Alessandro Montrone *

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1 Alessandro Montrone * Le dinamiche evolutive del sistema territoriale sono la risultante di un insieme di circostanze di carattere storico, sociale, politico ed economico, tra loro strettamente correlate ed interconnesse (Cavazzoni, 2010). Per tale ragione, lo studio del tessuto regionale può essere condotto attraverso una pluralità di angolazioni scientifiche, ciascuna delle quali è in grado di cogliere importanti elementi di osservazione, enfatizzando le principali modificazioni strutturali intervenute nel corso del tempo nello specifico ambito di indagine (Capello, 2007). Dal punto di vista dei fenomeni di produzione, le analisi vengono normalmente effettuate attingendo dal ricco patrimonio informativo disponibile attraverso le statistiche pubblicate dagli enti di ricerca regionali, nazionali e internazionali, grazie alle quali è possibile conoscere l andamento dei principali indicatori macroeconomici espressi dal territorio 1 (AUR, ISTAT, Banca d Italia). Tali rilevazioni vengono tuttavia elaborate in termini aggregati e consentono solo in parte di cogliere le evoluzioni che hanno interessato i settori di operatività e le performance del sistema produttivo in una prospettiva aziendale (Ferraris Franceschi, 1998), ossia concentrandosi sulle dinamiche economico-finanziarie dei soggetti imprenditoriali che rappresentano i principali protagonisti dei processi di produzione della ricchezza territoriale. Il presente lavoro vuole posizionarsi in questa prospettiva e, partendo dal quadro macro-economico e strutturale del sistema produttivo regionale, analizzare i principali cambiamenti intervenuti nel corso degli ultimi quindici anni attraverso lo studio delle grandezze di bilancio riferite alle aziende umbre che, all inizio e alla fine di tale periodo, avevano raggiunto i livelli di fatturato più elevati. Concentrandosi sulle prime cento imprese in termini di volumi di vendita e ricorrendo alle più consolidate logiche di rielaborazione del rendiconto annuale (Brunetti et al., 1990; Cavazzoni, 2004), la ricerca intende approfondire, attraverso un processo di comparazione (Terzani, 1996), le modificazioni intervenute nella configurazione settoriale e nelle dinamiche economico-finanziarie delle maggiori imprese del sistema produttivo territoriale, tentando al contempo di cogliere i segnali di continuità provenienti da quelle aziende che sono riuscite a rimanere nel * Dipartimento di Discipline Giuridiche e Aziendali, Facoltà di Economia - Università degli Studi di Perugia. 1 Si vedano, per tutti, le tavole regionali pubblicate dall ISTAT (disponibili sul sito i rapporti di ricerca AUR (Rapporti Economici e Sociali), Banca d Italia (L economia dell Umbria, relazione annuale) e Camere di Commercio (Rapporti economici provinciali). 251

2 AUR&S 7-8/12 gruppo di eccellenza in uno scenario caratterizzato da profondi cambiamenti del tessuto economico e sociale. Le principali caratteristiche dell economia umbra Al fine di delineare correttamente il contesto all interno del quale si colloca l analisi empirica, si ritiene utile presentare i principali caratteri dell economia umbra evidenziando l evoluzione delle grandezze macro-economiche riferite ad un ciclo dei 15 anni che interessano il periodo che parte dalla metà degli anni novanta e arriva fino all avvio del ciclo recessivo del 2008, richiamando alcuni profili di particolarità riguardanti la struttura produttiva territoriale. Il periodo considerato interessa un lasso temporale particolarmente lungo e articolato, all interno del quale si sono alternate fasi di sviluppo e di rallentamento, con il livello del prodotto interno lordo che in Italia ha mostrato percentuali di crescita soddisfacenti fino al 2000, per poi subire un rallentamento nei primi anni del nuovo millennio, riprendersi parzialmente dal 2004 al 2007 e infine avviare la fase recessiva a partire dal 2008 (AUR, 2010; Banca d Italia, 2011). Tale fase di stagnazione, tutt ora in corso, ha di fatto congelato i valori dell economia regionale ai livelli del 2008 qui di seguito presentati, acuendo taluni profili di criticità ravvisabili nelle analisi che seguono. I fondamentali riguardanti la regione in termini ricchezza lorda prodotta dal territorio, di unità di lavoro occupate, di popolazione residente e di indicatori procapite sono rappresentati nella tavola che segue (tab.1). L economia umbra è rimasta sostanzialmente allineata alle dinamiche italiane, manifestando in certi periodi tassi di incremento del prodotto interno lordo superiori rispetto alla media nazionale, che lasciavano presagire ad un possibile riallineamento della ricchezza pro-capite e della produttività rispetto al dato italiano e ad una maggiore capacità di resistere meglio di altre regioni all impatto di variabili congiunturali sfavorevoli sfruttando efficacemente i periodi di espansione. Con il sopraggiungere della crisi finanziaria innescatasi agli inizi del 2008, tuttavia, l Umbria ha manifestato segnali di rallentamento che, seppur colti solamente nella loro tendenza iniziale, hanno riproposto il tema della debolezza della struttura produttiva e allontanato ulteriormente le performance regionali di ricchezza procapite e di produttività rispetto ai valori nazionali (AUR, 2008). In questo lasso temporale tutto il tessuto industriale italiano ha subito profonde modificazioni, che si sono riflesse sulle performance macro-economiche e aziendali dei sistemi territoriali, come è possibile osservare dall andamento e la distribuzione del valore aggiunto, degli occupati e della produttività del lavoro. 252

3 TAB. 1 - I FONDAMENTALI MACRO-ECONOMICI IN UMBRIA E ITALIA ( ) PIL - PRODOTTO INTERNO LORDO ( miliardi) Umbria 11,9 21,7 Italia 872, ,2 VALORE AGGIUNTO ( miliardi) Umbria 10,8 19,5 Italia 786, ,9 OCCUPATI ( miliardi) Umbria Italia POPOLAZIONE (migliaia) Umbria Italia PIL PRO-CAPITE ( ) Umbria Italia PRODUTTIVITÀ DEL LAVORO ( ) Umbria Italia Fonte: elaborazioni dell autore su dati ISTAT. In termini numerici si può evidenziare nei 15 anni un incremento percentuale a valori correnti del 82,4% (5,5% medio annuo) del prodotto interno lordo umbro, che è passato dai 11,9 miliardi di euro ai 21,7 miliardi di euro, contro una variazione registrata a livello nazionale del 80,3% (5,4% medio annuo). Applicando i coefficienti ISTAT di deflazione 2 sulle variazioni intervenute si rileva nella regione un aumento del PIL pari al 29,0% (1,9% medio annuo), a fronte di una crescita registrata a livello italiano pari al 27,5% (1,8% medio annuo). Il prodotto interno lordo pro-capite umbro, che passa da euro a euro, registra un incremento percentuale del 66,5% (4,4% medio annuo) a valori correnti e del 17,8% (1,2% medio annuo) con gli importi deflazionati. Dal confronto con i dati nazionali si rileva come il volume di ricchezza prodotta per abitante, che passa da a con un incremento del 71,3% (4,8% medio annuo) a valore e del 21,1% (1,4% medio annuo) in termini deflazionati, sia in Umbria strutturalmente più basso rispetto alla grandezza italiana. Esaminando ora il valore aggiunto regionale a dati correnti si è passati da 10,8 miliardi di euro a 19,5 miliardi di euro, ottenendo una variazione percentuale del 80,6% (5,4% medio annuo) in termini assoluti e del 27,7% (1,8% medio annuo) con valori deflazionati, a fronte di un incremento a livello nazionale del valore aggiunto del 79,8% (5,3% medio annuo) a valori correnti e del 27,1% (1,8% medio annuo) con dati deflazionati. Tali dinamiche attestano che la crescita umbra del prodotto interno lordo, superiore a quella italiana, solo limitatamente si è accompagnata ad un corrispondente incremento 2 Cfr. Gli indici ISTAT, in Il Sole - 24 Ore del 19 gennaio

