Le relazioni industriali a livello europeo

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1 Le relazioni industriali a livello europeo 2 Per: Europa sociale Solidarietà Sostenibilità

2 Il presente documento fa parte di una serie di moduli di formazione elaborati nell ambito dell ambizioso progetto europeo, Civil Society Dialogue: Bringing together workers from Turkey and the EU through a shared culture of work (Dialogo della società civile: riunire i lavoratori di Turchia e UE attraverso una cultura condivisa del lavoro), destinato a migliorare la conoscenza e la comprensione reciproche e a sensibilizzare sulle sfide e sulle opportunità del futuro allargamento dell UE. COME UTILIZZARE QUESTA PUBBLICAZIONE I moduli di formazione sono stati progettati per offrire un introduzione chiara e concisa dell argomento ad un pubblico sindacale. Ogni modulo prevede un attività didattica che potrà essere utilizzata in classe o con gruppi di membri. Viene riportato di seguito l elenco di tutte le pubblicazioni presenti in questa serie; le copie possono essere scaricate dal sito Internet della CES all indirizzo MANIFESTO CES Al suo 11 Congresso, tenutosi in Spagna, a Siviglia, a maggio 2007, la Confederazione europea dei sindacati (CES) ha adottato un manifesto d azione per i 4 anni successivi. Il manifesto evidenzia le cinque aree principali in cui la CES si impegna ad andare al contrattacco per conto dei lavoratori europei: il mercato del lavoro europeo; dialogo sociale, contrattazione collettiva e partecipazione dei lavoratori; migliore governance europea a livello economico, sociale e ambientale; un Unione europea più forte; sindacati più forti e una CES più forte. PUBBLICAZIONI IN QUESTA SERIE 1. I sindacati a livello europeo 2. Le relazioni industriali a livello europeo 3. I sindacati turchi e le relazioni industriali 4. I sindacati e le relazioni industriali nei paesi dell UE 5. I sindacati e le donne 6. I sindacati e la società civile 7. I sindacati e la migrazione nell Unione europea 8. I sindacati e la libera circolazione dei lavoratori nell Unione europea 9. Lavorare insieme

3 PREMESSA La Confederazione europea dei sindacati, nel suo Congresso del 2007, ha votato a favore dell adesione della Turchia all Unione europea, a condizione che la Turchia soddisfi, nella realtà e non sulla carta, i requisiti di adesione e le disposizioni della Carta dei diritti fondamentali dell UE. La trasformazione della società turca, con diritti e libertà totali, deve essere perseguita e completata durante l articolato processo negoziale. Su questa base, la CES e le sue organizzazioni affiliate in Turchia e nell Unione europea hanno deciso di accelerare la loro cooperazione e di lanciare l ambizioso progetto Civil Society Dialogue: Bringing together workers from Turkey and the EU through a shared culture of work, destinato a migliorare la conoscenza e la comprensione reciproche e a sensibilizzare sulle sfide e sulle opportunità del futuro allargamento dell UE. Gli elementi centrali del progetto sono: 12 seminari di scambio e comprensione reciproca per sindacalisti provenienti da regioni diverse della Turchia e da vari Stati membri dell Unione europea; 9 seminari di formazione, in collaborazione con le Federazioni Industriali Europee. Il progetto ha anche portato all elaborazione della presente serie di moduli di formazione, che rappresenteranno un importante strumento di sviluppo delle capacità all interno della CES, in quanto permetteranno ad altri lavoratori e sindacalisti dell UE e della Turchia di comprendere le sfide da affrontare e di accettare più facilmente le differenze culturali, sociali e politiche. Si ringraziano: le organizzazioni affiliate alla CES le Federazioni Industriali Europee e le confederazioni sindacali nazionali dell UE e della Turchia che hanno portato avanti il progetto; i lavoratori e i sindacalisti dei sindacati nazionali in Turchia e nell EU che hanno partecipato alle varie attività di formazione; i formatori dei sindacati nazionali in Turchia e nell UE; e Marcus Strohmeier (ÖGB) che ha coordinato le attività di formazione e contribuito alla messa a punto dei presenti opuscoli; Nigel Rees (Trade Union European Information Project Progetto sull informazione sindacale europea), curatore dei testi originali dei presenti moduli didattici, e Kazim Ates, responsabile della loro revisione; Laura Fallavollita, Yücel Top e gli altri membri del comitato di coordinamento del progetto (Osman Yildiz, Uğraş Gök e Kıvanç Eli Açık) che, sotto la guida di Joël Decaillon e Jeff Bridgford, hanno portato a termine il progetto con successo. Raccomando i presenti moduli di formazione ai sindacalisti delle organizzazioni affiliate alla CES. Li incoraggio ad utilizzarli, in modo da essere tutti in grado di difendere meglio gli interessi dei lavoratori in Turchia e nell Unione europea. John Monks Segretario generale Confederazione europea dei sindacati 1

