colui che versa la quota associativa e ha diritto di partecipare alle attività promosse, può avanzare proposte, partecipare alle Assemblee dei Soci con diritto di voto, essere eleggibile, per la carica di Consigliere e nominato quale componente dei Comitati di Studio, di Redazione o di altri comitati ritenuti necessari dal Consiglio Direttivo; riceve la Rivista di Micologia redatta dall A.M.B. e il periodico di informazione del Gruppo FunghiAmici. La quota associativa è intrasmissibile anche nel caso di morte del Socio e non è rivalutabile. b) Socio Sostenitore - è colui che versa il contributo stabilito, ha diritto di partecipare alle attività promosse, alle Assemblee dei Soci senza diritto di voto, può avanzare proposte, può essere nominato a partecipare, quale componente, nei Comitati di Studio e di Redazione ma non può essere eleggibile per la carica di Consigliere; riceve il periodico d informazione del Gruppo FunghiAmici. 2. Non sono ammesse forme di partecipazione con durata inferiore all anno. 3 Il Consiglio Direttivo può nominare dei Soci Onorari, in esenzione dal pagamento della quota sociale e dalle operazioni di tesseramento annuale, per particolari meriti nei confronti della micologia e/o per il Gruppo. Possono partecipare alle attività del Gruppo, non possono accedere alle cariche sociali, né partecipare all Assemblea dei Soci. 4. E cura del Consiglio Direttivo definire la quota associativa, e gli eventuali adeguamenti che dovranno essere comunque ratificati dal - l Assemblea dei Soci. Art.5) DIRITTI E DOVERI DEI SOCI. 1. Il Socio Ordinario, fermo restando quanto stabilito nell art.4, ha diritto: a) purché maggiorenne, di votare per l approvazione dello Statuto e del Regolamento, per la nomina degli Organi direttivi del Gruppo e quant altro di competenza del - l Assemblea; b) purché maggiorenne, di accedere a tutte le cariche sociali del Gruppo e dell A.M.B.; 2. Ha il dovere di versare regolarmente la quota associativa annuale AMB e il contributo associativo riservato al Gruppo; di osservare lo Statuto e le norme emanate dai competenti Organi Sociali, di perseguire le finalità associative, di partecipare alla vita associativa. 3. Il Socio Sostenitore, fermo restando quanto stabilito nell art. 4, ha il dovere: a) di versare regolarmente il contributo stabilito su base annuale; b) di osservare lo Statuto del Gruppo e dell A.M.B., nonché le norme emanate dai competenti Organi sociali e di perseguire le finalità associative. Art.6) ESONERO DA RESPON- SABILITA. L atto d iscrizione del Socio comporta espressamente l esonero del Gruppo, dell AMB nazionale, nonché dei rispettivi dirigenti, da qualsiasi responsabilità per infortuni o per danni a persone o cose che dovessero prodursi prima, durante e dopo ogni attività o manifestazione sociale. Art.7) PERDITA DELLA QUA- LIFICA DI SOCIO. 1. La qualifica di Socio si perde: a) per dimissione; b) per mancato pagamento della quota sociale; c) per radiazione, deliberata dal - l Assemblea dei Soci su proposta del Consiglio Direttivo di Gruppo o Nazionale e solo per gravi motivi. Qualora il comportamento del Socio si configuri come danno al prestigio e all immagine dell Associazione Nazionale, la proposta di radiazione spetta al Consiglio Direttivo Nazionale, che la sottopone alla ratifica dell Assemblea dei Delegati. 2. Contro la proposta di radiazione è ammesso ricorso, per i Soci Ordinari al Collegio dei Probiviri A.M.B. e per i Soci Sostenitori al Consiglio Direttivo del Gruppo, entro 30 giorni dalla notifica del provvedimento. Sia la notifica della proposta che il ricorso devono essere effettuati per mezzo di lettera raccomandata con avviso di ricevimento. 3. In caso di radiazione è fatto comunque salvo il ricorso all Autorità Giudiziaria competente ai sensi dell art. 24 del Codice Civile. 4. I Soci comunque cessati non potranno chiedere il rimborso delle quote associative e dei contributi versati, né avranno alcun diritto sul patrimonio sociale o a qualsivoglia forma di liquidazione per l attività prestata. TITOLO III ORGANI DEL GRUPPO Art.8) ORGANI SOCIALI 1. Sono Organi sociali del Gruppo: a) l Assemblea dei Soci; b) il Presidente; c) il Consiglio Direttivo; d) il Collegio dei Revisori dei Conti. Art.9) ORGANI OPERATIVI 1. Sono Organi operativi istituzionali del Gruppo, una volta attivati: a) il Comitato di Studio; b) il Comitato di Redazione. Art.10) ASSEMBLEA DEI SOCI. 1. Organo sovrano del Gruppo è l Assemblea dei Soci. 2. L Assemblea può essere ordinaria o straordinaria ed è costituita, in prima convocazione, con un numero di Soci pari alla metà più uno, in seconda convocazione, a distanza di almeno un ora, qualunque sia il numero dei Soci presenti. 