4 AUR&S 7-8/12 del valore aggiunto regionale; in questa circostanza ha inciso sicuramente l evoluzione strutturale dell economia che è possibile cogliere analizzando in dettaglio, tramite misure di incidenza percentuale sul totale, la ripartizione del valore aggiunto per macro-settori di attività (tab. 2). TAB. 2 - RIPARTIZIONE DEL VALORE AGGIUNTO IN UMBRIA PER SETTORI ( ) Agricoltura 4,1% 2,3% Industria 31,6% 28,4% Servizi 64,3% 69,3% TOTALE 100,0% 100,0% Fonte: elaborazioni dell autore su dati ISTAT. La tabella dimostra l avanzare del processo di terziarizzazione del tessuto produttivo locale che, seppur tipico di tutti i paesi industrializzati, è stato caratterizzato in Umbria da un modesto innalzamento di complessità e di innovazione e frenato da un limitato sviluppo delle esigenze del tessuto industriale verso attività ad alto contenuto professionale e tecnologico, vedendo prevalere pertanto servizi a basso valore aggiunto (AUR, 2008). Tutto ciò ha inciso profondamente sul modesto livello di produttività del lavoro registrato in Umbria che, pur mostrando in termini nominali un incremento da a euro (+53,1% nei 15 anni e dunque +3.5% su base media annua), nel periodo cresce in termini reali solamente dell 8,3%, con un aumento medio annuo di 0,6%. In termini nazionali, viceversa, si è realizzato una crescita annua pari al doppio e la produttività del lavoro si è attestata su livelli più elevati di oltre il 10%, con un divario rispetto alla regione Umbria che nel tempo è andato aggravandosi. Spostando ora l attenzione sulla numerosità e la configurazione giuridica delle unità produttive operanti nella regione, si segnala che le imprese iscritte al Registro delle Camere di Commercio di Perugia e Terni ammontavano, a fine 1994, a unità, scomponibili principalmente nelle tipologie di ditte individuali, società di persone e società di capitali (tab. 3). Tra il 1994 ed il 2008 si è manifestato trend di sviluppo costantemente positivo fino a raggiungere unità, con un incremento relativo del 75,8%. TAB. 3 - DETTAGLIO DELLE IMPRESE IN UMBRIA DISTINTE PER FORMA GIURIDICA ( ) Differenza n. % n. % n. Società di capitali , , Società di persone , , Ditte individuali , , Altro , , TOTALE , , Fonte: elaborazioni dell autore su dati Camere di Commercio di Perugia e Terni. 254

5 Tale circostanza rappresenta una ulteriore, importante, modificazione del tessuto produttivo della regione che, esprimendo oltre 90 mila unità produttive in un territorio relativamente piccolo che conta poco meno di 900 mila abitanti, dimostra possedere una notevole attitudine allo sviluppo imprenditoriale con conseguenti effetti positivi sull economia regionale (Dejardin et al., 2011). Da valutare positivamente, inoltre, la crescita relativa delle imprese registrate costituite in forma di società di persone e di capitali rispetto alle ditte individuali, sintomatica anche di una maggiore maturità degli operatori economici locali nella scelta delle vesti giuridiche delle proprie aziende. In particolare, a fine 2008, tale ultima forma risultava rappresentativa del 56,2 delle imprese registrate (65,0% nel 1994), contro il 23,6% delle società di persone (24,5% nel 1994) ed il 17,6% delle società di capitali (8,5% nel 2006). Lo studio dell economia regionale attraverso l analisi di bilancio: dati e metodologia L evoluzione delle grandezze macro-economiche può essere considerata come la risultante complessiva dei comportamenti posti in essere dai singoli operatori economici del sistema territoriale, appartenenti sia alla componente specializzata nella produzione della ricchezza che a quella indirizzata allo svolgimento dei processi di erogazione (Cavazzoni, 2010). Sulla base di tale assunto, lo studio dell economia regionale può essere condotto cambiando l angolazione di indagine e adottando una prospettiva micro-economica e aziendale, in cui l oggetto di studio diviene non più il tessuto produttivo considerato nel suo complesso, ma le singole entità che operano in un ben definito contesto settoriale, perseguono precise strategie, combinano continuamente risorse ed esprimono nel tempo determinate dinamiche di carattere patrimoniale, finanziario ed economico (Ferraris Franceschi, 1998). Non sempre è possibile disporre di una adeguata base informativa per analizzare l andamento delle singole unità produttive da correlare con le evoluzione del sistema generale in cui operano; in tal senso incidono negativamente sia il limitato impatto che alcune realtà aziendali possono avere in termini di influenza sulle dinamiche territoriali sia, ancora di più, la forma giuridica che caratterizza l attività imprenditoriale in relazione alla quale non viene posto nessun obbligo di informativa esterna (Cavazzoni, 2002). Per tali ragioni si è scelto di concentrare lo studio delle dinamiche aziendali su un campione significativo di imprese, incluse nella categoria delle società di capitali, la cui sede legale e operativa di riferimento fosse localizzata nella regione, per le quali sussiste l obbligo di pubblicazione del bilancio di esercizio. Seguendo tali criteri, dalla banca dati AIDA e Centro Studi ESG 89 sono state selezionate le Top 100 società di capitali operanti in Umbria in base al fatturato negli anni di riferimento 1994 e 2008 (a 15 anni di distanza) e sono stati raccolti i bilanci di esercizio e/o consolidati presso i registri delle CCIAA di Perugia e Terni. Le aziende considerate sono state classificate in base al settore di operatività, utilizzando il codice di attività ISTAT risultante dalla registrazione camerale, e i dati elaborati sono stati omogeneizzati attraverso la conversione in euro e l applicazione 255

