LEPIDOTTERI ED EMITTERI DANNOSI ALLA VITE IN TOSCANA

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1 Progetto integrato di filiera «Artigiani del Vino Toscano» Sottomisura Bioconvito LEPIDOTTERI ED EMITTERI DANNOSI ALLA VITE IN TOSCANA Lobesia botrana, Cryptoblabes gnidiella, Planococcus ficus A cura di: Andrea Lucchi, Renato Ricciardi, Francesca Cosci, Giovanni Benelli

2 LEPIDOTTERI ED EMITTERI DANNOSI ALLA VITE IN TOSCANA Lobesia botrana, Cryptoblabes gnidiella, Planococcus ficus A cura di: Andrea Lucchi, Renato Ricciardi, Francesca Cosci, Giovanni Benelli Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Agro-ambientali, Università di Pisa

3 Progetto integrato di filiera «Artigiani del Vino Toscano» Sottomisura Bioconvito Titolo LEPIDOTTERI ED EMITTERI DANNOSI ALLA VITE IN TOSCANA Autori Andrea Lucchi, Renato Ricciardi, Francesca Cosci, Giovanni Benelli Grafica e impaginazione Adriana Basta - Campano snc ISBN Edizioni Campano Via Cavalca, 67, Pisa, Italia Tel info@edizioniilcampano.it

4 Indice Introduzione... 5 Lobesia botrana (Denis & Schiffermüller) Tignoletta della vite Cryptoblabes gnidiella (Millière) Tignola rigata degli agrumi e della vite Planococcus ficus (Signoret) Cocciniglia farinosa della vite Considerazioni conclusive Bibliografia Ringraziamenti

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6 Introduzione

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8 Introduzione In Toscana, la tignoletta della vite Lobesia botrana e la cocciniglia farinosa Planococcus ficus si configurano come i principali fitofagi della vite, sia per i danni diretti che per quelli indiretti che le loro popolazioni sono in grado di determinare sulle uve da vino e da tavola, predisponendo il grappolo rispettivamente allo sviluppo di marciumi e fumaggini, o svolgendo un ruolo importante nella trasmissione di pericolose virosi della vite, come nel caso del planococco (Lucchi e Benelli, 2018). A questo quadro, già di per sé preoccupante, si è aggiunta negli ultimi anni una nuova avversità biotica, che nei vigneti toscani, ma non solo, ha assunto una valenza importante, contribuendo al danneggiamento delle uve in maturazione, con grosse perdite in termini di quantità e qualità, per sviluppo di marciumi primari e secondari del grappolo: si tratta del lepidottero piralide ficitino Cryptoblabes gnidiella, insetto polifago che compare nel vigneto ad estate inoltrata, e contro il quale è sempre più necessaria la definizione di una strategia di controllo adeguata e tempestiva. La notevole variabilità nella consistenza delle popolazioni di questi temibili insetti in vigneto rende non semplice la gestione della difesa della produzione, che può contare solo parzialmente, a tutt oggi, sulla disponibilità di modelli previsionali basati su parametri affidabili e facilmente rilevabili. La lotta insetticida in vigneto ha registrato negli ultimi anni un significativo miglioramento, attraverso l adozione sempre più mirata di principi attivi efficaci e selettivi. Ciononostante, 7

9 Introduzione ancora oggi gli insetticidi di sintesi sembrano non rappresentare, in molti casi, una garanzia affidabile per il controllo delle infestazioni, anche a fronte di un uso sistematico e ripetuto degli stessi contro i diversi stadi vitali degli insetti in questione. In più, la Direttiva 2009/128/CE del Parlamento Europeo, che istituisce un quadro per l azione comunitaria ai fini dell utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari, promuove l adozione della difesa integrata e invita a ricorrere ad approcci o tecniche sostenibili, che facciano sempre meno affidamento sugli insetticidi (Lucchi e Benelli, 2018). In accordo con tale maturata sensibilità è avvertibile un crescente interesse per metodi alternativi, utilizzabili anche in agricoltura biologica e, comunque, caratterizzati da basso impatto ambientale, come la confusione sessuale e il controllo biologico con insetti predatori e parassitoidi. Le prime applicazioni europee di feromoni di sintesi per confusione sessuale contro la tignoletta della vite sono state condotte nella seconda metà degli anni 70 in Francia. In Italia un primo approccio all applicazione del metodo si deve a Vita e collaboratori (1985) che, per l inibizione degli accoppiamenti degli adulti del terzo volo di L. botrana in un vigneto laziale di due ettari, impiegarono tubicini di gomma impregnati di feromone sintetico fornito dall IRCHA di Parigi. Nei confronti della medesima specie, analoghe prove preliminari furono condotte alcuni anni più tardi con diffusori di tipo artigianale in vigneti trentini di ridotte dimensioni. Allo stato attuale le superfici viticole protette con il metodo della confusione sessuale, relativamente a L. botrana, ammontano in Italia a circa ha. Tale superficie, che rappresenta poco più del 4% dell intero territorio viticolo nazionale, insiste per circa il 30% in Trentino Alto Adige. I motivi che hanno favorito l applicazione della confusione in quella regione sono fondamentalmente riconducibili a fattori socio-economici, agronomico-colturali 8