3. Il Presidente è eletto di volta in volta dall Assemblea e lo stesso nomina il Segretario dell Assemblea stessa. 4. L Assemblea dei Soci: a) elegge i componenti del Consiglio Direttivo e del Collegio dei Revisori dei Conti; b) elegge i propri Delegati al - l Assemblea nazionale A.M.B.; c) approva annualmente le relazioni e i bilanci predisposti dal Consiglio Direttivo; d) fissa il contributo da riservare al Gruppo in aggiunta alla quota sociale nazionale A.M.B.; e) delibera sulle modifiche al presente Statuto; f) delibera su tutto quanto viene ad essa demandato a norma di legge e di Statuto, o proposto dal Consiglio Direttivo. 5. Le deliberazioni sono adottate a maggioranza dei votanti. 6. Alla votazione è ammessa la rappresentanza per delega scritta limitatamente ad una delega per ogni Socio partecipante. 7.Le votazioni avvengono sulla base del principio del voto singolo di cui all art. 2352, secondo comma, del Codice Civile. Le votazioni possono avvenire per alzata di mano, per appello nominale o a scrutinio segreto, secondo la decisione della maggioranza dei Soci, manifestata per alzata di mano. La votazione segreta è obbligatoria per l elezione alle cariche sociali. 8. L Assemblea dei Soci deve essere convocata in seduta ordinaria dal Consiglio Direttivo entro il primo quadrimestre successivo al termine dell anno sociale per l approvazione del bilancio. La convocazione viene effettuata con avviso scritto, contenente ordine del giorno, luogo, data e ora della convocazione, spedito con posta ordinaria, o posta elettronica, a ciascun Socio almeno 15 giorni prima della data fissata per l Assemblea. 9. In seduta straordinaria l Assemblea viene convocata a richiesta del Presidente o del Consiglio Direttivo o del Collegio dei Revisori dei Conti, o di almeno 1/5 dei Soci. Art.11) IL PRESIDENTE 1. Il Presidente ha la rappresentanza legale del Gruppo; stabilisce l ordine del giorno delle riunioni del Consiglio Direttivo e le presiede, coordina le attività del Gruppo con criteri di iniziativa per tutte le questioni non eccedenti l ordinaria amministrazione. 2. Coadiuvato dal Segretario e dal Tesoriere, provvede alla esecuzione delle delibere del Consiglio Direttivo. 3. In caso di assenza o impedimento, le sue funzioni sono svolte dal Vice Presidente o, in assenza anche di quest ultimo, dal Consigliere più anziano di sodalizio. Art.12) IL SEGRETARIO 1. Compila i verbali delle riunioni del Consiglio Direttivo, con- 15

16 16 serva gli atti del Gruppo, aggiorna lo schedario dei Soci, affianca il Presidente nell attuazione delle delibere degli Organi Sociali; 2. In caso di sua assenza, o di prolungato impedimento, viene sostituito da un Vice Segretario nominato dal Consiglio Direttivo. Art.13) IL TESORIERE 1. Attende alla gestione economica e finanziaria, della quale è responsabile sia verso il Presidente che al Consiglio Direttivo; 2. Provvede alla riscossione dei proventi e delle quote associative, effettua i pagamenti disposti dal Presidente e quelli deliberati dal Consiglio Direttivo, tiene aggiornato il registro delle entrate e delle uscite, il libro degli inventari, predispone il bilancio, la relazione sullo stato economico e patrimoniale del Gruppo ed il conto consuntivo da sottoporre alle deliberazioni dell Assemblea dei Soci, previo esame del Consiglio Direttivo. Art.14) IL CONSIGLIO DIRETTIVO. 1. Il Gruppo è retto da un Consiglio Direttivo elettivo composto da 13 (tredici) Soci. 2. Essi restano in carica 4 (quattro) anni e sono rieleggibili. 3. Elegge nel suo seno l ufficio di Presidenza, composto dal Presidente, Vice Presidente, Segretario e Tesoriere; delibera, su proposta del Presidente e su questioni urgenti. Le delibere prese dall ufficio di Presidenza devono essere ratificate dal Consiglio Direttivo nella prima seduta utile. 