6 AUR&S 7-8/12 dei coefficienti di deflazione. I bilanci analizzati sono stati riclassificati e sono stati successivamente calcolati opportuni indicatori di carattere patrimoniale, finanziario ed economico. Sul piano metodologico è importante sottolineare, innanzitutto, che gli anni presi in considerazione nel periodo di riferimento hanno consentito di disporre di bilanci con caratteri di uniformità formale e sostanziale garantiti dal D.Lgs 127/91 che aveva recepito, in Italia, le disposizione previste dalla IV direttiva CEE (Terzani, 2002). Prima di tale momento, infatti, la normativa italiana prevedeva per le società di capitali un sistema di norme che regolavano la redazione del rendiconto annuale in modo meno organico e strutturato rispetto al dettato comunitario, lasciando maggiore discrezionalità agli amministratori soprattutto sulle forme di rappresentazione dei valori contenuti nei prospetti di stato patrimoniale e conto economico (Reali, 1999; Cavazzoni et al., 2005). Una seconda considerazione di carattere metodologico riguarda l utilizzo delle comparazioni di bilancio come strumento di indagine per studiare gli andamenti dell economia regionale. Sul tema delle comparazioni aziendali, va infatti considerato quanto autorevolmente sostenuto da Terzani, il quale sottolinea che l attività di comparazione e di raffronto rappresenta il fulcro di ogni attività economica; l uomo, infatti, effettua continue misurazioni e confronti tra grandezze che consentono di esprimere giudizi e per capire, in definitiva, con quale grado di efficacia e di efficienza si stanno utilizzando fattori scarsi per soddisfare esigenze illimitate 3. Concentrando la ricerca su un campione di aziende, l osservazione sicuramente si limita ad un sottoinesime del tessuto produttivo umbro; tuttavia, tenendo conto dell impatto numerico che tali aziende hanno sui valori espressi dal territorio, si dispone di un osservatorio importante per legare le dinamiche macro-economiche con quelle aziendali. Per fornire una indicazione utile ad apprezzare la significatività del campione analizzato rispetto al complesso dei fenomeni indagati si riporta nella tabella seguente il valore aggiunto prodotto dalle Top 100 aziende umbre nel 1994 e 2008 rapportato a quello realizzato dall economia umbra (tab. 4). TAB. 4 - INCIDENZA DEL VALORE AGGIUNTO DEI CAMPIONI SELEZIONATI RISPETTO AL TOTALE REGIONALE (importi in miliardi di euro) Valore aggiunto economia umbra 10,8 19,5 Valore aggiunto Top 100 aziende 1,0 2,0 Incidenza % 9,7% 10,1% 3 E in questo continuo tentativo di stabilire delle uguaglianze tra i vari oggetti di conoscenza ci si avvale non solo della propria esperienza, ma anche di quella altrui. Il raffrontare, che sorge già con i concetti di economia e razionalità, rappresenta perciò il vero fulcro di ogni attività economica. Infatti alla base di ogni giudizio c è sempre una comparazione (S. Terzani, 1996, p. 2). 256

7 Del prospetto risulta che le imprese incluse nel campione incidono, sia nel 1994 che nel 2008, per circa il 10% sul totale della ricchezza prodotta nel territorio umbro, manifestando perciò un significativo ruolo assunto nel condizionare i processi produttivi locali. In questo contesto l analisi di bilancio rappresenta un potente strumento di indagine, grazie al quale poter approfondire i processi territoriali di creazione della ricchezza e analizzare le dinamiche economiche non in astratto, ma nelle concrete configurazioni aziendali in cui soggetti autonomi perseguono condizioni di equilibrio a valere nel tempo (Giannessi, 1961). La complessa natura del bilancio, inoltre, dà la possibilità di cogliere sia le dinamiche reddituali che quelle patrimoniali e finanziarie, consentendo così di approfondire importanti correlazioni che esistono nelle due fondamentali forme di equilibrio aziendale (Giannessi, 1955; Ferrero, 1981). A tal fine lo studio non si è potuto limitare alla rilevazione dei valori contenuti nel bilancio annuale, ma ha richiesto di far riferimento alla ricca letteratura disponibile nella disciplina economico-aziendale con riferimento alla analisi del rendiconto di esercizio e alle più opportune logiche di riclassificazione dei prospetti di stato patrimoniale e di conto economico delle singole aziende. In merito alla riclassificazione del primo prospetto è stato adottato il metodo finanziario, individuando una gerarchia di impieghi e fonti, omogenei per scadenza in funzione di presupposti intervalli temporali, al fine di valutare il grado di equilibrio tra il ritorno monetario delle attività e le scadenze delle passività (Cavazzoni, 2004). La metodologia, facendo perno sulla velocità di conversione in liquidità degli investimenti e di estinzione dei finanziamenti, prevede una ripartizione dei primi tra quelli che si monetizzano entro dodici mesi (attivo circolante) ed oltre dodici mesi (immobilizzazioni), e dei secondi tra risorse proprie (capitalizzazioni), debiti verso terzi da rimborsare oltre un anno (redimibilità) ed entro un anno (esigibilità). Per quanto concerne la riclassificazione del conto economico è stato adottato il criterio del valore aggiunto e si sono suddivisi i costi in base ai diversi fattori impiegati nel processo produttivo (Cavazzoni, 2004). Partendo dal valore della produzione realizzato dall azienda (Vp), sono stati sottratti i costi dei fattori esterni ed è stato individuato il valore aggiunto (Va), grazie al quale è possibile analizzare la progressiva distribuzione della ricchezza tra i vari partecipanti all attività aziendale (lavoro, capitale fisso, capitale di terzi, proprietà). Grazie a tale logica è stato possibile evidenziare anche il margine operativo lordo (Mol o Ebitda), ricavato dalla differenza tra il valore aggiunto e il costo sostenuto per salari e stipendi, ed il reddito operativo (Ro o Ebit), ottenuto sottraendo al margine operativo lordo gli ammortamenti e gli accantonamenti. Infine viene evidenziato il reddito lordo ante imposte (Rl) e il reddito netto (Rn), ottenuto dalla sommatoria tra il reddito operativo ed i risultati delle aree finanziaria, accessoria, straordinaria e fiscale. Tali riclassificazioni sono state applicate ai valori dei bilanci annuali delle aziende del campione con riferimento agli esercizi 1994 e I risultati sono stati ulteriormente elaborati selezionando opportuni indicatori di carattere patrimoniale, finanziario economico ed operativo. La disamina dei trend evolutivi è stata sviluppata individuando in particolare: 257

8 AUR&S 7-8/12 - l incidenza degli asset durevoli sul totale degli capitale investito, che segnala l attitudine dell impresa a potenziare la sua struttura produttiva attraverso l acquisizione di fattori a fecondità ripetuta di carattere materiale, immateriale e finanziario; - il capitale circolante netto, espresso in termini di rapporto attraverso l indice di liquidità relativa, ottenuto contrapponendo le attività a breve con le passività aventi lo stesso profilo di scadenzamento, interpretabile come misura del profilo di coerenza strutturale tra fonti e impieghi; - il grado di patrimonializzazione, ottenuta come rapporto tra il patrimonio aziendale e il capitale investito; - l incidenza del valore aggiunto rispetto al valore della produzione, che evidenzia la capacità di creare ricchezza lorda nell economia dell impresa; - la marginalità operativa e netta, ottenuto ponendo a denominatore, rispettivamente, l Ebit e l utile (perdita) dell esercizio e a denominatore il livello del fatturato; - la produttività del lavoro, risultante dal rapporto tra il valore aggiunto e il numero dei dipendenti. L analisi comparativa delle performance aziendali in Umbria tra mutamenti settoriali ed evoluzione dei profili economico-finanziari L analisi comparativa delle modificazioni dell economia regionale intervenute negli ultimi attraverso il campione selezionato ha evidenziato, innanzitutto, un significativo mutamento dei settori di operatività in cui si posizionano la unità produttive con maggiori livelli di fatturato. Considerando come primo criterio di classificazione l appartenenza dell azienda ai diversi comparti dell economia reale (industria, commercio e servizi connessi) o, piuttosto, al settore bancario e finanziario (tab.5), si può segnalare una drastica diminuzione delle attività di intermediazione creditizia, derivanti principalmente dai processi di fusione e di accorpamento che si sono sviluppati alla fine degli anni novanta. TAB. 5 - NUMEROSITÀ E INCIDENZA IN TERMINI DI VALORE DELLA PRODUZIONE PER MACRO-SETTORI (ECONOMIA REALE O FINANZIARIA) DELLE TOP 100 (importi in miliardi di euro) differenza IMPRESE SETTORI ECONOMIA REALE - numero valore della produzione IMPRESE SETTORE BANCARIO/FINANZIARIO - numero valore della produzione TOTALE - numero n.a. - valore della produzione