4 CONTESTO Tradizionalmente, i sindacati si sono sempre concentrati sulla difesa degli interessi dei loro tesserati in un contesto nazionale, e hanno sviluppato strategie e strumenti proprio per fare questo. Tuttavia, con la crescente globalizzazione dell economia, viene adottato a distanza, oltre l ambito nazionale, un numero sempre maggiore di decisioni che riguardano le relazioni industriali e gli interessi dei lavoratori. Per difendere efficacemente i loro tesserati, i sindacati devono coordinare politiche e attività, esprimersi con una voce sola e agire collettivamente sul piano europeo e globale. Riconoscendo tutto questo, i sindacati si sono uniti per creare la Confederazione sindacale internazionale e le Federazioni sindacali globali settoriali, mentre a livello europeo hanno creato la Confederazione europea dei sindacati e le Federazioni industriali settoriali europee. A livello europeo la Confederazione europea dei sindacati è attiva nel costruire una nuova forma di relazioni industriali. I pilastri principali di questo sistema sono: impegnarsi in un dialogo sociale intersettoriale con le organizzazioni europee degli imprenditori, come BUSINESSEUROPE, l Associazione europea artigianato, piccole e medie imprese (UEAPME) e il Centro europeo delle imprese a partecipazione pubblica e delle imprese di interesse economico generale (CEEP). Inoltre, le Federazioni industriali europee sono impegnate nel dialogo sociale con le organizzazioni degli imprenditori dei rispettivi settori. Un ulteriore forma di dialogo sociale può avvenire nelle società multinazionali, nell ambito dei Comitati Aziendali Europei; influenzare il processo decisionale dell Unione Europea (Commissione europea, Consiglio europeo e Parlamento europeo), con una maggiore attenzione rivolta alla Corte di giustizia europea le cui sentenze stanno svolgendo un ruolo di primaria importanza nello sviluppo delle relazioni industriali europee. IMPEGNARSI NEL DIALOGO SOCIALE Cos è il dialogo sociale? L Organizzazione internazionale del lavoro (ILO - International Labour Organisation), l agenzia trilaterale dell ONU che riunisce governi, imprenditori e lavoratori in un azione comune per promuovere posti di lavoro dignitosi in tutto il mondo, offre una definizione molto ampia: tutti i tipi di negoziazione, consultazione o semplice scambio di informazioni fra rappresentanti di governi, imprenditori e lavoratori, su tematiche di interesse comune riguardanti la politica economica e sociale. Può esistere come processo trilaterale, con il governo presente come parte ufficiale al dialogo, oppure consistere di relazioni bilaterali solo fra lavoratori e imprenditori (o sindacati e organizzazioni degli imprenditori), con o senza una partecipazione indiretta del governo. I processi di dialogo sociale possono essere informali o istituzionalizzati, e spesso si tratta di una combinazione dei due elementi. Può avvenire a livello nazionale, regionale o di impresa. Può essere interprofessionale, settoriale o una combinazione di entrambe. La maggior parte dei paesi d Europa occidentale, compresi i sei Stati membri originari dell Unione europea, hanno conosciuto, nel dopoguerra, una qualche forma di dialogo sociale fra sindacati e organizzazioni degli imprenditori a livello nazionale, ma è stato solo nel 1985 che Jacques Delors, allora Presidente della Commissione europea, ha lanciato il processo a livello di UE. L approccio in sé è significativo, in quanto comporta un processo tramite il quale sindacati e organizzazioni degli imprenditori riconoscono l esistenza di un problema in un più ampio contesto europeo e si impegnano a risolverlo tramite azioni congiunte. Al tempo stesso, fornisce ai sindacati gli strumenti per influenzare il dialogo sociale a livello nazionale e, in questo modo, migliorare le condizioni di lavoro dei tesserati. Il dialogo sociale intersettoriale include una serie di riunioni annuali. Le parti sociali discutono gli argomenti rilevanti, adottano testi congiunti e definiscono i programmi di lavoro futuri. Possono 2