10 e bio-etologici della specie bersaglio. L attività scientifica dell Istituto Agrario di San Michele al l Adige (oggi Fondazione Mach) e quella di extension service assicurata in anni passati dal l Ente di Sviluppo Agricolo Trentino (ESAT) hanno rappresentato il presupposto fondamentale per l affermazione del metodo nell area in questione. Tale attività si è ben coniugata con l organizzazione cooperativistica affermatasi nella regione che, anche nel caso specifico della confusione sessuale, ha permesso di superare i limiti strutturali della frammentazione aziendale. In questo contesto, rilevante è stata l opera realizzata dalle Cantine Mezzacorona (Mezzocorona, Trento) che, fin dai primi anni 90 e con grande lungimiranza, hanno svolto attività di sensibilizzazione e promozione del metodo e garantito supporto finanziario e organizzativo nei confronti dei loro associati. In Toscana, per vari motivi, il metodo della confusione sessuale non ha avuto la stessa fortuna. Le prime sperimentazioni iniziate negli anni 90 con metodo e materiali BASF non fornirono risultati positivi mentre le applicazioni iniziate nel Chianti nel 2000 con materiali Shin-Etsu si rivelarono più affidabili, tant è che il metodo si è poi di anno in anno affermato nelle aree litoranee e in quelle più interne, interessando superfici sempre maggiori di vigneto, che ammontano, nel 2018, a circa 4400 ha. Ad oggi, le conoscenze disponibili sul metodo, collaudato in diverse aree viticole europee, garantiscono livelli di efficacia considerevoli, che possono portare ad una gestione sostenibile ed efficace del problema tignoletta su gran parte del territorio regionale toscano. Per quanto riguarda la cocciniglia farinosa Planococcus ficus, comunemente conosciuta anche come planococco della vite, la sua dannosità è legata, oltre che all asportazione di linfa, anche all intensa eliminazione di melata, che si deposita sui grappoli, rendendoli substrato idoneo allo sviluppo Introduzione 9

11 Introduzione di fumaggini (Varner et al., 2015). Notevole preoccupazione proviene anche dalla capacità del planococco di acquisire virus da piante malate e trasferirli a piante sane, essendo esso vettore di cinque specie di GLRaV ampelovirus e del viti virus GVA. In Toscana, le infestazioni di questa cocciniglia sono sempre più preoccupanti, non solo nelle aree litoranee, climaticamente più favorevoli al suo insediamento, ma anche nelle aree più interne del Chianti e di Montalcino. La ricerca ha recentemente messo a disposizione dei viticoltori alcuni agenti di controllo biologico che, opportunamente impiegati, possono svolgere un ruolo determinante nel controllo della cocciniglia. Si tratta di un parassitoide, l imenottero encirtide Anagyrus sp. near pseudococci, e di un predatore, il coleottero coccinellide Cryptolaemus montrouzieri. Recenti ricerche svolte proprio in Toscana hanno evidenziato le grandi potenzialità, nel controllo del planococco, di questi due agenti di controllo biologico che, in seguito ad una recente attività di collaudo e coordinamento, hanno trovato un utilizzo assai più capillare ed efficace nei nostri vigneti. Con riferimento, infine, a Cryptoblabes gnidiella (criptoblabe), occorre rimarcare l importanza economica che questo piralide polifago sta assumendo in diverse regioni europee, oltre che in Toscana, con una netta prevalenza nei vigneti delle aree litoranee. Come sopra accennato, questo lepidottero compare su vite nel mese di maggio, ma diviene particolarmente pericoloso in piena estate, quando le sue femmine depongono numerose uova nei grappoli in maturazione, che vengono ad essere, per l attività trofica delle larve che si sviluppano gregariamente al loro interno, completamente compromessi, in seguito al disseccamento degli acini, allo sviluppo di marciumi e all avvento di altri processi degenerativi (Lucchi et al., 2011). La gestione di queste tre problematiche entomologiche è 10

12 stata attuata in una proficua collaborazione tra l Università di Pisa ed alcune aziende toscane, nell ambito di un PIF (Progetto Integrato di Filiera - PSR ) dal titolo Artigiani del Vino Toscano (capofila Marchesi Antinori). La misura 16.2 del progetto menzionato, denominata Introduzione e collaudo di tecniche di lotta biologica per un controllo efficace e sostenibile di insetti dannosi alla vite in Toscana (acronimo BIOCONVITO) aveva lo scopo di contenere le infestazioni dei tre insetti sopracitati utilizzando strategie a basso impatto ambientale e puntando su una netta riduzione delle molecole di sintesi a favore di feromoni, insetti utili e microrganismi entomopatogeni (Lucchi et al., 2018). L intensa attività di trasferimento delle conoscenze disponibili arricchita dal forte spirito collaborativo di tutti gli attori in gioco ha portato in un biennio all adozione delle strategie proposte da BIOCONVITO su gran parte dei vigneti del Bolgherese, in alcune aziende della Maremma grossetana e della DOC del Vino Nobile di Montepulciano. A sostegno delle attività intraprese, abbiamo ritenuto utile pubblicare questo manuale, per fornire agli operatori del settore viticolo alcune informazioni utili, corredate da una estesa rassegna fotografica, che possa aiutarli nell identificazione dei diversi stadi vitali degli insetti in questione e dei tipici danni che essi arrecano alla vite. Per quanto riguarda le tecniche di controllo delle tre specie trattate si rimanda a testi più approfonditi come le Note di entomologia viticola, 3 a edizione (Lucchi, 2017), la Difesa della vite dagli artropodi dannosi (Ragusa e Tsolakis, 2006) e I fitofagi della vite in Sardegna (Lentini et al., 2015). Introduzione 11