9 Dal prospetto risulta che, nel corso degli ultimi 15 anni, i soggetti aziendali operanti nel settore bancario e finanziario aventi la sede legale e operativa di riferimento in Umbria sono passati dalle 10 alle 6 unità, a dimostrazione di una evidente modificazione nelle dinamiche di governance di tali settori nel tessuto regionale. Se poi si considera che, anche all interno dei soggetti rimasti, almeno 4 risultano controllati da aziende capogruppo localizzate in altre regioni, tale processo risulta ancora più accentuato. In particolare, nel 1994, le imprese operanti nei settori dell economia reale e nei comparti bancario e finanziario sono elencate, rispettivamente, nelle tavole che seguono (tabb. 6-7). TAB. 6 - LISTA DELLE IMPRESE OPERANTI NEI SETTORI DELL ECONOMIA REALE INCLUSE NELLE TOP 100 NEL COLACEM 31 PIETRO CORICELLI 61 VIBROCEMENTO 2 PETRINI 32 CEMENTERIA DI BEGLIANO 62 PASTIFICIO OLEIFICIO BIANCONI 3 GMF DUE 33 TUBIFICIO DI TERNI 63 CENTRO DISTR. ORTOFRUTTA 4 COOP UMBRIA 34 GESENU 64 L'ABBONDANZA 5 FIORONI SISTEMA 35 HEMMOND 65 MARINELLI 6 MIGNINI 36 MARGARITELLI SEMILAVORATI 66 INDUSTRIE METALM. PERUGIA 7 COLABETON 37 C & S 67 METALMECCANICA TIBERINA 8 LUISA SPAGNOLI 38 ILFER 68 ITELCO 9 DELTAFINA 39 ITALTEL TECNOMECCANICA 69 AUTO SERVIZI PERUGIA 10 TAGINA CERAMICHE D'ARTE 40 ANGORBRIZI 70 COOP PRODUTTORI LATTE 11 MONINI 41 TITANIA 71 BOSCO INDUSTRIE MECCANICHE 12 RASIMELLI & COLETTI 42 IMET 72 INTERPAN 13 COOP TEVERE 43 CS INOX 73 RENZACCI INDUSTRIA LAVATRICI 14 TERNI INDUSTRIE CHIMICHE 44 ARA 74 MANINI 15 COLUSSI PERUGIA 45 FRATELLI VISPI 75 DISTILLERIE G. DI LORENZO 16 SIAM 46 GEDIS 76 PRONTO GREEN 17 MAURO BENEDETTI NAPOLI 47 CANTINE GIORGIO LUNGAROTTI 77 MICROSYS ELECTRONICS 18 COSTA D'ORO 48 SPAZZONI GIUSEPPE 78 ROSSI 19 UMBRIA OLII 49 LUIGI BACCHI 79 CALCE S.PELLEGRINO 20 VETRERIA PIEGARESE 50 SITEM 80 FATTORIA NOVELLI 21 F.LLI FEDERICI 51 SEAS 81 OFFICINE MECC. AEREONAUTICHE 22 SCAI 52 CARBOLUX 82 IPI IRON 83 ITALMACCHINE GRANDI MAGAZZINI SUPERCONTI 24 FBM 54 TATRY OFFICINA MECCANICA 84 IL MERCATONE DI PERUGIA 25 RACCORDI POZZI SPOLETO 55 RICCI MOLINI 85 SOC. SPOL.IMPRESE TRASPORTI 26 CEMENTERIE ALDO BARBETTI 56 ISTITUTO DI RIAB. S.STEFANO 86 CONS. COOP PROD. TABACCO 27 COMMERCIO INGR. MEDICINALI 57 IDU PISELLI JUNIOR 87 CONS. REG. UMBRO PROD. LATTE 28 IGI E LJI 58 FERRUZZI MEDICINALI 88 CECCARINI 29 FARCHIONI OLII 59 MOLINO POPOLARE DI ELLERA 89 CORTICELLA UMBRIA 30 SUSA 60 UMBRA FIAN - INDUSTRIE ANGELANTONI

10 AUR&S 7-8/12 TAB. 7 - LISTA DELLE IMPRESE OPERANTI NEI SETTORI BANCARIO E FINANZIARIO INCLUSE NELLE TOP 100 NEL 1994 CASSA DI RISPARMIO DI PERUGIA MEDIOCREDITO DELL'UMBRIA BANCA POPOLARE DI SPOLETO CASSA DI RISPARMIO DI TERNI E NARNI CASSA DI RISPARMIO DI FOLIGNO CASSA DI RISPARMIO DI SPOLETO CASSA DI RISPARMIO DI ORVIETO CASSA DI RISPARMIO DI CITTA' DI CASTELLO BANCA POPOLARE DI TODI COMPAGNIA REGIONALE LEASING Nel 2008 il gruppo delle aziende Top 100 era invece formato dalle seguenti società, distinguendo anche in questo caso tra unità produttive appartenenti ai settori reali (tab. 8) e organizzazioni del comparto bancario e finanziario (tab. 9). Focalizzandosi ora sulle aziende del campione che operano nei comparti dell economia reale, alcune dinamiche evolutive del tessuto produttivo regionale possono essere misurate considerando la diversa incidenza valore aggiunto prodotto nei diversi settori di appartenenza (tab. 10). Come si può osservare, nei quindici anni considerati si assiste ad un marcato spostamento delle dinamiche di formazione di valore aggiunto verso il settore del commercio e della metalmeccanica. In particolare, all inizio del periodo, i tre settori che incidono di più nella formazione della ricchezza regionale sono l Alimentare, l Edilizia e la Meccanica, totalizzando una percentuale pari al 57,8%; nel 2008 si realizza invece un fortissimo incremento del settore del commercio e un ulteriore rafforzamento del settore metalmeccanico, prevalentemente a scapito dell industria alimentare e delle costruzioni. Tali circostanze sono ricollegate al significativo rafforzamento delle strutture della distribuzione organizzata avvenuto già a partire dai primi anni del nuovo millennio oltre che da operazioni di acquisizione avvenute nel mondo dell acciaieria locale che, pur determinando il decentramento delle funzioni di governance in contesti internazionali, hanno avuto un impatto positivo in termini numerici di valore aggiunto riconducibile alle unità produttive con sede legale in Umbria. Il settore dell energia, non rappresentato nella lista delle Top 100 nel 1994, risulta invece presente quindici anni dopo con una percentuale dello 13,4%. Tali dati risultano confermati dalla tabella 11, in cui si può osservare l evoluzione delle percentuali di incidenza dei differenti comparti in termini di personale occupato. 260