5 anche costituire gruppi tecnici di lavoro per discutere questioni particolari e decidere di negoziare. Queste discussioni hanno prodotto finora quaranta testi congiunti, tre dei quali incentrati su tematiche di grande rilevanza come il congedo parentale (1996), il lavoro a tempo parziale (1997) e i contratti a tempo determinato (1999), poi tutti diventati direttive dell UE, una volta ratificati dal Consiglio dei Ministri. In questo modo entrano nella legislazione europea e possono essere utilizzati direttamente dai sindacati per difendere i diritti dei lavoratori. L accordo sul congedo parentale ha attraversato un ulteriore processo di dialogo sociale quando è stato rivisto nel 2009 aumentando, fra le altre cose, la durata del congedo parentale da tre a quattro mesi. Gli accordi sul lavoro a tempo parziale e sui contratti a tempo determinato hanno compiuto importanti passi in avanti. Hanno confermato che i lavoratori a tempo parziale e con contratto a durata determinata non devono essere trattati in modo più sfavorevole rispetto ai lavoratori a tempo pieno. Le parti sociali hanno inoltre siglato tre accordi quadro sulle tematiche del telelavoro (2002), dello stress legato al lavoro (2004) e delle molestie e violenze sul posto di lavoro (2007), nonché quadri d azione sullo sviluppo continuo delle competenze e delle qualifiche (2002) e sull uguaglianza di genere (2005). Questi accordi quadro vengono attuati a livello nazionale attraverso tutta una serie di accordi fra le parti sociali. Abbiamo molti esempi di come l accordo sullo stress legato al lavoro è stato attuato a livello Da scoprire Quali esempi di dialogo sociale esistono nel vostro paese? Quali vantaggi ha portato il dialogo sociale alle tematiche sindacali? nazionale. In Svezia sono stati siglati accordi congiunti nella primavera del 2005 e del 2006 rispettivamente per il settore privato e pubblico. In Austria, a maggio 2006, sono state adottate linee guida congiunte dalle parti sociali per trasformare l accordo europeo in realtà sul posto di lavoro. In Francia, il 2 luglio 2008 le parti sociali intersettoriali hanno concluso un accordo collettivo che trasponeva l accordo quadro europeo e aggiungeva disposizioni su tematiche come la definizione di stress, le organizzazioni lavorative, la riconciliazione della famiglia, la vita privata e lavorativa e la responsabilità degli imprenditori. Per maggiori informazioni sugli accordi quadro delle parti sociali, vedere per i quadri d azione, vedere Ultimamente, la CES e le organizzazioni degli imprenditori hanno concordato un programma di lavoro che copre attualmente un biennio, fino alla fine del Esso include: la formulazione di una raccomandazione congiunta per la strategia economica generale che deve essere seguita dall UE al termine della Strategia di Lisbona; idee per sfruttare al massimo le opportunità lavorative a seguito delle politiche sul cambiamento climatico; monitoraggio e attuazione delle politiche di flexicurity ; tematiche sulla mobilità dei lavoratori e promozione dell integrazione dei lavoratori migranti. Dialogo sociale settoriale In varie industrie sono stati creati 36 comitati di dialogo sociale settoriale. Dalla parte sindacale sono coordinati dalle dodici Federazioni industriali europee affiliate alla CES. Questi comitati rappresentano uno strumento importante per affrontare questioni specifiche a un settore industriale a livello europeo. Il dialogo sociale settoriale si occupa, ad esempio, di numerose tematiche: formazione, condizioni e orario di lavoro, salute e sicurezza, sviluppo sostenibile, libertà di circolazione dei lavoratori. Sono stati conclusi quasi 500 testi congiunti, compresi codici di condotta e linee guida, accordi e pareri congiunti. 3