4. Viene convocato almeno due volte l anno con comunicazione scritta del Presidente, o su motivata richiesta di almeno tre Consiglieri, contenente l ordine del giorno. In caso di urgenza il Presidente può convocare il C.D. anche per le vie brevi, con anticipo di almeno 24 ore. 5. E regolarmente costituito a maggioranza e delibera a maggioranza di voti. 6. E Organo deliberante del Gruppo in armonia con le direttive dello Statuto e dell Assemblea dei Soci; svolge attività d indirizzo e di promozione per il raggiungimento delle finalità statuarie, assumendo tutte le iniziative atte allo scopo. 7. In particolare il Consiglio Direttivo: a) predispone le relazioni ed il rendiconto economico e finanziario che, obbligatoriamente per ogni anno sociale, dovrà essere sottoposto al - l approvazione da parte dell Assemblea dei Soci; tali documenti, al pari dei libri sociali e contabili, dovranno essere resi consultabili da parte dei Soci nei 15 gg. antecedenti l Assemblea presso la Sede del Gruppo; b) provvede alla straordinaria amministrazione; c) predispone le liste elettorali; d) convoca l Assemblea dei Soci; e) nomina e revoca i responsabili del Comitato di Studio e del Comitato di Redazione; f) conferisce l incarico di membro del Comitato Scientifico Nazionale; g) nomina Commissioni o Comitati, permanenti o temporanei, elabora le linee guida alle quali essi stessi devono attenersi e conferisce incarichi per il raggiungimento dei fini statutari o in attuazione di delibere dell Assemblea o del Consiglio Direttivo stesso; h) propone all Assemblea dei Soci la nomina dei Delegati all Assemblea Nazionale A.M.B. 8. In caso di dimissione, o decadenza, di un componente del Consiglio Direttivo, la sostituzione avviene per surroga, subentrando il primo dei non eletti, che durerà in carica fino al termine del mandato del Consigliere sostituito. 9. Il Consiglio Direttivo decade in caso di dimissioni della maggioranza dei componenti e il Presidente del Collegio dei Revisori dei Conti provvede alla convocazione del - l Assemblea Straordinaria per nuove elezioni, surrogando le funzioni del Consiglio Direttivo in materia elettorale. 10. I Consiglieri assenti ingiustificati per tre riunioni consecutive sono esonerati dal Consiglio stesso e surrogati come sopra previsto. Art.15) IL COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI 1. Il Collegio dei Revisori dei Conti si compone di tre membri elettivi, preferibilmente scelti tra gli iscritti agli Albi dei Ragionieri e dei Dottori Commercialisti; restano in carica 4 (quattro) anni, sono rieleggibili ed eleggono nel suo seno il Presidente. 2. Il Collegio dei Revisori dei Conti ha per compito la sorveglianza della gestione economico finanziaria dell Associazione, deve accompagnare i bilanci annuali con propria relazione all Assemblea dei Soci. 3. Si riunisce almeno una volta ogni sei mesi. 4. In caso di dimissione o decadenza di un componente, la sostituzione avviene per surroga, subentrando il primo dei non eletti, che durerà in carica fino al termine del mandato del Revisore sostituito. Art.16) IL COMITATO DI STUDIO 1. Il Comitato di Studio assolve a funzioni di aggiornamento, studio e ricerca scientifica. 2. Assume la struttura e il funzionamento previsti dal Regolamento approvato dal Consiglio Direttivo. 3. Il Consiglio Direttivo, previo parere dei componenti il Comitato di Studio, conferisce la qualifica di componente del Comitato Scientifico Nazionale. Art.17) IL COMITATO DI REDAZIONE 1. Il Comitato di Redazione è strumento operativo al servizio del Gruppo ed agisce in armonia con il Consiglio Direttivo. 2. Assume la struttura e il funzionamento previsti dal Regolamento approvato dal Consiglio Direttivo. TITOLO IV DISPOSIZIONI VARIE Art.18) PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI. 1. A carico dei Soci, salvo quanto previsto all art.7, possono essere presi dal Consiglio Direttivo i seguenti provvedimenti: a) censura; b) sospensione per un periodo di tempo non superiore ad un anno. 2. Tali provvedimenti devono essere motivati ed assunti solo dopo avere consentito al socio di formulare personalmente o per iscritto le proprie contro deduzioni entro un termine prefissato dal Consiglio Direttivo. 3. Contro detti provvedimenti è ammesso ricorso al Collegio dei Probiviri, entro sessanta giorni dalla comunicazione, a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento. Art.19) ANNO SOCIALE. L anno sociale decorre dall 1 gennaio al 31 dicembre. Art.20) GRATUITA DELLE CARICHE. 1. Tutte le cariche e gli incarichi associativi sono gratuiti. 