11 TAB. 8 - LISTA DELLE IMPRESE OPERANTI NEI SETTORI DELL ECONOMIA REALE INCLUSE NELLE TOP 100 NEL THYSSENKRUPP ACC. SPEC. TERNI 32 GESENU 63 LIOMATIC 2 E.ON ITALIA POWER & FUEL 33 GEC 64 C & S 3 PAC VETRERIA COOP. PIEGARESE 65 4 COOP CENTRO ITALIA 35 ILFER INDUSTRIA LAV. FERRO 66 GRIFO LATTE 5 COLACEM 36 ELETTROMONTAGGI 67 APM ESERCIZI 6 EUROSPIN TIRRENICA 37 FARCHIONI OLII 68 MPR MOLINI POPOLARI RIUNITI OFFICINE MECC. AER. OMA 7 IGES 38 SITEM 69 MT TRASPORTI 8 TERNINOX 39 DELTAFINA 70 ANGELANTONI INDUSTRIE 9 EUGENIO MARGARITELLI 40 IRON 71 COENDAMASCHIPETROLI 10 GMF GRANDI MAG. C. ITALIA VEIC. IND. 41 TEREXLIFT 72 FIORONI (LUIGI BACCHI) 11 COLABETON 42 FBM 73 IMET 12 TUBIFICIO DI TERNI 43 UMBRIA ENERGY 74 TRENTAVIZI 13 SCAI 44 TRAFOMEC 75 IDP INDUSTRIA DOLCIARIA 14 GRUPPO CENTRALMOTOR 45 AUTOCENTRI GIUSTOZZI 76 F.LLI MONTAGNA 15 PIANETA COSPEA 46 PIETRO CORICELLI 77 RIMAP 16 MIGNINI & PETRINI 47 MANINI PREFABBRICATI 78 SILCA 17 L'ABBONDANZA 48 CALCE S. PELLEGRINO 79 TAGINA CERAMICHE D'ARTE 18 ISA IND. SCAFF. ISOTTA FRASCHINI FOND. 49 MAURO BENEDETTI 80 ARREDAMENTI ALL. 19 SOCIETA' DELLE FUCINE 50 ASM TERNI 81 GENERALE PREFABBRICATI 20 LUISA SPAGNOLI 51 COSTA d'oro 82 VALLE UMBRA SERVIZI 21 MONINI 52 SALUMIFICIO VALTIBERINO 83 VIANDER 22 ZEUNA STARKER PROD. ITALIA 53 SIRCI GRESINTEX 84 FAIST COMPONENTI 23 GRANDI MAG. SUPERCONTI 54 SANGEMINI 85 NARDI SCHULTZE 24 ROSSI 55 SACI INDUSTRIE 86 SERVIZI ASSOCIATI 25 GRUPPO NOVELLI 56 FIRASID 87 MOLITORIA UMBRA 26 BRUNELLO CUCINELLI 57 UMBRA ACQUE 88 CAB PLUS 27 CEMENTERIE ALDO FOND. E OFF. MECC. 58 BARBETTI TACCONI 89 SPAZZONI GIUSEPPE 28 CENTRO DISTR. ORTOFRUTTA 59 AD MOTOR 90 MEDIOSYSTEM 29 UMBRA CUSCINETTI 60 TECNOCAL 91 TIBERINA POMIGLIANO 30 IN VIAGGI 61 SIGIT 92 SUNERG SOLAR 31 SUSA 62 CONAGIT 93 EMU GROUP 94 MECCANOTECNICA UMBRA 261

12 AUR&S 7-8/12 TAB. 9 - LISTA DELLE IMPRESE OPERANTI NEI SETTORI BANCARIO E FINANZIARIO INCLUSE NELLE TOP 100 NEL 2008 BANCA POPOLARE DI SPOLETO CASSA DI RISPARMIO DI FOLIGNO CASSA DI RISPARMIO DI ORVIETO CASSA DI RISPARMIO DI SPOLETO CASSA DI RISPARMIO DI TERNI E NARNI CASSA DI RISPARMIO DI CITTA' DI CASTELLO TAB INCIDENZA DEI DIVERSI SETTORI IN CUI OPERANO LE TOP 100 IN TERMINI DI VALORE AGGIUNTO. ANALISI COMPARATIVA Settore Diff. Agricoltura 4,3% 2,3% -2,0% Alimentare 23,6% 4,9% -18,7% Commercio 19,8% 31,4% 11,6% Edilizia/Costruzioni 19,2% 7,7% -11,5% Elettronica 0,8% 1,0% 0,2% Energia 0% 13,4% 13,4% Legno 0,9% 2,8% 1,9% Meccanica/Metallurgia 11,7% 26,5% 14,8% Utilities/Servizi 1,6% 2,8% 1,2% Tessile/Abbigliamento 4,7% 2,0% -2,7% Trasporti 5,4% 1,4% -4,1% Altro 7,9% 3,9% -4,1% TOTALE 100,0% 100,0% TAB INCIDENZA DEI DIVERSI SETTORI IN CUI OPERANO LE TOP 100 IN TERMINI DI OCCUPATI. ANALISI COMPARATIVA Settore Differenza Agricoltura 5,9% 2,7% -3,3% Alimentare 15,3% 3,8% -11,5% Commercio 12,9% 29,3% 16,4% Edilizia/Costruzioni 16,1% 10,0% -6,1% Elettronica 3,1% 1,9% -1,3% Energia 0% 0,1% 0,1% Legno 0,9% 7,3% 6,4% Meccanica/Metallurgia 16,1% 21,3% 5,2% Utilities/Servizi 8,1% 11,7% 3,6% Tessile/Abbigliamento 6,3% 3,7% -2,6% Trasporti 6,7% 3,7% -3,0% Altro 8,6% 4,6% -4,0% TOTALE 100,0% 100,0% Passando ora all analisi delle dinamiche patrimoniali (tab. 12), si può notare un forte incremento di tutte le componenti riguardanti la struttura del capitale. Dal lato degli impieghi si può osservare innanzitutto un forte aumento delle immobilizzazioni, che nel corso del periodo analizzato si triplicano e aumentano per 262