6 Alcuni comitati di dialogo sociale settoriale riuniscono diverse industrie in caso di tematiche che riguardano più settori, ad esempio rappresentanti del commercio, del governo locale, degli ospedali e della sicurezza privata si sono incontrati per giungere ad un accordo in materia di molestie e violenza sul posto di lavoro. Altre tematiche per accordi recenti includono la responsabilità sociale d impresa nei servizi di catering in concessione; liberalizzazione nel settore ferroviario e dell elettricità; qualifiche e competenze in alberghi, ristoranti e bar. L area più attiva di discussione negli ultimi anni è stata quella riguardante la salute e la sicurezza sul lavoro. Per maggiori informazioni sui risultati del dialogo sociale settoriale, vedere main.jsp?catid=480&langid=en&intpageid=0. Comitati Aziendali Europei La direttiva UE del 1994 sui Comitati Aziendali Europei (CAE) 1994 dava il diritto ai lavoratori (e ai loro rappresentanti) assunti in aziende con oltre dipendenti, di cui almeno 150 in due o più Stati membri UE (più Norvegia, Islanda e Liechtenstein), di chiedere la costituzione di un comitato aziendale. Le cifre sono in costante aumento e oggi esistono poco meno di 900 comitati aziendali. Tuttavia, nonostante un ulteriore normativa in materia di informazione e consultazione (2002) e la creazione della Società europea (2001), ancora oggi questi comitati rappresentano solo una minoranza del numero totale di imprese ammissibili ai sensi della direttiva. La situazione peggiora se si considera che le ristrutturazioni aziendali, che spesso sono causa di licenziamenti (quando i posti di lavoro vengono rilocalizzati) sono spesso definite questioni nazionali e non rientrano, pertanto, nella competenza del CAE. Per i dettagli e i testi degli accordi che hanno creato i comitati aziendali europei, nonché per gli accordi negoziati dai CAE su tematiche specifiche (accordi di principio), consultare il database A causa di diverse lacune, la CES ha sostenuto a lungo la necessità di rivedere la direttiva. A seguito di discussioni con la CES e le organizzazioni degli imprenditori, una direttiva rivista è stata concordata ad aprile Alcuni dei cambiamenti che devono essere introdotti includono: una definizione più chiara delle informazioni e consultazioni che devono essere garantite dalla direzione; una definizione più chiara di transnazionalità, con precisazione della competenza transnazionale del CAE; l obbligo per i datori di lavoro di fornire corsi di formazione ai membri del CAE. Resta da vedere l impatto che la direttiva rivista avrà nella pratica. INFLUENZARE IL PROCESSO DECISIONALE DELL UE Il movimento sindacale europeo ricorre a vari mezzi per influenzare gli organi decisionali dell UE. Alcuni metodi sono iscritti nei trattati formali, come l obbligo per la Commissione europea di consultare le parti sociali su tutte le proposte in materia di occupazione e affari sociali. L Articolo 138 del Trattato CE vincola, infatti, la Commissione ad un processo di consultazione in due fasi, ed è consolidato dall articolo 154 del Trattato di Lisbona. L articolo 155 del Trattato di Lisbona permette di attuare accordi fra le parti sociali: Il dialogo fra le parti sociali a livello dell Unione può condurre, se queste lo desiderano, a relazioni contrattuali, ivi compresi accordi. Gli accordi conclusi a livello dell Unione sono attuati secondo le procedure e le prassi proprie delle parti sociali e degli Stati membri o a richiesta congiunta delle parti firmatarie, in base ad una decisione del Consiglio su proposta della Commissione Un altra possibilità di influenzare il processo decisionale UE è data dal Vertice sociale trilaterale che, secondo il 4