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14 Tignoletta della vite

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16 Lobesia botrana (Denis & Schiffermüller) Tignoletta della vite Questa specie è stata rinvenuta per la prima volta su vite da Denis e Schiffermüller nei pressi di Vienna, nel 1775, e classificata con il nome di Tortrix botrana. Successivamente è stata descritta da altri autori con nomi diversi ed assegnata a generi differenti, fino ad arrivare all attribuzione definitiva di Lobesia botrana. Questo lepidottero, appartenente alla famiglia dei Tortricidae, è ritenuto il fitofago chiave per la viticoltura europea, potendo esprimere una dannosità considerevole ovunque, ma in particolare nei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Specie di origine paleartica, è stata recentemente rinvenuta in Cile, Argentina e California (Ioriatti et al., 2011, 2012; Cooper et al., 2014). Mentre a tutt oggi si è stabilmente insediata in diverse località dei due Paesi latinoamericani, ne è stata dichiarata l eradicazione dalla California, e quindi dall intero continente nord-americano, nell agosto del 2016, in seguito ad un imponente progetto di controllo promosso e gestito dal Ministero dell Agricoltura statunitense (Lucchi, 2013). ADULTO Gli adulti hanno un apertura alare di mm e una colorazione eterogenea (Fig. 1). Le ali anteriori sono color crema, con macchie grigio-blu, marroni e nere. Le ali posteriori, invece, sono completamente grigie e presentano un margine frangiato. Femmine e maschi hanno stesso colore e dimen- 15

17 Lobesia botrana (Denis & Schiffermüller) Tignoletta della vite Figura 1. Adulti di Lobesia botrana: maschio (A) e femmina (B) (foto di P. Giannotti). sioni simili. Attraverso alcune caratteristiche dell addome è possibile distinguere gli esemplari dei due sessi. Quello del maschio è più sottile e porta all estremità due valve allungate che nascondono in parte l organo copulatore (Fig. 2A). L addome della femmina è mediamente più grande e presenta all estremità due papille anali sub-circolari di colore giallognolo (Fig. 2B). 16

18 Figura 2. L. botrana: addome del maschio (A) e della femmina (B) in visione ventrale. UOVO L uovo di L. botrana è piatto, ellittico, di forma lenticolare. Le sue dimensioni medie sono di 0,65-0,90 0,45-0,75 mm. Osservando con una lente o con un microscopio stereoscopico le uova durante lo sviluppo embrionale, si possono osservare cinque diverse fasi: embrione visibile (Fig. 3A), occhi visibili (Fig. 3B), mandibole visibili, testa marrone (Fig. 3C) e testa nera (Fig. 3D). Le uova appena deposte hanno un colore bianco cremagiallo paglierino, che poi diventa grigio chiaro e trasparente con riflessi iridescenti dopo lo sgusciamento (Torres-Vila, 2013), mostrando ad un polo un piccolo foro di uscita di forma allungata (Fig. 4). Talvolta le femmine di L. botrana, anche in assenza di ac- Lobesia botrana (Denis & Schiffermüller) Tignoletta della vite 17

19 Figura 3. L. botrana: uovo in momenti diversi dello sviluppo embrionale, con embrione visibile (A), con occhi visibili (B), testa marrone (C) e testa nera (D). Lobesia botrana (Denis & Schiffermüller) Tignoletta della vite Figura 4. L. botrana: larva di prima età in fase di sgusciamento (A) (foto B. Bagnoli) e uovo schiuso (B). 18

20 Figura 5. L. botrana: uova sterili (A, B) e uova collassate per le alte temperature estive (C, D). Le foto in C e D sono di B. Bagnoli. coppiamento, possono deporre uova sterili, che presentano una colorazione biancastra e in breve tempo tendono a collassare (Fig. 5A, B). Lo stesso destino può capitare a uova fertili deposte in piena estate, in concomitanza con temperature elevate, superiori a C e protraentesi per periodi prolungati (Fig. 5C, D). LARVA La larva di prima età (circa 1 mm) ha il corpo di colore biancocrema con il capo nero (Fig. 6A). Quella di quinta età (10 mm) presenta un corpo di colore variabile dal verde al marrone, con puntini chiari diffusi che corrispondono alle porzioni basali delle setole (Fig. 6B); il capo è, in tutte le età successive Lobesia botrana (Denis & Schiffermüller) Tignoletta della vite 19

21 Lobesia botrana (Denis & Schiffermüller) Tignoletta della vite Figura 6. L. botrana: larve di I età (A) e di V età (B). 20

22 alla prima, di colore arancio-marrone chiaro; lo sclerite protoracico presenta il margine posteriore scuro mentre il secondo segmento antennale è di colore nero (Fig. 6B); il pettine anale porta 5-6 denti marrone scuro. In generale le larve di L. botrana sono contraddistinte da un colore variabile dal biancastro al giallo-verde, al blu-violaceo, in dipendenza del substrato nutritivo e dall ambiente di crescita. La durata dello sviluppo larvale varia in relazione alla temperatura ed è mediamente di giorni. PUPA o CRISALIDE Le pupe presentano inizialmente una colorazione chiara che varia dal crema al marrone chiaro, virante a maturità verso il marrone intenso. Le pupe femminili sono mediamente più grandi (5-9 mm) rispetto a quelle maschili (4-7 mm). In visione ventrale e a partire dall estremità delle future ali, il numero di segmenti apparenti dell addome è 4 nel maschio e 3 nella femmina (Fig. 7A). Tali pupe sono racchiuse in un bozzolo sericeo secreto dalla larva matura (Fig. 7B). BIOLOGIA Su vite questo fitofago compie una generazione antofaga, a carico delle infiorescenze, e due generazioni carpofaghe, una a carico dei grappoli verdi e l altra di grappoli in maturazione (Fig. 8). In prima generazione (antofaga) le larve neonate, dopo una breve fase di vagabondaggio, penetrano all interno dei bottoni fiorali e si nutrono di stami e ovari fino a quando, raggiunta la terza età, escono all esterno ed iniziano la costru- Lobesia botrana (Denis & Schiffermüller) Tignoletta della vite 21