13 una quota del 265%. Anche le attività circolanti aumentano significativamente, per una percentuale inferiore rispetto alla precedente, a dimostrazione che la composizione del capitale investito delle realtà di eccellenza del sistema territoriale umbro si è spostato verso l acquisizione di fattori a fecondità ripetuta. Osservando la struttura patrimoniale dal lato delle fonti si può notare come la dinamica appena descritta sia correlata, a livello complessivo, da un equilibrato andamento delle fonti, con il capitale e le passività a medio lungo termine che riescono a supportare l incremento degli investimenti fissi e i debiti correnti che seguono l andamento delle attività circolanti. TAB PRINCIPALI GRANDEZZE PATRIMONIALI DELLE TOP 100. ANALISI COMPARATIVA (migliaia di euro) Grandezze patrimoniali Diff. (%) Immobilizzazioni % Attivo circolante % Capitalizzazioni % Redimibilità % Esigibilità % Spostando l attenzione sulle dinamiche economiche (tab. 13), si può notare come il valore totale della produzione ottenuto dalle più importanti unità aziendali della regione si sia nel corso del tempo significativamente incrementato, raggiungendo un livello triplo in termini reali rispetto al dato iniziale. A fronte di tale dinamica, tuttavia, si registra un modesto innalzamento del valore aggiunto complessivo, che passa da un miliardo di euro a due miliardi di euro, a cui si accompagna conseguentemente una redditività operativa misurata dall Ebit sostanzialmente stabile; la profittabilità netta registra invece un evidente rialzo, seguendo proporzionalmente l incremento del valore della produzione. Tali andamenti possono essere correlati al processo di riposizionamento dei settori in cui operano le aziende analizzate e in particolare alla maggiore incidenza del commercio e dei servizi, da cui derivano strutture reddituali caratterizzate da un maggiore impatto dei costi esterni della produzione e dalla presenza di componenti finanziarie attive che consentono di recuperare la minore marginalità operativa. TAB PRINCIPALI GRANDEZZE ECONOMICHE DELLE TOP 100. ANALISI COMPARATIVA (migliaia di euro) Grandezze economiche Diff. (%) Valore della produzione (Vp) % Valore aggiunto (Va) % Ebit % Utile (perdita) di esercizio % Occupati (n.) % Analizzando gli indicatori patrimoniali e finanziari (tab. 14) si riscontra come il gruppo delle aziende umbre con più elevati livelli di fatturato esprima nel 2008, 263

14 AUR&S 7-8/12 comparativamente, una maggiore propensione all investimento in fattori durevoli (l incidenza passa dal 33,5% al 42,9%), motivata principalmente dalla maggiore complessità dell ambiente competitivo e dalla accresciuta necessità di risorse strutturali di carattere materiale, immateriale e finanziario indotta dall evoluzione del sistema economico. Complessivamente considerate, le unità produttive dimostrano di supportare la dinamica degli impieghi prestando la giusta attenzione agli equilibri strutturali, come testimoniato dall andamento dell indice di liquidità relativa, che in entrambi i periodi osservati si mantiene intorno all unità, e dall aumentato grado di patrimonializzazione. TAB INDICATORI PATRIMONIALI E FINANZIARI DELLE TOP 100. ANALISI COMPARATIVA Asset durevoli/tot. inv. (incidenza %) 33,8% 42,9% Cap. circ. netto (indice relativo) 1,02 0,96 Grado di patrimonializzazione 22% 32% Sul fronte dei profili economici (tab. 15) i risultati espressi in termini di indicatori mostrano un generale peggioramento delle strutture reddituali, con una significativa contrazione del valore aggiunto (che in percentuale sul valore della produzione passa dal 25,4% al 12,6%), della marginalità operativa (che passa dal 4,7% all 1,6%) e una riduzione della produttività del lavoro (da 75,4 mila euro 62,5 mila euro). Come già osservato, l unico indicatore che rimane stabile nel tempo riguarda la redditività netta, che dimostra come la riconfigurazione dei settori di operatività ha mantenuto inalterata la capacità di operare in condizioni di equilibrio economico complessivo, pur modificando significativamente la struttura dei costi con conseguente impatto sulle modalità di redistribuzione del valore aggiunto tra i vari stakeholders aziendali. TAB INDICATORI ECONOMICI DELLE TOP 100. ANALISI COMPARATIVA Valore aggiunto (Va) / Valore della prod. (Vp) (%) 25% 12,6% Ebit / Valore della produzione (Vp) (%) 4,7% 1,6% Utile netto / Valore della produzione (Vp) (%) 0,7% 0,8% Produttività del lavoro ( '000) 75,4 62,5 Un ultimo approfondimento può essere condotto per evidenziare il grado di correlazione che lega le strutture patrimoniali e le dinamiche economiche delle imprese rientranti nelle Top 100, da inquadrare nel filone di letteratura economica che sottolinea l importanza cruciale, ai fini della sopravvivenza aziendale, di entrambe le forme di equilibrio alla luce del reciproco condizionarsi delle manifestazioni finanziarie e reddituali della gestione. In particolare viene enfatizzato come una adeguata strutturazione delle fonti e degli impieghi comporti notevoli benefici anche in termini di gestione operativa, consentendo 264

15 di esprimere migliori performance di marginalità economica e di produttività (Giannessi, 1955; Ferrero, 1981; Terzani, 1998). Volendo sottoporre a verifica tali ipotesi, è stata effettuata una analisi statistica di tipo descrittivo considerando il gruppo degli indicatori finanziari, patrimoniali ed economici sopra elaborati e utilizzando il coefficiente di correlazione di Pearson-Bravais (Bracalente et al. 2009). In particolare sono state definite le seguenti variabili casuali: - Variabili rappresentative delle dinamiche patrimoniali e finanziarie X1 = asset durevoli/totale investimenti (incidenza %) X2 = capitale circolante netto (indice relativo); X3 = grado di patrimonializzazione; - Variabili rappresentative delle dinamiche economiche e operative Y1 = Ebit/valore della produzione (%); Y2 = Utile netto / Valore della produzione (%); Y3 = Produttività del lavoro ( '000) Ciascuna variabile è stata posta in correlazione con le altre, pur trattandosi in alcuni casi di indicatori i cui valori, riferendosi medesima dimensione aziendale (patrimoniale, finanziaria o economica) possono influenzarsi reciprocamente. Tale scelta è stata motivata dal fatto che ciascun indicatore rappresenta comunque una particolare misura della configurazione gestionale dell azienda che, seppur condizionata da una misura della stessa natura, può muoversi anche in modo indipendente. Per fare un esempio, una alta incidenza di asset durevoli sul totale degli investimenti (che segnala una forte presenza di fattori a lento rigiro nella classe degli impieghi), pur influendo in parte sull indicatore del capitale circolante netto, non ne condiziona in modo determinante il valore dal momento che quest ultimo viene a dipendere dalla presenza di altre condizioni gestionali (corretta strutturazione delle fonti rispetto agli impieghi). Analoga considerazione vale per la variabili economiche: un alta percentuale di Ebit/Valore della produzione influisce sicuramente sulla percentuale Utile/valore della produzione, tanto che è ragionevole aspettarsi un alto grado di correlazione; considerando, tuttavia, che la redditività netta è sì condizionata da quella operativa, ma risente di altre circostanze della gestione, le due variabili potrebbero muoversi anche in modo indipendentemente e ridurre tale grado di correlazione. I risultati dell analisi di correlazione, calcolati per gli anni 1994 e 2008, sono esposti nelle tavole che seguono (rispettivamente tabb. 16 e 17). TAB MATRICE DI CORRELAZIONE PERFORMANCE TOP 100. ANNO 1994 X1 X2 X3 Y1 Y2 Y3 X1 1,00-0,26 0,39-0,07-0,17-0,01 X2-1,00 0,21 0,18 0,18 0,17 X ,00 0,51 0,50 0,17 Y ,00 0,66 0,19 Y ,00 0,09 Y ,00 265