7 Trattato di Lisbona, deve anche contribuire al dialogo sociale. Ad esso partecipano la CES e le organizzazioni degli imprenditori, insieme a rappresentanti della presidenza in carica del Consiglio, delle due presidenze successive e della Commissione. La creazione del Vertice sociale trilaterale ha rappresentato un importante passo avanti politico, in quanto riconosce il ruolo della consultazione trilaterale al massimo livello del processo decisionale europeo e il ruolo dei sindacati all interno di questo processo. I campi coperti dalla consultazione trilaterale sono il dialogo macroeconomico, l occupazione, la protezione sociale, l istruzione e la formazione. Ogni sei mesi, inoltre, la CES presenta una lista di priorità d azione quando un nuovo Stato membro rileva la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Un altra possibilità è offerta dal Parlamento europeo (PE). Con l approvazione del Trattato di Lisbona, il Parlamento ha visto rafforzati i propri poteri legislativi (grazie al processo di co-decisione ) nelle decisioni adottate di concerto dal Consiglio dei Ministri e dallo stesso Parlamento europeo. La CES mantiene una serie di contatti con vari gruppi politici all interno del Parlamento europeo, tramite il cosiddetto Intergruppo sindacale. Questo permette di condividere le informazioni e di presentare le posizioni sindacali su questioni presenti nell agenda parlamentare. Prima di ogni elezione del Parlamento europeo, la CES pubblica un manifesto con le richieste di azioni riguardanti tematiche urgenti. Tramite dimostrazioni, emendamenti e rapporti dal comitato, i sindacati hanno, negli ultimi anni, influenzato l adozione di leggi in materia di servizi (Bolkestein), porti (divieto dell autoassistenza), sostante chimiche (REACH), orario di lavoro e lavoratori delle agenzie interinali. Sono state organizzate proteste contro la direttiva Bolkestein davanti al PE di Strasburgo nel 2006 e contro il pacchetto porti a Bruxelles nel Relazioni industriali Studio di caso 1 La direttiva sull orario di lavoro I sindacati europei si preoccupano da tempo degli orari di lavoro troppo lunghi e delle relative conseguenze sulla salute dovute a fatica e infortuni, nonché del relativo impatto sulla produttività. Nel 1993 l UE ha adottato una direttiva per limitare la settimana lavorativa ad una media di 48 ore, concedendo tuttavia una facoltà di non partecipazione, nel tentativo di incoraggiare il Regno Unito a aderirvi nel Benché inizialmente destinata al solo governo britannico, la facoltà di non partecipazione si è estesa ai nuovi Stati membri entrati nell Unione nel 2004, per poi essere usata anche da altri paesi nei servizi sanitari e d urgenza a seguito di una sentenza della Corte che vietava di considerare come riposo le ore di reperibilità dei medici. Dal 2003, l UE cerca di trovare un compromesso accettabile. L ultimo tentativo fatto dal Consiglio dei Ministri proponeva di mantenere la facoltà di non partecipazione, di considerare le ore di reperibilità come orario di lavoro e di allungare il periodo su cui la media veniva calcolata su un anno. Una proposta definita dalla CES disastrosa. A dicembre 2008, la CES ha organizzato una dimostrazione a Strasburgo per convincere il Parlamento europeo a respingerla. I lavoratori dimostranti hanno visto ricompensato il loro sforzo. Il Parlamento europeo riuscì a mantenere la propria posizione di rifiuto della facoltà di non partecipazione, contando le ore Da scoprire Qual è la politica del vostro sindacato o confederazione sull orario di lavoro? In che modo la direttiva sull orario di lavoro ha influito sulle condizioni di lavoro del vostro settore? 5

8 di reperibilità come ore lavorative e restringendo la definizione di cariche dirigenziali ed esecutive escluse dalla direttiva. Entro aprile 2009 era chiaro che non vi era alcuna possibilità di accordo, e la CES ha sostenuto la decisione della delegazione parlamentare di mettere fine alle trattative. La direttiva non modificata continuerà a funzionare nel prossimo futuro ma il movimento sindacale europeo vuole che riconquisti il suo ruolo fondamentale nel garantire standard minimi riguardo all orario di lavoro in Europa e continuerà a lottare con i suoi membri per questo obiettivo, sia sul piano nazionale che europeo. Relazioni industriali - Studio di caso 2 La direttiva sul lavoro interinale Il lavoro interinale è caratterizzato dalla presenza di una terza parte, che agisce da intermediario fra datore di lavoro e dipendente. Benché le condizioni varino fra paesi e tipi di occupazione, la CES si preoccupa da tempo del fatto che questi lavoratori abbiano, in generale, un controllo minore sul loro lavoro, meno formazione, meno informazione in materia di salute e sicurezza, un tasso più elevato di infortuni, meno assistenza previdenziale e, in media, retribuzioni inferiori a quelle del personale con contratto permanente. Negli Stati membri i sindacati hanno anche incontrato difficoltà a farsi riconoscere come rappresentanti dei lavoratori interninali, benché esistano accordi specifici in Svezia, Paesi Bassi, Belgio, Francia e Spagna. Nel 2001 si sono interrotte, fra le parti sociali europee, le trattative che la Commissione aveva avviato nel tentativo di trovare un accordo su una direttiva. Benché degli accordi sul lavoro a tempo parziale e sui contratti a tempo determinato fossero stati trasformati con successo in legge europea nel 1997 e 1999, il lavoro interinale è rimasto una questione più controversa a causa del rapporto professionale triangolare. La Commissione europea ha proposto una direttiva che incarnasse il principio della non discriminazione fra lavoratori interinali e lavoratori con contratto permanente che li affiancano, all interno delle società che li assumono dalle agenzie di lavoro interinale. Questa direttiva doveva includere orario di lavoro, periodi di riposo, lavoro notturno, ferie pagate e giorni di festività pubblica, retribuzione, lavoratrici gestanti e discriminazione per motivi legati a sesso, razza o origine etnica, religione o credo, disabilità, età o orientamento sessuale. Ulteriori ostacoli, tuttavia, sono emersi quando la proposta è arrivata sul tavolo del Consiglio dei Ministri. Nel 2003 il processo legislativo si è interrotto, con la CES impegnata a condannare chi l aveva bloccata, perché intenzionato a sostenere in Europa un sistema ingiusto di forza lavoro a due livelli. Nonostante i numerosi tentativi di diversi paesi durante i loro sei mesi di presidenza del Consiglio, nessun ulteriore progresso è stato possibile fino al Un accordo su un periodo di qualificazione di dodici settimane per i lavoratori interinali nel Regno Unito concluso fra TUC (sindacati), CBI (imprenditori) e governo britannico ha portato all inserimento di una deroga nella proposta dell UE che consentiva alle parti sociali nazionali di modificare la direttiva nel loro paese a certe condizioni, o a sindacati e imprenditori di concludere accordi fra loro, se tali accordi garantiscono un adeguata tutela dei lavoratori interinali. John Monks, Segretario generale della CES, ha accolto con favore la nuova legge, soprattutto la sua applicazione nelle disposizioni transfrontaliere, molto importante in tempi di sempre maggiore mobilità di lavoratori e servizi, nonché il ruolo dato alle parti sociali che consente di garantire flessibilità e protezione dei lavoratori. Da scoprire Qual è la situazione dei lavoratori interinali nel vostro paese? Qual è la politica dei vostri sindacati sui lavoratori interinali? 6