23 zione di un nido unendo una decina di bottoni fiorali con fili sericei all interno del quale proseguono la loro attività tro- Lobesia botrana (Denis & Schiffermüller) Tignoletta della vite Figura 7. L. botrana: In (A) pupa femminile (sopra) e maschile (sotto). In (B) bozzolo sericeo contenente la crisalide svernante aperto ad arte e, in alto a destra, ancora chiuso. 22

24 fica (Fig. 9). Giunte a maturità le larve si impupano all interno dello stesso nido o all esterno, in ripari di vario tipo. Figura 8. L. botrana: disegno schematico del ciclo biologico (in alto) e catture registrate con trappole a feromoni in un azienda viticola maremmana (in basso). Lobesia botrana (Denis & Schiffermüller) Tignoletta della vite 23

25 Figura 9. L. botrana: nidi larvali su infiorescenze di vite (generazione antofaga). Lobesia botrana (Denis & Schiffermüller) Tignoletta della vite Figura 10. L. botrana: tipici danni su acini di grappoli nella fase fenologica di chiusura grappolo (seconda generazione, prima carpofaga). 24

26 Figura 11. L. botrana: danni da marciumi su grappoli maturi (terza generazione, seconda carpofaga). La foto in C è di B. Bagnoli. Le larve di seconda e terza generazione (carpofaghe) si alimentano degli acini penetrando nella polpa (in seconda generazione su acini ancora acerbi) (Fig. 10); in terza generazione, rimanendo nascoste all interno di grappoli grandi e compatti più prossimi alla maturazione, possono nutrirsi prevalentemente della buccia (Fig. 11). Il comportamento ectofago o endofago delle larve è influenzato dalle caratteristiche del grappolo (serrato o spargolo) e dalla fase fenologica della pianta (Lucchi, 2017). Le età larvali possono essere distinte anche in base alle di- Lobesia botrana (Denis & Schiffermüller) Tignoletta della vite 25

27 mensioni della capsula cefalica. Lo sviluppo post-embrionale è caratterizzato da cinque età larvali ed è strettamente dipendente dalla qualità del nutrimento (Moreau et al., 2006; Thiery e Moreau, 2005; Torres-Vila et al., 2005). Per questo le larve della terza generazione, che si nutrono di acini prossimi alla maturazione, sono mediamente più grandi di quelle delle generazioni precedenti. Un numero elevato di nemici naturali esercita il controllo naturale della tignoletta in vigneto, tra questi in Italia, sono degni di nota gli imenotteri calcidoidei del genere Trichogramma spp. (Fig. 12) e l imenottero icneumonide Campoplex capitator (Fig. 13). Figura 12. Adulto di imenottero calcidoideo del genere Trichogramma spp. (parassitoide oofago di L. botrana) e, a destra, uova di lobesia parassitizzate. La foto a sinistra è di B. Bagnoli. Lobesia botrana (Denis & Schiffermüller) Tignoletta della vite Figura 13. Campoplex capitator, imenottero icneumonide, parassitoide larvale di L. botrana. 26

28 Tignola rigata degli agrumi e della vite

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30 Cryptoblabes gnidiella (Millière) Tignola rigata degli agrumi e della vite Questo insetto, appartenente alla famiglia dei Pyralidae, sottofamiglia Phycitinae, è specie mediterranea distribuita principalmente nell Europa meridionale ma anche in altre regioni del mondo quali Africa, Asia, Nuova Zelanda, Malesia nonché in zone tropicali e sub-tropicali dell America. In Brasile e Uruguay è considerato il lepidottero chiave per i danni causati sui grappoli in maturazione. Sul territorio italiano le popolazioni di questo fitofago sono distribuite principalmente nelle regioni centro-meridionali, dove possono raggiungere elevate densità nei vigneti delle aree litoranee. Si tratta di una specie polifaga: le sue larve sono state rinvenute su circa 60 ospiti differenti e appartenenti a 30 famiglie botaniche. Nella maggior parte dei casi Cryptoblabes gnidiella condivide l ospite vegetale con altri insetti, trovandosi spesso associato ad altri lepidotteri come L. botrana o anche a Rincoti Omotteri produttori di melata come P. ficus. ADULTO Gli adulti raggiungono una lunghezza di circa 15 mm, possiedono ali anteriori di color grigio scuro velate di bianco e cosparse di squame rossastre, a formare fasce più chiare indistinte (Fig. 14). Le ali posteriori sono bianco lucenti, venate con linee terminali grigiastre; testa e torace hanno un colore grigio scuro rispetto all addome, leggermente più chiaro e lucido. 29