2. E ammesso il rimborso delle spese, preventivamente autorizzate dal Presidente o dal Consiglio Direttivo nell ambito delle proprie competenze, per necessità di rappresentanza, di incarico o sostenute dai Soci in attuazione dei programmi deliberati. Art.21) PATRIMONIO DEL GRUPPO. 1. Il patrimonio del Gruppo è costituito da tutti i beni acquistati o comunque venuti in suo possesso, come da inventario, e da eventuali avanzi di bilancio compresi quelli accantonati per fondo di riserva. 2. Tutti i beni devono essere strumentali agli scopi dell Associazione e in particolare gli immobili devono essere destinati alle attività amministrative o istituzionali. 3. Il Gruppo ha l obbligo di impiegare gli utili o gli avanzi di gestione per la realizzazione delle attività istituzionali e di quelle ad esse direttamente connesse. Art.22) NORME ELETTORALI. Il Consiglio Direttivo e il Collegio dei Revisori dei Conti sono eletti dall Assemblea dei Soci sulla base di un unica lista predisposta in ordine alfabetico dal Consiglio Direttivo uscente e nella quale sono compresi i Soci candidati dal Consiglio Direttivo o candidatisi direttamente; in entrambi i casi le candidature, firmate per accettazione, devono pervenire al Consiglio Direttivo almeno 15 (quindici) giorni prima della data dell Assemblea. 2. Ogni Socio potrà esprimere un numero di preferenze non superiore ai 2/3 dei candidati da eleggere. 3. A parità di voti risulterà eletto il candidato con maggiore anzianità associativa. 4. Le elezioni vengono indette dal Consiglio Direttivo uscente almeno 30 (trenta) giorni prima della data fissata per l Assemblea, secondo le norme di convocazione della stessa. 5. Possono essere candidati tutti i Soci Ordinari in regola con le quote associative e con almeno un anno di anzianità associativa alla data dell Assemblea. 6. La prima riunione del Consiglio Direttivo e del Collegio dei Revisori dei conti viene convocata dal consigliere che ha ottenuto il maggior numero dei voti e, in caso di parità, da quello più anziano di sodalizio. Art.23) MODIFICHE DELLO STATUTO. 1. Eventuali modifiche allo Statuto dovranno essere approvate dall Assemblea dei Soci con la maggioranza di 2/3 dei votanti; non è ammessa la votazione per delega. 2. Le proposte di modifica avvengono su iniziativa del Consiglio Direttivo, o di 1/5 dei Soci, e devono essere comunicate almeno 30 (trenta) giorni prima dell Assemblea. Art.24) REGOLAMENTO. La compilazione dell eventuale Regolamento per l attuazione del presente Statuto è demandata al Consiglio Direttivo, che lo sottoporrà all Assemblea dei Soci per l approvazione. Art.25) SCIOGLIMENTO DEL GRUPPO. 1. Lo scioglimento del Gruppo può essere deliberato solo da un Assemblea Straordinaria dei Soci appositamente convocata e con il voto favorevole di almeno ¾ degli associati; questa dovrà nominare uno o più liquidatori. 2. In tal caso il patrimonio eventualmente ricevuto in uso dalla Sede Centrale sarà restituito alla stessa. 3. L Assemblea che delibera lo scioglimento del Gruppo e la nomina dei liquidatori, stabilirà i criteri di massima per la devoluzione del patrimonio residuo. I liquidatori, tenuto conto delle indicazioni dell Assemblea e sentito l organismo di controllo di cui all art. 3 comma 190 della legge 23 dicembre 1996 n. 662, sceglieranno l Associazione con finalità analoghe, o il fine di pubblica utilità cui devolvere il patrimonio residuo, salvo diversa destinazione imposta dalla legge. 4. E esclusa in ogni caso la ripartizione tra i Soci. 5. In tale Assemblea non è ammessa la votazione per delega. Art.26) RAPPORTI CON LA SEDE NAZIONALE 1. Ai fini del coordinamento dell attività dell A.M.B., il Gruppo invia alla Segreteria Nazionale, entro la data stabilita, le quote associative, nonché il programma annuale delle attività e la composizione aggiornata degli Organi Sociali ed eventualmente, se richiesto, il consuntivo dell attività svolta. Art.27) NORME FINALI. 1. Il presente Statuto, modificato e approvato nell Assemblea dei Soci del 26 febbraio 2012, verrà registrato ed entrerà immediatamente in vigore. 2. Il Gruppo accetta e fa proprio lo Statuto dell A.M.B., di cui fa parte, ed impegna i propri Soci a rispettarlo ed a perseguirne le finalità. 3. Per quanto non previsto nel presente Statuto si fa espresso rimando alle disposizioni del Codice Civile e alle leggi in materia sull Associazionismo. Approvato dall Assemblea dei Soci in data 26 febbraio 2012 Il Comitato direttivo

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