9 Sentenze della Corte di giustizia europea La Corte di giustizia europea (CGE) ha un ruolo importante nel controllare la legalità degli atti delle istituzioni dell Unione europea, nel garantire che gli Stati membri rispettino gli obblighi stabiliti nei Trattati e nell interpretare le leggi dell UE. Di recente, ha pronunciato una serie di sentenze con implicazioni importanti per sindacati e lavoratori in Europa, per i diritti fondamentali dei lavoratori, per la contrattazione collettiva e per il diritto di sciopero negli Stati membri. Il primo e più famoso è il caso Laval (noto anche come caso Vaxholm). Anche altri casi (Rüffert, Viking e Lussemburgo) vanno in direzioni analoghe. Troverete maggiori informazioni su questi casi nel modulo di formazione 8 I sindacati e la libera circolazione dei lavoratori nell Unione europea. LAVAL o VAXHOLM Una società edile lettone, Laval and Partneri, vince una gara d appalto per costruire una scuola a Vaxholm, in Svezia, ma paga i propri operai un salario inferiore a quello garantito agli operai svedesi da un accordo collettivo. La ditta lettone, dopo una discussione con il Byggnads, il sindacato svedese dell edilizia, propone un aumento dei salari, ma il sindacato interviene per bloccare il cantiere, in quanto i salari rivisti sono ancora inferiori a quelli concordati localmente. La ditta lettone ricorre alle vie legali contro il Byggnads, e la causa arriva alla CGE. Nella sua sentenza, la CGE dichiara che i sindacati possono intraprendere azioni di protesta per ragioni superiori di interesse pubblico, quali la protezione dei lavoratori locali da fenomeni di dumping sociale, quando lavoratori pagati meno vengono portati da un altro Stato membro, per escludere specificamente i lavoratori locali. Questa motivazione, tuttavia, non si applica se la ditta estera rispetta gli standard minimi per i lavoratori stranieri stabiliti nella direttiva sul distacco dei lavoratori (che riguarda i lavoratori transfrontalieri nell ambito dei servizi). La CES ritiene che le tematiche principali sollevate da questi casi (l equilibrio fra finalità economiche e sociali dell Unione europea, e più specificamente l equilibrio fra i diritti fondamentali dei lavoratori e le disposizioni sulla libera circolazione per il mercato unico) abbiano un impatto notevole sull orientamento futuro dell Unione europea. Le sentenze della Corte di giustizia europea (CGE) sono state in gran parte negative per i sindacati. Per questo la CES chiede una clausola per il progresso sociale, che stabilisca con decisione che il Trattato, e soprattutto le sue libertà fondamentali, debba essere interpretato nel rispetto dei diritti dei lavoratori e delle azioni collettive. Attività Impatto dell UE su relazioni industriali e condizioni di lavoro Finalità Consentirvi di: imparare a comprendere che le decisioni adottate a livello europeo hanno un impatto sulle relazioni industriali e sulle condizioni di lavoro in tutta l UE, quindi anche nel vostro paese. Esercizio Scegliere una tematica in materia di relazioni industriali e illustrare l impatto prodotto sulle vostre condizioni di lavoro dalle decisioni prese a livello europeo. Utilizzare il sito Internet della CES, e quello del vostro sindacato. Potrete analizzare: le direttive su congedo parentale, lavoro a tempo parziale o i contratti a tempo determinato; gli accordi autonomi sul telelavoro, sullo stress legato al lavoro o su molestia e violenze sul lavoro; la direttiva sull orario di lavoro. 7