31 Figura 14. Adulto di Cryptoblabes gnidiella (foto di P. Giannotti). Cryptoblabes gnidiella (Millière) Tignola rigata degli agrumi e della vite Figura 15. Processi corniformi localizzati nella metà inferiore del terzo antennomero dei maschi di C. gnidiella (foto di B. Bagnoli). Le antenne sono semplici, cigliate nella parte finale e costituite da 45 articoli. Un importante caratteristica speciespecifica è rappresentata da un processo corniforme localizzato nella metà inferiore del terzo antennomero dei maschi (Fig. 15) e assente nelle femmine. 30

32 Figura 16. C. gnidiella. Visione ventrale di una femmina (a sinistra) e di un maschio (a destra). Inoltre la femmina (Fig. 16A) è leggermente più grande del maschio e presenta un estremità addominale caratteristica che la differenzia nettamente dal primo (Fig. 16B). UOVO L uovo, di forma sub-circolare, presenta uno dei due poli leggermente più schiacciato dell altro e ha una dimensione di Cryptoblabes gnidiella (Millière) Tignola rigata degli agrumi e della vite 31

33 Figura 17. C. gnidiella: uovo appena deposto (A), embrione visibile (B), uovo maturo in prossimità della schiusura (C) e uova schiuse (D). circa 0,70 x 0,45 mm. Appena deposto ha una colorazione biancastra (Fig. 17A) che poi vira al giallastro divenendo più o meno scuro e lucente (Fig. 17B) fino a rendere visibile la testa della larva al suo interno (Fig. 17C). Il corion è caratterizzato da una superficie ruvida in quanto la sua struttura è costituita da linee microscopiche formanti poligoni irregolari. Le uova schiuse assumono una colorazione più chiara e presentano un foro di uscita, ben visibile, in corrispondenza di uno dei due poli (Fig. 17D). Cryptoblabes gnidiella (Millière) Tignola rigata degli agrumi e della vite LARVA Le larve hanno una dimensione variabile che va da 1 mm in quelle neonate (Fig. 18A) a 5 mm in quelle di terza età (Fig. 18B) e a 10 mm nelle larve mature di quinta età (Fig. 18C). La forma è allungata e leggermente assottigliata alle due estremità; durante le diverse fasi di sviluppo il colore può variare dal giallo al verde scuro, con comparsa progres- 32

34 Figura 18. C. gnidiella: larva di prima età (A), terza età (B) e quinta età (C). Le foto in B e C sono di P.L. Scaramozzino. Cryptoblabes gnidiella (Millière) Tignola rigata degli agrumi e della vite 33

35 siva di due strette fasce longitudinali di colore più scuro ai lati del vaso dorsale, ben visibili nella larva di quinta età, da cui deriva il nome di tignola rigata. La capsula cefalica ha una colorazione marrone tendente al rossiccio. Nella larva di prima età, che presenta un colore giallo uniforme, sono facilmente visibili due anelli cuticolari simmetrici presenti in posizione latero dorsale sul secondo segmento toracico e sull ottavo segmento addominale (Fig. 18A), che permarranno in tutti gli altri stadi larvali. Nelle larve immature (2-4 stadio) le due fasce longitudinali possono essere meno evidenti e nel complesso la larva può assumere una colorazione grigiastra scandita da numerose linee sottili di colore grigio scuro-nerastro (Fig. 18B). PUPA o CRISALIDE La pupa è obtecta e presenta inizialmente un colore verdastro che virerà nel tempo verso riflessi aranciati e rossastri (Fig. 19A). Il suo addome è fortemente appuntito, color crema, e si caratterizza per la presenza di un cremaster costituito da due uncini molto angolati all apice (Fig. 19B). Cryptoblabes gnidiella (Millière) Tignola rigata degli agrumi e della vite BIOLOGIA Il ciclo biologico include l esistenza di un primo volo in maggio-giugno, un secondo in luglio, un terzo in agosto e un quarto in settembre-ottobre, molto più abbondante degli altri. Le uova sono deposte in prevalenza sulle parti verdi del grappolo (rachidi, racimoli, pedicelli e cercini). La dieta larvale è molto vasta e comprende sostanze dolci 34

36 (melata), parti secche dei fiori, succo di acini e parti verdi del grappolo (rachidi, pedicelli e cercini). I danni derivanti dall attività trofica delle larve, che manifestano solitamente un comportamento aggregato, comportano un deterioramento veloce e progressivo del grappolo (Fig. 20). Figura 19. C. gnidiella: crisalide (A) con cremaster caratterizzato da due formazioni apicalmente uncinate (B) (foto di R. Antonelli). Cryptoblabes gnidiella (Millière) Tignola rigata degli agrumi e della vite 35

37 Figura 20. Danni da C. gnidiella su grappoli di varietà differenti di uva. Cryptoblabes gnidiella (Millière) Tignola rigata degli agrumi e della vite 36