16 AUR&S 7-8/12 TAB MATRICE DI CORRELAZIONE PERFORMANCE TOP 100. ANNO 2008 X1 X2 X3 Y1 Y2 Y3 X1 1,00-0,86 0,01 0,06 0,00-0,05 X2-1,00 0,43 0,08 0,12 0,14 X ,00 0,33 0,31 0,28 Y ,00 0,57 0,36 Y ,00 0,24 Y ,00 Dai prospetti sopra riportati emerge che i legami tra le variabili tendono ad essere generalmente deboli. Concentrandosi sui livelli di correlazione superiori a 0,3 e considerando l evoluzione nel tempo si può innanzitutto osservare come, nel 1994, aziende con una forte incidenza degli investimenti durevoli tendono a manifestare un alto grado di patrimonializzazione; circostanza, questa, che non sembra più realizzarsi nel In tale periodo, infatti, ad una alta presenza di fattori durevoli è associata una peggiore condizione di equilibri finanziari complessivi (misurati dalla variabile X2 = capitale circolante netto), che risultano invece positivamente presenti nelle aziende più capitalizzate. Con riferimento alle misure economiche, nel 1994 si osserva come le aziende con maggiore grado di patrimonializzazione tendano a realizzare migliori performance reddituali, operative e nette. La tabella mostra anche l alto grado di correlazione tra queste due variabili, Y1 e Y2, che evidenzia come le aziende con buona marginalità operativa confermano buone performance anche sulle misure nette di reddito. Nel 2008, tale relazione si indebolisce parzialmente, a causa dell aumentata incidenza delle componenti economiche extra-operative, e permane il legame delle performance reddituali con il grado di patrimonializzazione, che sembra influenzare maggiormente anche il livello di produttività del lavoro. L analisi di correlazione dimostra come il significativo cambiamento nella composizione dei settori di operatività possa aver inciso nella politica degli investimenti e nelle correlate dinamiche finanziarie, che, a loro volta hanno inciso sui risultati economici. Un comune denominatore ravvisabile nei vari comparti sembra far emergere, a distanza dei quindici anni, una tendenza delle aziende più capitalizzate ad adottare una politica selettiva degli investimenti, mirata a salvaguardare i propri equilibri finanziari anche a scapito di maggiori percentuali di ritorno in termini di redditività lorda e netta. Le performance aziendali delle maggiori imprese umbre con la presenza imprenditoriale costante nell orizzonte di tempo analizzato Un ultimo profilo di analisi riguarda l individuazione di quelle aziende che hanno dimostrato una continuità di presenza imprenditoriale nel corso dei 15 anni, risultando incluse nella lista delle Top 100 aziende umbre sia nel 1994 che nel Esaminando dettagliatamente le ragioni sociali risultanti in tali liste e neutralizzando, ove necessario, i cambiamenti di carattere esclusivamente formale intervenuti nella 266

17 soggettività giuridica 4, le imprese Best che nel periodo considerato hanno continuato a rimanere al vertice delle unità produttive con maggiori livelli di fatturato sono pari a 40, elencate nella tabella 18. Nella tabella 19 si rilevano i settori in cui operano tali imprese, e si può osservare come permanga una forte incidenza dei comparti più importanti per l economia regionale quali il commercio, l edilizia, la meccanica/metallurgia e i servizi. TAB LISTA DELLE BEST 40 IMPRESE OPERANTI NELL ECONOMIA REALE RIMASTE NELLA LISTA DELLE TOP 100 A 15 ANNI DI DISTANZA 1 COOP CENTRO ITALIA 21 FARCHIONI OLII 2 COLACEM SPA 22 SITEM 3 EUGENIO MARGARITELLI 23 DELTAFINA 4 GMF GRANDI MAGAZZINI FIORONI 24 IRON 5 COLABETON 25 FBM FORNACI BRIZIARELLI MARSCIANO 6 TUBIFICIO DI TERNI 26 PIETRO CORICELLI 7 SCAI 27 MANINI PREFABBRICATI 8 MIGNINI & PETRINI 28 CALCE S. PELLEGRINO 9 L'ABBONDANZA 29 MAURO BENEDETTI 10 LUISA SPAGNOLI 30 COSTA d'oro 11 MONINI 31 C & S 12 GRANDI MAGAZZINI SUPERCONTI 32 MPR - MOLINI POPOLARI RIUNITI 13 ROSSI 33 GRIFO LATTE 14 GRUPPO NOVELLI 34 OFFICINE MECCANICHE AERONAUTICHE - OMA 15 CEMENTERIE ALDO BARBETTI 35 ANGELANTONI INDUSTRIE 16 CENTRO DISTRIBUZIONE ORTOFRUTTA CEDOF SUSA 37 IMET 18 GESENU 38 IDP - INDUSTRIA DOLCIARIA 19 VCP VETRERIA COOPERATIVA PIEGARESE 39 TAGINA CERAMICHE D'ARTE 20 ILFER - INDUSTRIA LAVORAZIONE FERRO 40 SPAZZONI GIUSEPPE CENTRO ITALIA VEICOLI INDUSTRIALI - (LUIGI BACCHI) TAB SETTORI DI OPERATIVITÀ DELLE BEST 40 - IN TERMINI DI VALORE DELLA PRODUZIONE Settori N. % Agricoltura 2 2,7% Alimentare 7 3,8% Commercio 9 29,3% Edilizia/Costruzioni 7 10,0% Elettronica 1 1,9% Energia - 0,1% Legno 1 7,3% Meccanica/Metallurgia 6 21,3% Utilities/Servizi 1 11,7% Tessile/Abbigliamento 2 3,7% Trasporti 1 3,7% Altro 3 4,6% ,0% 4 Considerando la natura dello studio, teso ad indagare le dinamiche di formazione della ricchezza nel tessuto regionale, lo spostamento della sede sociale dell azienda in una altra regione viene considerato un cambiamento sostanziale 267

18 AUR&S 7-8/12 Partendo dalle grandezze di bilancio relative al gruppo delle aziende che sono rimaste incluse nelle prime cento realtà produttive del territorio, sono stati calcolati i medesimi indicatori di carattere patrimoniale, finanziario ed economico presentati nelle sezioni precedenti. I risultati delle elaborazioni, in termini comparativi 1994 e 2008, sono riportati nelle tabelle seguenti (tab. 20) TAB INDICATORI DELLE BEST 40 A LIVELLO PATRIMONIALE - ANALISI COMPARATIVA Best 40 Top Asset durevoli/tot. inv. (incidenza %) 39,7% 37,2% 33,8% 42,9% Cap. circ. netto (indice relativo) 1,18 1,18 1,02 0,96 Grado di patrimonializzazione 31% 34% 22% 32% Con riferimento alle misure di carattere patrimoniale e finanziario si rileva come il livello di incidenza degli investimenti fissi sul totale degli impieghi abbia registrato, nel periodo, una sostanziale stabilità, contrariamente a quanto riferito all intero gruppo delle Top 100 dove tale indicatore, partendo da livelli percentuali più bassi, ha subito una forte oscillazione in aumento. Il capitale circolante netto si mantiene anch esso su andamenti costanti e, superando abbondantemente l unità in entrambi i periodi, dimostra una perdurante attitudine all equilibrio finanziario, non riscontrabile con riferimento al campione nel suo complesso. Tale condizione di equilibrio nelle unità produttive di eccellenza risulta ulteriormente confermato dall aumentare del grado di patrimonializzazione che, già partendo da un livello soddisfacente (non presente nell intero gruppo delle Top 100), si rafforza ulteriormente a distanza di quindici anni. TAB INDICATORI DELLE BEST 40 A LIVELLO ECONOMICO - ANALISI COMPARATIVA Best 40 Top Valore aggiunto (Va)/ Val. della prod. (Vp) (%) 23,7% 19,1% 25% 12,6% Ebit / Valore della prod. (Vp) (%) 7,2% 3,4% 4,7% 1,6% Utile netto / Valore della prod. (Vp)(%) 1,7% 1,8% 0,7% 0,8% Produttività del lavoro ( '000) 74,7 68,5 75,4 62,5 Anche passando ad analizzare le dinamiche economiche (tab. 21), le imprese Best 40 evidenziano, tramite gli indicatori, una stabilità di risultati reddituali. La percentuale di valore aggiunto prodotto dimostra una soddisfacente tenuta (dal 23,7% al 19,1%), al contrario di quanto avviene per il campione complessivo delle Top 100 che vede dimezzare la propria capacità di produrre nuovo valore economico, come già rilevato a livello complessivo nel paragrafo precedente (cfr. tab. 4). Le percentuali di 268