10 ULTERIORI INFORMAZIONI La Confederazione europea dei sindacati (CES) è stata costituita nel 1973 per promuovere gli interessi dei lavoratori a livello europeo e per rappresentarli nelle istituzioni dell UE. L obiettivo della CES è creare un UE con una forte dimensione sociale che salvaguardi il benessere di tutti i suoi cittadini. Al momento, la CES annovera fra i suoi membri 82 confederazioni sindacali nazionali da 36 paesi europei, 12 Federazioni industriali europee, oltre ad organizzazioni con status di osservatore provenienti da Macedonia, Serbia e Bosnia Erzegovina. Altre strutture sindacali come EUROCADRES (Consiglio del personale europeo di alta professionalità) e EFREP/FERPA (Federazione europea dei pensionati e delle persone anziane) operano sotto l egida della CES. La CES, inoltre, coordina le attività dei 45 CSI (Consigli interregionali sindacali) che organizzano la cooperazione sindacale a livello transfrontaliero. La CES è una delle parti sociali europee ed è riconosciuta dall Unione europea, dal Consiglio d Europa e dall EFTA come unica organizzazione sindacale rappresentativa intersettoriale a livello europeo. 8

11 Partner di progetto Algemeen Belgisch Vakverbond Fédération Générale du Travail de Belgique ABVV-FGTB Algemene Centrale der Liberale Vakbonden van België Centrale Générale des Syndicats Libéraux de Belgique ACLVB-CGSLB Algemeen Christelijk Vakverbond Confédération des Syndicats Chrétiens ACV-CSC Confédération Française Démocratique du Travail CFDT Confédération Française des Travailleurs Chrétiens CFTC Confédération Générale du Travail CGT Confédération Générale du Travail Force Ouvrière FO Union Nationale des Syndicats Autonomes UNSA Ανώτατη Διοίκηση Ενώσεων Δημοσίων Υπαλλήλων ΑΔΕΔΥ Γενική Συνομοσπονδία Εργατών Ελλάδας ΓΣΕΕ Confederazone Generale Italiana del Lavoro CGIL Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori CISL Unione Italiana del Lavoro UIL Konfederácia Odborových Zväzov Slovenskej Republiky KOZ SR Landsorganisationen i Sverige LO-S Türkiye Devrimci İşçi Sendikaları Konfederasyonu DİSK Türkiye Hak İşçi Sendikaları Konfederasyonu HAK-İŞ Türkiye İşçi Sendikaları Konfederasyonu TÜRK-İŞ Trades Union Congress TUC Federazione europea dei sindacati dell alimentazione, dell agricoltura e del turismo EFFAT Federazione europea sindacati metalmeccanici EMF Federazione europea dei sindacati dei servizi pubblici EPSU Federazione europea dei lavoratori dei trasporti ETF Federazione sindacale europea del tessile, abbigliamento e pelle ETUF-TCL UNI-Europa

12 Questo progetto è finanziato dall Unione europea Dialogo della società civile Riunire i lavoratori di Turchia e UE attraverso una cultura condivisa del lavoro I contenuti della presente pubblicazione sono di responsabilità esclusiva della Confederazione Europea dei Sindacati e non possono in alcun modo essere considerati come pareri espressi dall Unione Europea ETUC-CES Maison syndicale internationale (ITUH) Boulevard Roi Albert II, 5 B-1210 Bruxelles Belgique Aprile 2010 L Unità centrale per i finanziamenti e gli appalti è l Autorità contraente del presente progetto Design:

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