38 Cocciniglia farinosa della vite

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40 Planococcus ficus (Signoret) Cocciniglia farinosa della vite Questo emittero, appartenente alla famiglia Pseudococcidae, è in grado di arrecare danni considerevoli in molti contesti viticoli e a diverse latitudini. Originario del Bacino del Mediterraneo, è ormai da considerarsi cosmopolita. I danni su vite sono dovuti all imbrattamento dei grappoli con melata, che può portare allo sviluppo di fumaggini e di conseguenza a gravi perdite produttive sia su uva da vino che su uva da tavola. Inoltre, come sopra menzionato, il planococco è vettore dei virus responsabili dell accartocciamento fogliare (GLRaV) e del Legno Riccio (GVA) su vite. ADULTO In P. ficus esiste uno spiccato dimorfismo sessuale, ovvero le femmine sono più grandi (3 mm) e voluminose dei maschi (1 mm) e hanno sei zampe ma non possiedono ali (Fig. 21A). Di forma ovale e allungata, il loro tegumento è di un colore rosato poco appariscente per la presenza diffusa di filamenti di cera candida. Il corpo della femmina, per tutta la sua circonferenza, è costellato di filamenti cerosi ed è attraversato longitudinalmente da una sottile linea scura non sempre apprezzabile. Il maschio appare come un piccolo insetto di colore arancione scuro, con lunghe antenne e due grandi ali ialine (trasparenti). Esso è privo di apparato boccale funzionante e si caratterizza per la presenza di due lunghi filamenti cerosi che 39

41 fuoriescono dall ottavo urite e che assumono la funzione di stabilizzatori di volo (Fig. 21B). Planococcus ficus (Signoret) Cocciniglia farinosa della vite Figura 21. P. ficus. In (A) due femmine e in (B) un maschio. 40

42 UOVO Le uova, deposte in ovisacchi cerosi all estremità addominale della femmina (Fig. 22A), sono di colore giallo dorato Figura 22. P. ficus. Femmina con ovisacco (A) e gruppo di uova estratte da un ovisacco (B) (la foto in B è di P. Giannotti). Planococcus ficus (Signoret) Cocciniglia farinosa della vite 41

43 (Fig. 22B). Una femmina, dopo l accoppiamento, può deporre circa 250 uova. NEANIDI Le neanidi di prima, seconda e terza età sono morfologicamente simili alla femmina ma di dimensioni inferiori, variabili da 0,8 0,35 mm nella prima età a 1,5 0,65 mm nella terza età (Fig. 23). Figura 23. Colonia di P. ficus su foglia di vite, con neanidi in evidenza negli ovali rossi. Planococcus ficus (Signoret) Cocciniglia farinosa della vite BIOLOGIA Questa specie si sposta verticalmente sulla pianta nel corso dell anno: la stagione fredda è trascorsa nelle parti più basse della pianta o nei primi strati del suolo; in primavera le colonie si ritrovano inizialmente alla base dei giovani germogli e, successivamente, si spostano sulle foglie e infine, sui 42

44 grappoli. Questo schema può subire variazioni in presenza di sistemi di allevamento a cordone speronato, che possono favorire un rapido spostamento delle colonie dal ceppo o dai tralci direttamente nei grappoli, saltando la fase fogliare. Benché si ritenga che lo svernamento sia affidato alla femmina fecondata, è possibile rinvenire durante l inverno, al di sotto del ritidoma, tutti gli stadi vitali del pseudococcide. Ai nostri climi il planococco svolge 3-4 generazioni annuali. La femmina sessualmente matura produce un feromone sessuale fortemente attrattivo per i maschi. Il componente attivo, (S)-(+)-lavandulil senecioato, viene utilizzato per il monitoraggio all interno di trappole a delta di colore rosso (Fig. 24). Numerosi sono gli insetticidi in uso contro il planococco, sia tra quelli tradizionali (oli minerali, fosforganici e chitinoinibitori) che tra i più moderni neonicotinoidi (thiametoxam) che tra altri sistemici (spirotetramat). Figure 24. Trappola a feromoni impiegata per il monitoraggio di P. ficus in vigneto. Planococcus ficus (Signoret) Cocciniglia farinosa della vite 43

45 Per il controllo biologico della specie si ricorre a rilasci di un imenottero parassitoide, l encirtide Anagyrus sp. near pseudococci (Fig. 25A) e di un coleottero predatore, il coccinellide Cryptolaemus montrouzieri (Fig. 25B) che hanno mostrato una soddisfacente efficacia in vigneto. Planococcus ficus (Signoret) Cocciniglia farinosa della vite Figura 25. Le due specie impiegate in Toscana per il controllo biologico di P. ficus: l imenottero encirtide Anagyrus sp. near pseudococci (A) (foto da Lucchi e Benelli, 2018) e il coleottero coccinellide Cryptolaemus montrouzieri (B) (foto nel riquadro da Bioplanet). 44

46 Considerazioni conclusive

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48 Considerazioni conclusive A circa due anni dalla data ufficiale di inizio di Bioconvito non possiamo non essere soddisfatti per i risultati raggiunti. Nella Tenuta Guado al Tasso di Bolgheri la confusione sessuale per il controllo della tignoletta è stata applicata sull intera superficie aziendale, pari a circa 300 ettari. Negli ultimi due anni i risultati ottenuti nel controllo del lepidottero sono stati ampiamente soddisfacenti in gran parte dei vigneti a confusione, richiedendo interventi insetticidi cautelativi soltanto su una decina di ettari nei quali, nel mese di agosto 2017, l infestazione era leggermente sopra soglia. Anche per quanto riguarda il planococco si è passati nei due anni ad una gestione basata interamente sul controllo biologico, abbandonando completamente gli interventi insetticidi. Complessivamente, in ciascuno dei due anni, i rilasci del parassitoide (Anagyrus sp. near pseudococci) sono stati fatti su 150 ettati, quelli del predatore (Cryptolaemus montrouzieri) su 120 ettari. I rilievi invernali condotti di recente (periodo novembre 2017-marzo 2018) hanno evidenziato una presenza considerevole di forme vitali delle due specie all interno delle colonie svernanti di planococco. Questo ci conforta sulla capacità dei due insetti di diffondersi autonomamente sul territorio e sopravvivere alle nostre temperature invernali. La strategia adottata a Guado al Tasso è stata condivisa negli ultimi due anni da altre importanti aziende del bolgherese, portando a circa 900 ettari la superficie a confusione per il controllo della tignoletta e a circa 600 ettari quella in cui sono stati utilizzati i due agenti di controllo biologico. 47