19 marginalità operativa, pur subendo una significativa riduzione, si posizionano, insieme al livello stabile di redditività netta, ad un valore quasi doppio rispetto all intero gruppo. Anche con riferimento alla produttività del lavoro le Best 40 dimostrano una migliore tenuta. Gli indicatori presentati consentono pertanto di ravvisare, come fattori di successo, una serie di condizioni legate alla persistenza di equilibri gestionali e strategici quali l adeguata patrimonializzazione, l equilibrata strutturazione delle fonti finanziarie, la maggiore e più stabile propensione agli investimenti, come frutto di una riuscita integrazione tra cultura imprenditoriale e manageriale nell ambito di assetti proprietari di carattere familiare. Questa maggiore solidità finanziaria sembra riflettersi sulla qualità delle performance reddituali, che a distanza di 15 anni si mantengono tendenzialmente più stabili e più elevate rispetto al gruppo delle Top 100. Conclusioni Il lavoro svolto ha consentito di mettere in luce le profonde evoluzioni subite dall economia e dalla struttura produttiva umbra nel corso dei quindici anni particolarmente significativi che vanno dalla metà degli anni novanta all avvio delle profonda crisi finanziaria ed economica innescatasi alla fine del Nel quadro di una dinamica macro-economica nazionale che evidenzia un deciso avanzare del processo di terziarizzazione e una crescita contenuta del prodotto interno lordo, della ricchezza pro-capite e della produttività del lavoro, l Umbria si è allontanata progressivamente dagli standard nazionali vedendo diminuire, soprattutto, la capacità di creare valore aggiunto. A fronte di un contesto territoriale con particolare vocazione alla imprenditorialità diffusa, in grado di esprimere quasi una impresa ogni dieci abitanti, il tasso di concentrazione nella dinamica di creazione del valore economico è risultato significativo, dal momento che le prime cento aziende selezionate in base ai volumi di fatturato incidono, sia nel 1994 che nel 2008, per un livello di quasi il 10% della ricchezza regionale. Il lavoro di analisi svolto sui bilanci di tali unità produttive ha permesso di cogliere importanti segnali di cambiamento che risultano confermare i trend emersi a livello macro-economico, sia nazionale che regionale. Innanzitutto i settori di operatività delle maggiori imprese aventi sede legale in Umbria nel lasso temporale preso in considerazione cambiano notevolmente: diminuisce significativamente la presenza di aziende operanti nel settore finanziario, come conseguenza dei processi di ristrutturazione del sistema bancario avviatisi in Italia a partire dalla seconda metà degli anni novanta, e aumenta l impatto delle imprese operanti nel settore del commercio, della meccanica/metallurgia e dell energia a scapito del settore alimentare e dell edilizia. Grazie alla riclassificazione e all elaborazione dei valori contenuti nei rendiconti di esercizio si è potuto stimare l impatto di tale riconfigurazione sulle performance patrimoniali, finanziarie ed economiche delle imprese. Nel quadro di un significativo 269

20 AUR&S 7-8/12 incremento degli investimenti fissi e circolanti, supportati da un equilibrata strutturazione delle correlate fonti finanziarie, e di un forte aumento del valore della produzione, si è ridotta notevolmente la capacità di creare valore aggiunto, pur mantenendo costanti, in termini relativi, i ritorni percentuali di redditività netta. In questo cambiamento ha inciso la maggiore presenza delle aziende operanti nel settore del commercio e in particolare delle imprese della grande distribuzione che, pur operando in condizioni di ridotta marginalità operativa, sono riuscite ad ottenere significativi ritorni in termini di proventi da finanziari, beneficiando di un favorevole ciclo monetario. Tale riposizionamento, tuttavia, ha provocato evidenti effetti sulla produttività del lavoro che, calcolata sul campione selezionato relativo alle aziende di eccellenza, si è ridotta di oltre il 15%, confermando così il progressivo trend già rilevato nella prospettiva macro-economica. Da ultimo può essere osservato che, se la redditività netta non sembra aver subito particolari flessioni, la riconfigurazione dei settori ha modificato molto la distribuzione del valore aggiunto aziendale, drenando risorse destinate alla remunerazione dei fattori interni (lavoro e capitale) localizzati nelle imprese delle regione e favorendo l innalzamento dei costi esterni verso fornitori. Grazie alla disponibilità di importati informazioni di carattere economico e finanziario relative alle imprese analizzate è stato possibile indagare quale tipo di correlazioni dimostravano possedere le unità produttive, a distanza di 15 anni, in merito ad una problematica particolarmente critica nell interpretare i fattori di successo aziendale, quale il corretto configurarsi delle dinamiche reddituali e finanziarie. L analisi di correlazione ha dimostrato come il significativo cambiamento nella composizione dei settori di operatività abbia inciso nella politica degli investimenti, negli equilibri finanziari e sul livello dei risultati economici. Partendo da una situazione in cui le aziende maggiormente patrimonializzate sono quelle che investono di più e sono al contempo in grado di salvaguardare gli equilibri finanziari, grazie anche a più alti livelli di marginalità economica, si osserva nel periodo successivo una minore propensione agli impieghi di lungo termine che, seppur a scapito dei ritorni in termini di redditività lorda e netta, consente di operare in condizioni gestionali più sicure. Tali risultati sembrano confermare gli effetti derivanti dall incertezza che si è venuta a creare all inizio della crisi, che ha spinto le aziende a mantenere un atteggiamento prudente al fine di non compromettere situazioni di consolidato equilibrio finanziario. L ultimo aspetto analizzato, infine, ha riguardato l individuazione di quelle aziende che hanno dimostrano una continuità di presenza imprenditoriale nel corso dei 15 anni, risultando presenti nella lista delle Top 100 aziende umbre sia nel 1994 che nel 2008, al fine di studiarne le dinamiche economiche e finanziarie. Si tratta di 40 aziende (Best 40) che appartengono ai settori più importanti dell economia umbra e che dimostrano possedere, a distanza di 15 anni, una buona attitudine agli investimenti fissi, realizzati in condizione di soddisfacente equilibrio finanziario e di adeguato livello di patrimonializzazione. Tali imprese manifestano, comparativamente al gruppo delle Top 100, una sostanziale stabilità di risultati reddituali (in termini di valore aggiunto, Ebit e utile netto) e una migliore tenuta dei 270

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