49 Considerazioni conclusive La gestione della tignoletta e del planococco nell azienda Le Mortelle è stata condotta su 150 ettari di vigneto con tempistiche, finalità e risultati del tutto simili a quanto sopra riportato per Guado al Tasso. Una diversa questione riguarda il controllo della tignola rigata Cryptoblabes gnidiella mediante il ricorso a preparati a base di Bacillus thuringiensis kurstaki (Btk). Le infestazioni registratesi in alcuni vigneti nell agosto 2016 sono state gestite con Btk a confronto con un insetticida a base di clorantraniliprolo, evidenziando una sostanziale maggiore efficacia di quest ultimo a confronto col primo. L osservazione accurata sul comportamento di ovideposizione del lepidottero ha in parte chiarito le ragioni della ridotta efficacia del Btk. Si è potuto constatare, infatti, che nei nostri contesti e con le nostre varietà le uova vengono deposte dalla femmina nelle parti più interne del grappolo, su rachidi, peduncoli e cercini. Questo fatto, soprattutto in presenza di grappoli grandi e compatti, rende difficile un efficace utilizzo del Btk che, come è noto, deve giungere a contatto con la larvetta per essere mangiato e poter svolgere così la sua azione insetticida. Le condizioni climatiche del 2017, caratterizzate da elevate temperature e forte siccità estiva, hanno contenuto notevolmente lo sviluppo delle popolazioni di criptoblabe, che si è manifestata a basse densità e non ha richiesto l esecuzione di alcun intervento insetticida. L attività di Bioconvito ad Avignonesi (Montepulciano) aveva lo scopo di valutare l efficacia della confusione sessuale per il controllo della tignoletta in un contesto completamente diverso da quello della costa livornese e grossetana, ponendo a confronto due dei più comuni erogatori presenti sul mercato: Shin-Etsu Isonet L e BASF RAK2 PLUS. Le osservazioni condotte nei due anni hanno confermato, anche ad 48

50 Avignonesi, l efficacia della confusione sessuale a confronto con vigneti non trattati o trattati con Btk, non evidenziando invece differenze significative per quanto riguarda l efficacia dei due diversi erogatori. Al di là dei risultati raggiunti in termini di difesa fitosanitaria, con drastica riduzione degli insetticidi di sintesi a beneficio della salute degli operatori del settore viticolo e della biodiversità animale in vigneto, l ambizione di Bioconvito era quella di giungere nel breve periodo anche ad una riduzione dei costi. I costi sostenuti a Guado al Tasso nell applicazione della strategia Bioconvito, a confronto con il sistema convenzionale, sono riportati in Tabella 1 (Lucchi e Benelli, 2018). Come si può notare, il costo annuo del controllo biologico ( 417,00) è superiore a quello del convenzionale ( 219,00), dato che sul primo incide in modo considerevole l acquisto dei due agenti di controllo biologico (anagiro e criptolemo). Occorre tuttavia considerare che, dopo due anni di rilasci su superfici sufficientemente ampie e contigue, non sarà più necessario proseguire con l acquisto dei due insetti utili che, nel frattempo, come sopra accennato, avranno potuto insediarsi autonomamente e riprodursi nei vigneti oggetto dei rilasci. Per questo motivo, dal terzo anno in poi, il costo del controllo biologico si porterà a livelli notevolmente inferiori a confronto con il convenzionale ( = 138 ), consentendo possibili margini di manovra per l acquisto di anagiro o criptolemo laddove, per qualche motivo, si verificassero nuove infestazioni di cocciniglia farinosa. Considerazioni conclusive 49

51 Considerazioni conclusive Tabella 1. Valutazione economica delle opzioni disponibili per il controllo chimico e biologico degli insetti chiave del vigneto Lobesia botrana e Planococcus ficus; i costi sono stati stimati in base alle scelte routinarie degli agronomi di Guado al Tasso, Marchesi Antinori (Bolgheri) (da Lucchi e Benelli, 2018). Strategia adottata Descrizione Numero di interventi Costo /ha Note Confusione sessuale con dispenser Isonet LTT 250 (Shin-Etsu) contro Lobesia botrana 1 110, dispensers Isonet L TT/ha Distribuzione dei dispensers per confusione sessuale in campo 1 28,00 - Controllo biologico Anagyrus sp. near pseudococci (Bioplanet, parassitoide di Planococcus ficus) Cryptolaemus montrouzieri (Bioplanet, predatore di Planococcus ficus) 1 130, individui/ha 1 135, individui/ha Lancio in campo degli agenti di controllo biologico 2 14,00 7 /ha per lancio Totale 417,00 - Spirotetramat (Movento, Bayer) contro Planococcus ficus 1 50,00 - Controllo convenzionale con mezzi chimici Chlorpyrifos-methyl (Reldan, Dow AgroSciences) contro Planococcus ficus Chlorantraniliprole (Coragen, DuPont) contro Lobesia botrana 1 16, ,00 - Metoxifenozide (Prodigy, Bayer) 1 33,00 - Costo del trattamento insetticida/ha 4 80,16 20,04 /ha per trattamento Totale - 219,16-50

52 Bibliografia

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54 Bibliografia COOPER ML, VARELA LG, SMITH RJ, WHITMER DR, SIMMONS GA, LUCCHI A, BROADWAY R, STEINHAUER R Growers, Scientists and Regulators collaborate on European Grapevine Moth program. CALIFORNIA AGRICULTURE 4: IORIATTI C, ANFORA G, TASIN M, DE CRISTOFARO A, WITZGALL P, LUCCHI A Chemical ecology and management of Lobesia botrana (Lepidoptera: Tortricidae). JOURNAL OF ECONOMIC ENTOMOLOGY 104 (4): IORIATTI C, LUCCHI A, VARELA LG Grape Berry Moths in Western European Vineyards and their recent movement into the New World. In N.J. Bostanian et al. (eds) Arthropod Management in Vineyards: pests, approaches, and future directions, Springer Science + Business Media B.V, pp LENTINI A, COCCO A, PERETTO R, MUSCIANESE D I fitofagi della vite in Sardegna note di biologia e difesa integrata. Azioni informative PSR della regione Sardegna, Sassari, 64 pp. LUCCHI A Comparsa della tignoletta della vite in Nord America. In A. Morando (ed.) Vitenda 2013: l agenda del vitivinicoltore, EDIZIONI VITEN, pp LUCCHI A Note di Entomologia Viticola. PISA UNIVERSITY PRESS, Pisa, 223 pp. LUCCHI A, BENELLI G Towards pesticide-free farming? Sharing needs and knowledge promotes Integrated Pest Management. ENVIRONMENTAL SCIENCE AND POLLUTION RESEARCH, doi: /s

55 LUCCHI A, BOTTON M, BAGNOLI B Tignola rigata su vite da tenere sotto controllo. L INFORMATORE AGRARIO 31: Lucchi A, Ladurner E, Iodice A, Savino F, Ricciardi R, Cosci F, Conte G, Benelli G Eco-friendly pheromone dispensers a green route to manage the European grapevine moth? Environmental Science and Pollution Research, 25 (10), MOREAU J, ARRUEGO X, BENREY B Differences in nutritional quality of parts of Vitis vinifera berries affect fitness of the European grapevine moth. Entomologia experimentalis et applicata 119 (2): Ragusa S, Tsolakis H La difesa della vite dagli artropodi dannosi. Tipolitografia Luxograph s.r.l., Palermo, 222 pp. Thiery D, Moreau J Relative performance of European grapevine moth (Lobesia botrana) on grapes and other hosts. Oecologia 143 (4): 548. Torres-Vila L M Polyandry-fecundity relationship in insects: methodological and conceptual problems. Journal of evolutionary biology 26 (2): Torres V, Luis M, Jennions M D Male mating history and female fecundity in the Lepidoptera: do male virgins make better partners? Behavioral Ecology and Sociobiology 57 (4): VARNER M, MATTEDI L, LUCCHI A Per una gestione sostenibile del problema planococco. Il Corriere Vinicolo 18: VITA G, CAFFARELLI V, PETTENELLO M Esperienze di lotta integrata in un comprensorio viticolo del Lazio. Atti XIV Congresso Nazionale Italiano di Entomologia, pp Bibliografia 54

56 Ringraziamenti La stampa di questo volume è stata finanziata nell ambito della misura 16.2 (Bioconvito) del Progetto Integrato di Filiera - PSR dal titolo Artigiani del Vino Toscano (capofila Marchesi Antinori). Un ringraziamento particolare va agli attori direttamente e fattivamente coinvolti nel progetto, rispettivamente i responsabili e gli agronomi delle aziende Tenuta Guado al Tasso di Castagneto Carducci, Le Mortelle di Castiglione della Pescaia ed Avignonesi di Montepulciano (SI).

57 Finito di stampare nel giugno 2018 da Campano snc - Ghezzano (PI)

58 La gestione di tre importanti insetti dannosi alla vite è stata attuata in una proficua collaborazione tra l Università di Pisa ed alcune aziende toscane, nell ambito di un PIF (Progetto Integrato di Filiera - PSR ) dal titolo «Artigiani del Vino Toscano» (capofila Marchesi Antinori: finanziato e monitorato dalla Regione Toscana). La misura 16.2 del progetto menzionato, denominata «Introduzione e collaudo di tecniche di lotta biologica per un controllo efficace e sostenibile di insetti dannosi alla vite in Toscana» (acronimo BIOCONVITO) aveva lo scopo di contenere le infestazioni di tignoletta, criptoblabe e cocciniglia farinosa, utilizzando strategie a basso impatto ambientale e puntando su una netta riduzione delle molecole di sintesi a favore di feromoni, insetti utili e microrganismi entomopatogeni. L intensa attività di trasferimento delle conoscenze disponibili arricchita dal forte spirito collaborativo di tutti gli attori in gioco ha portato in un biennio all adozione delle strategie proposte da BIOCONVITO su gran parte dei vigneti del Bolgherese e in alcune aziende della Maremma grossetana e della DOC del Vino Nobile di Montepulciano. A sostegno delle attività intraprese, abbiamo ritenuto utile pubblicare questo manuale, per fornire agli operatori del settore viticolo informazioni utili, corredate da una estesa rassegna fotografica, che possa aiutarli nell identificazione dei diversi stadi vitali degli insetti in questione e dei tipici danni che essi arrecano alla vite.

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